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Concorso letterario Racconti-amo. 1ª edizione
Questa antologia di racconti chiude il cerchio della prima edizione del concorso letterario ""Racconti-amo"""", organizzato dall'Agenzia letteraria Ponte di Carta e dalla Casa editrice Valletta Edizioni. I partecipanti sono stati invitati ad inviare componimenti a tema libero e, tra i tanti racconti arrivati in redazione, i migliori dieci sono stati selezionati per dare vita a questa raccolta. Lo spirito che ha guidato il lavoro di squadra di Ponte di Carta e Valletta Edizioni è stato quello di dare voce a chi ama scrivere, a chi ama mettersi in gioco e partecipare alla realizzazione di un piccolo miracolo, come può essere quello di una raccolta di racconti che prende forma in maniera quasi indipendente da quanti l'hanno pensata e voluta. Lo spirito, come sempre, è stato quello di contribuire ad alimentare la passione per la lettura e per quella meravigliosa forma d'arte che è la scrittura."" -
Eppur si muore
Bologna, Italia, futuro prossimo. Qualcosa è cambiato nella vita di tutti quanti, a seguito di quella che le persone chiamano semplicemente La Rivoluzione. Tutti ricordano come è cominciata: fu a causa di un libro. Un libro che parlava di come sarebbe stato il nostro futuro, un libro che parlava di cosa avremmo dovuto fare. Quel 13 Giugno di pochi, pochissimi anni fa ha portato a un nuovo ordine, una nuova calma. Una nuova democrazia del tutto simile a quella precedente, ma molto più efficace. Almeno in apparenza. Di tanto in tanto, qualcuno riceve un invito a cena dal Circolo. C'è chi ne ha già sentito parlare e chi ancora non sa che il Circolo ha un ruolo fondamentale nel mantenere i nuovi equilibri di questo Paese rinnovato. Sembra una normale cena ma loro sanno bene come giustificare le proprie azioni. Così, qualsiasi tipo di crimine è stato quasi azzerato. Quasi. -
Ultime ore a Roosendaal
Il tema della fuga è il filo conduttore delle vicende narrate in ""Ultime ore a Roosendaal"""", un romanzo lungo sessant'anni. Salvatore è un giovane che fugge dalle leggi razziali del fascismo. Renato è un bambino che cerca di sfuggire alle sue paure. Dinetto è un ragazzino che fugge da quelle che crede siano le sue responsabilità. Willy è un uomo che fugge da se stesso. Ad unirli c'è l'infanzia trascorsa al Dono, un centro di accoglienza per orfani di guerra e per quanti hanno bisogno di aiuto. A riunirli, forse, una donna che non si arrende e spera costantemente che il passato non sia del tutto cancellato, che rimorsi, ricordi dolorosi e rimpianti possano ancora essere superati."" -
È colpa di chi vive
Quando sente il bisogno di partire, Davide Mattei non ha ancora chiara la sua meta. Si convince comunque a lasciare l'amata Sardegna per frequentare l'università a Roma, e lì conosce Barbara, un'italiana residente a Dublino. L'incontro è travolgente, così tanto che Davide decide di rifare le valigie per volare in Irlanda. Inizialmente spinto dall'amore, avrà poi modo di capire che ciò che cerca davvero è un equilibrio. Quello per cui bisogna fare i conti con il proprio passato, mettere ordine e ripartire. Perché ciò che importa non è coprire lunghe distanze, ma godersi il piacere del viaggio. Una storia raccontata con un'intensità tale da proiettare il lettore nel vivo di quella ""esperienza all'estero"""" che offre sempre una possibilità a chiunque sia alla ricerca del proprio posto nel mondo."" -
Lejla & Hamid
Hamid è un giovane eritreo che ha attraversato l'inferno per giungere in Italia. Lejla è scampata all'orrore di Sarajevo grazie all'amore dei suoi genitori. A fare da sfondo alla loro storia una Genova con le sue mille contraddizioni, la sua paura del diverso, la sua violenza nascosta sotto la patina opaca della società bene. Entrambi saranno costretti a prendere decisioni difficili che faranno vacillare la loro gioia di vivere. Un romanzo che tocca gli animi e scuote le coscienze e le convinzioni più radicate. -
Roma kaputt mundi
"Vengo sparato fuori dal treno. A momenti cado. Il tempo di rimettermi in sesto e vengo accerchiato. Una quantità di prossimo pazzesca, un'orda lanzichenecca che assale lo spazio per fottere ogni centimetro. Mi ci ritrovo dentro, mentre l'uscita comincia ad intasarsi. C'è chi urla, chi ride. C'è chi, disperato per il ritardo e con la paura di perdere l'ultimo treno utile per lasciare Roma, si trasforma in una belva. E spinge, sgomita e strepita affinché lo si lasci passare. Ci si muove piano, mezzo passo la volta, uno incollato all'altro. In una forma di contatto che non ha niente di umano. In un trionfo di isteria che nessun buonsenso può e potrà battere. Le scale si avvicinano con una lentezza agghiacciante. Sembrano volerti portare giù, più giù, in qualche specie di inferno""""." -
Le more d'autunno
Vedi, l'amore non è. L'amore vive, in ogni singolo cervello, come un'assenza ingombrante, un presente indefinito. Pensi di potergli dare confini ma è lui che confina te in un cerchio dal quale non puoi uscire. Ti dà luce, quando pensi di essere spento, e vita, quando qualcuno tenta di svilirti. Ti redime dal tuo passato, anche fosse quello di un santo o di un martire. Perché l'amore ti cambia, comunque. Ed è bene che sia così. -
Le sembrava bello e altri racconti
Pioveva da giorni e l'hinterland romano era proprio brutto con la pioggia, brutta la fantascienza e l'incuria umana che lo deformavano: edifici anonimi con le mura imbrattate, costruzioni di cemento abitate solo da fantasmi e cumuli di immondizia sui cigli delle strade. Anche la natura sembrava brutta, violentata dall'asfalto deserto, dalle colonne imponenti delle sopraelevate. Questo era lo spettacolo impietoso che Matilde vedeva solitamente dal finestrino del Regionale su cui viaggiava per andare al lavoro, un treno fiacco e lento, ostinato nella sua decadenza, sciatto e senza cura per la dignità di chi trasportava. Quella mattina la vettura dove sedeva era più sporca del solito, c'erano residui di pioggia macchiati dalle pedate nere dei passeggeri e si sentiva uno sgradevole odore di aria viziata e di bagnato. Da poco il treno si era allontanato dalla stazione Tiburtina e stava proseguendo per raggiungere la nuova fermata: Togliatti. Il suo marciare costante, era disturbato di tanto in tanto dal tremolio delle carrozze che sussultavano leggermente come a cullare i passeggeri seduti nelle rispettive poltroncine blu. -
Il sogno e altri racconti
"Mi hai dato un sogno. E l'ho perso.Mi sono svegliata stanotte, urlando. Un dolore lancinante mi percuoteva le viscere. Ti ho visto: solo il tuo corpo illuminato nel chiarore della notte, e i tuoi occhi che mi scrutavano nel buio, venuti per farmi paura. Per ricordarmi perché sono qui. E io qui non ci voglio stare. Non mi mancano le passeggiate, e il tempo speso per me, se solo ce ne fosse stato. Mi mancano i tuoi occhi. Sarà per quello che li ho sognati. Sarà per questo che li incontro ogni volta che chiudo i miei, di notte. Sarà per questo motivo che non me li riesco a togliere di dosso. Ma non provo vergogna.""""" -
Sofia in punta di piedi
L'inizio è la parte più difficile. Cominciare a raccontare è un po' come dare il primo bacio: non sai in che modo muovere le labbra, non sai se opporre resistenza all'imbarazzo o se è opportuno staccarle in tempo. Cominciare a raccontare è un po' come la prima volta alla posta: gli occhi puntati addosso, i turni da rispettare, il codice fiscale che nel portafoglio non c'è mai. -
Foglie morte
L'uomo era vecchio e, quando si trovava accanto al camino acceso nella tenebra incipiente del crepuscolo autunnale, lo sembrava ancora di più, con i barbagli rossi delle fiamme che danzavano sulle rughe delle sue guance e della sua fronte, facendole somigliare a crepe in un muro o a spaccature in un terreno arido. In quei momenti, pareva pietrificato e privo di vita, una specie di logoro fossile ricoperto di polvere e sabbia... -
Giacaranda, diario di un'anima vagabonda
Ogni sera, dopo cena, le donne del vicinato si radunavano fuori casa della comare Piuccia per scambiare due chiacchiere, per sparlare di quella e di quell'altra, per raccontarsi a vicenda le disavventure dei rispettivi mariti o per recitare un rosario insieme. Quella sera faceva caldo e l'aria era ferma. Luglio era alle porte: era arrivato il tempo di mietere il grano, di scartocciare le marrocche, di lavorare quasi incessantemente nei campi sotto il sole cocente... -
Rapita
"La pioggia scendeva copiosa sui pochi presenti alla cerimonia. Le nubi fitte e il vento contribuivano a rendere ancora più cupo quel luogo già di per sé tetro. Il prete pronunciava la sua omelia funebre mentre i genitori della defunta, consolati dal calore dei pochi parenti e amici accorsi, si straziavano in un dolore inesplicabile. Una figura solitaria se ne stava defilata, ad una trentina di metri di distanza, fingendo di pregare dinnanzi alla tomba di un anziano che non aveva mai visto in vita sua..."""". Un nuovo appuntamento con il commissario Giovanni Maglione e con la criminologa Mascia Campisi, in questo secondo thriller di Luca Moricca." -
Racconti-amo. Concorso letterario 3ª edizione
Con la terza edizione del concorso letterario Racconti-amo, gli scrittori sono stati chiamati a raccontare storie di violenza nelle relazioni. L'idea è nata dalla collaborazione di Ponte di Carta e Valletta Edizioni con le psicologhe e psicoterapeute Alessia Fedeli e Viviana Fini, autrici della prefazione al presente volume, e dalla necessità di capire cosa porti gli esseri umani a usare la violenza nei loro rapporti con gli altri. -
Racconti in libertà
"Era figlio della vita triste. Quella fatta di stenti, di affetti strappati, di sentimenti tarpati e soffocati nella cassaforte del cuore, costretto a difendersi per continuare a battere. Quella stessa vita che si diverte a smentire chi crede che poi alla fine gli eventi si livellino, che torti e ragioni si equivalgano e tutto torni. Questo lo dicono i preti. La vita non è un'equazione a somma zero. La vita è profondamente ingiusta, questo è il suo fascino. Allora o ti inginocchi, preghi, e con la forza della fede accetti la realtà come una prova da affrontare per una ricompensa che verrà, oppure senza farti troppe domande, senza aspettarti chissà cosa, ti alzi al mattino e inizi.""""" -
Scusate ma ho 30 anni (Risposta a Serra in salsa di R)
Questo disarmante romanzo di Francesco Parigi tratta di alieni, anche se non c'entrano nulla il fantasy e gli extraterrestri. Semmai, al contrario, è di un'attualità che metti i brividi. Il disorientamento e l'emarginazione sono gli elementi fondanti della storia: giovani e meno giovani, alieni agli altri e pure a se stessi, accovacciati in un angolo con le mani a schermare gli occhi in attesa che l'uragano termini. Circondato da compagni di viaggio biliosi e disillusi, genitori iperprotettivi e capi di lavoro distratti e viscidi, spunta, come il bocciolo partorito da un cumulo di sterco, il falso giovane protagonista di questa vicenda a metà tra la farsa e il dramma. L'inclemente gragnuola che si abbatterà sulla sua esistenza lo indurrà ad ingegnare un progetto malsano e ardito, che alla fine saprà dare i suoi frutti. Un'opera fuori dagli schemi, caotica, amorale e a tratti sacrilega in cui frammenti di schegge andranno, di pagina in pagina, a comporre un mosaico che se osservato da vicino appare irriverente e surreale ma se analizzato a fondo tratteggia l'identikit di una generazione smarrita e monca. -
C'era un ragazzo che amava i Pooh e i New Trolls e altri racconti
Con questa raccolta Damiano Antonio Sofo mette a nudo la sua anima poliedrica, che il lettore ha già imparato ad apprezzare con ""La razza eletta"""" e """"Le more d'autunno"""". Nel suo stile inconfondibile tratta con la stessa serietà e con la stessa ironia i temi più disparati, grazie alla passione e l'arguzia di chi adora esistere. """"Soffro di libertà estrema. Mi danno nell'assenza di limiti ai pensieri, mi lascio aggredire da essi senza difese. Soffro dell'assenza dei rimpianti, per aver preso tutto ciò che volevo. Godo dei rimorsi che riesco a costruirmi, li assaporo e li metto in cassaforte, perché non scappino. C'è sempre bisogno di un sano rimorso, per me. Io sono impuro, un libertino, sono l'essenza dell'imperfezione e della dannazione. Perché adoro esistere."""" (dal racconto """"Raccordi angolari"""")"" -
L' aristocrazia del delitto. Potere e rappresentazione della mafia in Sicilia. Le origini (1812-1894)
La dipendenza, non solo letteraria, tra le parole e le cose, è capitale per lo studio della mafia. Incidendo un tempo plurale, se indietro negli anni l'origine del fenomeno va collocandosi sulla linea della rottura ottocentesca con la fine solo teorica dei privilegi feudali, i luoghi della ricerca si rivelano nella definizione complessa delle liquide gerarchie di comando che hanno alimentato la formazione della questione meridionale e della questione criminale a partire da quelle aristocrazie di varia origine (prima nobiliare, poi borghese, finanziaria, istituzionale, ecc.) che nell'interesse di parte e nel bisogno di arginare l'avanzata dei diritti democratici moderni ha assoldato schiere di ""malandrini"""" e """"facinorosi"""" pronti a usare violenza. In queste immagini, il ripresentarsi continuo di ibride clientele, di comportamenti corruttivi, di aggressivi fronti economici, di conduzioni irresponsabili della giustizia, di saggi reazionari e repressivi, di linguaggi, rituali e modi sconsiderati di intendere l'uomo nella sfera pubblica, riafferma storicamente schemi di vita, sociali e culturali, e modi anomali di gestione dei poteri nella lunga durata divenuti strutturali."" -
Teoria dell'insurrezione
Il sangue e la violenza hanno costituito, per molti, un naturale paradigma della grande rivoluzione, l'orizzonte di significato entro cui collocare le traiettorie giacobine e sanculotte dei suoi uomini più noti. In questa prospettiva Marat assurge ad archetipo e modello del rivoluzionario dall'animo feroce e spietato, quasi irrazionale, vendicativo. La riedizione degli scritti, tuttavia, pone un quesito sostanziale: Marat è, in fondo, esclusivamente l'uomo della dittatura, colui che invoca la necessità del triumvirato romano, che stringe sino a soffocare le libertà degli avversari, che si arrovella e sbraita, sguazzante tra i fumi e il cruor delle devastazioni rivoluzionarie? Di certo, il montagnardo lavora per la formazione di una solida opinione pubblica attraverso una stampa e una pubblicistica passionalmente a contatto con la più varia fiumana popolare. La severità delle espressioni impiegate deriva dal timore della prossima illusione, da un pensiero che alla rivoluzione nulla chiede se non il riconoscimento degli ideali sociali e dei diritti sanciti dalla déclaration. È la motivazione esistenziale che lo muove a presentarsi quale intransigente coscienza del popolo francese. -
Avevamo ali per volare
In questa raccolta che assomma una serie non concatenata di poesie costruite negli anni, il segno della continuità narrante si ritrova nella nostalgia e nell'argine della memoria. Il sapere che appartiene al passato è il principio dell'accadere, la premessa della scrittura, nonostante il tempo poetico sia quello che ""annerisce"""". Il bello è nel dire che non è più, in un linguaggio che accorda un vissuto distante, che assaggia la volontà critica, che nella passione mostra un desiderio intimo e discreto di condanna. In queste immagini è il sopravvento del notturno, dell'imbrunire che coglie ancora la presenza dell'alba e della luce tersa, come nella continua rappresentazione di un """"autunno"""" ridondante che già afferra un """"inverno"""" """"alle porte"""" ripensando le estati e le primavere che furono. Nondimeno, la conoscenza di ieri è il testimone che passa: il senso del valore etico è predominante, persino nella dimensione, ingombrante, dei silenzi e dei non detti.""