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Illusioni perdute
"Illusioni perdute"""" è una trilogia di racconti – I due poeti (1837), Un grand'uomo di provincia a Parigi (1839), Le sofferenze di un inventore (1843) – che hanno per protagonista Lucien Chardon, un giovane provinciale, ambizioso, costretto a scontrarsi con le difficoltà dell'autoaffermazione. Fragile testimone del suo tempo, senza alcuna volontà di affrontarlo veramente, ha un animo nobile e incapace di dedicarsi all'arte della sopraffazione: per questo i suoi sogni sono destinati a infrangersi bruscamente contro il cinismo della spietata società parigina. Tra autobiografia e indagine sociologica, filosofia e analisi delle passioni, realismo e immaginazione visionaria, Balzac affronta un tema intimamente legato alla propria esperienza diretta, al proprio difficile rapporto con la realtà borghese: il tema delle “illusioni perdute”, destinato ad assumere nelle opere successive toni sempre più amari. Introduzione di Lanfranco Binni." -
David Copperfield
Lasciai l'Inghilterra, senza sapere, neppure allora, quanto fosse grave il colpo che dovevo sopportare. Lasciai tutti coloro che mi erano cari e fuggii; e credetti di avere già sopportato la mia pena e che fosse passata. Come un uomo su un campo di battaglia può ricevere un colpo mortale senza rendersi conto di essersi ferito, così io, quando rimasi solo col mio indisciplinato cuore, non avevo idea della ferita con la quale dovevo lottare. Questa consapevolezza mi raggiunse non d'un tratto ma a poco a poco, a grano a grano... -
Eracle. Testo greco a fronte
Eracle, dopo aver compiuto le mirabili ""fatiche"""" che l'hanno consacrato eroe, torna a casa e la trova minacciata: l'usurpatore Lico in sua assenza si è fatto re a Tebe e si appresta a sterminare i suoi parenti. Eracle si prepara allo scontro, ma anziché salvare la famiglia, sarà lui stesso a trucidare la moglie e i figli, in preda a un inspiegabile furore. Cosa lo ha spinto a tanto? In questo sfaccettato dramma della follia, Euripide rivisita e sovverte il mito classico, interrogandosi sulla precarietà della condizione umana, tanto fragile e vulnerabile: la forza dell'uomo più forte è debolezza di fronte, se non agli dèi, cui Euripide non crede, al capriccio insondabile del destino."" -
Sarrasine
Comparso in due puntate sulla «Revue de Paris» (1830), prestigiosa rivista letteraria di respiro internazionale, Sarrasine è uno dei testi balzachiani più enigmatici e aperti a diverse interpretazioni. In bilico tra elementi realistici, la Roma stendhaliana nella quale è in parte ambientato, ed elementi fantastici, ispirati alla letteratura tedesca e all'esempio di E.T.A. Hoffmann, il racconto sviluppa con chiarezza il tema della meditazione sull'arte, specialmente sul paragone tra le arti. «Alla stabilità e ai limiti della scultura - spiega Lanfranco Binni nella sua introduzione - si contrappongono la libertà e l'universalità della musica, che riunisce in sé tutti i generi e simboleggia, forse, la ricerca di quel capolavoro, infinito e androgino, che Sarrasine ha inutilmente cercato di raggiungere». -
Fenice. Testo greco a fronte
Nelle Fenicie - tipica espressione della maturità compositiva di Euripide, che qui concentra e intreccia tra loro, in un vero e proprio tour de farce, diverse trame del mito greco - si assiste al tramonto della visione epica del dominio e della guerra che esso comporta. Eteocle e Polinice, fratelli e nemici mortali, conoscono il solo scopo della distruzione dell'avversario, attraverso la violenza e l'inganno. L'individuo eccezionale lascia il posto all'individuo comune, di limitati orizzonti, e la sconfitta, che travolge tutti, diviene il tratto saliente dell'intero dramma. -
Felicità familiare
"Tu hai riflettuto, hai riflettuto tanto, ma mi hai amato poco"""" dice Masa a Sergej, nella scena finale del romanzo: la felicità di un tempo è tramontata per sempre. C'è un nuovo, più assennato, calmo, costruttivo sentimento, ci sono i figli, la casa, la balia, il tè, l'ordine: ma è questa la felicità? Il tema delle incomprensioni, dei difficili equilibri di coppia, dei rapporti che mutano - dalla piena sintonia ai malintesi, agli equivoci, alle incrinature è stato affrontato da Tolstoj in molte opere, da """"Guerra e pace"""" a """"Anna Karenina"""". Qui l'autore lascia aperta la questione, quasi volesse lasciare al lettore la risposta, o forse la ricerca di una risposta. Introduzione di Serena Vitale. Prefazione di Fausto Malcovati." -
Fuente Ovejuna. Testo spagnolo a fronte
Nel villaggio di Fuente Ovejuna, in Andalusia, il signorotto locale, il Comendador Fernán Gómez, spadroneggia sui contadini depredando le campagne insieme ai suoi sgherri. Da tempo si è invaghito della bella Laurenzia promessa al pastore Frondoso, e il giorno stesso in cui i due innamorati festeggiano le loro nozze fa arrestare lo sposo e rapire la fanciulla con la pretesa di esercitare loius primae noctis. Di fronte all'ennesima angheria, la giovane vittima, sfuggita alla sorveglianza dei carcerieri, chiama il popolo alla ribellione. L'affronto subito diventa il pretesto per una rivendicazione collettiva della dignità e del diritto al rispetto e alla giustizia contro i soprusi del potere. Composta fra il 1612 e il 1614 e ispirata alla storica rivolta del 1476, la commedia forse più nota di Lope de Vega trasformaun caso de la honra – una tipica storia d'onore – in un dramma corale di forte risonanza politica che ebbe un immediato successo sulla scena spagnola e, dopo un oblio di due secoli, fu riscoperto nel teatro del 900, dalla traduzione russa di Lunacˇarskij alla ripresa di García Lorca con la sua compagnia itinerante, La Barraca. Introduzione di Andrea Baldissera. Prefazione di Mario Socrate. -
Poesie. Testo inglese a fronte
Considerata tra i più grandi lirici moderni, Emily Dickinson trascorse l'intera esistenza in volontario isolamento nella casa paterna, confinandosi negli ultimi anni di vita nella propria stanza. Questa scelta estrema, solo in apparenza rinunciataria, in realtà profondamente eversiva, fu il suo modo di coltivare uno spazio di totale libertà e intimità e di difendere una vocazione poetica intensa e rischiosa. I suoi versi, di cui questa raccolta offre un'illuminante selezione, sanno fissare l'attimo nella dimensione dell'eterno: risuonano leggeri quando evocano l'incanto dell'estasi, ma concepiti nel dolore diventano pesanti come il piombo, o laceranti come l'attesa e l'abbandono. Visionaria e allusiva, con un timbro straziante eppur limpidissimo, nella sua ricerca di assoluto la poesia della Dickinson vive di tensioni irriducibili: tra desiderio e privazione, ossessione della morte e ansia di immortalità, anelito del dio assente e contemplazione stupefatta di una natura che è anche e soprattutto manifestazione del divino. -
Fedone. Testo greco a fronte
Questo celebre dialogo (385-378 a.C.), che ha permeato la tradizione spirituale dell'Occidente come forse nessun altro testo antico, è la più completa esposizione della dottrina platonica dell'anima e della sua immortalità. Scintilla divina, l'anima è segregata nel corpo come in un carcere, ma in essa sopravvive il ricordo delle Idee, le perfette essenze che prima della nascita poteva contemplare direttamente e che grazie all'esercizio in vita della virtù e della sapienza si appresta con slancio a ritrovare dopo la morte. Supremo compito della filosofia è proprio liberare l'anima dalla prigione del corpo e prepararla al momento fatale: è questo l'estremo messaggio di Socrate nelle sue ultime ore di vita, di cui il dialogo è un commovente resoconto. Platone tocca le corde più vibranti della sua gamma poetica presentandoci il testamento spirituale del maestro: dichiarazione di fede nella dignità della creatura umana, soggetta a perire nella sua natura corporea ma immortale nella divina essenza dello spirito. -
I pettegolezzi delle donne-La locandiera-Il campiello
Al centro delle tre opere di Goldoni qui raccolte sono la ricchezza, le suggestioni, la poesia del mondo popolare. La plebe cittadina – artigiani, gondolieri, venditori ambulanti – è protagonista dei Pettegolezzi delle donne (1751), un concerto di voci di accattivante freschezza, che esalta la vitalità di quel ceto inferiore poco presentabile, secondo i rigidi canoni del tempo, il normale pubblico pagante. Ancora al filone delle commedie popolari appartiene l'amatissimo Campiello (1756), colorita e corale partitura in dialetto in cui il vivace gioco di equivoci e baruffe fra innamorati delusi e comari scatenate nella maldicenza porta alla ribalta umori e caratteri del popolo minuto veneziano. La locandiera (1752), capolavoro di Goldoni, è invece una delle cosiddette commedie di carattere, incentrata sul personaggio di Mirandolina, tra le figure più vivaci mai apparse sulla scena: la scaltra e avvenente tenutaria di una locanda di Firenze, ricorrendo alle armi della seduzione e della malizia, si destreggia irriverente e sicura di sé tra corteggiatori e pretendenti, inedita incarnazione di una femminilità trionfante cui va tutta la simpatia dell'autore. -
Gli innamorati-I rusteghi-La casa nova-Le smanie per la villeggiatura
Con ""Gli innamorati"""" - raffinatissimo, quasi diabolico studio di carattere si apre l'ultima grande stagione della copiosa produzione goldoniana: quella polarizzata sul doppio tema della decadenza della borghesia e delle timide speranze nelle virtù native del ceto popolare. Nei """"Rusteghi"""" il rozzo conservatorismo della classe abbiente da vita a un quartetto di reazionari-misantropi che in fin di commedia è sconfitto dai giovani e dalle donne. """"La casa nova"""" e ancor più """"Le smanie per la villeggiatura"""" affrontano i temi della stolta dissipazione, dell'orgoglio fatuo, delle vacue apparenze che spingono la borghesia a volere molto più di quanto si addica a un'equilibrata collocazione nel contesto sociale."" -
Sior Todero brontolon-Le baruffe chiozzotte-Una delle ultime sere di carnevale
Negli ultimi anni trascorsi a Venezia, Goldoni porta a compimento la sua ricerca drammaturgica proponendo alcune delle sue commedie più mature e audaci. La comicità bonaria cede il passo alla satira feroce, e di fronte alle angustie di una borghesia grigia e retrograda viene celebrata la vitalità del popolo che conquista definitivamente la scena. Così in ""Sior Todero brontolon"""" (1762), a un rustego avido ed egoista, involgarito dalla miope logica del proprio privatissimo interesse, fanno da contraltare la battagliera Marcolina e due giovani innamorati, Meneghetto e Zanetta, con la loro visione del mondo coraggiosa, serena e nutrita di buon senso. Nelle """"Baruffe chiozzotte"""" (1761) sono i chiassosi pescatori di Chioggia a incarnare un modello positivo di vita, improntato alla libertà, alla freschezza dei sentimenti, alla spontaneità e naturalezza del comportamento. Ormai in procinto di partire per Parigi, in """"Una delle ultime sere di carnevale"""" (1762) l'autore rivolge alla sua città e al suo pubblico un malinconico saluto, non privo di amarezza per le critiche e le invidie suscitate dalla sua riforma teatrale."" -
Metamorfosi. Testo latino a fronte
Più che alle opere oratorie e filosofiche la fama di Apuleio è affidata al suo romanzo, Metamorfosi (secolo II d.C.), conosciuto anche col titolo di Asino d'oro . Composto nella piena maturità, narra le peripezie di un giovane di Corinto, Lucio, che a causa di un unguento magico assume le fattezze di un asino e che alla fine ritorna uomo grazie all'aiuto della dea Iside. Per la ricchezza dell'invenzione fantastica l'opera ha tutti gli ingredienti del romanzo greco di avventure, con colpi di scena, rapimenti, storie d'amore e digressioni erotiche - tra cui la perla della fabula di Amore e Psiche - che si susseguono in modo turbinoso. Ma ha anche le caratteristiche del romanzo mistico e iniziatico per il senso del peccato e l'ansia di espiazione che lo pervadono: la vicenda di Lucio, cui l'autore attribuisce le sue esperienze religiose con chiaro intento autobiografico, può infatti essere letta come allegoria dell'itinerario spirituale dell'uomo che le passioni degradano al livello dell'asino, bestia simbolo di carnalità e sensualità nella tradizione platonica, e che solo attraverso pratiche misteriche può redimersi. -
Fiabe romantiche
Le ""Fiabe romantiche"""", pubblicate tra il 1797 e il 1816, rappresentano un brillante compendio dell'opera di Ludwig Tieck, definito da Hebbel il """"re del romanticismo"""". Nelle sei novelle qui raccolte la dimensione fiabesca di un medioevo idealizzato, ricco di suggestioni fantastiche e popolato da cavalieri e dame, elfi e streghe, convive con le pacate tonalità borghesi della letteratura Biedermeier. Maestro nel rendere misteriose atmosfere soprannaturali e analizzare stati d'animo fluidi e inquieti, l'autore fonde nella sua prosa quotidiano e meraviglioso, sogno e realtà, in un'originale sintesi tra romanticismo e realismo, dimensioni complementari dell'intero suo percorso letterario."" -
Cuore. Ediz. illustrata
Diario immaginario di un bambino di terza elementare, il romanzo narra gli episodi lieti e tristi di un intero anno scolastico, inframmezzati da nove racconti esemplari in forma di dettato, tra cui i celeberrimi Piccola vedetta lombarda, Tamburino sardo, Dagli Appennini alle Ande. Una galleria di personaggi entrati saldamente nella memoria popolare e colta - come Franti, Derossi, Garrone - anima le pagine del romanzo, considerato da Alberto Asor Rosa una storia di iniziazione alla vita. In questo caso, alla vita dura e difficile dell'Ottocento, ma anche alla nuova vita di una nazione nascente, che deve sorgere dal lavoro, dalla fusione delle regioni, dall'accordo fra le classi. Introduzione di Franco Custodi, prefazione di Bruno Gambarotta. Età di lettura: da 10 anni. -
Lettere persiane
Immaginate di essere due persiani che arrivano a Parigi nel corso di un viaggio alla scoperta della civiltà occidentale: nella Francia dell'assolutismo del Re Sole e della reggenza, ma anche di una crisi finanziaria senza precedenti. Attraverso la fitta corrispondenza che Usbek e il suo giovane amico Rica intrattengono con la Persia, prendono forma due intrecci narrativi - il serraglio di Usbek a Ispahan e il ""serraglio"""" della società francese - accomunati dalle dinamiche visibili e invisibili del dispotismo. L'occhio inafferrabile e divertito di Montesquieu restituisce una realtà a più dimensioni in cui tutto coesiste e contrasta, con uno stile coltissimo e sapiente che spazia dalla satira di costume alla dissertazione storica e filosofica, al melodramma."" -
Le mille e una notte. Le più belle storie
"Le Mille e una notte"""", la più famosa raccolta di novelle di tutti i tempi, alimentano il «mito d'Oriente» da più di trecento anni, da quando cioè, tradotte per la prima volta in Europa, esplosero alla corte del Re Sole come un fuoco d'artificio di meraviglie. La bella Shahrazad che, notte dopo notte, allontana da sé la morte tenendo desta con i suoi racconti straordinari la curiosità di un sovrano misogino, è diventata simbolo della femminilità che trionfa sulla ferocia, della fantasia che vendica l'amore. Avventure di principi e imprese di malandrini, amori e stregonerie, geni prigionieri di una lampada e burloni, califfi di Baghdad e facchini del Cairo continuano ad ammaliare il lettore di oggi con l'inesauribile fascino che scaturisce dall'arte della parola e del racconto. Il volume comprende i racconti: Storia di Ala ed-Din, figlio di Shams ed-Din, Storia di Sindbad il Marinaio, Storia di una donna e dei suoi cinque corteggiatori, Storia di Dalila la Volpe e di Ali il Cairino, detto Argentovivo, Storia di Abu Qir e Abu Sir, Storia di Aladino e della lampada incantata, Storia di Ali Baba e dei quaranta ladroni, Storia di Khalifa, il pescatore di Baghdad." -
Tutte le poesie. Testo spagnolo a fronte
Poche volte la poesia del Novecento ha mostrato una capacità così profonda di mitizzare il paesaggio, la passione erotica, i temi ancestrali del folclore quanto in García Lorca. Nella sua lirica le antitesi natura-civiltà e istinto-ragione sono i cardini attorno a cui ruotano varie linee d'ispirazione e di espressione poetica, spesso intrecciate tra loro: la musica e il canto, la sensibilità pittorica e coloristica, la tradizione popolare e quella colta, la lezione di Jiménez e l'eco del siglo de oro, il surrealismo spontaneo delle prime prove e il gongorismo visionario delle composizioni più mature. Via via una di queste linee sembra prevalere sulle altre, come la tradizione gitana-andalusa nelPoema del cante jondo (1931) o la poesia narrativa nel Romancero gitano (1928). Ma contro ogni facile semplificazione la musa di Lorca sa rivelare accenti inattesi, come inPoeta a New York (1930), dove la materia aspra delle ingiustizie sociali e razziali e delle contraddizioni della grande metropoli ispira una visione rotta e concitata di segno epico-tragico. Introduzione e traduzione di Carlo Bo. Notizie biografiche, guida bibliografica e note al testo di Glauco Felici. -
Annali. Testo latino a fronte
Opera di primo piano della storiografia romana, gli Annali di Tacito, in 18 libri, era divisa in tre esadi dedicate la prima a Tiberio, la seconda a Claudio e Caligola e la terza a Nerone. Attraverso le pagine del grande scrittore prendono vita le vicende dei primi imperatori, i loro scandali, i delitti e le sanguinose congiure dinastiche della famiglia Giulio-Claudia. -
Orlando innamorato
Capolavoro incompiuto del Boiardo, l'""Orlando Innamorato"""" fonde mirabilmente i motivi guerreschi del ciclo carolingio e quelli avventurosi e fantastici del ciclo di Re Artù. In una lingua diseguale, dura e colorita, efficace, ora colta, ora schiettamente popolare, Boiardo compone le vicende di Angelica, Orlando e Ranaldo sullo sfondo di assedi e imboscate che oppongono i valorosi paladini ai fieri saraceni. Sul duello tra Orlando e Ranaldo per l'amore di Angelica s'interrompe il poema. Ne riprenderà il filo l'Ariosto nel suo """"Orlando furioso"""".""