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Il fiume della vita. Una storia interiore
L'autobiografia intellettuale del grande psichiatra, un racconto straordinario che mostra l'intreccio struggente tra la vita e il pensiero.rnrn“A tredici anni una prima svolta nella mia vita: dopo l’8 settembre 1943, mio padre entrava nella Resistenza""rnrnIn questo libro Eugenio Borgna ricostruisce la propria storia, in un grande racconto dell'esperienza vissuta della psichiatria, vera protagonista di quest'opera, che rivolge il proprio sguardo all'interiorità di chi cura e a quella di chi è curato, l'una intrecciata all'altra in un dialogo infinito. Emergono ricordi nitidi dell'infanzia e dell'adolescenza: il ritorno alla grande casa paterna devastata dai tedeschi durante l'occupazione, la prima lettura di Thomas Mann e le poesie di Leopardi, il fascino della letteratura tedesca durante gli anni del liceo dai salesiani. La scoperta della neurologia a Milano, il lavoro al manicomio femminile di Novara. Poi la legge Basaglia cambia tutto e Borgna diviene il primario di psichiatria all'Ospedale Maggiore di Novara. Via via si spalanca davanti agli occhi dello studioso la vastità arcana e insondabile di esperienze umane di tristezza e angoscia, di attese e di speranze infrante, di ricerca di un infinito mai raggiungibile. La psichiatria diventa uno sguardo sulla vita delle emozioni e delle passioni, sulla fenomenologia del mondo sociale. E il racconto di una vita si rivela una narrazione che mostra l'intreccio tra l'esperienza quotidiana e il pensiero, tra le vicende vissute e le idee."" -
E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie
Un'opera di satira chirurgica e impietosa, che fa ridere e fa riflettere sulle finzioni comode e talvolta mostruose a cui siamo tutti assuefatti.Nel 1852 Flaubert scriveva queste parole a proposito del suo Dizionario dei luoghi comuni: ""Bisognerebbe che in tutto il libro non ci fosse una parola mia, e che, una volta letto il dizionario, non si osasse più parlare, per paura di dire spontaneamente una delle frasi che vi si trovano"""". Anche noi, oggi, ci ostiniamo a usare parole vuote e politicamente corrette, per comodità, per pigrizia o per interesse. Viviamo nell'epoca dello storytelling e delle fake news e, spesso senza accorgercene, siamo diventati tutti attori, grandi maestri di ipocrisia. Oggi la famiglia ideale non prevede più una mamma e un papà, concetti ormai obsoleti, tradizionalisti e dunque intimamente """"fascisti"""", ma corrisponde a quella formata da Genitore 1 e Genitore 2. I lavoratori licenziati si chiamano """"esuberi"""". Martina Navratilova, nove volte vincitrice a Wimbledon e lesbica dichiarata da decenni, è stata espulsa dall'associazione delle tenniste Lgbt per aver detto che la competizione tra tenniste donne e tenniste transgender non era equa. Per vedere come si fa ad abitare la nostra gigantesca finzione collettiva basta aprire questo dizionario e andare, per esempio, alla voce """"trump: L'ennesimo 'nuovo Hitler'. Definirlo un 'fascista'. Il sogno di tutti coloro che hanno l'indignazione in tasca. Come lui solo Salvini e, staccati di qualche lunghezza, Putin e Boris Johnson"""". Giuseppe Culicchia gioca con le parole dello spirito del tempo in modo spiritoso e feroce: ci sono gli Immigrati, i Marocchini e i Meridionali, e poi i Razzisti, i Russi, i Sovranisti, Ariana Grande e la Merkel. Un'opera di satira chirurgica e impietosa, che fa ridere e fa riflettere sulle finzioni comode e talvolta mostruose a cui siamo tutti assuefatti."" -
PlayList Spring. Dodici racconti per cantare una stagione
Dodici pezzi dal sound inconfondibile. Dodici racconti scelti e commentati da Scuola Holden per sentire come suona la primavera. Leggere la primavera, quando si fa primavera. E dopo la primavera, l’estate, l’autunno, l’inverno. Tutto qui. Tutto, meravigliosamente, qui.rn Quattro stagioni, quattro playlist: ogni volta, dodici racconti magistrali in cui perdersi per scoprire i colori, gli odori, il sentimento, i segreti racchiusi in una stagione. E così leggere per un anno intero.rnRitrovare la voglia di leggere. Di lasciarsi guidare nella lettura. Perché non fare qualcosa di semplice, di naturale, di comodo? Dall'esperienza della Scuola Holden, un'antologia a cui tornare di mese in mese. Di stagione in stagione. Perché è bello avere un posto semplice e naturale e comodo a cui tornare. In PlayList ci sono solo racconti che iniziano e finiscono, storie da leggere d'un fiato.1. Etgar Keret Cosa abbiamo in tasca? 2. Dorothy Parker Una bella bionda 3. Maurizio Maggiani L’uomo sul divano 4. George Saunders Polacche 5. Gabriel García Márquez Monologo di Isabel mentre vede piovere su Macondo 6. Lauren Groff Sopra e sotto 7. Hans Christian Andersen Il grano saraceno 8. Luigi Malerba L’amore in fondo al pozzo 9. Miranda July Dieci cose vere 10. Kurt Vonnegut Gridalo dai tetti 11. Danilo Kiš L’Enciclopedia dei morti 12. Bob Dylan The Times They Are A-Changin’ -
La tentazione del muro. Lezioni brevi per un lessico civile
Con gli strumenti teorici della psicoanalisi Massimo Recalcati attraversa con grande capacità di sintesi gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni.rn“Il mio cuore è il primo nome dello straniero.”rnEsiste ancora un lessico civile? Nel tempo in cui i confini si sono trasfigurati in muri, l'odio sembra distruggere ogni forma possibile di dialogo, la paura dello straniero domina, il fanatismo esalta fantasmi di purezza per cancellare l'esperienza della differenza e contaminazione, la libertà aspira a non avere più alcun limite, è ancora possibile pensare il senso dello stare insieme, della vita plurale della polis? Con gli strumenti teorici della psicoanalisi Massimo Recalcati attraversa con grande capacità di sintesi gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni. In primo piano una divisione che attraversa ognuno di noi: difendere la propria vita dall'incontro con l'ignoto o aspirare alla libertà di questo incontro; vivere nel chiuso della propria identità o iscrivere la nostra vita in una relazione con l'Altro. Sono queste due tendenze che, con la stessa forza, definiscono la vita umana. In cinque brevi e potenti lezioni uno psicoanalista tra i più originali del nostro paese offre ai suoi lettori una nuova lettura del nostro stare insieme. -
Tutte le vite di Spinoza. Amsterdam 1677: l'invenzione della libertà
Ispirato, misterioso e figlio del suo tempo, Spinoza è il protagonista di una vicenda travolgente, avvolta nella luce di un dipinto del Secolo d'oro olandese.rnrnQuesta vicenda inizia nel 1590, quando la famiglia Spinoza, ebrei sefarditi costretti a convertirsi al cristianesimo, si prepara a fuggire dal Portogallo verso l'Olanda. Baruch Spinoza nasce ad Amsterdam, dove la comunità ebraica è agitata da una violenta lotta tra fazioni. Il nonno e il padre, entrambi commercianti, ne sono due protagonisti. Forse, racconta Maxime Rovere, nascono proprio in questo periodo le radici del rifiuto di ogni dogmatismo che farà del giovane Spinoza uno dei più grandi pensatori della storia. I filosofi, diceva Marx, non crescono come funghi. Il loro pensiero dipende dalle condizioni materiali e sociali nel quale si sviluppa. Ecco perché conoscere Spinoza significa entrare nella pluralità delle vite che si sono intrecciate con la sua: la sua famiglia, i primi maestri, le amicizie eterne, gli ultimi discepoli, Leibniz e gli altri corrispondenti di penna, gli amori delusi e gli incontri folgoranti. La vita entra prepotentemente nella storia del pensiero e getta luce su un mondo lontano nei secoli, che ha visto la nascita della ragione moderna tra rivoluzioni scientifiche, guerre di religione, espansione vertiginosa del commercio e la costituzione degli stati europei. Un sogno storico e filosofico, completamente costruito su fatti e testi, trasforma la biografia del grande pensatore nel ritratto affascinante di una compagnia di uomini e donne innamorati della libertà, che nell'Olanda seicentesca si lancia nell'avventura della ragione. -
Libero di sognare
A cosa servono il potere dell'immaginazione, la determinazione e il coraggio? A realizzare il sogno di un bambino: diventare leggenda.«Forse qualcosa cambia tra i campetti improvvisati di campagna e i migliori stadi del mondo, ma io sono sempre rimasto lo stesso. Io sono Franco Baresi. E sono nato così: libero.»Questa storia comincia a Travagliato, nella campagna di Brescia, con un'infanzia scandita dal ritmo della vita contadina. Su quei campi Franco Baresi ha dato i primi calci al pallone e ha cominciato a inventare il gioco semplice ed elegante che l'ha reso un mito. A quattordici anni inizia l'avventura nel Milan, e non ne ha ancora compiuti diciotto quando esordisce in Serie A. Fin dall'inizio Baresi ha conosciuto il calcio del coraggio gentile, e qui racconta il suo viaggio attraverso le tappe di una carriera straordinaria, svela le emozioni che hanno accompagnato le brillanti vittorie e i momenti di crisi, ci fa vivere l'impresa epocale dei Mondiali '94, negli Stati Uniti, quando si riprese miracolosamente dopo un grave infortunio al ginocchio. Un lungo viaggio di libertà e passione, fino alla partita d'addio nell'ottobre del 1997 e il primo indimenticabile ritiro di una grande maglia del calcio italiano: la numero 6 del Milan. -
Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose
Un inedito, avvincente manuale di istruzioni per l'uso delle parole, del dubbio, del potere. Un grande romanziere racconta la passione civile, l'amore per le idee, le imprevedibili possibilità della politica. Un breviario denso, lieve e necessario.Gentilezza insieme a coraggio significa prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio essere nel mondo, accettare la responsabilità di essere umani.La qualità della vita democratica scaturisce innanzitutto dalla capacità di porre e di porsi buone domande, dalla capacità di dubitare. E questo vale tanto per chi il potere ce l'ha quanto, forse soprattutto, per chi apparentemente non ce l'ha. Cioè noi. Perché i cittadini hanno un potere nascosto, che li distingue dai sudditi e che deriva proprio dall'esercizio della critica e dunque della sorveglianza. In queste pagine Gianrico Carofiglio, con la sua scrittura affilata e la sua arte di narratore, ci accompagna in un viaggio nel tempo e nello spazio e costruisce un sommario di regole – o meglio suggerimenti – per una nuova pratica della convivenza civile. Una pratica che nasce dall'accettazione attiva dell'incertezza e della complessità del mondo ed elabora gli strumenti di un agire collettivo laico, tollerante ed efficace. Partendo dagli insegnamenti dei maestri del lontano Oriente e passando per i moderni pensatori della politica, scopriamo un nuovo senso per parole antiche e fondamentali, prima fra tutte la parola gentilezza. Non c'entra nulla con le buone maniere, né con l'essere miti, ma disegna un nuovo modello di uomo civile, che accetta il conflitto e lo pratica secondo regole, in una dimensione audace e non distruttiva. Per questo la gentilezza, insieme al coraggio, diventa una dote dell'intelligenza, una virtù necessaria a trasformare il mondo. E contrastare tutte le forme di esercizio opaco del potere diventa un'attività sovversiva, che dovrà definire l'oggetto della nostra azione, della nostra ribellione. -
Una nuova storia (non cinica) dell'umanità
C'è un pregiudizio che per secoli ha condizionato la nostra storia: gli uomini sono egoisti, votati al male e alla guerra, a mettersi in lotta l'uno contro l'altro. Rutger Bregman, il giovane storico olandese che a Davos ha provocato i grandi ricchi del mondo invitandoli a pagare le tasse, interpreta con una chiave nuova il nostro passato per immaginare il nostro futuro sostenibile.I migranti sono pigri parassiti. I banchieri sono avidi ricattatori. Chi riceve aiuto dallo stato sicuramente se ne approfitterà. L'uomo è una bestia, dicevano i re. Un peccatore, dicevano i sacerdoti. Una persona egoista, dicevano i contabili. Non c'è da stupirsi se, da sempre, le regole e le leggi che mettono ordine nella nostra vita in comune si ispirano all'idea che delle persone, per via della loro natura, non ci sia da fidarsi. Questa visione cinica dell'umanità viene da secoli di filosofia e di psicologia, è piena di echi nella letteratura e di prove nella storia. Insomma, è ovunque. E anche se nella storia c'è stato qualche tentativo di dimostrare la bontà della natura umana, l'egoismo e il cinismo sono le idee più antiche del pensiero occidentale. Per secoli siamo stati condizionati dalla credenza nella depravazione dell'uomo e abbiamo organizzato la società di conseguenza. E se ci fossimo sempre sbagliati? In questo libro, Rutger Bregman intreccia psicologia, economia, biologia e archeologia e ci accompagna in un viaggio attraverso la storia che dà nuove risposte a vecchie domande. Perché la nostra specie ha conquistato la terra? Come possiamo spiegare i nostri crimini più grandi? E, nel profondo, siamo inclini al bene o al male? La sfida è scommettere che, al contrario, gli uomini tendano a essere buoni. Con una serie di aneddoti affascinanti, nuove interpretazioni ed episodi dimenticati della nostra storia, dopo Utopia per realisti Bregman dimostra che cambiare il corso già scritto del nostro futuro è ancora possibile. -
PlayList Winter. Dodici racconti per cantare una stagione
Dopo Spring, Summer e Autumn, la nuova raccolta della serie antologica PlayList. Letture e racconti brevi selezionati e commentati dalla Scuola Holden, la scuola di scrittura fondata e diretta da Alessandro Baricco.L'inverno. Quest'inverno. La vibrazione che attraversa l'anima quando viene Natale, la luce bianca delle giornate gelide e terse, la neve che scende per addolcire ogni spigolo, coi suoi singoli cristalli complessi come universi. E i propositi di Capodanno, quell'idea così ingenua e preziosa che un singolo giorno possa dare un nuovo giro alla ruota, in particolare a questo 2020. E quello stare al chiuso, al caldo, come accucciandosi in se stessi prima di correre fuori – uno stare al chiuso così diverso dallo stare rinchiusi. Il tempo dell'inverno, scandito da dodici memorabili racconti che ne catturano il sentimento. Da Raymond Carver a Virginia Woolf, da Romain Gary a Nadine Gordimer, passando per Truman Capote e Ottessa Moshfegh: un'altra, memorabile playlist. -
Venezia è un pesce. Una guida nuova. Nuova ediz.
Un grande classico per smarrirsi e bighellonare nel labirinto della città lagunare. A vent'anni dalla prima edizione si rinnova, perché nuovi tragitti dei sensi sono divenuti possibili.«Dopo vent'anni, la guida diventata un classico torna con nuovi aneddoti e ricordi per spiegare la città della laguna ai turisti bisogna usare odori, suoni, spaventi» - La Stampa, Tuttolibrirn«Riedizione di un suggestivo classico per viaggiatori/lettori con una prosa raffinata» - Francesco Musolino, la Gazzetta del Sud«Ti viene spontaneo toccarla. La sfiori, l'accarezzi, le dai buffetti, la pizzichi, la palpi. Metti le mani addosso a Venezia.»Venezia è uno strano modo di stare al mondo, ancora prima di essere una città anomala ed enigmatica. Questa realtà urbanistica così bizzarra è in verità una strategia per inventare da capo l'esistenza. Per capirla si deve toccarla, annusarla, sentirla con tutti gli organi. Ciascun organo del corpo e dell'anima la vive secondo la sua attitudine, ne è abbagliato, contrariato, disorientato o assuefatto. Bisogna ascoltarli tutti. A vent'anni dalla prima edizione, questo classico si rinnova, perché nel frattempo nuovi tragitti dei sensi sono divenuti possibili. Dai livelli eccezionali dell'acqua alta che ha sommerso quasi tutta la superficie della città all'acqua deserta e trasparente della quarantena, qualcosa si è trasformato ed esistono itinerari fisici, spirituali ed emotivi ancora da scoprire. Tiziano Scarpa ci fa strada attraverso le trame, le peripezie e le avventure sensitive e sentimentali che solo a Venezia possono accadere. I capitoli di questa guida ritornano ad ascoltare i piedi, le gambe, il cuore, le mani, il volto, le orecchie, la bocca, il naso e gli occhi e per la prima volta inseguono le sensazioni della pelle. -
Racconti contagiosi
Sempre la stessa storia? O no? Da Omero a Sofocle, a Tucidide, fino alla fantascienza di questi ultimi anni, da Boccaccio, Petrarca, Shakespeare, Defoe, a Manzoni, Dostoevskij, Poe, Camus, Márquez, Mary Shelley e Yan Lianke, hanno raccontato pesti, morte rossa, influenze micidiali, pandemie. La loro narrazione si ripete. Anzi, somiglia troppo alla cronaca dei nostri giorni.Uscita dal lockdown, la signora Dalloway di Virginia Woolf è presa da una voglia insopprimibile di shopping. I frati che dovevano avvertire il Romeo di Shakespeare che la morte di Giulietta è finta sono trattenuti per quarantena in casa di appestati. Il cardinale Borromeo di Manzoni aveva inventato la messa cantata dai balconi. La fantascienza aveva anticipato virus che si comportano anche più perfidamente del corona. Pesti, epidemie, contagi ce li raccontiamo da sempre. Probabilmente da millenni prima che si cominciasse a scriverne. I racconti si somigliano. E soprattutto somigliano in modo impressionante alle cronache dei nostri giorni. Ci sono molte sorprese nelle strade dell'immaginario che Siegmund Ginzberg ripercorre con un occhio all'attualità. Talvolta la fantasia l'azzecca più della scienza. I cronisti antichi più dei contemporanei. Boccaccio copia Tucidide, Lucrezio e Ovidio, London aveva copiato l'idea della ""Morte scarlatta"""" da Poe e del superstite narratore da Mary Shelley. Camus usa la Peste inventata per parlare dell'invasione nazista. Il male non viene chiamato allo stesso modo. Non sappiamo nemmeno se si tratti delle stesse malattie, se il loimós di Atene di Tucidide fosse peste, o tifo, o intossicazione da cereali contaminati, se la peste di metà 1300 di Boccaccio fosse la stessa peste bubbonica di metà 1600 dei Promessi sposi. A un secolo di distanza sappiamo poco della Spagnola. E non abbastanza del Covid. C'è qualcosa di profondamente umano che accomuna tutte le narrazioni: la paura, l'orrore, la ricerca del colpevole, le fake news e i rimedi bislacchi, ma talvolta efficaci. Per un paio di secoli dopo il Decamerone i testi medici indicavano il raccontarsi storie e lo stare allegri come profilassi specifica e contro il contagio."" -
Incursioni. Arte contemporanea e tradizione
Dalle foto di Duchamp alla videoarte di Bill Viola, un viaggio nel tempo e nello spazio dell’arte contemporanea per scoprire il suo legame a volte sottile, altre volte turbolento, con la tradizione.rn“Possiamo forse scegliere i nostri padri, ma di un qualche antenato non possiamo fare a meno.”Nel 1937 Duchamp si tagliò la testa. In questa opera senza titolo, di fianco alla testa mozzata dell'artista compare una donna trasognata. Tra le mani ha un metro da sartoria e indossa una veste all'antica, da sacerdotessa o menade. Come si guarda un'opera di Duchamp? Cosa vorrà misurare quel metro? Si può decifrare l'enigma di un montaggio che sfida o addirittura estromette l'osservatore? Cominciano così le incursioni di Salvatore Settis nelle opere di dieci importanti artisti del nostro tempo. Duchamp, Guttuso, Bergman, Jodice, Pericoli, Bruskin, Penone, Viola, Kentridge e Schutz rappresentano l'onda d'urto dell'arte contemporanea, che travolge regole e abitudini consolidate. Ma la loro opera comporta davvero un rifiuto drastico della tradizione o la capacità di dimenticarla? ""Tra antico e contemporaneo"""", scrive Settis, """"c'è una perpetua tensione, che continuamente si riarticola nel fluire dei linguaggi critici e del gusto, nei meccanismi di mercato, nel funzionamento delle istituzioni. Talora anche in dura polemica con l'arte del passato, ma senza poterla ignorare."""" Ogni artista lo sa e forse lo sa anche il suo pubblico. La citazione, la parodia, la stratificazione della memoria, il ritorno di un gesto sono solo alcune tracce del rapporto che lega i maestri di oggi con il passato. Il coraggio dell'incursione da un artista all'altro, da un'opera all'altra, è la strada per esplorare connessioni e distanze senza rinunciare alla condizione essenziale della conoscenza: la capacità di sentirsi stranieri in ogni luogo."" -
POPISM
Degli anni Sessanta Warhol racconta tutto: la storia definitiva di un decennio di rivoluzione culturale.«""POPISM"""" si legge come un romanzo. La storia sociale del genere più raro, messa a fuoco in modo estremamente nitido da chi ha contruibuito a plasmare gli eventi che descrive» – The New Yorker«Questo è il mio personale punto di vista sul fenomeno del pop a New York negli anni sessanta. Scrivendo questo libro, Pat Hackett e io abbiamo ricostruito il decennio a partire dal 1960, quando cominciai a dipingere le mie prime tele pop. È uno sguardo all'indietro, sulla vita che facevamo i miei amici e io, sui dipinti, i film, le mode e la musica, sulle superstar e le relazioni che animarono la scena nel nostro loft a Manhattan, un luogo noto come la Factory.» Una tempesta culturale travolse gli anni sessanta: la Pop Art, Bob Dylan, la psichedelia, i film underground. Al centro della tempesta sedeva un giovane artista confuso con i capelli argentati: Andy Warhol. Andy conosceva tutti (dal commissario per la Cultura di New York alle drag queen) e tutti conoscevano Andy. Il suo studio, la Factory, era il cuore di questa rivoluzione: dove Warhol creò le grandi tele delle lattine e delle icone pop che definirono la Pop Art, dove si potevano ascoltare i Velvet Underground e sedersi di fianco a Edie Sedgwick e dove Warhol stesso poteva osservare come un sismografo il movimento irrequieto dell'avanguardia. La turbolenza degli anni sessanta si riflette in un memoir straordinario, che documenta il successo di Warhol come artista pop e come filmmaker e allo stesso tempo entra nelle vicende travolgenti e drammatiche della sua vita."" -
Amore. L'arte delle lettere
Trenta indimenticabili lettere sull'amore raccolte da Shaun Usher, infaticabile cacciatore di corrispondenze, nonché curatore del bestseller internazionale L'arte delle lettere.«Causa dipendenza, come infilare la mano in una busta di caramelle assortite e seducenti, con la certezza che la successiva sarà una sorpresa e un piacere» – The New YorkerBeethoven che si strugge per la sua celebre Amata immortale. Steinbeck che dà consigli sentimentali al figlio quattordicenne. La sorprendente lettera d'amore di Simone de Beauvoir a Nelson Algren. Frida Kahlo a Diego Rivera prima di farsi amputare una gamba. Johnny Cash che festeggia il compleanno della sua amata June Carter. Shaun Usher ha raccolto alcune delle più incredibili lettere d'amore mai composte, vuoi ispirate dai primi ardori o dalle recriminazioni finali, dal rammarico per sentimenti non corrisposti all'entusiasmo per le passioni sperimentate. -
Il sentiero degli dei. Un racconto a piedi tra Bologna e Firenze. Nuova ediz.
Cinque giorni di viaggio a piedi lungo la Via degli dei, da Bologna a Firenze, tra incontri inattesi e disastri ambientali, per conoscere le verità e le leggende di un pezzo meraviglioso del nostro Paese. E magari provare a salvarlo.«Questo è un racconto che si cammina, queste storie sono fatte di tronchi e di pietre, prima che di parole. Puoi abitarci dentro, puoi respirarle e i tuoi passi calcheranno le impronte di chi ti ha preceduto e te lo faranno conoscere attraverso le gambe.»Questo libro è un intreccio di scrittura e cammino. Percorre e racconta un sentiero che va da Bologna a Firenze, da piazza Maggiore a piazza della Signoria, conosciuto come Via degli dei. Cinque giorni di viaggio a cinque chilometri all'ora, tra episodi storici e strane leggende, disastri ambientali e faggete silenziose, caprioli che brucano sotto i viadotti e ruderi di antiche locande. Dieci anni fa, quando uscì la prima edizione, il percorso era noto solo agli appassionati di cammini. Oggi lo frequentano più di diecimila persone all'anno. Intanto, sotto i loro piedi, i treni ad Alta velocità tagliano l'Appennino in quaranta minuti, e sul fondovalle, la Variante di valico raddoppia il traffico dell'Autosole. Due ""grandi opere"""" che hanno imposto un costosissimo sacrificio di esseri umani, alberi, animali, fiumi e sorgenti. Danni irreversibili, come testimonia questa nuova edizione, dove l'autore torna sui luoghi e aggiorna il suo racconto, con il finale delle storie rimaste aperte, i processi che si sono celebrati nel frattempo, le riflessioni maturate grazie a nuovi incontri. Il passato è scritto, non si può cambiare, e il futuro non è alla nostra portata, ma possiamo sforzarci di educare il presente, di raccontarlo altrimenti, per chi si metterà in ascolto e in cammino: «Le tappe della Via degli dei attraversano due regioni, due province e quattordici comuni. Se non vi piace attraversare i confini, camminare sui crinali e stare nei margini, temo che questo libro non faccia per voi. In caso contrario, potreste provare a leggerlo, e trovarci dentro una guida per escursionisti, una raccolta di novelle, un diario di bordo, un saggio, un reportage, un'inchiesta e chissà cos'altro»."" -
I racconti del ritorno. Esercizi di vita e di memoria da Ulisse a Neil Armstrong
In ogni viaggio il ritorno ci obbliga a fare i conti col nostro passato ed è per questo che assomiglia così tanto alla vita. Da Ulisse e Agamennone a Colombo, da Martin Guerre a Casanova, da Napoleone a Evita Perón e fino al ritorno dalla Luca di Neil Armstrong, un racconto dolce e malinconico di chi nei secoli e nei millenni è tornato indietro e solo allora ha conosciuto se stesso.Il ritorno. Capita talvolta che l'essenza di un viaggio sia tutta lì: nel tempo sospeso in cui ogni cosa si chiude, quando le avventure cominciano a riassumersi nei ricordi, nello sforzo di far coincidere ciò che si è vissuto con il senso della vita precedente ormai lontana. Ritornare significa avviarsi verso casa carico di conoscenze e di esperienza; e ritrovarsi inevitabilmente diverso da come eri partito. Così, parlare del ritorno è anche parlare di se stessi e dell'età matura, del momento in cui ci si ritrova a fare i conti con quello che si è fatto, guardandosi indietro, come si fosse alla fine di un viaggio. Ma non c'è per forza tristezza nel ritorno. C'è anche il senso delle scelte compiute: ricordando e ragionando su ciò che si ritrova, si può raggiungere una maggiore pienezza e una comprensione più profonda. E alla fine non si potrebbe capire davvero ciò che si è fatto se non si avesse il coraggio di tornare. Storie lontane sul ritorno da un viaggio o sul ritorno a casa al termine della vita possono svelare qualcosa di nuovo riguardo al passato e, allo stesso tempo, rivelare qualcosa in più su di noi. Ecco dunque il racconto: per Alessandro Vanoli il senso del ritorno si trova nell'Odissea e nei nostoi, nei grandi archetipi di Ulisse e Agamennone, ma anche nelle avventure esemplari di grandi viaggiatori, su tutti quello di Cristoforo Colombo, incapace di vedere il nuovo e di cogliere la portata epocale del suo viaggio. Di lì sino a incrociare, tra storia e letteratura, il ritorno a Venezia di Casanova, per finire con l'avventura prometeica di Neil Armstrong, che vide la Terra dalla Luna. «Riflettere sul ritorno,» scrive Vanoli, «è riflettere su un momento fondamentale della nostra vita e dunque su ciò che siamo». -
L' infedele. Una storia di ribelli e padroni
Un racconto coraggioso incrocia e illumina la nostra storia collettiva, proponendo una fruttuosa resistenza.rnSe in questo libro esibisco le mie debolezze personali è perché le trovo rappresentative della più generale debolezza della sinistra. Pago il prezzo dell’esibizione per cercare di spiegarmi le ragioni di un distacco doloroso: la sinistra senza operai.“Non mi accontenterò dei luoghi comuni sul nostro passaggio dalla politica come trasformazione del mondo alla ricerca di un personale accomodamento nel mondo. Ma accetto la sfida di partire da lì.”rnIn queste pagine dense di coraggio, spregiudicatezza e autoironia, Gad Lerner affronta le sue radici e le sue scelte. Un viaggio che inizia dalle istanze di ribellione del Sessantotto e dalle origini ebraiche – le stesse rinnegate da Marx per abbracciare la causa proletaria – per riflettere sull’intreccio fra rivoluzione e messianismo e sulla possibilità di conciliare fortune personali e lotta per gli ultimi. Ma finisce per comporre un ritratto impietoso della sinistra italiana e della sua soggezione ai poteri economici, che ha reciso il rapporto col mondo operaio. Un racconto che si muove senza sconti sul filo delle contraddizioni, restituendo una ricchezza e una profondità di aspirazioni che non possono essere rinchiuse nell’immagine logora dei “comunisti col Rolex”, ma che di quell’immagine deve necessariamente tener conto. Una galleria di personaggi straordinari – da Bellow ad Antonicelli, da Berlinguer a Soros, da Agnelli a De Benedetti – incrocia la storia del paese – da Lotta continua alla “Stampa” e alla Rai, fino all’ultimo cambio di proprietà di “Repubblica” – e tesse così il filo di una storia antichissima e recente, privatissima e collettiva, per cercare di rispondere alla domanda: che cosa ha voluto dire per la sinistra farsi establishment? E qual è stato il prezzo di questa infedeltà? -
Lo capisce anche un bambino. Storia di una famiglia inconcepibile
Due papà, due figli: questa è la fantastica storia vera di una famiglia felice per natura, ma invisibile per legge.rn“Concepirsi genitori è una continua dichiarazione d’amore verso la meraviglia del mondo, e una continua dichiarazione di guerra verso ogni sua bruttura.”rn rn“Un figlio è sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo.” E il mondo che questo libro invita a esplorare è quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papà Mattia e papà Nicola. È la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. Perché se l’amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l’amore. A Lorenzo e Martino, infatti, che di genitori ne hanno due, l’ordinamento italiano ne riconosce solo uno per ciascuno. L’altro, per le istituzioni, non è che un mero convivente. Lorenzo e Martino, per la legge italiana, non sono fratelli. “Per il nostro Paese noi siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono tanto bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un’ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papà Mattia e papà Nicola sapessero giocare a pallone. è questo, il problema.”rnCon una scrittura delicata e profonda, Mattia Zecca racconta una storia personale ma anche collettiva, che ci riguarda come figli prima ancora che come genitori, nel nostro diritto assoluto di essere visti per quello che siamo. E, in fondo, getta luce sull’unico senso intimo e universale del desiderio di costruire una famiglia: “Essere genitori è prima di tutto un’occasione: quella di essere i bambini che non siamo mai stati, o che non siamo stati abbastanza, o che non siamo stati come avremmo realmente potuto o desiderato. Essere genitori vorrebbe dire, insomma, tornare bambini, ma imparando a esserlo meglio”. -
In fondo basta una parola. Copia NON autografata
Cinquanta parole per interrogarsi: dalle più disarmanti, come grazie o vergogna, alle più coraggiose, come trasgressione, scabroso, fino ad arrivare alle fondamentali – lavoro, cuore, paura, vita e morte. Cinquanta parole che portano con sé cinquanta piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza, perché la rivoluzione gentile può partire soltanto da parole dannose al conflitto. Perché una parola può ferire, ma può anche salvare.rn “Procuratevi una lampara,” ci invita l’autore, “per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori, le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo.”rnUsare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza. Per Saverio Tommasi “portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto”.rnE farlo, aggiunge, non solo è divertente, ma è l’occasione per scoprire e per scoprirci. -
Quel che stavamo cercando
Un libro intimo e audace per provare a capire, a leggere il caos, a inventariare i mostri mai visti, a dare nomi a fenomeni mai vissuti.Bisognerebbe provare a comprendere la Pandemia come creatura mitica. Le creature mitiche sono prodotti artificiali con cui gli umani pronunciano a se stessi qualcosa di urgente e vitale. Sono figure in cui una comunità di viventi organizza il materiale caotico delle proprie paure, convinzioni, memorie o sogni.Ormai sappiamo che la pandemia di coronavirus è molto più di un'emergenza sanitaria. È come se sorgesse dall'universo delle paure che da tempo ormai detta la nostra agenda per soppiantarle tutte, e riscriverle. E se attraverso il mito gli umani generano il mondo, come ci insegna l'Iliade, allora la pandemia è una figura mitica, una costruzione collettiva. Che non significa che sia irreale o fantastica, anzi: si può dire che quasi tutte le scelte, di ogni tipo, fatte dagli umani negli ultimi cinquant'anni ne abbiano creato le condizioni. Così Alessandro Baricco prova a pensare la pandemia, in queste pagine lievi e dense, e ci invita, mentre salutiamo i morti, curiamo i malati e distanziamo i sani, mentre lo sguardo è fisso sul virus e i suoi movimenti, a chiudere gli occhi e metterci in ascolto di tutto il resto – come un rumore di fondo. Ci troveremo un misto di paura e audacia, di propensione al cambiamento e nostalgia per il passato, di dolcezza e cinismo, di meraviglia e orrore. Non perdiamo allora l'occasione per guardare dentro lo choc, per leggerci i movimenti che l'hanno generato e che ci definiscono come comunità. Se avremo il coraggio di affrontare la partita, una partita che ci aspettava da tempo, potremmo trovarci alcune sorprese, potremmo scoprire che questo deragliamento del corpo, personale e collettivo, è destinato a condurci in territori inesplorati, e che «chi ha amato, saprà».