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Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 2: fase danese-Olandese (1625-1629), La.
La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648). Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 3: fase Svedese (1630-1635), La.
Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero. -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 4: fase Francese (1636-1648), La.
Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero. -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 5: ultimi scontri e la pace di Westfalia, Gli.
Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero. -
Panzerknacker. Uomini contro carri. Armi, uomini, decorazioni. Nuova ediz.
Tutto ciò che volevate sapere su: Lotta contro i carri, I fucili anticarro, Il Panzerfaust, Il Panzerschreck, Le tattiche di combattimento individuale, I dieci comandamenti del Panzerknacker, Il distintivo per distruttore di carri, Lista decorati Waffen SS, Uomini contro carri. -
La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. Gli eserciti contrapposti: Savoia, Spagna, Austria. Vol. 21: esercito spagnolo nel 1717-1720 e la guerra per la conquista e la difesa della Sardegna...
Questo secondo libro sulla Guerra di Sardegna e di Sicilia (1717-1720) (a sua volta diviso in due tomi) si incentra sulla partecipazione dell'esercito spagnolo alla vicende della guerra, combattuta per quasi quattro anni sulle due isole mediterranee, sulla sua organizzazione e le sue uniformi. Il primo volume della serie (già pubblicato) ha delineato nell'insieme la situazione complessiva entro la quale si sono svolti gli eventi del conflitto ed ha trattato l'evolversi delle vicende, viste dalla parte sabauda, mentre il terzo volume riguarderà l'esercito austriaco e la flotta britannica. -
Vecchie e nuove storie
In questo volumetto di racconti, pubblicato nel 1895, De Marchi ne dipinge davvero di ogni colore: ci mette un po' di sangue, qualche schizzo di fango, il biancore dei paesaggi innevati e il verde delle campagne attorno alla città. Aggiunge la ruggine di qualche malaffare, ma bilancia con chiari tocchi d'umorismo e un impianto scenico sempre ben definito e accattivante. -
Zitadelle. L'SS Panzer-Korps all'attacco. Luglio 1943. Nuova ediz.
A settanta anni esatti dalla battaglia di Kursk, forse il più grande scontro di mezzi corazzati di tutta la storia, abbiamo voluto ricordare l'evento, con una nuova pubblicazione, prima della nuova serie dei nostri numeri speciali, dando ampio spazio soprattutto alle foto dell'epoca, per poter rivivere quasi da vicino quei tragici e terribili eventi, quasi 'toccare' con mano il campo di battaglia, attraverso gli scatti dei corrispondenti di guerra tedeschi, al seguito dei reparti SS: Max Büschel, Cantzler, Grönert, King, Friedrich Zschäckel e tanti altri. Foto di uomini, armi e mezzi, ripresi sul campo di battaglia, prima, durante e dopo gli scontri, durante i rari momenti di pausa, 'bloccati' per sempre sulla pellicola fotografica, vere e proprie testimonianze di storia militare. Una eccezionale documentazione fotografica, che speriamo potrà essere utile agli storici, agli studiosi di militaria e agli stessi appassionati di modellismo, che potranno attingere nuove idee per i loro figurini, modelli e diorami. Alcune foto sono già conosciute, ma noi ci siamo sforzati di inserire laddove è stato possibile anche del nuovo materiale, sicuramente inedito... -
La battaglia di Montaperti. Storia e cronaca di una battaglia del Duecento. Vol. 1
Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano. Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del medioevo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini - escludendo gli alleati guelfi - furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. La battaglia fu ben più che un episodio come tanti altri delle contese municipali tra le due città toscane: dal trionfo dei fuorusciti derivò la rovina del Popolo Vecchio, il governo nato con la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente ritorno ghibellino. -
La battaglia di Montaperti. Storia e cronaca di una battaglia del Duecento. Vol. 2
Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano. Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del medioevo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini - escludendo gli alleati guelfi - furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. -
I goumiers in Italia. Lazio 1944: realtà e leggenda dei più famigerati combattenti della campagna d'Italia
"Zidouh 'l guddem! En avant!"""" era il grido di battaglia dei Tabors marocchini del Corps Expéditionnaire Français d'Italie, in grado di gelare il sangue tanto ai tedeschi quanto alle popolazioni civili del Basso Lazio e della Toscana meridionale. Tra le truppe che combatterono in Italia, i goumiers marocchini sono quelli che hanno lasciato un solco indelebile nella memoria della gente della Ciociaria, del Lazio e della bassa Toscana. Immortalati dal romanzo """"La Ciociara"""" di Moravia e dal film di De Sica con Sophia Loren, gli stupri e le violenze commessi dai coloniali francesi del Corps Expéditionnaire Français d'Italie hanno offuscato il ricordo dei combattimenti sul fronte della linea Gustav e fatto nascere il termine marocchinate. Intorno a questi soldati berberi vestiti con la djellaba e il bournus sono nate innumerevoli leggende, e anche i numeri delle violenze loro attribuite hanno raggiunto cifre altissime: si è scritto sino a sessantamila violenze sessuali." -
Il duca della vittoria. Armando Diaz e la relazione ufficiale sulla battaglia di Vittorio Veneto. Nuova ediz.
Nel silenzio che circonda il centenario della Grande Guerra- silenzio tutto italiano, come ci si vergognasse di aver vinto! non certo in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e perfino in Australia e Nuova Zelanda- c'è un silenzio ancora più profondo che riguarda il generale Armando Diaz e la terza battaglia del Piave, meglio nota come battaglia di Vittorio Veneto. Questo lavoro, dell'autore di Luigi Cadorna. Una biografia militare, cerca di colmare le due lacune integrando un profilo biografico di Ar-mando Diaz, il Duca della Vittoria, con la Relazione Ufficiale sulla battaglia compilata dal comando Supremo, un lavoro assai dettagliato e, cosa degna di nota, assai corretto dal punto di vista storiografico, senza troppe concessioni alla retorica ed allo spirito del tempo, tanto che può essere ancor oggi letta con il massimo interesse, ed i bollettini di guerra dal 24 Ottobre al 4 Novembre... -
I colori dell'amicizia. Issiakhem: mano monca, immaginario in fiamme. Catalogo della mostra (Milano, 29 novembre-14 dicembre 2018). Ediz. italiana, araba e francese
"Mio cugino Emilio e io siamo cresciuti, grazie allo zio Ignazio, con il mito dell'Algeria e quando da giovani adulti abbiamo potuto visitarla, ne siamo stati ampiamente ripagati. Questa terra meravigliosa ci è rimasta nel cuore e con essa la sua cultura. E quando lo zio Ignazio ha dovuto abbandonarla, dopo venticinque anni e con la morte nel cuore, ne abbiamo condiviso i ricordi. Da lì è partita la scoperta, meravigliosa, di un periodo culturale straordinariamente fecondo, quello dell'Algeria indipendente e degli uomini di cultura che hanno fatto rifiorire un mondo che era stato per troppo tempo sepolto dalle oscure ragioni della storia. E ancora, la scoperta dello strettissimo rapporto avuto dallo zio Ignazio con Mohamed Issiakhem e con altri pittori e uomini di cultura algerini, l'incontro con Benamar Médiène, la voglia di far qualcosa per presentare a tutto il mondo le loro opere, per far sì che non venissero dimenticati.""""" -
La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. Gli eserciti contrapposti: Savoia, Spagna, Austria. Vol. 22: esercito spagnolo nel 1717-1720 e la guerra per la conquista e la difesa della Sardegna...
Nella trattazione, in tre parti, delle vicende che ebbero luogo nelle isole di Sardegna e di Sicilia tra il 1717 ed il 1720 si presenterà lo svolgersi delle operazioni militari che videro contrapposti l'esercito e la marina spagnola e quelli austriaci e sabaudi e un'analisi delle forze militari impiegate. Filippo V Borbone, Re di Spagna, non si era rassegnato alla situazione che si creata alla fine della guerra per la successione spagnola, che aveva visto l'occupazione da parte degli austriaci dei possedimenti spagnoli in Italia (Milano, Sardegna, Regno di Napoli e quello di Sicilia ceduto a Vittorio Amedeo II di Savoia) e, alla prima occasione (l'impero austriaco era impegnato in una durissima guerra contro i Turchi) inviò un fortissimo corpo di spedizione, che occupò un dopo l'altra la Sardegna e la Sicilia. Le potenze garanti dei trattati di pace del 1714 e dell'assetto che ne era conseguito (in primis la Gran Bretagna e la Francia) reagirono. La Gran Bretagna inviò una potente flotta nel Mediterraneo, che ribaltò il rapporto di forze e praticamente impedì che l'esercito spagnolo nelle due isole potesse ricevere soccorsi.... -
La congiura dei Pazzi
Firenze, A.D. 1478. La città più ricca d'Europa è governata da famiglie di mercanti e banchieri che ospitano e foraggiano i migliori artisti d'Italia. Sontuosi palazzi ospitano collezioni di capolavori scultorei classici e tele dipinte da geni come Botticelli e il Pollaiolo. Dame che prestano il loro volto alle raffigurazioni della Beata Vergine passeggiano per eleganti giardini, mentre i loro ricchi mariti ammassano fortune tra banchi e scrittoi lavorati dai più abili intarsiatori. Tra le ombre, invece, i congiurati affilano i pugnali. Su quella che nominalmente dovrebbe essere una repubblica regna da un ventennio una sola famiglia, i Medici, sovrani non nel nome ma nel concreto. La giovane età del nuovo capo-famiglia, Lorenzo de' Medici, lascia però sperare ai suoi nemici che si tratterà di un avversario non troppo difficile da abbattere. Il vecchio Jacopo de' Pazzi tesse le sue trame, trovando un inaspettato appoggio in Sua Santità papa Sisto IV, nel di lui nipote Girolamo Riario e nel duca Federico di Montefeltro. Quello che ne consegue è la congiura dei Pazzi, il fatto di sangue più noto nella storia politica del Rinascimento italiano. -
«Ils sont fort, ah, oui, ils sont forts». Il piroscafo Artiglio e le sue conquiste
"Ho scelto questo titolo, un'affermazione del capitano del vaporetto che portò David Scott, giornalista del Times di Londra, a bordo dell'Artiglio, perché mi sembra che questa frase sia molto efficace, e riassuma benissimo come l'equipaggio dell'Artiglio appariva, non solo al vecchio capitano bretone, ma al mondo intero. Uomini forti, tenaci, capaci, intelligenti e coraggiosi. Uomini che sono riusciti ad arrivare la dove nessun altro era mai arrivato. Uomini che sono diventati eroi, leggende. Ma di cui purtroppo si rischia di perdere la memoria. Era tutto finito. Quel 7 dicembre, i migliori palombari che mai abbiano solcato i mari erano scomparsi, assieme alla loro nave, e alla speranza di portare a termine quell'impresa che li stava facendo conoscere a tutto il mondo. Forse avevano osato troppo, ma d'altronde era tipico loro. L'avevano addirittura scritto lungo il ponte di comando: memento audere semper, ricordati di osare sempre. Mantennero la parola fino alla fine, questi uomini straordinari..."""" (L'autore)" -
L' esercito del regno italico (1805-1814). Vol. 2: cavalleria, La.
In questi tempi celebriamo i centocinquant'anni dell'unità d'Italia, avvenuta come noto il 17 marzo 1861. Processo avvenuto a termine di quel lungo percorso storico noto col nome di Risorgimento. Tuttavia un primo seme di italianità, e non solo nella denominazione, si ebbe con la nascita, nel 1805 del Regno Italico, stato a sua volta figlio delle repubbliche Cisalpina, Cispadana e altre fiorite a seguito della Rivoluzione francese. Quel ventennio napoleonico portò in Italia gioie e dolori, fu un periodo complesso che tuttavia concorse grandemente, grazie all'affermazione degli ideali rivoluzionari e di fatto grazie all'affermazione tramite la legislazione pubblica voluta da Napoleone, dello stato di diritto. -
La battaglia di Anzio. L'Operation «Shingle» (gennaio 1944). Ediz. illustrata
Questo libro, composto da decine di immagini rare e restaurate, è dedicato alla grande operazione anfibia condotta dagli Alleati nel corso dell’operazione denominata Shingle (ciottolo) che ebbe inizio il 22 gennaio del 1944, nell’area di Anzio e Nettuno in prossimità della capitale italiana. Con moltissime immagini ricche di note, il libro mostra l’evolversi dello scontro di quei primi giorni del 1944, quando sbarcarono ben 36,000 uomini e 3,200 mezzi militari. L’opposizione tedesca fu minima quel giorno, e le perdite alleate irrisorie, ma tutto cambiò nei giorni successivi... -
La battaglia di Desio 1277. L'ascesa dei Visconti e la sconfitta dei Torriani. Ediz. illustrata
L'ascesa dei Visconti e la sconfitta dei Torriani Era una fredda notte del 21 gennaio 1277 quando una folta schiera d'armati, sui cui stendardi garriva la biscia viscontea, faceva inaspettatamente irruzione all'interno della cerchia murata del villaggio fortificato di Desio. A guidare gli incursori vi era l'arcivescovo di Milano Ottone Visconti, deciso a chiudere definitivamente la partita con i guelfi Torriani, signori, fino a quel momento, di Milano. Sebbene la battaglia si risolvesse in una serie di violenti scontri lungo le vie e le piazze cittadine, senza avere un preciso andamento tattico, la contesa notturna vedrà, una volta per tutte, il trionfo del partito ghibellino guidato dall'alto prelato milanese. Quest'ultima fazione era, fino alla battaglia di Desio, il partito più debole nella lotta, reduce da diverse sconfitte subite precedentemente e con un seguito limitato a un gruppo di fuoriusciti ghibellini. Lo scontro non era solo tra guelfi e ghibellini fuoriusciti ma, soprattutto, tra due famiglie: i Visconti e i Della Torre, o Torriani. In una circostanza in cui la fazione ghibellina, filo-imperiale, era guidata da un alto prelato, l'arcivescovo di Milano... -
L' esercito romano da Romolo a re Artù. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2: Da Augusto a Caracalla (30 a.C.-217 d.C.).
Il secondo volume sull'esercito romano, dove si racconta la storia delle legioni imperiali del periodo classico, durante il quale l'Impero raggiunse il massimo della sua estensione territoriale. Attraverso 16 splendide tavole a colori e numerose illustrazioni, vengono raccontate le tattiche, le battaglie e le vite dei generali che fecero grandi le legioni di Roma.