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A bocca chiusa
Sullo sfondo della piazza rinascimentale di Roccabruna e nei vicoli medievali che da lì si dipartono, la storia di due donne si muove, intrecciando fili alle loro vite, creando spazi per altri personaggi ma occultando dettagli misteriosi che alla fine sono costretti ad emergere dall'ombra e dal ghiaccio. Fra Giuditta e Magda, la colta insegnante di francese e la ragazza popolana e folle, c'è un abisso, che tuttavia le accomuna. I giochi di luce e buio creano fantasmi ovunque e li fanno giocare a uno strano gioco che alterna realtà e apparenza, in un mondo dove i desideri si avverano a pagamento e si lasciano dietro una preziosa collana di perle barocche con una vespa incastonata nel fermaglio. -
Già vinti nel cuore. Un carteggio famigliare (1936-1944)
"Le vicende di una famiglia e di uomini della terra d'Abruzzo, nella loro chiara filigrana, ci permettono di scorgere, comprendere meglio e amare di più - perché la percepiamo reale e precisa, proprio nei dettagli unici e irreplicabili della vita di ogni persona - quella che è stata la storia dell'intero Paese durante gli anni finali del fascismo e in quelli della costruzione della democrazia italiana."""" (dalla Presentazione di Lorenzo Ornaghi). La famiglia di cui si parla è quella dei fratelli Mancini, partiti dalla campagna abruzzese allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Gli autori principali del carteggio sono Giovanni Armando e Antonio; del fratello Luigi rimangono purtroppo poche lettere, insufficienti per una biografia giovanile." -
Storie di lettere. Alla scoperta di carte e carteggi più o meno celebri
Nella pur lunga e travagliata storia delle relazioni umane e degli scambi di pensiero tra le persone, uno dei mezzi che ha contribuito ad accordare dignità al pettegolezzo, è senz'ombra di dubbio, la corrispondenza epistolare. Non c'è dato sapere quando, dove e da chi ha avuto origine tale forma di comunicazione, né mio intendimento è tracciarne una storia, anche se pur sommaria, ché il tempo mi sarebbe nemico. È fatto innegabile, tuttavia, che la fortuna della corrispondenza epistolare è sottoposta a variabili: il buon funzionamento dell'ordinamento postale, una grafia decifrabile, la tassa d'affrancatura. A tal proposito, vale la pena ricordare che Charles Robert Darwin, iscrittosi ad un corso di Scienze Naturali per corrispondenza, dovette rinunciarvi per l'improvviso rincaro dei francobolli. Un'ultima, ma non per questo meno trascurabile, variante nella fortuna della corrispondenza epistolare è costituita dall'improvviso decesso del destinatario o del mittente o, peggio ancora, di entrambi. -
Ritorno alla letteratura. Saggi e testimonianze su «Retour à Zanzibar»
La fine della letteratura e la morte del romanzo, sentenziate con grandi contraddizioni dall'avvento del Surrealismo e con la pubblicazione dell'Ulisse di James Joyce, vanno oggi sicuramente intese non come atto finale, bensì come indispensabile necessità di rinnovamento. I curatori di quest'opera, François Proïa e la scrivente, hanno scelto, come esempio canonico, il romanzo Retour à Zanzibar (Éditions du Rocher/""Littérature"""") di Gabriel-Aldo Bertozzi, raccogliendo, in guisa di tesi, una silloge di saggi e testimonianze, molti di grande rilievo come i loro autori, per indicare tale innovazione. Non si tratta pertanto di un tentativo di recupero (sempre sterile come tutti i neo-, post-), ma, in un'epoca assopita dal silenzio delle ideologie e utopie, di un ritorno iniziatico."" -
Il pellegrino spagnolo
Il 7 ottobre 1571 è il giorno della battaglia di Lepanto, ma è anche il giorno in cui un misterioso pellegrino spagnolo arriva a Montefalco, un piccolo borgo umbro da cui si gode la vista di tutta la vallata. Gli occhi del pellegrino sono però offuscati dalla malattia e dalla sofferenza. Magro, stremato, dopo aver attirato su di sé la malevola attenzione di Gesuina, una vecchia pettegola con fama di menagramo, l'uomo trova accoglienza nella chiesa di sant'Agostino, dove avverrà il primo di una serie di avvenimenti all'apparenza inspiegabili. Il destino di questo spagnolo dall'oscuro passato si intreccia con quello di una giovane modella veneziana, dei briganti, dei frati, del papa, degli eroi di Lepanto e di alcuni pittoreschi abitanti del borgo, ciascuno con i suoi tic, le sue stramberie, le credenze superstiziose, la generosità e le debolezze dei cuori semplici ma nitidamente, squisitamente umani. La narrazione si fa corale e diventa un'arguta, vivace commistione di sacro e profano, con esiti a volte commoventi e a volte comici. -
La stanza buia
Sulle alture che delimitano il corso dell'Hudson, nei dintorni di New York, sorge l'antica dimora di Mordance Hall. Strani personaggi vi abitano: Richard Pride, un aristocratico settantenne, la moglie Miriam, avida lettrice di Baudelaire e appassionata di astrologia, Janet, la giovane figlia irrequieta, Wilfred Hough, lo stralunato segretario, due serve adepte del vudù e Tod, il sinistro cane da guardia. È in questa cornice decadente che appare all'improvviso il musicista trentenne Oscar Fitzalan, incaricato di assistere il padrone di casa nelle sue misteriose ricerche. Pride, difatti, è convinto che con l'aiuto della musica e di altri stimoli psico-sensoriali sia possibile far riemergere dalla ""stanza buia"""" della memoria tutti i ricordi e i singoli momenti dell'esistenza di un individuo. Egli, inoltre, ha raccolto in un archivio labirintico un'immensa documentazione sui vari momenti del proprio passato. Oscar verrà coinvolto ben presto in un'ambigua relazione sentimentale con Janet e Miriam e nella rete di intrighi che lega l'uno all'altro gli abitanti di Mordance Hall."" -
L'atto creativo in Baudelaire
Con un taglio filosofico inedito l'autrice si propone di rimeditare qui la ricezione dei ""Fiori del male"""" scavalcando la dicotomia di Spleen e Idéal su cui tanta critica ha incentrato le proprie analisi. L'indagine stringe il fuoco sui modi di creare in Baudelaire e ne ricostruisce, a suo modo, la fenomenologia. A segnare i margini estremi del dualismo nativo di Baudelaire non sono, come sembra, i due poli che pur intitolano la prima e più lunga sezione del suo canzoniere. Dietro quelle due celebri istanze, secondo la filosofa, è possibile ravvisare un'altra """"polarizzazione"""" che fa filare l'anima baudelairiana da un capo all'altro del telaio artistico: quella tra essere e divenire, tra stabilità e alterazione, tra esistenza costruita, perfetta ma impersonale, ed esistenza vissuta, imperfetta ma personale."" -
Girandole sui balconi
Una stupida ramazza, insulsa irruzione di concretezza nella realtà, sembra approdare a un significato e un messaggio per la vita di Bianca. Nel breve delirio di amor panico che attraversa Francesco prima della sua morte improvvisa c'è un'immagine estremamente concreta e apparentemente avulsa dalla storia. Le girandole sui balconi. ""Perfino questo sembra voler significare qualcosa,"""" si dice Francesco, ed è una delle ultime cose che ha avuto il tempo di dirsi. Le girandole di Francesco e la ramazza di Bianca sono il contraltare materiale della loro astrattissima scelta di amare, il parallelismo simbolico di un loro inevitabile, atavico percorso umano, come l'immagine finale del fiume che non può essere deviato dal suo corso, o quella della stessa ramazza che di fase in fase nella vita di Bianca converge ineluttabilmente verso un significato ultimo, finale."" -
In bilico tra filosofia e letteratura
Con riferimento principalmente all'area italiana e francese del Novecento e facendo perno di volta in volta su un libro mirato, questa raccolta di saggi mette in comunicazione filosofia e letteratura, alla ricerca di un dialogo che non ibridi l'autonomia delle due discipline. Scandite nei primi quattordici capitoli introdotti dalla Presentazione, sfilano così riflessioni su temi che vanno dal destino del paradosso tragico quando la sua dimensione letteraria venga riletta in chiave filosofica all'ironia logica di un autore come Achille Campanile. Dalla reversibilità del tempo in un racconto di Gianni Rodari alla provocazione di un elogio estetico dell'ipocrisia. Dal linguaggio del ""dispendio"""" del filosofo e narratore Georges Bataille, approfondito poi quale interprete di """"Cime tempestose"""", al rapporto tra essere ed esistere lambito nel Cavaliere inesistente di Italo Calvino e in un saggio del critico e conteur Maurice Blanchot. Dalla bontà """"politica"""" di poter morire, attraverso il grottesco di José Saramago, al commento di due romanzi di Umberto Eco, uno dei quali ha indotto a uno scandaglio del grado di autonomia dei personaggi letterari all'interno della diegesi."" -
Paesaggi con figure (Chieti e Francavilla al mare)
Ogni evento, anche minimo, di questo libro è arricchito da una messe di notazioni paesistiche, filtrate dall'occhio attento e partecipe dell'autore. Il tempo degli eventi è dilatato, una sorta di musica accompagna l'andare del Nostro, nella cui mente il pulsare di un treno diventa un susseguirsi armonioso di battiti e sussulti, di dattili e di spondei, di rime, allitterazioni, assonanze. Il gioco tra stimoli sensoriali e immaginazione crea empatia tra l'autore e la realtà che descrive, ma anche con il lettore, il quale sta al gioco, si lascia condurre dalla propria immaginazione, crea in sé spazi di pensiero per poi tornare alla pagina scritta con rinnovato interesse. L'autore scopre dietro le immagini della realtà banale e quotidiana valenze segrete, insospettate quasi. -
Gabriele D'Annunzio nelle lettere a Giancarlo Maroni (1936)
1936. È l'anno della guerra d'Africa, dell'Agro redento, dei Littoriali e degli Agonali, mentre si celebra il decennale dell'Opera Barilla e il 13° della costituzione della Regia aeronautica. Due premi Nobel - Pirandello e la Deledda - muoiono; ad Arequipa in Perù nasce Vargas Llosa, che riceverà il Nobel nel 2010. Mussolini annuncia il piano regolatore dell'economia e la riforma costituzionale. Galeazzo Ciano è ministro degli esteri, Lessona delle colonie, Lantini delle corporazioni. Alla stampa e propaganda va Dino Alfieri, cui d'Annunzio invia tramite il fidato Maroni alcuni ""messaggi"""". Un altro messaggio il fante carsico pescarese invia proprio al fante rivano GianCarlo Maroni, """"magister de vivis lapidibus"""", collaboratore e fratelmo, il """"custode del fuoco"""" in grado di parlargli delle vie terrestri e di quelle celate. A maggio, tramite un medium, la Duse rassicura il poeta dall'aldilà: gli spiriti non soffrono la gelosia. Il Giro d'Italia fa tappa a Gardone. Vince Bartali, premiato da d'Annunzio senza entusiasmo. """"Io stimo questa pubblicità - scrive - una Calamità."""""" -
Ragione e fede dopo le mitologie intorno al progresso
"Per diventare leggibile dagli allarmati spettatori della presente crisi spirituale e civile, la definizione del pensiero postmoderno deve essere aggiornata ossia tener conto dell'evidente derivazione del tenebroso pessimismo d'oggi dall'illuminato ottimismo di ieri. Incombe infatti il rischio che una critica anodina al catastrofismo imperante nelle leggi abortiste, eutanasiste ed omofile, suggerisca al clero cattolico di cercare sostegno nelle idee del mondo moderno e perciò impedisca di vedere la discendenza del regressismo thanatofilo dal progressismo dei filosofi illuminati, che hanno perfezionato l'eresia di Lutero e di Enrico VIII. L'ostinazione con cui i teologi modernizzanti proclamano e incensano le immaginarie ragioni del dialogo con gli eredi dell'errore luterano e anglicano e con i continuatori delle spente ideologie, testimonia la gravità del danno causato al pensiero cattolico dall'inavvertenza della continuità dell'errore moderno nel nichilismo oggi trionfante""""." -
Palummella
Questa non è la storia di una donna né di una farfalla ma di una trasformazione e di un ritorno che si compiono attraverso le vite di personaggi legati dal filo invisibile di un unico destino. Dalla primordiale Cosima, caotica e feconda istintività da cui si dipana il mondo femminile di questa storia, alla leggerezza strutturata di Florentina ultimo tassello di un mosaico il cui senso apparirà distinto solo alla fine, prende forma questo essere cangiante che percorre in volo il tempo. Palummella è l'impalpabile provvidenza o forse semplicemente la speranza che porta a convergenza gli eventi anche quando tutto sembra irrimediabilmente perso. Sullo sfondo una Napoli postunitaria, prostrata dal nuovo governo piemontese, alla quale solo qualche fortunato come Francesco Morra riesce a far ritorno dalle Fenestrelle, fortezza-lager dei Savoia. Uomini e donne restituiti dall'onda in tempesta alla stessa spiaggia alla quale erano stati iniquamente strappati o dalla quale erano inizialmente partiti. Tutto si compone trovando l'unica via percorribile nel labirinto dell'ignoto. -
Afrodisia
Sull'Acropoli di Atene una storia già antica riprende vita dalle parole di una donna. Nel momento di massimo splendore e potenza di Atene, tra le sue strade si snoda la vicenda di Afrodisia la bella, raccontata dalla voce di un'altra donna, Corinna, che molti anni dopo la fa rivivere nella memoria. La storia personale di Corinna trascolora in una trama speculare nelle vicende di Afrodisia e il racconto di una vita si allarga a descrivere un intero periodo storico: la Grecia al tempo di Pericle. Quel luminoso passato fa da contraltare al trascorrere di un tempo presente difficile: le donne e le bambine riunite sull'Acropoli hanno l'incarico di preparare la veste sacra per Atena, la dea eponima della città. Esse stanno vivendo, anche se di riflesso, come è consentito alle donne, la fine della democrazia Ateniese. Le libertà fondamentali sono state eliminate, il potere è in mano a personaggi che lo usano per interessi personali. Ovunque impera la corruzione morale e l'asservimento a potenze straniere; una pericolosa guerra civile sta devastando una civiltà... -
Sulla traduzione. Itinerari fra lingue, letterature e culture
Questo libro è il frutto di una riflessione comune sulla traduzione in tutti i suoi aspetti; linguistici, letterari e culturali. Fin dal titolo, ""Sulla traduzione. Itinerari fra lingue, letterature e culture"""", l'obiettivo dichiarato è quello di sondare l'identità plurale della traduzione e di allargare il campo degli studi sul genere alle influenze di altre discipline umanistiche. La pratica linguistica della traduzione ha infatti, in senso ampio, giocato un ruolo fondamentale per la costruzione delle nostre culture contemporanee ed è destinata, senza dubbio, ad assolverne uno ancora maggiore in un mondo in movimento, nel quale il contatto tra lingue e culture diverse è costante, e siamo chiamati a vivere, a parlare, a scrivere, per usare le parole di Édouard Glissant, """"in presenza di tutte le lingue del mondo"""". La divisione del volume in due parti, la prima dedicata alla pratica della traduzione letteraria e la seconda consacrata alla traduzione come processo culturale, non vuole riflettere una presunta separazione tra pratica della traduzione e aspetti culturali che essa comporta, mobilita e da cui è influenzata."" -
La fanciulla ermafrodita. Lettura emotiva dell'opera poetica di Daniele Giancane
In questo testo viene ripercorsa la vicenda poetica di Daniele Giancane, autore meridionale che - sia pur esprimendosi anche attraverso altri itinerari (la letteratura per l'infanzia, la saggistica, il teatro) - ha compiuto ininterrottamente una profonda e acuminata ricerca sul corpo della parola. Come avverte l'autrice dello studio Angela De Leo, la poesia di Giancane si è sempre presentata come parola/diario dell'esistenza, esperienza di vita, sguardo sorpreso (e sospeso) sull'altrove. Per Daniele Giancane la poesia non è costruzione puramente letteraria ma adesione emotiva al mondo. Angela De Leo ripercorre con estrema lucidità critica l'iter di Giancane, dalle prime prove alla fine degli anni Sessanta, attraverso poi una poesia urlata sulla scia della beat-generation, sino alla pacatezza dell'ultima produzione, in cui s'avvertono l'inesorabile fluire del tempo, la precarietà degli affetti, la dimensione rarefatta tra sogno e realtà. -
Tetun. La lingua di Timor Leste
La lingua tetun è una lingua austronesiana che ha avuto una certa diffusione nella ex-colonia portoghese di Timor. Essa si parla in forma nativa nelle zone centro orientali dell'isola, in cui esistono ufficialmente diciotto altre lingue, tra cui lingue austronesiane, come il mambai e il galoli, e altre imparentate con le lingue della Nuova Guinea, come il makasae e il fataluku. Il tetun fu usato come lingua veicolare e propagandato dalla chiesa cattolica, così mentre a ovest, nella porzione indonesiana dell'isola, si diffuse il bahasa Indonesia, a est - oltre al portoghese - il tetun divenne lingua franca in una forma semplificata detta anche Tetum-Praça. Il tetun è oggi parlato almeno come seconda lingua da quasi un milione di persone a Timor Leste e altrove e ha avuto un rilancio dopo il referendum del 1999 che ha sancito l'indipendenza del paese e la fondazione del nuovo stato che dal 2001 ha aperto le frontiere al turismo. -
Storia del progetto politico alternativo dal MSI ad AN (1946-2009). Vol. 2/1: L' alternativa al sistema (1970-1979)
Ampio spazio viene dedicato al ruolo del Corporativismo nella realizzazione di tale Progetto, grazie alla fondazione della ""Rivista di Studi Corporativi"""" da parte dell'autore (1970) e dell'Istituto di Studi corporativi (1972). Imponente e molto significativa, fu negli anni della segreteria Almirante, la mole di elaborazioni culturali e politiche dell'Istituto diretto da Gaetano Rasi, con interessanti aperture alle esperienze corporative, o di """"terza via"""", nel mondo tedesco e in quello scandinavo. Disponendo di un amplissimo archivio personale, Rasi ci offre con questo libro una lettura inedita del Msi, grazie all'utilizzo di riviste di settore e documenti ufficiali del Partito, oggi introvabili. Il testo svolge anche una funzione pedagogica per le nuove generazioni, affinché conoscano la vera storia delle posizioni del Msi in campo economico e politico, e le tesi da esso proposte, al di là della """"damnatio memoriae"""" che da sempre colpisce questa parte politica. Dall'analisi emerge poi, come il Partito abbia avuto ragione di esistere solo fintanto che ha seguito il progetto dottrinale e culturale legato al Corporativismo."" -
Stefano Ferrante. «Il trionfo della Divina Provvidenza»
"Stefano Ferrante, rimosso quasi del tutto dai quadri della cultura regionale fu, invece, un autore fra i più avveduti del Settecento e fra i più aperti a discutere la realtà e i significati della natura, della ragione, della politica e persino dell'arte, in un contesto in cui il possesso delle idee e l'uso della riflessione critica marcavano davvero la differenza e fornivano le chiavi di accesso ai modelli europei, cioè a quei complessi sistemi nei quali si andava articolando la sensibilità moderna e si tentava con inedito fervore la congettura del """"nuovo"""", l'arguzia delle identità """"altre"""" e l'audacia dei più larghi e coloriti orizzonti sia linguistici che dei saperi. Merita dunque più di un plauso Rocco Fatalia Gargarella che, in questo libro, ripropone la figura di quell'uomo e richiama l'attenzione a quella sua vicenda culturale che seppe dialogare - senza sudditanze e senza remore - con le voci più accreditate della filosofia, dell'estetica e del pensiero teologico di quegli anni, trovando anche modo di restare se stesso e di dar corpo ad una scrittura del tutto originale, espressa soprattutto con i registri e con le forme della poesia.""""" -
Di un certo consenso al dolore
Il trattato ""Di un certo consenso al dolore"""" di Georges Blin, curato da Giuseppe Grasso, viene presentato qui per la prima volta in versione italiana. Si tratta di un testo del 1944 dove l'autore ricostruisce una personale """"teoria del dolore"""" di cui percorre i territori con estrema abilità. Si tratta di un lavoro pionieristico, non privo di una sua utilità sperimentale oltre che dimostrativa. Il dolore, visto come un'esperienza inalienabile, è attivo e volontario e deve essere distinto dalla sensazione. Questa la tesi di Blin per il quale la sofferenza, che non è solo un patire ma è anche un agire, presuppone attenzione e interpretazione intellettuale e perciò, effettivamente, """"un certo consenso"""". A sostegno delle proprie idee egli si ricollega a René Le Senne che interpreta il dolore come """"contraddizione"""", un'incrinatura non insuperabile e che anzi deve essere superata. Pagine interessanti sono dedicate allo stretto legame che unisce conoscenza e sofferenza, la cui """"fitta"""" altro non è che il """"pungolo"""" dell'intelletto. A confermare il carattere """"intellettivo"""" del dolore è il """"dialogo"""" che intrecciamo con esso. Più conosciamo, dunque, più soffriamo.""