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Amori. Testo latino a fronte
La raccolta di elegie che va sotto il titolo di Amores, pubblicata in cinque libri intorno al 20 a.C. e poi rimaneggiata nei tre libri giunti fino a noi, segna l'esordio letterario di Ovidio e l'inizio di un ciclo che comprende anche leEroidi, l'Ars amatoria e i Remedia amoris. Insieme al mito, l'eros è la grande fonte di ispirazione del poeta di Sulmona, che nel suo epitaffio volle definirsi «scherzoso cantore di teneri amori». Fingendo di narrare gli episodi di un privatissimo romanzo sentimentale, Ovidio traveste da racconto autobiografico le storie cantate da Catullo, Tibullo, Properzio. A conferire unità al canzoniere è proprio la voce del poeta-innamorato che dà espressione ai tormenti di ogni amante, mentre la figura di Corinna, pur descritta in tutta la sua sfolgorante bellezza, appare solo una pallida idealizzazione delle tante fanciulle corteggiate. Nell'ultimo elegiaco della latinità l'amore non è più passione ardente ed esclusiva, dedizione totale all'unica donna amata, bensì capriccio e avventura galante dove il pathos e il dramma si stemperano nell'ironia, nel gioco intellettuale, nel gusto del paradosso. Introduzione, traduzione, commento e note di Ferruccio Bertini. -
I Buddenbrook
Romanzo pubblicato nel 1901, ""I Buddenbrook"""" narrano l'ascesa e il declino attraverso quattro generazioni di una famiglia della borghesia mercantile di Lubecca. Titolari di una ditta di cereali fondata nel 1768, i Buddenbrook hanno costruito la propria fortuna economica sull'etica del profitto e la disciplina del lavoro e fondato il proprio prestigio sociale sulla rettitudine e il decoro. Ma nella serena compostezza di quel mondo si insinuano a poco a poco i segni del disfacimento finanziario e morale, di quell'insolubile antinomia tra «la volontà del contegno», che argina la dissoluzione ma soffoca la vita, e la resa al caos degli impulsi irrazionali che rompono i ceppi ma frantumano ogni valore sfociando nell'autodistruzione. L'ultimo discendente, Hanno, che eredita dalla madre la passione per la musica e muore di tifo in giovane età, incarna nella sua fine precoce di borghese sviato dall'arte l'esito tragico della lunga saga familiare. La decadenza dei Buddenbrook, in cui Mann ha tratteggiato l'essenza dello spirito borghese europeo, diventa così specchio della crisi dell'umanesimo occidentale, dal cui tramonto nasceranno i mostri della barbarie."" -
Teresa Raquin
"Teresa Raquin"""" (1867) segna la nascita del naturalismo in letteratura e inaugura la grande stagione di Zola. Tetra vicenda di adulterio, delitto e rimorso, racconta, con la secchezza bruciante di un referto clinico, la storia di una degradazione. L'autore definì l'opera un «grande studio psicologico e fisiologico». L'intento scientifico vi è espressamente dichiarato: «Dato un uomo forte e una donna insoddisfatta, cercare in essi la bestia, gettarli in un dramma violento, annotarne scrupolosamente le sensazioni». Il risultato è un romanzo nero, scabroso e morboso, un teatrino dell'infamia e dell'orrore che non ammette espiazione né riscatto. Introduzione di Lanfranco Binni Prefazione e traduzione di Enrico Groppali." -
Il buon senso
L'audace, dissacrante opera illuministica di un assiduo collaboratore dell'Encyclopédie, amico di Diderot. In questo libello Holbach propugna l'ateismo non come il vezzo aristocratico di menti elevate e istruite, ma come una scelta logica dettata da una visione aspramente materialista, improntata alla critica di ogni religione e di ogni metafisica. -
Ifigenia in Tauride. Testo tedesco a fronte
Erede con la sorella Elettra e il fratello Oreste del triste lascito di vendette e orrori familiari, sacrificata dal padre Agamennone alle ragioni della guerra, Ifigenia è salvata e resa immortale dall'intervento di Artemide, della quale sarà consacrata sacerdotessa. Così il mito classico. Nella sua rilettura, datata 1787, Goethe rappresenta nella figura di Ifigenia - docile ma non rassegnata - un ideale di pace che supera ogni dissidio e si batte per il trionfo della solidarietà, della fraternità e della tolleranza. L'eroina greca incarna un modello di armonia e di umanità che assegna alla donna una missione civilizzatrice contro leggi divine o costumi selvaggi votati alla crudeltà e alla violenza. Il dramma goethiano si inscrive nel mito di una classicità idealizzata e apollinea che trionfa sulla barbarie, un mito che ha la sua acme tra Sette e Ottocento, si dilata fino a Hölderlin e tramonterà con Nietzsche e la scoperta del dionisiaco. -
Opere e giorni. Testo greco a fronte
Esiodo, il più antico scrittore di cui si abbiano notizie storiche, trascorse la vita nel podere lasciatogli dal padre in Beozia, trovando proprio nel lavoro la principale ispirazione per la sua vocazione di poeta. ""Opere e giorni"""", infatti, è un poemetto didascalico che raccoglie norme per l'agricoltura e la navigazione e tratta i problemi della convivenza e della vera giustizia. È dunque una ricchissima fonte di informazioni sulle condizioni di vita nella Grecia arcaica, ma è soprattutto un """"poema sul destino dell'uomo"""", perché attraverso miti, favole e insegnamenti Esiodo dimostra il fondamento etico e religioso del lavoro, unico strumento che riscatta l'uomo dalla condizione ferma e gli permette di vivere dignitosamente in armonia con il cielo."" -
Antonio e Cleopatra. Testo inglese a fronte
Introduzione di Nemi D'Agostino Prefazione, traduzione e note di Sergio Perosa. Con testo a fronte. Nell'""Antonio e Cleopatra"""" (1606-07) Shakespeare insegue un difficile equilibrio tra dramma storico e tragedia individuale. Schiavo della sensualità e del fascino maturo di Cleopatra, Antonio abbandona la sposa Ottavia e abdica al ruolo di triumviro. Battuto da Ottaviano prima ad Azio, poi ad Alessandria, alla falsa notizia della morte della regina d'Egitto si lascia cadere sulla spada spirando infine tra le braccia dell'amata che a sua volta riconosce nel suicidio l'unica decisione onorevole. Se l'integerrimo Ottaviano incarna la Realpolitik imperiale, il mondo dell'ordine e dell'efficienza romana, il corrotto Antonio esprime la tragedia dell'uomo d'azione che soccombe a una lussuria tanto indegna quanto irresistibile, ma anche la grandezza d'animo di chi rinuncia al freddo tornaconto politico in nome della spontaneità e della pienezza di vita. Sui due protagonisti maschili campeggia Cleopatra, cortigiana d'Oriente, principessa ammaliatrice, ma soprattutto eroina di una storia d'amore che attraverso la poesia di Shakespeare sfida la morte e il tempo."" -
Monarchia. Testo latino a fronte
Di tutti i trattati di Dante, il De Monarchia , composto in latino probabilmente tra il 1313 e il 1318, è il più meditato e sentito: rivela il senso di giustizia e l'ansia di libertà del poeta, costretto per anni in esilio, oltre a documentare il suo bisogno di approfondire in modo sistematico quella stessa concezione politica che anima in maniera più immediata molte parti della Commedia . Attraverso lucide e appassionate argomentazioni Dante traccia in queste pagine le linee fondamentali della sua utopia politica: restaurare la monarchia imperiale quale unica garante della pax universalis. Il poeta vi affronta anche il problema più attuale e drammatico dell'epoca, quello dei rapporti tra impero e papato. Nonostante affermi l'autonomia dei due poteri, entrambi derivati da Dio, il De Monarchia fu accusato di legittimare la superiorità dell'imperatore sul pontefice, e bruciato a Bologna come libro eretico nel 1329 dal cardinale Bertrando del Poggetto. Messo all' Indice nel Cinquecento, fu riabilitato solo nel 1881 per intervento di Leone XIII. -
Pensieri
Da questa breve e intensissima raccolta di pensieri, estratti dallo Zibaldone e riscritti in forma nuova, traspare un'inaspettata dichiarazione d'amore e di speranza nei confronti dell'umanità. Un'opera illuminante, che riscopre un Leopardi meno spietato e inesorabile nei confronti dei propri simili - ""La mia inclinazione non è stata mai di odiare gli uomini, ma di amarli"""" -, per il quale la fustigazione dei cattivi costumi prende piuttosto il senso di una battaglia rischiaratrice contro gli errori e la falsità del vivere umano."" -
I sonetti. Testo inglese a fronte
Definiti la chiave con la quale Shakespeare era in grado di aprire qualsiasi cuore, i Sonetti presentano un lato inedito e affascinante del grande drammaturgo. Studiate a lungo dai critici alla ricerca di indizi sulla vita privata di un autore per molti versi ancora misterioso, queste poesie introducono anche personaggi straordinari come la fatale ""Dark Lady"""" o l'odiato poeta rivale."" -
Britannico-Bajazet-Atalia. Testo francese a fronte
Le tragedie di Racine ruotano intorno a un nucleo di situazioni nelle quali, come ha scritto Roland Barthes, sotto «la purezza della lingua, le grazie dell'alessandrino, la precisione della psicologia » non è difficile ritrovare «le figure e le azioni dell'orda primitiva»: l'incesto, la rivalità tra fratelli, l'uccisione del padre, l'amore e l'odio. Poeta della passione, del fato e della debolezza umana, Racine ha portato nel teatro le qualità di un grande lirico, forse il maggiore che la Francia abbia avuto. -
Inni alla notte-Canti spirituali. Testo tedesco a fronte
Segnati dalla ricerca di una magica unità tra mondo naturale e mondo sovrannaturale, gli ""Inni alla notte"""" (1800) sono la più compiuta incarnazione della poetica di Novalis: un'accesa emotività si intreccia a un intellettualismo arduo e tormentato in un canto pervaso da uno struggente sentimento di morte. Composta dopo la prematura scomparsa dell'amata Sophie, la raccolta celebra la donna perduta con idealizzata sensualità. La prosa ritmica si alterna al verso per esaltare il sacro, ineffabile mistero della notte, il suo potere infinito, il fascino e la bellezza delle tenebre che trionfano sulla smagliante luminosità del giorno. Allusione all'eterno e all'aldilà, il mondo notturno esprime la sete dell'anima per una dimensione ultraterrena, in cui trova la sua celeste libertà e l'appagamento divino alla sua ansia d'amore. Intrisi del fervore religioso del romanticismo tedesco sono invece i coevi """"Canti spirituali"""" (1799), composizioni dal ritmo dolcemente musicale in cui prevale uno spirito di devozione volutamente elementare."" -
Il podere
C'è molto di autobiografico in questo romanzo cupo e drammatico, scritto nel 1918, che evoca più Dostoevskij che Verga. Come l'autore, il protagonista Remigio Selmi lascia l'impiego nelle ferrovie per accudire un podere nella campagna senese che ha ereditato dal padre. L'inesperienza e l'ostilità dei contadini, avidi e violenti per secolare povertà, rendono Remigio sempre più inetto e timoroso. I suoi sforzi per difendere una fortuna che sente in qualche modo immeritata si scontrano con l'astio della matrigna, con le pretese di una giovane serva, già amante del vecchio Selmi, che ora reclama la sua parte, con i debiti, i raggiri degli avvocati e persino con l'inclemenza del tempo. Una sorta di furia autodistruttiva lo spinge a desiderare di liberarsi della «roba», simbolo dell'autorità paterna da cui si sente oppresso. Sopraffatto da un sentimento di inadeguatezza, Remigio alla fine soccombe a un'esplosione di odio come una vittima sacrificale, un Giobbe laico che nelle prove alle quali è sottoposto non riconosce la presenza di Dio ma solo la forza di un destino avverso e ineluttabile. Introduzione e note di Luigi Baldacci. -
Ifigenia in Tauride-Baccanti. Testo greco a fronte
«Impera un gran disordine in cielo e in terra» sentenzia Oreste nell'Ifigenia in Tauride (414 ca a.C.). Euripide porta il caos sulla scena e sovverte lo schema classico della partita tra gli uomini e il fato. Mentre nei drammi di Eschilo e Sofocle è impossibile sottrarsi agli dei e agli oracoli, Euripide imbastisce un intrigo romanzesco a lieto fine in cui i protagonisti sfuggono a una triste sorte con il coraggio, l'astuzia, l'inganno. Così Ifigenia, strappata da Artemide al sacrificio in Aulide e trasportata in terra barbara, quando scopre che la vittima da immolare è il fratello Oreste, disobbedisce al volere della dea e organizza con successo la fuga. Baccanti, rappresentata dopo il 406 a.C., fu giudicata da Goethe la più bella opera di Euripide. Penteo, re di Tebe che ha rifiutato, in nome della ragion di stato, di rendere onori divini a Dioniso, finisce dilaniato dalle baccanti guidate da sua madre Agave, che in preda al furore lo scambiano per una fiera. Ambigua e ricca di un fascino misterioso, è la tragedia della debolezza della ragione umana di fronte alla potenza dell'irrazionale, della violenza cieca che può scatenarsi nella comunità quando cede alla sirena degli istinti e si lascia travolgere dal proprio delirio. -
La sonata a Kreutzer e altri racconti
Nell'inverno del 1888, durante una soirée tra amici, Tolstoj ebbe modo di ascoltare la Sonata a Kreutzer di Beethoven. Ne fu così profondamente turbato da decidere di scrivere un racconto, tra i suoi più inquietanti, che ne riprende il titolo e che nel tema della lotta tra passione dei sensi e ideale di castità preannuncia Il diavolo e Padre Sergij, pubblicati postumi nel 1911 e compresi in questa raccolta. La Sonata (1891), il più dostoevskiano tra i racconti di Tolstoj per il precipitare degli eventi verso il finale tragico-grottesco, esplora in chiave naturalistica i risvolti più amari e minacciosi di un sentimento irrazionale come la gelosia. Apologo sulla crudeltà dei rapporti umani basati sul possesso che trasforma persino l'amore in una schiavitù legalizzata e brutale, è anche una spietata requisitoria contro il concetto borghese di matrimonio: una prostituzione legalizzata, sostiene il protagonista Pozdnyšev, condita di falsi romanticismi che conduce all'insofferenza reciproca. -
Una vita
"Una vita"""" è il racconto di una iniziazione impossibile. Alfonso Nitti, giovane impiegato di banca traferitosi a Trieste dalla provincia, coltiva velleità letterarie e sogna il riscatto attraverso il successo professionale. L'occasione propizia sembra essergli offerta dalla frequentazione della casa del banchiere Maller, suo datore di lavoro, di cui tenta di sedurre la figlia. Ma la prospettiva del matrimonio sfuma a causa di errori e irresolutezze e anche la routine dell'ufficio non riserva che frustrazioni. La rinuncia alla lotta sarà la scelta tragica ed estrema di questo immaturo narciso che non riesce a diventare adulto. Tormentato e umbratile, vulnerabile e """"inetto"""" (come recitava il titolo originario rifiutato dall'editore Treves), il protagonista è uno dei tanti sveviani """"impiegati della vita"""" che consuma i suoi giorni tra il desiderio di affermazione e la coscienza della propria inadeguatezza, a suo modo eroico nella sofferta ambivalenza con cui si dibatte tra un senso di inferiorità autodistruttivo e un'aggressività vendicativa nei confronti del mondo e del prossimo." -
Senilità
A trentacinque anni Emilio Brentani vive un'esistenza grigia accanto alla sorella Amalia, una donna semplice e buona, ma non più giovane né bella finché incontra Angiolina una vitale e ""facile"""" popolana con cui intreccia una relazione. Emilio attribuisce a questo rapporto un significato che l'indole morale della ragazza non sa sostenere. L'amico Balli viene coinvolto nella vicenda e Angiolina ne diventa l'amante. Amalia se ne innamora nascostamente; quando il suo sentimento viene scoperto, sentendosi frustrata e derisa si stordisce con l'etere e ne muore. Emilio, completamente vinto dalle vicende, rinuncia a sentirsi vivo e sceglie """"la senilità"""", rinunciando così anche alle emozioni e ai sentimenti."" -
Ernani-Il re si diverte-Ruy Blas
Inventore del dramma romantico, Hugo fa del teatro l'arena in cui ingaggiare la sua battaglia ideologica e artistica contro le ormai logore convenzioni del classicismo. A partire da Ernani (1830), tragica storia d'amore ambientata nel '500 che intreccia i destini di un bandito e dell'aristocratica donna Sol, il cui cuore è conteso anche da don Carlos di Spagna e dal tutore di lei, il vecchio Ruy Gomez: l'abolizione delle unità di tempo e di luogo, l'unione di sublime e grottesco, il vigore dello stile, l'audacia delle situazioni entusiasmarono ma al tempo stesso scandalizzarono il pubblico. Subirono critiche e censure anche Il re si diverte (1832), storia del buffone Triboulet e della sua infelice figlia Bianca, da cui Verdi trasse Rigoletto, e Ruy Blas (1838), dramma eroico ambientato nella Spagna del '600, il cui protagonista, un popolano intelligente e sognatore che ama in segreto la regina, è vittima di una crudele macchinazione. Nel loro insieme i testi qui raccolti documentano con efficacia le caratteristiche del teatro di Hugo: spiccato gusto della declamazione, psicologia sommaria dei personaggi, artificiosità delle soluzioni sceniche, tendenza a sconfinare nel melodramma. -
Paradisi artificiali. Testo francese a fronte
Ispirato dal «fascino quasi fraterno» di Poe e dalle personali esperienze con gli allucinogeni, Baudelaire affida ai ""Paradisi artificiali"""" le sue riflessioni sul rapporto tra la creazione artistica e le droghe, considerate «mezzi di moltiplicazione dell'individualità». L'opera raccoglie il saggio """"Del vino e dell'hascisc"""" (1851) e gli scritti, apparsi tra il 1858 e il 1860, """"Il poema dell'hascisc"""" e """"Un mangiatore d'oppio"""", quest'ultimo traduzione ed esegesi delle """"Confessioni di un mangiatore d'oppio"""" di Thomas de Quincey. Attraverso queste sostanze che alterano la percezione, dilatano l'io, intensificano l'immaginazione creatrice e trasfigurano in modo fantasmagorico la realtà, l'uomo appaga il proprio «gusto per l'infinito» e cerca di sfuggire ai propri limiti, alla prigione del corpo, alla schiavitù del tempo. Ma di tutte le voluttà artificiali, l'unica davvero capace di aprire le porte del paradiso è la poesia, che traduce i geroglifici del mondo e coglie le sottili e misteriose corrispondenze della natura."" -
Racconti
I primi racconti di questo volume furono scritti da Dostoevskij negli anni immediatamente precedenti l'arresto e la condanna ai lavori forzati; gli altri sono coevi dei capolavori della maturità. Dagli uni agli altri - tutti popolati da un'umanità descritta con sofferta partecipazione - si dilata il discorso sul ""sottosuolo"""" e squarci sempre più profondi si aprono sui meandri contorti della psiche umana, sui suoi aspetti patologici, le sue ossessioni, le sue incoerenze, le sue rivolte. Il volume contiene i seguenti racconti: Il signor Procharcin ; La padrona ; Le notti bianche ; Uno spiacevole episodio ; Bobok ; La mansueta ; Il sogno di un uomo ridicolo.""