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È l'amore delle donne come l'araba fenice...
Narrazioni poetiche si snodano, dipanando percorsi che coinvolgono personagge della mitologia e della letteratura e vite di donne d'oggi, dentro un labirinto che è la genealogia stessa del mondo femminile. Nel trapunto di sogni, amarezze, desideri, timori, nostalgie, speranze e disperazioni, c'è anche tanto amore, che la scrittura poetica permette di evocare senza nominarlo. E sullo sfondo - innominato anch'esso - l'uccello millenario: la fenice, simbolo della necessitata resilienza delle donne, in un mondo d'uomini. Una sorta di mitopoiesi in versi che, con diversi registri, modulano il bisogno di riscatto di tante donne trafitte dai colpi della vita e da plurime - a volte contrastanti - emozioni. -
Città reali, città immaginarie. Migrazioni e metamorfosi creative nella società nell'«Antropocene», tra informatizzazione ed iper-urbanizzazione
Il libro della giornalista Carla Guidi (con una nota introduttiva del sociologo Franco Ferrarotti e del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S) registra i significativi valori di alcuni fenomeni sociali ed artistici, scelti in funzione del fatto di possedere alcune caratteristiche in comune, ma soprattutto in quanto capaci di esprimere collettivamente un disagio, un problema e contemporaneamente rappresentare la ricerca attiva di una risposta, di una risoluzione creativa, permettendo infine un movimento economico ed occupazionale non indifferente. Con la collaborazione del fotografo Valter Sambucini, si vuole mettere in evidenza la ricerca sociale - espressa attraverso prassi e manifestazioni - di un'identità attraverso la storia, la memoria personale-antropologica e dei territori ma, al contempo, l'esercizio della creatività attraverso gli scambi culturali tra le etnie e le metamorfosi evolutive in rapporto all'immaginario delle mitologie, ad opera dei linguaggi dell'arte. Infatti, nel suo contributo al presente testo, lo storico dell'arte Giorgio Di Genova ha comparato i racconti fotografici di Valter Sambucini a Lo cunto de li cunti: Il fil rouge, che percorre questi soggettivi reportages di Sambucini, è fortemente impregnato di interesse per la spettacolarità sia degli effetti visivi che dei comportamenti umani e delle produzioni creative, nonché dei loro sottintesi rapporti. Inoltre, come risulta evidenziato dalla scelta dell'immagine di copertina, Carla Guidi ha notato un rapporto molto stretto tra i percorsi pittografici della Street Art ed i percorsi incisori degli artisti del Tatuaggio, che utilizzano entrambi un immaginario nato da un evocativo eclettismo multiculturale e multimediale. Si tratta di un rapporto simbolico tra la pelle umana ed i muri delle città, in quanto entrambi in funzione di confine io/altro; protezione e glorificazione dell'individualità psicofisica ma anche primo spazio interattivo di comunicazione sociale, mettendo in atto singolarmente la ricerca di un nuovo habitus identitario così come la città diviene organismo rispettoso della memoria antropologica e dell'evoluzione nella creatività artistica, contrastando il degrado e l'anomia. Sono anche queste le considerazioni attentamente valutate nelle Postfazioni dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell'Ass. Etica Massimo De Simoni. Riguardo in particolare al tatuaggio, vi sono i contributi di Eliseo Giuseppin, sulla diffusione geografica del tatuaggio nella preistoria, e dell'artista Marco Manzo, che ha appena pubblicato il suo ""Manifesto del tatuaggio Orna-Mentale"""" sottolineando, in linea con i propositi di questa ricerca, che l'intervento sul corpo umano non deve né può dimenticare la sacralità dell'essere, spesso irretito da un frenetico susseguirsi di mode occasionali o stili di vita, a volte non rispettosi della salute psicofisica o addirittura della stessa fisiologia. A conclusione un articolo riguardante l'Accademia Ars Estetica."" -
Cinico ergo sum
Il nuovo anno è iniziato da poco e già si spera che il 2063 porti grandi novità sul pianeta LV-438, pardon, Terra. Alberto è stato appena assunto dall'azienda AMT che si occupa di trapianti ed è alla ricerca di organi freschi senza curarsi troppo della provenienza. Laura, l'apatica figlia senza cuore, e Luca, il quarantenne vicino di casa che vive con la madre in eterna attesa della laurea, stanno ancora sfruttando l'attaccamento morboso dei rispettivi partner, come la dottoressa Daniela, debole vittima della cecità d'amore. Il peggio dell'umanità è finalmente in scena e il nuovo mondo del prossimo futuro sembra essere sempre lo stesso con il suo Ufficio comunale per la ricerca delle colpe altrui e gli efficientissimi Governi italo-cinesi. Nel sarcastico mirino non c'è solo il Paese dello stivale, ma l'intero universo intergalattico, dagli sconosciuti sistemi binari di nebulose lontane agli esponenti dell'alta società britannica con le loro giumente preferite. -
Zerodue. Gli alieni sono tra noi e portano il pannolino
Arrivano dallo spazio cosmico più profondo, piombando nelle nostre ignare vite in una forma studiata apposta dai loro scienziati per fare leva sulla nostra tenerezza. Sono gli alieni Zerodue, noti per essere la forma più insidiosa di invasione extraterrestre. Conosciuti in tutta la galassia per essere assai più pericolosi di Godzilla, Terminator e del Mostro della Palude messi insieme, gli invasori Zerodue utilizzano semplici tecniche di guerriglia urbana denominate ""Urla & pianti"""", sapientemente miscelate con qualche moina e sorriso, per impadronirsi assai in breve della nostra esistenza, cambiandola per sempre."" -
La panchina in viaggio
La narrazione si svolge nell'arco di una stagione estiva: anno 2015. Tutto ha un andamento un po' anomalo e descrive il rapporto fra due donne diametralmente diverse ma accomunate prima da un vincolo legato all'evolversi della medicina poi da una vera e propria amicizia. La signora Giovanna ha settanta anni e si appoggia al suo passato. Lei zoppica mentre si siede su quella ""sua"""" panchina che le comunica molta energia. Questa è anche la parte più strettamente legata al vissuto dell'autrice. Su quella stessa panchina un giorno si siede anche Gianna, trentenne scapigliata che ricorda, non solo nell'aspetto fisico, Giovanna da giovane. Tra loro si stabilisce un accordo sottosoglia. La prima ha alle spalle una vita piena ma costellata da dolori fisici e grandi sacrifici poiché si porta dietro sin dalla nascita una malformazione all'arto destro che le impedisce di deambulare correttamente. Gianna è nata con la stessa malformazione ma i genitori hanno usato l'innovativo metodo Ponseti che le ha consentito di superare il problema senza alcuna ripercussione. La panchina e il mare fanno da contrappunto alle loro confidenze che diventano sempre più incalzanti e intime. Il rapporto è molto coinvolgente e le induce gradualmente a raccontare retroscena anche scottanti delle loro vite tanto da portarle l'una dentro l'altra in un gioco di specchi capovolto. La parte finale è piuttosto surreale e suggerisce implicazioni psichiche profonde."" -
Un' estate viaggiando tra i mestieri
In questo garbato e curioso piccolo pamphlet viene narrata un'estate trascorsa in città da un nonno e una nipote, che ""viaggiano"""" tra interviste a rappresentanti dei vari mestieri, tra città o paesaggi strepitosi, tra scrittura, poesia e cultura. Un vicino misterioso e misantropo provoca la loro reazione e un intrigante ragazzo li aiuta nel loro percorso. Le città abitate sono Milano e Cremona. L'umiltà e l'accettazione del proprio limite e della propria vulnerabilità aprono scenari inaspettati, in cui ogni gesto, ogni mestiere, ogni stagione può offrire quella dignità che ciascun uomo, disperatamente, cerca per tacitare la sua ansia di bellezza e di infinito."" -
Paradise
L'estate del 1982 è quella dei Mondiali di Spagna e della canzone Paradise di Phoebe Cates. Ma è anche l'estate in cui due giovani amici, Sherlock e Watson, appassionati di gialli e misteri, proiettano la loro attrazione per l'ignoto oltre le mura di una vecchia e minacciosa villa in montagna, Villa Paradiso, che nasconde dietro la sua sinistra rovina un passato impronunciabile. Nel pieno delle loro avventure estive, Watson esce di strada in bici e precipita nel bosco. Rimane incosciente per un mese, e al suo risveglio trova un plico di lettere ad aspettarlo. Sono quelle che l'amico Sherlock gli ha scritto dalla montagna, durante la sua assenza, e gli parlano di un'estate che non ha vissuto, di nuovi amici e amori, ma anche di strani episodi che riguardano Villa Paradiso. Al suo risveglio, tuttavia, Watson non scopre soltanto quelle missive ad attenderlo. Riceve anche la notizia che Sherlock e i suoi nuovi amici non si trovano più. Sono scomparsi a fine estate e nessuno sa dove o cosa cercare. Trentun anni dopo, un Watson ormai disilluso e provato torna per la prima volta al paese di quella lontana estate. Lo fa perché ha ricevuto una richiesta di aiuto: una lettera, scritta con la stessa grafia di quelle che gli aveva inviato Sherlock, una vita prima. Ad attenderlo trova la villa oscura e diroccata, che nasconde più di un segreto oltre le sue finestre buie, occhi che sprofondano su un passato misterioso e terribile. -
Sulle vie più battute
A ovest di un'America ottocentesca ma proiettata al futuro, industriale, metropolitana, bancaria, elegante, capitalistica e sociale, vive - e vive ancora, oggi come allora - una genia di abitatori della prateria: solitari, timorati, preda di tempeste e siccità, il cui futuro è solo la propria conservazione in vita. È quel Midwest rurale e sconfinato delle fattorie, dei pascoli e delle terre spietate, dei farmer e dei piccoli allevatori rimasti a piantonare la pianura immensa e desolata. ""Main-Travelled Roads"""" fu pubblicato nel 1891, quando Hamlin Garland aveva appena ventinove anni ma già aveva ben conosciuto entrambe quelle Americhe tanto diverse. Dapprima furono sei racconti, poi raggiunsero il numero di undici, che quest'edizione raccoglie. Storie delicate ed esistenze faticose, amori commoventi e quotidianità frustrate, paesaggi entusiasmanti e luoghi selvaggi, qui si svolge l'azione di questo esempio di letteratura e soprattutto ancora oggi avvincente lettura. Precursore del verismo americano, vincitore del Pulitzer, Garland non focalizzò la sua attenzione sui disagi del modernismo cittadino, preferendo invece raccontare di quei poveri di spirito isolati e dispersi nella sterminata campagna americana: tematica che da allora non ha più abbandonato i migliori scrittori americani i quali, proprio da questo libro, col Midwest si trovano sempre a dover fare i conti. Tradotto e curato da Andrea B. Nardi, accompagnato da un suo saggio introduttivo, """"Main-Travelled Roads"""" ritorna in vita: Sulle vie più battute."" -
Ironie
Federico De Roberto (1861-1927), la cui fama è oggi legata quasi esclusivamente al romanzo ""I Viceré"""", uno dei capolavori della letteratura italiana dell’Ottocento, fu anche autore di numerosi saggi dedicati alla fenomenologia amorosa, di racconti, novelle e lavori teatrali. Se una rinnovata attenzione hanno suscitato le novelle di guerra, riedite in anni recenti, è rimasto del tutto dimenticato il suo ultimo libro di racconti, intitolato """"Ironie"""", non più ristampato dopo l’edizione Treves del 1920. Questa edizione di """"Ironie"""" comprende, oltre """"Il cane della favola"""", """"Nora, o le spie"""" e """"La tempesta"""", anche la versione in forma di ‘apologo’ di """"Nora, o le spie"""", primo contributo di De Roberto al “Giornale d’Italia”, e la commedia in un atto tratta da """"Il cane della favola"""", pubblicata nel mensile “La Lettura” con le illustrazioni di Riccardo Galli. Precede la raccolta il saggio introduttivo di Marco Catucci, """"Gli anni romani di Federico De Roberto""""."" -
Riccardo, la pandàfeche ed io
Nato in un paesino dell’Abruzzo circondato da foreste e montagne, Victor è un ragazzo semplice: frequenta l’ultimo anno del Liceo Scientifico, ama la natura e giocare a calcio. A causa dell’educazione ricevuta, soffre di un’omofobia talmente interiorizzata che il solo pensiero di poter “diventare” gay lo terrorizza. Per questo non riesce a capire né ad accettare ciò che prova per il suo amico d’infanzia, Riccardo: un ragazzo che ha imparato a vivere la propria omosessualità molto più serenamente. Tentare di reprimere la propria natura è doloroso e frustrante, eppure può sembrarci l’unica scelta ragionevole, quando la paura ha la meglio sul nostro spirito. La resa dei conti, tuttavia, è inevitabile: prima o poi, dobbiamo confrontarci con i nostri errori e le nostre ansie. A quel punto, abbiamo due possibilità: continuare a sbagliare, oppure crescere e smettere di mentire a noi stessi. -
La ragazza con il vestito azzurro. Le inchieste di Guido Lanfranchi
San Fulcro, provincia di Varese, fine giugno 2016: è scoppiata l'estate, calda e assolata come non mai. I pochi brividi di emozione li regalano solo le partite dei campionati europei di calcio, fino a quando sulla riva del lago Maggiore viene trovato il cadavere di una donna. Le indagini vedono impegnati i carabinieri della locale stazione e Amelia Giusti, giovane magistrato in carriera di Varese. Ma anche, inevitabilmente, il giornalaio Guido Lanfranchi, geniale e stravagante come sempre, e l'inseparabile labrador Commissario Laviolette, con il naso raffinato e la sua sensibilità canina. E, come spesso accade nei piccoli centri, anche altri personaggi del pittoresco panorama del paese si interessano dei fatti accaduti. Amelia allarga fin da subito l'inchiesta verso la Francia, paese d'origine della defunta, mentre Guido rivolge i pensieri al passato di San Fulcro. Ma non sarà facile districarsi tra i falsi indizi e risolvere gli enigmi della vicenda. -
L' arcano di Ferragosto
Domenico Ferragosto è un simpatico e anziano signore che da tempo immemorabile si occupa dell'organizzazione della festa di metà agosto nel suo villaggio di Coriandolo. In un giorno qualunque di fine estate, senza una apparente ragione, viene ucciso da ignoti sicari. Lui certamente si sarebbe aspettato di tutto dal mondo, tranne questo esito cruento. Sbalordito, comincia a cercare una spiegazione. Nell'impresa non certo facile lo aiutano Francesco Menestrello, noto cantautore, e Jenny Speranza, precaria comunale. Ferragosto e il Menestrello avevano già il sospetto che il sindaco di Coriandolo, Ausilio Venale, fosse in qualche modo implicato in quest'affare, assieme ad una donna potentissima, Fulgida Sviluppo, magnate della finanza che progetta di radere al suolo il bosco limitrofo alla cittadina per realizzare una mega discarica. Così si racconta la parabola di un probabile destino del mondo, in cui sostenibilità e distruzione di ogni futuro possibile si confrontano. -
La falce
Edoardo Calandra, nato a Torino l’11 settembre 1852, prima di scoprire la sua vocazione narrativa fu pittore e fece lunghi soggiorni di studio in Francia e in Germania. Successivamente volle dedicarsi soprattutto all’attività di narratore e, per un certo periodo e senza grande fortuna, anche di autore teatrale. Condusse vita, come ha scritto G. Contini, di «gran signore discretissimo», fra Torino e la casa di campagna di Murello. Morì a Torino il 28 ottobre 1911. Autore di romanzi e racconti che si situano tra i capolavori della narrativa italiana dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento (""Vecchio Piemonte"""", """"La bufera"""", """"A guerra aperta"""", """"Juliette""""), Calandra ha avuto pochi, ma appassionati e convinti ammiratori sia fra i critici (Benedetto Croce in primo luogo e poi, per citarne solo alcuni, Pancrazi, Getto, Cajumi) sia fra gli scrittori, da Verga e De Roberto, suoi amici, fino a Mario Soldati, che dichiarò una volta «affetto filiale» e «venerazione» per il grande e dimenticato narratore piemontese. Nel romanzo """"La falce"""", uno dei libri meno conosciuti dello scrittore, pubblicato in volume nel 1902 e mai più ristampato, è possibile cogliere con evidenza alcuni dei temi profondi intorno a cui egli ha costantemente, e persino ossessivamente, lavorato."" -
Il tressette di Anacleto
Anacleto Palmieri, professore di liceo in pensione, ordinando la sua biblioteca ritrova un raccoglitore che conserva vecchi fogli battuti a macchina: racconti che negli anni il professore ha scritto, con l'idea di farne, prima o poi, un libro. Porta con sé il raccoglitore nelle serate che trascorre giocando a tressette nel retrobottega di un bar sempre con gli stessi tre amici, e legge loro un racconto ogni sera. Racconti taluni surreali, altri che danno voce ad animali e piante; racconti, alcuni, che fanno sorridere, ed altri riflettere; e dai commenti degli amici nascono considerazioni sull'umanità, nei suoi pregi e nei suoi difetti. -
Il campionato del mondo delle fiabe
È un modo per raccontare ancora una volta le nostre favole, le solite. È un vero torneo con squadre e tifosi alquanto strani, disputato in alta montagna, in un paese di poche case, dove si aggira un drago, fatto di nebbia. È la storia di un padre che legge ininterrottamente al figlio. È un racconto sull'irrimediabile bellezza del leggere ad alta voce. È anche una storia gotica, alla fine, dove la strada si perde e si ritrova, percorrendo antichi sentieri. È una fiaba fatta di fiabe. -
I fiori di Althusser
Un attempato intellettuale torna a Lecce, luogo della sua giovinezza, per meglio concentrarsi su L’ombra di Tancredi, il romanzo che deve terminare di scrivere. È ricco, ironico, disincantato. L’aria molle della città di cui l’Altavilla fu Conte lo risucchia in tutt’altre storie e lo induce a scrivere a lungo di quella che per lui è stata un’irripetibile età sonora (gli anni tra la metà dei Sessanta e la metà dei Settanta), echeggiante di melodie, risate, spensieratezza e strazi privati e collettivi. A un breve prologo ambientato ai nostri giorni, segue il racconto corale delle vicende di una comitiva di studenti di periferia che diventano adulti attraversando appieno l’età sonora. Tra le tante, spiccano le storie dell’amicizia tragicamente interrotta tra Alberto e Michele e l’intreccio dei loro amori con Giusy, Elisa, Irene, Luisa, Mariateresa. Le passioni, il sesso, la musica, gli amori, la scuola, l’università, le beffe, i sogni e i timori di quei ragazzi s’intrecciano con l’ordito delle vicende grandi e piccole di quegli anni, all’ombra di una moda culturale (l’Althusserismo) e di un’ideologia totalizzante rievocate con ironia. Ogni dettaglio utile a caratterizzare colore e profumo di tale decennio viene utilizzato come elemento integrante delle vicende narrate. La parte conclusiva del romanzo riprende il prologo e il sugo della storia: ogni giovinezza, ogni amicizia, ogni sogno, ogni amore è la cover di una canzone antica e sempre nuova, irripetibile e unica per chi l’ascolta. Nelle pagine finali trova soluzione la vicenda relativa ai fiori, che hanno un evidente valore simbolico e “profumano” di miti intellettuali e affettivi che hanno lasciato il posto a un cinico disincanto. Nelle vicende narrate fanno capolino anche personaggi reali come Antonio Caprarica, Louis Althusser e Pierpaolo Pasolini, per limitarsi ai più noti. -
Benigni m'ha baciato
Massimo soffre di philemafobia, ovvero la paura dei baci. Quando prova a baciare una donna lo assale il panico e per questo non riesce ad avvicinare Beatrice, la professoressa d'italiano nella scuola dove lui lavora come bidello. Per strada incontra Roberto Benigni, circondato dai fan in cerca di un autografo e di una foto. Massimo si avvicina, ma la folla lo spintona e, per una casualità, bacia l'attore sulle labbra. Fugge via sopraffatto dal panico scatenato dal bacio. La mattina successiva, a scuola, Massimo vede Beatrice e all'improvviso le recita alcuni versi della Divina Commedia. Lei rimane colpita, lui ancora di più: le labbra si sono mosse magicamente da sole. Tra versi danteschi, l'identità di uno spasimante segreto e un rapimento, Massimo affronta la sua nuova vita. -
Ancora un'ultima possibilità
"Ancora un'ultima possibilità"""" è quella parte di noi che nella maggior parte dei casi, per fortuna, riesce a salvarci. Quella parte che non pensavamo di avere dentro e che, tutt'a un tratto, ci travolge, senza darci scelta. I personaggi dei racconti appartengono a mondi lontani, vengono da luoghi immaginari o vivono nel quartiere dietro casa. Ognuno nella propria storia sviluppa un'evoluzione, talvolta tormentata, in altri casi persino divertente, arrivando ogni volta a un epilogo in cui riesce a scoprire se stesso. Ognuno a camminare nella propria vita, a volte sentendosi perduto, altre, travolto dal sogno di potercela fare. Storie di figli, di amori nascosti, di famiglie apparentemente comuni nelle quali i personaggi trovano ogni volta il modo di concedere a se stessi, per ragioni che in queste poche righe non ci è dato sapere, ancora un'ultima possibilità." -
Nei luoghi bui
"Nei luoghi bui"""" evoca, nel titolo, una discesa agli inferi. Non si tratta, tuttavia, di un percorso epico o grandioso. Piuttosto, l'Autore e i suoi personaggi fanno quotidianamente i conti con l'esperienza dolorosa dello spaesamento, della perdita d'identità, dell'estraneità, in una realtà percepita come gelida, immobile, dissolta, in cui si confondono ricordi, voci del passato, suggestioni oniriche, atmosfere rarefatte, accanto a sussulti di insofferenza e a squarci di realismo. Il proposito di vivere """"nel sonno beato delle cose"""", calato in una """"calma sospesa"""" che """"annebbia la vista"""", coesiste con l'ansia, mai risolta, di affondare il coltello nelle piaghe. Questa ambivalenza si riflette nei testi, in cui i toni lirici convivono con accenti a volte espressionistici. Anche la natura è spesso protagonista di queste poesie e la sua potente bellezza, colta in particolari momenti della giornata, è resa più struggente dal sentimento ineludibile della sua fragilità." -
Il poema della promessa
Questo libro è un diario che per l'infuocato pensiero di un giovane studente diventa un saggio. O meglio, questo libro è un saggio sulla Divina Commedia che per una passione smisurata, per un brio d'intimità con il Poeta, per la musica della vita, diventa un diario.