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Creta
Chi desidera il sole, un mare cristallino, sport acquatici, mete culturali, gite in bicicletta o amene passeggiate, come anche chi ama la natura incontaminata, non rimarrà certo deluso dalle molteplici attrattive che offre quest’isola. Circondata dalle acque più pulite del Mediterraneo, Creta vanta spiagge di sabbia fine e placide insenature. Centri storici come quello di Chaniá o di Réthimno sono l’ideale per girovagare in serenità e fare acquisti, mentre i palazzi di Cnosso, Festo, Mália e Káto Zákros ci riportano indietro all’esordio della civiltà. Secondo la mitologia greca, Creta è l’isola di Zeus e le sue origini sono ancora oggi avvolte nella leggenda e nel mistero: 5000 anni fa i Minoici diedero vita infatti alla prima civiltà progredita d’Europa, di cui ci hanno lasciato sorprendenti testimonianze, come il palazzo di Cnosso. Chi vuole scoprire il vero volto dell’isola deve però abbandonare i luoghi più turistici. Nei tranquilli villaggi abbarbicati sui monti, raggiungibili in pullman o con un’auto a noleggio dopo innumerevoli tornanti, la vita prosegue il suo corso nello stesso modo da secoli. Gli uomini rimangono per ore e ore seduti nei kafeneia davanti a un caffè, i contadini raggiungono i campi anche a cavallo di asini e muli, e tutti sono sempre pronti a scambiare quattro chiacchiere con i passanti. Le antiche vie di comunicazione tra i villaggi sono lastricate di pietra locale e tenute in buono stato per generazioni, e continuano ad allietare chi desidera assaporare il gusto del vagabondaggio. Nell’entroterra affascinano anche i romantici uliveti, gli aspri scenari montani e le profonde gole. Godetevi una piacevole vacanza nella culla della civiltà occidentale. -
Azzorre
Le Azzorre sono frequentate soprattutto dai viaggiatori individuali e restano una meta lontana dai grandi circuiti turistici. Questo arcipelago in mezzo all’Atlantico è il paradiso dei naturalisti e degli escursionisti, ma ha molto da offrire anche sul piano culturale, oltre che su quello balneare. La stagione turistica coincide soprattutto con l’estate, periodo della fioritura delle ortensie. Grazie all’effetto equilibratore della Corrente del Golfo, non fa mai troppo caldo e le notti sono sempre piacevolmente fresche, anche se persino il celebre anticiclone ogni tanto cede il posto a qualche temporale. Il comfort e la sicurezza sono a livello europeo ed è possibile organizzare soggiorni all’insegna dello sport o del relax. Briciole di Atlantide? Alle Azzorre si racconta volentieri la leggenda del misterioso continente di Atlantide, sprofondato dopo numerose e violentissime esplosioni, lasciando in eredità le nove isole. Tuttavia, gli scienziati moderni ritengono che l’arcipelago sia il risultato di esplosioni vulcaniche avvenute nel fondale marino e negano che qui sia mai esistito un continente. Lo stesso toponimo “Azzorre” è frutto di un equivoco. Deriva infatti da açor, che in portoghese significa “astore”: gli esploratori riferirono di avere avvistato numerosi stormi di astori intorno ai monti delle isole; in realtà, non si trattava di astori, che qui non ci sono, ma di poiane. In ogni caso, le Azzorre sono davvero isolate e distanti da tutto, proprio come si immagina che fosse Atlantide. Guardando i crateri immersi nella nebbia, costellati di misteriosi laghi scintillanti, circondati da nodose piante di alloro e ginepri ricurvi, le leggende sembrano realtà. -
Firenze e il fiume. L'Arno si racconta
Le acque dell'Arno - ricordiamolo - hanno nei secoli fatto grande Firenze, con le Arti e i suoi commerci quando il fiume era navigabile. Il rapporto ""fiume e città"""" è sempre stato indissolubile perché è impossibile concepire l'uno senza l'altra. L'Arno, capace di esprimersi, si racconta descrivendo e commentando gli aspetti della sua lunga passeggiata dalla foce al mare. Giunto a Firenze accenna alle piacevoli sensazioni, unitamente ai ricordi, nel passare sotto i ponti cittadini. Per il fiume è come un defilé che si snoda davanti ai palazzi dei Lungarni, con la vista della gente, e soprattutto dei fiorentini che pur mostrandosi volutamente indifferenti verso di lui, non cessano di amarlo, tanto da chiamarlo """"l'Arno d'argento"""". Il libro è uno scorrere di immagini attraverso le quali il fiume si presenta negli aspetti più curiosi: da quelli dell'arte ai momenti tragici della guerra e delle innumerevoli alluvioni subite nei secoli. L'Arno - ora tranquillo ora agitato - ha svolto un ruolo fondamentale nella vita cittadina ed è sempre stato amato dai """"fiorentini veri"""", da coloro che nel passato, sulle sue rive, hanno vissuto e operato."" -
La Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. Uno scrigno di sapienza
Nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore si nasconde un antico e profondo simbolismo che trapela nel suo apparato decorativo. Se lo spazio della Cattedrale fa vibrare la nostra anima secondo un sistema di misteriose assonanze, le immagini incise nelle pietre e la trama decorativa dei preziosi marmi ci parlano di un cammino verso dimensioni spirituali superiori. La Cattedrale fiorentina, che con la sua Cupola domina e caratterizza il profilo della città è una grande testimonianza di arte, ma è anche un importante palinsesto di Sapienza che ci indica la via verso la trasmutazione del nostro essere interiore. Non a caso, infatti, la Cattedrale è dedicata a Maria ovvero alla Sapienza increata che si è fatta carne nella Vergine. Questa Sapienza la ritroviamo nei Fedeli d'Amore e nel suo maggior esponente Dante Alighieri. -
Erbe e piante delle dee, regine, alchimiste e maghe
L'indissolubile legame tra donne e natura è testimoniato dal fatto che la conoscenza delle piante e delle loro proprietà è sempre stata legata a figure femminili. L'intreccio semantico tra donne e piante, tra divinità femminili e vegetazione sembra trovare conferma fin dall'antichità. Infatti la Grande Dea venerata in tutto il bacino del Mediterraneo, divinità della terra e della fertilità, è anche la signora delle piante, sempre associata ad un simbolo vegetale. Alla figura di questa Grande Dea, madre degli dei e degli uomini, che appare continuamente nelle mitologie primitive associata ai cicli rigenerativi, erano consacrati luoghi e templi. -
Giardini e principesse
Fin dall'antichità vediamo emergere alcune figure di donne, per lo più appartenenti ad una ristretta cerchia e ad un elevata classe sociale, appassionate di giardinaggio ma soprattutto vere e proprie ""creatrici"""" di parchi e giardini secondo un raffinato gusto che tradisce una profonda cultura e sensibilità. Nelle geografie del giardino si riflettono i complessi universi dell'animo femminile. Se il giardino è palcoscenico di sussurri d'amore, confidenze intime o intrighi e complicità, una sorta di stanza tutta per sé, è anche, metafora di un viaggio nell'interiorità dell'anima femminile."" -
Dai giardini dell'Etruria agli horti romani. La nascita del giardino nell'Italia antica
La formazione del ""giardino"""" nel mondo italico preromano è un processo complesso, le cui origini risalgono sino alla protostoria ed alle trasformazioni dell'ambiente in un diffuso paesaggio umanizzato; il condizionamento rituale sull'intervento umano sul territorio, specie nella religione etrusca, trova nella limitatio - il riparto sacro del cosmo - il suo perno fondamentale, che pervade l'architettura sacra e civile, e genera il """"ritaglio"""", nel paesaggio, dei boschi sacri, riservati alle divinità che vi continuano a governare anche quando vi verranno introdotte volontà estetiche ed euritmiche. Saranno tuttavia altri giardini sacri - quelli funebri - a traghettare lo spazio verde artificiale dalla sfera pubblica a quella privata, quale teatro dei culti familiari presso le tombe gentilizie. Nello stesso volgere di tempo nasce anche il giardino del banchetto e del komos dionisiaco, un altro spazio aperto artificiale e privato con valenze religiose e teatro di attività ritualizzate, la cui valenza sociale ne farà uno status symbol laico."" -
Cinema e giardini. Una lettura iconologica
Cinema e giardini è un saggio assai difficile da classificare. Si direbbe destinato, più che agli appassionati cinefili (i quali vi potranno, comunque, trovare insoliti 'tesori') a tutti coloro che di cinema non si sono mai occupati pensando che la settima arte non abbia, in fondo, nulla di interessante da dire. Proprio a costoro Giannini lancia la sua sfida, conducendoli al cinema attraverso il percorso alternativo dell'Arte, della Letteratura e del Mito, focalizzandosi, dopo una ricca parte introduttiva, su tre pellicole corrispondenti ad altrettante epoche e concezioni del giardino distinte: Addio, fratello crudele (1971) di Giuseppe Patroni Griffi, ispirato ad un dramma elisabettiano di John Ford, Angeli e insetti (1995) di Philip Haas, tratto dal racconto Morpho Eugenia' di Antonia S. Byatt, e infine l'incantevole La maschera (1988) di Fiorella Infascelli. I suggestivi spazi esterni di Villa Della Torre (Fumane), il parco di Arbury Hall, gioiello neogotico delle Midlands Occidentali, e i meravigliosi Giardini Superiori di Villa Farnese (Caprarola) saranno solo alcune delle tappe significative di questo percorso. -
La cupola del duomo di Firenze. Originalità, proporzione e armonia
L'originalità di Brunelleschi consiste nella musicalità che riesce a far emergere dalle sue opere e che si avverte in particolare nella Cupola. La semplicità del metodo ideato dal Brunelleschi rende ancora più grande il personaggio; è tipico dei geni individuare un metodo semplice per risolvere un problema difficile. La struttura della Cupola, formata da due calotte divise da uno spazio di circa 1,20 m che ospita i camminamenti e la scale di accesso alla base della lanterna, è formata da otto spicchi (le vele) che rappresentano porzioni di un cilindro ellittico. La superficie di intradosso di ogni vela è quindi una porzione della superficie di un cilindro a sezione retta ellittica con l'asse che passa per i due centri di curvatura degli spigoli di estremità della vela; ogni vela appartiene a un cilindro diverso per posizione dell'asse e per orientamento. La sensazione di equilibrio e armonia che trasmette la Cupola è frutto delle proporzioni auree che esistono fra gli elementi che la compongono. -
Il popolo di Firenze e altre cronache
Questo libro è una raccolta degli scritti più significativi di Renzo Martinelli. Ricordi delle sue esperienze di giornalista, memorie autobiografiche che rievocano una vita non facile, contrassegnata dalla miseria degli inizi, incontri significativi, talora bizzarri e divertenti, con personalità di spicco, e riflessioni più precise sulle vicende contemporanee (si veda il resoconto delle reazioni suscitate, nella redazione della ""Nazione"""", del 25 luglio 1943). Questi testi, attraverso i quali si delineano con nettezza le caratteristiche sociali e culturali della città di Firenze tra le due guerre mondiali, restituiscono nello stesso tempo il particolare clima umano del giornalismo di una volta, fornendo al lettore, inevitabilmente coinvolto dal garbo e dall'efficacia di una scrittura accattivante, una testimonianza storica e letteraria di indubbio valore."" -
I primi grandi magazzini di Firenze. Gli antenati dello shopping
Questo libro vuole dimostrare che a Firenze come altrove, l'avvento dei Grandi Magazzini oltre a dilatare l'offerta di innumerevoli articoli, ha determinato anche una svolta nel modo di vestire e quindi anche un po' nel modo di vivere. Peraltro, questo cambiamento, stavolta era a portata di mano anche di chi non era proprio un benestante. In specie le donne, poterono finalmente entrare in grandi locali dove, a prezzi ragionevoli, si offrivano abbigliamenti non da grande boutique, ma almeno graziosi. Ora cioè di più le donne che indossato l'abito, seppure di un Grande Magazzino, specchiandosi potevano vedere, oltre a se stesse, riflesso anche un loro riscatto: quello da un'apparenza dimessa fino ad allora forse ingiustamente subita. -
Nel giardino della Bibbia
Un'insolita lettura della Bibbia attraverso le sue piante e i suoi fiori. La proposta di un viaggio immaginario che si sviluppa attraverso un itinerario botanico, letterario e mistico che coinvolge circa novanta specie vegetali. Il percorso ha un suo inevitabile inizio nella lettura della Genesi sia perché rappresenta il ""principio"""", in senso proprio ed in senso figurato, sia perché contiene quella che può considerarsi la prima descrizione di giardino come luogo di armonia e di bellezza, dove gli alberi ed i fiori danno mostra della loro estetica e, insieme, della loro perennemente godibile utilità."" -
Il battito della pendola
Le note stonate, le stecche, i tasti toccati per errore. Si radunano tutte intorno alla nave. Penetrano nelle cabine e si mescolano ai naviganti. Vengono cacciate dai suoni giusti e si allontanano in cerca di un luogo lasciato libero da altri suoni sbagliati per occupare il loro posto. Vanno a dar voce agli strumenti di lavoro, agli ingranaggi, agli scoppi, allo stridore, al frusciare, al rantolare. Ma poi, alla fine dei loro viaggi, ritornano sempre qui, a Venezia, e si mescolano nelle acque. Quei piccoli, infimi tonfi sordi nei canali e nei rii che lei sente richiamarsi senza posa, sono loro che si agitano come anime senza pace. E poi aumentano e crescono con l'alzarsi dell'acqua e allora cercano di sommergere Venezia, di affondarla nel ricordo di se stessa che Venezia già ora è. -
Filippo Brunelleschi. Architetto, ingegnere, scultore, orafo e scenografo
Filippo Brunelleschi, nacque a Firenze nel 1377 e morì a Firenze il 15 aprile 1446. È tipico di questo genio, individuare un metodo semplice per risolvere ogni problema difficile. La Cupola di Santa Maria del Fiore è l'opera più importante progettata da Brunelleschi ed è un capolavoro costruito senza l'ausilio delle centine. Brunelleschi individuò le regole della prospettiva. Oltre che architetto Filippo Brunelleschi è stato ingegnere, scultore, orafo e scenografo. -
Breve storia antropologica sulle origini della medicina. Mali antichi e antichi rimedi
Ripercorrere la storia della medicina significa posizionarsi su un tempo ""lungo"""", coincidente con quello dell'Homo sapiens. Un modo di percorrere la vicenda umana, che non si ferma ad un racconto frettoloso, drammatico, di breve respiro ma che guarda invece a ricostruire """"una storia di respiro più sostenuto, di ampiezza secolare la storia di lunga, addirittura di lunghissima durata"""". Questo libro ripercorre la lunga storia delle malattie che hanno afflitto l'umanità e delle relative terapie, nell'ottica della lunghissima durata e indaga in proprio intorno ad una (cospicua) quantità di attività umane, che spaziano dalla dimensione familiare a quella sociale e politica; dalla magia alla religione, alla scienza; dai vari tipi di meccanismi di produzione economica alle diverse forme di ordinamento statale. Quindi una ricerca interdisciplinare costruita per vedere agire, lottare e pensare gli uomini in carne e ossa nella loro dura e rischiosa quotidianità."" -
Pinocchio. La città, il paesaggio, la casa, l'oggetto
Il testo critico, qui proposto, intende confutare le convinzioni di chi ha creduto di vedere nelle pagine di Pinocchio connotati e caratteri di luoghi abitati, paesaggi, edifici, e oggetti prevalentemente contrassegnati dal marchio della toscanità. Per dimostrare quanto siano fallaci tali presunte certezze sono state specificamente rivisitate alcune entità' topiche come la cittadina di Acchiappa-citrulli, il paesetto sulla spiaggia del mare, il Paese dei balocchi, quello nell'isola delle Api industriose, e la casa della Fata con i capelli turchini. Nella lettura che ne risulta non compaiono aggettivazioni regionalistiche, bensì è consentito l'apprezzamento delle Avventure di Pinocchio nella loro deliberata rinuncia a riconoscitivi riferimenti, ovvero nella loro significativa offerta dei più ampi e corretti parametri di interpretazione. Alle evanescenti immagini ambientali che si incontrano nella narrazione, è stato volutamente contrapposto il corredo delle fervide immaginazioni iconografiche degli illustratori che per rendere maggiormente attraente il capolavoro collodiano hanno creato artistiche identità figurative del burattino di legno e dei compartecipi alle sue peripezie. -
Lode della città di Firenze di Leonardo Bruni
Perché riproporre la lettura di Leonardo Bruni? Le risposte potrebbero essere tante, quella dell'autore è chiara. Dare senso alla propria tradizione e scommettere sui valori di quell'umanesimo fiorentino che irrinunciabilmente appartengono alla storia della città. La domanda è allora un'altra: serba ancora valore quel mondo e merita ammirarlo? Che senso ha parlare di tradizione, a cosa può servire oggi questa antica lode? Qui la filologia fa da protagonista, e scommette su se stessa: cercare il volto dell'anima, il respiro dei tempi. E l'autore vuole fare caro l'insegnamento di Giorgio Pasquali: chi non ricorda non vive. -
Firenze e il suo fiume a 50 anni dall'alluvione. Displuvio
II Belpaese, si sa, è tanto bello quanto fragile: se queste due parole avessero costituito nella storia del nostro territorio i riferimenti di una politica attenta avremmo saputo far crescere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità collettiva e individuale verso l'ambiente e il patrimonio culturale italiano. Come conseguenza, in questa ottica, avremmo potuto far fronte agli eventi eccezionali con una programmazione che è il contrario di risposte - quali sono invece state - dettate dall'emotività e sull'onda dell'emergenza. Una logica dal respiro corto. Quegli eventi avrebbero potuto, altresì, essere colti come un'opportunità per costruire una linea di demarcazione - quel Displuvio, appunto - che separa e distingue la risposta all'emergenza da un progetto di prevenzione. Dall'alluvione di Firenze, dalle quali partono le riflessioni di questo libro, agli ultimi e recentissimi eventi disastrosi in altre parti d'Italia i fatti dimostrano che una cultura della prevenzione dei rischi non ha a tutt'oggi messo radici nel nostro Paese. E quanto mai attuale è - purtroppo - ancora il richiamo di Luigi Einaudi. Era il 1951. -
Una semplice lezione di composizione musicale
"Non abdicherò mai alla regola del mio orecchio"""" Igor Stravinsky. Sono pienamente d'accordo con queste parole di Stravinsky. Ma che cos'è """"l'orecchio""""? C'è bisogno solo di """"orecchio"""" o c'è qualcosa in più da scoprire riguardo alla composizione musicale? Come posso comporre una melodia se non mi viene niente in mente? C'è sempre una via per raggiungere le proprie mete. Se queste mete abbracciano una scienza, una tecnologia o un arte, conoscere bene tutti i loro aspetti fondamentali equivale, in un certo modo, ad un possibile raggiungimento di tali mete. Quello che mi spinse a cercare le risposte alle mie innumerevoli domande, in relazione alla teoria musicale, può solo paragonarsi ad un assetato nel deserto con un disperato bisogno di acqua per la propiria sopravvivenza. Quando sai esattamente quello che stai cercando sai anche dove cercare. Quando stai cercando una risposta e fai una domanda otterrai un'esatta risposta e quando questa risposta frantuma le barriere alla tua conoscenza sai esattamente che è quella giusta. Come funziona la composizione? Che cosa devo sapere e dove devo cercare? Che cos'è l'ispirazione e che cosa ha ispirato alcuni dei grandi composizione." -
Neoavanguardie e controcultura a Firenze. Il movimento Radical e i protagonisti di un cambiamento storico internazionale
Il Radical Design nasce a Firenze negli anni Sessanta in un clima di revisione dei linguaggi e di contestazione politica dello status quo. In maniera più o meno consapevole vengono avviati una serie di ""cambiamenti radicali"""" che riguardano l'esistenza nella sua infinita teatralità: dal modo di sentire al modo di vestire, dal modo di abitare al modo di fare arte, teatro, letteratura, musica... In campo progettuale il principale imputato è il Movimento Moderno e i suoi principi razionali livellanti i bisogni di ciascuno e di tutti con uno stile di vita pratico ed economico, inizialmente una vera rivoluzione, poi diventato mero strumento per l'edificazione di paesaggi urbani disarmanti nella loro omogeneità. I radical fiorentini, come molti altri artefici di critiche singolari al Movimento Moderno (da Venturi ad Hollein), mettono a frutto le sollecitazioni provenienti da altri ambiti disciplinari facendole diventare teoria, dichiarazione d'intenti, trasformandole in visioni utopiche molto """"acide"""" perché testimoniano, senza alcun sentimentalismo, tutto quello che sarebbe potuto scaturire se il progetto della """"modernità"""" fosse andato ancora avanti nelle sue logiche.""