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Dopo la caduta
Doc è un veterano del lavoro sul campo in Antartide, dove ormai si sente a casa. Ha partecipato a numerose spedizioni, ma nell'ultima qualcosa è andato storto. Una bufera terribile, improvvisa, cambia per sempre il corso della sua vita e di quella degli altri membri della squadra, Thomas e Luke. Tornato in Inghilterra dalla famiglia, è il solo a conoscere realmente quello che è successo, ma non è in grado di raccontarlo: pur essendo riuscito a salvarsi, non è più l'uomo di un tempo, qualcosa quel giorno ha lasciato un segno dentro di lui. Sua moglie Anna è una ricercatrice ed è abituata ai lunghi periodi di assenza del marito. D'un tratto catapultata in una nuova, inaspettata realtà, si trova costretta a mettere da parte la carriera per reinventare la loro relazione e scoprire cosa significa prendersi cura di un uomo che ha perso il controllo delle proprie parole e del proprio corpo. Così Robert, con il suo aiuto, dovrà imparare un nuovo modo di comunicare e soprattutto di vivere. -
Il rovescio dell'abito
Nel febbraio del 1932 la marchesa Luisa Casati Stampa, la donna più ricca d'Europa, riceve nella sua residenza fuori Parigi il suo legale, Giuseppe Bassi, che viene ad annunciarle il tracollo della sua fortuna. L'immenso patrimonio è confiscato e nel giro di pochi mesi lei «non avrà una pietra su cui posare il capo», come drammaticamente comunicato dall'amministratore. Si snoda da qui l'itinerario tra immediato futuro e passato della personalità eccentrica della marchesa, che aveva speso la propria esistenza per divenire «un'opera d'arte vivente». Ritratta sull'orlo del baratro della miseria, con cui convivrà per venticinque anni (morirà poverissima e sola a Londra nel 1957), la Casati ripercorre la sua avventura umana in lampi di memoria. Le sta accanto, personaggio ombra nel ricordo e nell'affetto, la sarta che ne ha assecondato l'adorazione per la ricercatezza e lo stile, l'assoluta originalità del tutto indipendente da qualsiasi moda. Un controcanto di normalità per una vita eccezionale di eccessi e di cadute, la costruzione ardita di un gioco di specchi tra verità e affascinante interpretazione. -
Torte per 365 giorni. Calendario mini 2022
Un buon dessert altro non è che bontà e morbidezza che giocano sul palato come una delicata carezza -
Dal Concilio al web. La comunicazione vaticana e la svolta della riforma
Il volume offre nella forma e sostanza di un saggio un’ampia disamina sulla riforma della comunicazione del Vaticano e i suoi strumenti ripercorrendo le varie fasi storiche dal Concilio vaticano II fino al Pontificato di Francesco con l’utilizzo sempre più ampio dei social media. L’autore offre il suo punto di vista sulle trasformazioni avvenute e di quelle in atto nelle vesti di osservatore qualificato, avendo avuto incarichi di responsabilità in varie istituzioni quali, per esempio, il quotidiano “L’Osservatore Romano”, la Sala Stampa e il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Si tratta, come scritto nella presentazione, «di una storia che rimane aperta, nella quale la continuità è garantita dalla fedeltà alla missione della Chiesa, di cui la comunicazione è parte integrante». Prefazione di Federico Lombardi. -
Combattimento da strada. Tecniche di autodifesa e uso appropriato della forza
In un contesto sportivo l’obiettivo è vincere l’incontro in maniera rapida, con la certezza che l’avversario sarà in grado di rialzarsi e combattere di nuovo il giorno dopo. Anche in un combattimento reale l’obiettivo è quello di vincere lo scontro in maniera rapida e risoluta, ma assicurandosi che l’avversario non possa aggredire di nuovo. Esiste poi un’indistinta zona di confine tra lo sport e il combattimento in cui è necessario fermare un aggressore senza fargli troppo male. Le tecniche marziali devono perciò essere modificate per adattarsi e rispondere al meglio a ogni situazione specifica. Gli autori ne presentano svariate, tra tecniche di pugno, calcio, blocco articolare e grappling, derivate dal judo e dal wrestling. -
Studi sulla questione criminale (2021). Vol. 2
La presente rivista propone la complessità tematica e politica della questione criminale in un momento in cui sempre più la stessa rischia di essere oscurata dal modo in cui una vera e propria cultura della paura ha alimentato le tematiche della pena e della sicurezza come se queste fossero realtà evidenti e non attività sociali altamente problematiche, il cui concetto deve essere sottoposto a scrupoloso vaglio critico. -
L'ereditiera americana
Siamo nei mitici anni Novanta del Diciannovesimo secolo. Per la sera del ballo in maschera di Cora Cash, niente è stato lasciato al caso. Splendida, determinata e scandalosamente ricca, Cora è quanto di più simile a una principessa si possa trovare nell’alta società newyorkese. Sua madre ha architettato per lei un debutto che promette di essere il più sfavillante del decennio. Subito dopo il ballo, Cora andrà in Europa, con l’implacabile madre a farle da scorta, per procacciarsi un titolo nobiliare. L’Inghilterra pullula di aristocratici caduti in disgrazia che fanno la fila per corteggiare le ereditiere americane, senza badare all’origine talvolta umile del loro patrimonio. Nonostante Cora appaia immediatamente meravigliosa agli occhi della società inglese, l’aristocrazia è un reame pieno di regole arcane e di trappole, dove non è facile trovare chi accolga a braccia aperte una straniera facoltosa. Quando s’innamora perdutamente di un uomo che conosce appena, Cora si rende subito conto di prendere ormai parte a un gioco che non capisce fino in fondo. E dovrà fare in fretta ad armare il proprio candore con un pizzico di malizia, per trasformarsi dall’ereditiera ricca e viziata di un tempo in una donna dal carattere forte e risoluto. -
L'albero di stanze
Babele Bensalem, il protagonista di questa saga familiare, è un medico ortopedico che vive a Parigi e cura le ossa dei suoi pazienti accostandole alle orecchie. Anche se è sordo, riesce a sentire i loro mali, così come riesce ad ascoltare le voci dei muri della casa dov’è nato, in una Lucania visionaria e senza nomi, dove si reca negli ultimi giorni del Novecento. Più che una casa, è una costruzione di piani sovrapposti, una specie di torre, cominciata dal bisnonno e proseguita, una camera sopra l’altra, man mano che la famiglia si accresceva di discendenti: un figlio, una stanza, un altro figlio, un’altra stanza, fino ai nipoti e ai pronipoti, come in un enorme albero genealogico. Mentre i falegnami smontano i mobili, Babele attraversa le stanze dove hanno abitato i suoi familiari dedicandosi al mestiere di mugnai, venditori di generi alimentari, fabbri, sarti, suonatori di clarino, esploratori, insegnanti di scuola elementare; tutti dentro quella che da sempre viene chiamata la “torre dei Bensalem”, l’edificio ingombrante e misterioso che ha conservato i segreti di una stirpe nei cento anni in cui è stato popolato e che ora, dovendo essere sgombrato e venduto, ha deciso di liberarsi della propria memoria. Nel pochissimo tempo che precede il passaggio del millennio, entro e non oltre la mezzanotte del 31 dicembre 1999, Babele si impossessa di tutto quel che non ha mai saputo. -
Bunny Boy
Dicembre 2018. La testa di un uomo a cui sono stati asportati gli occhi viene ritrovata in un sacco di plastica ai piedi di un cassonetto. Il resto del corpo, privato anche del cuore e delle mani, viene scoperto il giorno dopo dentro un pozzetto dell’acqua piovana, in stato di decomposizione. Nel frattempo Nina, undici anni, viene obbligata dai genitori a tornare in psicoterapia, per superare un trauma che sei mesi prima le è quasi costato la vita e a cui tutti imputano la sua attuale insonnia. In realtà, da quando è diventata sorda, Nina è afflitta da terrificanti visioni sonore, che altro non sono che presagi di morte; le sue notti sono tormentate da incubi ambientati proprio all’interno di un pozzetto dell’acqua piovana. Mentre il killer – un ragazzino spezzato che crescendo si è trasformato in un oscuro e spietato vendicatore chiamato Bunny Boy – continua a uccidere, la bambina a poco a poco si rende conto di essere in qualche modo connessa a lui, e soprattutto di essere la sola a poterlo fermare. Per riuscirci, con l’aiuto di vecchi e nuovi alleati, si vede costretta a calarsi nel pozzo nero e profondo dei ricordi – fatti di suoni e di visioni – dell’assassino. Insieme alle ormai diciannovenni Rasha e Nur e al diciassettenne Alfredo, suo fratello, la bambina si troverà catapultata in un’avventura che porterà ognuno di loro a confrontarsi con le ragioni del male. I quattro ragazzi si addentreranno in un territorio in cui l’infanzia può essere nera e cannibale, ma comunque degna di essere riconosciuta. Quello che non sanno è se gli sarà concesso di riemergerne indenni. -
Giuseppe Tornatore. Il cinema e i film
Ripercorrere la carriera di Giuseppe Tornatore significa porre l’attenzione su uno degli ultimi registi italiani che intende il cinema bigger than life. Con la grande capacità di rivolgersi al pubblico più ampio grazie alla trasfigurazione delle proprie, personalissime, ossessioni ma pensando sempre ai suoi film proiettati in uno schermo che sia il più grande possibile. Artigiano del cinema e della pellicola, in senso letterale (ha fatto il proiezionista-ragazzino), nei suoi quarant’anni di attività Tornatore ha saputo confrontarsi, ultimo testimone di un’epoca, con i grandi capitani coraggiosi ormai al crepuscolo, produttori come Lombardo (Il camorrista) o Cristaldi (Nuovo Cinema Paradiso), per creare poi l’ultimo kolossal del nostro cinema, Baarìa. Il volume intende collocare nella giusta dimensione critica un regista oltremodo cinefilo (lo testimonia la lista con i suoi commenti inediti dei film del cuore) che ha fatto della sua “inattualità” la cifra stilistica universale che lo ha portato dalla Sicilia, voce lontana sempre presente anche nei suoi primi lavori documentari, a Hollywood con l’Oscar per Nuovo Cinema Paradiso, che oggi compie 35 anni. -
Le cose che abbiamo perso nel fuoco
Piccoli capolavori di realismo macabro che mescolano amore e sofferenza, superstizione e apatia, compassione e rimpianto, le storie di Mariana Enriquez prendono forma in una Buenos Aires nerissima e crudele, vengono direttamente dalle cronache dei suoi ghetti e dei quartieri equivoci. Sono storie che emozionano e feriscono, conducendo ¡I lettore in uno scenario all'apparenza familiare che si rivela popolato da creature inquietanti. Vicini che osservano a distanza, gente che sparisce, bambini assassini, donne che s'immolano per protesta. Quello di Mariana Enriquez è un mondo dove la realtà accoglie le componenti più bizzarre e indecifrabili della natura umana, e dove il mistero e la violenza convivono con la poesia. Sullo sfondo di un'Argentina oscura e infestata dai fantasmi, con la sua brillante mescolanza di horror, suspense e ironia, ""Le cose che abbiamo perso nel fuoco"""" ha fatto di Mariana Enriquez la risposta contemporanea a Edgar Alian Poe e Julio Cortázar, la voce più interessante della nuova letteratura sudamericana. Una voce intensa e diretta, che racconta di personaggi brutali e talvolta buffi, trascinando il lettore in una spirale fascinosa e disturbante cui è difficile resistere."" -
Impara e gioca con lo xilofono. Giochi di legno. Ediz. a colori. Con gadget
Divertiti a suonare il tuo primo xilofono in legno e impara a leggere la musica! Un dolce libretto ti insegnerà a riconoscere le sette note musicali e a riprodurre alcune delle melodie più conosciute. Età di lettura: da 2 anni. -
Incensi
Come l'incenso brucia diffondendo intorno generoso il suo intenso profumo, capace di evocare ricordi lontani e di risvegliare desideri reconditi, così l'io narrante si racconta con schiettezza e senza falsi pudori, offrendo pezzi di sé a chi avrà la giusta sensibilità per saperne cogliere il valore. È un dialogo profondo con l'anima, che fa emergere riflessioni sull'amore, sul desiderio e sull'irreprimibile necessità di strapparsi alla propria solitudine per andare incontro all'altro. Una scrittura densa, a tratti difficile, ma pregna di significato: le parole ora si fanno timidi sussurri, che riverberano in un eco prolungato, ora esplodono come fuochi d'artificio spandendo intorno una luce accecante; senza mai indulgere nella banalità, o rifugiarsi nel luogo comune, non si dissolvono all'istante, ma hanno il potere di rimanere a lungo nell'aria, proprio come il profumo dell'incenso. -
Io sono Anna
Anna è una donna, una madre, un'amante. È nata a Trieste, terra di confine, e come tale anche la sua esistenza è labile. Il racconto della sua vita pervade le pagine, un flusso di coscienza che percorre gli anni per restituire sensazioni e immagini, per ricostruire l'essenza delle persone che li hanno attraversati: i genitori, i compagni, le amicizie, i figli. Una narrazione-confessione che è come un viaggio a tappe (ogni capitolo, una fermata) in cui, a fare compagnia ad Anna, tornano ricorrenti alcuni personaggi chiave: il vento, il mare, il confine, e ancora l'eros, che invade e travolge ogni pagina come l'alta marea. Un libro intimo ed estremamente sensuale su una donna in continua ricerca della libertà e di un senso, che si mette a nudo per mostrare al lettore il palpitare autentico dell'esistenza, per rinnovarsi rivelandosi a se stessa e venendo a patti con ogni lato della propria personalità. -
Includere è «norma(le)»
Le domande dei bambini a volte ci mettono di fronte a delle riflessioni in modo consapevole e costruttivo. «Una bambina dall'occhio arguto - ci racconta Michele Di Gioia, a conclusione di un anno di insegnamento della cosiddetta ""materia alternativa all'insegnamento della religione cattolica"""" in una scuola primaria - un giorno mi chiese come mai lei e i suoi """"amici dell'alternativa"""" non potevano stare con gli altri. Mi chiedeva perché si doveva uscire dalla classe. Perché non potevano stare lì, insieme a tutti, e dover fare qualcos'altro e farlo fuori. Non è importante la risposta che le diedi. Resta però la domanda. Almeno, a me è rimasta in mente. Ed è quella domanda che mi ha spinto a redigere questo testo. Perché essere fuori, perché dover essere fuori? Che fine aveva fatto, in quel momento, la nostra agognatissima inclusività?». Da questa domanda nasce così una serie di riflessioni e proposte sull'inclusività, sulle relazioni e sulla formazione. Perché bisogna uscire fuori? Non si può rimanere dentro con gli altri? Sì, si può rimanere dentro, a patto che anche ciò che viene insegnato """"dentro"""" resti inclusivo. Per la scuola è il tempo di osare, la scuola è una grande risorsa e luogo della democrazia. Lo abbiamo vissuto anche nel periodo della DaD a causa del Covid-19: è a scuola che si impara a vivere nella pluralità e il cambiamento avviene solo attraverso l'ordinarietà, la formazione e un processo di crescita condiviso."" -
Oscar Romero. Storia, memoria e attualità
Il 24 marzo 1980 Oscar Romero venne ucciso sull'altare. Si stava vivendo una realtà difficile da cui emergeva la scomodità dell'azione ""riconciliatrice"""" dell'arcivescovo e la sua coraggiosa esposizione a tutela dei diritti umani e della giustizia sociale. Pochi mesi dopo in El Salvador la crisi sfociò in una guerra civile destinata a protrarsi per più di un decennio e a concludersi con un bilancio di almeno 80.000 vittime, in gran parte contadini. Da qui è partita la necessità di ripensare la figura di Romero e il contesto storico in cui si mosse, a venticinque anni dalla sua morte, e insieme discutere dell'impatto e dell'eredità della guerra civile salvadoregna, alla luce delle problematiche attuali del continente latinoamericano."" -
Le missioni in Africa. La sfida dell'inculturazione
Mettere a confronto le missioni cristiana e islamica si rivela urgente in particolare a fronte dei drammatici avvenimenti che stanno attraversando l'Europa, l'Africa e il Medio Oriente. Mentre essi vanno assumendo in modo preoccupante l'aspetto di guerre di religione, basate su discussioni spesso teologicamente infondate, ma legate a pregiudizi culturali e storici, la presenza di molti migranti è vissuta sovente come un ""problema"""" cui dare una soluzione in termini di ordine pubblico o di assistenza sociale. Si avverte dunque l'esigenza di un approccio più globale al fenomeno. I saggi raccolti in questo libro operano una comparazione delle missioni cristiana e islamica nella fascia sub sahariana e riflettono il lavoro sul campo e allo stesso tempo la ricerca accademica dei vari autori. Ne discende un contributo originale sulla complessa questione dell'evangelizzazione cristiana e della missione islamica in Africa, attraverso un'indagine storica e teologica critica dalla quale emergono le diverse modalità di inculturazione della fede e del relativo progetto di società soggiacente a ciascuna religione tra le popolazioni dell'Africa."" -
Vivere la montagna. Paesaggi, sport, salute
In fuga dal caos e dalla routine della città, milioni di persone si dirigono verso “i paesaggi incontaminati della montagna”, sollecitati dall’idea di stare a contatto con la natura, respirare aria pura, assaporare il silenzio. Ma spesso portano con sé, fra le vette, lo stress a cui intendevano fuggire. La montagna è cambiata: il turismo rischia di ridurla a luna park. Eppure è ancora possibile sperimentare una vita sobria e sana, riscoprire tradizioni e culture, ammirare paesaggi incantevoli, ascoltare i suoni della natura. A condizione di rinunciare, però, allo spirito di conquista, ispirati da una visione ecologica integrale. -
La costituzione ontologica e psicologica di Cristo. Un supplemento a «Il Verbo incarnato»
In queste pagine Lonergan cerca di rispondere a due questioni cristologiche attorno alle quali, negli anni Sessanta del secolo scorso, ci fu una vivace discussione tra i teologi italiani: la prima riguardava la coscienza che Cristo aveva di se stesso (cioè se sapeva di essere Figlio di Dio, Messia ecc.); la seconda questione proveniva da chi riteneva che, nel linguaggio di oggi, non fosse più possibile dire che in Cristo non c'è una persona umana, perché equivarrebbe di fatto a negare la natura umana di Cristo. Con ""La costituzione ontologica e psicologica di Cristo"""", Lonergan offre ai suoi studenti della Gregoriana un """"Supplementum"""" alle dispense che aveva già dato e che costituivano il """"De Verbo incarnato""""."" -
Gregorio di Nissa. Dizionario
Gregorio di Nissa è unanimemente riconosciuto come una delle figure più attraenti del secolo IV, come l'uomo di più vasta cultura filosofica e teologica dell'epoca, e come uno dei pensatori più rilevanti della patristica greca. Si tratta di un grande teologo e, nello stesso tempo, di uno degli autori di teologia spirituale più importanti di tutta la storia. Non suscita, dunque, meraviglia che la sua figura e i suoi scritti abbiano attirato l'attenzione degli studiosi con un interesse e una universalità in continua crescita. Con l'intento di fornire una sintesi scientificamente aggiornata delle acquisizioni della ricerca e stimolare ulteriori approfondimenti sulla materia è nata la presente opera: un dizionario sul pensiero, la teologia, gli scritti, l'ambiente storico-culturale in cui visse Gregorio di Nissa. Alla fine del Dizionario si è introdotta una sezione intitolata ""Percorsi di lettura"""", che raccoglie tematicamente diverse voci, permettendo al lettore di farsi un'idea più completa dello stato attuale della ricerca nel concreto ambito trattato, a partire dalla varietà degli approcci degli Autori dei diversi articoli, che fanno riferimento a tale tema. Il Dizionario si compone di 225 voci, frutto del lavoro di trentotto autori, di diverse Università internazionali.""