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Jacques Derrida. Il desiderio della scrittura
Una meditazione sull'eredità, la letteratura e la decostruzione, per disegnare una nuova costellazione del pensiero del grande filosofo francese.rnrnNell'ultima intervista rilasciata prima di morire, Jacques Derrida affermava di provare due sensazioni contrastanti, opposte, in merito al proprio lascito e alla propria eredità. Da un lato pensava che subito dopo la sua morte non sarebbe rimasto più nulla, a eccezione dei libri depositati nelle biblioteche. Dall'altro, sentiva che la sua opera non era ancora stata davvero letta, e che questa lettura restava a venire. Oggi Derrida è un autore consacrato come uno dei classici della filosofia del Novecento: un filosofo letto e commentato, su cui si è scritto e si continua a scrivere molto, e di cui è in corso di pubblicazione l'opera omnia a partire dai seminari inediti. La ""decostruzione"""", formula con cui si è voluto riassumere il suo pensiero, è stata ricostruita dal punto di vista storicofilosofico. Temi come la decostruzione delle idee di verità e di realtà sono entrati nel dibattito pubblico. Che cosa resta da fare dunque? Occorre cominciare a leggere Derrida in modo nuovo, per provare a ereditare il cuore della sua filosofia e condurla verso l'avvenire. Si tratta, per citare Derrida, non tanto di ordinare i resti secondo la logica dell'archivista, ma di """"vagliare il fuoco"""" per provare a portarlo. La sfida dell'eredità, la sfida per gli """"eredi"""", è questa: provare a portare il fuoco. Quella di Simone Regazzoni non è una ricostruzione storicofilosofica del pensiero di Derrida. È un dialogo serrato, e selettivo, con Jacques Derrida, a partire dai suoi testi. Tenendo presente la sua intera produzione e gli snodi della sua biografia, che per Derrida è intimamente intrecciata al pensiero e non può essere dimenticata."" -
Jean-Paul Sartre. La scoperta dell'esistenza
"Il romanzo-diario pubblicato nel 1938 è un'autentica miniera di filoni problematici, di motivi filosofici, culturali, stilistici, con un ventaglio quanto mai ricco di allusioni, ammiccamenti, trasposizioni, parodie, pastiches. Una costruzione estremamente composita, a svariati piani, affrontabile sotto molteplici e diverse angolature, certamente anche a causa della continua 'ambiguità' (o mediazione) tra filosofia e letteratura"""". Franco Fergnani scriveva così nel 1978 a proposito della """"Nausea"""" di Jean-Paul Sartre, con la chiarezza capace di illuminare la complessità del pensiero di uno dei più grandi filosofi del Novecento. Un Sartre, quello di Fergnani, allievo ed erede radicale di Heidegger e di """"Essere e tempo"""". Con Antoine Roquentin, il protagonista della """"Nausea"""", scopriamo che l'esistenza sfugge a ogni significazione e coincide con l'assoluta presenza. La nausea è il sentimento cosmico che unisce la noia assoluta all'angoscia dell'abisso. E l'abisso è la consapevolezza della caduta nell'irrilevanza da parte di ogni ente nel mondo: la coscienza si avverte vanificata, perché si sente oppressa da fuori e fa esperienza di sé soltanto come corpo. L'ordine del mondo è irrimediabilmente sconvolto. Prefazione di Massimo Recalcati." -
André Green. Il potere creativo dell'inconscio
Il pensiero del più grande studioso del narcisismorne dell’angoscia. Un’analisi più chernmai attuale delle nostre fragilità.rnrn“Moi, j’aurais dit plutôt que, Io, avrei detto piuttosto… CosìrnGreen iniziava a volte la sua riflessione su di un caso clinicorndopo che gliene avevo parlato. Da lì procedevarnnell’esplorazione di un’altra linea di pensiero che potevarnincrociare o discostarsi da quella che era stata presentata,rnma che ben più sostanzialmente tentava di evidenziare larnstraordinaria arborescenza delle comunicazioni analitiche,rnla selezione di uno snodo piuttosto che di un altro,rnnon tanto in termini conflittuali quanto in una modalitàrnche mi appariva complementare, attenta agli intrecci, airnrimandi, alle sommersioni e alle riemersioni di un temarnnel corso della seduta. Era il suo modo per sottolinearernquanto fosse necessario, nella riflessione su una situazionernclinica, incrociare la possibilità di un ascolto diverso,rnaprendosi ad altri vertici osservativi, senza assumerne unorncome il definitivo o il più vero, il che a suo giudizio ci permettevarndi essere analisti ed evitare di cadere nella solitudinerne nella megalomania.”rnA partire dalla sua esperienza personale al fianco di AndrérnGreen, Maurizio Balsamo traccia un percorso attraversornla straordinaria avventura umana e intellettuale di uno deirnpiù grandi psicoanalisti del Novecento. Una mappa reticolarerndel grande “pensatore delle connessioni”, del suorndialogo con Jacques Lacan, Donald Winnicott e WilfredrnBion e dell’esigenza sempre più forte di ricomporre inrnuna feconda rivisitazione le diverse letture dell’operarndirnFreud. -
María Zambrano
Luigina Mortari mostra l'eredità preziosa di una protagonista illustre della tradizione del pensiero occidentale.rnrn«Ci sono parole mai dette e molte scritte che si perdono perché non trovano voce. Si perdono realmente? No, vanno a finire in altri astri dove troveranno il suono, la vibrazione, poiché la musica è astrale, va oltre la parola e al contempo la precede». Così scrisse Maria Zambrano ne «Le parole del ritorno». Zambrano fu esiliata dopo la Guerra civile spagnola e viaggiò, peregrinando e nascondendosi, dal Messico a Cuba, da Roma alla Svizzera. Allieva di José Ortega y Gasset e di Xavier Zubiri all'Universidad Central di Madrid, nel 1984 tornò in Spagna e mise al centro della sua vasta e articolata produzione la storia e la vita del suo paese, ma anche la natura della filosofia occidentale e le condizioni della libertà umana. Per ogni essere umano trovare la propria forma significa trovare la propria verità. E per farlo ha bisogno di un metodo. La filosofia di Maria Zambrano ci guida nella ricerca di una postura e di un metodo non scientifici, ma adatti a un sapere dell'anima. Luigina Mortari mostra l'eredità preziosa di una protagonista illustre della tradizione del pensiero occidentale. -
Jean Baudrillard. La seduzione del simbolico
In una società che certa di cancellare tutto quello che considera negativo, come l'imperfezione e la morte, Baudrillard rivendica una legge che riesca a far convivere tutto quello che appartiene al mondo degli esseri umani: il bene e il male, la vita e la morte.rnrnLe idee di Jean Baudrillard hanno avuto molto successo accademico e mediatico. I fratelli Wachowski alla fine degli anni novanta si sono addirittura ispirati alle sue opere per concepire Matrix, in cui il protagonista Neo nascondeva un software piratato all'interno di una copia dell'edizione statunitense del libro di Baudrillard «Simulacres et simulation». Probabilmente, il sociologo francese deve gran parte del suo successo al fatto di essere stato etichettato, soprattutto nei paesi anglosassoni, come un tipico rappresentante del pensiero postmoderno. Questa classificazione però è fuorviante, perché Baudrillard ha raramente utilizzato il concetto di postmoderno, mentre aveva ben chiaro che, anziché sostenere che è in corso un processo di superamento della modernità, fosse necessario preoccuparsi della nostra impossibilità di uscirne. Le società moderne infatti, secondo la tradizionale visione della sociologia, si sono affermate grazie allo sviluppo di un efficiente modello basato sull'azione esercitata da diversi sottosistemi (la politica, l'economia, l'estetica, la scienza ecc.), ciascuno dei quali aveva l'incarico di svolgere una specifica funzione, ma anche di contribuire nello stesso tempo al funzionamento dell'intero sistema sociale. Questo modello però negli ultimi decenni è imploso: ogni sottosistema ha visto indebolirsi i suoi confini e la sua capacità di differenziarsi rispetto agli altri. È una ""modernità bloccata"""", che procede per forza d'inerzia ed è condannata a una crescita senza fine. Una modernità, soprattutto, autoreferenziale e dalla quale gli individui non sono in grado di uscire."" -
Hannah Arendt. Un umanesimo difficile
Hannah Arendt è l'esempio di un esercizio libero del pensiero, acrobatico e insieme dotato della tenacia del costruttore, arrischiato per le conseguenze irritanti dell'indipendenza, ma soprattutto per la fantasia necessaria e per il coraggio di creare nuove regole del gioco.rnrn«Se è la poesia, e non la filosofia, ad assolutizzare, allora c'è salvezza» – Hannah ArendtrnrnChi era Hannah Arendt? Oggi la filosofa è circondata da una popolarità aneddotica e alla moda. La sua vita e il suo pensiero sono divenuti oggetto di un giudizio storico. Come si può ereditarne l'opera, proteggendo la sua intimità dall'indiscrezione? Laura Boella ci conduce nella riscoperta delle esperienze fondamentali che costellano la sua biografia drammatica e avventurosa, segnata dall'esilio dalla Germania nazista, dalla faticosa ricostruzione di una vita personale e professionale negli Stati Uniti e dalla straordinaria produttività documentata da opere la cui attualità continua a rinnovarsi. Carteggi e diari costituiscono nuove chiavi d'accesso alla sua opera aperta e ci permettono di entrare nel cuore del suo pensiero, per scoprire i fili di pensiero e di scrittura intrecciati in una tela ampia e composita che resiste a ogni tentativo di appropriazione e di sistematizzazione. ""Molte questioni,"""" scrive Boella, """"vanno avanti e indietro sul campo di battaglia dell'opera di Hannah Arendt, invisibili come gli dei di Omero per chi la consideri un 'classico' del Novecento. Esse offrono l'occasione di punti d'incrocio tra strade che vanno in direzioni divergenti e sono consegnate a chi continua a leggerla perché mettono in diretto contatto con l'imprevisto, con l'inevitabile novità di un tempo che non è più il suo."""""" -
Baruch Spinoza. Libertà ebraismo filosofia scienza etica politica
«All'uomo niente è più utile dell'uomo», diceva Spinoza. Un viaggio nel ""pensiero abissale"""" del grande filosofo ebreo, eccentrico e tante volte frainteso, che ha tracciato un percorso per superare i conflitti fra le parti.La storia della filosofia è una storia di fraintendimenti. Un susseguirsi di interpretazioni dove la successiva spesso smentisce la precedente. Se questo è vero per tutti i classici, lo è a maggior ragione per Baruch Spinoza. Spinoza è un filosofo atipico, un crocevia di culture, una vera eccezione nell'itinerario del pensiero occidentale. Del resto, pochi autori sono stati così interpretati, pochi hanno rappresentato un riferimento così intenso per le epoche successive. Allora chi è davvero Baruch Spinoza? Il pensiero di Spinoza si nutre di diverse fonti: ebraica, filosofica, scientifica, solo per citare le principali. Ridurlo a una sola di queste è impossibile, perché l'una si intreccia nell'altra in una sintesi che ha pochi eguali per altezza, profondità e originalità. Tutte sono presenti nell'opera del filosofo, ma rispetto a ciascuna si registra un'eccedenza, che rende il Maledictus (uno dei tanti nomi attribuiti a Spinoza) un pensatore eccentrico e forse unico proprio per questo. Di Spinoza abbiamo infinite interpretazioni, ma da lui non nasce una scuola. Non si può parlare di uno spinozismo negli stessi termini in cui parliamo di un cartesianesimo, di un kantismo, di un hegelismo. Forse per questo la sua figura ha potuto ispirare intellettuali così diversi: dai medici e gli scienziati positivisti del Seicento e Settecento ai grandi metafisici a lui successivi, da Fichte a Hegel, da Schopenhauer a Fechner, passando per le correnti libertarie prerivoluzionarie. Forse, però, Spinoza non ha voluto parlare a nessuno. La sua è stata una riflessione solitaria, volta alla ricerca della felicità, non certo intesa come godimento dell'istante. Questo, che può apparire un limite, è in realtà la grande virtù che gli ha permesso di attraversare indenne le varie epoche e arrivare fino a noi."" -
Gandhi. Al di là del principio di potere
A noi che per lo più siamo storditi dallo scetticismo, dalla frammentazione dell'esperienza, dall'individualismo e dalla saturazione mentale per l'eccesso di stimoli, Gandhi insegna la concentrazione della presenza a se stessi, agli altri, alla realtà del mondo.Il 30 gennaio 1948 Gandhi fu assassinato. Un collaboratore di Lord Mountbatten, ultimo viceré britannico in India, racconta di aver avuto questa percezione assistendo alla veglia funebre per il Mahatma: «Mentre mi trovavo lì avevo paura per il futuro, ero sgomento, eppure provavo anche un senso di vittoria anziché di sconfitta, perché la forza delle idee e degli ideali di questo piccolo uomo e la forza della devozione che egli stava suscitando si sarebbero dimostrati più forti delle pallottole dell'assassino». Gandhi ha sperimentato il senso profondo delle cose come un incontro e attraverso una serie di esperienze che hanno comportato successi e sconfitte. Roberto Mancini ci guida nella scoperta del pensiero e dell'eredità di un uomo che, nato nell'età vittoriana, ha aperto una via personale e collettiva capace di indicare ancora oggi un modo più umano di abitare il mondo. Chi cercherà in lui un modello resterà deluso, perché Gandhi offre semplicemente esempi. Lungo questo cammino incontriamo una critica della concezione della politica propria della modernità, nella quale l'autonomia del potere finisce per schiacciare la cittadinanza democratica. «Chiunque sia interessato alla ricerca di una vita sensata,» scrive Mancini, «vi troverà ispirazione e concretezza. Ispirazione, per il riconoscimento di uno spirito di verità e di giustizia senza il quale non si può vivere umanamente.» -
Henri Bergson
Henri Bergson è il più necessario, il più contemporaneo dei maestri del Novecento. Poi è anche il più lontano, il più antico, il più enigmatico. Guarda le cose con lo guardo impersonale di un greco.Bergson vede l'essere, non gli enti. Pensa la natura, non l'umano. Crede che il pensiero sia una cosa, disposta nell'universo, non una funzione del cervello o la prestazione di un soggetto. Poi, il pensatore più francese d'Europa è forse cinese. Osserva eventi impersonali, rileva equilibri momentanei, valorizza confluenze che non hanno altro fondamento che il loro breve annodamento. Pensa senza fondamento, pensa per superfici sottilissime, prive di qualsiasi spessore, aliene a qualsiasi illusione di significato. Infine è il mago, il veggente che ha parlato con un secolo di anticipo del nostro mondo, delle nostre inquietudini, delle nostre speranze. La tentazione del negativo, della denuncia, della nostalgia gli è stata radicalmente estranea. Bergson pensa che tutto sia immagine, ma non pensa che quindi sia sembianza, illusione, manipolazione. Pensa piuttosto che tutto sia immagine e cioè disseminazione di doppi, moltiplicazione di eventi, disseminazione di occasioni. Pensa che tutto sia natura, materialità, concatenamento, ma non pensa che tutto sia inerte, che ci siano solo spazi inumani, meccanismi senza invenzione. Pensa che le nostre società vadano verso forme di frammentazione sempre più spinta e di coordinamento sempre più impersonale, ma non pensa che questo significhi nichilismo, annientamento etico-politico, globalizzazione tecnocratica del mondo. Pensa piuttosto che un nuovo tempo senza soggetti apra allo scenario di un nuovo tempo comune. Non decidere ma regolare, non rivoluzionare orizzonti ma riarticolare piani d'immanenza, non oltrepassare situazioni ma riconfigurare concatenamenti. Bergson il greco, il cinese, il contemporaneo ci attende all'orizzonte, dove noi siamo già senza esserci ancora. -
Zygmunt Bauman
"Allo stesso modo in cui Max Weber, agli inizi del Novecento, aveva rifondato la sociologia, si può dire che fra il 1990 e il 2017 Zygmunt Bauman ne abbia identificato e sviscerato un nuovo paradigma a cui difficilmente essa potrà sottrarsi dopo di lui. Per certo Bauman, oltre a trasformare la sua disciplina rivitalizzandola e riconferendole lo statuto di scienza sociale veramente feconda, ha trasformato me, che ebbi la fortuna di conoscere la sua opera negli anni novanta. Proprio quando lui, andato in pensione a sessantacinque anni, si era comprato una pipa."""" Per Riccardo Mazzeo, Zygmunt Bauman è stato un maestro e un amico. Questo libro getta luce sui movimenti intimi e reconditi del pensiero e, attraverso lo sguardo di un testimone d'eccezione, del più grande sociologo del nostro tempo restituisce un ritratto da vicino, costruito giorno per giorno. Il cuore della rivoluzione di Bauman rispetto a Max Weber sta nell'idea che la conoscenza di ciò che ci circonda vada declinata in termini di prassi, come era stato per Gramsci. Se la conoscenza si traduce in azione per trasformare il mondo, deve necessariamente farsi partigiana: deve cioè esprimere e difendere valutazioni e corsi di azione che siano in grado di incidere sulla complessità della vita. Nell'opera di Bauman si riflette tutto il Novecento, con i suoi momenti più bui, e si dispiega un'idea della modernità con la quale non abbiamo mai finito di fare i conti. La società ci si rivela come un corpo pulsionale, dotato come ciascun individuo di una parte emersa, conscia, dignitosa, e di un'altra parte tumultuosa, fluviale, disordinata. Descriverla non basta: bisogna cambiarla." -
Jova Beach Coloring
JOVA BEACH PARTY STA TORNANDO!!!«Jova Beach Party è un grande gioco, dove ognuno mette del suo e le linee creano campi da colorare, attraversare, far vivere. Divertitevi a remixare, immaginare, fantasticare» – Lorenzo JovaJova Beach Party nell'estate del 2019 ha inaugurato qualcosa di nuovo. Una grande avventura che abbiamo vissuto all'unisono, corpo a corpo, una festa di musica, danza, ritmo e follia.In attesa di tornare insieme a smuovere la sabbia delle spiagge, a varcare i confini della nostra immaginazione, a sondare le possibilità della musica, un coloring book ci riporta nel cuore di quell'esperienza.Jova Beach Coloring è un regalo ispirato a ciò che abbiamo vissuto ed è dedicato a tutti quelli che hanno ancora voglia di sperimentare forme e colori. Un vero e proprio ""coloring party"""" a cui Lorenzo Jovanotti e Sergio Pappalettera hanno invitato un gruppo di illustratori e artisti. Tutti hanno deciso di esserci, e dalle loro tavole è nato un gioco, il più semplice che esista, dove le linee tracciate in bianco e nero ci invitano a varcare nuovi confini e ci proiettano verso l'estate del 2022, dove ci aspettano ballo, ritmo, ebbrezza e l'energia di un nuovo Jova Beach Party.Gli artisti che hanno partecipato a Jova Beach Coloring:• CARLO ESPOSITO, aka DOWGGY• DAVIDE TOFFOLO• EDOARDO MARCONI, aka RADIOCOMANDERO• ELIYANA BEITLER• MARCO CAPUTO, aka BLACKCAP• MATTEO GUARNACCIA• SIMONE BRIO• STUDIO PRODESIGN• TERESA CHERUBINIrnrnScopri tutto il mondo Open Wor(l)ds"" -
La foresta dei pigmei
Kate Cold, il nipote Alex e l'amica Nadia ricevono dal ""National Geographic"""" l'incarico di preparare un reportage sui safari che si svolgono a dorso d'elefante. A Nairobi Alex e Nadia incontrano un'indovina che li avverte di un pericolo imminente: saranno costretti ad affrontare un mostro a tre teste e solo se resteranno uniti riusciranno ad avere la meglio. Quando incontrano Fratel Fernando, un missionario alla ricerca di due confratelli, decidono di aiutarlo. Si ritroveranno nel cuore della giungla dove verranno in contatto con una tribù di pigmei caduti in disgrazia da quando la sacerdotessa Nana-Asante è stata sconfitta e il loro villaggio è diventato feudo di tre personaggi: il re Kosongo, il militare Mbembelé e lo stregone Sembo..."" -
Zorro. L'inizio della leggenda
L'autrice di ""La casa degli spiriti"""" e tanti altri successi internazionali rivisita la storia di Diego de la Vega, l'eroe mascherato che nell'America dell'Ottocento combatteva strenuamente per difendere la giustizia. Figlio del latifondista spagnolo Alejandro e di una bellissima india """"guerrillera"""" ante litteram, Diego eredita dal padre il senso dell'onore e dalla madre la volontà di difendere gli oppressi. Pur essendo un tipico romanzo di cappa e spada ottocentesco, pieno di caste passioni, acerrimi duelli e continue peripezie, """"Zorro"""" ha continui riferimenti alla politica attuale e, grazie a una lunga serie di elementi magici, sentimentali e femminili, è un romanzo tipicamente allendiano."" -
Su Mantegna. Vol. 1
Il contrastante successo nei secoli di Mantegna viene ricostruito attraverso episodi concreti, volti a mettere in luce lo stretto legame fra il pittore e gli scrittori, dai suoi contemporanei ai nostri contemporanei. La ricerca procede tra accumuli eruditi, parentesi didattiche, divagazioni divertite, affondi polemici, mentre ogni epoca scopre un Mantegna diverso e il libro, di pagina in pagina, di nota in nota, si trasforma in un portolano su come si fa la storia dell'arte oggi. -
America latina. Il risveglio di un continente
L'opera presenta in un unico volume le idee e il pensiero di Che Guevara sull'America Latina, con l'ausilio di scritti inediti e di facsimile dei testi originali. Attraverso poesie, appunti di viaggio, lettere private, discorsi pubblici, saggi, articoli, questa antologia degli scritti del Che ricostruisce il suo intenso rapporto con l'America Latina, basato su un profondo desiderio di affrancamento dalla tirannia. Questa aspirazione lo ha reso una delle figure leggendarie del Novecento e uno dei più importanti teorici del marxismo. Dai suoi scritti non emergono solamente l'utopia o il sogno, ma la complessità della situazione economica, politica e sociale che, per secoli, ha afflitto il suo continente. -
Ritratti. 100 anni di Italia attraverso volti, storie, testimonianze, ricordi dei lavoratori
Per un anno Pippo Onorati e il suo staff di redattori, fotografi, registi, operatori, hanno girato l'Italia, da Aosta a Trapani, da Cagliari a Trento, per fotografare più di 500 lavoratori e farsi raccontare in video la loro storia: persone normali, giovani e vecchi, donne e uomini, protagonisti del passato e del presente. Il risultato di questo viaggio è un ritratto inedito e particolare degli ultimi cento anni del nostro Paese. -
Feltrinelli 1955-2005. 50 anni di storia culturale attraverso le immagini
Dai primi libri pubblicati nel 1955, ""Il flagello della svastica"""" di Lord Russell di Liverpool e l'""""Autobiografia"""" di Nehru, si snoda la storia di un'impresa editoriale e culturale che non ha eguali in Italia, per la persistenza degli obiettivi, per il riscontro di pubblico, per l'apertura a tematiche letterarie, politiche, sociali, di avanguardia. Scorrono, come in un film, le immagini dei successi più clamorosi, Pasternak, Tomasi di Lampedusa, e delle avventure più singolari, dalla pubblicazione clandestina dei """"Tropici"""" di Miller alla proposta di avanguardia del gruppo '63 che vide schierati grandi intellettuali come Sanguineti e Pagliarani. Scorrendo la storia illustrata dei primi cinquant'anni della casa editrice vediamo affacciarsi alla ribalta letteraria autori come Tabucchi, Benni, Isabel Allende, Arbasino, Kapuscinski, saggisti quali Maldonado, Cacciari, Foucault, Galimberti... vediamo la nascita della Fondazione Feltrinelli, delle Librerie, punto di aggregazione culturale, fino alle esperienze più recenti di nuove collane posizionate sui fenomeni dell'oggi. Una storia che si snoda attraverso centinaia e centinaia di fotografie, di copertine, di materiali editoriali, irripetibile come ogni storia, ma anche crocevia di storie diverse, di storie individuali, di storie sociali, di storie del pensiero."" -
Alberi adagiati sulla luce-Chie-Chan e io-L'inseguitore
Tre opere scritte per il Napoli Teatro Festival Italia, tre grandi autori, tre occasioni di teatro e di lettura. In ""Alberi adagiati sulla luce"""": Virgilio, Masaniello, Giordano Bruno, Vico, Benedetto Croce e Leopardi insieme a un coro popolare, tutti personaggi legati a Napoli, danno voce a un'utopia luminosa. In """"Chie-Chan e io"""" il magico e duraturo legame fra due donne messe alla prova dalla lontananza e dalle difficoltà della vita. Ne """"L'inseguitore"""", un uomo aspetta qualcuno fuori dal carcere. Dice che si è svegliato con la curiosità di vedere che faccia fanno quelli che riacquistano la libertà, ma forse sta mentendo."" -
Amore 14
Carolina ha quasi quattordici anni. È unica, come lo sono molte ragazze di quell'età. È un momento magico. Ci sono le amiche con cui dividere i giorni e i sogni. Ci sono i primi baci rubati nella penembra del portone. C'è la musica che capita sempre al momento giusto e quelle parole che sembrano sempre parlare di lei. Poi ci sono le feste. C'è la scuola, ci sono gli scherzi tra gli alunni, a quel professore che è un soggetto, ma anche gli esami da preparare. C'è una nonna meravigliosa che la sa guardare in fondo all'anima. C'è un fratello leggendario che aiuta il suo cuore a sognare. E l'amore? Com'è per davvero l'amore? Ha forse gli occhi di Massimiliano, incontrato per caso? È quello l'amore? Chissà... Peccato che Carolina ha perso il cellulare e con il cellulare tutto quello che sapeva di lui. Però non ha dubbi, ritroverà quel ragazzo. E così, mentre sogna di arrivare presto tre metri sopra il cielo, la vita scivola spensierata tra le avventure di ogni giorno, tra le ombre della vita famigliare, ancora lontana dal sospetto e dalla sfiducia, accelera ogni volta che gli affetti le aprono il cuore, si arrampica con agilità sulla speranza, sull'alba, sul futuro. La strada è lì, di fronte a lei, invitante, morbida, infinita. E Carolina è pronta a essere felice. -
Leonardo Sciascia e i comunisti
II rapporto di Leonardo Sciascia con la politica è centrale in tutta la sua opera di scrittore e polemista. E su questo rapporto si sono dette tante cose: comunista o no? Anticomunista o meno? La polemica nei suoi confronti si fece rovente nel momento in cui scelse di candidarsi nelle liste del Pci alle elezioni comunali di Palermo nel 1976 e, in senso opposto, quando nel 1978 si dimise dal Consiglio comunale. Polemiche rinnovate quando nel 1979 Sciascia fu eletto deputato nazionale ed europeo nelle liste del Partito radicale. La sua opera letteraria ha suscitato scontri politici: basti pensare alle reazioni di esponenti democristiani e cattolici quando in libreria arrivò ""Todo modo"""". Ma non c'è libro o articolo di Leonardo Sciascia che non abbia provocato discussioni sin da quando nel 1960 pubblicò """"Il giorno della civetta"""" raccontando, non solo all'Italia ma al mondo, cos'era la mafia (parola allora impronunciabile) e cos'era la società in cui operava e dove trovava consensi e anche contrasti di minoranze politiche, sindacali e di isolati servitori dello stato. Negli anni ottanta quando sul """"Corriere della Sera"""" scrive l'articolo """"I professionisti dell'antimafia, Sciascia è attaccato dal Comitato antimafia di Palermo e dalla sinistra. Reazioni che su un versante diverso si ripetono quando pubblica """"L'affaire Moro"""". Emanuele Macaluso è stato insieme a Sciascia nel gruppo antifascista di Caltanissetta nel 1941 e nella cellula comunista clandestina di cui Sciascia, non iscritto al Pci, faceva parte.""