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Dire il vero scherzando. Moralismo, satira, utopia nei «Ragguagli di Parnaso» di Traiano Boccalini
Una nuova stagione di studi sembra arridere a Traiano Boccalini, scrittore politico ma anche inesausto creatore, con i suoi ""Ragguagli di Parnaso"""", di un universo allegorico che trasfigura la realtà per condannarne le degenerazioni e i capricci. Lo strumento utilizzato da Boccalini per compiere la sua operazione critica è quello della satira: una satira acuminata e grottesca, che induce alla risata attraverso invenzioni spesso paradossali, in grado di mettere in relazione, non sempre armonizzandoli, lembi differenti di un mondo apparentemente disgregato e votato al proprio fallimento. E se una certa attitudine scettica sembra scontrarsi con posizioni visibilmente di retroguardia, tipiche del clima controriformistico in cui Boccalini visse e operò, l'atteggiamento critico alla base di questa satira opulenta presuppone comunque la volontà di un cambiamento, prefigura l'utopia di nuove relazioni sociali, di nuovi apparati politici capaci di contenere e dare forma all'enigmatico disordine del reale."" -
Esperimenti con la libertà. Coscienza di sé e trasformazione dell'esistenza
Chiunque potrebbe chiedersi: ""La mia vita gira a vuoto o è in evoluzione verso una condizione liberata, nonostante le fatiche e le sofferenze?"""". Può capitare di essere prigionieri di quell'ignoranza esistenziale che non riguarda tanto il non sapere quanto il non aver mai scoperto, finora, un altro modo di esistere. Eppure in ognuno ci sono tre forze che premono perché sia possibile raggiungere una forma di vita buona: il bisogno, il desiderio e la libertà. In questo libro si segue anzitutto il dinamismo tipico di tali forze. Poi si cerca di comprendere come la loro interazione possa promuovere sia la coscienza di se stessi che la trasformazione dell'esistenza, liberandola il più possibile da quanto la opprime. Gandhi parlava della sua straordinaria esperienza biografica come di una serie di """"esperimenti con la verità"""". Ma essi non possono darsi per nessuno senza gli """"esperimenti"""" con la propria libertà. Non sono esperimenti da laboratorio, sono i passaggi di un cammino di esperienze e riflessioni vissute dalla persona per giungere a scoprire che cosa significhi diventare davvero liberi. Il libro indica alcune svolte essenziali per uscire dalla rassegnazione e dalla dispersione, mostrando la soglia d'accesso che ci toglie dalla prigionia del vivere solo per se stessi. Ci si trova allora in una vita dedicata e condivisa, che dà riscontro concreto all'universale aspirazione umana alla felicità."" -
La formazione dei talenti. Tutti i bambini sono un dono, il talento non è un dono
Tutti i bambini sono un dono, ma il talento non è un dono. Questa idea ci libera, con una sola mossa, dalle speculazioni dottrinali o commerciali sui giften chilfren e ci difende dalle derive di egoismo sociale della teoria del capitale umano. In realtà essa travalica le aule scolastiche e interpella la coscienza dell'Occidente nel momento stesso in cui la crisi del Welfare obbliga a ripensare i fondamentali dell'economia e della società future. Dopo aver richiamato le basi neurofisiologiche del talento secondo la ricerca internazionale, e aver ricondotto anche la plusdotazione a combinazioni disposizionali del potenziale cognitivo ed emotivo di ciascuno di noi, il volume procede a delineare possibili scenari di soluzione ai problemi urgenti che interrogano la qualità dei sistemi di relazione e di qualificazione dell'umano nel XXI secolo. In che modo coniugare insieme, nella formazione dei nostri giovani, i fondamentali dei saperi con modelli e sistemi di padronanza della vita e dell'esperienza che risultino trasversali e generativi? Come assicurare agli sviluppi del potenziale cognitivo ed emotivo di ciascuno non solo il successo formativo ma anche il riconoscimento dovuto da parte delle istituzioni e dei sistemi di accreditamento professionale e sociale? Come coniugare dimensione generalista della formazione e specialismo delle padronanze di area o di indirizzo rispetto alle varie forme di conoscenza, di lavoro e di vita? Che significherà dunque costruire un profilo formativo orientato allo sviluppo dei talenti? Come matura lo sviluppo dei talenti in ciascuno di noi, così si compie il procedere dei saperi e delle forme di vita, che per strutturarsi danno forma ad un vero e proprio ""sistema di menti"""" entro cui trascorre la narrazione, la ricerca e la stessa dialettica tra insegnamento e apprendimento. Ne consegue la proposta di un nuovo asse formativo per la scuola di questo secolo, che trova nel Capability Approach e nella Teoria dello Sviluppo Umano il suo riferimento ispiratore. E che ispira, in conclusione, la richiesta di riprendere il progetto mai attuato della """"riforma dei cicli"""" per assicurare alla scuola un orizzonte strategico e condiviso di qualità e di innovazione."" -
Pedagogia e sport. La dimensione epistemologica ed etico-sociale
Lo sport rappresenta oggi uno dei fenomeni culturali di maggiore complessità e diffusione nella società contemporanea. La sportivizzazione della società e della cultura è un processo inarrestabile che presenta profonde implicazioni educative e richiede lo sguardo attento e critico della pedagogia quale scienza umana per essere compreso. Utilizzando un approccio ermeneutico volto a fare emergere le valenze, le contraddizioni e i paradossi del rapporto tra pedagogia e sport, il volume rintraccia la genesi storico-culturale della pratica sportiva evidenziando come essa sia, sin dalle sue origini, profondamente educativa. Dopo una prima parte dedicata a un'approfondita analisi critica della dimensione scientifica, formativa e antropologica dello sport, l'autore sviluppa una riflessione sui valori intrinseci della pratica sportiva (inclusione, diritti umani, democrazia e pace). Lo sport quale universale culturale è portatore di valori e virtù educative molto profonde che però non possono emergere da soli. Hanno infatti bisogno di un complesso processo di estrinsecazione che solo una scienza normativa e progettuale quale appunto la pedagogia può portare a compimento nella sua pienezza. Questa estrinsecazione trova la sua concreta attuazione nell'azione consapevole e critica degli agenti educativi dello sport (primi tra tutti la famiglia, l'allenatore e gli insegnanti di scienze motorie) che, attraverso una formazione più efficace, dovranno essere aiutati a svolgere nel miglior modo possibile il complesso compito etico ed educativo al quale sono chiamati dalla società e dalle nuove generazioni. -
Competenze in azione. Governo del territorio, innovazione e sviluppo metropolitano a Napoli
I testi raccolti in questo volume sui temi dello sviluppo metropolitano narrano il rapporto che si è instaurato a Napoli tra i vari tipi di competenze in relazione con le istituzioni e le forze sociali. Da quelle degli esperti nella loro diversa formazione disciplinare a quelle amministrative, politiche, sociali e comunicative. Con toni spesso appassionati segnalano l'insufficiente connessione di tali competenze ed evidenziano l'acerba valorizzazione di quelle possibili, creative, mettendo in risalto l'insufficienza dei risultati raggiunti. Nel loro insieme compongono uno scenario dissonante particolarmente vivido, espressione dell'esperienza maturata dagli autori nella successione dei ruoli ricoperti. Le competenze in azione sono raccontate nella loro evoluzione e nel cangiante manifestarsi lungo la seconda metà del Novecento e i primi anni di questo secolo. -
Le città attive. Percorsi pubblici nel corpo urbano
Il libro presenta soluzioni integrate ai problemi dell'urbanizzazione e della sedentarietà proponendo l'approccio della città attiva in cui si intrecciano le esigenze urbane di vivibilità, estetica e funzionalità. Gli spazi pubblici così progettati e realizzati facilitano il movimento del corpo promuovendo stili di vita attivi. La città attiva accomuna politiche urbanistiche, educative, pratiche del tempo libero, esigenze e aspettative sociali e culturali, mobilità sostenibile, promozione dell'attività motoria e delle pratiche sportive, condivisione degli spazi pubblici come luoghi di opportunità e di conflitti. Nel testo vengono dapprima descritte, sul piano urbanistico, le relazioni tra ambienti urbani e persone, le pratiche sociali e culturali del camminare in una prospettiva storica, la promiscuità e riformabilità delle strade, la frammentazione e le connessioni dello spazio pubblico visto come problema strutturale. Viene poi approfondito il concetto di città attiva descrivendone gli sviluppi recenti e futuri, analizzandone gli usi informali e le classificazioni dal punto di vista dell'attività motoria. La prospettiva della mobilità autonoma dell'infanzia viene scelta, inoltre, come indicatrice della qualità della città attiva. Concludono la trattazione alcuni orientamenti progettuali ed esempi. -
Geografia sanitaria. Teorie, metodi, ricerca applicata
Il volume, articolato in due parti, affronta in parallelo un percorso teorico ed empirico in un ambito di ricerca rimasto tra le ""storie mancate"""" della geografia italiana, quello della geografia sanitaria. Attraverso una puntuale disamina della letteratura, specie internazionale, viene ridefinito il perimetro della geografia sanitaria nelle sue ambivalenti relazioni con la geografia medica e della salute. L'excursus teorico attraversa tematiche multidisciplinari quali le determinanti di scelta dei pazienti, la mobilità sanitaria, l'attrattività dei presidi ospedalieri e i trasferimenti di pazienti, ricorrendo alle categorie interpretative più consolidate nella tradizione geografica (prossimità, gerarchia funzionale, gravitazione). Non manca un'ampia riflessione sulle questioni teoriche e concettuali che possono dirsi ancora aperte nel dibattito geo-sanitario tra cui, in particolare, quella del ruolo del geografo nelle scelte di pianificazione sanitaria. Nella seconda parte le categorie interpretative descritte vengono implementate nella disamina di un caso di ricerca di-retta, ovvero il sistema sanitario della Regione Abruzzo. Attraverso strumenti quantitativi e qualitativi si analizzano empiricamente le tematiche della prima parte, offrendo di volta in volta un quadro di proposte e prospettive, nell'ottica di una geografia attiva."" -
L' Italia dei sindaci. Un nuovo protagonismo nella politica locale
Nelle più importanti ricerche succedutesi dagli anni '60 fino ai primi anni '90 l'immagine del sindaco ha assunto forma diversa in relazione sia ai percorsi di carriera via via tracciati che al ruolo esercitato nello specifico ambito della politica locale. Da queste ricerche sono emerse almeno tre diverse figure di sindaco: il ""sindaco notabile"""", il sindaco """"imprenditore politico per conto del partito"""", il sindaco """"primus et solus"""". Oggi di quale figura possiamo parlare? Si può rispondere solo contestualizzando il ruolo del sindaco all'interno di una rinnovata relazione centro-periferia e all'interno di uno spazio politico locale radicalmente modificato dalle riforme relative alla sua elezione, alle innovazioni intervenute negli Enti Locali e alla radicale trasformazione del sistema dei partiti. Sicuramente è possibile parlare di un sindaco """"imprenditore di policy"""", quasi completamente departitizzato, posto al vertice del potere dell'amministrazione comunale, ma del tutto privo dei vecchi legami che caratterizzavano il suo ruolo. Rispetto a questo quadro, il giovane sindaco può essere considerato un parvenu oppure il rappresentante di una nuova generazione politica che si affaccia alla periferia del sistema con caratteristiche profondamente rinnovate, tali da configurare un nuovo modello di amministratore? Sicuramente siamo di fronte a un nuovo attore politico locale, di cui il volume intende tracciare l'identikit."" -
Una scuola per tutti con la didattica per competenze
Ogni anno troppi ragazzi abbandonano precocemente la scuola perché non trovano in essa stimoli adeguati e non si sentono parte attiva del processo educativo e didattico di cui sono destinatari. Soprattutto gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) risentono di una didattica che non tiene conto delle differenze e non garantisce percorsi personalizzati. Il ruolo della scuola in una società complessa come la nostra non è solo quello di fornire conoscenze disciplinari, ma soprattutto di accompagnare lo studente nell'acquisizione di competenze per la vita, prima fra tutte quella di imparare a imparare in una prospettiva di long life learning. Con quali strategie educative la scuola può accompagnare tutti gli studenti a diventare persone competenti? Per raggiungere tale obiettivo sarebbe innanzitutto importante superare un insegnamento prevalentemente centrato sul docente per preferire una didattica dove il principale protagonista diventa l'allievo, che insieme al gruppo classe costruisce il sapere e progressivamente diviene sempre più esperto in diversi ambiti. È in un simile contesto che trova ragione d'essere una progettazione per competenze e una valutazione diretta a supportare e orientare il loro progressivo sviluppo. Sono questi i temi che il presente volume prende in esame. Dopo un'analisi delle cause del preoccupante fenomeno della dispersione scolastica, il libro propone al lettore una riflessione sull'utilità della didattica per competenze per promuovere il successo formativo di tutti gli allievi, con indicazioni operative che sono emerse dal confronto con un gruppo di oltre 70 docenti di scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado che hanno preso parte ad un percorso di ricerca-azione. -
La società dei selfie. Narcisismo e sentimento di sé nell'epoca dello smartphone
Si stima che, nel 2016, oltre 28,5 milioni di italiani abbiano fruito dei social media. Nell'era degli smartphone, siamo condizionati da un bisogno di visibilità sociale che ci spinge a connetterci alla Rete con una frequenza giornaliera, postando e condividendo sui social contenuti personali, selfie e immagini che parlano di noi, della nostra vita privata e di quella sentimentale, a volte persino di quella sessuale. Perché lo facciamo? Perché lo facciamo proprio in questa fase storica? Perché abbiamo tutti, oggi più di ieri, così tanto bisogno di visibilità sociale e di mostrare agli altri la nostra ordinaria vita per renderla extra-ordinaria come se fossimo sempre protagonisti di un film di successo? Da dove nasce questo bisogno di affermare e rafforzare la propria identità presso un pubblico di spettatori virtuali che si espande potenzialmente all'infinito? Se crediamo di non essere riusciti a diventare ciò che aspiravamo ad essere, ci sentiamo in qualche modo sempre insoddisfatti di quello che siamo. Si può affermare che in questo caso soffriamo di un narcisismo menomato, cioè un sentimento di sé che contiene una ferita che chiede di essere riparata. Noi la ripariamo ogni qualvolta incrementiamo il nostro valore postando contenuti e immagini sulle pagine dei social e restiamo in attesa di un like di approvazione, che rimandiamo poi per riconoscenza agli altri, soddisfacendo il medesimo bisogno di conferma di valore. Il libro indaga le complesse motivazioni psicologiche di questi nuovi bisogni di visibilità sociale per incrementare il proprio valore e svela i molteplici significati che si celano dietro questi comportamenti diventati oramai molto popolari. -
Costruzione del profilo professionale. Pratiche narrative e riflessive
La costruzione del profilo professionale può essere intesa come ""una storia di vita"""", un lifelong journey che si snoda all'interno di un framework caratterizzato da incertezze, fluidità e continue transioni. Attraverso la scrittura narrativa e la ricostruzione biografia si avvia un percorso sostenuto dalla riflessione capace di supportare le persone sia nell'affrontare questi processi non lineari che nel conferire un senso ai ricordi e alle attività passate, alle esperienze attuali e alle aspirazioni future. Ciò consente di redigere e monitorare il proprio percorso di sviluppo e di gestire il proprio processo di costruzione del profilo professionale. Nel dispiegarsi delle storie di vita possono emergere dei momenti critici rispetto al percorso: momenti di svolta oppure ostacoli che punteggiano il percorso biografico. Nel volume sono presentati alcuni di questi momenti: il passaggio dagli studi superiori all'università, l'esperienza di tirocinio e l'ingresso nella comunità professionale. Ciò che emerge come base comune è l'urgenza di promuovere una nuova cultura del welcoming nei molteplici momenti di passaggio per aiutare le persone a non sentirsi disorientate a non perdere la bussola; di sostenere l'utilizzo di dispositivi di scrittura e rilettura riflessiva visti come opportunità di valutazione trasformativa tesi a produrre cambiamento e, quindi, un continuo sviluppo; di promuovere contesti capacitanti e collaborativi capaci di supportare il saper cooperare, il voler cooperare, il poter cooperare, in un'ottica di well-being personale e di comunità."" -
Lavoro, imprenditorialità e cooperazione. Indagine sugli orientamenti degli studenti di Scuola secondaria di secondo grado nel Comune di Forlì
Giovani e cooperazione, un binomio (im)possibile? Per quali ragioni un giovane, anzi un adolescente, dovrebbe oggi avvicinarsi al mondo cooperativo e al suo modello di impresa? O forse prima ancora bisognerebbe chiedersi in che misura i giovani conoscono e percepiscono le cooperative come imprese con proprie caratteristiche e principi differenti dalle altre aziende. Tali interrogativi possono assumere ancora più valore se consideriamo - in questi anni di crisi - il ruolo significativo giocato dalla componente giovanile, che si sta dimostrando in grado di sviluppare capacità imprenditoriali inedite. La ricerca - di cui si rende conto in questo volume - nasce da tali considerazioni e riflessioni ed è stata realizzata in un comune emiliano-romagnolo, un territorio che per storia e cultura si pone come pioniere del modello cooperativo in genere nonché, più di recente, della cooperazione ed intrapresa a vocazione sociale. L'opera propone alcune riflessioni, a partire dall'analisi di un'ampia mole di dati nazionali e regionali, sulle caratteristiche dell'impresa cooperativa e sulla sua maggiore capacità di resilienza di fronte alla recente crisi economico-finanziaria. Il filo rosso del volume - che si dipana entro i capisaldi della riflessione sociologica - intende offrire, da un lato, un quadro degli orientamenti degli adolescenti intervistati nei confronti della forma di impresa cooperativa e, dall'altro, far emergere se vi siano e quali siano i canali di trasmissione dei valori cooperativi a livello intergenerazionale, indagando sulle figure di adulti di riferimento (insegnanti e familiari) degli studenti coinvolti nell'indagine. -
Al-Andalus omeyade (714-929). Architetture, cultura urbana e territorio
Alla fine dell'Emirato omeyade (929), il processo di islamizzazione di al-Ándalus era ampiamente diffuso, sebbene con effetti diversificati e contrastanti nei vari territori. I centri urbani e le sedi episcopali ubicati lungo la linea costiera orientale della penisola iberica e quelli lungo la linea occidentale che in epoca tardoantica erano stati importanti e rinomate sedi politico-amministrative e religiose, attraversarono, per ragioni ancora non del tutto chiarite dagli esiti dei resti archeologici e dalle testimonianze scritte lacunose, un periodo di decadenza nei secoli VIII-X. Nei territori attraversati dai fiumi Guadiana e Guadalquivir, nella valle dell'Ebro, in parte dell'area del fiume Tago e nel sud-est della penisola, numerosi centri migliorarono ulteriormente le loro condizioni politico-economiche e la loro organizzazione interna, rispetto ai tempi precedenti. Soprattutto fiorenti furono i siti dislocati lungo la linea che collegava Mérida con Saragozza, passando per Siviglia, Cordova e Toledo, abitati da numerosi Musulmani (Arabi e Berberi, in prevalenza), da Cristiani convertiti all'Islamismo e da nuclei di Ebrei, frequentati da colti e pii giuristi (ulemas) che si adoperarono per diffondere la conoscenza del Corano, oltre che nel mondo islamico, anche in al-Ándalus. Queste cinque città, tutte bagnate da grandi fiumi, possedevano moschee, alcázar, palazzi governativi, zocos, barrios con strade tortuose e adarves, all'interno delle loro medine circondate da possenti mura, mentre extramuros erano sparsi arrabales privi di cinta (insediamenti rurali sorti attorno a moschee o almuníe o cimiteri fondati da membri della famiglia regnante). Tali centri urbani consolidarono lo stretto rapporto che avevano instaurato con il territorio rurale circostante sin dal momento della conquista, che si rivelò efficace nei momenti di maggiore pericolo e che dette ai loro governatori o a personaggi potenti ribelli durante il periodo della fitna (seconda metà del IX secolo) la possibilità di contrastare le spedizioni militari inviate dall'emiro, di resistere a lungo agli assedi dell'armata musulmana e di acquisire un'autonomia notevole dal potere centrale di Cordova. In questo quadro così variegato, gli emiri omeyadi non solo attuarono una politica di rinnovamento urbano favorendo la trasformazione dei siti più antichi e la fondazione di nuovi centri, ma promossero anche un'architettura così originale da affascinare i re cristiani che vollero riproporre modi compositivi musulmani di al-Ándalus, estranei alla loro cultura. -
Arte che non sembra arte. Arte pubblica, pratiche artistiche nella vita quotidiana e progetto urbano
Partendo dall'intenzione di riflettere sui cambiamenti nell'arte pubblica a oltre dieci anni di distanza da Public Art. Arte, interazione e progetto urbano, il testo fa emergere non solo una dimensione nuova dell'arte pubblica, ma un nuovo orizzonte dell'arte nel mondo. Non sono tanto i temi portati dall'arte partecipata a essere cambiati, quanto i tempi, che sono diventati maturi per accettare l'idea che l'arte relazionale si sia mescolata alle pratiche quotidiane di vita e diffusa nei suoi luoghi, diventando irriconoscibile rispetto all'oggetto comune. È un'arte che non sembra arte, una pratica che si immerge nei modi e nei luoghi della nostra vita e trasforma la nostra esperienza. -
Dentro l'urbanistica. Ricerca e progetto, tecniche e storia
Il libro propone di tornare a una dimensione sostantiva del piano urbanistico, ridando centralità al suo progetto - che è progetto di assetto e progetto di regole - e alle forme tecniche per praticarlo, anziché alla codificazione di procedure. Un progetto per territori urbani di tipo nuovo, in cui l'operazione compositiva assume un ruolo essenziale, reclamando un'attenzione esplicita per i dispostivi utili a coltivarne l'istanza. Il controllo del senso del progetto e delle sue forme richiede di traguardare la contemporaneità nel tempo lungo, confrontandosi con la storia interna dell'urbanistica, nella cumulatività imperfetta di questo sapere pratico in continuo mutamento. Venti capitoli articolano una riflessione ""dentro l'urbanistica"""" scandita in sei passaggi: Oltre la riforma del piano; Per un progetto di territorio; Composizione per nuove urbanità; In assenza di figure progettuali; Rileggere i piani; Riconsiderare i lasciti."" -
L' eutanasia come problema biogiuridico
Il diritto di morire, sotto la particolare forma dell'eutanasia, è destinato a divenire, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, tema di discussione del dibattito non solo politico e sociale, ma soprattutto giuridico, richiedendo così una sempre maggiore opera di riflessione. Il presente volume si offre come spunto di approfondimento. Con la descrizione e problematizzazione delle tematiche generali, come, per esempio, la genesi del concetto di eutanasia, i rapporti tra eugenetica ed eutanasia e la definizione del diritto di morire, si mettono sotto la lente d'ingrandimento le problematiche più strettamente connesse al fenomeno eutanasico: il principio di autodeterminazione, la definizione del diritto alla salute, la concettualizzazione del diritto di rifiutare le cure. Delineando la pensabilità biogiuridica del diritto di morte, si riflette non solo sul tema dell'eutanasia, ma anche su tutti i suoi risvolti più prossimi, come i trattamenti sanitari e la loro sospensione, il testamento biologico, la concezione di malattia e il senso della sofferenza. Attraverso un'ampia rassegna bibliografica, la metodologia utilizzata è sostanzialmente ""tomografica"""": il fenomeno eutanasico viene esaminato nella interazione reciproca e feconda della multidisciplinarietà giuridica, filosofica, etica e teologica, osservandolo così dalle quattro predette prospettive per una più profonda percezione della sua interezza e complessità."" -
Mio c@ro coach. 50 risposte su come gestire le relazioni sul lavoro e le scelte professionali
A chiunque operi nel mondo del lavoro capitano situazioni che vengono vissute in prima persona come grandi o piccoli problemi. Casi personali, episodi, approcci, che coinvolgono l'aspetto della relazione dell'individuo nel contesto organizzativo. Lungo il suo percorso professionale di esperto di organization e management development, ma soprattutto nella sua attività di individual coaching, l'autore ha incontrato tante persone che avvertivano l'esigenza di avere un confronto, degli orientamenti e dei consigli su temi riguardanti la propria sfera lavorativa. Ne è nata una rubrica settimanale ""La posta del personal coach"""", ospitata nel blog dell'Espresso online, dall'approccio pragmatico e partecipativo. Questa raccolta dei primi 50 casi pubblicati sul blog dell'Espresso è una variegata e utile carrellata di quesiti e risposte tra i lettori e il coach su come approcciare e risolvere casi di rapporti interpersonali coinvolgenti capi, colleghi e collaboratori e affrontare scelte di cambiamenti professionali. Uno specchio per rivedere le proprie esperienze personali, uno stimolo per acquisire modalità di gestione nella relazione e uno strumento utile per chi è alla ricerca di nuove modalità da utilizzare a fini professionali."" -
La gentilezza che cambia le relazioni. Linfe vitali per arrivare al cuore
Sono semplici le modalità che generano il sentimento di trattarsi bene e trattare bene. Qualunque sia il contesto che si intende considerare, la coppia, la famiglia, la scuola, l'azienda. In qualche maniera, tutti organismi viventi. Abbiamo voluto accendere una luce particolare su cosa possa significare il senso di appartenenza e come questo possa generare valore umano e professionale nel rispetto di ogni individualità che, pur coerente ed in linea con gli scopi dell'organismo vivente, dell'organizzazione nella quale si muove, non deve essere sacrificata per piaggeria o per paura di perdere ""un posto"""". Le macchine, la velocità, la fretta, la proiezione verso i risultati, hanno sbiadito se non cancellato, l'attenzione verso sé stessi e verso gli altri, l'educazione, la gentilezza, tutte quelle dinamiche comportamentali rivolte alla buona manutenzione dei rapporti interpersonali. Dobbiamo allora diventare """"soggetti imparanti"""", disponibili ad accogliere gli altri e noi stessi con attenzione e gentilezza. Soggetti che rendono l'esperienza della relazione momento di crescita reciproca straordinario, unico ed insostituibile. Dunque vogliamo indicare qui come sia possibile questa crescita e come sia però anche facile cadere nella sua negazione. Dobbiamo alimentare il grande albero della relazione autentica ed assertiva, fatta di disponibilità, ascolto, attenzione verso l'altro, comunicazione aperta e tanto altro. La linfa che nutre l'albero è qualcosa di accessibile a tutti, è in natura ed è nella nostra natura. Ciascuno di noi, come marito, moglie, madre, padre, figlio, ma anche professionista, impiegato, manager, dirigente d'azienda, formatore, coach, counselor può assumere la sua response ability per fare la differenza."" -
Educazione inclusiva e cooperazione internazionale. Un intervento in El Salvador
Il volume propone una riflessione sulla complessità degli interventi socioeducativi di fronte agli attuali ed infiniti volti della differenza. Il testo si articola in due parti. La prima, di natura teorica, collega il tema della cooperazione internazionale con quello dell'educazione inclusiva. La cooperazione internazionale viene presentata nel suo crescere contraddittorio dal secondo dopoguerra ad oggi. La proposta dell'inclusione, anch'essa sorta nello stesso periodo, viene analizzata nel suo svilupparsi come evoluzione dalla precedente prospettiva dell'integrazione verso l'affermazione radicale dell'uguaglianza di tutti gli uomini e di tutte le donne a prescindere da qualsiasi loro specifica diversità. La seconda parte presenta una ricerca, realizzata in El Salvador, sullo sviluppo dell'inclusione scolastica nell'ambito di un intervento di cooperazione internazionale. Qui vengono messe in luce le sfide che il Paese centroamericano affronta per costruire un modello di sviluppo basato sui principi dell'inclusione e del rispetto dei diritti umani, a partire da quello dell'educazione. Il volume può interessare due principali tipologie di lettori: gli operatori della cooperazione internazionale interessati a capire quale approccio adottare per promuovere processi di empowerment significativi e sostenibili; le figure del mondo educativo impegnate a sostenere lo sviluppo della funzione sociale della scuola in contesti di emarginazione e vulnerabilità. -
La scuola primaria nel Regno Italico. 1796-1814
Il lavoro ha per oggetto la ricostruzione del sistema educativo popolare e primario nell'Italia napoleonica, con riferimento ai territori entrati a far parte del Regno Italico (1805-1814). Lo spoglio delle inchieste scolastiche realizzate dalle amministrazioni cisalpine e italiche tra il 1797 e il 1814 ha permesso la costruzione di un ricco apparato statistico in grado di offrire analisi dinamiche dell'offerta e della domanda di istruzione tanto pubblica che privata, dei salari e della condizione sociale e civile dei maestri, della tipologia e della qualità della didattica. All'analisi statistica si è affiancato lo spoglio dei ricchi apparati documentari offerti dalle corrispondenze tra viceprefetture, prefetture e amministrazione centrale. L'importanza di tali fonti è andata oltre la possibilità di ricostruire i quadri istituzionali entro i quali si svolgono le vicende della scuola primaria italica. Esse si sono rivelate un supporto fondamentale sia per precisare i fenomeni delineati dalle elaborazioni statistiche sia nell'offrire conferme ad ipotesi suggerite, ma lasciate indeterminate, dal dato quantitativo. Il volume, per la prima volta in Italia, offre una serie di dettagliati quadri statistici di un sistema educativo di vasta scala dell'Italia preunitaria.