Sfoglia il Catalogo feltrinelli039
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2981-3000 di 10000 Articoli:
-
Arte e bellezza in Hegel
Il saggio s'impegna nell'affrontare la relazione che l'arte intrattiene con lo spirito assoluto nella visione estetica di Hegel. L'arte è il momento di manifestazione sensibile del vero, che si fa carico del 'passato' dello spirito; l'opera è lo scarto del reale necessario alla logica affinché il compimento dialettico avvenuto non sia una semplice costruzione del pensiero stesso. L'avvenuta dello spirito assoluto implica la necessità di ripercorrere le tappe superate: l'Estetica si rivela una parte vitale del sistema hegeliano, il bisogno di riflettere sull'ultima traccia dell'esterno che trapassa nell'assoluto attraverso l'invenzione artistica. L'autonomia dell'arte è allora scandita dal ruolo che detiene nel processo d'idealizzazione del mondo. Un'autonomia imposta, una libertà forzata. -
Io vedo solo un amico, non un colore
Temendo la realtà del razzismo e la mancanza reale di mescolanza culturale, Fernando attira l'attenzione dei suoi genitori verso gli atti discriminatori che possono essere vissuti da alcune persone appartenenti ad altri colori della pelle o ad altre culture. Diventa quindi amico di René, vittima del razzismo; amici per la vita per far capire che è la diversità che rende bello il mondo in cui viviamo, perché per lui è importante dire: ""Io vedo solo un amico, non un colore!"""" Questo per il futuro positivo dell'Italia e dei bambini. Questo libro non è solo una favola per bambini ma soprattutto uno strumento pedagogico che aiuti l'educazione dei bambini all'integrazione interrazziale e all'accettazione degli altri nelle loro differenze culturali, sociali, religiose: «Noi bambini, siamo il futuro della terra in generale e il futuro dell'Italia in particolare. Se capiamo adesso che non ci sono differenze reali tra umani, allora questo futuro è bello perché abbiamo capito che siamo come i colori che fanno l'arcobaleno, ed è solo tutti insieme che facciamo questa bella cosa nel cielo!»"" -
Il centro del cerchio
Un musicista di strada che suona al centro di un ideale cerchio tracciato dai passanti che assistono allo spettacolo. È questa l'immagine che ossessiona Matteo Toscano, giovane medico radiologo la cui vita è scandita tra la problematica quotidianità del lavoro in ospedale e l'instabilità tragicomica delle sue vicende amorose. Vivendo quasi con paranoica apprensione il rifiuto di una vita da spettatore, il protagonista si lancia in un percorso di autodiagnosi, analizzando con metodo psicanalitico gli eventi che hanno caratterizzato la sua esistenza e il cui controllo sembra a tratti sfuggirgli di mano. Per cercare di rispondere alla fatidica domanda: come si fa a stare al centro del cerchio, a diventare protagonisti della propria vita? Sempre che la prospettiva secondo cui il mondo è diviso tra musicisti e passanti, tra protagonisti e spettatori, sia in definitiva quella corretta. -
La leggenda del Burqa
In un paese devastato da una guerra senza fine, corrotto, preda di trafficanti e invasori stranieri, due eroine decidono di dedicare la propria vita alla lotta per la democrazia e la libertà, in difesa del popolo, in particolare delle donne e dei bambini. Combattono le stesse battaglie, ma con armi diverse. Le affianca un personaggio misterioso e letale: c'è chi lo acclama come liberatore, chi invece lo definisce un terrorista. C'è chi dice che sia solo una leggenda. L'unica cosa davvero certa è che incontrare Il Burqa è come incontrare la morte in persona. -
Terre. A sud del tempo
"Terre. A sud del tempo"""" è una raccolta di versi plurale, sia per il significato duale dell’opera, sia per la varietà delle tematiche trattate. Due sono, infatti, le terre a cui il titolo fa riferimento: la prima, fisica, reale, con i paesaggi, le atmosfere, le nature e gli elementi visionari; la seconda, metafisica, ideale, quasi onirica, con le reminiscenze, le suggestioni, le nostalgie e la propensione dell’io verso tutto ciò che è ormai perduto. Entrambe si collocano, come esplicitato dal sottotitolo, “a sud del tempo”, ovvero in una dimensione spazio-temporale lontana dal centro e dal presente. La terra fisica, difatti, è un estremo lembo di meridione - come si evince dal componimento che porta lo stesso titolo della raccolta - che si colloca ai margini del tempo e che persiste nella sua staticità e inviolabilità. Al contrario, la terra metafisica altro non è che una proiezione del passato che, sebbene lontano, si contraddistingue per la sua dinamicità e per il suo ricorrere quasi ossessivo." -
Le briciole sul tavolo
Bianca, ragazza introversa e dall'animo estremamente inquieto, conosce Ludovico, giovane esuberante e assai colto. Tra i due nasce un fortissimo legame d'amore, che si sublima con la nascita della figlia Neve. In un quadro familiare apparentemente idillico, piomba la sciagura di un terribile male che in breve tempo strappa Ludovico alla moglie e alla figlia. Poco prima di morire, Ludovico chiede a Bianca di cercare qualcosa tra le sue mail. Bianca scopre così una verità che la spinge a partire e ad incontrare una persona che le rivelerà dei particolari inquietanti sul passato della famiglia del marito scomparso. E proprio quando il quadro sembra ricomporsi e ogni colpa pare essere espiata, gli anobi che abitano il mondo malato di questa vicenda partoriscono un finale che distrugge definitivamente ogni possibilità di redenzione. -
Alla rivoluzione in tram
Sabrina è una consulente aziendale, approdata ad un’azienda municipalizzata con la testa ancora piena di cliché sul miglioramento dei processi e dell’efficienza. I suoi collaboratori sono curiosi, ma molto preoccupati per il loro futuro. Il suo Capo l’ascolta con attenzione e capisce tutto, ma al momento di passare ai fatti inizia a fischiettare. Poi ci sono due sindacalisti, decisi a resistere ad ogni novità, perché “efficienza vuol dire licenziare le persone”. O forse no. E infine tanti, tanti tranvieri. Si ritrovano tutti insieme alla Ditta Manetta Felici, uniti da un’unica certezza: il lavoro sicuro. Fino alla pensione. Tra nuovi software, ingenui tentativi di stravolgere una cultura ancestrale e di dare un diverso significato alla parola “sindacato”, Sabrina naviga a fatica assistita dalla sua personal coach e con il sostegno morale del gatto Mino. Perché se hai un lavoro sicuro ti danno il mutuo, ma anche tante mazzate. -
Il giro degli ormoni
Un romanzo che racconta di disamori, famiglie sfasciate e sesso inutile. Dodici piccole storie incastrate l'una dentro l'altra, come scatole cinesi, fino all'epilogo in cui il giro sembra chiudersi. Ma niente è come appare, con i dodici personaggi vittime dei propri istinti e di una bussola impazzita, incapace di indicare loro la strada e l'orizzonte da seguire. ""Il giro degli ormoni"""" è un torrente in piena, scritto per lettori a cui piace viaggiare scomodi, sballottati da una corrente che spazza via ogni rassicurante costruzione della realtà e lascia dietro di sé solo i detriti di un mondo alienato, in cui non rimane altro che assecondare la propria natura animalesca di fronte al fallimento del sentimento razionalizzato."" -
Fiabe raccontate da Gian Dàuli
Dai fratelli Grimm a Hans Christian Andersen, passando per James M. Barrie, Aleksandr S. Puškin, Wilhelm Hauff e tanti altri. Venti fiabe della tradizione europea rivisitate per il pubblico italiano da Gian Dàuli (Vicenza, 1884 – Milano, 1945), scrittore, traduttore ed editore particolarmente attivo tra le due guerre mondiali. Una raccolta di racconti classici per tramandare ai più giovani gli insegnamenti e la saggezza dei grandi narratori del passato e per far riscoprire ai più grandi le storie con le quali sono cresciuti. Biancaneve, i sette nani e il Principe Azzurro La fanciulla virtuosa La figlia del mare Il compagno di viaggio Il Reuccio intrepido L’erba buona e l’erba cattiva Il lumino azzurro La Reginotta superba Il Gigante pauroso Il Castello del Sole Re Saltan Inga, povera Inga La gattina bianca Cuor vivo e cuor di sasso Tristina Buona sera, Zaccaria I sei giovani e la Reginotta Sette sogni Peter Pan Nannino e Ghita. -
Diafonie. Microfisica dei piccoli gesti
Vite che si incrociano a un semaforo rosso, davanti a una caffetteria chiusa, dal barbiere o in un freddo ospedale. Esistenze che si sfiorano, si scambiano impulsi, interferiscono con le solitudini quasi incurabili dei personaggi. ""Diafonie"""" è una raccolta di scritti che indagano sul potere condizionante dei piccoli gesti, delle più banali azioni quotidiane, indugiano sulle ferite che le relazioni umane producono, talvolta in maniera inconsapevole. Alessandro Chiesurin ci porta con la sua scrittura cinica e incisiva, fatta di scariche elettriche di intensità e durata variabile, in un mondo dominato dall'entropia, dal caos interiore di personaggi la cui esistenza viaggia su ritmi binari, intermittenti, e dove il senso dell'azione umana pare smarrirsi nel tremito che segue la scossa, in quel sussulto della carne che chiamiamo sensazioni e che, malgrado tutto, ci fa sentire vivi."" -
Favelado. Quaranta racconti da Rio de Janeiro
Rio de Janeiro. Un italiano frequenta un centro spiritista, alla ricerca di un equilibrio interiore. Di tanto in tanto, si unisce a un gruppo di cooperanti che ha messo su una scuola nella favela per sottrarre gli adolescenti al narcotraffico. Molti ragazzi però preferiscono cercare fortuna in strada. Mentre narcos e forze dell'ordine si spartiscono i proventi della vendita di armi e droga, uno dei pochi poliziotti onesti è intenzionato a sconfiggere il malaffare a ogni costo. Ma gli equilibri di potere nella baraccopoli stanno cambiando: imperversa la guerra tra due fazioni criminali, mentre i reparti speciali della polizia e l'esercito provano a preservare lo status quo. Dalle inquietudini borghesi dei residenti di Copacabana alla quotidianità sempre incerta degli abitanti della favela Rocinha, Matteo Gennari ci consegna uno spaccato di vita pulsante all'ombra del Cristo Redentore, un carosello di personaggi accomunati dall'affanno di un'irraggiungibile pace materiale e spirituale. Così, quella del “favelado” diventa la dimensione dell'insicurezza e della precarietà esistenziale, in cui il bene e il male non si contrappongono, ma coesistono e si rendono necessari l'uno all'altro. -
Tutti schiavi in Portogallo
Da qualche anno, Marta vive a Lisbona. Partita con un sogno da realizzare, si è ritrovata a lavorare in un call center, lavoro che non ama particolarmente, ma che le permette di guadagnare il necessario per vivere dignitosamente nella capitale lusitana. Tanti sono i dubbi che si affollano nella sua testa: si sente a casa in Portogallo? Perché ha accettato un lavoro che avrebbe potuto fare anche in Italia? È quello il posto ideale per realizzare il suo sogno? Una serie di storie e di eventi la tengono legata quasi indissolubilmente a Lisbona. Tra pulsioni istintive e inevitabili sbagli, Marta rincorrerà la risposta alla sua fondamentale domanda: cosa l'ha portata realmente a Lisbona? -
Le feritoie d'alabastro
Quanto siamo realmente in grado di conoscere, dunque di comprendere, l’altro da noi? Questa è la domanda sottesa nelle pagine de “Le feritoie d’alabastro”, una raccolta di scritti che indaga gli stati esistenziali dell’uomo dall’angusta prospettiva di una stretta finestra sul mondo, i cui confini sono circoscritti dalla limitata possibilità che abbiamo di scrutare l’intangibile, l’animo del nostro “prossimo”. -
Maira Nereide
Maira Nereide, ragazza orfana, di padre inglese e madre italiana, viene cresciuta nella famiglia dello zio materno. Trascorre l’infanzia e la giovinezza facendo la spola tra Roma e il possedimento fuori città dei parenti, prima al seguito dello zio medico e poi del cugino, con cui instaurerà un rapporto ambiguo e morboso. Maira si trasferirà per un breve periodo a Parigi e, al cospetto di questa modernissima città, si accorgerà di quanto la sua vita fosse stata apatica fino ad allora. Sarà nella capitale francese che farà un incontro destinato a cambiarle la vita. ""Maira Nereide"""" racconta la quotidianità di una famiglia medio-borghese della seconda metà del XIX secolo, che vive in una provincia rurale e che, nonostante l’agiatezza economica, non può sfuggire ad alcune incombenti dinamiche contadine. Situazioni private e realistiche di un tempo antico si muovono su uno sfondo storico in rapido mutamento, che ci riporta dalle agitazioni per l'annessione di Roma al Regno d'Italia ai fasti della Parigi capitale imperiale."" -
Ossiuri
Un uomo come tanti, insoddisfatto della sua vita. Una compagna con cui non parla mai realmente, della quale assapora profili e fughe. Un rapporto vissuto solo dall’ombra che proietta. Litigi inconcludenti. Un lavoro che svolge come un automa. Un capo ufficio crudele ma che si rivelerà forse la persona a lui più simile. Un pescatore anarchico, testimone ultimo della sua storia. ""Ossiuri"""" è il dramma di un mediocre, di una persona qualunque, che cerca di risolvere il suo tormento interiore, la sua incapacità di vivere e la paura d’assecondare il sogno di una vita in riva al mare, facendo ciò che gli viene più naturale: incolpare qualcun altro. Travolto da una fatale catena di circostanze, decide di indirizzare la sua voglia di riscatto sociale ed emotivo contro il potere costituito: tenta, da solo, un colpo di stato, nell'illusoria convinzione che il velo di Maya sia sorretto da poteri schiavisti e che, con il suo gesto, possa riuscire a liberare altri “schiavi” come lui, lasciando loro la possibilità di vivere secondo le proprie inclinazioni, lasciando agli altri la possibilità d’amare a lui ormai negata."" -
L'allevatore di cozze
Sibari, tempi odierni. Un giovane dai forti ideali di sinistra, disoccupato e senza un soldo, si innamora della figlia dell’uomo più ricco e potente della Piana, industriale mitilicoltore, capitalista di destra, che intende fare al ragazzo un’importante offerta di lavoro. Un pranzo presso la sfarzosa residenza dei futuri suoceri è destinato a diventare il terreno di scontro tra due visioni del mondo contrapposte. Il profondo conflitto interiore che vive il protagonista, tra ragione e sentimento, lo porterà a interrogarsi sul senso della vita e la reale natura dell’uomo. A far da cornice alla vicenda una serie di empi personaggi, resti di un nobile popolo ormai decaduto, e una terra tanto povera quanto bella, con millenni di civiltà e cultura alle spalle, più propensa a specchiarsi narcisisticamente nel suo glorioso passato che a raccogliere le sfide del tempo presente. -
Lo strano vizio del professor Mann
Il vice commissario Corda indaga sulla scomparsa di un bambino di nome Benjie. Del presunto rapimento è sospettato l’insegnante di musica Ercole Mann, anche lui svanito nel nulla dopo aver abbandonato inaspettatamente la cattedra ed essere tornato a vivere dai genitori Maria e Albrecht, entrambi ciechi. Nello stesso tempo, Corda non sta passando un buon periodo, poiché sua moglie Lisa palesa un improvviso mutismo, al quale di certo non ha giovato un’imperdonabile scappatella del marito. Entrambi sono in cura presso la psicoterapeuta Giorgia Marinelli, la quale ha a sua volta un problema irrisolto con il padre. La vicenda si svolge in un mondo dove tutti gli attori in campo mostrano un gran bisogno di parlare, di qualsiasi argomento e in ogni istante, di avere un interlocutore sempre pronto ad ascoltare e, soprattutto, approvare. Tale insoddisfatta necessità induce i personaggi a rendere quasi inutile la presenza dell’altro, riducendo il mancato dialogo a un eterno monologo. Così, navigando attraverso discorsi e parole dette nella gran parte dei casi a senso unico, si viene man mano a scoprire la verità sulla sparizione di Benjie e su quale sia lo strano vizio del professor Mann. -
Il fiore dell'attesa
Una raccolta di versi che ruotano attorno al nucleo semantico dell’attesa e dell’assenza, declinato in differenti maniere, dalla tradizionale tematica amorosa a quella più metafisica, come se il mistero stesso dell’esistere fosse racchiuso proprio nel sentimento dell’attendere che qualcosa, qualcuno si manifesti: un amore, un miracolo, un temporale, la sera che segue il pomeriggio, la presenza disturbata e disturbante di una qualche divinità remota, un vento, una stagione. È questo il momento, lo stato d’animo che “Il fiore dell'attesa” cerca di fotografare: piccoli lampi che cristallizzano la disposizione umana della sospensione, dell'aspettativa, dell'indugio. Un'attesa che ci conduce in un territorio sacro, quello della poesia, una sacralità interamente laica e umana, forse terapeutica, che si presenta quasi come un atto di resistenza discreta e civile in una società sempre più desacralizzata. Una poesia che nasce come slancio dello spirito negli anni così granitici di materia che stiamo vivendo. -
Carlo Afan de Rivera. La politica e la modernizzazione conservativa nel Regno delle Due Sicilie
Nel 1848 Carlo Afan de Rivera, longevo e scomodo direttore Generale di Ponti e Strade, Acque, Foreste e Caccia, diede alle stampe una monografia di grande rilievo storico e politico: ""De' mezzi più efficaci da procacciar lavoro agli operai facendo valere i vantaggi naturali"""". Fu un documento strategico con il quale egli concepì una modernizzazione del regno delle Due Sicilie basata su importanti opere pubbliche come bonifiche, strade, ponti, porti, in una moderna e razionale ottica sistemica. Ma fu anche il manifesto di un liberal-costituzionale che intendeva arginare la rivoluzione dei popoli in atto in buona parte d'Europa e rafforzare la monarchia, promuovendo interventi diretti dello Stato e dei privati per dare lavoro e sostegno agli operai. Un'opera che ci racconta i gravi disagi e le innovazioni di un paese stretto nella morsa del progetto unitario e del dilagante socialismo."" -
Porto di Salerno. Una storia lunga dieci secoli
Un antico e famoso motto popolare, che suonava così: ""Se Salem o avesse o puorto, Napule bello sarria muorto"""" (che tradotto: """"Se Salerno avesse il porto, Napoli bella sarebbe morta""""), testimonia l'innato interesse popolare per quello che sarà definito un punto nevralgico dello sviluppo economico provinciale e la smisurata fiducia nelle sue potenzialità. Realizzare il porto non è stata impresa agevole in quanto fattore limitazionale allo sviluppo dell'infrastruttura fu il ciclico fenomeno dell'insabbiamento, dovuto alle caratteristiche geomorfologiche del litorale salernitano, che rendeva impraticabili i fondali interni al lungo molo. Questo lavoro è frutto di una appassionata ricerca sulle origini marinare della città di Salerno che diventò non solo capitale di un potente principato, ma anche e soprattutto, all'apice della sua ascesa politica, porto di rilevanza internazionale del Mediterraneo. Prefazione di Pietro Spirito e interventi di Stefano De Luca, Giuseppe Iannacone, Antonia Autuori e Agostino Gallozzi.""