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Teologia spirituale ed ecologia integrale. Educare all'alleanza tra l'umanità e l'ambiente
Le tematiche dell'ecologia integrale sono affrontate in questo libro con la sensibilità della teologia spirituale. Al centro della riflessione, suscitata dalla Giornata di Studio 2020 dell'Istituto Francescano di Spiritualità, è il sesto capitolo dell'enciclica Laudato si', dedicato all'educazione e alla spiritualità ecologica. La prima parte del volume propone le testimonianze di alcuni studenti dell'Istituto, sollecitati a evidenziare alcuni segni di crisi ecologica presenti nei loro Paesi di origine. La seconda parte cerca invece di rispondere ad alcune domande cruciali: è possibile superare il paradigma tecno-economico e lo stile di vita consumistico? siamo capaci di uscire dall'individualismo e dall'autoreferenzialità che stanno impoverendo le nostre vite? la realtà che ci circonda è semplicemente una materia che l'uomo può modellare per il proprio interesse oppure un simbolo capace di mettere l'essere umano in cammino alla ricerca della sua verità? -
L' iniziazione cristiana modello formativo francescano-cappuccino. Proposte metodologiche per la vita consacrata
Primo tentativo di riflessione sistematica sull'iniziazione all'interno del modello formativo francescano-cappuccino, questo libro analizza il tema secondo le scienze umane e teologiche e indaga la prassi del catecumenato antico, al fine di metterne in rilievo gli aspetti educativi.Le caratteristiche dell’attuale itinerario di iniziazione cristiana consentono inoltre di offrire i criteri di rilettura dei principali documenti formativi dell’Ordine francescano, allo scopo di comprendere quanto la categoria di iniziazione sia stata recepita e applicata. Uno studio comparativo consente infatti di cogliere le similitudini e le diversità tra i due itinerari – quello per diventare cristiani e quello per diventare frati cappuccini – e offre una modalità di traduzione analogica dell’iniziazione cristiana applicata alla vita francescano-cappuccina e alla vita consacrata in genere. L’ultimo capitolo propone, infine, alcuni princìpi metodologici affinché si possa parlare di una vera formazione di stampo iniziatico. -
Le religioni e la politica. Espressioni di fede e decisioni pubbliche
I conflitti globali presentati dai mezzi di informazione come scontri religiosi, il peso crescente delle posizioni confessionali nella formazione delle opinioni politiche, l'irruzione di nuovi culti legati ai processi migratori. Le società occidentali moderne devono fare i conti con la persistente vitalità delle religioni, per quanto secolarizzate, ma anche con la progressiva disintegrazione della pietà popolare tradizionale, che da un lato produce istanze fondamentaliste e dall'altro espressioni di fede ancorate ai principi del dialogo e dell'accettazione dei diritti umani. In questo contesto, Habermas crea le premesse per una filosofia capace di ""tradurre"""" il contenuto delle espressioni religiose in un linguaggio accessibile e in grado di influire in modo concreto nei processi decisionali delle società contemporanee in termini inclusivi e solidali."" -
Il lato buono delle monete. Devozione, miracoli e insolite reliquie
Alcune chiese conservano come reliquie della Passione presunti esemplari dei trenta denari ricevuti da Giuda per tradire Gesù. Ma si ha notizia anche di scudi d'oro macchiati del sangue di san Giovanni Battista e di ""medaglie di sant'Elena"""" la cui iconografia è stata interpretata e travisata con gli occhi della devozione. Manufatti altamente simbolici il cui significato va ben oltre l'ambito economico, le monete sono state utilizzate in modo rituale nel medioevo e nella prima età moderna. Associate alla ricchezza materiale, esse erano considerate nemiche dell'anima, ma quelle di poco valore godevano di un diverso statuto perché venivano date in elemosina, collocate nelle tombe, inserite nelle fondamenta degli edifici oppure offerte dai pellegrini che raggiungevano Roma, la Terra Santa o Santiago di Compostela. La """"bontà"""" di quelle monete non dipendeva solo dalla loro """"povertà"""", ma anche dalla purezza d'animo di chi le offriva e dall'onestà con cui erano state guadagnate."" -
La capra di Qumran. Realtà e leggenda di una scoperta archeologica
Il 12 aprile 1948 il Times di Londra pubblica la notizia del ritrovamento di alcuni antichi manoscritti nel deserto di Giuda. Per il mondo scientifico internazionale e per l'opinione pubblica non è ancora evidente che si tratta della più sensazionale scoperta archeologica del Novecento. Nel decennio compreso tra il 1946 e il 1956, in undici grotte vicine all'insediamento di Qumran vengono, infatti, ritrovati, più o meno integri, oltre 900 testi antichi, scritti in prevalenza in ebraico, ma anche in aramaico e greco, che costituiscono una delle più importanti collezioni dell'antichità. Raccontare la storia del loro ritrovamento e della loro pubblicazione significa addentrarsi in un mondo fatto di scoperte casuali, più o meno leggendarie, legate all'inseguimento di una capra allontanatasi da un gregge di beduini o alla ricerca di un nascondiglio per merce di contrabbando. Le vicende di Qumran sono singolarmente intrecciate con l'attività dei governi e dei servizi segreti dei Paesi del Medio Oriente, con l'idea del tutto infondata di rallentamenti e boicottaggi dovuti al Vaticano, con incontri notturni sotto i ponti di Beirut e con la pubblicazione di libri di carattere scandalistico sul presunto contenuto scabroso dei manoscritti. -
Il corpo negato. Tre discorsi sulla castità in età moderna
Come si presenta ai nostri occhi quella che oggi chiamiamo ""sessualità"""" quando la osserviamo nei discorsi prodotti dalle istituzioni religiose in età moderna? L'oggetto ha contorni sfuggenti. Al suo interno si collocano, in maniere e misure mutevoli, aspettative e rinunce, possibilità e divieti, ragioni del corpo e dell'anima, dell'individuo e della collettività. Il saggio presenta un piccolo ventaglio di sessualità possibili """"messe in parola"""" nei decenni che seguono due momenti cruciali della storia religiosa e sociale dell'Europa: la centralizzazione romana dell'Inquisizione e la sua dotazione di una capillare rete di organismi locali, a partire dal 1542, e la grande risistemazione dottrinale e istituzionale operata dalla Chiesa cattolica con il Concilio di Trento, fra il 1545 e il 1563. A partire dalla seconda metà del Cinquecento, sui comportamenti che implicano un uso della corporeità connessa con le tensioni desideranti e la generazione, già tradizionalmente oggetto di osservazione e di controllo, sembra accentuarsi, facendosi sistematico, l'interesse delle istituzioni religiose, impegnate in un'impresa di definizione dell'ortodossia e dell'eterodossia. In ogni ambito del vivere si rintraccia sia un potenziale luogo di realizzazione della perfetta cattolicità che uno spazio di annidamento dell'eterodossia. Il corpo chiuso del clero deciderà dei corpi moderatamente aperti dei coniugati e di quelli pericolosamente sciolti delle nubili e dei celibi."" -
Evoluzione e libertà. Immanenza e trascendenza della vita organica
Evoluzione e libertà sono le due parole chiave del pensiero di Hans Jonas, espresso mirabilmente nel saggio, una sorta di concentrato della sua biologia filosofica e forse la migliore testimonianza della sostanziale continuità della sua riflessione sulla filosofia della vita, al di là del prevalere, nelle diverse fasi del suo pensiero, di interessi storico-filosofici o di interessi più propriamente etici. Tesi principale è che la libertà tradizionalmente considerata appannaggio degli ambiti prettamente umani dello spirito e della volontà - sia viceversa già presente a livello del metabolismo cellulare, il fenomeno più basilare che caratterizza l'organismo vivente. Essa non connota, cioè, esclusivamente l'agire conscio e intenzionale dell'essere umano, ma è piuttosto il denominatore comune di tutti gli appartenenti alla categoria dell'""organico"""" e segna la linea di confine con quanti non vi rientrano, dunque con l'inorganico, la macchina e l'artefatto. La libertà si squaderna per Jonas in una gradazione ascendente di complessità delle funzioni e dei movimenti, i cui vari livelli costituiscono configurazioni sempre più articolate, approfondite ed """"evolute"""" della dialettica precaria che le è intrinseca."" -
La sacra pagina. Come interpretare la Bibbia
Gesù non è nato il 25 dicembre, di notte, in una grotta, e non aveva accanto né un bue, né un asinello. La stella non era una cometa e i magi non erano tre e non erano re. Maddalena non è mai stata una prostituta, con buona pace di tutta la storia dell'arte che come tale l'ha raffigurata, nessuna Veronica ha mai asciugato il volto di Gesù sulla via del calvario e Paolo non è mai caduto da cavallo durante la sua conversione. La conoscenza biblica, soprattutto in Italia, è molto approssimativa e alla Sacra Scrittura si attribuiscono spesso elementi folcloristici e allegorici che appartengono alla devozione e alle tradizioni popolari. I 73 libri che compongono uno dei testi fondamentali dell'Occidente sono, in alcuni casi, assai consistenti, in altri composti di una paginetta o di sole poche righe. Si tratta di opere che appartengono a epoche diversissime e riflettono tradizioni differenti, ma sono tutte entrate all'interno di un complesso disegno che inizia con la Genesi e si conclude con l'Apocalisse. -
Filosofia dei misteri cristiani. Ragione e rivelazione in Meister Eckhart
"Mostrare la verità della fede cristiana attraverso gli argomenti dei filosofi"""". Questa affermazione, finora completamente trascurata dagli studiosi, sebbene esplicita e quasi solenne, riassume l'intenzione unitaria del pensiero di Meister Eckhart, probabilmente il più discusso tra gli autori del Medioevo latino e tedesco. Predicatore spesso eccessivo e audace, al quale ancora oggi si attribuisce una prevalente inclinazione mistica e irrazionalista confermata dal duraturo successo dei suoi scritti più spirituali, il domenicano rischiò il rogo e venne comunque condannato per eresia, a morte avvenuta, da Papa Giovanni XXII nel 1329. Il pensiero di Eckhart, sostiene nel suo saggio il filosofo Kurt Flasch, si presenta come una """"filosofia dei misteri cristiani"""" orientata a dimostrare con la ragione non solo la creazione del mondo, ma anche l'incarnazione di Dio e la redenzione dell'uomo." -
Il bambino conteso. Storia biblica di due donne e un re
Due prostitute si presentano al cospetto del re affinché giudichi chi è la vera madre di un bambino conteso da entrambe. La storia è intricata: le due donne vivono nella stessa casa, hanno partorito quasi negli stessi giorni, ma uno dei due neonati, morto improvvisamente, sarebbe stato sostituito con l'altro. Il sovrano ascolta le accuse, poi gioca d'astuzia ed elabora uno stratagemma: al fine di accontentare tutti, la sentenza prevede di tagliare con una spada il bambino in due parti. Il crudele verdetto si propone in realtà di smascherare la menzogna e di svelare i sentimenti autentici delle due donne. E così puntualmente accade che la vera madre si riconosca dal fatto di rinunciare a ogni rivendicazione purché il figlio non venga messo a morte. La storia biblica, narrata nel Primo libro dei Re e scelta per illustrare la sapienza di Salomone all'inizio del suo regno, ha almeno una ventina di versioni nella letteratura del folclore universale e in racconti dell'India e della Cina. -
La vita interiore. Dimensioni creative dell'esperienza umana
C'è una dimensione del futuro che, a partire da Agostino, vanta una lunga tradizione nel pensiero occidentale. Essa riguarda la vita interiore, risorsa disponibile solo se si osa l'avventura della conoscenza di sé, dell'educazione, del primato accordato ai valori umani. L'inefficacia del discorso moralistico e impositivo e il logoramento di quello esortativo e paternalistico confermano l'esigenza di cercare altrove le risposte e le indicazioni di futuro. Questa tradizione ci dice che il futuro nasce anche dall'interiorità. In tale contesto svolge un ruolo fondamentale una facoltà solitamente tenuta in sospetto, l'immaginazione. Movimento interno alla creatività, essa non è riducibile a illusione o a fuga dal reale, ma è un atteggiamento esistenziale che apre una strada al futuro e pensa che ciò che non è possibile oggi lo potrà essere domani. -
Donne & moderne. Storie di sante
Ventitré ritratti di sante - Elisabetta, Petronilla, Cecilia, Agnese, Caterina d'Alessandria, Martina, Agata, Lucia, Clotilde, Chiara d'Assisi, Rosa, Isabella, Brigida, Caterina da Siena, Rita, Francesca Romana, Giovanna d'Arco, Teresa d'Avila, Maddalena di Canossa, Francesca Cabrini, Bakhita, Teresa di Lisieux, Teresa Benedetta della Croce -, proposti dalle grandi firme dell'inserto femminile dell'Osservatore Romano, offrono un affresco straordinario e inaspettato di coraggio, libertà e autonomia, virtù moderne che le donne di oggi cercano di esercitare in una sintesi difficile, ma non impossibile, con l'amore, la cura, la gioia di essere se stesse. ""Se per la Chiesa di Francesco - scrive nella prefazione Ritanna Armeni - Dio si esprime anche attraverso la donna, il suo essere, la sua identità e la sua diversità, la vita delle sante, la sua rilettura, acquista un nuovo senso, un nuovo rilievo, una nuova luce. Possono essere, più che nel passato, modelli di una fede mite e trionfante, che sa calarsi nella modernità e insieme trascenderla e migliorarla"""". Prefazione di Ritanna Armeni."" -
La parola disegnata. L'arte divina dell'icona
"Dal portale regale di Chartres a Michelangelo, dall'icona di Rublev alle scuole russe italianizzanti del XVIII secolo, si constata una perdita progressiva del senso sacro"""", osserva Evdokimov. """"Il sacro si sposta verso il """"bello"""" estetico, l'essenza religiosa scompare dinanzi all'elemento narrativo, aneddotico, al piacevole, al ritratto somigliante, al complicato"""". Non accade così nel mondo dell'icona, dove il sole non tramonta e la luce è senza attenuazioni. La maggiore espressione figurativa del mondo ortodosso esprime il meriggio abbagliante dell'incarnazione, senza ombre né oscurità, e le sfumature vengono espresse solo dal contrasto dei colori, al di fuori di ogni artificio di illuminazione e di prospettiva. Se ogni dipinto è posto in un triangolo chiuso, composto dall'artista, dalla sua opera e dallo spettatore, l'icona spezza quel triangolo e afferma la sua indipendenza sia da chi la realizza che da chi la contempla. Essa non suscita l'emozione, ma l'avvento di un quarto elemento, l'avvento del trascendente di cui attesta la presenza. L'artista scompare dietro la tradizione che parla e l'opera d'arte diviene lo scaturire di una presenza dinanzi alla quale non si può restare solo spettatori." -
Le imprese del patriarca. Mercato, denaro e relazioni umane nel libro della Genesi
Il primo angelo della Bibbia viene inviato a consolare una serva, Agar, cacciata dalla sua padrona. La prima volta che compare la parola ""mercato"""" è quando Abramo compra dagli Ittiti una tomba per la moglie Sara. Il """"profitto"""" fa il suo esordio nell'episodio in cui Giuseppe viene venduto dai fratelli. E il primo riferimento a un salario riguarda Giacobbe, che lavora sette anni per avere in sposa Rachele """"bella di aspetto"""", ma sarà ingannato e dovrà prima sposare la sorella Lia """"dagli occhi smorti"""". Il libro della Genesi, con cui si apre la Bibbia degli ebrei e dei cristiani, è un testo sorprendente per chi cerca nuove parole e nuove riflessioni da affidare all'economia di oggi, che ha impoverito i beni soffocandoli con le merci e ha tolto dall'orizzonte tutto ciò che non è in vendita. Le prassi contrattuali dell'antica cultura mediorientale, le cui tracce non sono del tutto scomparse dai suq di Damasco o di Teheran, ci ricordano che gli scambi economici sono primariamente incontri tra persone. Che il denaro e il profitto confinano con l'amore e la vita, ma anche con l'odio e la morte. Che la terra promessa va amata e arricchita, ma non occupata, perché la si abita provvisoriamente, ma non la si possiede. E, infine, che le imprese - siano esse avventure, sogni o concretissime aziende possono risultare vane e ingannevoli, ma anche responsabili e pregevoli."" -
Pedagogia del desiderio. Bellezza ed eresia nell'esperienza educativa
La riflessione pedagogica e teologica di Rubem Alves, proposta nel volume attraverso una selezione di racconti, rivela al tempo stesso un carattere eretico ed erotico. Prima ancora dei comportamenti, osserva l'intellettuale brasiliano, bisogna cambiare gli sguardi e le visioni, ma anche superare una concezione della soggettività centrata sul ""cogito"""" ripensando il soggetto a partire dal corpo. Per questo è necessario che l'apprendimento sia un'estensione progressiva della nostra dimensione corporea, in grado di crescere provando il piacere della contemplazione della natura, il fascino dei cieli stellati, la sensibilità tattile verso le cose, la gradevolezza della conversazione, delle storie e delle fantasie, ma anche del cibo, della musica, del riso, del far niente. """"A me piacerebbe - scrive Alves - che nelle scuole si parlasse dell'orrore delle spade e della bellezza degli aratri, del dolore delle lance e del piacere delle cesoie da giardino"""". Prefazione di Mauro Castagnaro."" -
Il libro di Giobbe
A causa di una scommessa tra Dio e Satana, un uomo baciato dalla fortuna vede la sua esistenza lacerata all'improvviso dalla disgrazia. Perde i figli e i beni, si ammala, precipita in una grande desolazione, ma alla fine la sua determinazione e la sua fede lo ristabiliranno nella situazione di partenza. Nell'apparente linearità della sua trama, il libro biblico di Giobbe - che ha profondamente attratto Goethe e Melville, Jung e Roth, Kierkegaard e Kafka tratteggia una figura molto distante dall'uomo paziente per antonomasia, come vorrebbe una lunga, proverbiale tradizione. Esso delinea, al contrario, uno dei ritratti più compiuti di tutte le afflizioni possibili prodotti dalla letteratura del mondo antico. Con il suo dolore e il suo lamento Giobbe non elabora un'etica del dolore in quanto tale, una riflessione morale sul soffrire e sulle cause della sofferenza, ma parla del vero volto di Dio contro i fantasmi della teologia tradizionale, convinta che il dolore assolva a una funzione purificatrice. -
Un' infanzia nella bocca del lupo
Monique Lévi-Strauss ha aspettato settant'anni prima di scrivere i suoi ricordi. Subito dopo la guerra, nessuno voleva ascoltare e tutti desideravano voltare pagina. Il racconto di un'infanzia ""nella bocca del lupo"""" riepiloga il singolare destino di una ragazza costretta dall'insensatezza del padre a lasciare Parigi per trasferirsi nella Germania nazista con il fratello e la madre ebrea. Uno sguardo originale sulla vita quotidiana ai tempi di Hitler e sull'incomprensibile mondo degli adulti negli anni turbolenti della seconda guerra mondiale."" -
Il caffè dell'oblio. Emmanuel Lévinas e la saggezza ebraica
"Si entra senza necessità. Ci si siede senza stanchezza, si beve senza sete. Pur di non restare nella propria stanza"""". Per il filosofo Emmanuel Lévinas, l'istituzione del caffè è un """"non-luogo"""" per una società senza solidarietà, senza domani, senza impegni, senza interessi comuni e responsabilità reciproca. """"Si sta lì, ciascuno al suo tavolino, davanti alla tazza o al bicchiere, ci si rilassa completamente al punto di non dover niente a niente e a nessuno; ed è perché si può andare al caffè a rilassarsi che si sopportano gli orrori e le ingiustizie di un mondo senz'anima"""", luogo giocoso della dimenticanza e dell'oblio dell'altro. La condanna senza appello del caffè, emblematica delle esigenze di un'etica innervata di saggezza ebraica e di esercizio talmudico, mostra che per Lévinas essere al mondo significa (sempre) rispondere d'altri, averne cura estrema e considerare la responsabilità illimitata come struttura essenziale, primordiale e fondamentale della soggettività." -
Il libro della Sapienza
Un esordio sul tema dell'immortalità, una riflessione teologica sul concetto di sapienza e una lunga meditazione sull'esodo e sul suo significato permanente costituisconol 'architettura dei 502 versi che compongono il libro biblico della Sapienza. L'autore biblico è un giudeo che vive nel mondo greco di Alessandria d'Egitto, teso ad ascoltare il contesto della cultura ebraica e dei suoi padri, ma ancor di più attento ai fermenti dell'ambiente culturale in cui vive, di cui fa affiorare la nobiltà e la potenza espressiva. Gli studiosi sono orientati a collocare la composizione del libro nel 30 a.C. Ci troviamo dunque di fronte se non all'ultimo, almeno a uno degli ultimi libri dell'Antico Testamento. Con una spiritualità altissima, l'antico Israele offre questa specie di grande saluto al nuovo orizzonte che sta per schiudersi. -
Il turbante azzurro
"Non so come, stiamo parlando di deserto e comincio a raccontare la storia di Lawrence d'Arabia e del suo bellissimo turbante azzurro e scivolo discretamente nel discorso, buttando lì che probabilmente dovrò sottopormi a una cura che mi farà perdere i capelli. Ricordo come una lama affilata il commento di mio figlio: 'Allora, mamma, vuol dire che hai avuto un tumore; anche un bambino a scuola è senza capelli perché ha avuto un tumore quelli che perdono tutti i capelli hanno un tumore'"""". Un duetto sul tempo della malattia dove la scrittura diventa indagine, scavo, consolazione. E dove """"stare"""" è un verbo attivo. Nota di lettura di Silvano Petrosino."