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Il marchese di Roccaverdina
Una desolata campagna siciliana dominata da arcaici rapporti feudali fa da sfondo alla parabola del marchese di Roccaverdina, aristocratico proprietario terriero che vive nell'antica dimora di famiglia accudito da una vecchia governante. Dopo aver sedotto una giovane popolana, Agrippina Solmo, che per anni gli ha dedicato virtù e bellezza, per salvare l'onore del casato decide di farla maritare con un suo fattore, Rocco Criscione, in cambio del giuramento che il matrimonio non verrà mai consumato, ma in preda a gelosie e sospetti finisce con l'uccidere colui che ormai considera suo rivale. Congegnato come un lungo flashback, in un crescendo psicologico ben orchestrato, il romanzo è la storia della lotta feroce che, dopo il delitto passionale, il protagonista ingaggia col rimorso e i sensi di colpa finché, incapace di reggerne il peso, cede alla follia. Considerato il capolavoro di Capuana, ""Il marchese di Roccaverdina"""" (1901) è anche un peculiare documento della poetica verista, in cui l'aspirazione al resoconto impersonale è corretta da un approfondito e a tratti morboso studio psicologico dei personaggi e dal gusto per il soprannaturale e il favoloso."" -
Le affinità elettive
Alludendo all'esistenza di misteriose corrispondenze tra i fenomeni fisici e i comportamenti sociali, leAffinità elettive (1809) suggeriscono sin dal titolo, mutuato dalle scienze naturali, la propria chiave di lettura. Con la necessità inesorabile delle leggi della chimica, il gioco di reciproche attrazioni tra Carlotta e Eduardo da un lato, Ottilia e il Capitano dall'altro, scompagina le vite dei protagonisti. Mentre Carlotta rinuncia al Capitano in nome del vincolo sacro del matrimonio, suo marito Eduardo cede alla pulsione erotica, ricambiato con ardore dall'innocente Ottilia che sublimerà infine nel martirio la purezza dei suoi sentimenti. Nella tormentata relazione tra le due coppie il romanzo mette in scena il conflitto tra natura e istituzioni, tra scelta e destino, tra la norma morale incarnata nel matrimonio e la forza irresistibile e distruttiva della passione amorosa. Squisitamente settecentesco nella struttura, ma impregnato di elementi simbolici e suggestioni mistiche, l'enigmatico capolavoro della maturità di Goethe svela il fondo tragico dell'utopia romantica esaltando la dignità della rinuncia e la nobiltà del sacrificio non meno della ineluttabilità dell'amore. -
Controcorrente
Autentico romanzo manifesto del decadentismo, ""Controcorrente"""", pubblicato nel 1884, segna la transizione dal realismo ottocentesco alla complessità e alle inquietudini della cultura del Novecento. Il protagonista, rifiutando l'insostenibile mediocrità del mondo contemporaneo, si ritira in una sorta di squisita clausura, popolata di sogni, profumi esotici e artificiose bellezze. Ma al suo splendido e ossessivo isolamento sarà costretto a rinunciare a causa della stessa nevrosi che lo aveva spinto a preferire alla realtà il sogno della realtà. «Perché questo nevrotico – scriveva Maupassant recensendo il libro – mi appare come un uomo che, se esistesse, sarebbe il solo uomo intelligente, saggio, veramente idealista e poeta dell'universo?»"" -
Il ventre di Parigi
Il romanzo è il terzo del ciclo dei ""Rougon-Macquart"""". La storia è semplice; si svolge durante il Secondo Impero nel quartiere delle Halles. Siamo nel 1858. Florent, insorto contro il colpo di stato del 2 dicembre 1852, è stato deportato in Guyana, ma riesce a fuggire dal bagno penale e a ritornare in Francia. È accolto dal fratello Quenu, proprietario di una salumeria in rue Rambuteau. Lisa Macquart, moglie di Quenu, accetta malvolentieri il nuovo venuto. In un primo momento comunque tutto procede bene. Ben presto però Florent si lascia trascinare di nuovo dalla passione per la politica, diventando il capo di una congiura repubblicana contro l'imperatore. Alla fine viene arrestato dalla polizia col consenso dei benpensanti, la bella Lisa in testa."" -
I Viceré
Avari, fatui, vili, prepotenti: gli Uzeda, la nobile famiglia catanese protagonista del capolavoro di De Roberto, sono dilaniati da accaniti contrasti d'interesse che oppongono il principe Giacomo, duro e avido, al dissoluto conte Raimondo, il cinico e corrotto don Blasco al nipote Ludovico, monaco senza vocazione, e alla sorella, donna Ferdinanda. Alle beghe di fratelli e parenti si aggiunge la lotta che tutti insieme conducono per conservare il potere e gli antichi privilegi. Attraverso le vicende di tre generazioni, I Viceré (1894) compongono un vasto affresco dell'aristocrazia siciliana nel momento del passaggio dal regime borbonico alla realtà sociale dell'Italia unita mettendo a nudo le lacerazioni e lo spregiudicato trasformismo di una classe ormai al tramonto e, per converso, il naufragio degli ideali della nascente borghesia liberale. La tecnica verista si arricchisce di una nuova capacità d'indagine psicologica e di penetrazione nel tessuto vivo della storia e della lotta politica nazionale, che contribuisce a esaltare le doti di De Roberto come osservatore di spietata aridità, pittore di scene fastose, creatore di personaggi stravaganti e sgradevoli. Introduzione di Mario Lavagetto. -
Resurrezione
Il principe Nechljudov riconosce nella prostituta Ljubasa, accusata in un processo per omicidio, la contadina Katjusa Maslova, che egli aveva sedotto dieci anni prima, provocandone la rovina. Oppresso dai sensi di colpa, si adopera per salvare la donna e, con lei, la propria anima. Da un «affare giudiziario» realmente avvenuto prende spunto l'ultimo grande romanzo di Tolstoj, che è soprattutto una riflessione sull'ineluttabilità del male, sull'ingiustizia universale della sofferenza, alla quale l'uomo può opporre solo la prospettiva di un riscatto individuale, come quello che troveranno, ciascuno a modo proprio, Katjusa e Nechljudov. -
L' uomo che ride
Ambientato nel Settecento in un'Inghilterra ricca di chiaroscuri gotici e di atmosfere oniriche, ""L'uomo che ride"""" (1869) è una storia di sconfitti che ha per protagonisti due orfani - il mostruoso Gwynplaine e l'indifesa Dea, cieca dalla nascita - allevati da un saltimbanco filosofo. Il fanciullo, sfigurato dai suoi rapitori, ha il viso fissato in una maschera di eterno riso. Fattosi uomo scoprirà di essere figlio di nobili e riconquisterà il suo blasone, ma, schernito dai suoi pari, cercherà di nuovo rifugio fra i vagabondi accanto all'amata Dea e porrà fine ai suoi giorni per la disperazione dopo averla trovata agonizzante. In questo romanzo d'avventura che è anche affresco storico e poema visionario, gli istinti primigeni e brutali convivono con una tenera, luminosa umanità. Hugo vi fa un uso spregiudicato di uno tra i più collaudati espedienti narrativi, l'agnizione - la rivelazione finale della vera identità del personaggio chiave - ma la dissolve nell'atto stesso di realizzarla. Perché l'uomo che ride non può strapparsi la maschera: essa è e sarà per sempre il suo volto."" -
Spettri-Un nemico del popolo-L'anitra selvatica-Rosmersholm
I drammi qui raccolti, scritti tra il 1881 e il 1886, sono emblematici del tardo Ibsen e della sua cupa visione della società borghese come sistema repressivo che non concede agli individui alcuno spazio di libertà e gioia costringendoli a vivere nella perenne scissione tra ricerca di autenticità e menzogna delle convenzioni. Questa desolata tragicità scandisce l'amara parabola di Spettri, dove l'eredità del passato con i suoi fantasmi soffoca ogni possibilità di vita vera; l'apologo contro la tirannide della maggioranza del Nemico del popolo; la denuncia del fanatismo della verità che conduce alla rovina nell'Anitra selvatica; il peso schiacciante della tradizione e della morte in Rosmersholm. Poeta del disagio della civiltà, il grande drammaturgo norvegese delinea in questi testi l'utopia di un'umanità conciliata per la quale il valore consiste nel realizzare liberamente il proprio destino contro ogni forma di ipocrisia e viltà e l'unico vero peccato è il tradimento della propria vocazione. Introduzione di Claudio Magris. -
Una vita
Parabola drammatica e impietosa, il romanzo racconta la storia di Giovanna, davanti alla quale la vita sembra schiudersi piena di promesse. Ma l'autore a poco a poco infrange, una pagina dopo l'altra, tutte le sue illusioni e le sue speranze. Di una sensibilità quasi malata, Giovanna non affronta la lotta, fugge: la sua passività tuttavia non significa un rifiuto della vita, quanto piuttosto un'incapacità di vivere. Dietro a questo incalzare crudele della narrazione, a questo ""accanimento"""", si avverte l'intima commozione dell'autore per la solitudine degli esseri, per la fugacità delle loro gioie. C'è, nelle pagine di Maupassant, un senso della vita, un modo di apprezzarne le luci, i colori, i suoni, gli odori, che lo avvicina alla sensibilità degli impressionisti."" -
Dell'amore
Un amore intenso e disperato, ma respinto, ispirò a Stendhal quest'opera. ""Dell'amore"""" è infatti il frutto, la reazione a quell'esperienza dolorosa. Che cos'è dunque questo """"amore"""", si chiede Stendhal, che può tormentare, trasformare, travolgere? Può l'uomo, così spesso schiacciato dalla malattia d'amore, richiamare quest'ultimo a un interrogatorio che ne metta a nudo l'essere e le forme, l'agire e le leggi? Un saggio che rivela tutta la passionalità e la sensibilità di un grande autore attraverso l'incanto di una prosa cristallina."" -
Il ragazzo rapito
Ambientato negli anni delle guerre civili in Scozia, ""II ragazzo rapito"""" è un vivace romanzo d'avventure che ha per protagonista un giovane intrepido e franco, fiero di partecipare a vicende che coinvolgono uomini temerari, e di cavarsela lottando da pari a pari con loro. Sfruttando appieno la libertà narrativa consentita dal romanzo d'avventure, Stevenson esprime, in una forma mitico-simbolica altamente suggestiva, idee, problemi e conflitti proiettandoli nelle circostanze più insolite e inattese."" -
Memorie-Libretti mozartiani
«Canaglia di mediocre spirito con grandi talenti per essere letterato, e fisiche attrattive per essere amato». Così un contemporaneo definiva Lorenzo Da Ponte, figura emblematica e controversa del Settecento. Avventuriero e libertino, fu amico dei più illustri protagonisti del suo tempo, da Casanova a Salieri, da Gozzi a Mozart, per il quale scrisse i felicissimi libretti delle maggiori opere (Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte). Uomo di spirito e di buone lettere, estroso e spregiudicato, inquieto e cosmopolita, peregrinò per tutta l'Europa in cerca di fortuna e fu poeta di corte a Vienna. Emigrò poi negli Stati Uniti, dove esercitò i più disparati mestieri prima di diventare professore di lingua e letteratura italiana. Le sue Memorie, ricche di vivaci descrizioni e di originali giudizi su personaggi e ambienti dell'epoca, sono un brillante distillato della sua vita rocambolesca, sempre in bilico fra massima fortuna e vertiginose cadute. Introduzione di Giuseppe Armani. -
Vita nuova
Prima opera certa di Dante, la Vita nuova (1292-93) alterna liriche tra le più belle e note del poeta - «Tanto gentile e tanto onesta pare», «Donne ch'avete intelletto d'amore» - a capitoli in prosa, cui è affidata la duplice funzione di delineare l'itinerario autobiografico dal quale sono nati i versi e di commentarli. Al centro del libello giovanile è un'esperienza d'amore idealizzata, quella che lega Dante a Beatrice: dalla narrazione dei loro incontri si dipana la rievocazione agiografica della «donna gentile» che è anche intimo memoriale, dapprima profano e «cortese», poi sempre più pervaso di misticismo, finché la morte di Beatrice trasforma l'amore terreno in amore assoluto e l'amata in mezzo di elevazione e di rinnovamento spirituale, affettivo e poetico. Introduzione di Edoardo Sanguineti. -
La vocazione teatrale di Wilhelm Meister
Composta tra il 1777 e il 1785 ma ripudiata da Goethe e venuta alla luce solo nel 1910 grazie a una copia furtivamente realizzata dall'amica Barbara Schulthess, la ""Vocazione teatrale"""" costituisce la prima stesura de """"Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister"""", prototipo del romanzo di formazione. Il giovane Guglielmo, sedotto dal teatro fin dall'infanzia, si interroga ansioso su quale sia la sua missione nel mondo, diviso tra il miraggio di una tranquilla attività mercantile, ricca di borghesi soddisfazioni ma arida e noiosa, e il fascino della carriera d'attore, errabonda e incerta ma consona al suo temperamento di artista. In una sorta di avventuroso diario sentimentale costellato di intrighi amorosi, incontri con compagnie di guitti e assalti di briganti, Goethe indaga il dissidio interiore del protagonista tra desiderio e rinuncia, ambizioni e fallimenti. E consacrando il trionfo dell'arte sulla vita, racconta la storia di ogni autentica vocazione: urgente e imperiosa, sofferta e messa in dubbio, infine riconosciuta come piena espressione di sé, a un tempo condanna inevitabile e appagante destino. Introduzione di Nello Saito."" -
Vita dei Cesari
La ""Vita dei Cesari"""", scritta nel ii secolo d.C., è una raccolta di dodici biografie di imperatori romani, da Giulio Cesare a Domiziano: biografie storiche ma non romanzate, in cui il racconto è condotto attraverso aneddoti, notizie, indiscrezioni e pettegolezzi che l'autore poté conoscere grazie alla carica di sovrintendente agli archivi imperiali che rivestì sotto Adriano. A comporsi è un quadro inedito e originale della vita privata degli imperatori, dei che solo di rado si mostrarono all'altezza della funzione e degli onori loro tributati. La ricchezza del materiale storico, la narrazione che predilige forme chiare e semplici, la rinuncia a ogni prolissità e ricercatezza conferiscono al racconto quell'impressione di estrema vivacità che gli garantì un'enorme fortuna nei secoli a venire."" -
Carte segrete
Destinato a una circolazione clandestina negli ambienti dell'opposizione al regime imperiale di Costantinopoli, questo pamphletin solito e insolente, scritto intorno al 550 d.C. ma scoperto secoli dopo, è una sorta di storia segreta della corte di Giustiniano e un'impietosa denuncia dei vizi e del malcostume che vi dilagano. Il rancore di Procopio, alto funzionario rimosso dai suoi incarichi, investe con violenza ogni aspetto della vita dell'imperatore, dalle umili origini della dinastia alla politica estera scriteriata e irresponsabile, dalle persecuzioni religiose al capriccio nel fomentare le beghe di palazzo. In un alternarsi di registri espressivi - drammatico, stizzito, cupo, velenoso - l'opera si risolve in uno spietato attacco contro il dispotico potere imperiale, che ribalta sistematicamente il panegirico della propaganda e dà voce al malcontento della classe senatoria. Lo stile, ancorato ai modelli di Erodoto e Tucidide, è elegante e sostenuto, ma non disdegna incursioni nel comico e nello scabroso, come quando l'autore mette alla berlina i lascivi costumi dell'imperatrice Teodora. Introduzione di Giovannella Cresci Marrone. -
Il giocatore
La vicenda de ""Il giocatore"""" (1867), romanzo tra i più autobiografici di Dostoevskij, è narrata sotto forma di diario dal protagonista, Aleksej, giovane precettore nella casa di un generale russo residente in una stazione termale tedesca. Accolto nella variopinta corte di parassiti che ruota attorno al generale ormai in rovina, il precettore si lascia conquistare dal demone del gioco e diventa un professionista del rischio che subisce impassibile vincite e perdite e accetta la buona e la cattiva sorte con la stessa indifferenza, la stessa nobiltà, la stessa imperturbabile calma. Di fronte al rifiuto altezzoso di Poline, la donna che ama, cui vorrebbe donare una enorme somma vinta alla roulette, il protagonista decide di partire per Parigi con l'avida mademoiselle Blanche, che dilapida tutto il denaro prima di congedarlo. Il suo destino è segnato: Aleksej si trascinerà da un casinò all'altro, con qualche parentesi in prigione, e con la speranza, forse fatalmente illusoria, che «domani, domani tutto finirà». Introduzione di Fausto Malcovati. Traduzione e note di Gianlorenzo Pacini."" -
Vita
L'immagine dell'Alfieri profeta della ""rigenerazione morale"""" italiana e guida delle generazioni future, dell'uomo, poeta e tragediografo di """"animo risoluto, ostinatissimo ed indomito"""" nasce in massima parte nelle pagine di questa sua Vita. Scritta in un italiano sapido e avventuroso, l'autobiografia di Alfieri resta ancora oggi l'opera di un appassionato cosmopolita, che Leopardi definì """"vero scrittore, a differenza di quasi tutti i letterati del suo e del nostro tempo""""."" -
Il giovane Törless
Romanzo d'esordio di Musil, Il giovane Törless (1906) rappresenta nella storia della narrativa tedesca una rottura paragonabile a quella del primo Kafka e dei Quaderni di Malte Laurids Brigge di Rilke, presagendo i modi dell'espressionismo e i sommovimenti che di lì a poco avrebbero trascinato l'Europa nel cuore della «catastrofe mondiale». Attraverso una serie di avventure intellettuali e crudi episodi sadomasochistici, ispirati alla vita stessa dell'autore, vi si racconta il cruciale passaggio dall'adolescenza alla virilità. Al rassicurante registro del Bildungsroman ottocentesco si sostituisce qui una lucida prospettiva critica, spietata nel portare alla luce le insicurezze ormai palpabili della società borghese, inghiottita dai meandri bui della perversità e della trasgressione, e il costante lavorio di una psicologia oscura ed enigmatica, di una sensibilità inquieta e avida di «sanguinose e grandi cose». -
Forte come la morte
Forte come la morte, scritto poco tempo prima che l'autore venisse vinto dalla follia, è la vicenda cupa e tragicamente decadente di un uomo, un grande e illustre pittore, amato, ammirato, onorato, che si distrugge nell'amore impossibile per la figlia della sua amante.