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Otello. Testo inglese a fronte
Nell'""Otello"""" la parola diventa destino e per questo, al di là dei molti temi di cui la tragedia è ricca (dallo studio della gelosia alla rappresentazione dell'operare del male, dall'analisi della follia alla percezione di quella grande crisi di trasformazione, di quel passaggio dal Medioevo all'età moderna che è alla base dell'arte shakespeariana), essa offre il suo più straordinario contributo nel proporre una nuova, moderna immagine di eroe tragico. Un eroe che cade perché non riesce a leggere il mondo e perciò a conoscerlo. Esso è per lui una sfinge, un enigma, e la parola è mistero e inganno, illusione e simulazione, apparenza che però incide sulla realtà e la distorce, rendendo la conoscenza impossibile e portando alla catastrofe. Il percorso tragico non è più determinato da un fato esterno all'uomo ma dall'incapacità dell'uomo (ormai solo, in un universo senza dei) di decifrare il testo-mondo."" -
Sogno di una notte di mezza estate. Testo originale a fronte
"Il 'Sogno' è il primo capolavoro comico di Shakespeare. Paragonato alle commedie che seguono [...], e soprattutto paragonato all'altra commedia in cui sono presenti elementi magici, 'La Tempesta' (prodotto dell'arte sua più matura, frutto dell'enorme saggezza e della sapienza tecnica accumulata negli anni di esperienza, se non altro teatrale), il 'Sogno' può sembrare un trastullo, una bazzecola, una quisquilia. Ma per minore che sia è perfetta. È un gioiello, un trionfo di tessitura, dove i fili più disparati e vari si combinano in un disegno unitario."""" (Dall'Introduzione di Nadia Fusini)" -
Sonetti
La grandezza del teatro di Shakespeare non ha messo in ombra i 154 splendidi Sonetti da lui composti a cavallo dei due secoli e rimasti inediti fino al 1609. Il tono intimo e intensamente sentito di questi componimenti li fece considerare a molti critici, se non sicuramente autobiografici, almeno una luce gettata sulla enigmatica personalità di Shakespeare. Ma il nostro tempo è maturo per leggerli come lo struggente romanzo di un amore senza speranza, che si nutre della propria ambiguità e si sublima nella dignità del dolore. Questa edizione riproduce la ormai classica traduzione in prosa di Lucifero Darchini, tra le migliori della nostra lingua: segue una breve antologia delle traduzioni italiane dei Sonetti dalle prime, ottocentesche, alle più recenti, dovute anche a poeti come Ungaretti e Montale. -
Edipo re. Testo greco a fronte
Fin dall'antichità l'""Edipo re"""" di Sofocle è stata considerata la tragedia per eccellenza. C'è in essa l'ansia della conoscenza e, al contempo, la coscienza di quanto difficile sia conoscere. Anche Edipo, che pure ha risolto l'enigma della Sfinge, deve spingersi oltre i limiti per poter dare un senso compiuto ai mille indizi che alludono al sapere, ma che ancora non sono conoscenza. Ed è proprio per aver sfidato questi limiti che egli incontra una sofferenza infinita, tanto che Nietzsche ha potuto scrivere di lui: """"Edipo è l'uomo che più ha sofferto, per questo egli ha svelato l'enigma dell'uomo"""". All'""""Edipo re"""" si sono rifatti via via Seneca, Stazio, Corneille, Voltaire, Hegel, Hòlderlin e, nel nostro secolo, Hofmannsthal, Gide, Cocteau, Pasolini. Ma la lettura più inquietante rimane quella di Freud, che ha fatto, ancora una volta, di Edipo il paradigma del destino umano. Introduzione di Franco Rella."" -
Il dottor Jekyll e mr. Hyde
Quando il dottor Jekyll inventa la pozione che lo trasforma nel doppio di se stesso, un essere deforme e capace di ogni misfatto chiamato Hyde, non sospetta ancora le conseguenze cui andrà incontro. Vittima della sua stessa creatura, Jekyll cade in una trappola autodistruttiva, fino a identificarsi spontaneamente con Hyde. Storia fra le più clamorose della letteratura moderna, entrata con forza nel nostro immaginario anche grazie alle numerose versioni cinematografiche che ha ispirato, ""Il dottor Jekyll e Mr. Hyde"""" (1886) a più di un secolo dalla pubblicazione stupisce ancora. Calata in un'avvincente trama giallo-poliziesca, la lotta impari che oppone Jekyll a Hyde mette in gioco temi di grande suggestione - la metamorfosi e il doppio, lo specchio e il sosia - fino a toccare le corde più segrete e inconfessate dell'animo umano."" -
La coscienza di Zeno
«L'amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo carattere e la sua intelligenza.»La coscienza di Zeno (1923), uno dei capolavori della letteratura europea del Novecento, è la tragicomica vicenda di un ""inetto a vivere"""", che, su sollecitazione del proprio psicanalista, ripercorre le tappe della sua oscillante e inconcludente esistenza punteggiata dai ripetuti, e inutili, tentativi di smettere di fumare. Zeno Cosini è una specie di marionetta tirata da fili che, quanto più indaga, gli sfuggono. È schiacciato da un destino che sembra ineluttabile: desideroso dell'Ordine, è sommerso dal Caos; alla infantile ricerca di certezze, si ritrova compiaciuto funambolo sul filo oscillante della catastrofe personale e familiare. Introduzione di Franco Marcoaldi."" -
La confessione
"'La confessione' è l'opera che spezza esattamente in due la vita creativa di Lev NikolaevicTolstoj separando nettamente il 'primo' dal 'secondo' Tolstoj, ossia quello precedente e quello posteriore alla conversione. Composto tra il 1879 e il 1882, dopo 'Anna Karenina' e prima della 'Sonata a Kreutzer' e di 'Resurrezione', questo piccolo libro segna meglio di ogni altro il momento della conversione del grande scrittore. Anche se nelle posteriori opere religiose [...] Tolstoj si sforzerà di definire più esattamente l'essenza della propria fede, è senza dubbio nella 'Confessione' che le motivazioni del rivolgimento che divide così nettamente la vita dello scrittore sono esposte nel modo più preciso e anche più convincente. Nelle opere religiose successive si avverte, infatti, soprattutto lo sforzo di sistematizzare il pensiero, di trarre conclusioni, di convincere e fare opera di apostolato della nuova fede. Nella 'Confessione' invece, pur nella convinzione che il racconto delle proprie esperienze possa essere utile al lettore, Tolstoj si preoccupa soprattutto di rendere nel modo più autentico e immediato il corso dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, senza mai sacrificare la sincerità e l'immediatezza ad esigenze sistematiche o al desiderio di convincere."""" (Dalla Postfazione di Gianlorenzo Pacini)" -
Le avventure di Huckleberry Finn
"La storia di Huck e della sua fuga in zattera lungo il Mississippi con il negro Jim, fino al ricongiungimento col compagno di scorrerie Tom Sawyer negli ultimi capitoli di un libro che nacque come proseguimento del precedente Le avventure di Tom Sawyer, era tra le preferite di Ernest Hemingway, che citava sempre Mark Twain tra i suoi autori fondamentali: e non a caso, naturalmente, visto che fin dai suoi esordi anche l'autore di Fiesta lavorò molto duramente per riuscire a ricreare sulla pagina la lingua della strada, cosa per cui venne assai criticato. Molti, tra cui Joyce Carol Oates, considerano Le avventure di Huckleberry Finn 'Il Grande Romanzo Americano'. Altri, come T.S. Eliot, lo considerano l'unico vero capolavoro di Mark Twain. Di sicuro Le avventure di Huckleberry Finn è un romanzo-mondo, scritto superbamente, e divertentissimo. Huck Finn, in quanto ribelle adolescente refrattario a qualsiasi forma di autorità e di imposizione, sta all'origine di Holden Caulfield e di tutti i ribelli adolescenti della letteratura nordamericana. E il fiume Mississippi [...] è al tempo stesso uno dei protagonisti principali del libro e una metafora. Ma la storia di Huck Finn [...] è anche una grande satira sulla democrazia americana e sugli americani, in genere timorati di Dio ma sempre felici di impiccare un negro."""" (dall'Introduzione di Giuseppe Culicchia)" -
Il giornalino di Gian Burrasca
Tra le opere di Vamba, pseudonimo di Luigi Bertelli, quella che ha la disperata e sorridente perentorietà di un classico è ""Il Giornalino di Gian Burrasca"""". E il suo protagonista, Giannino Stoppani, mostra di avere ben chiara questa semplice verità: che un classico può permettersi tutto, meno che annoiare. Instancabile nell'inventare e mettere in atto """"birbonate"""", Giannino ha lo spessore del vero protagonista, rivelandosi un autentico provocatore. Proprio come Roberto Freak Antoni, fondatore del rock demenziale, che nella sua Prefazione sottolinea la totale insubordinazione di Giannino al mondo degli adulti, mondo cerimonioso e falso fino all'ipocrisia. L'edizione riproduce la versione che uscì in 55 puntate (1907-1908) sul """"Giornalino della Domenica"""" e che non è stata mai ripubblicata. La successiva edizione in volume, approntata in tutta fretta dall'autore nel 1912, contiene diverse, a volte curiose, varianti che vengono riportate nella Nota al testo."" -
I Malavoglia
«Chi ha roba in mare non ha nulla.»Nel suo capolavoro, I Malavoglia (1881), Verga racconta la sventurata storia di un gruppo di poveri pescatori siciliani, ponendosi ai vertici della letteratura italiana, senza incorrere nel folklore populista che caratterizzava, e caratterizzerà, molte opere ambientate tra le classi più umili. La vicenda dei Toscano, detti ""Malavoglia"""", di Acitrezza è emblematica della dissoluzione di un mondo che sta per essere cancellato dall'epoca moderna. Lo scrittore siciliano guarda con un velo di nostalgia e compassione all'affannoso dibattersi degli abitanti della """"casa del nespolo"""", ma descrive con estrema crudezza la violenza dei loro rapporti e la loro vulnerabilità di fronte alla Natura e alla Storia."" -
Le novelle
Questo volume comprende integralmente le prime, più celebri raccolte di Giovanni Verga, dagli esperimenti iniziali alle novelle siciliane (Vita dei campi e Novelle rusticane) e milanesi (Per le vie). Ogni racconto si regge sull'invenzione di situazioni e personaggi memorabili, scolpiti con uno stile teso e incisivo, in grado di cogliere la problematica sociale dell'ambiente contadino e cittadino, così come il fondo tragico della condizione umana. L'esauriente apparato di note mira non solo a corredare il testo delle necessarie esplicazioni storico-linguistiche, ma a porre in luce i passaggi cruciali dell'operazione narrativa, a suggerire le interpretazioni dei significati fondamentali. Va ad arricchire il volume una antologia della critica. Introduzione di Vincenzo Consolo. -
Candido o l'ottimismo
Con ""Candido"""" pubblicato simultaneamente nel 1759 a Parigi, Londra e Amsterdam, Voltaire portava a perfezione il nuovo genere letterario da lui creato, quel 'conte philosophique' la cui caratteristica essenziale risiede nella tensione dialettica tra allusione ideologica e illusione narrativa. Le convulse e mirabolanti avventure di Candido offrono alla scintillante, ironica e incisiva penna di Voltaire l'opportunità di dimostrare la vanità dell'ottimismo razionalista leibniziano e della teoria del migliore dei mondi possibili. E il lettore di ieri, come quello di oggi, preso dal frenetico ritmo narrativo cede all'incantesimo e si rende partecipe del sottile e intelligente gioco con il quale la consumata maestria dell'""""ultimo degli scrittori felici"""" (Barthes) lo induce a passare velocemente dall'arbitrio narrativo alla meditazione filosofica. Introduzione di Giuseppe Galasso."" -
Il fantasma di Canterville e altri racconti
Un ricco ministro americano, Hiram B. Otis, si trasferisce in Inghilterra e sceglie di abitare nell'antico castello di Canterville. Non si fa certo impressionare dalla leggenda che vuole il castello infestato da un vecchio fantasma, l'antico proprietario, Sir Simon, che uccise la moglie Lady Eleonore e scomparve nel nulla... ""Il fantasma di Canterville"""" è una delle opere più conosciute e amate di Oscar Wilde, capolavoro di una scrittura al contempo raffinatissima e accessibile, intriso di ironia e di significati nascosti."" -
La signora Dalloway
Un mercoledì di metà giugno del 1923 Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore alla Camera dei Lords, esce per comprare dei fiori per la festa che la sera riunirà nella sua casa una variopinta galleria di personaggi. Tra gli altri: Peter Walsh, l'amante respinto, appena tornato dall'India, e l'amica tanto amata, più di ogni uomo, Sally Seton. Per le strade di Londra passeggia anche Septimus Warren Smith, il deuteragonista del romanzo. Nulla sembra legare i due, se non la città di Londra. Clarissa ha cinquant'anni, è ricca. Septimus ne ha appena trenta, è povero e traumatizzato dall'esperienza feroce e violenta della guerra, in cui ha perduto non solo l'amico Evans, ma ogni pace. Eppure i due, senza mai incontrarsi, semplicemente sfiorando gli stessi luoghi, comunicano. Con sapienza straordinaria Virginia Woolf, giunta con questo al suo quarto romanzo, tesse il filo sottile di corrispondenze, echi, emozioni che creano un'opera di grande intensità. Dove un uomo e una donna sconosciuti l'uno all'altra sono accomunati dallo stesso amore e terrore della vita, che li porterà, nell'accettazione (femminile) o nel rifiuto (maschile), ad affermarne comunque l'inestimabile valore. -
Una stanza tutta per sé
Nell'ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema ""Le donne e il romanzo"""". È l'occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva """"denaro e una stanza tutta per sé""""? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero. Con uno scritto di Marisa Bulgheroni."" -
Delitto e castigo
"Ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni. Appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia. [...] Delitto e castigo è uno di questi romanzi, un'opera di bruciante attualità, nella quale Dostoevskij ha saputo cogliere a partire dalla sua epoca l'eco di voci remote nella nostra cultura e oggi più che mai vibranti. Leggendo questo romanzo ti viene subito in mente lo sguardo vuoto e spento di tanti 'eroi' della nostra cronaca nera, ti risuona nella testa la voce minacciosa del Dio della Genesi che grida a Caino: Caino, che hai fatto? Ora tu sei maledetto dalla terra, sarai errante e vagabondo. E ti chiedi: e se fossi stato io?"""" (dalla prefazione di Damiano Rebecchini). Un romanzo decisivo per la successiva narrativa novecentesca, per lo scavo psicologico dei personaggi e la ferocia dell'analisi emotiva. In una nuova traduzione, l'immortale storia di sofferenza e salvazione diventata uno dei classici più amati e influenti di tutti i tempi (e di tutte le letterature)." -
Ritratto di signora
"Più di 700 pagine che si leggono d'un fiato, portati dalla maestosità di una corrente che è quella stessa del Gange o del Volga (...). Quasi a contraddire il carattere atarassico di questa corrente, lo stile è vivace è animatissimo, ma anche molto sorvegliato. Henry James non è di quegli scrittori che lasciano andare i personaggi lungo la strada su cui loro stessi li hanno messi: egli interviene di continuo, a commentare quel che pensano dicono e fanno, a volte con lapidarie sassatine ironiche, a volte con lunghe introspezioni psicologiche, anche queste sempre interrotte o concluse da sorprendenti colpi di freno, minimizzanti e dissacratori: quasi l'autore avesse paura ad abbandonarsi al sentimento, a lasciar andare se stesso e i personaggi, distogliendoli - e distogliendosi - dal grande flusso di cui abbiamo fatto cenno. (...) 'Ritratto di signora' va letto con calma, con pazienza, come per una crociera su un grande fiume, durante la quale ogni tanto ci si ferma per ammirare un paesino, o una chiesa, o un antico convento. Oppure no: saltando subito alla fine, onde informarsi come va a finire, liberarsene del pensiero e tornare poi a concentrarsi sui suoi straordinari elzeviri."""" (dalla postfazione di Luigi Lunari)" -
La signora delle camelie
"È da una galoppata in senso stretto che ha origine la fortuna della Signora delle camelie e, successivamente, della Traviata di Giuseppe Verdi. Un giorno di settembre del 1844, infatti, di ritorno da una passeggiata a cavallo Alexandre Dumas figlio si recò al teatro parigino dei Variétés, frequentato soprattutto da 'un'aristocrazia della galanteria' composta perlopiù da giovani mantenute e dai loro ricchi protettori. In quel variegato ambiente, quella sera, Dumas figlio incontrò la donna che avrebbe segnato la sua vita e la sua fortuna di romanziere. 'Era alta e sottile, scura di capelli, il viso rosa e bianco. Aveva la faccia minuta, occhi allungati di smalto, come una giapponese, ma vividi e fieri, le labbra d'un rosso ciliegia, i più bei denti del mondo.' Si faceva chiamare Marie Duplessis, ed era conosciuta anche per la voracità con la quale dilapidava i patrimoni degli amanti, alcuni dei quali famosi, come ad esempio Franz Liszt"""" (dalla Postfazione di Cinzia Bigliosi). Alexandre si innamorò dal primo istante di quella giovane, che avrebbe ispirato la protagonista della Signora delle camelie: una grande storia d'amore senza tempo, un libro che sarebbe diventato in breve tempo un classico della letteratura romantica." -
Satire. Testo latino a fronte
Giovenale nei cinque libri delle ""Satire"""" (ritenute da Quintiliano il genere romano per eccellenza) lancia frecce infuocate contro i bersagli più disparati, di ogni ceto e di ogni sesso. Dipinge il quadro di una società romana senza speranza, persa nelle sue mollezze decadenti e corrotte. I rampolli debosciati dell'aristocrazia si abbandonano ai vizi, la plebe resta mansueta e imbelle e si accontenta di panem et circenses. Le donne emancipate vengono ridotte da Giovenale a ninfomani fuori controllo. Orientali, Graeculi, Egiziani occupano i gradini più bassi dell'umanità, restando di poco superiori alle bestie. Le """"Satire"""" contengono, in nuce, i semi di una rabbia civile sopravvissuta fino ai nostri tempi. E, al contempo, restano uno dei grandi capolavori della lirica classica."" -
Lettere alla cugina. Testo tedesco a fronte
Le vicissitudini della pubblicazione di queste lettere di Mozart sono state illustrate dalla moglie Constanze: ""Le lettere alla cugina, di gusto certo discutibile, ma molto spiritose, meritano una menzione, ma non devono essere pubblicate"""". Anche molti biografi e studiosi di Mozart rinunciarono a una pubblicazione delle """"Lettere"""" per ragioni di decoro. Per la """"pruderie"""" dell'Ottocento le """"audaci espressioni"""" di Mozart non erano ammissibili. Ancora nel 1914 la """"prima completa edizione critica"""" delle lettere di Mozart e dei suoi familiari espunge le parti incriminate per """"ragioni estetiche"""". Dietro il sorriso del genio Mozart, l'eterno fanciullino, si celava l'animo di un giocherellone che non smetteva di inventare scherzi e facezie, con cui intratteneva l'amata cuginetta. Le """"Lettere alla cugina"""" sono forse uno dei testi più emblematici e intimi per penetrare nella personalità del compositore austriaco, un vero e proprio cavallo di Troia nella sua psicologia, e rappresentano il lato più intimo, folle e trasgressivo della personalità del grande genio salisburghese. Postfazione e note di Juliane Vogel""