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Napoli dopoguerra infinito
Napoli non si è mai ripresa dalla guerra. O meglio, ha utilizzato a lungo il mito della distruzione e della miseria per giustificare in qualche modo la precarietà quotidiana dalla quale non riesce – o non vuole – emanciparsi. Come nessun’altra città al mondo, Napoli ha prodotto un “dopoguerra infinito” fatto di romanzi, da Malaparte a Starnone, di un classico del teatro come ""Napoli Milionaria!"""", delle più varie trasposizioni cinematografiche, dal film al documentario, delle quali queste pagine provano a tracciare un percorso. Dalle Quattro giornate sospese tra storia e mitologia civile, al romanzo di una città distrutta e liberata, alla lunga “nottata” che chissà se è passata."" -
Impressioni di settembre. Quasi un diario elettorale
Per otto minuti al giorno, dal 27 luglio al 23 settembre, Claudio Velardi ha commentato con un ciclo di podcast la fulminea campagna elettorale 2022, mettendo a fuoco le strategie dei suoi protagonisti, e prendendo spunto dalla cronaca per approfondire temi comunicativi, politici, di organizzazione del consenso e di psicologia sociale, oltre a rievocare aneddoti derivanti dalla sua lunga esperienza sul campo. In tempo pressoché reale, e mantenendo la lettera, lo spirito e lo stile propri di un podcast, ""Impressioni di settembre"""" è un libro che racconta, in un diario profondo, lieve e ironico, l'Italia che siamo e quella che stiamo per diventare."" -
Una domenica di maggio. Il 1943 all'Alfa Romeo e a Pomigliano d'Arco
Nelle province del Mezzogiorno ci sono interi paesi che, quando nel Nord cominciava la Resistenza, avevano già pagato, a caro prezzo, l’uscita dalla guerra fascista, i rastrellamenti e le rappresaglie tedesche. Pomigliano d’Arco, sede di uno stabilimento Alfa Romeo con una pista di volo, centro nevralgico di revisione, manutenzione e produzione per aerei militari, fu una calamita per le bombe americane e per i tedeschi. Per gli Alleati fu uno dei primi obiettivi della ‘Campagna d’Italia’ e già il 30 maggio del ‘43 vi scaricarono 123mila chili di bombe, noncuranti degli operai al lavoro nei reparti. I Tedeschi, che si erano invece impiantati nell’aeroporto, seminarono per oltre un anno il terrore per le vie del paese. E dopo l’Armistizio, prima di andarsene via, si scatenarono in feroci rappresaglie e rastrellamenti. Quanti furono i morti? Chi erano? Che storie raccontano? Per Pomigliano, come per tanti altri paesi del sud, c’è stata più voglia di dimenticare che di ricordare. Invece bisognerebbe provare a entrare nelle loro case, a camminare per le loro strade, a condividerne sentimenti e paure, a ritrovare senso e valore delle loro vite rubate. -
La casa di mio nonno
La casa di mio nonno è una raccolta di racconti che ci dà una lettura dell'animo umano, ma soprattutto offre una rammemorazione di ciò che è avvenuto, cogliendo, nella maggior parte delle vicende, aspetti che riguardano la terra amata dall'autrice: Scapoli. Sembra di immergersi in quei luoghi, di gustarli, di vederli con i propri occhi, di osservare i particolari delle stradine o i monti che la scrittrice descrive. In questo scenario si inserisce la maggior parte dei personaggi, molti dei quali sono realmente esistiti... -
Un fiore tra le macerie. La storia di mia madre
Rosangela Camarda offre ai lettori una testimonianza narrativa che riesce a coinvolgere sia la storia personale, e in particolare quella della sua famiglia, sia la storia del '900 italiano, nello specifico di quello siciliano e palermitano... -
Giannina. Una storia del '900
"Quello che colpisce, in una prova gioco indetta dalla maestra quando deve scegliere il """"ruvido o il liscio"""", lei, Giannina, sceglie il ruvido, il che non è facile. Scelta che sta a significare come questa piccola grande donna sappia anche in futuro affrontare e superare le dure, ruvide prove che la vita le ha riservato, senza far pesare nulla alla famiglia e ai numerosi amici che la circondano."""" (Mira Marsiglia)" -
Forti di crederci
"Forti di crederci"""" è un libro che penetra nella vita quotidiana di una Italia sfaccettata, in cui vi sono uomini che hanno il coraggio e il desiderio di cambiare tutto, ma che spesso sono impotenti sia nelle decisioni comuni sia in quelle private. L'autore stesso richiama ad una parola che fa fortuna oggi, il termine """"mafia"""", ma lui ha colto un'essenza di questo concetto, forse la più radicata, più abituale e più drammatica al contempo. La mafia non è solo quella che spara, ma è anche quella che abbiamo dentro il cervello, che gestisce le azioni di supremazia a partire dalla mattina a lavoro, sino a quando si vuole oltrepassare prepotentemente la fila alla posta oppure al supermercato." -
Pulviscolari turgori
Se stabilissimo una ripartizione sommaria nella scrittura dei racconti tra quelli che basano la loro peculiarità sui fatti e quelli che, invece, si basano sulle atmosfere, potremmo dire con una certa sicurezza che il libro ""Pulviscolari turgori"""" di Giovanni Tavcar tendenzialmente è un'opera che preferisce le atmosfere, in cui la fattualità degli eventi e della successione dell'azione è pacata. Ciò comporta una prima evidenza che il tempo del racconto e il tempo della narrazione tendono a coincidere, comportando così una immedesimazione totale del lettore che rivive ogni parola e ogni gesto."" -
Come sabbia tra le dita
Il primo dato che nella silloge colpisce prima ancora della lettura è, ovviamente, il titolo ""Come sabbia tra le dita"""", in cui retoricamente abbiamo una similitudine che paragona un soggetto non specificato alla sabbia, simbolo di fluidità e di inafferrabilità. Questo concetto, aprioristicamente delineato, trova una certa convalida dalla lettura, in quanto la fugacità dell'essere nelle sue varie forme (Io, vita, esistenza ecc.) viene a dimostrarsi come fondamento dell'opera di Michele Nuzzo. Un altro dato emerge con chiarezza sin dalle prime liriche: la lingua. Essa è profumatamente letteraria, capace di accogliere un lessico tradizionale e modularlo alle esigenze moderne."" -
Un' alba coi colori del tramonto
"Ero stufo di correre di qua e di là con l'etichetta di gran lavoratore e frugare nelle tasche e non trovare mai dieci lire per l'acquisto di un libro desiderato. Avevo da poco venduto la mia bici da corsa e sostituita con un motorino Atala 50, che mi facilitasse il compito di andare due volte la settimana dalla fidanzatina.""""" -
Non è cosa da poco
"Non è cosa da poco"""" di Maria Antonia Maso Borso, almeno ad una prima istanza critica, sottolinea una fondante presenza dell'io lirico, ma anche l'irrimediabilità del canto dell'esistenza, che costituisce il nocciolo della conoscenza stessa. Se è classica la posizione di indagine interiore, è altresì moderna l'idea e la dichiarazione, citate nei versi, della ricerca di una novella """"Stele di Rosetta"""" che dia un nome alle cose. Dare il nome riconduce, almeno antropologicamente e simbolicamente, a due concetti: da un lato nominare e quindi possedere, dall'altro conoscere... Ecco, dunque, che il percorso interiore di Maria Antonia Maso Borso si sviluppa come viatico gnoseologico dell'io e sonda le relazioni che questi interpone con il """"tu"""", che può essere divino, umano, genericamente collettivo." -
Mare di luna
"La poesia di Corrado Calabrò ha suscitato, sin dai suoi esordi tra gli anni sessanta e settanta del '900, un costante interesse. In essa esiste una variabilità di motivi, seguendo un criterio diacronico, ma è altrettanto vero che per Calabrò alcuni di essi sono diventati paradigmi, costanti reflussi di un conscio-inconscio che continuamente emerge nella scrittura. Un dato ponderabile ha messo tutti d'accordo, almeno sulla presenza tematica, ovvero l'incidenza di alcune figure essenziali: il mare, la luna e la donna. In """"Mare di luna"""" si pubblicano alcuni testi che stilisticamente possiamo definire """"marcati"""", cioè si tratta di componimenti che, rispetto alla restante produzione del poeta, hanno come caratteristica più evidente la struttura poematica lunga. Bisogna, tuttavia, costantemente considerare che nella originalità stilistica di questi ritroviamo i temi e i simboli della scrittura dell'autore."""" (Giuseppe Manitta)" -
Boccaccio e la Sicilia
Considerare la Sicilia nelle opere di Giovanni Boccaccio significa non solo rivolgersi alla geografia dell'autore, ma anche e soprattutto valutarla in relazione al dato storico, mitico, intertestuale e culturale in genere. La Sicilia, nell'ordine di queste idee, rientra nel tessuto mediterraneo e offre personaggi e situazioni peculiari, eppur tuttavia porta con sé una serie di significati e di tradizioni del suo immaginario, che il certaldese fa propria, rimodula con variazioni, contamina, rivolgendosi sia ad un livello erudito sia popolare (o popolareggiante) e mostrando dell'isola la sua immagine mercantesca e classica. Considerare questi aspetti significa, in primo luogo, affrontare sotto vari punti di vista le opere che Boccaccio ci ha lasciato, da quelle erudite alle prose narrative e alla poesia -
Il sistema verbale ebraico. Un approccio didattico
Una guida allo studio dell'ebraico biblico per chi vuole andare oltre all'alfabeto. L'autore conduce il lettore alla comprensione del sistema verbale ebraico incominciando dalle strutture più elementari fino a quelle più complesse. Appare così evidente come la sintassi dell'ebraico biblico sia fondata sull'uso di due forme verbali, afformativa (chiamata tradizionalmente “perfetto”) e preformativa (chiamata tradizionalmente “imperfetto”), che vengono a formare due tipi di sequenze: una per indicare il passato e l'altra per indicare il presente-futuro.Lo studente seguendo le spiegazioni e gli esempi offerti giunge a comprendere non solo la prosa biblica, ma anche la poesia e in particolare i Salmi. -
Per la vita della città
Lezione magistrale sull'Eucarestia e la Città, tenuta a Bologna per la conclusione del Congresso eucaristico del 1987. Rappresenta l'apice della riflessione spirituale e teologica di Dossetti sulla società, l'impegno del cristiano, il valore dell'Eucarestia, il rapporto del fedele con le tre persone della Trinità. Ricca di citazioni di autori antichi e moderni e di spunti di riflessione. Prefazione di Matteo Maria Zoppi. Introduzione di Fabrizio Mandreoli. -
Leila della tempesta
"Leila della tempesta"""" nasce come rielaborazione letteraria di una lunga esperienza di dialogo con detenuti arabi musulmani, in un grande carcere italiano. Tra essi c'è Leila, giunta clandestinamente in Italia durante una tempesta sul Mediterraneo, po,i finita in carcere perché coinvolta nel commercio degli stupefacenti. Lì conosce l'Altro, cristiano e monaco, con il quale intreccia un intenso rapporto, che si allarga progressivamente ad altri detenuti provenienti dal suo mondo. Incontri sul filo di una scommessa appassionante: la scoperta di punti di contatto, al di là di tutte le possibili differenze reciproche. """"Leila della tempesta"""" oltrepassa dunque i limiti della problematica del reato per volgersi agli orizzonti del dialogo tra civiltà e religioni, dando parola anche alla Costituzione italiana e toccando così i problemi più scottanti della cittadinanza e dell'inclusione in una società che cambia. Presentazione di Piero Stefani e postfazioni di Paolo Branca e Valerio Onida." -
Democrazia sostanziale
Giuseppe Dossetti è stato uno dei più brillanti giuristi cattolici del Novecento e il protagonista di vicende decisive nella storia politica italiana del secondo dopoguerra. La sua biografia e la sua riflessione hanno ispirato la nascita e l'evoluzione delle istituzioni repubblicane, dall'Assemblea Costituente fino ai nostri giorni. In questo volume, per la prima volta, vengono proposti gli interventi del giurista reggiano sulla democrazia. L'idea di promuovere una ""democrazia sostanziale"""" – ossia """"vero accesso del popolo e di tutto il popolo al potere e a tutto il potere, non solo quello politico, ma anche a quello economico e sociale"""" – è il contributo più fecondo di Dossetti al sistema politico italiano. Rileggendo queste pagine emerge il carisma di una personalità che seppe unificare le diverse componenti dell'Assemblea Costituente e appare chiaro il senso di un ambizioso progetto per il progresso democratico, economico e sociale del nostro Paese."" -
Vie islamiche alla nonviolenza
Una sfida islamica alla violenza nell’Islam. Said fonda il suo pensiero sull’idea dell’azione pacifica come unico mezzo per operare la transizione da una società basata sulla coercizione e sulla forza a una società basata sulla giustizia, sul diritto, sulla pace e sulla dignità umana. “La shari’a di Dio si realizza quando la giustizia si realizza”, afferma Said, per il quale la via da seguire è quella del ‘figlio buono’ di Adamo, che si è rifiutato di alzare la mano contro suo fratello. Questa è la via dei profeti, che hanno ripudiato la violenza pur di trasmettere, con la persuasione e senza coercizione, il messaggio di cambiamento affidato loro da Dio: “Deponete le armi, attendete alla Preghiera e fate l’Elemosina!”, si legge nel Corano. Una forma di esegesi, quella di Said, che non lascia spazio ad altre letture: per il Gandhi dei musulmani la nonviolenza è l’unica opzione possibile. Anche papa Francesco nella Evangelii Gaudium dichiara che “il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza”. -
Studi sul pensiero politico israeliano
Quindici tra i più noti accademici israeliani affrontano dal di dentro le questioni più attuali relative allo Stato di Israele: lo Stato e l’identità nazionale; che cos’è il sionismo; il significato filosofico di uno stato democratico ed ebraico; cosmopolitismo e identità; l’Olocausto come narrazione sionista ed antisionista; il significato costituzionale dell’ebraicità di Israele; è possibile uno stato ebraico e democratico? Israele come Stato-Nazione nei giudizi della Corte Suprema; la politica dell’immigrazione in Israele; religione e Stato; il diritto alla Terra; la minoranza arabo-palestinese; la società israeliana si sta disintegrando? Il tentativo dei palestinesi israeliani di sfidare lo Stato ebraico in materia di istruzione; il futuro nazionale di Israele. Prefazione di Gad Lerner. -
Storia del pensiero politico palestinese
Edizione italiana riveduta e aggiornata, tradotta dall’arabo, del capolavoro storico di Maher Charif. Composta di tredici capitoli, corredata di indici e tavole cronologiche, questa prima edizione in una lingua occidentale ha la prefazione di Massimo Campanini, uno dei massimi islamologi e arabisti italiani. Essa risponde all'interesse scientifico principale dell’autore che, nel campo degli studi di storia moderna, si qualifica essenzialmente come ""storico del pensiero"""". Il volume racconta l'evoluzione del modo in cui i palestinesi hanno pensato sé stessi, gli ebrei e gli altri arabi nel corso di un secolo, dall’inizio del ´900 sino a oggi. Nel corso di una ricerca protrattasi per oltre sette anni, l’autore ha attinto a un deposito documentario vasto, formato esclusivamente da fonti di prima mano. Offre così una presentazione globale, accurata e al tempo stesso leggibile delle molte anime dell’universo palestinese, che mancava sullo scaffale del lettore italiano, sia dello studioso che dell’appassionato di Medio Oriente e di politica internazionale.""