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La monaca
Figlia adulterina d'una famiglia aristocratica, Suzanne è costretta a farsi monaca. La sua incrollabile volontà di ribellione e infine la fuga non sortiscono però liberazione: la sventurata è perseguitata e torturata dalla riprovazione della società: la società delle famiglie fondate sul patrimonio, dei conventi fondati sulla violenta complicità tra guardiane e recluse, della religione a garanzia della frustrazione dei bisogni vitali. Sostenuto da un'analisi psicologica audace e penetrante, è considerato uno dei migliori racconti di Diderot, focoso, misurato e ravvivato da una profonda umanità. -
L'opera
Il dramma del protagonista, il pittore Claude Lantier, è quello - scrive Lanfranco Binni nell'introduzione - ""del rapporto con il proprio lavoro, con la durezza della materia; è lo stesso dramma del lavoro-passione e del lavoro-fatica che Zola medesimo prova quotidianamente. """"L'opera"""" infatti non è un romanzo autobiografico soltanto per l'ambiente che accuratamente descrive, l'ambiente più direttamente conosciuto da Zola; è un romanzo autobiografico soprattutto perché testimonia l'atteggiamento dello stesso Zola nei confronti del proprio lavoro letterario, ed è proprio per questa ragione un romanzo di centrale importanza per conoscere la sua concezione del mondo e la sua poetica""""."" -
Poesie
L'opera poetica di Carducci dà i risultati più originali in tre direzioni: la rievocazione storica, che coincide con la nostalgia per le età eroiche del passato, in particolare per quella romana e per quella medievale-comunale; la poesia di memoria, che evoca con virile malinconia una giovinezza energica e appassionata; il senso della morte, intesa come privazione di forza e di luce. La retorica celebrativa legata alla fama di «vate» della nazione e guida della coscienza culturale italiana offusca a tratti l'ispirazione genuina specie nelle poesie di soggetto storico o epico, ma nelle composizioni di contenuto autobiografico o nell'evocazione di paesaggi interiori la poesia di Carducci rivela inattesi accenti di un lirismo schietto e raccolto senza mai indulgere a languori romantici. Il volume comprende le raccolte: Juvenilia (1850-60), Levia gravia (1861-71), Giambi ed epodi (1867-79), Rime nuove (1861-87), Odi barbare (1877-89),Rime e ritmi (1887-99). -
Adolphe
Composto di getto alla fine del 1806 ma rimasto a lungo inedito, ""Adolphe"""" è un romanzo di straordinaria modernità, che nulla concede al gusto romantico dei tempi. Gli elementi della narrazione sono ridotti ai minimi termini - due soli i personaggi, Adolphe, seduttore incapace di amare e condannato al rimorso e alla solitudine, e Ellénore, vittima incolpevole della passione -, l'intreccio è volutamente scarno e la penna dell'autore, che tanto della sua vita riversa in queste pagine, procede brillante e crudele nel dare forma a un'opera di geometrico nitore, illuminata da una luce uniforme e implacabilmente fredda."" -
Opere
In questo volume, a cura di Mario Lavagetto e con le note di Enrico Chierici, sono contenute: Poesie e Re Orso; le Cronache teatrali; Mefistofele e Falstaff; l'epistolario Verdi-Boito. -
Confessioni di un oppiomane
L'oppio come scorciatoia per raggiungere le vette della creatività letteraria: l'autobiografia di De Quincey, pubblicata nel 1822, è sincera e sconcertante fin negli eccessi e nelle ambiguità apologetiche. Racconta piaceri e delizie di questa droga, che regala una quiete atarassica, un'incredibile lucidità, una sensibilità esaltata al massimo grado. Ma non ne tace le pene: una profonda ansietà, una nera malinconia e soprattutto sogni e incubi, notturni spettacoli ultraterreni simili a una discesa in abissi senza sole, che per lo scrittore diventano subito materia per immaginifiche descrizioni. Perché al di là di tanto discorrere sull'oppio, il vero tema che percorre il profluvio lussureggiante delle Confessioni è l'inesauribile capacità di cogliere le voci segrete delle cose, che anticipa la sensibilità simbolista e fa di De Quincey il capostipite di un'intera dinastia di scrittori, da Poe a Baudelaire, da Huxley a Benn. Il volume comprende anche i racconti Suspiria de Profundis e La diligenza inglese. Introduzione di Giovanni Giudici -
Medea-Fedra-Tieste
La tendenza di Seneca a una scrittura mossa, anticlassica, se già caratterizza le sue pagine di prosa, raggiunge il culmine nelle tragedie: in esse lo stile drammatico si plasma a esprimere le passioni dei personaggi, lo loro intime lacerzaioni, l'urto violento degli istinti contro la ragione. Il sapiente contrasto delle antitesi, gli abili giochi di parole, le preziose immagini barochce non sono solo il frutto di una retorica sapientemente dosata, ma aderiscono perfettamente alla psicologia tormentata dei personaggi, generando pagine di vibrante poesia e di profonda umanità. -
Camera con vista
A dispetto dell'eleganza stilistica, della sobrietà del linguaggio, del tono sicuro con cui Forster scandisce il ritmo della vita dei protagonisti, ognuno dei suoi libri trasmette una lieve inquietudine e un vago senso di precarietà. Con grande sottigliezza e acume lo scrittore inglese è capace di svelare le convenzioni sociali e i pregiudizi morali che imprigionano la sensibilità e che mettono in crisi i rapporti tra gli uomini. -
Convivio
Rivolgendosi non solo a dotti e religiosi, ma anche al pubblico più vasto degli uomini assetati di sapere e impegnati civilmente, fra il 1304 e il 1307 Dante scrive in volgare un'opera di alta divulgazione dottrinaria, il Convivio . Scopo dichiarato di questa raccolta di trattati rimasta incompiuta è quello di rendere partecipi alla ""beata mensa"""" della cultura e della scienza antica e contemporanea anche coloro che fino ad allora ne erano stati esclusi. Il testo affronta argomenti """"alti"""", solitamente trattati in latino: l'esaltazione della scienza e della filosofia come via alla realizzazione dell'uomo e della sua felicità, la nobiltà come conquista intellettuale e morale del singolo individuo. La materia del libro appartiene alla cultura del tempo, alla filosofia scolastica, ma Dante la rende viva attraverso il suo entusiasmo morale e la sua passione intellettuale affidandola profeticamente a quella lingua volgare, qui elogiata come nuovo mezzo espressivo, che negli stessi anni sarebbe diventata materia di studio analitico nel trattato De vulgari eloquentia ."" -
Le novelle. Vol. 1
Delle novelle verghiane lo scrittore Massimo Bontempelli ha detto: ""La brevità estrema di Verga è fatta soprattutto di soppressione d'alcuni tratti del racconto. Non esistono più le zone di passaggio. La sicurezza con la quale esse sono state recise, al punto esatto, è spaventosa; sono tagli improvvisi e netti, che riempiono di coltellate tutta la narrazione"""". Le """"coltellate"""" inferte dal Verga al tessuto compatto del narrare tradizionale sono aperture sulla realtà, rappresentano i varchi attraverso i quali la chiamata stentorea dei simboli giunge direttamente alla coscienza."" -
Bucoliche. Testo latino a fronte
Raccolta di dieci componimenti poetici che adombrano episodi autobiografici dell'autore sullo sfondo delle tumultuose vicende politiche dell'ultima repubblica romana. Nelle ""Bucoliche"""" regna l'idillica visione di una vita semplice e innocente, fatta di umili lavori, ozi, silenzi, gare di canto. I pastori di Virgilio non hanno nulla di rozzo: sono idealizzati, quasi fossero poeti che attraverso il contatto con la natura cercano di stemperare il contrasto insanabile con la violenza della storia."" -
Il libro del cortegiano
Il ""Cortegiano"""" è stato un libro """"europeo"""", uno dei pochi della tradizione letteraria italiana a conquistare una presenza forte e stabile, e soprattutto profonda, nella cultura delle società dell'ancien régime. Si intreccia stretamente con la storia della cultura occidentale, anzi partecipa alla costruzione della sua """"forma"""", del suo modello, della sua immagine pubblica. Questo è un testo problematico, percorso da inquietudini e reticenza, risultato di continue riscritture tra il 1513 e il 1518 e di tormentate stratificazioni: eppure diventa la grammatica fondamentale della società di corte fino alla Rivoluzione Francese e oltre, con gli opportuni adattamenti al nuovo ordine borghese."" -
Il grande Meaulnes
Pubblicato nel 1913, ""Il grande Meaulnes"""" è un classico romanzo di formazione misto a narrazione simbolista, libro di avventure e delicata fiaba poetica. Una raffinata parabola sulla natura dell'amore e sul mito inarrivabile della felicità, sogno e condanna di tutta l'esistenza."" -
Dizionario filosofico
Pubblicato in forma definitiva nel 1769 con l'emblematico titolo La Raison par alphabet, il Dizionario filosofico riprende lo spirito antisistematico e divulgativo dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert, affrontando in uno stile polemico e aneddotico i temi cari al pensiero illuminista: la critica delle religioni rivelate e della superstizione; la difesa della ragione come unico strumento di indagine; l'elogio dello stato laico e della libertà di coscienza. Attraverso voci brillanti e sarcastiche, l'autore conduce una corrosiva requisitoria contro ogni pretesa dogmatica di verità, accostando in una prospettiva relativistica le concezioni filosofiche e teologiche dell'Occidente cristiano alle credenze dei popoli extraeuropei. Nonostante la condanna della facoltà di teologia della Sorbona e il rogo sulla pubblica piazza, l'opera ebbe vasta eco in Europa contribuendo a diffondere i principi di tolleranza e libertà civile, nonché l'ironia scettica e l'impronta anticlericale tipiche di Voltaire. -
Aiace-Elettra-Trachinie-Filottete. Testo greco a fronte
Aiace che si suicida perché offeso nell'onore; Elettra che coltiva implacabile il suo desiderio di vendetta; Deianira che dilaniata dai rimorsi si conficca una spada in petto sopra il letto nuziale; Filottete, eroe malato e abbandonato ma indomito nell'animo, che patisce restando generoso: sono figure monolitiche, ineluttabilmente legate al proprio destino. Vivono in un assoluto che rifiuta ogni compromesso, procedono diritte sulla loro strada: sono apparentate dalla caparbietà, dall'orgoglio, dalla fermezza nella linea di condotta che le porta inesorabilmente alla sconfitta. Sofocle costruisce con straordinaria maestria il carattere di questi protagonisti, spesso ricorrendo al contrappunto di un personaggio minore, e ne fa il perno delle forze che agiscono nella tragedia. Introduzione di Umberto Albini. -
Elena-Ione. Testo greco a fronte
Geniale creatore di superbe figure femminili, problematiche e inquietanti, Euripide associa, in queste tragedie quasi ""romanzesche"""", l'osservazione psicologica, sempre profonda e arguta, al gioco agile e leggero della fantasia, lasciando qua e là affiorare aspetti da commedia. """"Elena"""" e """"Ione"""" appartengono ai cosidetti """"drammi del caso"""", in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino, ma a un ceco moto d'eventi che ostacolando, mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa, contraddittoria e molteplice umanità."" -
Georgiche. Testo latino a fronte
Composti tra il 37 e il 30 a.C., i quattro libri delle ""Georgiche"""" si inseriscono nella fortunata tradizione del poema didascalico, traendo ispirazione dalle opere di Esiodo e Lucrezio, Catone e Varrone. L'originalità e la genialità di Virgilio si esprimono nella capacità di trasformare l'arida lettera della disciplina agronomica in un'epopea del lavoro umano, in particolare delle attività agresti - dalla coltivazione dei campi a quella della vite, dall'allevamento all'apicoltura -, conforme all'ideologia augustea, che predica un ritorno al costume dei padri e alla terra dopo molti anni di guerre civili."" -
Milione
Marco Polo dettò questo resoconto dei viaggi intrapresi in regioni allora sconosciute agli occidentali - la valle del Pamir, il deserto di Lop e quello del Gobi - mentre si trovava rinchiuso in carcere, dopo essere stato catturato dai Genovesi. ""Il Milione"""", traduzione italiana del perduto originale francese, è un documento fondamentale per conoscere e comprendere sia l'Oriente medievale, sia la mentalità mercantile italiana del Duecento. A metà tra verità storica e romanzo, concentra in sé l'amore per il fiabesco di un cronista fantasioso, il gusto per l'osservazione precisa e scientifica di un grande viaggiatore, l'attenzione agli aspetti economici e sociali di un esperto mercante."" -
Lucia di Lammermoor
Romanzo gotico a tutto tondo, apparso nel 1819 col titolo La sposa di Lammermoor , dipana tra sinistre atmosfere e presenze soprannaturali la tragica storia d'amore tra Lucia di Ashton e Edgardo di Ravenswood, vittime della rivalità delle proprie famiglie. Presentata da Scott come una vicenda desunta da attendibili fonti d'epoca e realmente accaduta in Scozia alla metà del xvii secolo, è una storia di passione e di morte, la cui fine è adombrata fin dall'inizio in una terribile profezia: l'ultimo signore di Ravenswood aspirerà alla mano di una morta. Duelli, assassinii, inganni e pazzia sono le tinte forti di questo romanzo che ispirò a Donizetti l'omonimo dramma, capolavoro del teatro musicale romantico. -
Le poesie. Testo tedesco a fronte
«La poesia di Trakl - spiega Claudio Magris nella prefazione - è una fondazione del mondo; egli è uno di quei poeti che, come Hölderlin, sono chiamati a fondare una verità o a svelarne l'assenza, a rendere abitabile la terra o a mostrarne l'inabitabilità. Leggere Trakl significa interrogarsi sulle cose ultime, sulla possibilità stessa della poesia, sul senso estremo della vita. Le interpretazioni di Trakl sono dei confronti con l'essenza del nostro destino». Introduzione di Margherita Caput e Maria Carolina Foi.