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La danza della luce e delle ombre
"L'uomo è responsabile per se stesso e per il mondo in cui vive,"""" esordisce Osho nelle prime pagine di un'opera che aiuta ad assumersi la piena responsabilità dell'attimo in cui si vive, e che di fatto è l'unica realtà davvero nelle nostre mani. In queste pagine prendono forma la meraviglia, lo stupore, la sacralità che risplende nell'intera esistenza - a detta dei Maestri zen -, rendendo tangibile una realtà altrimenti distorta e offuscata da sogni, speranze, stereotipi e pregiudizi fondamentalmente privi di qualsiasi sostanza. """"Lo Zen aiuta a tornare con i piedi per terra: voi tutti vivete appesantiti da un passato che muta il futuro in immaginazioni che impediscono di vedere la realtà per ciò che è. Lo Zen è un invito a guardare lo splendore dell'esistenza, e insegna come immergersi nella verità della vita tornando a coltivare la propria semplicità e la naturalezza."""" Un aiuto, dunque, a entrare nella propria essenza: quella luce che trasforma le ombre in una danza." -
Nietzsche e il teatro della filosofia
"La formula 'fine del moderno' - entrata da tempo in uso e oggi forse anche uscitane - suggerisce l'idea, in qualunque modo la si voglia intendere, che del moderno qualcosa è tramontato. Che, poi, si sia definitivamente concluso si può anche discutere, ma non v'è dubbio che Nietzsche si colloca al centro di questo snodo e ne rappresenta il radicale crocevia. Motus in fine velocior, e di questo Nietzsche è conseguenza e insieme manifestazione: non per caso formula la sua filosofia come un annuncio. Per la stessa ragione, costituisce un punto di non ritorno, un inevitabile transito. Ciò dà conto della ragione per cui proprio con Nietzsche venga quasi spontaneo passare al 'dopo Nietzsche'. E lui che suggerisce d'oltrepassarlo. Questo libro non è perciò, né vuole esserlo, una ricostruzione storico-critica del pensiero di Nietzsche, ma piuttosto insiste e si muove lungo quella traiettoria di pensiero, quella curvatura che Nietzsche ha impresso alla filosofia come luogo proprio per sollevare questioni di verità.""""" -
Storia dell'Italia moderna. Vol. 3: La Rivoluzione nazionale (1846-1849).
Salutata ogni volta all'apparire dei singoli volumi che la compongono da un caldo e crescente successo di critica e di pubblico, la ""Storia dell'Italia moderna"""" di Giorgio Candeloro ha assunto un grande e incontestato rilievo nella storiografia italiana e non solo italiana del dopoguerra. L'ininterrotta, meritoria fatica dell'autore ha dato vita a un'opera di carattere generale, non rigidamente specialistica, ma costantemente a un alto livello scientifico, che ha acquisito in questi anni """"una funzione insostituibile, di permanente riferimento per la conoscenza del modo col quale si è venuto formando il nostro paese"""" (Ernesto Ragionieri). Quella di Candeloro - secondo un giudizio che Paolo Spriano formulò già nel 1968 e che i fatti hanno confermato nei decenni successivi - è """"un opera che resterà"""". In questo volume: Agitazioni e riforme dal luglio 1846 al gennaio 1848; La rivoluzione e i primi due mesi della guerra d'indipendenza; La crisi del federalismo e del neoguelfismo. La reazione a Napoli. Il fallimento della guerra regia; La crisi del moderatismo e la riscossa democratica; Il 1849."" -
Saper perdere
Sylvia, diciassette anni appena compiuti, viene investita nel pieno della notte dalla Porsche di un calciatore argentino ventenne del quale finirà per innamorarsi. Lorenzo, il padre di Sylvia, abbandonato dalla moglie, disoccupato, tenta di ricostruirsi una vita assassinando il suo vecchio socio d'affari. Leandro, padre di Lorenzo e nonno di Sylvia, uomo mediocre e pianista mancato, ora pensionato (la moglie Aurora è in ospedale in punto di morte), si gioca pensione e reputazione frequentando un bordello di periferia. Tre protagonisti, una sola famiglia, una sola città. Madrid. Tre vite, tre biografie, tre prospettive: Trueba esplora le possibilità esistenziali del sentimento in un mondo in cui nulla è più ciò che sembra. Ognuno cerca di conquistare a modo suo un'identità vincente, ma in verità ""bisogna saper perdere"""". """"Saper perdere"""" è uno spaccato della Madrid contemporanea, che rivela fino in fondo l'ansia dell'uomo di fronte alla felicità: un oggetto quanto mai indefinito e impossibile da comprendere al di fuori della barriera della propria intimità."" -
Le donne
Esistono molti modi per raccontare la vita di un uomo come Frank Lloyd Wright. E T.C. Boyle ne sceglie uno davvero particolare: le sue donne. Al diavolo il successo, l'intuizione che l'architettura deve creare un'armonia tra uomo e natura, o i progetti che hanno cambiato definitivamente il concetto di spazio vitale. Al diavolo tutto questo. Meglio parlare di sesso e di tradimenti, deviazioni dell'anima e contraddizioni, fallimenti e chiusure nel carattere del grande architetto. A innescare un percorso di memoria a ritroso è l'ironico e spesso sorprendente sguardo di un giovane studente di architettura giapponese - Sato Tadashi - che nel 1932 sbarca alla corte di Frank Lloyd Wright. Così, con passo di danza, fa entrare Olga, una ballerina serba che l'architetto incontra quando ha più di cinquant'anni e lei non arriva alla trentina. La porta con sé come donna delle pulizie a Taliesin, nel Wisconsin, il nido d'amore creato per un'altra amante, e presto diventa la terza moglie dopo Miriam. Miriam è una morfinomane, in gioventù sensuale e passionale, che ha costretto Wright a divorziare, e che tenta, prima con la violenza e poi attraverso vie legali, di allontanarlo da Olga. Andando ancora indietro, emerge, vigoroso e straziante, il personaggio di Mamah, un'amante dell'architetto, femminista ante litteram, che dà a Wright sei figli e viene uccisa in una notte di follia da un domestico infuriato per essere stato ingiustamente licenziato. -
Il 1848 a Milano e a Venezia. Con uno scritto sulla condizione delle donne
Chissà se è vero che dietro ogni grand'uomo ci sia una grande donna. È vero che spesso dietro una grande donna non c'è che lei. Quando Cristina di Belgiojoso dirigeva in Francia la ""Gazzetta italiana"""", Terenzio Mamiani protestò che """"un giornale politico, primo di tal fatta per l'Italia, fosse diretto da una donna"""". Poveri uomini: anche i più grandi. Alessandro Manzoni, per esempio, turbato dalla """"manìa di quella signora di diffondere l'istruzione ne' suoi contadini"""". Cristina ebbe una vita straordinaria: """"bambola da salotto, topo di biblioteca e strega, principessa rivoluzionaria e infermiera, zingara e pellegrina'"""". Il poeta Heine la descrisse come """"una bellezza assetata di verità"""". Al centro della sua personalità, dei suoi amori e delle sue peregrinazioni stette la passione politica. Aspettò lungamente la stagione che si chiamò primavera dei popoli (nome tornato improvvisamente vivo ai giorni nostri), la preparò e vi si preparò. Gli scritti qui raccolti su Milano e Venezia uscirono alla fine di quel 1848 a Parigi. """"La libertà individuale puramente politica,"""" pensava allora, """"non è favorevole che alla liberazione effettiva di alcune classi privilegiate... Il principio realmente popolare, il principio democratico ed evangelico è il principio dell'uguaglianza. """"Corsa poi a condividere la """"democrazia pura"""" della Repubblica romana del '49, pur annotando le """"minchionerie molte e varie"""" dei triumviri, Cristina fu a capo del soccorso ai feriti."" -
Il provinciale. Settant'anni di vita italiana
Vincitore premio Bagutta 1992Il ""romanzo"""" di Giorgio Bocca. La memoria spavalda, insolente, appassionata di un """"provinciale"""" che ha attraversato settant'anni di vita italiana. Un provinciale che, in quanto personaggio guida di questa autobiografia, balza fuori continuamente. Emerge con il tratto burbero della disciplina sabauda, scivola con severa curiosità sul Paese che cambia, si staglia come il vero protagonista della storia sociale italiana: è lui, il provinciale che va alla conquista del mondo, protetto dalla certezza borghese, sospettoso e al contempo permeabile al nuovo. Consapevole di sé e della sua formazione, Bocca ci restituisce un cammino che penetra nel tessuto connettivo del nostro Paese, sommando personaggi minori e personaggi maggiori, il rumore del mondo e il chiacchiericcio intellettuale. La Topolino degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta sembra aprire una immaginaria pista che arriva sino a noi, per un giornalismo """"on the road"""" che è sempre stato un tratto forte del lavoro di Giorgio Bocca. Dal """"cumenda"""" Angelo Rizzoli al """"cavaliere"""" Berlusconi, da Enrico Mattei """"onesto e corruttore"""" al generale Dalla Chiesa tre settimane prima della morte, i ritratti si animano, memorabili, tolstojanamente protagonisti di quella """"marcia inesorabile degli eventi"""" che è la Storia."" -
Latte versato
Eulálio d'Assumpção, io narrante di ""Latte versato"""", rivive i cento anni della sua vita mentre giace moribondo. Nei dettagli di una biografia ossessionata dalla figura della moglie Matilde (mulatta sensuale e libertina) e dallo sgretolamento della sua passata grandeur si snoda, in un inarrestabile monologo venato di lirismo amaro, rabbia e rimpianto, ma anche di una irresistibile ironia, l'affresco di una saga familiare le cui origini risalgono allo splendore della corte di Rio de Janeiro e arrivano a oggi, seguendo una curva discendente di ineluttabile declino. Nella prosa dello scrittore brasiliano si costruisce il registro demodé di un uomo ostinatamente ancorato a un tempo che non è più, a un Brasile d'antan che sopravvive appena nel fragile territorio dell'illusione."" -
Le ricette degli altri. Scorribande fra i piatti e i sapori di tutto il mondo
C'è un vecchio adagio, presente in tutti i paesi del mondo soprattutto in relazione alla cucina. Dice così: ogni scarrafone è bello a mamma sua. Cioè la propria cucina, del proprio paese, della propria regione, della propria città, e soprattutto della propria mamma, è sempre la migliore. Ciò detto, nessuno nega che esistano altre mamme, città, regioni e paesi dove si possa mangiare bene. Scopo di questo libro è stimolare i lettori a una fattiva curiosità verso le cucine e le ricette degli altri. E lo fa presentando, in tono lieve, le cucine dei vari paesi, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Mongolia alla Corea a tutti gli altri. Identificandone le caratteristiche salienti, con una particolare enfasi su quelle condivisibili da tutti. Seguono una breve descrizione dei piatti mitici, quelli comunque (quasi) infattibili per mancanza di materie prime o di attrezzi e una galleria degli ""orrori"""", ingredienti e procedure, che a volte esistono, che ci fanno sobbalzare. Chiusa questa prima parte, ogni capitolo è completato da una manciata di ricette di quella tradizione gastronomica, tutte amate da chi scrive, ghiotte, facili da eseguirsi e a base di ingredienti facilmente reperibili."" -
Sotto cieli noncuranti
Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie piccoli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà, per darle un ordine. È un dicembre torinese, pieno di neve e di ombre. Pochi giorni prima di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chiamato a indagare sul caso di un bambino morto in circostanze misteriose. Mentre avvia i primi accertamenti e formula le prime ipotesi sua moglie viene investita da un'auto, ed è come se la sorte disegnasse una sua geometrica contemporaneità. Al colpo durissimo il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine, una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti. Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro dibattersi alle prese con la fragilità dell'esistenza. Con ostinata tenerezza si domanda in che maniera curare il dolore del padre e delle sorelle, nella convinzione che spetti a lei tentare di aggiustare quello che si è improvvisamente rotto, e alla geometria oscura della morte se ne sovrappone un'altra, luminosa e impalpabile. -
La casa del ragno
Il dilemma irrisolvibile dell'essere uno straniero immerso in una società molto lontana dalla propria e la difficoltà di comprendersi fra culture diverse, temi ricorrenti della scrittura di Paul Bowles, vengono messi in scena con una brutale franchezza in questo romanzo ambientato a Fez, in Marocco, durante i sommovimenti nazionalisti che nel 1954 dilaniarono il paese. Tuttora attualissimo, anche alla luce della scottante situazione del Medio Oriente contemporaneo, animato dall'interno da un'ambientazione evocata con grande efficacia e da un carnet di personaggi indimenticabili, ""La casa del ragno"""" è forse il romanzo più riuscito, sottile e penetrante di Paul Bowles."" -
Le droghe spiegate a mia figlia
Ci sono tanti tipi di droga, dall'alcol ai videogiochi, dagli spinelli a Facebook. Una droga è ""tutto ciò che esercita su di noi il suo incantesimo"""". Come spiegare ai propri ragazzi la pericolosità delle droghe senza apparire """"bacchettoni""""? Come tenerli lontani dall'alcol senza ricorrere a uno sterile proibizionismo? Come rispondere alle loro curiosità in materia? Come interpretare certi comportamenti """"strani"""" e capire se c'è un problema di dipendenza? Prova a spiegarlo un esperto che da decenni lavora nel campo delle tossicodipendenze e della riabilitazione. Senza pretendere di giudicare, ma chiarendo bene quanto sia alta la posta in gioco, illustra a genitori, educatori e ai giovani stessi i meccanismi dei diversi tipi di droga, la pericolosità, gli effetti sulla psiche e sul corpo, e offre a tutti uno strumento prezioso per combattere, conoscendola e prevenendola, una delle più infide piaghe sociali di questo tempo. Per imparare a trattare - insieme ai nostri figli, non contro di loro - lo spinosissimo tema delle droghe e delle dipendenze, dall'alcol al web."" -
Gli errori di Darwin
In questo libro Massimo Piattelli Palmarini, biofisico e scienziato cognitivo, e Jerry Fodor, filosofo del linguaggio e cognitivista, sostengono che il principio darwiniano di selezione naturale e di progressivo adattamento all'ambiente non è verificabile. Anzi, con grande probabilità, è sbagliato. Lo dimostrano i dati più recenti della ricerca genetica, embriologica e biomolecolare. E lo dimostra l'esame stringente della logica interna della teoria darwiniana. Sulla scia di Stephen J. Gould e Richard Lewontin, i primi evoluzionisti a mettere in seria discussione il principio di selezione naturale, Piattelli e Fodor processano Darwin e i suoi seguaci più ortodossi. Oggi, sostengono, possiamo affermare con certezza che i viventi evolvono. Quali siano però i meccanismi che innescano il cambiamento è questione controversa e non ancora del tutto chiara. Atei, materialisti, non sospetti di derive creazioniste, i due autori credono che non esistano nella scienza discussioni ""inopportune"""". Al contrario, proprio nel nome della scienza occorre discutere con chiarezza e onestà i presupposti, i riscontri e le aporie di tutte le teorie scientifiche. Darwin e il darwinismo sono stati a lungo ritenuti fondamentali per comprendere la natura del vivente, ma non sono un feticcio che non possa essere messo sotto osservazione critica."" -
Lezioni di storia della filosofia politica
"Le Lezioni"""" si basano sulle dispense e sulle annotazioni per il corso di Filosofia politica moderna che John Rawls tenne all'Università di Harvard a partire dalla metà degli anni sessanta fino al suo ritiro dall'insegnamento, nel 1991. Rawls vi discute le concezioni dei fondatori del pensiero politico moderno: Hobbes, Locke, Hume, Rousseau, Mill e Marx. Lo scopo che si prefigge è quello di enucleare le idee che caratterizzano il liberalismo come teoria politica della giustizia. Il suo punto di partenza sono le teorie del contratto sociale; discute poi le obiezioni di Hume a tali teorie e presenta un'analisi dettagliata della versione non contrattualistica di Mill, per concludere con l'esame della critica marxiana al capitalismo liberale. Oltre a essere un eccellente manuale di storia della filosofia politica moderna, le Lezioni offrono a Rawls l'opportunità di operare un confronto sistematico tra la propria teoria e le concezioni morali della tradizione filosofica. Proprio questa caratteristica delle """"Lezioni"""" consente a quanti sono già familiari con il pensiero di Rawls di scoprirne i nessi con i temi che egli esplora. Nota all'edizione italiana di Salvatore Veca." -
L' altalena del respiro
Gennaio 1945, la guerra non è ancora finita: per ordine sovietico inizia la deportazione della minoranza tedesca rumena nei campi di lavoro forzato dell'Ucraina. Qui inizia anche la storia del diciassettenne Leo Auberg, partito per il lager con l'ingenua incoscienza del ragazzo ansioso di sfuggire all'angustia della vita di provincia. Cinque anni durerà l'esperienza terribile della fame e del freddo, della fatica estrema e della morte quotidiana. Per scrivere questo libro Herta Müller ha raccolto le testimonianze e i ricordi dei sopravvissuti e in primo luogo quelli del poeta rumeno tedesco Oskar Pastior. Avrebbe dovuto essere un'opera scritta a quattro mani, che Herta Müller decise di proseguire e concludere da sola dopo la morte di Pastior nel 2006. È infatti attraverso gli occhi di quest'ultimo, e cioè quelli del ragazzo Leo nel libro, che la realtà del lager si mostra al lettore. Gli occhi e la memoria parlano con lingua poetica e dura, metaforica e scarna, reale e nello stesso tempo surreale - come la condizione stessa della mente quando il corpo è piagato dal freddo e dalla fame. Fondato sulla realtà del lager, intessuto dei suoi oggetti e della passione, quasi dell'ossessione per il dettaglio quale essenza della memoria e della percezione, questo romanzo è un potente testo narrativo. -
L' arte di non dire la verità
L'imperativo dei nostri tempi, nella vita pubblica come sul lavoro o nella quotidianità più ordinaria, sembra essere quello dell'autenticità. Eppure, in realtà la nostra vita è sempre più governata dalla dissimulazione, dalla capacità di non dire il vero o di nasconderlo a nostro vantaggio. Che si tratti di una donna innamorata da respingere con delicatezza, di un colloquio d'assunzione in cui si è interpellati sulle proprie debolezze o di un rapporto non proprio innocente tra un professore e una sua collega, a farla da padrona è sempre la finzione, il mascheramento delle nostre vere passioni e intenzioni. L'arte di non dire la verità richiede arguzia ed è senz'altro difficile da padroneggiare. Ma non impossibile da apprendere: Soboczynski ce ne offre dovizia d'esempi. -
Venezia, il filo dell'acqua
Dove sta andando il professor Bordini, carico di valigie e di inquietudini? Che cosa lo spinge verso quell'appuntamento importante con una persona che non lo aspetta? Il suo non sarà soltanto l'incontro, temuto e desiderato, con un essere umano che ha sempre cercato di rimuovere dalla sua vita, ma sarà anche l'incontro con Venezia, la città su cui ""tutto è già stato detto e ridetto"""". Il professore, un cinquantenne dall'aspetto ingombrante con un passato da scrittore di un unico insuccesso, viene sospinto verso percorsi misteriosi, incontri occasionali con persone che, come la loro città, si rivelano sempre diverse da quello che sembrano. La sua dichiarata misantropia e il suo sorridente nichilismo, a contatto con le multiformi visioni della laguna, lo trascinano in fantasie labirintiche e bizzarre, e la sua missione veneziana diventa ancora più intricata. In un luogo in cui """"l'aqua no ga ossi"""", la storia di un difficile rapporto tra padre e figlio produrrà un inatteso risultato che il professore non aveva previsto. Flussi d'acqua e flussi di vita, il ritmo di una svelata serenità, come la barca che viaggia leggera e sicura quando, su invisibili e incessanti correnti marine, cattura """"il filo dell'acqua""""."" -
L' ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria
Qual è il significato delle Fosse Ardeatine? Quale memoria ha lasciato la strage nazista compiuta a Roma il 24 marzo 1944, come rappresaglia dell'attentato partigiano di via Rasella, in cui il giorno prima erano morti 33 tedeschi? E quale rapporto si può istituire tra il ricordo di quella strage e l'identità collettiva di un'intera città? L'eterogeneità sociale e politica delle 355 persone uccise fa delle Fosse Ardeatine un avvenimento emblematico, che lega insieme ""tutte le storie"""" di Roma: a cadere sotto il piombo tedesco furono infatti generali e straccivendoli, operai e intellettuali, commercianti e artigiani, un prete e 75 ebrei; monarchici e azionisti, liberali e comunisti, ma anche persone prive di appartenenza politica. Protagonista assoluta del libro è la voce diretta dei portatori della memoria: duecento intervistati, di cinque generazioni, e di diversissima estrazione sociale e politica (compresi fascisti ed ex fascisti). Le vicende personali dei superstiti e dei protagonisti mostrano come tutti abbiano convissuto, e convivano ancora, con una drammatica eredità. Ancora oggi, in modo singolare, le Fosse Ardeatine rappresentano un banco di prova della coscienza delle nuove generazioni. Raccolte da Alessandro Portelli, le voci di questo libro danno adito a una ricostruzione di grande respiro corale, che si struttura attorno all'elaborazione e alla fissazione di un linguaggio. Ed è il linguaggio, alla fine, a farsi storia: una storia parlata; parlata a Roma."" -
Il libro dei segreti
Otto racconti brevi, intensi, che esprimono con grande forza e coraggio un desiderio di libertà e riscatto. Da ""La pancia"""", sulla maternità illecita, ad """"Angeli"""", dove il sarcasmo pungente di Salwa al-Neimi mette alla berlina la rispettabilità presunta del matrimonio. O, uno per tutti, """"Pisolino"""", inno alla libertà di decidere di vivere la propria vita sessuale in maniera libera e senza inibizioni. Nel raccontare di un uomo e una donna che si incontrano a un convegno sul ruolo della donna nei paesi arabi, Salwa al-Neimi è abilissima, sottile e ironica nell'accostare la sensualità dell'approccio dei due alle voci dei massimi esperti che si affannano a dimostrare come la donna araba non possa avere un ruolo di responsabilità nella società perché non è in grado di gestirlo. Otto racconti dove Salwa al-Neimi critica e sbeffeggia le impalcature che circondano le strutture sociali e le oscurano con una facciata di falsità e buonismo. Otto storie pervase di una femminilità piacevolissima, di una bellezza primitiva e irriverente. Con una scrittura poetica velata da una sottile e malinconica ironia, Salwa al-Neimi racconta l'illecito: nell'amore, nel matrimonio, nella famiglia, nella vita delle donne arabe. Lo sguardo lucido e illuminato di una donna che vive senza inibizioni, né proibizioni, la sua sessualità, la sua femminilità, la sua vita, scegliendo e prendendo ciò che vuole per se stessa."" -
Il monte del cattivo consiglio
Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de ""Il monte del cattivo consiglio"""" e unite da un sapiente filo conduttore. Oz evoca qui, infatti, l'atmosfera tutta particolare che animava la città ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. La prima novella, che dà il titolo al libro, è un testo molto caro all'autore, che egli considera come una prima stesura di """"Una storia di amore e di tenebra"""". C'è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista de """"Il signor Levi"""", si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d'indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel, che in """"Nostalgia"""" scrive lunghe lettere a Mina, una donna che ha amato. Lui è molto malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Per intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia, che Gerusalemme viveva in quei giorni.""