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Dialoghi col vulcano. Storie di corsa e altri amori
In un flusso di emozioni che pescano nella malinconia come nel sorriso, nella dimensione onirica ma pure nella realtà più asciutta e tagliente, Ersilia Saffiotti riavvolge le sue storie di donna alla ricerca di sé, del proprio angelo custode, scugnizzo come lei, e della sua napoletanità impastata di carne e di levità. La vita irrompe attraverso Mariam, ""riconosciuta"""" in un continente difficile e lontano, o Enza, ultima tra gli ultimi nella resistenza scomposta agli attacchi della vita; o semplicemente attraverso gli occhi di uno sconosciuto, incrociati in un bar dopo una corsa. Su ogni cosa e su ogni sentire, c'è la voce del Vesuvio: come una radice, come un amico generoso che capisce anche quando non gli arrivano parole e spiegazioni, come un'idea che si coltiva segretamente per non sentirsi soli."" -
La città dolente. Lettere da Napoli
Venuto a sapere dell'epidemia di colera scoppiata a Napoli, Axel Munthe si mette in viaggio per offrire il suo aiuto. Medico e intellettuale innamorato di Capri e delle bellezze campane, lo svedese Munthe raccoglie il racconto della sua permanenza - tra gli ultimi mesi del 1884 e l'inizio del 1885 - in una serie di corrispondenze per un giornale di Stoccolma, il cui titolo è già di per sé emblematico: ""Lettere da una città dolente"""" (Letters from a mourning city). Il ritratto che emerge dai suoi resoconti è quello di una realtà sofferente eppure viva, piena di contraddizioni ma sempre dignitosa. Una Napoli che lui ama e conosce profondamente, la cui umanità va a cercare fin nei quartieri più poveri e abbandonati. Dove, accanto al dolore, non manca mai il sollievo della solidarietà umana più autentica."" -
Giordano Bruno. Oltre il mito del nolano
L'eclettico scrittore italo svizzero Marc Monnier (legatissimo a Napoli, dove visse a lungo) ripercorre in queste pagine soprattutto l'avventurosa vita di Giordano Bruno, liberandola fin da subito dell'abusato cliché del ""vulcanico estro napoletano"""", e mettendo piuttosto in risalto l'irrequieta modernità europea, che fu la sua vera cifra e anche la sua condanna.La storia di Giordano Bruno, conclusasi tragicamente nella Roma del 1600, era cominciata a Nola, dov'era nato nel 1548. Dopo gli studi e l'ordinazione nel convento di San Domenico Maggiore di Napoli, girò per l'Italia e l'Europa, seminando curiosità (e sospetti) per le sue geniali, irrequiete e inquietanti idee filosofiche. «D'ogni legge nemico e d'ogni fede», si considerava «professore della scienza più pura e innocente, non uomo di toga o di spada, non monaco o laico, ma cittadino e domestico del mondo, figlio del padre sole e della Terra madre»."" -
Terremoti
Nel cuore dell'Irpinia devastata dal sisma del 23 novembre 1980, un giovane geologo - Andrea - si scontra con la precarietà, il dissesto ambientale, la prevaricazione dei notabili e l'insipienza di politici e tecnici. A guidarlo verso la sopravvivenza e la speranza è l'amore di Stefania, nonché il ritorno (sempre carico di sentimenti, pensieri, emozioni) nei luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza. Tra dramma della quotidianità e della memoria, nella vita di Andrea l'emergenza provocata da terremoti e sciami sismici si intreccia così ai dissesti dell'anima, in un racconto di straordinaria intensità. «Non è solo la storia personale a scorrere in questo libro - ha scritto Raffaele La Capria -, c'è anche una memoria storica e civile, che riguarda la fine di un'Italia contadina nelle spire di una male-assimilata modernità che genera soltanto ibridi e brutture». -
Pummarola meccanica
Cirillo, Della Notte e Beneventano sono famiglie napoletane di diversa estrazione sociale, ma unite dalle stese paure e solitudini. I loro destini si incrociano in una mobilitazione generale fatta di affetti, sogni, bugie, riscatti; ma in fondo cercano - come tutti - forse solo un po' di felicità. Per raccontare questo circo umano sempre in bilico tra blasfemo e devozione, tra l'eroismo dei giovani e la vigliaccheria degli adulti, Peppe Lanzetta utilizza una narrazione cinematografica. Come in un film, in questo romanzo le vite di protagonisti e comparse si incontrano e si mescolano, fino ad accogliersi in un grande carosello finale in cui tutti riacquistano (desiderano, sognano) l'innocenza e la gioia. Perché, in fondo, non serve a nulla farla tragica, su questo grande palcoscenico che è la vita. -
Il calcio e la danza dei sette veli
Tutto comincia con una scommessa. Lei trova il calcio la cosa più noiosa al mondo - il che, in una città come Napoli, è un vero e proprio handicap. Lui, allora, si offre di convincerla a cambiare idea, per non farla sentire più un'esclusa. Parte così il gioco: ""Ogni volta che ci incontreremo ti leverai un indumento che non indosserai più nel corso degli appuntamenti successivi"""". È la """"danza dei sette veli"""" (con qualche intermezzo) di Michele Serio, come sempre creatore di personaggi e situazioni al limite del grottesco e del pulp, che scandaglia tutti i sentimenti che ruotano intorno al gioco della vita e del pallone. Fino a condurci (non prima di aver patito sette """"castighi""""), col suo inconfondibile stile ironico e stralunato, alla partita definitiva del """"Calcio vs la Morte""""."" -
L' angelo di via del pianto
Roberto scavalca il muro di cinta del cimitero di Poggioreale in piena notte. Qualcosa l'ha portato qui a compiere la sua solitaria impresa. Qualcosa da prelevare, da sottrarre. «Il fascio di luce proiettato a terra gli consente di proseguire senza incertezze. Scende i gradini, svolta e illumina dritto. Ci siamo. Qualcosa di bianco, poco lontano, si staglia dalla facciata scura della cappella. Ecco, è quella. È la statua». L'angelo gli sta dinanzi. Illuminato dalla torcia, ha un candore spettrale. Roberto lo osserva intimorito, ma è solo un attimo; non può avere ripensamenti. Il lavoro sporco, da ladro di bassa categoria, è fatto. La refurtiva passa in altre mani e altre ancora. Ma tempo dopo, nello stesso luogo profanato, avviene qualcosa di singolare. Forse solo il caso. Forse un disegno divino. -
Il vangelo secondo Diego. La mano de D10S in 10 «rivelazioni»
Un ben riuscito esercizio di Pop-Theology, come direbbe il vescovo Antonio Staglianò, quel filone contemporaneo che si pone l'obiettivo di rintracciare i semi del Vangelo laddove non sono immediatamente visibili, laddove non te li aspetti.Questo libro, parafrasando Manzoni, vuole sottrarre la figura di Diego tanto all'«idolatrico encomio» e del sincretismo tipico della religiosità del Sud, quanto al «codardo oltraggio» di chi con ipocriti fariseismi calca la mano sugli innegabili limiti umani dell'argentino per infangarne la memoria. I contributi raccolti mostrano come El Pibe fosse animato da una genuina fede cristiana che, se non riuscì a preservarlo da vizi ed eccessi, ne orientò nettamente molte scelte cruciali e ne animò innumerevoli azioni. -
I napoletani non sono romantici. Con 8 microracconti di Elvio Porta. Con 14 brani musicali
Come in una melodia melanconica e al tempo stesso allegra - disperatamente felice - uscita dal suo sax, in queste pagine Marco Zurzolo ripercorre una serie di momenti artistici e di vita, battendo sui tasti della memoria e del cuore. Ed ecco spuntare, nella luce della Napoli degli anni '70, via San Sebastiano e il Conservatorio di San Pietro a Majella, Enzo Avitabile e Pino Daniele (il Gigante con gli occhiali). Ma soprattutto Rino, il fratello che accende la passione per la musica. Che col suo basso dà il tempo alla vita, anche se poi il tempo lo tradisce. Va via troppo presto, Rino. Come l'amico Elvio Porta - geniale sceneggiatore e regista, una vita prestata al cinema, confusa tra le ombre della sala - di cui Zurzolo raccoglie otto ""microracconti"""" che formano la seconda parte di questo libro. Completa il volume una selezione di 14 brani musicali, tra i più belli di Marco Zurzolo, da ascoltare attraverso QR-Code."" -
Rebis
In una Napoli settecentesca, spettacolare nel fasto e nella miseria, si consuma l'assassinio dello scultore Antonio Corradini, ingaggiato dal Principe di Sangro ‒ alchimista e massone ‒ perché fornisca il capolavoro che ancora manca alle statue allegoriche della sua chiesa privata. Il bibliotecario del Principe, Jacopo Fucito, ha da subito il dubbio che il Cristo velato dall'inaudita perfezione sia, in qualche modo, collegato al delitto. Jacopo si inoltra così nel labirinto di una vicenda che lo porterà a contatto con gli spietati intrighi di Corte. Ha inizio una partita i cui giocatori sono donne di irraggiungibile bellezza, cattivi maestri, giudici corrotti che hanno schifo di sé e seducenti ermafroditi. Una partita nella quale trovare la verità può voler dire perdere se stessi. -
Artemisia e i colori delle stelle
Artemisia Gentileschi (1593–1653 ca.) fu la prima donna a essere ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze e destinata a divenire una pittrice di rilievo europeo. Questo romanzo, liberamente ispirato alla sua vita, riprende due momenti fondamentali di quella eccezionale quanto tormentata esperienza artistica e privata: la giovinezza a Roma, segnata da uno stupro seguito da un pubblico processo e poi da un matrimonio senza amore; e gli anni della maturità a Napoli, a metà del secolo, quando, raggiunto ormai il successo, Artemisia ripercorre la propria esistenza e ricerca in sé, oltre l’artista, la moglie, la madre, la donna. Il romanzo ci restituisce, dunque, il ritratto ricco e complesso di una figura femminile di straordinario valore, sullo sfondo di due città barocche, Roma e Napoli, vivide e ferali. -
Leggende napoletane
Virgilio e Palazzo Donn'Anna, il Munaciello e il Diavolo di Mergellina, il Cristo velato e altre storie: quindici racconti che ripercorrono luoghi, personaggi ed episodi napoletani, senza rinunciare all'amabile capacità di credere ancora al meraviglioso e al fantastico. Lo sguardo curioso e appassionato di Matilde Serao sconfina nella mitologia, insegue avventure, amori e misteri, per offrire un quadro delle principali ""leggende"""" che alla fine dell'Ottocento racchiudevano ancora intatta tutta la nostalgia dell'antica Parthenope. Una città «che fu creata dall'amore, che visse nella passione della luce, dei colori smaglianti, dei profumi violenti, delle notti innamorate, che visse nel lusso grandioso della natura e nella espansione superba del sentimento»; e che persino quando finiranno i suoi giorni, se dovesse essere distrutta dal Vesuvio come l'antica Pompei, saprebbe morire «degnamente nell'altissima e fiammeggiante apoteosi di fuoco». Prefazione di Massimo Andrei."" -
Amara. O le Opere Pie della Misericordia Corporale
Si chiama Amara, e la sua storia si svolge oggi, un po' domani, appena ieri: dopo l'estate della grande canicola, le stagioni dell'influenza aviaria, in un mondo di flagelli e caos. Un idillio che volge al melodramma sessuale, fino a una tragica parodia: prima tra un uomo perbene, Gennaro, devoto alla comunità, e una giovanissima donna piuttosto comune, in apparenza poco intelligente ma in realtà iperdotata, e con un corpo sensualmente fatale; poi tra questa donna-fontana, frizzante e ardente, e un manipolo di vigili del fuoco. La materia narrativa è quella dei fatti di cronaca, dei ritagli di giornale, dei processi: tutto, nella realtà collettiva universale nella quale si inscrive questo romanzo d'amore - perché proprio di un passionale romanzo d'amore si tratta -, è presentato oggettivamente: omicidi, incidenti, stupri, epidemia, con la psichiatria a far sparire ogni cosa, e i racconti eroici o vittimari - è tutt'uno - a travestirla. Lo sguardo è di un romanziere dalla scrittura minuziosa e allucinata, primitiva come quella degli artisti che hanno scelto di abbattere i limiti del buon gusto, dei divieti morali, e l'oppressione del non detto. -
Suite napoletana. Storie, controstorie e altre storie
Dagli antichi sovrani ai martiri delle rivoluzioni mancate, dai santi miracolosi alle madonne a cui affidare il cuore, fino a Pino Daniele e Maradona. Nostalgica cartolina del passato, o Kairos sospeso in un tempo trattenuto a forza, per offrire uno spettacolo di affascinante decadenza. In questo agile volume Pietro Treccagnoli raccoglie una serie di scritti che compongono un discorso su Napoli all'apparenza frammentato, ma in realtà unificato da una lettura non conformista di una città che ama ridere e piangere sulla propria sorte, indecisa tra Pulcinella e Calimero. Che tuttavia sa bene quando indossare la maschera che fa più gioco all'autorappresentazione e quando è l'ora di scendere dal palcoscenico. -
Charles Barimore
"Charles Barimore"""" fu uno dei romanzi sentimentali più letti e commentati nei salotti francesi della prima metà dell'Ottocento, conquistando anche Madame de Staël. Il racconto piacque ed emozionò per l'infelice sorte della bella Nisieda, col suo amore pieno di scrupoli che la conduce ad una folle gelosia. Ma soprattutto per i tormentati rimorsi del protagonista, prototipo dell'eroe romantico solo e malinconico." -
Raimondo di Sangro. Vita e leggenda del Principe di Sansevero
Nel cuore di Napoli, la cappella Sansevero era già a fine Settecento una delle mete preferite di viaggiatori e curiosi. La storia di questo bel monumento dell'arte e della cultura meridionale è legata al principe Raimondo di Sangro (1710-1771), intorno al quale sono fiorite mille leggende. Condottiero e massone, scrittore e filosofo, ma soprattutto alchimista e inventore. Su di lui si è scritto tanto, con toni quasi sempre romanzeschi, sfiorando il fantastico. Ma chi era don Raimondo? Ce lo racconta questo agile, vivace e documentato volume, che Salvatore Di Giacomo - autore dell'introduzione - ritenne da subito «la più completa biografia del principe», arricchita da una serie di belle illustrazioni d'epoca. Un libro che, oltre a ricostruire la vita (studi, scoperte, pubblicazioni, curiosità) e la leggenda di don Raimondo, ci guida anche alla scoperta della sua famosa cappella e delle opere d'arte che custodisce, tra cui il celebre Cristo velato. -
Filosofughe. Variazioni intorno al «cosa» e al «perché» della filosofia
Quello intorno alla filosofia – cosa sia, o possa e debba essere nella cultura contemporanea, e se abbia ancora senso e ragione di esistere – è un dibattito che affascina gli intellettuali da oltre un secolo. Superando sfiducia e rivendicazioni, senza cedere all’inutile tentativo di un riepilogo accademico, questo libro è piuttosto una raccolta di ""fughe"""", ovvero di variazioni intorno al problema, che prende le mosse dal pensiero di Hannah Arendt. Proprio partendo dalla differenza tra conoscere e pensare elaborata dalla Arendt, infatti, e dal ruolo che tale differenza ha svolto nel determinare i peculiari caratteri della nostra tradizione culturale, si può contribuire, oggi, allo sforzo di individuare una vera natura della filosofia, e fondare la sua autonomia."" -
Lo spiritismo a Napoli
Nel 1886, come nelle maggiori città italiane e d’Europa, impazzava anche a Napoli la “febbre” dello spiritismo. Non solo una moda borghese, ma una sfida che intrigava brillanti intelligenze delle lettere, delle arti e della scienza (compreso insigni medici). La scena era dominata da una giovane medium, Eusapia Palladino; e le lunghe file alle sue sedute spiritiche si dividevano puntualmente tra due schiere: chi ci credeva e chi no, chi applaudiva e chi sorrideva. Roberto Bracco, che faceva parte del secondo gruppo, decise di raccontare le cronache dello spiritismo napoletano in un libello che vendette 150mila copie in pochi giorni, ma attirò anche le ire e la suscettibilità di molti. Vent’anni dopo, un editore ricostruì l’incredibile vicenda – con un geniale tiro mancino tirato da Bracco – aggiungendo particolari, documenti e nuove cronache di quelle sedute che avevano “stregato” la Napoli di quei magici e confusi giorni.Introduzione di Francesco Palmieri. -
1983
Roma, 22 giugno 1983: nei pressi del Senato scompare la giovane cittadina vaticana Beatrice De Gregori. Dopo dieci giorni di vane ricerche, durante l’Angelus il Papa si rivolge ai presunti rapitori chiedendone la liberazione. Un appello che scatena le frenetiche attività di Cia, Stasi e Kgb. La guerra fredda non ammette esclusioni di colpi e anche il caso De Gregori può essere utile per mettere in difficoltà i nemici. Nell’ombra tramano personaggi misteriosi e spietati – il Buon Samaritano, la Colomba Bianca, Wolff, la Gola Profonda – tra i quali provano faticosamente ad aprirsi un varco verso la verità l’agente Maggio, il giornalista Cavaliere, il giudice Panatta. Liberamente ispirato alla vicenda di Emanuela Orlandi, tra fake-news e false bandiere, ricatti e sedicenti sequestratori, salme riesumate e ossa ritrovate, mitomani e improbabili confessioni, questo romanzo ricostruisce sapientemente il “contesto” storico-politico di un periodo complesso e di grandi trasformazioni, incrociando alcune delle vicende più controverse della storia italiana e internazionale, dal caso Moro all’attentato al papa. -
Il fuoco nella fossa
La cornice di questo libro è classica e attuale allo stesso tempo: sette personaggi molto diversi tra loro, per età ed estrazione sociale, che si ritrovano in un casale fuori città, per aspettare che passi una terribile epidemia. E così, per farsi coraggio e per ingannare il tempo, cominciano a raccontare e reinventare storie. Da bravo “uomo di scena” – volto e autore di cinema, televisione e soprattutto teatro – Massimo Andrei riesce a fissare nella sua scrittura tutta la vivacità dello “scambio” – di battute, aneddoti, impressioni, sentimenti – capace di arricchire chi ascolta e chi racconta. I suoi racconti, ambientati in luoghi e tempi insoliti, e puntualmente animati da bizzarri personaggi, hanno la capacità di coinvolgere il lettore in un vortice fantastico, in cui si ride e si piange, si vince e si perde, e spesso tra le righe ci si ferma anche a pensare a come si sta (o si dovrebbe stare) al mondo. Perché dietro l’apparente leggerezza di queste storie c’è un’abile reinvenzione di una grande tradizione di “cunti” popolari, che ha un punto di riferimento imprescindibile nell’opera di Giambattista Basile, che dalla Napoli del '600 ha influenzato la letteratura di mezzo mondo.