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La leggenda di Sleepy Hollow
Lungo le rive del fiume Hudson, poco lontano dalla cittadina di Tarry Town, si apre la valle incantata di Sleepy Hollow, sopita in un'atmosfera di «sabbatica immobilità». In questa landa misteriosa e appartata dal mondo pare si aggiri il fantasma di un cavaliere decapitato, che galoppa a spron battuto nelle tenebre alla ricerca della propria testa. Ma è davvero soltanto una leggenda? Pubblicato per la prima volta nel 1819 nella raccolta ""Il libro degli schizzi"""" di Geoffrey Crayon, """"La leggenda di Sleepy Hollow"""" è presto diventato un racconto amatissimo tra i lettori di tutto il mondo e di tutte le età, ed è stato fonte di ispirazione per un celebre film di Tim Burton."" -
Sotto gli occhi dell'Occidente
Pubblicato nel 1911, ""Sotto gli occhi dell'Occidente"""" è una storia russa di delitto e castigo, spionaggio e tradimento raccontata dal punto di vista di un professore inglese che a Ginevra frequenta l'ambiente dei rivoluzionari in fuga dalla repressione zarista. Il protagonista, Razumov, è uno studente ambizioso e zelante, dotato di una fede incrollabile nell'ordine e nelle istituzioni: «Evoluzione, non rivoluzione» è il suo motto. Quando il giovane anarchico Haldin, dopo aver assassinato un ministro, gli chiede protezione, Razumov lo consegna alle autorità e si mette al servizio della polizia segreta russa come spia e agente provocatore. Ma l'incontro con Natalia, la sorella del cospiratore, suscita in lui un bisogno sconosciuto di sincerità e segna l'avvio di un percorso di riscatto che culmina nella confessione del tradimento. Conrad scava nel «caso di coscienza» per denunciare il dispotismo zarista senza nascondere la sua avversione per le idee rivoluzionarie, negatrici della libertà individuale: la dialettica reazionerivoluzione radicata nell'anima slava è incomprensibile ai suoi «occhi occidentali», che nella politica scorgono solo la violenza del potere e la malattia del fanatismo. Introduzione di Francesco Binni."" -
Tre racconti
"Tre racconti"""" (1875-77) è lo splendido frutto dell'ultima stagione creativa di Flaubert, un trittico in cui protagonista assoluto è lo stile. Una prosa piana e asciutta è la cifra di """"Un cuore semplice"""", la storia «molto seria e molto triste» di Félicité, umile e oscura serva fedele come un animale alla famiglia per cui lavora: capace di un amore puro e disinteressato, accetta le privazioni che via via la vita le infligge come una condizione naturale, fino ad approdare, nella sua ingenua santità, alla beatitudine del nulla. Un ritmo rallentato e un'atmosfera di sogno caratterizzano """"San Giuliano Ospitaliere"""", in cui rivive la leggenda del cavaliere medievale che, per un fatale equivoco, uccide il padre e la madre ed espia la colpa mettendo la sua esistenza al servizio degli altri. In """"Erodiade"""" Flaubert indulge invece al gusto per l'orientalismo nel ricreare con una scrittura sontuosa e opulenta l'ambiente lascivo e decadente della corte del tetrarca di Palestina davanti al quale, secondo le parole della Bibbia, la giovane Salomè «danzò e piacque». Introduzione di Giovanni Giudici." -
Poemetti. Testo inglese a fronte
Tra le pagine meno note del grande drammaturgo inglese, i Poemetti ebbero enorme successo in vita dell'autore. Composti tra il 1592 e il 1594, mentre i teatri erano chiusi a causa della peste, i due epilli di argomento mitologico-erotico Venere e Adone e Lucrezia incarnano il gusto dell'epoca, debitore del modello letterario ovidiano e petrarchesco: dialettica amorosa, allusioni argute, giochi di parole astrusi e raffinati, humour che va dal brioso all'apertamente farsesco. Concepiti come una specie di dittico, narrano il primo il desiderio insoddisfatto contrapposto alla riluttanza (la passione non corrisposta della matura dea dell'amore per il casto e giovane cacciatore Adone), il secondo il desiderio soddisfatto con la forza (lo stupro di Lucrezia a opera di Tarquinio e il suicidio della vittima). La fenice e la tortora , comparso nel 1601, episodica incursione nel genere cortese, costituisce invece un felice e misterioso unicum nella produzione di Shakespeare: un'allegoria della fedeltà amorosa, esaltata nella mutua fiamma in cui i due uccelli, estinguendosi, diventano una sola essenza. -
Re Giovanni. Testo inglese a fronte
Giovanni Senzaterra, che regnò dal 1199 al 1216, è senz'altro il più ambiguo e sfuggente di tutti i re messi in scena da Shakespeare: celebrato come precursore di Enrico VIII nel suo opporsi al potere del papato e vituperato come assassino pronto al delitto per difendere il trono contesogli dal nipote; raffigurato come tiranno e usurpatore del fratello Riccardo Cuor di Leone nel ciclo leggendario di Robin Hood ed esaltato come fondatore della democrazia, in quanto firmatario, nel 1215, di quella Magna Charta che segna simbolicamente la fine dell'assolutismo monarchico in Inghilterra. La sua ascesa e caduta offrono lo spunto a Shakespeare, nel dramma composto tra il 1595 e il 1597, per una messa in discussione del carattere sacrale della sovranità e per una critica della politica come brutale e cinica espressione di un gioco di potere. -
Bella ciao
È difficile trovare oggi qualcuno che non conosca 'Bella ciao': il suo richiamo alla libertà e insieme il suo carattere non violento ne hanno fatto un simbolo universale, legato non più soltanto alla lotta contro il fascismo ma rappresentativo dei più alti ideali di giustizia e libertà. Decine sono le traduzioni in altre lingue, innumerevoli le cover e le citazioni in film e serie tv: in questo volume lo storico Marcello Flores ricostruisce com'è nato, come è stato tramandato e perché ha avuto fortuna questo celebre canto, che affonda le radici nella tradizione della Resistenza italiana, fino a diventare un mito dall'inarrestabile successo planetario. -
Felici contro il mondo
Enrico Galiano ha finalmente deciso di regalare ai suoi lettori il seguito di Eppure cadiamo felici, il romanzo d'esordio che l'ha consacrato nell'olimpo degli scrittori. Incontrare di nuovo Gioia e Lo è un'emozione immensa, perché in fondo non ci hanno mai abbandonato.«Un professore stile ""Attimo fuggente""""» – Massimo Gramellini«Enrico Galiano vivendo in mezzo ai ragazzi sa arrivare dritto al loro cuore » – Corriere della Sera«Enrico Galiano nei suoi romanzi ci offre la fotografia di una generazione, delle sue fragilità e delle potenzialità, delle incertezze e delle capacità, spesso inespresse, di vedere e volare oltre» – Federico Taddia, Tuttolibri-La StampaGioia ha sempre pensato che ci fosse una parola per dare un senso a tutto. Dove quelle che conosceva non potevano arrivare, c'erano quelle delle altre lingue: intraducibili, ma piene di magia. Ora, il quaderno su cui appuntava quelle parole giace dimenticato in un cassonetto. Gioia è diventata la notte del luminoso giorno che era: ha lasciato la scuola e non fa più le sue chiacchierate, belle come viaggi, con il professore di filosofia, Bove. Neanche lui ha le risposte che cerca. Anzi, proprio lui l'ha delusa più di tutti. Dal suo passato emerge un segreto inconfessabile che le fa capire che lui non è come credeva. Gioia non ha più certezze e capisce una volta per tutte che il mondo non è come lo immagina. Che nulla dura per sempre e che tutti, prima o poi, la abbandonano. Come Lo, che dopo averla tenuta stretta tra le braccia ha tradito la sua fiducia: era certa che nulla li avrebbe divisi dopo quello che avevano passato insieme. Invece non è stato così. Gioia non può perdonarlo. Meglio non credere più a nulla. Eppure, Lo e Bove conoscono davvero quella ragazza che non sorride quasi mai, ma che, quando lo fa, risplende come una luce; quella che, ogni giorno, si scrive sul braccio il verso della sua poesia preferita. Che a volte cade eppure è felice. È quella la Gioia che deve tornare a galla. Insieme è possibile riemergere dal buio e scrivere un finale diverso. Insieme il rumore del mondo è solo un sussurro che non fa paura. Enrico Galiano ha finalmente deciso di regalare ai suoi lettori il seguito di Eppure cadiamo felici, il romanzo d'esordio che l'ha consacrato nell'olimpo degli scrittori. Da allora, il professore più amato d'Italia ha scritto altri quattro libri che hanno scalato le classifiche, è in corso di traduzione in tutta Europa ed è diventato una figura di riferimento per la stampa e la televisione. Incontrare di nuovo Gioia e Lo è un'emozione immensa, perché in fondo non ci hanno mai abbandonato."" -
L'arte di sbagliare alla grande
Non preoccupatevi se fate un sacco di errori. Preoccupatevi se vi sembra di non farne mai.«Un professore stile ""Attimo fuggente""""» – Massimo Gramellini«Un professore d'italiano e scrittore che sa parlare ai ragazzi, perché vive con loro, in mezzo a loro» – Federico Taddia, Tuttolibri – La StampaQualcuno ha detto che nella nostra vita non commettiamo tanti errori ma sempre lo stesso, ripetuto infinite volte. Perché i nostri sbagli raccontano di noi molto più di quanto non crediamo: della nostra storia, di come eravamo, di cosa siamo diventati. Eppure, soprattutto quando si è ragazzi – a scuola, in casa, persino con gli amici – sbagliare è diventato un tabù. Enrico Galiano, con sincerità e coraggio, ha deciso per la prima volta di sfatare il mito della perfezione e svelare tutti i suoi errori e le scelte azzardate. Da quelli apparentemente più piccoli, come quando ha buttato via l'occasione di uscire con la ragazza dei suoi sogni, a quelli più terribili, come quella notte in cui per poco non è stato arrestato; i brutti voti presi, quelli dati, gli sbagli perdonabili e imperdonabili, e come tutto questo l'abbia reso l'uomo che è oggi. Perché non c'è dubbio: sbagliare può causare ferite che impiegano anni a rimarginarsi e può lasciare segni indelebili nella nostra anima. Ma è necessario per capire chi siamo, per vivere una vita piena, per trovare davvero la nostra strada. Enrico Galiano è uno dei professori più letti e amati d'Italia. Con la sua straordinaria sensibilità, e grazie a una presenza online di enorme successo, è in grado di dare voce ai sogni e alle aspettative degli adolescenti di oggi come nessun altro. E con questo nuovo libro offre sia ai ragazzi sia a tutti coloro – genitori, educatori, insegnanti – che hanno a cuore il loro futuro la rinnovata consapevolezza che ogni errore altro non è che una tappa di quell'avventurosa e appassionante ricerca di sé stessi che è la vita. Ricordandoci che se si vuole davvero crescere, allora occorre soprattutto imparare a sbagliare."" -
Il battito del cuore degli alberi. Il legame nascosto fra uomini e natura
L'impatto che l'uomo ha sul pianeta è innegabile, e anche quando non intendiamo deliberatamente distruggere l'ambiente ce ne allontaniamo e restiamo intrappolati nel consumismo della nostra vita quotidiana. Eppure Peter Wohlleben è convinto che il nostro legame con la madre Terra sia ancora forte, e la nostra connessione con il suo magnifico e perfetto meccanismo molto più stretta di quanto non ne siamo consapevoli. Utilizzando le ultime scoperte scientifiche e decenni di osservazioni personali, ci aiuta a scoprire per esempio che la pressione sanguigna si normalizza in prossimità degli alberi, che il colore verde è in grado di rasserenare, che all'interno di una foresta i sensi si risvegliano e si è in grado di vedere meglio, ascoltare meglio, sentire meglio gli odori; ma scopriamo curiosamente che questa relazione sa essere benefica anche nel senso contrario e che le piante possono reagire positivamente al contatto umano. -
Il mondo che vogliamo
Carola Rackete è la giovane donna che nel giugno scorso, dopo giorni di richieste di aiuto e attesa in acque internazionali, ha sfidato i divieti delle autorità per portare in salvo i migranti presi a bordo della Sea-Watch 3 , diventando in pochi giorni un simbolo globale di coraggio, giustizia e fedeltà ai propri ideali. Ma Carola Rackete è molto più di quello che i media internazionali hanno raccontato in quei giorni concitati: è un'attivista con una chiara visione e una fortissima passione civile, un modello per tanti ragazzi e ragazze che scelgono di impegnarsi per un mondo migliore. Con questo appello appassionato e convincente motiva le ragioni delle sue battaglie e ci ispira a combattere in difesa dell'ambiente, dei diritti umani, del futuro del pianeta, perché oggi agire non è più una scelta ma una urgente necessità. Prima che sia troppo tardi. Prefazione di Hindou Oumarou Ibrahim. -
I figli del bosco. L'avventura di due lupi alla scoperta della libertà
Avvincente come un romanzo e documentato in ogni particolare, I figli del bosco celebra il fascino della natura, senza rappresentarla come un sogno romantico ma raccontandola in tutta la sua asprezza; sfata miti e pregiudizi, rivelando la fierezza e l'anelito di libertà incarnato dagli animali; e ci conquista evocando il rapporto di amore e paura, attrazione e rispetto che da millenni unisce gli uomini e i lupi.«Non dovremmo temere il lupo, ma il fatto di esserci allontanati così tanto dal nostro essere lupi.»Ulisse e Achille sono cuccioli di lupo: trovati nel bosco soli e in difficoltà, vengono affidati a Elisa e ai volontari del Centro Monte Adone, una struttura per il recupero e la cura degli animali selvatici sull'Appennino Bolognese. Secondo la prassi i due dovrebbero rimanere in un recinto per il resto dei loro giorni: quando crescono al fianco dell'uomo, infatti, i lupi non apprendono il linguaggio del branco, strumento indispensabile per sopravvivere in natura. Ma Elisa e i suoi compagni non si vogliono arrendere: hanno deciso che restituiranno al bosco i suoi figli, ridando loro la possibilità di una vita senza recinzioni. Ad accompagnare i ragazzi di Monte Adone in questa sfida del coraggio, dell'ostinazione e della passione è Giuseppe Festa: trascorre con loro quindici mesi tra le cime innevate e selvagge dell'Appennino, ne condivide entusiasmi e delusioni, e oggi racconta in queste pagine l'avventura loro e di Ulisse e Achille, fino al sorprendente finale. -
Babele. Le 20 lingue che spiegano il mondo
Sono oltre seimila le lingue vive in tutto il mondo, ma è sufficiente conoscere le venti descritte in Babele - alcune diffuse come il francese e lo spagnolo, altre misteriose come il malese e il bengalese - per poter conversare con oltre tre quarti della popolazione della Terra. Cosa rende così speciali queste ideali lingue franche? Gaston Dorren, che di idiomi ne conosce quindici, risale alle origini della loro - a volte sanguinosa - grandezza, porta alla luce infinite curiosità, e dà risposta a innumerevoli interrogativi: perché, per esempio, il Portogallo potenza coloniale ha generato una lingua diffusissima, ma lo stesso non è accaduto per l'Olanda? Perché in Giappone la lingua delle donne è diversa da quella degli uomini? Perché la lingua tamil utilizza pronomi diversi per indicare uomini e divinità? Unendo linguistica, storia culturale e gli spassosi alti e i bassi delle sue personali battaglie con lo studio del vietnamita, Dorren ci regala un racconto che cambierà per sempre il nostro modo di guardare (e ascoltare) il mondo. -
Le belle bandiere
«Non si lotta solo nelle piazze, nelle strade, nelle officine, o con i discorsi, con gli scritti, con i versi: la lotta più dura è quella che si svolge nell'intimo delle coscienze, nelle suture più delicate dei sentimenti.» Nel giugno del 1960, mentre è impegnato nel suo esordio alla regia con Accattone , Pier Paolo Pasolini inaugura una rubrica di corrispondenza con i lettori sul settimanale di politica e cultura «Vie nuove». Inizia così un vero e proprio dibattito epistolare che durerà, pur con diverse interruzioni, cinque anni: a scrivergli sono operai, studenti, disoccupati, soprattutto giovani e giovanissimi che «fanno della cultura non la loro specializzazione, ma il loro nutrimento». Pasolini si fa compagno di strada e confidente, supera la cronaca quotidiana per cercare di interpretare i grandi fenomeni storici in corso, e introduce nella discussione pubblica temi che diventeranno cruciali negli anni a venire: il ruolo della donna, le nuove e necessarie politiche scolastiche, il movimento progressista che si sta facendo largo nella Chiesa, l'ingannevole idea di uno sviluppo illimitato. Il risultato è un dialogo aperto, senza sconti, schietto e coinvolgente, che si legge ancora oggi come una delle più profonde e affascinanti rappresentazioni del nostro paese. Prefazione di Andrea Bajani. -
Elegia americana
Ora un film Netflixrn«Sincero, concreto, straziante. un libro superbo» - New York Postrn«Non c'è dubbio: il ragazzo sa scrivere e sa di cosa parla» - la Repubblicarn«Il caso editoriale che ha riportato l'attenzione dell'opinione pubblica sui ""poveri bianchi"""" degli Stati Uniti» - La LetturaI nonni di J.D. sono sporchi, poveri e innamorati quando emigrano giovanissimi dalle regioni dei monti Appalachi verso l'Ohio nella speranza di una vita migliore. Ma quel sogno di benessere e riscatto è solo sfiorato, perché prima di diventare uomo il loro nipote lotterà a lungo con la miseria e la violenza domestica: una madre tossicodipendente, patrigni nullafacenti che si susseguono uno dopo l'altro, vicini di casa alcolisti capaci solamente di sopravvivere con i sussidi e lamentarsi del governo, in una regione in cui i tassi di disoccupazione sono sempre più alti e l'abbandono scolastico è alle stelle. Eppure quella che J.D. Vance racconta senza indulgenza ma con un amorevole orgoglio di appartenenza non è l'eccezione ma è la storia, in filigrana, di un Paese intero, di quel proletariato bianco degli Stati Uniti che ha espresso la sua frustrazione portando Donald Trump alla presidenza. """"Elegia americana"""" celebra un'America silenziosa e dà voce a quella classe operaia dei bianchi degli Stati Uniti più profondi che un tempo riempiva le chiese, coltivava le terre e faceva funzionare le industrie. Quel mondo non c'è più, al suo posto solo ruggine e rabbia. E J.D. Vance diventa così il cantore, brutale e appassionato, dell'implosione di un modello, di un'idea. Di un sogno che è stato a lungo anche il nostro."" -
Il papa che voleva essere re. 1849: Pio IX e il sogno rivoluzionario della Repubblica romana
Novembre, 1848. Pochi giorni dopo l'assassinio del suo primo ministro avvenuto nel cuore di Roma, papa Pio IX si ritrova prigioniero del suo stesso palazzo: l'onda rivoluzionaria che sta sconvolgendo l'Europa sembra poter mettere fine al potere temporale se non addirittura all'istituzione stessa del papato. Così, travestito da semplice parroco, Pio IX scappa da una porta secondaria e parte per l'esilio. Eppure, solamente due anni prima, la sua elezione aveva generato profondo ottimismo in tutta Italia: dopo il pontificato repressivo di Gregorio XVI il popolo guardava al nuovo, giovane e benevolo papa come all'uomo che avrebbe traghettato lo stato pontificio verso la modernità, persino favorendo la nascita di un'Italia unita. Dal desiderio di soddisfare i suoi sudditi e dalla paura, alimentata dai cardinali più conservatori, di provocare il crollo della Chiesa, scaturì un dramma fatto di intrighi politici, tradimenti, colpi di scena. David Kertzer porta in vita gli eccezionali protagonisti di queste vicende - Napoleone III, Garibaldi, Tocqueville, Metternich - e getta nuova luce sul declino del potere religioso in Occidente e sulla nascita della moderna Europa. -
I libri e la vita
Storico delle idee e del pensiero, accanito sostenitore della democrazia e dei diritti umani, lettore infaticabile, melomane competente e appassionato di pittura: Tzvetan Todorov è stato uno dei maggiori interpreti della contemporaneità, capace di gettare sulla nostra epoca uno sguardo vasto e penetrante, critico ed energico. Questo nuovo libro, a cui ha lavorato negli ultimi giorni della sua vita, è la testimonianza più nitida della varietà enciclopedica dei suoi interessi: passando dalla pittura di Goya alla musica di Verdi, dalla filosofia di Levi-Strauss alla letteratura di Kundera, raccoglie pagine di storia e geopolitica, interventi sull'identità nazionale e sull'Europa, riflessioni sulla morale e sulle scienze umane. Questa raccolta è ancora più preziosa perché dimostra anche la coerenza profonda del percorso critico di un «discepolo dei Lumi» - come lui stesso amava definirsi - conscio però delle ombre della ragione, e leggerla oggi può contribuire a renderci cittadini più equilibrati, più giusti, più consapevoli della complessità del mondo. -
Un bello scherzo. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò
In Un bello scherzo Andrea Vitali lancia una nuova sfida al maresciallo Maccadò. Se pensava che a Bellano si potesse vivere tranquilli, ora avrà di che ricredersi. E i lettori con lui potranno scoprire come negli animi più miti e sottomessi si nasconda spesso la tempra degli eroi.I sogni di grandezza di un aspirante poeta e la gloria che bussa alla porta sbagliataSembrerebbe impossibile, perché la posizione è invidiabile, ma anche al caffè dell'imbarcadero di Bellano capita che per una giornata intera entri solo qualche sparuto cliente. Come martedì 5 marzo 1935. Per tirare sera l'oste Gnazio Termoli deve inventarsele tutte, fino a lavare e rilavare bicchieri già puliti. E poi sbadigliare all'ingresso del bar deserto. Eppure questa è una data che non potrà dimenticare, né lui né l'intero paese. Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro. Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Muti e impietriti, il Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell'incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell'intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c'è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l'imbarcazione riprende il largo in direzione di Como. E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso... Il maestro Crispini... Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Aveva mancato più volte, per esempio, il proverbiale appuntamento con il suo marsalino, che il Gnazio gli serviva ogni mattina. Però, da lì a immaginare che possa aver meritato un arresto del genere ce ne passa. Unica soluzione: affidare la patata bollente ai carabinieri. Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. Capisca insomma cosa è successo e, se ci riesce, riporti a casa il Crispini. -
Giardini
Pubblicato per la prima volta nel 1921, il racconto ""Giardini"""" riproduce come in un dipinto impressionista un seducente gioco di colori: macchie di luce e d'ombra, profondi laghi verdi, ampie distese di fiori gialli, rossi e blu fanno risplendere con le loro sfumature i meravigliosi giardini di Kew Gardens, a Londra, in un assolato giorno di luglio. Tra le aiuole e gli alberi «appiattiti come lame ondeggianti» un uomo passeggia rievocando un momento perduto del proprio passato, mentre intorno a lui altre figure - donne, anziani, bambini - si muovono in un brulichio di vita e ricordi. Questo volume contiene anche: """"Nel frutteto"""", """"Lettera a un giovane poeta"""", """"Morte di una falena"""", nonché il celebre messaggio di addio di Virginia Woolf al marito."" -
Gli italiani sanno lavorare
Partigiano, imprenditore e manager, Enrico Mattei (1906-1962) è una delle figure storiche del mondo industriale italiano, tra i protagonisti del miracolo economico del dopoguerra. Questa raccolta di discorsi pubblici fa emergere gli aspetti meno noti che hanno contribuito a fare del celebre fondatore del gruppo Eni uno degli uomini d'azienda più lungimiranti e moderni del nostro paese: la capacità di far convivere una strategia globale con un'azione locale per condividere ricchezza con il territorio, l'attenzione rivolta ai temi della sostenibilità, l'importanza attribuita alla formazione dei giovani e la fiducia incondizionata nelle possibilità e nelle potenzialità dell'Italia, in nome di uno sviluppo che «non cancelli le nostre tradizioni e il nostro modo di vita». Ciò che di più importante affiora da queste testimonianze è, dunque, la filosofia imprenditoriale che ha sempre orientato l'azione di Mattei: filosofia che, come osserva Sandro Catani nella prefazione, mantiene ancora oggi «intatto il suo esempio straordinario» e ha garantito all'Italia «un'eredità di inestimabile valore». Prefazione di Sandro Catalani. -
Resistere, resistere, resistere
Francesco Saverio Borrelli (1930-2019) è stato a lungo il procuratore capo di Milano e il magistrato che guidò l'inchiesta di Mani pulite. Questo volume raccoglie due dei suoi più profondi e personali interventi pubblici: il discorso tenuto nella sua ultima inaugurazione dell'anno giudiziario milanese, nel gennaio 2002, e quello pronunciato pochi mesi più tardi in occasione dell'attribuzione della cittadinanza onoraria al magistrato antimafia Antonino Caponnetto da parte del comune di Monteveglio. Come osserva Gherardo Colombo, «il carattere più anticonformista di Borrelli consisteva in questo: essere completamente indipendente dal potere politico, non assecondarlo, non subirlo e non adeguarvisi». E infatti al centro della sua riflessione c'è il concetto di resistenza, intesa come ultimo, inattaccabile baluardo contro la cultura dell'illegalità, le infiltrazioni della criminalità organizzata e certi meccanismi corrotti dell'economia. La sua idea di giustizia è un invito appassionato a credere nei valori più profondi dell'umanesimo e della convivenza armoniosa, nella consapevolezza che ogni nostro gesto può incidere sulla realtà che ci circonda. Prefazione di Gherardo Colombo.