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Discorsi e appunti inediti (1887-1949)
Raimondo Annecchino (1874-1954), discendente da una famiglia di antiche tradizioni liberali e mazziniane, intraprese la carriera di avvocato e di giornalista. Formatosi alla scuola politica e filosofica di Giovanni Bovio, aderì giovanissimo al socialismo e nel 1898 fondò la prima sezione puteolana del Partito insieme ad alcuni operai dello Stabilimento Armstrong. Nel 1915 fu convinto assertore dell'intervento dell'Italia in guerra. Durante il Fascismo, rinunciò alla politica attiva ma rimase fedele ai suoi ideali socialisti, per cui infatti il suo nome fu inserito nell'elenco dei sovversivi. Per tutta la vita si interessò di cultura, storia e archeologia dei Campi Flegrei, di cui scrisse diffusamente e con rara competenza di studioso. Nel maggio del 1944, su proposta del Comitato di Liberazione Provinciale di Napoli, fu nominato sindaco di Pozzuoli, carica che ebbe riconfermata alle elezioni del 1946 e mantenne fino al 1952, quando fu eletto consigliere provinciale. Morì nella città natale all'età di ottant'anni. Nel 1960 fu pubblicata postuma la sua ""Storia di Pozzuoli"""" e della zona flegrea, ancora oggi considerata opera di riferimento. Nota, saggio introduttivo e appendice documentaria di Antonio Alosco."" -
Tutti i racconti
Lo scrittore milanese Enrico Annibale Butti (1868-1912) fu ai suoi tempi una personalità di spicco: celebre come Gabriele d'Annunzio (pubblicato dalla stessa casa editrice e messo in scena dalla stessa compagnia teatrale del Vate), fondò quella che adesso è la Siae e soprattutto rinnovò il cosiddetto teatro borghese - specchio fedele dell'Italietta liberale - in cui inserì temi morali e politici che non erano affatto usuali ai palcoscenici tardo-ottocenteschi, tanto da essere definito ""l'Ibsen italiano"""". Ingiustamente dimenticato dopo la precocissima morte (scomparve a meno di 45 anni), lasciò una ventina di drammi, tre romanzi e alcuni racconti che aiutano a comprendere la mentalità (individuale e sociale) della Belle époque. Per la prima volta vengono pubblicati integralmente in una sola raccolta tutti i suoi scritti narrativi brevi, editi ed inediti. Primo volume: L'anima divisa (racconto psicologico), Il diavolo alla festa (racconto grottesco), Il cane vagabondo (racconto assurdo), Rosalinda (racconto fantastico). Secondo volume: L'immorale (racconto psicologico), Il delitto di Amilcare Barca (racconto satirico), L'ombra della Croce (racconto religioso)."" -
Carlo III o La dinastia e le due Sicilie. Riscontri storici. In appendice «I difensori confutati dai difesi»
Carlo III o la dinastia e le due Sicilie. Riscontri storici. A prima vista, l’opuscolo che qui riproduciamo, potrebbe sembrare una biografia di Carlo III, il fondatore della dinastia borbonica nei regni di Napoli e Sicilia. E invece si tratta di un libello pubblicato, anonimamente e clandestinamente, da Francesco Durelli nel 1862, che denuncia con veemenza le brutalità commesse dai piemontesi e dai liberali nei primi mesi successivi alla conquista del Regno delle due Sicilie e alla conseguente proclamazione del Regno d’Italia. -
Bollettino Flegreo quarta serie (2022). Vol. 2
Indice Antonio Alosco Momenti della lotta di classe a Torre Annunziata all'inizio del Novecento Dario Chiocca La classe operaia di Pozzuoli negli anni '60 e '70. Il Consiglio di fabbrica dell'Olivetti tra conflitti locali e vicende nazionali Gervasio illiano I Campi Flegrei nei musei del mondo. 1. Il mosaico con scena di caccia dal Getty Museum (Malibu, USA) Yvonne Carbonaro Dalla Sibilla Cumana a Sophia Loren: il femminile nel territorio flegreo Salvatore Alosco Un brillante pensatore della Magna Grecia: Aldo Masullo (patior ergo sum) Francesco Lubrano Azione politica e soggiorni di Emanuele Gianturco tra Ischia, Soccavo, Baia e Pozzuoli Maurizio Erto I Cerillo a Bacoli: storia, aneddoti e vicende familiari attraverso documenti inediti dell'Archivio di Giuseppe Catenacci Francesco Verio Noterelle flegree: percorsi pittorici del Novecento negli anni Venti e Trenta. -
Gli errori dell'Illuminismo (Gli errori del XVIII secolo)
Il Risorgimento non sarebbe potuto esistere se non ci fosse stata la Rivoluzione francese e, ancor prima, l'Illuminismo. Esaltata nei manuali scolastici, l'Età dei Lumi fu tutt'altro che un periodo di pacifica ricerca della verità, bensì un sordido attacco alla cultura cattolica. Questa efficacissima sintesi dei suoi errori fu scritta come proemio di un'opera sulla storia dell'Esercito delle Due Sicilie. -
Fragilità di Dante. Pianti e svenimenti nella «Commedia»
In occasione dei settecento anni della morte del nostro padre Dante, (...) ho deciso, come sempre, mi accade, di accostarmi a chi sento più vicino all'essenza della vita mia e degli altri, anch'io umile poeta e quindi interessato a recepire le forme più intime e intense della Commedia, la quale non mi è mai apparsa, in assoluto, divina, come qualcuno la definirà, ma profondamente umana. Francesco D'Episcopo -
L' onnicentrismo di Ugo Spirito e l'eleganza dell'io
Ugo Spirito, nato nel 1896, scrisse la prima recensione a De Ruggiero nel 1920 e pubblicò l'ultimo libro nel 1979, anno della morte. In tutto questo Tempo ha scritto molti resti l'anno, dando modo a chi lo studia di vivere la storia ideale del secolo, i suoi libri sono bestseller. Gentile lo incaricò di mettere a punto la nuova economia che i tempi chiedevano, nella ridda di tesi liberali, marxiste, di scienza economica: fu il corporativismo, economia che oltre tutte le altre disegnava un'economia umana, interessata all'uomo nella storia.Allievo di Giovanni Gentile, fu molto influenzato dalla filosofia di Giordano Bruno, clic la scuola annalista recuperava filologicamente e filosoficamente: Spirito ne proseguì il significato profondo, in una filosofia che era scienza, scienza dell'economia. Anche la tesi bruniana delle monadi, atomi con stati interni, lo colpì ed egli la trasformò in onnicentrismo: ogni uomo e responsabile di se stesso, è autonomo come un pianeta nello spazio. una nuova idea di 'individuo', che contrassegna nell'eleganza di una nuova estetica per la nuova era del mondo nuovo. -
Cosimo Giordano e la sua banda. Episodi del brigantaggio del 1861
«Il Giordano era sempre il brigante politico e sociale; ma non era della sua natura il malfattore volgare, l'uomo rotto ad ogni sorta di vizii e di delitti. In lui il brigantaggio era un principio e non un istinto. Se il nazionale risorgimento del '60 non avesse mutato l'ordine delle cose e disciolto l'esercito borbonico, egli avrebbe forse seguitata la carriera militare in cui avrebbe fatto i regolari ascensi, e sarebbe riuscito un buon soldato, un onesto cittadino ed un buon padre di famiglia...» -
L' orfana del colera
Pubblicato a puntate sulle pagine del «Roma» tra il 1884 e il 1885, il romanzo ""L'orfana del colera"""" narra le peripezie vissute da una giovane coppia di fidanzati per coronare il proprio sogno d'amore sullo sfondo di una Napoli colpita dalle epidemie di colera che, nel 1836 e nel 1837, decimarono la popolazione partenopea. La serietà della rievocazione storica degli eventi e dell'indagine dell'animo umano si accompagna al racconto di avventure sentimentali ma anche all'inserimento di approfondimenti dal sapore folkloristico o di aneddoti dal tono comico. Né mancano osservazioni sulla vita letteraria e culturale della Napoli dell'Ottocento. Tali digressioni contribuiscono a calare il lettore nel tempo in cui è ambientato il romanzo, alleggeriscono la narrazione e intrattengono piacevolmente il pubblico a cui lo scrittore indirizza un messaggio profondo e straordinariamente attuale: l'epidemia, ribadendo «l'universalità e la limitatezza sovratemporali della condizione umana», deve stimolare la solidarietà e la pietà quali uniche armi per fronteggiare le comuni avversità."" -
Lettere 'a ll'Africa. in appendice la cronaca della guerra di Abissina dal giornale «La Follia» (1887)
Nel poemetto Lettere 'a ll'Africa (1896) Ferdinando Russo affida a dei popolani il resoconto della guerra d'Abissinia. Un reportage che riproduce fedelmente lo stato d'animo dei napoletani al momento della partenza dell'esercito alla volta dell'Africa, dove era impegnato in una guerra combattuta in luoghi lontanissimi, per motivi oscuri, pertanto percepita come profondamente ingiusta. Sono gli stessi sentimenti che esprime il settimanale «La Follia» negli articoli pubblicati nel 1887, l'anno della battaglia di Dogali, vinta dagli etiopi ai danni delle truppe italiane. Fondata nel Natale del 1874 dal sacerdote Antonino Teodoro alias Mastrogiorgio Yo (Napoli, 1833-1886) allietò per molti anni le domeniche dei napoletani e non solo. Fu sempre fedele ai suoi motti: ridendo quis vetat dicere verum? e Castigat ridendo mores. -
Pozzuoli 1970-2020. A cinquant'anni dallo sgombero del Rione Terra. Le foto dello sgombero. Ediz. illustrata
Il volume raccoglie 86 scatti realizzati dal fotografo Antonio Grassi a Pozzuoli nel marzo del 1970, durante lo sgombero del Rione Terra. Oggi fanno parte dell'Archivio sul bradisismo realizzato dall'Associazione culturale Lux in Fabula. -
Gioacchino Murat sul trono di Napoli. Storia di un grande equivoco tra il Re soldato e l'Imperatore
L’esperienza murattiana sul trono di Napoli (1808–1815) nell’ambito del Decennio francese rappresenta un momento cruciale per le sorti del Meridione d’Italia. La svolta modernizzatrice avviata in tutta Europa a seguito delle conquiste militari francesi assunse nel Sud una caratteristica peculiare grazie alle scelte politiche di Giacchino Murat. Eppure questo processo risultò condizionato dall’equivoco che caratterizzava il rapporto tra Giacchino e Napoleone. Di quanta autonomia poteva godere lo Stato napoletano nell’ambito del sistema imperiale? Murat doveva perseguire gli interessi delle classi sociali regnicole che esigevano oltre alla libera iniziativa economica anche una decisa svolta politica oppure applicare pedissequamente le direttive che arrivavano da Parigi? Per rispondere a queste domande è necessario seguire Giacchino attraverso le testimonianze dirette, i documenti epistolari, e la storiografia, in quella cavalcata che lo porterà dall’avvento al trono, passando per i campi di battaglia, a maturare quel tradimento del fronte imperiale, preludio al triste epilogo di questa vicenda umana e politica. -
L' anima poliedrica dell'amministrazione. Appunti e spunti di riflessione giuspubblicistica
L'azione di governo, concepita come l'insieme delle attività correlate alla soluzione di un problema collettivo e come processo che deve soddisfare gli interessi pubblici, si concretizza nel perseguimento di una serie di obiettivi raggiungibili attraverso l'operato congiunto del sistema politico e di quello amministrativo. Se la politica è lo spazio delle scelte in grado di guidare il cambiamento reso necessario dalla pressione degli interessi che reclamano soddisfacimento, l'amministrazione rappresenta, invece, lo spazio della concreta realizzazione di quel progetto di cambiamento. Il momento della effettiva attuazione dell'indirizzo politico è nelle mani del sistema amministrativo che ha la responsabilità della gestione e che si avvale, in modo continuato, di strutture, risorse e persone disponibili per assicurarne il pieno e fecondo dipanarsi. Intento del volume è bersagliare analiticamente le dinamiche che ruotano attorno al sistema amministrativo, focalizzando l'attenzione su quegli aspetti ritenuti fondamentali nello studio del diritto pubblico. -
Civitella del Tronto 1971-2020. Cinquant'anni di testimonianza al servizio della tradizione
Mezzo secolo di storia degli Incontri Tradizionalisti di Civitella del Tronto. Con scritti di S. A. R. Don Sisto Enrico di Borbone, Miguel Ayuso, Paolo Caucci von Saucken, Francesco Maurizio Di Giovine, Giovanni Turco, Francisco Elías de Tejada, Gianfranco Lucariello, Mons. Ignacio Barreiro, Giovanni Salemi, Francesco Maria Selvaggi, Guido Zarone e una ricca appendice iconografica. -
Il fanatico per gli antichi romani. Commedia in tre atti per la musica di Domenico Cimarosa
La riproposizione de ""Il fanatico per gli antichi romani"""" (1777), libretto di Giuseppe Palomba per la musica di Domenico Cimarosa, rappresenta una triplice novità: editoriale, teatrale e linguistica. Editoriale, perché si tratta di una rarità, per decenni ricercata invano dagli studiosi della Scuola musicale napoletana. Teatrale, perché propone temi poco usuali rispetto al teatro classico, presentando una trama gustosa che riesce a mantenere il lettore in dubbio fino allo scioglimento finale. E infine linguistica, perché presenta un'inedita fusione di italiano, napoletano e spagnolo dagli indubbi effetti comici."" -
I napoletani a Lepanto
In occasione del 450° anniversario della vittoriosa battaglia di Lepanto abbiamo ritenuto giusto riproporre un testo che ricostruisce l'apporto dei soldati meridionali in uno dei più celebri scontri navali della storia moderna. I napoletani si distinsero e Luigi Conforti li enumera con attenzione, non limitandosi ai soli comandanti, ma scavando tra i documenti archivistici e riportando tutti i nomi di quanti riuscì a trovare. Tra i soldati semplici, il più famoso partecipante allo scontro è certo Miguel de Cervantes, ma Luigi Conforti, ricorda a fianco di Cervantes il nome di decine e decine di combattenti che non godettero di eguale fama, ma che comunque si sacrificarono per la difesa della Cristianità. Ed è giusto ricordarli, perché «davanti a Dio nessun eroe rimarrà anonimo». -
Gonsalvia. Le guerre in Italia del Gran Capitano
"Nel poema del Cantalicio, Gonzalo de Cordoba è occasione perché il poeta celebri la gioia di Napoli di sentirsi ispanica. Lo provano le prime parole del primo canto, dove Gian Battista Valentini espone il tema del poema: stabilire come gli spagnoli cacciarono dal suolo latino i barbari francesi: Militis hispani canimus bis Marte receptam Parthenopem Magnique Ducis res ordine gestas, et quo saeva modo Regnis expulsa Latinis Gallorum rabies. Gonzalo non è un conquistatore, ma il liberatore delle terre della penisola italiana; è l'Italiae assertor, che toglie Napoli della belva francese."""" Francisco Elìas de Tejada" -
Una giornata di divertimento da Napoli a Pozzuoli per Succavo (1833)
Pubblicata a Napoli nel 1833 dal medico pugliese Vitangelo Morea, ""Una giornata di divertimento da Napoli a Pozzuoli per Succavo"""" è un'originale guida turistica dei Campi Flegrei in forma di racconto. Quattro personaggi dell'aristocrazia napoletana, vicini agli ambienti della corte di Ferdinando II, attraversano di buon mattino la Grotta di Pozzuoli per raggiungere in carrozza il capoluogo flegreo, lungo l'itinerario classico che comprende il Lago di Agnano, la Solfatara, l'Anfiteatro maggiore, il cosiddetto Tempio di Serapide e la rocca del Rione Terra. La descrizione dei luoghi visitati è fornita attraverso una serie di dialoghi, che affrontano anche interessanti questioni culturali, economiche e di attualità politica. II tour si conclude qualche ora più tardi in una rinomata osteria putcolana, dove l'allegra compagnia può finalmente gustare le specialità gastronomiche del luogo: cozze, cannolicchi e zuppe a base di pesce."" -
Due feste al mercato. Memorie del 1799
"La libertà, supremo ed inviolabile dono di Dio, la libertà che, disgraziatamente, i popoli non riconquistano senza molto spargimento di sangue, e non conservano senza solide e maschie virtù cittadine""""." -
La notte de Piedigrotta azzoè Lo filantropo de la Pignasecca
«La strata de la Pignasecca è una de le cchiù granne e popolate de Napole; accommenzanno da Toleto e propiamente da lo pontone de lo llario de la Carità, a saglì ncoppa nfìno a chill'arco che lo puopolo chiamma ll'arco de Montesanto, ma che nuje chiammarrimmo Porta Medina tu guardanno co attenzione, potarraje jodecà, che è una de le cchiù ricche e de le cchiù guappo chiazze de sta ricca, guappa e sciasciona cità de Napole». Così inizia lui notte de Piedegrotta azzoè lo filantropo de la Pignasecca (1873), uno dei rarissimi - e romanzi in napoletano. Se la lingua napoletana, infatti, abbonda di drammi, poesie, poemi e racconti come il Pentamerone e la Posilicheata, è invece carente di romanzi veri e propri. Questa lacuna viene ora finalmente colmata.