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La stupidità del male. Storie di uomini molto cattivi
Che cos'hanno in comune Adolf Hitler e Dracula, Maldoror e i personaggi del marchese De Sade, Michael Corleone e i terroristi jihadisti? Reali o immaginati, sono tutti uomini molto cattivirnChe cos’è il male? È l’atteggiamento di chirnrifiuta di pensare.rnrnQuando Hannah Arendt presentò La banalità del male fu vivacemente contestata e, soprattutto, gravemente fraintesa. Secondo Ermanno Bencivenga, la meditazione sul male oggi è attualissima: «Riflettiamo su quanto ogni giorno ciascuno di noi sia tentato dalla stupidità, dal rifiuto di pensare, dall'immersione senza riserve in un atteggiamento strumentale, empirico, e nel male che ne è la più ovvia, regolare conseguenza. O meglio, non limitiamoci a riflettere, ma proviamo ad agire le nostre riflessioni: a praticare il pensiero, il ragionamento corretto, il giudizio e anche la virtù e il bene per dimostrare nei fatti ciò di cui il Filosofo ci ha ammonito: è abile chi sa adattare i mezzi ai fini, ma è saggio solo chi, ragionando, sa scegliere i fini giusti». Il male non ha dignità intellettuale. Non ci sono teorie del male che siano paragonabili, per complessità, spessore e ricchezza di dettagli, alle teorie del bene. Non c'è una logica del male che determini fra eventi e atti malvagi relazioni e legami cogenti e persuasivi come quelli determinati dalle logiche del bene e dell'accadere. Come spiega Bencivenga, il male è stupido. O banale, per usare l'espressione di Arendt: chi voglia dar conto di un suo atto malvagio lo farà usando frasi tautologiche, opache, prive di contenuto e digiune d'informazioni, inette a crescere e svilupparsi in un senso qualsiasi. E la ""teoria"""" del male diventa immediatamente parassitaria di una teoria dell'accadere (che spieghi che cosa serve, che cosa piace o di che cosa non si può fare a meno) o di una teoria del bene (che spieghi che cosa è male). Mentre l'agente malefico riceve la medesima statura intellettuale di un rubinetto che perde o di un bambino che fa i dispetti."" -
L' equilibrio dell'anima. Perché l'uguaglianza ci farebbe vivere meglio
La disuguaglianza è la causa principale dellarndepressione e dell’ansia che colpisconornsempre più persone. Due grandi studiosirnmostrano la strada per risolvere il problemarnche avvelena in profondità la democrazia.rn«Richard Wilkinson e Kate Pickett riportano gli esiti di un nuovo studio. La tesi? L'esplosione delle malattie mentali e di patologie che vanno dalla depressione all'ansia è un effetto del dilagare delle diseguaglianze» - Massimiliano Panarari, Il VenerdìrnPerché le malattie mentali hanno una doppia incidenza inrnGran Bretagna rispetto alla Germania? Perché gli americanirntendono tre volte più dei danesi a sviluppare la dipendenzarndal gioco? Perché il benessere infantile è inferiorernin Nuova Zelanda rispetto al Giappone? Uno studiornsconvolgente dimostra che la risposta a tutte queste domandernriguarda la disuguaglianza.rnNella Misura dell’anima Richard Wilkinson e Kate Pickettrnavevano spiegato in modo inequivocabile che le societàrninique funzionano peggio di quelle più eque in ogni aspetto,rndall’alfabetizzazione e all’aspettativa di vita. Ora L’equilibriorndell’anima si concentra sull’effetto che la disuguaglianzarnha su ciascuno di noi, sul modo in cui ci sentiamo,rnpensiamo e ci comportiamo. Le disuguaglianze materialirnhanno conseguenze psicologiche profonde. Quandornla distanza che separa ricchi e poveri aumenta, la tendenzarna valutare noi stessi e gli altri in termini di superiorità erninferiorità si diffonde. La condizione sociale è strettamenternlegata allo stress, all’ansia e alla depressione.rnDati alla mano, Wilkinson e Pickett gettano luce su questerncorrelazioni sotterranee e sul loro sviluppo nel tempo,rnper rispondere a una domanda precisa: perché la disuguaglianzarnci colpisce nell’anima? Sfidano l’idea che gli uominirne le donne siano predisposti all’egoismo e alla competizione.rnSmentiscono la pretesa secondo la quale la disuguaglianzarnsarebbe l’esito naturale delle differenze tra glirnindividui e tra le loro abilità. Un saggio che affronta i problemirnpiù urgenti che colpiscono le nostre società e dimostrarnche l’uguaglianza genera benessere. -
Umanità in rivolta. La nostra lotta per il lavoro e il diritto alla felicità
La sua voce e il suo impegno riempiono un vuoto nel dibattito politico italiano: non sono in gioco solo i diritti dei lavoratori immigrati, ma i diritti di tutti i lavoratori, messi in ginocchio dalla precarietà. Questo è il suo primo libro.rnrn""Molti migranti non solo fanno i lavori che gli italiani non fanno più, ma lottano anche per i diritti che gli italiani non vogliono più difendere. Ecco perché la loro dignità è la nostra dignità"""".rnrn""""Sapete cosa un buon pugile non deve mai fare? Non bisogna mai farsi stringere in un angolo. Se sei costretto all'angolo, finisci per prendere così tanti colpi che bastano pochi secondi per perdere un incontro. Non sono mai stato un pugile e non ho mai desiderato di esserlo. Però ho capito di essere su un ring. Non da solo. Insieme a me, prima di me, in tanti, al nostro arrivo in Italia, siamo stati messi in un angolo. Costretti a subire ingiustizie e discriminazioni, molte volte da chi, da figlio o nipote di emigranti, non andava solo contro di noi, ma contro il proprio passato e la propria memoria"""". Aboubakar Soumahoro da molti anni difende i diritti dei lavoratori. Arrivato in Italia dalla Costa d'Avorio, ha conosciuto da vicino le insidie di un tessuto civile che sembra sempre più logoro e incapace di garantire i diritti minimi che dovrebbero essere riconosciuti a ogni essere umano. Il suo è un avvertimento: siamo davvero sicuri che l'angolo del ring sia riservato ai migranti? Forse dietro """"i mestieri che gli italiani non vogliono più fare"""" si nasconde il degrado delle condizioni generali di lavoro, che chi arriva in Italia sprovvisto di tutele e di diritti è costretto ad accettare per sopravvivere. È così che si spiega il gran ritorno della retorica del """"prima gli italiani"""" e della """"razza"""": uno stratagemma per abbassare il costo del lavoro e per ridurre drasticamente la distanza legittima tra lavoro e sfruttamento. La domanda che dobbiamo porci è radicale: può esistere un capitalismo non razzista? Questo manifesto riempie un vuoto del dibattito politico italiano. Aboubakar Soumahoro sa cosa significa essere privati di un diritto e per questo sa anche cosa significa lottare per conquistarlo."" -
Qualcosa di sinistra. Idee per una politica progressista
Il filosofo torna a occuparsi di attualità e ragiona sulla deriva della sinistra, per restituirle la sua stella polare: la uguale dignità delle persone.rnrn""Per una sinistra leale ai suoi fini, intransigente sui suoi principi fondamentali, e aperta e innovativa nei metodi e nei provvedimenti"""" rnrnRinunciare a costruire una sinistra europea capace di pensare e agire nel presente, spiega Salvatore Veca, significa piegarsi a una classe politica disposta a cancellare il principio della pari dignità per tutti e l'impegno a rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo della persona. Eppure, abbiamo ragioni fondamentali contro la trasformazione della democrazia in tirannia populistica. Contro la demonizzazione del disaccordo e del dissenso, che sono invece il succo della democrazia. Contro lo spettro che ritorna e si aggira, dalle nostre parti, di una società castale, caratterizzata da una crescente e intollerabile forbice delle disuguaglianze economiche e sociali. Questo libro restituisce alla sinistra ciò che ha perso: l'idea di sviluppo umano come libertà di chiunque, ovunque, mettendo a fuoco il principio di urgenza che assegna priorità a chi, senza sua responsabilità, è più svantaggiato e vulnerabile."" -
Roma non perdona. Come la politica si è ripresa la RAI
Tutto quello che dovremmo sapere sulla Rai ma non abbiamo mai osato chiedere. O forse non abbiamo mai voluto vederernrnUn viaggio senza precedenti nei corridoi di viale Mazzini, dove si sta giocando la partita della nostra democraziarnOggi il servizio pubblico italiano è un’eccezione tra quelli europei. Un’eccezione in negativo, però. A differenza delle altre grandi aziende televisive pubbliche, a cominciare dalla Bbc, la Rai è assente dai luoghi dove circola gran parte dell’informazione: non più solo in televisione e in radio, ma anche in rete, sui social, sulle app. Carlo Verdelli è stato il direttore per il coordinamento dell’offerta informativa della Rai tra il 26 novembre 2015 e il 3 gennaio 2017, quando ha dato le dimissioni dopo aver presentato un piano di riforma radicale del servizio pubblico: 470 pagine di analisi, confronti internazionali e proposte. La sua idea era fare della Rai un’azienda moderna, con un’informazione presente su tutti i canali e libera dalla pressione dei partiti, perché la sfera pubblica deve essere tutelata con un servizio di informazione capace di comunicare con i cittadini. Carlo Verdelli ci guida nelle stanze e nei corridoi di viale Mazzini, e spiega perché riformare il servizio pubblico e sottrarlo alle sabbie mobili del potere romano è impossibile. Racconta nel dettaglio quali sono gli interessi che impediscono una riforma indispensabile e urgente. E dimostra perché e a chi conviene che le cose non cambino. Finita l’epoca dei partiti tradizionali, le grandi catene di trasmissione che hanno costruito l’identità culturale del paese si sono spezzate. E il problema dell’informazione è diventato più che mai cruciale per la democrazia. -
Sodoma
Un’inchiesta sconvolgente sulla comunità gay più numerosa e potente al mondo: il Vaticano. Un caso editoriale che scuoterà la Chiesa cattolica.rnrn“Dietro la rigidità c’è sempre qualcosa di nascosto: in tanti casi una doppia vita.” - Papa Francesco rnrnUn’inchiesta durata 4 anni. rnrnFrédéric Martel ha incontrato decine di cardinali, centinaia di preti e ha viaggiato in oltre 30 paesirnUn libro che aiuta a capire la guerra contro Papa Francescorn“Quando si tirano fuori gli scheletri dall’armadio e si getta luce su alcune speciali amicizie in Vaticano, nessuno è disposto a crederci. Si dirà che è tutto inventato. Ma la realtà va ben oltre la fantasia.”rnrnIl Vaticano è una delle comunità con la più alta concentrazionerndi omosessuali al mondo. Molti cardinalirne prelati che officiano nella curia – la maggior parte dirnquelli che si riuniscono in conclave sotto gli affreschirndella Cappella Sistina dipinti da Michelangelo, una dellernscene più grandiose della cultura gay, popolata da corpirnvirili e circondata dagli Ignudi – sono omosessuali.rnÈ necessario gettare luce su un sistema costruito,rndai più piccoli seminari al Sancta santorum – il Collegiorncardinalizio –, sia sulla doppia vita omosessuale siarnsull’omofobia più feroce. Non si tratta di fare il nomerndi quel cardinale apparso in pubblico sul balcone dellarnLoggia e coinvolto in un caso di prostituzione rapidamenternmesso a tacere, né di quell’altro cardinale francesernche per lungo tempo ha avuto un amante anglicanornin America. In un’inchiesta durata quattro anni,rnFrédéric Martel ha rivelato il sistema creatosi attornornalla vita intima dei sacerdoti, alla loro fragilità e allarnloro sofferenza legata al celibato forzato, per capire lernorigini del loro segreto e il loro modo di viverlo all’internorndella comunità.rnSe si ignora questa dimensione relativa all’omosessualità,rnci si priva di un elemento decisivo per comprendererngran parte dei fatti che hanno segnato la storiarndel Vaticano degli ultimi decenni, fino all’attualernopposizione interna a papa Francesco. Esiste una regolarnnon scritta che si applica quasi sempre a Sodoma: piùrnun prelato è omofobo, più è probabile che sia lui stessornomosessuale. -
La menzogna dell'identità. Come riconoscere le false verità che ci dividono in tribù
Religione, nazionalità, colore della pelle, classe sociale e cultura. Perché sono oggi così importanti? Uno studio dell'uomo contemporaneo e della sua principale arma di guerra: l'identità.rnrnKwame Anthony Appiah è nato a Londra, è cresciuto in Ghana, ha un passaporto britannico e vive negli Stati Uniti, dove è considerato nero. Suo padre era un membro dell'aristocrazia militare dell'Impero ashanti, nel territorio che oggi corrisponde ai confini della Repubblica del Ghana, e sua madre veniva da una famiglia anglicana della campagna inglese. Che cos'è l'identità? E perché è così importante? Abbiamo l'abitudine di pensare che l'identità sia personale, ma le identità delineano per noi il perimetro del mondo, delle nostre speranze e delle nostre lotte. Il modo in cui percepiamo noi stessi è plasmato dalla nazionalità, dal colore della pelle, dalla cultura, dalla classe sociale e dalla religione. E la concezione che abbiamo dell'identità è abbastanza recente, perché ha origine nell'Ottocento e si è consolidata dopo il 1945. Da allora abbiamo creato tribù, gruppi chiusi che tendono a respingersi reciprocamente. Appiah decostruisce le etichette di cui ci serviamo per riconoscerci all'interno di un gruppo nella società, e che tuttavia possono trasformarsi facilmente in strumenti di discriminazione e abuso di potere. Così svela il nostro errore più grave e più diffuso: esageriamo le differenze tra noi e gli altri e ci difendiamo dal contatto con chi consideriamo diverso. Le storie che svelano la complessità nascosta dietro queste etichette vengono dalla vita quotidiana, dalla storia e dalla letteratura. E tutte hanno qualcosa in comune: i confini ideali che individuano l'identità nascono sempre da un conflitto. E da pregiudizi che questo libro intende smascherare. -
Il pianeta di tutti. Come il capitalismo ha colonizzato la Terra
Un atto di accusa nei confronti dei giganti della finanza, dell'industria tecnologica e dell'agricoltura. Un manifesto per riscoprire le radici della libertà.rnrnDi fronte alla concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi attori sempre più potenti che ragionano secondo la logica di un capitalismo imperialista, è urgente liberarsi delle illusioni create dalla fede in un modello economico di crescita illimitata. Questo modello, che ha favorito il monopolio delle risorse globali da parte dell'1 per cento della popolazione mondiale, ha provocato la crisi umanitaria dei migranti e sta distruggendo il pianeta, scontrandosi con i suoi limiti ecologici. Secondo Vandana Shiva, la storia dell'uomo è una storia di colonizzazioni. Oggi la colonizzazione riguarda la natura del pianeta e la maggior parte della sua popolazione. Per cambiare il corso della storia è necessario riscoprire il significato della libertà, e questo è possibile solo imparando a pensare e a vivere come un'unica specie che condivide la responsabilità di abitare lo stesso pianeta. Questo è il cambio di paradigma necessario per superare le illusioni della democrazia in crisi e dell'economia capitalista e per non rinunciare alla prospettiva di un futuro sostenibile. Basandosi sull'analisi di fatti esplosivi e poco conosciuti, Shiva espone il modello dell'1 per cento di filantrocapitalismo, che investe enormi quantità di denaro per aggirare le strutture democratiche e imporre idee totalitarie, basate su una sola verità scientifica, un solo modello agricolo e una sola versione della storia. ""Devono risorgere la vera conoscenza, la vera intelligenza, la vera ricchezza, il vero lavoro, il vero benessere"""", in modo che le persone possano riacquisire il loro diritto a vivere liberamente, pensare liberamente, respirare liberamente e mangiare liberamente."" -
Post. L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità sociale
L'arte è diventata lo sfondo dei nostri selfie, un accessorio della nostra esperienza e della nostra immagine sociale. Vuol dire che ha smesso di essere elitaria o si tratta di un grande inganno?rnrnrnrnUn tempo l'opera d'arte era elitaria ed era soprattutto uno strumento della religione o della propaganda. Poi è diventata un oggetto di lusso per il piacere di pochi. Infine, i musei e le mostre hanno esteso alla massa la sua fruizione. Oggi la si guarda e la si giudica dal punto di vista della sua riproducibilità sociale attraverso mezzi di condivisione sociale sempre più vari e diffusi. I like, mi piace, hanno a che fare con la capacità dell'opera di sostenere la nostra immagine e la nostra presenza sociale. Con la sua capacità di farci piacere al più vasto numero di gente possibile. Da misteriosa sconosciuta, da scrutare, scoprire e svelare, l'opera d'arte è diventata uno sfondo, un panorama, un accessorio alla nostra esperienza. L'arte è diventata un punto di riferimento come altri. Una qualunque fra le tantissime prove schiaccianti della realtà che utilizziamo per dimostrare che esistiamo, che ci muoviamo, che viaggiamo. Così molte opere d'arte contemporanea rimangono lì a guardare le nostre spalle, accettano di farsi usare e abusare. Si tratta di opere in cui l'arte ha deciso di rinunciare alla sua sacralità e alla sua aura per trasformarsi in gioco, illusione ottica, trucco. Cosa racconta questa rivoluzione della nostra società? Il mondo in cui viviamo sta cambiando. Le sue regole, i suoi codici, la nostra postura non sarà più la stessa. Francesco Bonami compie un viaggio attraverso l'arte che diventa sempre più autonoma dall'opera e si trasforma nello sfondo della nostra esistenza nella società. -
La memoria del criceto. Viaggio nelle amnesie italiane
Dall'analisi costi-benefici all'abolizione dei vitalizi: l'Italia è il Paese in cui tutto è sempre già successo. Solo che lo abbiamo dimenticato. Una galleria di storie sotterranee ci mostra perché siamo il Paese più prevedibile di tutti.rn«Dalla privatizzazione della Rai al salvataggio dell'Alitalia, sino alla lotta alla burocrazia: in Italia tutto ci è sempre già stato promesso dalla politica solo che abbiamo dimenticato e così continuiamo a ripetere sempre gli stessi errori. A chi conviene un'Italia senza memoria?»rnrnNon è vero che i criceti sono poco intelligenti. Il loro problema è un altro: hanno una pessima memoria a breve termine. Se uno stimolo non viene ripetuto moltissime volte, se ne dimenticano in fretta. Curiosamente, esistono paesi che hanno lo stesso problema. Paesi come l'Italia. Sergio Rizzo scrive un catalogo esilarante e al tempo stesso poco rassicurante di storie, contese e lotte che appartengono al nostro passato, episodi poco noti e dimenticati che tuttavia suonano familiari. Ci sembra di conoscerli, perché viviamo nel Paese in cui tutto è già successo. Così scopriamo che quella italiana è una vicenda di intrecci ripetuti, di tira e molla che si ripresentano fin dall'Unità d'Italia, quando si stabilì che la moneta unica sarebbe diventata la lira, ma non tutti erano d'accordo. In quel momento lungo lo Stivale circolavano ben sette valute, e pronte a battersi contro la lira c'erano almeno altrettante fazioni. Per non parlare delle grandi opere: la Tav è solo l'ennesimo dei trafori discussi e sempre mancati, anche se nessuno ricorda più nulla. O dell'abolizione dei vitalizi, un ritornello che ci accompagna da decenni. La storia del potere e delle sue appendici si ripete sempre uguale a se stessa. -
Elogio del petrolio. Energia e disuguaglianza dal mammut all'auto elettrica
Siamo davvero disposti a superare il petrolio a favore dell'ambiente? Un'analisi lucida e realista che spiega perché l'energia più efficiente ed economica, ma anche più inquinante, conviene a tutti. E perché sostituirla è così difficile.rnrnNessuno sa dire che cosa sia l'energia. Sappiamo però che senza una qualche sua trasformazione nulla si produce. I fisici attribuiscono all'energia il ruolo di motore cellulare, gli antropologi quello di motore culturale. Allora si può raccontare una storia del mondo e dell'uomo nella quale la prima fonte di energia fu il cibo. Quando il cibo divenne il prodotto dell'agricoltura e non più della caccia, cambiò il mondo. Poi la fonte dell'energia si fece fossile, e la nostra vita cambiò di nuovo, perché crescemmo e ci moltiplicammo. E adesso, forse, abbiamo bisogno di affrontare una transizione per superare i fossili, altrimenti il riscaldamento globale sfuggirà dalle nostre mani con conseguenze catastrofiche. Anche questa volta, se ci sarà una rivoluzione, la nostra vita non sarà più la stessa. Massimo Nicolazzi ha gestito importanti progetti energetici in Europa e in Asia. Negli ultimi due secoli la storia ha avuto un'accelerazione grazie a fonti di energia sempre più economiche ed efficaci: il carbone, il petrolio e poi il gas naturale. Senza queste fonti non sarebbe stato possibile il progresso civile e tecnologico che abbiamo conosciuto. D'altra parte, oggi non sono più sostenibili. Superarle sarà difficile, perché sono tanti gli interessi in gioco. Per esempio: la tassazione italiana sui carburanti fossili ha un valore più elevato del danno che ci deriva dalle emissioni del tubo di scappamento? Questa storia diventa così un'inchiesta che indaga la rete complessa dei rapporti di forza che fanno del superamento dell'energia fossile un problema di difficilissima soluzione. E ci mostra la sola certezza che abbiamo: ""è la disponibilità di energia la chiave di tutto""""."" -
Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima
Non c'è più tempo. La catastrofe del clima deve fermarsi. La giustizia sociale e la salvezza dell'ambiente sono le chiavi per una nuova azione politica.rnrnNaomi Klein è un'importante reporter della guerra economica che le grandi multinazionali hanno condotto a spese delle persone e del pianeta. Non ha mai smesso di combattere per la giustizia sociale e per la salvezza dell'ambiente, documentando le catastrofi in corso e raccogliendo dati, spesso scomodi. Questo libro svela le verità che non conosciamo e mostra le conseguenze di quelle che non vogliamo vedere, portandoci sui fronti dei disastri naturali contemporanei, dalla Grande barriera corallina ai cieli anneriti dal fumo nel Pacifico nordoccidentale, fino ai danni provocati in Porto Rico dall'uragano Maria. Quelli di Naomi Klein sono interventi tragicamente premonitori, perché ci mettono in guardia sui disastri ecologici che ci aspettano se perdiamo l'ultima occasione per agire e cambiare la direzione del nostro futuro. Per combattere la crisi climatica dobbiamo essere capaci di rinunciare alla cultura consumistica, schiacciata sull'ipocrisia di un eterno presente, e anche alla costruzione dei muri che dividono i popoli e alimentano le disuguaglianze. Dobbiamo lasciarci alle spalle l'illusione di poter dimenticare i danni che la nostra civiltà procura al pianeta. Questa catastrofe globale non è solo un problema politico: ha a che fare con la nostra immaginazione e con il coraggio di affrontare la sfida di un cambiamento radicale nel nostro stile di vita. Per superare la crisi del clima, dobbiamo cambiare il sistema che l'ha prodotta. -
Piazza grande
In questa raccolta di discorsi e interventi, Zingaretti lancia un messaggio forte e chiaro: abbiamo bisogno di riscrivere le nostre mappe con una nuova idea di società. rnrn“Il nostro Paese, guidato dal primo governo nazionalpopulista dell’Europa occidentale, egemonizzato culturalmente e politicamente dalla nuova destra, rischia un declino inarrestabile. Rischia di rimanere isolato nell’Unione Europea e diviso al suo interno, impaurito, incattivito e avvitato su se stesso. Impediremo il declino se sapremo cambiare. Riconoscendo senza reticenze gli errori e affrontando le ragioni delle sconfitte. Il primo passo sarà tornare a incontrarci, in tanti, per trovare insieme le soluzioni e costruire un’idea di società giusta.”rnrnL’Italia è entrata in una nuova fase molto pericolosa della sua storia repubblicana. Da quando la politica populista governa, tra promesse mancate e provvedimenti scellerati, miliardi di euro sono andati in fumo per l’innalzamento dello spread. La crescita si è fermata e va verso una flessione negativa. Cala la fiducia. Mancano soluzioni per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile, per creare nuovo sviluppo e per avviare la svolta green che occorrerebbe al Paese. In poche settimane, da primo fondatore del sogno europeo l’Italia si è trasformata in una mina vagante, isolata, considerata irresponsabile e del tutto inaffidabile.rnrnIl 3 marzo 2019 Nicola Zingaretti ha vinto le primarie del PD, forse le più difficili nella storia del suo partito, perché ora la posta in gioco è molto alta. È necessario fermare la deriva della politica italiana prima che sia troppo tardi. In questa raccolta di discorsi e interventi, Zingaretti lancia un messaggio forte e chiaro: abbiamo bisogno di riscrivere le nostre mappe con una nuova idea di società. Una società che sia giusta nei confronti delle persone e amica dell’ambiente che ci circonda: serve un nuovo modello di crescita, che punti sulla sostenibilità sociale e ambientale, per garantire un futuro di sviluppo, di libertà e uguaglianza all’Italia e all’Europa. -
La strage degli innocenti. Perché Piazza Fontana è senza colpevoli
A cinquant'anni dalla strage di Piazza Fontana, nessun colpevole di quell'orrendo crimine, vero cuore di tenebra della nostra storia, è stato individuato dalla giustizia italiana. Eppure oggi molti misteri sono stati risolti. E raccontare dove nasce il mostro è possibile.rnrnVenezia, fine anni sessanta. Tutti i misteri irrisolti del capitolo più buio e violento della storia italiana vengono da qui... Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese nel 1999 avevano pubblicato «La strage», un libro che per la prima volta portava l'origine di questa trama labirintica nel Veneto profondo. Un libro scomodo, che costò loro anche una querela per diffamazione. Da allora Bettin e Dianese non si sono mai fermati. E oggi ritornano a parlare della strage impunita, lunga ormai cinquant'anni. Pur consapevoli del ""contesto"""", vanno ancora una volta a Mestre, a Paese, a Spinea, ad Arzignano e attraversano la nebbia della provincia di Padova, di Vicenza e di Treviso. Perché è qui che bisogna tornare per cercare le ragioni della morte di diciassette persone alla Banca nazionale dell'Agricoltura di Milano il 12 dicembre 1969 e di otto persone a Brescia in piazza della Loggia il 28 maggio 1974 e delle vittime di altre stragi ancora... Questo libro racconta come si genera il mostro di una strage rimasta senza colpevoli, che continua a tormentare la memoria italiana."" -
Il destino del cibo. Così mangeremo per salvare il mondo
Cambiare il mondo un pomodoro alla volta si può. Con il cibo giusto. Non una dieta, ma un nuovo modo di produrre gli alimenti, rispettando il pianeta, la salute umana, i lavoratori e gli animali. Con la tecnologia e il coraggio della scienza. rnrnNel 2030 saremo dieci miliardi. Già ora stiamo sfiorando gli otto. Dieci miliardi di esseri umani che devono mangiare ogni giorno almeno due volte, se non vogliono ritrovarsi malati e sofferenti. Che devono assumere ogni giorno proteine, vitamine, sali minerali, fibre, zuccheri, acqua e molto altro. Non possiamo più sfruttare le risorse che ci rimangono nel modo sbagliato e questo significa soprattutto una cosa: dobbiamo modificare radicalmente il nostro modo di mangiare e quello di produrre cibo. Ma cambiare il mondo un pomodoro alla volta si può. Contaminando discipline diverse, dalla medicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla genetica più avanzata, dall'agricoltura alla meteorologia, alcuni ricercatori hanno iniziato a lavorare per un futuro diverso. Da gesti piccolissimi sono nati grandi esperimenti, che aprono la strada all'alimentazione sostenibile. Stiamo imparando a coltivare la carne per averne in quantità illimitate, con un consumo infinitamente ridotto di risorse rispetto agli allevamenti e senza costringere gli animali alla sofferenza e ai farmaci. Stiamo studiando la straordinaria capacità di rigenerazione del mare per ricreare gli ecosistemi che abbiamo distrutto. Con i risultati provenienti dalle colonie spaziali, persino il cielo è molto più vicino. Percorrendo il confine del progresso scientifico Agnese Codignola mette in discussione la nostra cultura alimentare e ci aiuta ad aprire gli occhi su un futuro possibile, a volte addirittura già presente: il cibo che mangiamo può essere sano, sostenibile e giusto nei confronti del pianeta, degli animali e dell'uomo. -
Dove finisce l'Italia. Viaggio sulla linea sottile dei nostri confini
Camminando lungo le estremità del nostro paese, Niccolò Zancan racconta la fatica e la paura di chi arriva dopo aver attraversato mari e continenti, ma anche tutto quello c'è attorno. La frustrazione, la solidarietà, la compassione e la rabbia di chi abita nei luoghi cruciali del destino di migliaia di persone. Spazi che hanno odori e rumori diversi da tutti gli altri, densi di storie e di memoria.A est, dove il Carso si separa tra il Friuli e la Slovenia. A sud, dove i due mari si mescolano attorno alla punta di Capo Passero. A ovest, su e giù per i passi che collegano Ventimiglia alla Francia. E ancora a nord, tra i boschi inselvatichiti e le case disabitate alla frontiera con la Svizzera. Per capire cos'è un confine bisogna passare di qui. Camminando lungo le estremità del nostro paese, Niccolò Zancan racconta la fatica e la paura di chi arriva dopo aver attraversato mari e continenti, ma anche tutto quello c'è attorno. La frustrazione, la solidarietà, la compassione e la rabbia di chi abita nei luoghi cruciali del destino di migliaia di persone. Spazi che hanno odori e rumori diversi da tutti gli altri, densi di storie e di memoria: il Passo Paradiso, al confine nord ovest, oggi si chiama Passo della Morte. Un nome che svela un modo di stare al mondo. Non lontano da Trieste, dove il vicesindaco butta via le coperte ai senzatetto, in una piccola città della Carinzia incontriamo Dragana, prostituta con regolare permesso di soggiorno in un bordello per soli italiani. Nella terra dei pomodorini, che da Ragusa arriva al mare, vive l'ultimo contadino comunista. Abitare queste linee di frontiera significa avere lo sguardo rivolto al tramonto: da qui si vede meglio la vecchiaia dell'Occidente. Si fa esperienza di un legame viscerale con certi valori che, una volta, l'Occidente l'hanno definito, ma anche della dolorosa consapevolezza di non poterli più onorare. Così Zancan mette in discussione l'idea che abbiamo dei confini e del loro significato: molto più che linee di separazione tra un territorio e l'altro, le frontiere sono orizzonti di attese, perimetri simbolici di valori e di desideri, così potenti da muovere le persone e sradicarle. -
La macchina e la folla. Come dominare il nostro futuro digitale
La creatività che muove il nostro futuro nel mondo digitale viene dalle periferie. Una nuova intersezione tra le macchine dell'intelligenza artificiale sta cambiando l'economia e il nostro stile di vita. Due grandi luminari ci mostrano come abitare la rivoluzione.rnrnFacebook, il proprietario del social network più popolare al mondo, non crea contenuti. Uber, la più grande compagnia di taxi del mondo, non possiede vetture. Alibaba, il più grande rivenditore online, non ha scorte in magazzino. E Airbnb, il più celebre intermediario di case per le vacanze, non ha alcuna proprietà immobiliare. Il successo di queste aziende non è legato alla vendita di un prodotto: piuttosto, sono piattaforme capaci di arrivare a moltissimi utenti in tutto il mondo. Per crescere hanno bisogno di raggiungere la moltitudine della folla, di allontanarsi dal proprio centro e allargare il più possibile il raggio della periferia a loro visibile. Come fanno? Possono farlo grazie alle macchine, cioè all'intelligenza artificiale, capace di crescere ed espandersi rapidamente, con un solo obiettivo: raccogliere dati. Il nuovo mondo che McAfee e Brynjolfsson descrivono è questo: mentre un computer può giocare a scacchi meglio di un uomo, startup come Facebook e Google distruggono giganti dell'industria mondiale come Nokia. Un'idea nata nel garage di una persona qualsiasi può esplodere e diventare un colosso globale come Apple o Amazon. McAfee e Brynjolfsson raccontano il cambiamento radicale che non solo l'economia, ma anche il nostro stile di vita sta attraversando. Un'intersezione tra macchine, piattaforme e folla, quella che abita le periferie, che sta trasformando il modo in cui organizziamo il lavoro e abitiamo il mondo. E offrono un'analisi del nostro tempo che è anche uno strumento per affrontarlo. -
Giulio fa cose
Il rapimento, le torture e l'uccisione di Giulio Regeni riguardano tutti. Perché la Ragion di Stato sembra aver messo a tacere la giustizia. Questa è la battaglia per la verità dei suoi genitori.rnrn""Chiediamo una verità processuale nei confronti di chi ha deciso sul destino della sua (e delle nostre) vite, di chi lo ha torturato, chi ha sviato le indagini, chi ha permesso e permette tutto ciò. Su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani, compreso il diritto di tutti noi ad avere la verità""""rnrnAlla tragedia di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, il mondo della politica non ha ancora risposto... A combattere per ottenere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio d'Egitto ci sono però i genitori, Paola e Claudio, insieme al loro avvocato Alessandra Ballerini. Ma non sono soli. Anzi: con loro c'è l'onda gialla che parla di Giulio, indossa i braccialetti, appende nei principali comuni, università e luoghi di cultura quello striscione giallo per chiedere verità e giustizia. Perché Giulio era un cittadino italiano, un cittadino europeo che aveva scelto lo studio e la cultura come strumento di solidarietà e giustizia sociale. Nato a Trieste e cresciuto a Fiumicello, in Friuli-Venezia Giulia, aveva conseguito la laurea a Leeds (UK), un master a Cambridge e aveva un dottorato in corso a Cambridge. Al Cairo stava lavorando a una tesi, rivolta agli aspetti socio-economici principalmente dell'Egitto, in cui affrontava anche tematiche sindacali. La lotta dei genitori di Giulio Regeni affinché sia fatta chiarezza sulla sua cattura e la sua uccisione deve essere anche la nostra. Perché la verità e la giustizia sono diritti e spettano a tutti i cittadini. Con la collaborazione di Alessandra Ballerini."" -
Noi siamo la rivoluzione. Perché la piazza può salvare la democrazia
Nella nuova epoca buia della democrazia, la lotta di Hong Kong per la libertà riguarda tutti. Questa è la storia coraggiosa di un giovane ribelle e di una intera generazione che si batte per i nostri diritti.""Anche se siamo lontani, la nostra ricerca di democrazia e di libertà è la stessa. Vi prego di stare con Hong Kong, perché la nostra lotta non è ancora finita."""" rnQuesta battaglia è cominciata anni fa, quando Joshua Wong era un adolescente. Mentre gli adulti stavano in silenzio, Joshua organizzò la prima protesta studentesca nella storia di Hong Kong per opporsi alla riforma dell'istruzione voluta dal governo filocinese. Da allora, ha guidato la Rivolta degli ombrelli, il grande movimento di resistenza pacifica al braccio sempre più lungo di Pechino sull'ex colonia britannica. Ha fondato un partito politico, Demosist?, e ha attirato l'attenzione della comunità internazionale sulle proteste contro l'ingerenza della Cina nell'autonomia della città. Più di due milioni di persone sono scese nelle piazze e nelle strade di Hong Kong. Joshua è stato ripetutamente in carcere. Per la prima volta racconta la sua storia, che fa rumore ovunque nel mondo e, soprattutto, è la testimonianza di una battaglia che ci riguarda da vicino. La sua è la lotta della libertà contro la censura e dei valori democratici contro il titanismo totalitario della Cina. Joshua Wong è un ribelle ed è un testimone straordinario della sua generazione, perché è ispirato da ideali che portano alla nascita di diritti nuovi. I diritti, infatti, non stanno fermi. La loro area non è definita per sempre. Le trasformazioni della società comportano nuove domande. Ed è proprio questa la trama della democrazia. Una democrazia sempre a rischio, in Oriente come in Occidente. La battaglia di Hong Kong è anche la nostra. Restare in silenzio non è più possibile."" -
Il fuorilegge. La lunga battaglia di un uomo solo
Si può infrangere una legge ingiusta? Un racconto personale e allo stesso tempo collettivo, che mette alla prova la nostra democrazia e, soprattutto, noi stessi.""Con l'accoglienza, Riace aveva dimostrato di avere un'anima, aveva riscoperto la propria identità.""""In ogni periodo di crisi le disuguaglianze rischiano di allargarsi e i diritti di essere rispettati sempre meno. Da dove può ripartire oggi l'Italia? Nel disastro economico e sociale in cui siamo precipitati all'improvviso, abbiamo un enorme bisogno di idee. Prima di diventare un modello per ridare vita a una comunità, Riace era un'idea. O meglio, un'idea di futuro che a Mimmo Lucano venne in mente per la prima volta guardando il mare. A Riace, alla fine degli anni novanta, non esistevano quasi più né l'agricoltura, né l'allevamento. L'unica possibilità per i pochi abitanti rimasti era fuggire. Poi il sistema di accoglienza diffuso creato da Lucano ha cambiato tutto. Le case del centro, da tempo abbandonate, si sono ripopolate. Centinaia di rifugiati hanno potuto ricostruire le loro famiglie e hanno rimesso in moto l'economia del paese. Ma Lucano, si sa, è un fuorilegge. Il 2 ottobre 2018, mentre il ministero dell'Interno era sotto la responsabilità di Matteo Salvini, è stato arrestato con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I progetti di accoglienza sono stati chiusi e il paese di nuovo spopolato. Lucano non ha mai smesso di credere nella sua idea: ogni comunità deve fondarsi sul rispetto della dignità umana. La storia di Mimmo Lucano è la storia dell'Italia, perché il suo coraggio ha saputo indicare il confine oltre il quale una democrazia tradisce i propri valori fondamentali. Un racconto personale ed eroico di piccoli gesti che diventano grandissimi. Una testimonianza diretta e profonda che ci invita ad aprire gli occhi su chi siamo e su chi vogliamo essere.""