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Novelle per un anno: In silenzio-Tutt'e tre-Dal naso al cielo
Le tre raccolte qui riunite – In silenzio, Tutt'e tre, Dal naso al cielo – appartengono al corpus delle Novelle per un anno con cui Pirandello a partire dal 1922 cercò di dare una sistemazione definitiva alla sua vasta produzione in un genere che gli era assai congeniale e che sin dal 1894 egli alternò ai romanzi e al teatro. Il progetto, rimasto incompiuto, nasceva dall'idea di riunire tutte le novelle in una sorta di grande ciclo temporale: «Una novella al giorno, per tutt'un anno, senza che dai giorni, dai mesi o dalle stagioni nessuna abbia tratto la sua qualità». Il patetico, il tragico, il comico quotidiano sono la materia prima di queste pagine, caratterizzate da una grande varietà di temi e abitate una ricca galleria di casi e tipi umani, di tutte le condizioni sociali, colti nelle situazioni più strane e grottesche, ma in fondo accomunati tutti, come recita il titolo di una delle novelle di questo volume, dalla «pena di vivere così». Introduzione di Nino Borsellino. Prefazione e note di Luigi Sedita. -
Alcesti-Ciclope. Testo greco a fronte
Euripide sceglie i suoi argomenti tra i miti meno noti o si sofferma su aspetti secondari dei grandi cicli epici e tragici. Nel Ciclope, il celebre episodio dell'Odissea è riletto in chiave comica e burlesca; nell'Alcesti, le sorti della giovane sposa che decide di morire al posto del suo amato, diventano pretesto per indagare il nesso amore-morte. Grande indagatore della doppiezza dell'animo umano, Euripide è considerato uno dei massimi poeti tragici dell'antichità. Dalla sua opera, scrive Umberto Albini, ""si finisce sempre per ricavare qualcosa che richiama interrogativi, minacce, angosce attuali""""."" -
Caratteri. Testo greco a fronte
Discepolo di Aristotele, Teofrasto (secc. IV-III a.G.) scrisse diverse opere filosofiche e storico-filosofiche, che gli meritarono un'indiscussa autorità per tutta l'antichità e il medioevo. La sua opera più celebre sono i ""Caratteri"""", breve e variopinta galleria di trenta """"tipi umani"""", descritti con fine penetrazione psicologica. Quest'""""aureo libretto"""" - come lo definisce Luigi Torraca nella sua introduzione - ci offre un quadro assai vivo """"dell'Atene del IV secolo a.C, con la brulicante folla del mercato, con le botteghe, i bagni, le differenti classi sociali"""". Più che un trattato morale, quindi, i """"Caratteri"""" sono un repertorio retorico a uso dei poeti comici, i cui personaggi peccano, più che contro l'etica, contro l'educazione, il buon gusto e la moda."" -
Canne al vento
Nella casa delle dame Pintor, discendenti da una nobile famiglia sarda ormai in rovina, il servo Efix tiene viva l'antica dignità a prezzo di grandi fatiche e di una devozione infinita alle padrone: Ruth ed Ester, ormai rassegnate in un malinconico limbo di memorie e di antiche tradizioni, e Noemi, ancora ricca di sangue giovane, ribelle e chiusa in una sdegnosa solitudine. Con l'improvviso ritorno del nipote Giacinto, scapestrato e dissoluto figlio di un'altra sorella, Lia, fuggita tanti anni prima sul continente per sottrarsi alla soffocante tutela paterna, nella vecchia casa irrompono ricordi, risentimenti, speranze, passioni dimenticate. E il rimorso per un'antica colpa torna a opprimere ancor più prepotente il fedele Efix, custode di un terribile segreto. Un senso religioso del peccato domina il romanzo della Deledda, pubblicato nel 1913, insieme alla tragica coscienza di un inesorabile destino, di cui i personaggi sono in balia come “canne al vento”. Nella sua prosa si consuma una fusione quasi carnale tra stati d'animo e paesaggio, tra gli uomini e l'aspra terra di Sardegna, un mondo ancestrale e primitivo che la scrittrice proietta in una dimensione mitica. -
Riccardo II. Testo inglese a fronte
Riccardo II è il dramma della caduta di un re: un re che non domina ma subisce gli eventi, inetto al governo di un grande regno, del tutto privo di senso politico e abilità strategica; un monarca sordo alle istanze dei saggi consiglieri e succube di adulatori corrotti; un personaggio volubile, fantasioso, emotivo, i cui talenti sono quelli di un artista mancato; un uomo lacerato da un insanabile dissidio fra la propria realtà di individuo e il ruolo in cui la sorte l'ha imprigionato: quello di re per diritto divino. Nello scontro col suo antagonista, Henry Bolingbroke, l'«uomo forte», una sorta di principe machiavellico, duro, realista e senza illusioni, capace di cogliere al volo la fortuna e di farsela alleata, Riccardo è destinato a soccombere. La ragion di stato esige l'abdicazione e la morte del sovrano: l'unto del Signore si spoglia di ogni attributo regale, rinuncia alla sacralità della corona e, novello Cristo, affronta in solitudine il suo calvario. -
La pelle di zigrino
È meglio conformarsi a una società ispirata ai valori dell'egoismo oppure esistere in solitudine, in rapporto diretto con l'energia cosmica e la morte? È meglio sopravvivere senza passioni, senza pensieri, senza piaceri, o vivere intensamente, esaurendo le proprie forze? La tragica storia di Raphaël, giovane di belle speranze che affida a un misterioso talismano il riscatto della propria discesa nel baratro della dissoluzione, non dà risposte. ""La pelle di zigrino"""", pubblicato nel 1831, è un romanzo nero, amaro, disperante. Nel percorso creativo di Balzac è un nodo fondamentale – anche per i riferimenti autobiografici in esso contenuti – sia dal punto di vista letterario che esistenziale. Introduzione di Lanfranco Binni."" -
Il sogno di Scipione-Il fato. Testo latino a fronte
Il destino dell'uomo è il tema che accomuna le due opere qui raccolte, nelle quali Cicerone prende le distanze dalle principali correnti filosofiche del suo tempo: l'epicureismo, in cui scorge una minaccia per l'antica morale romana, e lo stoicismo con i suoi eccessi rigoristici. Nel Somnium Scipionis (54 a.C.), parte finale del perduto De re publica, Scipione l'Emiliano racconta in un lungo flash back carico di pathos e di suggestioni un sogno profetico nel quale il celebre avo, Scipione l'Africano, gli illustra l'assetto dell'universo, esortandolo a distaccarsi dalle vanità mondane e rivelandogli che una dimora celeste è il premio che attende gli uomini di stato. La vita attiva è dunque il presupposto della futura felicità ultraterrena, che spetta solo a coloro che hanno agito per il bene della patria. Nel De fato (44 a.C.) Cicerone mette a confronto la concezione stoica del destino come ferrea necessità con la teoria del libero arbitrio secondo la quale le azioni dell'uomo non rispondono a un ordine esterno ma si basano sulla sua volontà e responsabilità. -
L' immoralista-La porta stretta
"L'immoralista"""" e """"La porta stretta"""" sono due romanzi di ammirevole fattura stilistica che affrontano, da punti di vista differenti, lo stesso problema: nel primo l'esigenza di autorealizzazione di Michel e il suo nichilismo finiscono per uccidere la giovane moglie; nel secondo, Alissa percorre l'opposta strada della rinuncia e dell'ascesi spirituale fino ad annullarsi nella morte. La contraddizione tra le due opere rispecchia esemplarmente il conflitto interiore di Gide e il loro senso finale sembra essere che tanto l'immoralismo, quanto la virtù conducono alla dannazione dell'aridità. Saggiamente, lo scrittore rinuncia a risolvere il contrasto optando per l'ambiguità." -
Alcyone
Introduzione e prefazione di Pietro Gibellini. Note di Maria Belponer. Alcyone, pubblicato nel 1903, è il terzo libro delle Laudi, incompiuto ciclo poetico di D'Annunzio formato da cinque raccolte di liriche dedicate alle Pleiadi, le mitiche fanciulle trasformate in stelle che ritmano il tempo degli umani: una laudatio del creato senza creatore ispirata da un sentimento panteistico della natura. Dopo l'avventura ellenica di Maia che trasfigura un viaggio in Grecia dell'autore nella celebrazione di un'Ellade senza tempo, e dopo l'esaltazione di eroi immortali in Elettra, ad Alcyone sono affidate le lodi della terra e del cielo. Vertice poetico dell'intero ciclo, l'opera narra la parabola di un'estate in Versilia in cui si inscrivono l'elogio pagano della natura e la metamorfosi dell'uomo nel paesaggio e nel mito. Nelle liriche che compongono la raccolta il canto si libera in pura musica sensuale, fatta di atmosfera e sensazioni: dalle suggestioni simboliste della Sera fiesolana all'inebriante simbiosi di umano e vegetale della Pioggia nel pineto, ai nostalgici accenti dei Sogni di terre lontane. -
Storia vera e altri racconti fantastici. Testo greco a fronte
Tra i più illustri rappresentanti della ""seconda sofistica"""", Luciano di Samosata (secolo il d.C.) è figura di fine intellettuale, battagliero e salace. Nelle sue opere osserva e riproduce, beffandoli, il modo di vivere, di filosofare, di fare cultura dei suoi contemporanei; imbroglioni, intellettuali da strapazzo, predicatori ipocriti, venditori di fumo sono sottoposti a motteggio; gli idoli vuoti e i formalismi inconsistenti, sono derisi e avversati. Suo capolavoro è la Storia vera, il più sapido ed estroso romanzo greco, antenato dei moderni romanzi di fantascienza, che costituisce la scherzosa e disinvolta trasposizione narrativa dei precetti di un pamphlet composto da Luciano in forma epistolare, sul Come si deve scrivere la storia."" -
L'umorismo
Testo fondamentale per la poetica pirandelliana, questo saggio, pubblicato nel 1908, passa in rassegna le diverse concezioni dell'umorismo che hanno contraddistinto secoli e culture differenti alternando analisi psicologiche, riferimenti letterari, sferzate polemiche. Per Pirandello è il «sentimento del contrario», impulso umano sovvertitore, irriducibile, in quanto espressione di una «vita nuda», che permette all'artista di scomporre la realtà e smascherare, nelle sfasature dell'essere, il disordine e la sofferenza che vi si celano. Mentre la comicità si basa su opposizioni nette che muovono al riso, l'umorismo si distingue per la presenza di elementi ambigui e di contrasti sfumati che inducono alla riflessione. Vera e propria visione del mondo tipica di un'età segnata dalla crisi irreversibile dei valori, l'umorismo si rivela la miglior chiave di interpretazione per cogliere i nodi problematici dell'esistenza e svelare verità inquietanti e paradossali sotto le maschere irrigidite delle convenzioni sociali. -
Satiricon. Testo latino a fronte
Seguendo il filo conduttore delle avventure di una coppia omosessuale (Encolpio e Gitone), l'autore si aggira nella società di epoca neroniana, descritta nella sua quotidiana e irrimediabile volgarità. Il ritratto è realistico, fino alla deformazione e alla caricatura: un mondo senza luce, dominato da un caotico egoismo e una disperata ricerca di guadagno e piacere. La traduzione affronta la grande varietà espressiva del romanzo ricorrendo a registri linguistici diversi. L'introduzione affronta il problema della collocazione letteraria e storica dell'opera di Petronio, riferendo anche le attuali tendenze della critica. Le note dedicano particolare attenzione allo sviluppo narrativo, sottolineando la comicità di battute e situazioni. -
Trattatello in laude di Dante
Apre il ""Trattatello"""" una sintetica parabola della civiltà. Il destino di Dante è esempio della """"pestilenza morale"""" che affligge la città. Esule, vittima dei tempi che sarebbe in altra situazione """"divenuto uno iddio"""". Boccaccio compone una vivace immagine dell'Alighieri e tesse la laude della sua poesia, sublime perché sa """"comporre scritture che, sotto il velo del significato letterale, celino profondità filosofiche, persino teologica dottrina"""". Boccaccio accomuna la scrittura sacra e quella poetica ricordando che poeta è non solo il depositario di una teologica sapienza, ma anche il ministro della verità, interprete e resuscitatore dei valori dell'humanitas."" -
La celestina
Apparsa in varie edizioni tra il 1499 e il 1502 e considerata l'opera di maggior rilievo della letteratura spagnola dopo il ""Don Chisciotte"""", la tragicomedia intreccia la delicata vicenda di due amanti, Calisto e Melibea, giovani di nobile casato, e la torbida esistenza di una femmina perfida e astuta, Celestina, maga e megera al centro di un mondo equivoco e malsano di mezzane e ruffiani. È alle sue arti che Calisto, innamorato respinto, ricorre per piegare ai suoi voleri la riottosa fanciulla. Ma il gioco della seduzione avrà un epilogo luttuoso. Opera di frontiera, sul crinale fra moralità medievale e naturalismo rinascimentale, testo ibrido in bilico fra narrativa e teatro, prototipo di una letteratura urbana che è il rovescio e il negativo della poesia cortese, """"La Celestina"""" è una favola nera e scandalosa che propone una dimensione tragica dell'esistenza, vista come caos, come un «labirinto di errori» privo di ogni luce di salvezza, dove l'amore è ossessione erotica folle e distruttiva e il denaro e la vendetta tutto muovono e tutto corrompono. Introduzione e note di Pier Luigi Crovetto."" -
Tutto è bene quel che finisce bene. Testo inglese a fronte
"Tutto è bene quel che finisce bene"""" viene annoverata - insieme con """"Misura per misura"""" e """"Troilo e Cressida"""" - tra le dark comedies, ossia quelle commedie che, pur senza arrivare a conclusioni tragiche, presentano una visione pessimistica della vita. Traendo ispirazione da una novella del Decameron di Boccaccio, Shakespeare mette al centro del dramma il tema della morte, sia attraverso l'immaginario fisico della malattia e della rigenerazione, sia attraverso il riferimento poetico alle 'last things', ossia al destino finale dell'umanità dopo la morte. Il risultato è una commedia che sa perfettamente rispondere alla sua fondamentale vocazione: quella di risolvere l'ansia della malattia e della morte dei padri nell'amore dei figli, nello scaturire di una nuova vita." -
Favole. Testo latino a fronte
La tradizione attribuisce a Fedro, liberto di Augusto, la più antica raccolta di favole che ci sia giunta, in cinque libri. Scritte in versi molto probabilmente sotto il regno di Tiberio (14-37 d.C.), sono l'opera matura di un uomo deluso e amareggiato che ha sperimentato le umiliazioni e le prepotenze dei grandi. In queste brevi storie che hanno per protagonisti soprattutto animali, narrate in forma scarna ma incisiva, parabole dal carattere allegorico, rivivono il modello esopico e la sua morale pessimistica: l'uomo è una belva e il mondo una giungla popolata di malvagi, ingrati, violenti, opportunisti, profittatori. Il forte si oppone al debole, l'ingannatore al credulo, l'uomo alla donna, il saggio alla massa insensata e facilmente manovrabile. La menzogna e l'ipocrisia sono gli strumenti di cui tutti si servono per giustificare la viltà, la sopraffazione, l'avidità, la vanità. In questo mondo lacerato, che rispecchia la società romana dell'epoca, Fedro cerca un'ancora di salvezza e la trova nella poesia. -
Poesie
Figura chiave del Quattrocento italiano per le sue doti di uomo di stato e diplomatico - vero arbitro dell'equilibrio politico della penisola - non meno che per la sua cultura e il suo mecenatismo, il «magnifico Lorenzo», come veniva chiamato già all'epoca, fu egli stesso scrittore eclettico e fecondo. Le prove giovanili, anteriori al 1467-70, fra cui il poemetto comico-realistico L'uccellagione di starne e l'idillio rusticale La Nencia da Barberino, riecheggiano la letteratura burlesca tornata in voga a Firenze grazie al Pulci. La produzione posteriore appare invece segnata dal neoplatonismo di Marsilio Ficino nelle Rime e dall'intonazione malinconica del Poliziano nelle Selve d'amore, nelle Laude, nelle Canzone a ballo e persino nelle licenziose Canzone carnascialesche, fra le quali spicca la nota Canzona a Bacco che con il suo invito a godere del tempo che fugge esprime nel modo più vivo il sentimento dell'inquietudine e della precarietà dell'esistenza. Nella molteplicità dei suoi registri l'opera di questo dilettante di ingegno riflette in modo esemplare i caratteri dell'umanesimo fiorentino del secondo Quattrocento, una civiltà in cui si intrecciano e si scontrano interessi terreni e tensioni contemplative. Introduzione e note di Ilvano Caliaro. -
I due gentiluomini di Verona. Testo inglese a fronte
Opera giovanile, ""I due gentiluomini di Verona"""" risale probabilmente agli anni dell'apprendistato artistico di Shakespeare; un apprendistato relativo, vista la consapevolezza di mezzi espressivi già dimostrata dal grande drammaturgo inglese. Rispetto alle opere coeve - la """"Commedia degli errori"""", la """"Bisbetica domata"""" o il """"Tito Andronico"""" - Shakespeare tenta qui una strada diversa, che precorre quanto di più squisitamente personale sta per emergere nel suo teatro: le commedie """"romantiche"""" della maturità, dove grazia, fantasia, inventiva si coniugano felicemente a una riflessione sempre più problematica sulle complessità e ambiguità dell'agire umano."" -
La pace. Testo greco a fronte
Rappresentata ad Atene nel 421, quando stava per concludersi la prima fase della guerra del Peloponneso, ""La pace"""" è una delle più graffianti, poetiche e amare commedie di Aristofane. C'è il contadino attico Trigeo che ascende all'Olimpo in groppa a un gigantesco scarafaggio per trovare la pace ma lo trova vuoto, perché gli dei lo hanno abbandonato; c'è Polemos (la guerra) che tiene in schiavitù Irene (la pace) e medita di distruggere tutte le città greche. Trigeo, con l'aiuto del coro, formato di contadini, cercherà di porre fine al conflitto."" -
Netocka Nezvanova
Pubblicato a episodi nel 1849, Neto?ka Nezvanova doveva essere il primo grande romanzo di Dostoevskij. Rimase incompiuto, ma fu un fruttuoso esperimento e tracciò con chiarezza la linea della narrativa matura: realismo, approfondita analisi psicologica dei personaggi, romantica predilezione per le situazioni fuori del comune. La protagonista, che racconta in prima persona tre stagioni della propria vita - l'infanzia, la pubertà, la giovinezza - è il prototipo delle adolescenti dostoevskiane: ferite, oltraggiate, costrette a soprusi e brutali violenze, e tuttavia capaci di reagire con disperata energia a tutte le prove e alla cupa miseria materiale e morale che le opprime. L'autore ne indaga con attenzione e sensibilità il mondo affettivo cogliendone alcune inedite componenti femminili - la morbosità, la sensualità adolescenziale, la violazione dell'innocenza - su cui d'ora in poi lavorerà incessantemente, a cominciare dalla prova successiva,Umiliati e offesi.