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Lord Jim
Sempre alla ricerca dell'occasione per realizzare i suoi sogni di gloria, Jim, giovane marinaio inglese, si imbarca come secondo sulla Patna, ma in seguito a uno scontro con un relitto nelle acque del Mar Rosso abbandona la nave insieme al capitano, convinto che sia in procinto di affondare, senza curarsi della sorte dei passeggeri. Uscito disonorato dall'inchiesta, nelle sue lunghe peregrinazioni nei mari del Sud cercherà di espiare e redimersi, fino ad armare lui stesso la mano che lo ucciderà per una colpa non commessa. Lord Jim (1900) è forse il personaggio più popolare di Conrad. La sua figura, segnata dal mistero e tormentata dal rimorso per un'azione indegna, è vicina al nostro sentire di moderni per la umana debolezza che dimostra nel momento della verità. L'idealismo romantico, il rovello per l'onore perduto e l'ansia di riscatto ne fanno uno sconfitto, un antieroe tanto singolare nel clima di esaltazione imperialistica dell'Inghilterra vittoriana quanto poco convenzionale in una letteratura esotica e avventurosa che ha i suoi maestri in Stevenson e Kipling. Introduzione di Francesco Binni Prefazione di Giovanni Baldi. -
Casina. Testo latino a fronte. Ediz. bilingue
Nel genere delle commedie plautine della beffa, la Casina (185 a.C.) è una delle più burlesche e licenziose. L'intreccio ruota attorno alla protagonista femminile – la ""fanciulla del caso"""" (o la """"fanciulla dei profumi"""" secondo un'altra traduzione) – che dà il nome alla fabula ma non compare mai sulla scena. Abbandonata dalla madre, la piccola schiava è stata accolta come serva nella casa del vecchio Lisidamo, che se ne è poi invaghito e la contende al figlio Eutinico. La tresca viene smascherata da Cleostrata, la moglie del padrone di casa, che, prese le parti del figlio, ordisce la sua vendetta ai danni del fedifrago. Fra inganni ed espedienti spettacolari – come la sostituzione della sposa con un servo nerboruto che sarà ripresa da Machiavelli nella Clizia – gli strali della comicità di Plauto prendono di mira soprattutto l'attempato spasimante che, dimentico della sua età e in preda alla sua passione senile, rivaleggia col giovane pretendente ritrovandosi alla fine scornato e dileggiato: perché è legge di natura (crudele, ma ineludibile) che in amore la gioventù vinca sulla vecchiaia. Introduzione e note di Margherita Rubino. Traduzione di Vico Faggi. Con testo originale a fronte."" -
Teatro: Il Cavaliere avaro-Mozart e Salieri-Il Convitato di pietra-Festino in tempo di peste-Rusalka-Scene di epoche cavalleresche-Boris Godunov
Prendendo a modello Shakespeare, Puskin mira ad affrancare la drammaturgia russa dalle convenzioni del teatro di corte per farne un genere autenticamente popolare. Boris Godunov (1825), storia del sovrano che ha conquistato il potere con un delitto, è il grandioso esito di questo processo di rinnovamento. Le quattro «piccole tragedie» del 1830 - Il cavaliere avaro , Mozart e Salieri , Il convitato di pietra , Festino in tempo di peste , cui questo volume affianca gli incompiuti Rusalka e Scene di epoche cavalleresche - sono invece brevi drammi in versi di «vertiginosa concisione» (secondo la definizione della Achmatova), nei quali l'autore affronta quattro umane passioni portate all'estremo sino a tramutarsi in vizi: avarizia, invidia, lussuria, bestemmia. Con una scrittura splendidamente disadorna, Puskin affida a questi straordinari frammenti poetici la sua meditazione matura sui grandi temi della sua poesia: l'arte, l'amore, la morte. Il volume comprende: ""Il cavaliere avaro"""", """"Mozart e Salieri"""", """"Il convitato di pietra"""", """"Festino in tempo di peste"""", """"Rusalka"""", """"Scene di epoche cavalleresche"""", """"Boris Godunov"""". Introduzione di Serena Vitale Prefazione di Fausto Malcovati."" -
Lady Roxana
Lady Roxana (1724) si inscrive a pieno titolo nella galleria di sventurati in lotta contro una sorte matrigna che Defoe tratteggia nei suoi romanzi, da Moll Flanders al colonnello Jack: reietti di una società feroce, destinati a essere schiacciati senza pietà se non trovassero la forza di ribellarsi e calpestare la morale corrente in nome del diritto alla sopravvivenza. Giovinetta di modeste origini giunta in Inghilterra dal nativo Poitou, Roxana va sposa a un uomo benestante; ma colui che dovrebbe garantirle un avvenire sicuro si rivela un fatuo bellimbusto che, dilapidato il patrimonio, l'abbandona nella miseria più nera con cinque figli in tenera età. Comincia allora, sotto il pungolo dell'indigenza ma anche di un carattere volitivo e ambizioso, la sua carriera di cortigiana d'alto bordo e avventuriera senza scrupoli, fra Parigi, Londra e l'Olanda. A suon di tresche lucrose, inganni e amori libertini, Roxana continuerà a procurarsi ricchezze e favori anche una volta cessato il bisogno. Ma a differenza di tanti altri personaggi di Defoe che, dopo una vita di malefatte, trovano la via del pentimento, la sua sconfitta finale sarà senza riscatto e redenzione. -
Elettra. Testo tedesco a fronte
Elettra andò in scena a Berlino il 30 ottobre 1903: in pochi giorni ventidue teatri si assicurarono il lavoro, e tre edizioni del libro andarono esaurite. Il successo fu grande, più grandi ancora il rumore e lo scandalo, che durarono a lungo e si rinnovarono quando il compositore Richard Strauss nel 1909 si servì del testo come libretto per l'opera omonima iniziando una lunga, fruttuosa collaborazione con il poeta. Sulle tracce del mito di Elettra, Hofmannsthal evoca una classicità ben lontana dall'immagine serena e armoniosa resa iconica da Lessing, Winckelmann e Goethe: una Grecia cupa, selvaggia, dionisiaca in cui sono evidenti le suggestioni della teoria di Nietzsche sull'origine della tragedia. Reintepretato in chiave moderna e psicologica, alla luce dei contemporanei studi di Freud, il dramma di Elettra diventa emblema dell'impotenza dell'uomo a sottrarsi dalla cieca volontà del fato, alle oscure, irrefrenabili forza del sangue che di padre in figlio perpetuano violenze, tormenti e pulsioni ancestrali. Introduzione di Gabriella Benci. -
I tre sconosciuti e altri racconti
Nei racconti di Hardy - 49 in totale usciti fra il 1874 e il 1900, di cui questo volume offre una piccola ma significativa selezione - si ritrovano le costanti dell'universo dell'autore di Via dalla pazza folla : il senso dell'incombere del fato sulla sorte degli uomini; il culto di una natura misteriosa e feroce nel rapporto con le sue creature; la visione pessimistica del vincolo nuziale, votato ineluttabilmente al fallimento; la contrapposizione tra la solida quotidianità della vita in campagna, fatta di piccole cose di somma importanza, e la vacuità del mondo cittadino che ha smarrito l'anima nella rincorsa al benessere e all'ascesa sociale. Sono gli stessi temi ampiamente sviluppati nei grandi romanzi della maturità, ma nei medaglioni nitidi e compatti di queste short stories questi nuclei narrativi sono espressi con una essenzialità che restituisce ogni volta al racconto la sua più autentica funzione: renderci partecipi di una storia. Il volume comprende: ""I tre sconosciuti""""; """"Il braccio avvizzito""""; """"La tragedia di due ambizioni""""; """"Barbara della casata dei Grebe""""; """"Nel distretto occidentale""""; """"Il veto del figlio""""; """"Il violinista delle danze scozzesi""""; """"Una donna d'immaginazione"""". Introduzione di Giovanni Luciani."" -
Vita di Coriolano-Vita di Alcibiade. Testo greco a fronte
In questa coppia di Vite parallele (105-115 d.C.) Plutarco mette a confronto due ""camaleonti"""" della politica di età classica: il romano Coriolano che, esiliato da Roma per il suo autoritarismo, trova rifugio presso i nemici volsci e si pone alla loro guida contro gli ex concittadini, e il greco Alcibiade, discepolo di Socrate, paladino di Atene, disertore a Sparta e infine di nuovo coinvolto nelle sfortunate sorti ateniesi al termine della guerra del Peloponneso. Tanto Coriolano quanto Alcibiade rappresentano il paradigma di individui di talento non comune, ma destinati a una sorte disastrosa per sé stessi e per la loro patria: nel primo, la ricerca implacabile dell'onore e della gloria scatena rancori che ne provocano la caduta; nel secondo, lo stile di vita audace e trasgressivo alimenta una reputazione che si rivela distruttiva - come scrive Plutarco «mai nessuno fu rovinato dalla propria fama quanto Alcibiade». A rendere interessanti queste due figure agli occhi dello storico non sono i vizi in sé, ma il modo in cui un potenziale fattore di successo si è trasformato in causa di fallimento. E la lezione che il moralista sembra volerci impartire è che persino una natura nobile e grande ha bisogno di disciplina. Prefazione di Christopher Brendan Reginald Pelling."" -
Orlando
Ambientato lungo un arco temporale di quattro secoli, ""Orlando"""" è la stravagante biografia romanzata della poetessa Vita Sackville-West, con cui l'autrice visse un'intensa storia d'amore. Nel corso della sua lunghissima esistenza, Orlando è tesoriere e ciambellano alla corte della regina Elisabetta i d'Inghilterra; s'innamora di una giovane principessa russa; si dà a un'esistenza nomade unendosi a una tribù di zingari sui monti della Turchia; frequenta i salotti letterari della Londra illuminista; approda infine, negli anni in cui Virginia Woolf sta scrivendo, all'ultima tappa del suo viaggio, quando raggiunge la propria affermazione come scrittore. Ma l'evento più straordinario nella sua vita a dir poco rocambolesca si verifica un giorno a Costantinopoli, quando Orlando, al proprio risveglio, scopre di essere diventato una donna: una metamorfosi che non è soltanto un espediente letterario, ma un rivoluzionario invito a superare gli stereotipi legati all'identità di genere. Pubblicato nel 1928, """"Orlando"""" resta uno dei romanzi più attuali e sconvolgenti del Novecento."" -
Commedia
Con l'umiltà dei glossatori e una inesauribile passione per l'arte del divulgare, Emilio Pasquini e Antonio Quaglio firmano una edizione commentata della Commedia che si segnala per la sua didascalica ed esauriente chiarezza. Alle introduzioni e al ricco apparato di note i due curatori affidano il compito di prendere per mano il lettore e guidarlo, fra le insidie e le trappole esegetiche che si nascondono dietro ogni terzina, alla scoperta dell'insuperato prodigio poetico della Commedia. Con un obiettivo solo in apparenza modesto: mettere sempre al centro il testo e la lingua di Dante, eroe di un epico viaggio impegnato in uno strenuo corpo a corpo con i propri mezzi espressivi per redigere «il poema sacro al quale ha posto mano cielo e terra» e tracciare il diagramma della storia umana dal peccato alla redenzione. Pubblicato per la prima volta in tre volumi fra il 1982 e il 1986, e divenuto negli anni un vero e proprio punto di riferimento, il commento di Pasquini e Quaglio viene riproposto oggi in un'edizione rivista e corretta che raccoglie in un volume unico le tre cantiche della Commedia. -
Paolo e Francesca. Inferno, canto V
In ogni parte del mondo, quando si rievoca la storia di Paolo e Francesca da Rimini si pensa a una delle più intense e tragiche storie d'amore di tutti i tempi, emblema del fuoco che può travolgere i legami coniugali ed essere punito con la morte. Dando la parola a una donna, nel girone dei lussuriosi Dante ritrae il volto più delicato e sofferente della «malattia d'amore»: la passione di Francesca, il vincolo immortale che la lega a Paolo, il ricordo dolceamaro del «tempo felice», ora che è condannata al dolore eterno, sono caratteri inediti e rivoluzionari che fanno di lei - nella nuova lettura che ne dà qui uno dei più celebri dantisti italiani - una vera e propria eroina contemporanea. -
Invettiva per l'Italia. Purgatorio, canto VI
Il canto sesto del Purgatorio ha contribuito a fare di Dante un padre della patria e, in epoca risorgimentale, un punto di riferimento nella lotta politica per l'Unità: per la prima volta un poeta, nato a Firenze, condannato all'esilio e vissuto tra comuni in lotta tra loro e piccole corti, invoca un'entità ancora inesistente ma già desiderata - l'Italia di tutti coloro che condividono la discendenza dalla gloriosa Roma e la lingua del «sì». Ora che continue lacerazioni l'hanno consegnata a una miriade di piccoli tiranni e a una curia papale corrotta, ora che la domina è stata ridotta a serva, a nave priva di governante e in balia della tempesta, Dante spera con la sua invettiva di poter cambiare il corso della storia, ponendo un interrogativo valido ancora oggi: quali sono i fondamenti su cui si regge una nazione? -
Inno alla Vergine. Paradiso, canto XXXIII
Con il canto trentatreesimo del Paradiso, concluso pochi mesi prima di morire, Dante porta a compimento la grandiosa impresa del poema sacro. Partito dal punto più basso dell'universo e giunto al termine della propria ascesa al cielo degli angeli e dei beati, il pellegrino desidera ora avvicinarsi alla Trinità stessa: nasce così il suo inno alla Vergine, la più ardente e celebre delle preghiere. In un canto che comunica l'eccezionale fiducia nei mezzi della poesia - che con la sua qualità creativa, con le sue immagini e con le sue metafore riesce a fornire meglio di ogni altra espressione un'idea veridica dell'aldilà - Dante si fa degno di accostarsi al «sommo piacer», dominato da quell'amore verso Dio che lo spinge a unirsi a lui in un incontro che ha fatto di questi versi una tappa decisiva della nostra letteratura. -
È terribile essere una donna
Nota soprattutto per le poesie, Antonia Pozzi ha distillato la sua voce purissima anche in numerose lettere, naturale propagazione di quei versi che Eugenio Montale efficacemente definì, a suo tempo, «diario di un’anima». Da questi scritti in prosa emergono infatti i tratti più caratteristici della personalità di Antonia: un’umanità fuori dal comune, una sensibilità acutissima, il desiderio incontenibile ed estremo di «donarsi» all’uomo che tragicamente ama – il professore di greco Antonio Maria Cervi. Questo volume, che raccoglie le sue lettere più belle, guiderà lettrici e lettori alla scoperta dell’opera di un’autrice che, «fiore purpureo fiorito sul filo di una lama», ha molto da rivelare anche su ciascuno di noi. -
L' Inferno di Dante
Nell'estate del 1940, un ragazzo di undici anni ascoltò il padre che leggeva e spiegava ai fratelli maggiori l'Inferno di Dante; le due estati seguenti toccò a Purgatorio e Paradiso. ""Le cicale concertavano nel fico, il fumo della Macedonia di mio padre sbandava rampicando per l'aria, le nostre motosiluranti solcavano invitte il golfo della Sirte, e io, praticamente, non capivo nulla."""" Mezzo secolo più tardi proprio quel ragazzo, Vittorio Sermonti, avrebbe letto e spiegato Dante ai microfoni della radio e in più di cinquecento letture pubbliche. Così è nato questo """"racconto-commento"""" della Divina Commedia, che si poneva un obbiettivo solo apparentemente modesto: """"consentire a un qualunque italiano dotato di cultura media, intelligenza e un po' di passione di percorrere il più gran libro scritto in italiano senza interrompere continuamente l'avventura per approvvigionarsi di notizie, delucidazioni e varianti nei battiscopa di note, che spesso rasentano il soffitto della pagina"""". È un obbiettivo in realtà ambiziosissimo, e per raggiungerlo era necessaria la prosa insieme raffinata e colloquiale, accurata e ironica di Sermonti. Supervisione di Gianfranco Contini."" -
Il Purgatorio di Dante
Dante, con questa cantica seconda, conferisce sostanza, ubicazione e regime al nebuloso regno transitorio dell'oltretomba, che ha referenze assai vaghe nelle Scritture e che, dopo un millenario travaglio teologico, solo da una trentina d'anni era entrato a far parte dei dogmi della Chiesa romana. Nell'invenzione - o nella scoperta - dantesca, il Purgatorio è il monte che sorge al centro dell'emisfero australe, sotto stelle che nessun uomo ha mai visto tranne ""la prima gente"""" (perché la sua cima è la sede del paradiso terrestre). Lo percorriamo insieme a Vittorio Sermonti, nella seconda puntata del suo """"serial teologico"""". Torniamo con Dante e Virgilio a rivedere le stelle, il cielo (""""dolce color d'orïental zaffiro""""), """"il tremolar de la marina"""", e ad ascoltare la musica dopo la muta tenebra della morte eterna, le grida, le lacrime, i cupi bagliori dell'Inferno e della sua commedia umana. """"Ma qui la morta poesì resurga, / o sante Muse, poi che vostro sono"""": e grazie a Vittorio Sermonti, la poesia di Dante torna viva ai nostri orecchi (e agli occhi, e al cuore) e ci seduce con le """"dolci note"""" della sua musica. Supervisione di Gianfranco Contini."" -
Il Paradiso di Dante
È un luogo comune che l'ultima tratta del pellegrinaggio oltremondano di Dante sia la più difficile e la più tediosa. ""Come scongiurare che l'insofferenza concepita a scuola per la terza cantica della Commedia si perpetui lungo tutta la vita degli ex alunni, attutita appena dalle montanti ovatte dell'oblio?"""" Raccontando - come fa Vittorio Sermonti - la passione mentale e la sbalorditiva bellezza che distillano """"le supreme pagine di poesia del più gran libro del millennio scorso"""": la passione mentale che fa dire a Dante ciò che non sa né può dire, la bellezza di una lingua """"trasumanata"""" per esprimere l'inenarrabile, l'immemorabile, l'incomprensibile. Sermonti ci guida attraverso il portentoso happening di beati e di segni sacri allestito per Dante, astronauta mistico. È un viaggio nella luce e nel mistero: il mistero di un antico poeta di Firenze che sostiene di essere salito in carne e ossa nell'alto dei cieli, di essere stato contemporaneo di Dio nell'armoniosa unicità dell'Essere, di aver visto """"la nostra effige"""" nella """"luce etterna"""", e che, tornato sulla terra, prende carta e penna e riesce bene o male a trascriverla, quell'esperienza, a emendamento e salvazione di noi poveri fratelli futuri, in una lingua futura, a chiusa del libro sacro e comico che comincia: """"Nel mezzo del cammin di nostra vita"""". Revisione di Cesare Segre."" -
Orlando Furioso. Vol. I-XXI: Canti.
Sulle orme dell' Orlando innamorato del Boiardo, di cui vuole essere una semplice «gionta», nel tentativo di rinverdire il genere del poema cavalleresco ormai al tramonto, Ariosto ci consegna in realtà con l' Orlando furioso (1516-32) il primo grande romanzo europeo dell'età moderna. Una prodigiosa macchina narrativa che, pur procedendo lungo tre linee essenziali - la guerra tra cristiani e saraceni; l'amore di Orlando per la bella Angelica che conduce il paladino alla follia; le nozze di Ruggiero e Bradamante -, non ubbidisce a un'unità d'azione precostituita ma porta alla perfezione l'arte di alternare registri e vicende, di spezzare e riprendere le trame, di intrecciarle e renderle simultanee, dilatando la realtà attraverso magie e incantesimi in una continua tensione tra naturale e fantastico, verità e finzione all'insegna della più totale libertà inventiva. Permeato del naturalismo rinascimentale, il capolavoro di Ariosto è un'opera tutta terrestre e mondana che si emancipa dal soprannaturale senza negarlo, una specie di grande atlante della natura umana in cui si respira il sentimento libero, estroso e inesauribile della vita nella sua ricchezza e nel suo incessante fluire. Con un saggio di Edoardo Sanguineti. -
In cerca del mistero
«Scrive poco, non è grafomane, e lo si vede, che scrive proprio al momento giusto, e i momenti giusti sono pochi»: con queste parole Pier Paolo Pasolini si esprime sulla poesia di Bernardo Bertolucci, che nei confronti del padre Attilio letterariamente nutre allo stesso tempo una straordinaria fedeltà e una naturale polemica di figlio - in ogni caso dimostrando, come scrive Gabriella Palli Baroni, una «discendenza predestinata e importante nella sua storia d'artista». ""In cerca del mistero"""", uscito per la prima volta nel 1962 e insignito nello stesso anno del premio Viareggio-Rèpaci opera prima, è la raccolta delle poesie scritte da Bernardo durante gli anni dell'adolescenza e della giovinezza. In questo volume, ora per la prima volta arricchito di undici testi inediti, trovano spazio la famiglia, le donne amate, i colli parmigiani e i piccoli eventi della quotidianità, in un'ambientazione intima e immaginifica che già contiene tutto il talento e tutta l'espressività di uno dei più grandi protagonisti del nostro cinema."" -
Il giorno in cui ho scoperto di avere un dono
Guarda dentro di te e troverai il tuo talento.rn«Avvincente, intrigante, divertente, inquietante: il giorno in cui ho scoperto di avere un dono dovrebbe esistere da sempre» - NPRrnrn«Nessuno sa raccontare la complessità dell'amicizia come Caroline O'Donoghue. un esordio imperdibile, una vera chicca per i giovani lettori» - The Guardianrnrn«Una narrazione ricca di sfumature e di colpi di scena con un finale piacevolmente inaspettato» - School Library Journalrnrn«Una storia coinvolgente che parla di ragazzi coraggiosi e vulnerabili pronti ad affrontare minacce contre per imparare a essere sé stessi» - Kirkus ReviewrnrnPer Maeve Chambers, sentirsi fuori posto è normale. A scuola, dove non è la studentessa più popolare. E a casa, perché è convinta di essere l'unica maldestra in una famiglia di geni. Se così non fosse, la sua migliore amica Lily non avrebbe avuto ragione di allontanarsi da lei. Ma qualcosa sta per cambiare. Quando, all'ennesima punizione, si ritrova a pulire lo scantinato della St Bernadette Catholic School, in un vecchio armadio si imbatte in un libro e un mazzo di carte. Per qualche ragione, quel mazzo la incuriosisce e la attira. E le basta poco per accorgersi di avere un dono nascosto: con le carte può leggere il futuro. All'improvviso, da emarginata quale era, Maeve si trasforma nella ragazza più ricercata della scuola. Tutti vogliono farsi predire il futuro e lei non si tira indietro. Al contrario, si gode ogni istante di quell'insperata celebrità. Finché al suo tavolo divinatorio non si presenta proprio Lily, che, dopo essersi fatta leggere le carte, scompare nel nulla. Spaventata, Maeve sa che non può perdersi d'animo, ma deve trovare il coraggio di andare a fondo del suo dono. Di fidarsi di sé stessa e delle proprie capacità. Perché è sicura di essere l'unica a poter rimettere le cose a posto. L'unica in grado di scoprire dove si trova Lily, che l'ha sempre fatta sentire all'altezza. E che ora lei ha intenzione di ritrovare. Costi quel che costi. -
La caduta di Napoleone
"La caduta di Napoleone"""" (""""L'ora fatale di Waterloo"""" è il titolo originale) è una delle «quattordici miniature storiche» che compongono la raccolta """"Momenti fatali"""" di Stefan Zweig. Nel giorno della battaglia di Waterloo il generale Grouchy, uomo fidato dell'imperatore, anziché accorrere in suo aiuto facendosi guidare dal rumore dei cannoni, fin troppo diligentemente esegue l'ultimo ordine ricevuto dal suo comandante: così, mentre Grouchy rimane impegnato in un'azione militare che si rivelerà perfettamente inutile, Napoleone va incontro alla propria definitiva sconfitta. In questo volume, che contiene anche La conquista di Bisanzio , Stefan Zweig ci consegna il racconto inedito e fulminante di due snodi cruciali - due «momenti fatali», per l'appunto - in cui la «storia universale si condensa in un istante»."