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Namasté
"Nel tempo del """"grande trambusto"""", in cui più che mai ci sentiamo particelle infinitesimali lanciate e abbandonate """"tra paralleli piegati"""", siamo tutti alla ricerca di speranza e di spazi nuovi, di eternità e infinito, di comunione con gli altri per costruire ponti di fratellanza. Questi bei versi di Juljana Mehmeti, improntati alla filosofia indiana, invitandoci a riconoscere la sacralità di tutti, certamente ci restituiscono umanità. Grazie Juliana, per averci offerto uno stimolo alla riflessione e alla meditazione. Namasté!"""" (Loredana Borghetto)" -
Muschio vorrei essere
"Muschio """"verde soffice spugnoso, utilissimo ed anonimo"""" vorrebbe essere il nostro poeta. Pianta dalle piccole dimensioni ma molto tenace che si sviluppa in posti umidi e superfici dure dove è difficile fiorire: rocce, cortecce, muri, soprattutto quelli scrostati, case diroccate... e per questo a volte può richiamare l'idea di miseria, trascuratezza, abbandono... ma niente di più sbagliato! Il muschio è un elemento boschivo positivo, la sua semplicità e naturalezza ne fanno l'humus ideale per rappresentare la divinità, infatti viene utilizzata come manto erboso per tappezzare il presepio, la natività, humus radicale su cui elevare il tempio, ed inoltre occupa un posto speciale anche nel gergo alchemico dove viene chiamato """"oro potabile"""" per quel suo naturale odore penetrante, quindi non una pianta umile, semplice e poco appariscente ma vitale e resistente con alta valenza simbolica: attraversare il buio e la luce della Vita con la sua indomita resistenza. Ci soccorre anche la poesia che qui si fa canto; nell'orchestra dei suoni del bosco, tra le parole si inseriscono note e si crea una vera e propria sinfonia di crescendo e diminuendo. Armonia e musicalità a sostegno di una rinascita perché da ogni situazione, per quanto distruttiva, ci si risolleva e poi si va avanti illuminati della propria luce"""". (Nina Esposito)" -
Il mondo in cui mi aggiro
"Storia di un parto! Quando si porta in grembo un bambino cerchiamo sempre di immaginarlo prima che nasca, spesso addirittura lo sogniamo, la poesia è proprio questo: visione onirica ad occhi aperti ancor prima di essere parole sulla carta o sullo schermo. Prima ci seduce """"un'immagine, una parola, un gesto, un colore, un paesaggio, un profumo,danno l'input a scrivere"""".poi ci ingravida,""""dentro di noi la materia confusa e informe"""" lentamente prende forma, per tutto il tempo ci restaci resta vicino sussurrandoci: """"Me e te, cambia la lettere iniziali e siamo uguali"""", ed è così che fa nascere in noi la voglia incontenibile di scrivere, esprimere un qualcosa degno di rimanere conservato su di un foglio di carta lasciato ad ingiallire, sulle pagine di un diario dimenticato in qualche cassetto, nella memoria di un pc in compagnia di innumerevoli inutili file, qualcosa a cui poter tornare prima o poi, una frase, un pensiero, un emozione, una poesia col suo profumo di eternità! Scrivere fa bene all'anima e lo scrivere ha un animo, trascende il singolo sentire per espandersi a un sentire collettivo è diventa parto dell'ispirazione"""". (Nina Esposito)" -
Le mie ali
"Pensieri come voli di uccelli con ali morbide, leggere, che si librano nel cielo, non sempre azzurro, della poetessa. La mente ha bisogno di quiete, il sogno può volare alto solo se le ali sono ben salde... C'è nei suoi versi, in lei, un desiderio di azzurro, di colore smeraldo difficile da ritrovare, un profumo di prati fioriti, di immersione nella bellezza della natura, che sanno di gioventù ed è questa la sensazione che si sente e l'emozione che ne deriva nel leggere i suoi pensieri, che ci porge nelle parole di questa gioiosa lirica. Nel rimpianto del tempo passato, delle ali perdute lascia trapelare il suo vissuto gioioso che avvince come un merletto intessuto di sogni e di stelle luminose. Grazie Salvatrice per i tuoi versi che stimolano alla positività del vivere"""". (Mariapina Astuni)" -
In - volo
"Gran parte dei componimenti di questa raccolta è accomunata dall'immagine metaforica dell'essere in volo, del volare emotivamente verso e contro il pensiero. Se """"volo"""" e """"volare"""" sono appositamente parole ricorrenti, che rimandano alla figura mitologica di Icaro, """"involare"""" significa invece arcaicamente derubare, nascondere. Questo è dunque il """"leitmotiv"""" latente della raccolta: nascondere il pensiero nell'""""impasse"""" poetica, rubare emozioni al tempo che passa incurante. L'idea del volo, oltre ad essere metaforicamente presente, si coglie nella scelta di abbracciare pindaricamente tematiche varie: private, intimamente sociali e esistenziali attraverso toni stilistici volutamente altrettanto variegati, ora più classici, retorici e rimici, ora più moderni, liberi e a tratti dialogici. L'idea nasce dall'esigenza di fondere l'estemporaneità emotiva della poesia con la riflessività del pensiero razionale. Tuttavia la riflessione lambisce solamente i versi, senza alcuna pretesa di spiegazione, ma con l'unico intento di coniugare simbioticamente poesia e pensiero in un unico contesto creativo""""." -
I deserti dell'infanzia
"La mia poesia, in questo nuovo libro, vuole essere sottile voce rivolta ai bambini soli e abbandonati a sé stessi, o meglio uno sguardo attento su tante realtà nel mondo in continua crescita, in maniera quasi spasmodica, proprio per le incalzanti disuguaglianze sociali che ogni giorno vanno a colpire un po' ovunque nuove famiglie, anche di medio ceto. Pertanto, ogni verso sgorgato dal cuore è stato rivolto, con generosa accortezza, nonché con sguardo silenzioso e attento, al panorama dell'infanzia del nostro pianeta. La mia Silloge, pertanto, rivolge la sua attenzione a talune problematiche sociali, o meglio ai deserti dell'infanzia, dove i luoghi più disagiati, così malsani, sono diventati casa, giacigli freddi o maleodoranti. A mio dire, tutti siamo chiamati, nessuno escluso, a migliorare le condizioni disagiate di tanti bambini, specie i governanti e le istituzioni, magari promulgando nuove leggi innovative che possano migliorare gli inquietanti degradi di vita di tanti giovani minorenni e bambini soli nel mondo. Invero, si potrebbe dare a questi bambini, o giovani minorenni, un nuovo modo di vivere, con sogni e speranze, mediante la frequenza di scuole e case accoglienti, migliorando altresì le difficili condizioni di questi immensi deserti dell'infanzia perduta"""". (Anna Scarpetta)" -
I voli dell'ibis e altre poesie
"Versi potenti che palpitano di dolore condiviso e d'impotenza vissuta, versi che veicolano un forte messaggio civile e morale e, nonostante tutto, di speranza. Hope, appunto, come il nome della missione a cui Rosaria Maria Sciuto ha partecipato nel 1993 in Somalia, devastata da guerre e carestie. Dalla Somalia la poetessa si porta nel cuore, che ancora brucia, echi che sono """"schegge di kalashnikov"""", il kyrie della morte, il pianto di quel bambino di Mogadiscio che, """"vestito già d'ostia"""" splende come un sole e a cui lei avrebbe voluto donare """"un giorno che nasce di luce"""", o le ali di un ibis per volare in alto, sopra la guerra, la fame, la morte e a cui ha potuto regalare """"solo"""" un sorriso. E a questo bambino, che raccoglie le lacrime di mille altri bimbi, Rosaria Maria chiede il coraggio e la forza di """"imparare un'altra volta a vivere"""". Sì, proprio questo, perché dopo esperienze simili non si può riprendere la vita di sempre. """"Se tornerò dalla Somalia""""...ripete la poetessa, scandendo le varie strofe, ognuna delle quali aggiunge dolore al dolore, perché in realtà da lì non è mai partita..."""" (Loredana Borghetto)" -
Dalle stanze del cuore e della mente. (Poesie 2018)
"Cuore e mente, sentimento e ragione accompagnano la nostra vita, determinano le nostre scelte dando risposte a volte contrastanti, a volte in sintonia come appare nelle due raffinate poesie di Felice Serino. O meglio, due """"tele"""", come quelle esposte alla mostra """"La stanza di Mantegna"""" che raccoglieva i capolavori del museo Jacquemart André di Parigi, a cui forse il Poeta si è ispirato scrivendo le sue """"stanze"""": quella del cuore, che custodisce l'essenza primaria e i sogni dell'uomo e quelle della mente che elabora la materia di quei sogni e nelle quali Felice si stacca dalle pareti e si libra fin sotto il soffitto. Leggendo questi versi il pensiero corre ad un altro capolavoro del Mantegna, """"La camera degli sposi"""" del palazzo ducale di Mantova, la famosa """"Camera picta"""" e, in particolare al suo oculo aperto, che ci cattura e ci innalza fino al soffitto, ci spinge oltre alla conquista di spazi nuovi, quelli creati dal pittore e dal poeta in questi versi"""". (Loredana Borghetto)" -
La mia musa
"Caratterizza la poesia di Agron Shele, poeta di nazionalità albanese, in questa sua recente produzione, una ritornante invocazione, costume già in passato molto in uso in siti dell'Italia posti al Sud e in altre parti della nostra Europa. L'assiduo ritornello all'inizio d'ogni strofa, rende vivo l'argomento e ferma più costante l'attenzione a quanto il poeta va dicendo, struttura che compone tutta la creativa sua funzione. Con questo ostentato, poetico assillo si allarga e si va poi espandendo l'eloquio, che pare non dar tregua. È come un'attenzione posta a se medesimo da colui che scrive e tenzona con se stesso, per non lasciar sfuggire l'argomento, toccandolo e tenendolo serrato, per non farlo fuggire. Anche qui colpisce la variegata e spaziosa sua visione, la gestione audace di ogni argomento, le visioni che fanno da giusta componente e pure da cornice. Sono queste a volte tra l'onirico e il reale, portatrici di grosse suggestioni dal fascino improvviso che incantano e formano l'immagine e rendono preziosa la teca dei ricordi. A volte sono immagini figlie di speranze, v'è pure l'ombra sospetta di una delusione, ma nei richiami vige uno spirito indomito del poeta con la sua passione, appannaggio di colui che sa vedere e intravedere pure nelle pieghe più minute, ove altri non vanno..."""" (Ignazio Gaudiosi)" -
Oltre l'alito dei meli in fiore
"Una ventata di freschezza, luminosità e purezza! Versi che in maniera spensierata semplice e quasi cantabile splendono e spandono profumi e sapori d'infanzia/adolescenza con """"vele spiegate su petali di luce e sogni di candide corolle""""; riaffiora l'essere ragazzi, crisalidi in bilico tra l'età adulta già arrivata e l'infanzia che appare già lontana, quando l'esistenza è una promessa, con la felicità di quegli istanti, il rimpianto e le speranze che caparbie si riaffacceranno ad ogni tornante di Vita, riaffiorano con parole dolci anche al palato """"riccioli di burro spalmati su pane verde"""" """"panna spumeggiante a decorare l'immensa frolla di dessert e magie per l'Anima"""" è davvero una magia di parole in cui ritmi cadenzati sanno scavare con leggerezza nel segreto dei sentimenti scoprendo il nocciolo nascosto e universale: la fioritura, l'eterno ritorno, il segreto della Vita. Bellezza, Grazia, Saggezza, le coordinate per comprendere ogni mistero della Vita saranno date a chi avrà """"saputo guardare oltre i monti, il mare, l'alito dei meli in fiori"""". Poetare pregno di dolcezza e delicata sensibilità"""". (Nina Esposito)" -
Ce l'hai il coraggio di leggermi l'anima e non il volto?
"I versi sono grumi di significato, folate di pensieri riflessioni emozioni. Ma che cos'è la poesia per la nostra autrice? Cosa rappresenta, in generale, per chi scrive? """"Poesia è ricordare"""", """"giardino di memorie""""; e ancora: """"Poesia è uno stato mentale"""", uno stato, una modalità dell'essere. E scrittura, scrivere, incidere se stessi su carta o sullo schermo senza cicatrici di un computer, cos'è? """"Scrivere, a volte, è un disperato bisogno""""..."""" (Maria Lucia Riccioli)" -
Virus. Poesie al tempo del coronavirus
Un virus ci costrinse agli arresti domiciliari. Noi, chiusi in casa, il virus libero di circolare da uno a l'altro e da paese a paese, passare indisturbato, infettando a sua esclusiva scelta. Mai avrei pensato di vivere un tempo di pandemia! Il mondo nel panico, sanità (già allo sfascio) andata in tilt; nessuno sapeva cosa fare e ancora non sa. Molti gli infettati e molti i gravi, tanti i morti in solitudine e senza conforto; bare caricate su camion militari, in funebre corteo, verso la fornace. Tante le lacrime e tanto il dolore, molta la paura tra la gente. La vita si è fermata; chiuse fabbriche e pure le scuole, chiuse le attività commerciali e pure i luoghi di culto; obbligo di mascherine e guanti, distanziamento tra la gente, file davanti ai supermercati, accaparramento di prodotti alimentari e igienizzanti. Uno scenario di guerra! Chiusa in casa (io, osservante, son restata in casa), ho scritto una poesia al giorno; mie emozioni, sentimenti ma anche rabbia per gli errori commessi e l'incompetenza dei potenti; dolore e speranza, ricordi e volo dell'anima... ed è nato questo libro, una piccola testimonianza di questo tempo pandemico. Non è ancora finita, il virus continua a circolare; nuovi focolai si sono accesi in alcune zone dell'Italia e, forse, si potrebbe tornare a chiudere nuovamente tutto... ma io, non scriverò più di ""lui"""", lo ignorerò e lascerò volare l'anima alla ricerca della bellezza, perché, d'ora in avanti, nulla più sarà come prima. Vivremo sempre in compagnia della paura e nella diffidenza verso l'altro. (L'autrice)"" -
Una Vespa, uno zaino, un sacco a pelo, un viaggio
"C'è chi si chiede se, con tutti i problemi dell'umanità, con le pandemie e tutto il resto... parlare di viaggi a che serve? A che serve a chi è impossibilitato a muoversi per i più svariati motivi, inclusi quelli fisici? Chi non va in vacanza che se ne fa di leggere racconti di viaggi altrui? Non è frustrante? Io non la vedo così e penso che anche se non si possa viaggiare in maniera concreta... è possibile farlo almeno con la fantasia, alla maniera antica. Far galoppare la mente verso posti lontani e forse sconosciuti sprigiona un certo entusiasmo misto a curiosità. E se si dovesse leggere invece di luoghi già visti, beh la lettura aiuta a far affiorare quei ricordi. Insomma, viaggiare virtualmente non è poi così brutto..."""". (Giorgio Càeran)" -
Lapilli
«L'autore, assediato dall'assenza presente dell'amata, ci racconta delle fughe comuni e delle proprie fughe (che altro sono i passaggi su luoghi che solo rappresentano motivi della diversità e non tappe del nostos?). Ed è un racconto porto con compostezza dai toni dimessi di una scrittura che non dà spazio alla lacerazione, che non ammette né esplosioni né implosioni. Il canovaccio segue le ragioni di una evocazione lenitiva, protesta la propria innocenza - non ammette né estraneità né responsabilità - attraverso la frequente proposta di interrogativi destinati a comporre, a colmare l'assenza, a richiamare in causa e coinvolgere la presenza assente. Le istanze della lirica sono deliberatamente neglette perché la dolenzia, il malessere implicito si impongono rudemente e permanentemente senza consentire quella metabolizzazione dell'esperienza vitale che è postulato necessario alla creazione estetica... ""Lapilli"""" è certamente il resoconto di un excrucior, ma finisce per rappresentare la descrizione di un'attesa definitiva, il cammino fratturato di una lunga lettera d'amore, di devozione. Quando Stella si sarà allontanato dal ricatto della vicenda umana che qui lo avviluppa, quando cesserà o si ridurrà l'intrisione nel soggettivo, allora torneranno a prendere campo quella ricerca, quelle visioni, quelle magie essiccate che emersero e si fecero ammirare nelle prove poetiche di Miraggi e di Datteri Verdi. Fastoso il respiro della prefazione di Gaetano Gangi ed essenziali gli eleganti tipi dell'Editrice Urso.» (Lucio Mariani)"" -
Schegge... di un copione ingabbiato
"Carmela Monteleone sposa il suo disagio di vivere e lo porge garbatamente all'attenzione degli """"altri"""", per fornire una chiave di lettura che faccia luce sulla esistenza di ciascuno di noi. A una prima analisi potrebbe apparire un pensiero pessimista, privo di luce. Ma bisogna scavare. È un po' come imbattersi in quei """"Lied"""" di Mahler che di primo acchito non coinvolgono l'ascoltatore, per poi rendersi conto che la luminosità che sprigionano è fruibile, vera, scevra da additivi emozionali. La scrittrice definisce la vita come """"un immenso tendone"""", quasi fosse un circo dove ciascuno recita il proprio ruolo, bestia o domatore che esso sia. Dietro il nylon della tenda, la paura di vivere, materica, che si scontra con un'anima ferita, ma sempre disponibile a riprendere il volo..."""" (Presentazione Roberto Rubino)." -
Finalmente mi sposo (Tutto quello che non deve succedere durante la celebrazione di un matrimonio, mentre nel Paese imperversa la Lega Nord!)
Il matrimonio si svolge nel 1992, l'anno in cui la geografia politica italiana cambia perché sconvolta dai processi dell'allora P. M. Antonio Di Pietro. Cade la prima Repubblica, scompare la DC e molti potenti uomini politici da Andreotti a Craxi fino a Forlani, per parlare dei più in vista, escono di scena; intanto si affacciano alla politica Silvio Berlusconi e la Lega Nord. Ci troviamo in una città del Nord. -
Ai figli di Marte
«Angelo Rullini, soprannominando la generazione futura, ""Figli di Marte"""", ci pone di fronte ad un amaro quesito facendoci riflettere profondamente e con amarezza, visto il mondo in cui viviamo: Cosa sarà dei nostri figli? Il poeta evidenzia come l'uomo, nonostante gli sbagli passati, non abbia imparato la lezione del """"giusto vivere"""". A cosa sono servite le ceneri del campo di concentramento di Auschwitz? """"Cosa diranno i figli di Marte delle follie che sorvolano i cieli tenebrosi dove le primavere colorate restano sogni"""". Il caos è sul pianeta Terra. La verità è come dice Angelo. L'unica cosa che rimane da fare è """"raccontare loro dei Beatles"""" e del """"rosso tramonto di Ortigia"""".» (Carmela Monteleone)"" -
I colori del silenzio
Il silenzio è il filo conduttore dei racconti che forse hanno un risvolto pedagogico, nonostante l'autrice, con fare schivo, affermi che una simile idea non l'abbia neanche sfiorata. Per lei si è trattato di un'avventura, perché «scrivere è un modo per lasciare un po' di noi dopo di noi». Eppure al di là del racconto, dallo stile fluido, limpido, traspare la voglia di soffermarsi a riflettere sull'importanza della vita, quella vita che sebbene negata, viene custodita, ad esempio, in una notte di pioggia, da un cane, che va vissuta anche se ci sono le nuvole, quelle stesse che offuscavano il cielo dell'amica Carmela e che ciò nonostante lasciavano intravedere un cielo azzurro. (Gabriella Tiralongo) -
Quegli anni di Salerno
"Questo libro è pubblicato in memoria del mio caro Corrado, che tanto mi ha amato, che tanto io ho amato. Contiene episodi di vita della sua prima gioventù, quando tutto nell'uomo è attesa e speranza, sogni di un domani colorato e stupendo. I brani in esso contenuti sono stati, indicati e, in parte, organizzati, da lui stesso, negli ultimi giorni della sua vita e anche il tema della copertina e il titolo fu scelto da Corrado, in questa foto giovanile, insieme ai suoi amici di allora, Sandro e Gianni, a Salerno, (quando ancora non ci eravamo incontrati), seduti su un muretto con le spalle rivolte verso il mare, sul lungomare di Salerno. Sono stati gli amici con i quali condivideva la camera al collegio """"Genovesi"""", amici per la pelle, mi raccontava, e così mi dissero anche loro, da me contattati dopo la sua scomparsa. Questi brani, questi racconti appartengono al tempo dei suoi anni vissuti a Salerno, quando fu mandato dalla madre a studiare, dapprima in collegio e poi in una pensione di via S. Eremita, dove le nostre vite si sono incrociate. Nei racconti si ritrovano i luoghi, le persone e gli accadimenti che caratterizzarono la sua vita in quegli anni."""" (Maria Pina Astuni)" -
Artemisia e altri cinque racconti
"In quest'ultima prova narrativa Vincenzo Fiaschitello affronta temi di scottante attualità, pur se calati in epoche storiche diverse. Un ciclo di sei racconti, sei piccoli gioielli, che offrono al lettore interessanti spunti di riflessione, ambientati ciascuno in cornici spazio-temporali diverse. Sicuramente la varietà è la cifra stilistica che connota questa raccolta, unitamente alla volontà di dare voce a personaggi rivoluzionari ma spesso """"incompresi"""" nel passato e poi rivalutati dalla critica moderna come Edmondo De Amicis, stroncato dalla feroce opposizione del Carducci, che lo aveva stigmatizzato come Edmondo dei languori, o Artemisia Gentileschi, che secondo gli stereotipi di genere del Seicento non poteva essere """"pittora"""". Ciascun racconto è costellato dalla presenza di personaggi minori, protagonisti di excursus in stile manzoniano. La particolare attenzione alla ricostruzione storica, il lavoro di ricerca e indagine certosina fanno di alcuni racconti delle vere biografie; ma anche la presenza di fatti reali attorno ai quali poi si costruisce il racconto, il disastro aereo delle Ande del 13 ottobre 1972, l'occupazione anglo-americana in Sicilia, l'attualissima citazione della pandemia da Covid 19. Insomma fatti reali e luoghi concreti, ma anche un ammiccamento al mondo del fantastico, raccontato con la leggerezza del fanciullino che vive in ogni poeta"""". (Erminia Camarra)"