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La mano sinistra del diavolo. La serie di Radeschi. Vol. 3
A Capo di Ponte Emilia non accade mai nulla. Fino al giorno in cui il piccolo paese della Bassa Padana viene sconvolto dal ritrovamento di una mano mozzata nella cassetta delle lettere di un anziano pensionato. A Milano accadono molte cose, ma né la scomparsa del proprietario di un ristorante giapponese né il ritrovamento in un parco del cadavere di una ragazza riescono a sconvolgere il ritmo della città. Morti e misteri che piombano nella vita di Enrico Radeschi, intraprendente cronista di nera, che si trova, un po’ per caso e un po’ per mestiere, a condurre una doppia indagine tra le notti della metropoli lombarda e le sonnolente giornate della provincia. Cammina Radeschi, inseguendo storie che nascondono segreti del passato e violenze di oggi. Cammina Radeschi, perché dietro a ogni notizia ci sono un mistero che chiede di essere svelato e una mano che tira le fila di tutto. -
Ombre sul lago. I delitti del lago di Como. Vol. 1
Sulle montagne sopra il lago di Como, durante i lavori di costruzione di una nuova strada verso il confine svizzero, vengono alla luce dei resti umani. A chi appartengono? Chi si nasconde dietro la misteriosa sigla K.D. ritrovata su un portasigarette d'argento? E come è coinvolta in tutto questo la potente famiglia Cappelletti, trincerata nella sua villa e nel suo immenso giardino? L'indagine è affidata al commissario Stefania Valenti, quarantacinquenne, separata, con una figlia di undici anni, ostacolata perché donna, ma molto più determinata e in gamba di tanti suoi colleghi maschi. Sempre accompagnate dal vento leggero di Breva, le ricerche affondano a poco a poco nel passato, quando sulle rive del lago transitavano clandestinamente persone e cose: contrabbandieri, disertori, partigiani, agenti segreti, membri della Gestapo, ebrei in fuga, e poi quadri, oggetti preziosi, denaro. Perché è lì, ben nascosta, che si annida la soluzione del caso. -
Effetto domino
Ci sono uomini abituati a esprimersi solo attraverso il denaro. Uomini che non vanno liquidati con facili parole: lo sa bene Romolo Bugaro, avvocato e scrittore, che conosce da vicino - grazie al suo lavoro - le traiettorie di ascese e fallimenti. Ritrarli con verità, nel bene e nel male di cui sono capaci, è la scommessa di questo suo romanzo. Perché la verità non indebolisce il giudizio etico, anzi lo rafforza proprio nella misura in cui lo complica. Quando uomini come questi si mettono in testa di concludere un grande affare - ad esempio di costruire una città di lusso nella provincia veneta, facendola spuntare come un fungo dall'oggi al domani - niente può fermarli. O forse sì. Forse può accadere che il semplice «no» di una banca produca un effetto domino senza fine, travolgendo le vite di tutti: grandi costruttori, piccoli imprenditori, camionisti, casalinghe, bambini ignari. Perché quando la valanga comincia a muovere verso valle, non c'è salvezza per nessuno. In una storia di uomini ossessionati dal lavoro, dal denaro e dal potere, però, non tutto è come sembra, e forse l'espressione tecnica «segnalazione a sofferenza» può rivelarsi per molti di loro una metafora perfetta. -
Cronaca della fine
«Nella primavera del 1970, quando la rivolta giovanile ormai si era irradiata dal cuore dell'Europa dando vita al decennio della politica e della creatività, del pacifismo e della lotta armata, dell'amore estatico e dell'odio ideologico, la Arnoldo Mondadori editore pubblicò un romanzo in lode di Hitler, ma non se ne accorse nessuno». Il romanzo si chiamava ""La distruzione"""", l'autore Dante Virgili. Franchini comincia ripercorrendo il tormentato iter che portò i funzionari di allora alla decisione di pubblicare l'unica opera apertamente e dichiaratamente nazista della letteratura italiana. Poi ricostruisce, attraverso testimonianze di chi lo conobbe e ricordi personali, la figura di Dante Virgili che fu, senz'altro e per molti aspetti, un piccolo mostro, ma anche uno scrittore potente e visionario, un uomo ferito la cui follia poteva essere così contagiosa che quei funzionari, i quali naturalmente non condividevano nessuna delle sue idee, lo aiutarono in tutti i modi, per anni, dentro e fuori dalle cliniche. Tutto perché quel demone potesse scrivere il libro terribile e assoluto che molti si aspettavano da lui. Quel libro arrivò, nel 1991. Si intitolava """"Metodo della sopravvivenza"""". Solo che la decisione adesso spettava ad Antonio Franchini, l'autore di questa storia, e lui scelse di non pubblicarlo. """"Cronaca della fine"""" non è solo un'inchiesta su un caso editoriale: è un'opera sul giudizio, sui giudici e le loro debolezze, sui sommersi e i salvati della letteratura, sulle frustrazioni della vita che cercano riscatto nella scrittura o in un gesto estremo, nel fioco lume di misere perversioni o nella luce abbagliante del male assoluto."" -
Quando vi ucciderete, maestro?
In questo libro Antonio Franchini intreccia le sue due grandi passioni, il combattimento e la letteratura, e si scopre, tra l'altro, che il combattimento non è solo «corpo» e la letteratura non è solo «spirito»: entrambi sono in continuo, appassionato scontro con il proprio limite. Perché sia le discipline che insegnano a incrementare la forza fisica sia quelle volte ad allargare il patrimonio culturale non nascondono un analogo destino di sopraffazione, due volontà di potenza tra cui è difficile istituire una gerarchia. Alternando a brevi riflessioni i ricordi e le esperienze, mescolando le tracce lasciate da una gioventù trascorsa in scantinati e palestre a un'assidua frequentazione della pagina scritta, l'autore ci racconta storie di giovani uomini e di grandi maestri, di orgoglio e di frustrazione, di eroismo e di umiltà, eventi piccoli e grandi accomunati da una tensione a scoprirsi e a capire, oltre la patina che spesso ricopre il senso profondo delle cose, oltre le zone di dubbio, di convenzione, di vera e propria falsità. Gli incontri che facciamo seguendo il doppio tracciato delle arti marziali e della letteratura sono singolari e tutti ugualmente importanti, da Simone, «ragazzo dall'aria distratta, con una sua evasiva bellezza» a cui bisogna dire solo «vai e fai vedere a questa gente cos'è la savate», a Claudio, grande filologo classico e sollevatore di pesi, al grande maestro di spada Minamoto Musashi, vissuto nel periodo Edo, a Hemingway, a Mishima, fino all'omonimo parente diventato eroe. -
Scusate le ceneri. Biografia romanzata di Dorothy Parker
"Scusate le ceneri"""" è la storia di Dorothy Parker (1893-1967) che, nel linguaggio preciso e partecipe di Gaia de Beaumont, diventa un'opera di narrativa, un """"romanzo di vita"""". Come è una vita da romanzo quella di Dorothy, ironica, amara e disincantata scrittrice, poetessa e giornalista. Bambina schiacciata dalla tragedia della morte della madre - «come ha potuto morire senza avvertirmi!» -; giovane donna splendente di successo, fascino e mondanità; acclamata firma dei principali giornali e intellettuale «impegnata contro tutti», adorata dai mariti e dagli amanti; amica di Hemingway, Fitzgerald, Dos Passos. Eppure un continuo senso di angoscia - due aborti, alcol, due tentativi di suicidio - attanaglia la sua vita fino alla fine, nel vecchio albergo per signore rispettabili, dove trascorre i suoi giorni in povertà perché vuole conservare i soldi per lasciarli in eredità a Martin Luther King. Una piccola donna di settant'anni sopravvissuta al suo tempo. «Sono una scrittrice a breve distanza» aveva detto una volta, allontanando da sé l'idea di scrivere un romanzo, «inutile che provi a fare le mille miglia.» Ci ha allora provato Gaia de Beaumont, con sensibile intelligenza, riflettendo e illuminando - come fa uno specchio quando se ne guarda tanto intensamente il riflesso da provarne una sensazione più originale, viva e immediata della realtà - la straordinaria donna che Dorothy Parker è stata." -
Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta
Chi è stato davvero Catilina? Quali gli scopi della sua famosa congiura? In questo volume Massimo Fini ci offre una delle sue originali biografie, autentiche rivisitazioni critiche di personaggi troppo facilmente liquidati dalla storiografia tradizionale. La figura che qui viene tratteggiata è ben lontana dal personaggio tramandatoci da Cicerone e Sallustio. Patrizio di nobilissima origine, bello e inquieto, Catilina si oppose alle corrotte oligarchie dominanti e abbracciò la causa della plebe. Guardava alla Roma delle origini, dove i valori erano l’onore, la dignità, il coraggio fisico e morale, la protezione dei deboli, un tempo in cui la classe dirigente non mascherava ancora dietro nobili parole la difesa dei propri privilegi. Più volte Catilina tentò la via legale del consolato: ne fu sempre respinto con brogli. Allora decise che ne aveva abbastanza e prese le armi. Impavido, affrontò lo scontro con forze enormemente superiori. E morì, pagando con la vita la fedeltà a se stesso. -
Quello che non uccide. Millennium. Vol. 4
Da qualche tempo Millennium non naviga in buone acque e Mikael Blomkvist, il giornalista duro e puro a capo della celebre rivista d’inchiesta, non sembra più godere della popolarità di una volta. Sono in molti a spingere per un cambio di gestione e lo stesso Mikael comincia a chiedersi se la sua visione del giornalismo, per quanto bella e giusta, possa ancora funzionare. Mai come ora avrebbe bisogno di uno scoop capace di risollevare le sorti del giornale insieme all’immagine – e al morale – del suo direttore responsabile. In una notte di bufera autunnale, una telefonata inattesa sembra finalmente promettere qualche rivelazione succosa. Frans Balder, un’autorità mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale, chiede di vederlo subito. Un invito che Mikael Blomkvist non può ignorare, tanto più che Balder è in contatto con una super hacker che gli sta molto a cuore. Lisbeth Salander, la ragazza col tatuaggio della quale da troppo tempo non ha più notizie, torna così a incrociare la sua strada, guidandolo in una nuova caccia ai cattivi che punta al cuore stesso della Nsa, il servizio segreto americano che si occupa della sicurezza nazionale. Ma è un bambino incredibilmente dotato per i numeri e il disegno a custodire dentro di sé l’elemento decisivo per mettere insieme tutti i pezzi di quella storia esplosiva che Millennium sta aspettando. -
L' intestino felice. I segreti dell'organo meno conosciuto del nostro corpo. Nuova ediz.
L'intestino è un organo pieno di sensibilità, responsabilità e volontà di rendersi utile. Se lo trattiamo bene, lui ci ringrazia. E ci fa del bene: l'intestino allena due terzi del nostro sistema immunitario. Dal cibo ricava energia per consentire al nostro corpo di vivere. E possiede il sistema nervoso più esteso dopo quello del cervello. Le allergie, così come il peso e persino il mondo emotivo di ognuno di noi, sono intimamente collegati alla pancia. In questo libro, la giovane scienziata Giulia Enders ci spiega con un linguaggio accessibile, spiritoso e piacevole, unito ai disegni esplicativi della sorella Jill, quel che ha da offrirci la ricerca medica e come ci può aiutare a migliorare la nostra vita quotidiana. ""L'intestino felice"""" è un viaggio istruttivo e divertente attraverso il sistema digestivo. Scopriremo perché ingrassiamo, perché ci vengono le allergie e perché siamo tutti sempre più colpiti da intolleranze alimentari."" -
L'uomo che inseguiva la sua ombra. Millennium. Vol. 5
L’aver portato alla luce un intrigo criminale internazionale, mettendo in mano al giornalista investigativo più famoso di Svezia lo scoop del decennio, non è bastato a risparmiare a Lisbeth Salander una breve condanna da scontare in un carcere di massima sicurezza. E così, mentre a Mikael Blomkvist e a Millennium vanno onori e gloria, lei si ritrova a Flodberga insieme alle peggiori delinquenti del paese, anche se la cosa non sembra preoccuparla più di tanto. È in grado di tener testa alle detenute più spietate e ha altro a cui pensare. Ora che è venuta in possesso di informazioni che potrebbero aggiungere un fondamentale tassello al quadro della sua tortuosa infanzia, vuole vederci chiaro. Con l’aiuto di Mikael, la celebre hacker comincia a indagare su una serie di nominativi di un misterioso elenco che risveglia in lei velati ricordi. Soprattutto quello di una donna con una voglia rosso fiammante sul collo. Nella sua inestinguibile sete di giustizia, Lisbeth è pronta a sputare fiamme e a distruggere il male con il fuoco che brucia dentro tutti quelli che vengono calpestati. -
Il principe rosso
Per anni, Chen Cao ha cercato di mantenersi in equilibrio tra gli interessi del Partito e il suo ruolo di poliziotto alla guida di indagini politicamente sensibili. Sulle tracce di un misterioso Principe Rosso - un potente ed enigmatico membro del Partito che sembra avere il controllo dell'intera Shanghai - viene improvvisamente sollevato dai suoi incarichi ed è costretto ad abbandonare il caso di cui ha da poco iniziato a occuparsi. Qualcuno sta cercando di incastrarlo, mettendogli nel letto disinibite ragazze gatto o nascondendo le prove dell'omicidio di una nota cantante d'opera e, questione molto delicata, di un cittadino americano. Mentre il paese sembra acceso da una rinnovata nostalgia per gli anni della Rivoluzione, d'un tratto l'ex ispettore capo si ritrova completamente isolato, al centro di una diabolica macchinazione che chiaramente punta a distruggere la sua credibilità. Ispirandosi all'affare Bo Xilai, il clamoroso scandalo che di recente è arrivato a minare gli equilibri diplomatici della Cina, nella sua consueta miscela di giallo, poesia, filosofia e cibo, Qiu affronta lo spinoso tema della giustizia in un paese dove tutto ha a che fare con la politica e deve essere in linea con gli interessi delle autorità. Per un uomo d'onore come Chen, che cerca di sopravvivere in un mondo dominato dall'inganno e dal tradimento, è il caso più difficile: non si tratta più solo della carriera, ora è in pericolo la sua stessa vita. -
Elogio delle donne mature
Con uno stile ironico e distaccato, Andràs Vajda, il protagonista, racconta la sua educazione sentimentale, concentrandosi ""non tanto sulla personalità del narratore, quanto sui dilemmi universali dell'amore"""", in un memoriale molto selettivo che """"si rivolge agli uomini giovani ed è dedicato alle donne mature"""" e tratta del """"legame tra gli uni e le altre"""". Andràs non è un dongiovanni preso dalla parte del gran conquistatore, che distribuisce a potenziali discepoli consigli di seduzione. """"Non sono un esperto di sesso"""" scrive, """"ma sono stato un buon allievo delle donne che ho amato, e cercherò di rievocare le esperienze felici e infelici che, penso, hanno fatto di me un uomo""""."" -
Non solo di cose d'amore. Noi, Socrate e la ricerca della felicità
Premio Biblioteche di Roma 2018. Premio Alessandro Leogrande 2019.rnrnCome può un pensatore vissuto secoli prima di noi influenzare la nostra ricerca della felicità?rnrn«Un manuale per l'uso della vita. Del Soldà ha reso di nuovo utile la filosofia» – Corrado AugiasrnrnPartendo dalla sua esperienza di conduttore radiofonico, un mestiere fatto di domande e del confronto quotidiano con gli ascoltatori sui temi di attualità, Pietro Del Soldà ci accompagna in un viaggio alla scoperta di Socrate e dell'antica Grecia. La sfida è quella di trovare nell'ironia e nelle contraddizioni del protagonista dei Dialoghi del discepolo Platone chiavi di lettura inedite e interpretazioni in grado di farci cambiare prospettiva sui nostri problemi, fornendo spunti da mettere a frutto in ogni ambito, dalle relazioni con gli altri alla politica. Che si parli di bellezza o di virtù, di verità o di menzogne, di democrazia o di tirannia, ogni cosa per Socrate è una «cosa d'amore», non nel senso romantico e privato che in genere attribuiamo al termine, ma in uno molto più ampio. La sapienza del filosofo ci spinge a superare la distinzione tra vita e pensiero indicandoci, con l'esempio, la sola via per affrontare quanto ci impedisce di essere davvero noi stessi, lasciando cadere maschere, identità e ruoli sociali che non ci rappresentano e ci dividono dagli altri. È la via del dialogo, del confronto che mette in discussione i pregiudizi e porta alla scoperta e alla cura di se stessi, perché – sostiene Socrate – «senza cura di sé non si è in grado di agire bene, e ancor meno di governare la polis.» -
Il primo inverno. La piccola era glaciale e l'inizio della modernità europea (1570-1700)
Quella che è stata definita la «piccola era glaciale», tra il 1570 e il 1700, vide le temperature abbassarsi con variazioni da tre a cinque gradi, dando avvio a una vera e propria «rivolta della natura» che sortì effetti devastanti sui raccolti. Philipp Blom dimostra la sorprendente correlazione tra questa circostanza e la nascita dell'Illuminismo, analizzando le ricadute culturali dello sconvolgimento climatico in Europa. Con un registro narrativo e appassionante, Blom costruisce un affresco in cui combina storia delle idee, della cultura materiale, delle scienze della natura, intorno a una suggestione di grande attualità: l'impatto che il cambiamento del clima produce sulla vita delle società. Così, l'avvento della piccola era glaciale diventa il punto di partenza per interrogare e mettere in relazione avvenimenti e discipline che concorrono alla formazione del mondo e del pensiero moderno. Attingendo ai racconti di testimoni diretti - tra cui Montaigne e Shakespeare - Blom riesce a proiettare il lettore nella realtà dei secoli XVI-XVII. L'affresco di ghiaccio del lungo inverno europeo si rivela il pretesto per rileggere la storia da una prospettiva inedita. -
Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell'infinito
Per tutta la sua breve ma intensissima vita, Leopardi non smise mai di pensare al mito, concependolo non soltanto come un modo di manifestarsi della sapienza antica, appartenente all'infanzia del mondo e innervante il procedere epocale della storia umana (come pensava ad esempio Gian Battista Vico), né solo come una semplice espressione della soggettività volta a esorcizzare il terribile della natura, ma piuttosto come una modalità ontologica di darsi delle cose stesse, potendo sopravvivere solo in un paesaggio in penombra, non abbagliato da alcuna illuminazione diretta. Dopo aver tracciato per linee essenziali il dibattito su mito e mitologia nell'Europa del XVIII secolo, l'autore avanza una nuova lettura dell'""Infinito"""", collocando questo capolavoro assoluto della letteratura universale all'interno di un duplice contesto: quello della formazione poetica e filosofica di Leopardi e quello dell'epoca romantica italiana ed europea in cui il poeta visse. Se nella modernità i fenomeni sono diventati oggetto di studio delle scienze della natura, perdendo così la loro vitalità irriducibile al concetto, il sentire persuaso degli antichi non potrà più essere riproposto per evocare l'apparire delle cose nella forma di figure mitologiche non più credibili, come i fauni o le ninfe, Dafne o Procne ecc. Mentre nel corso del XIX secolo sta avviandosi al tramonto la grande stagione del sublime riesumata dalla tarda antichità, Leopardi - attingendo alle radici più profonde dell'Umanesimo italiano - pensa la sopravvivenza del mito nella rappresentazione di quella sottile linea impalpabile, ma intensamente viva - «il celeste confine» divenuto poi «l'ultimo orizzonte» - che separa e unisce il visibile e l'invisibile, per evocare l'irrappresentabile proprio dell'arte e del pensiero moderni."" -
Ieri, oggi e domani. Il cinema di genere in Italia
Dove si sta dirigendo il nuovo cinema italiano? Sicuramente una delle tendenze è il ritorno alla sperimentazione dei generi cinematografici. Tantissimi i nomi di autori - da Alemà e Carrisi a Mainetti, Manetti Bros., Rovere e Sibilia tra gli altri - che si stanno confrontando con nuove forme di narrazione mantenendo sempre uno sguardo sul passato e su una certa tradizione che ha fatto grande il nostro cinema. Il volume, oltre a concentrarsi sulla nuova leva registica degli anni duemila, ripercorre all'indietro l'albero genealogico del genere italiano per arrivare alle sue radici. A dimostrazione di come esso sia stato linfa vitale nei nostri momenti migliori e un'assenza insopportabile in quelli di maggiore crisi. Senza dimenticare sia chi ha tentato la strada del genere andando in controtendenza e consentendone una rinascita, sia chi, in modi completamente diversi, ha portato avanti un discorso nobile genere-autore senza perdere in qualità. -
Carabattole. Il racconto delle cose nella letteratura italiana
Questo libro è un bazar di cose, di carabattole, di piccoli reperti e figure deposte in alcuni testi della letteratura italiana. Come gli spilli delle sarte giapponesi che hanno in cima un campanellino così che non si possono dimenticare nell'abito terminato (Barthes), egualmente alcuni oggetti ""scampanellano"""" (con discrezione) durante la lettura di romanzi e poesie per farsi notare, e così accade che non si scordano più, mentre li vediamo dosare l'atmosfera di un racconto, vigilare sull'incrocio di una storia, e addirittura talvolta travestirsi da emozionanti personaggi. L'affaccendare compilativo di alcuni oggetti può avere un riflesso conoscitivo sulle opere che li contengono? È l'intento del libro che, con cautela in felice confusione, raccoglie, in debita cronologia, testi, da Boccaccio ad Agamben, che hanno avuto da fare nel tempo con il racconto delle cose."" -
Antonio Ligabue. Gli anni della formazione (1899-1919)
La vita e la carriera di Antonio Ligabue (1899-1965) vengono fatte coincidere con i luoghi, le pianure emiliane, dove l'artista ha vissuto dai vent'anni in poi. In realtà il pittore, figlio di un'operaia emigrata, è nato a Zurigo ed è cresciuto in Svizzera. Viene affidato a una famiglia del luogo, che fa di tutto per dargli un'esistenza dignitosa. Ma il ragazzo è problematico: prima è ospite di un istituto speciale, poi è ricoverato in una clinica psichiatrica. Nel 1919 viene espulso dalle autorità elvetiche perché giudicato «un individuo mentalmente minorato e socialmente pericoloso». Arriva così in Italia senza conoscere una sola parola di italiano. Vive nella miseria, deriso, abbandonato al proprio destino. Eppure Ligabue (il suo vero nome, ereditato dal patrigno, è Laccabue), il «tedesco», il «matto», è un uomo tutt'altro che privo di educazione e di cultura. Negli anni dell'adolescenza e della giovinezza ha frequentato, pur tra mille difficoltà, le scuole elvetiche. È là che i metodi di insegnamento e i progressi della pedagogia curativa hanno lasciato in lui un terreno fertile, insieme ai semi di una operosità creativa che presto faranno germinare opere indimenticabili che recano, profonde, le impronte nostalgiche del paese che il «van Gogh svizzero», fra molte sofferenze e contro la propria volontà, ha dovuto abbandonare. -
Emilio Vedova di/by Georg Baselitz. Catalogo della mostra Venezia (17 aprile-14 luglio 2019). Ediz. italiana e inglese
Il 2019 è il centenario della nascita di Emilio Vedova e questa piccola pubblicazione inaugura una serie di eventi a lui dedicati che si rincorreranno per tutto l'anno. Il curatore di questa agile monografia è Georg Baselitz, carissimo amico del Maestro nonostante la grande differenza d'età, e la sua scelta è stata quella di orientarsi verso i lavori di due periodi certamente fondamentali, come i grandi teleri della fine degli anni cinquanta, inizio sessanta, e quelli degli anni ottanta; opere tra le più significative del grande pittore veneziano, che esprimono un preciso impegno etico-politico, manifestato sempre con segni e linguaggi non figurativi, oltremodo drammatici. Una mostra, quindi, estrema nella visione e radicale nei contenuti, che collega tra loro due periodi significativi dell'opera di Emilio Vedova, con un intervallo di venti anni, dimostrandone la continua vitalità sperimentale e di ricerca. -
De Chirico. Catalogo della mostra (Milano, 25 settembre 2019-19 gennaio 2020). Ediz. a colori
A distanza di cinquant'anni dalla storica monografica curata da Franco Russoli, Palazzo Reale torna, in occasione del centenario dalla scomparsa dell'artista, ad ospitare Giorgio de Chirico (Volo, 1888 - Roma, 1978) con una grande mostra a cura di Luca Massimo Barbero L'intera straordinaria carriera artistica del Pictor Optimus verrà ricostruita in catalogo attraverso un percorso articolato in sezioni tematiche che, con un'ottantina di capolavori, narreranno l'evoluzione pittorica di de Chirico, dall'invenzione di una personale mitologia, che passa per l'interpretazione dell'Antico, alla costruzione della propria immagine - pittorica e letteraria -, sino alla Metafisica e al superamento della stessa negli anni venti, quando l'artista getta nuova luce sui valori fondanti dell'arte del passato. Oltre a un percorso esaustivo nelle tematiche sviluppate da de Chirico nel corso della sua carriera, la retrospettiva darà rilievo come mai in precedenza alla tecnica e alle straordinarie qualità pittoriche dell'artista. Una rara riflessione infatti sarà riservata al segno del maestro che attraverso la sua opera si trasforma e si reinventa in maniera sempre autentica, come a voler sottolineare i molteplici temi di suo peculiare interesse.