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Il teatro del mondo. Sul potere dell'immaginazione nell'epoca del caos
Di fronte a disastri ambientali e sociali, un'analisi appassionata sullo sconvolgimento del presente. Da Galileo a Lovelock, dai miti alla teoria della complessità, un viaggio attraverso secoli e immaginari, per cambiare prospettiva, venire a patti con l'imprevedibilità della natura e guardare al mondo come a un palcoscenico su cui mettere in scena una nuova idea di futuro.«La pandemia ha dato a questo testo un'inaspettata risonanza e urgenza intellettuale» – Wiener ZeitungQuali futuri possibili scaturiranno dai cambiamenti in atto? Quali chiavi di lettura? Che storie ci racconteremo un giorno sui tempi che stiamo vivendo?In quest'inizio di terzo millennio l'Occidente sembra avviato a una svolta necessaria: cambiamento climatico, eventi epocali e crisi economiche ci dimostrano che il mondo non è così inerte né a nostra completa disposizione come lo aveva immaginato il secolo dei Lumi. È la fine di un'era, di una civiltà? Per rispondere a questi interrogativi, Philipp Blom torna a indagare la storia culturale europea, ripercorrendo alcune di quelle «grandi ferite narcisistiche» già inferte dalla natura e dalla scienza alla visione antropocentrica della realtà. Dalla «piccola era glaciale» di metà Cinquecento alle scoperte di Galileo, dalla teoria dell'evoluzione di Darwin alla psicanalisi di Freud, dalle acquisizioni dell'astronomo Edwin Hubble alla deriva narcisistica, l'autore intraprende un viaggio negli immaginari del passato per arrivare alla conclusione che a essere in crisi non è tanto l'individuo, ma il suo posto nel mondo. Se le parole e le rappresentazioni di cui ci nutriamo determinano il modo in cui i pensieri e i sentimenti di una società si rispecchiano nelle strutture mentali degli individui, Blom ci invita a scorgere nel caos attuale un'occasione formidabile per ridefinire la nostra identità collettiva e ridare un senso al mondo. Nella consapevolezza che «a creare un orizzonte di esperienza comune sono stati i traumi collettivi. Le guerre, le epidemie, le carestie hanno colpito tutti, in forme dirette o indirette. Allora ciascuno ha trasformato in narrazioni un vissuto condiviso per cercare di integrarlo alla propria identità e ricavarne motivazioni sufficienti per agire anche in futuro. Trovare nuove immagini all'altezza di queste sfide: ecco il “progetto di pace” del presente». -
Moderno Antimoderno. Studi novecenteschi
Una mappa del Novecento letterario italiano, che è al tempo stesso un bilancio storico, un’autobiografia intellettuale e il tentativo di costruire una sorta di anticanone. A un profilo critico d’insieme, che analizza il romanzo come genere della modernità e culmina nella critica al conformismo degli intellettuali, seguono ritratti di grandi scrittori che hanno attraversato il «secolo innominabile». -
Il riformismo di Gianni De Michelis
L'11 maggio 2019 Gianni De Michelis è morto nella sua amata Venezia. È stato un grande uomo politico, dirigente socialista e ministro della Repubblica, ma anche intelligente e operoso costruttore di un moderno riformismo per il nostro tempo. Con questo undicesimo volume della collana editoriale dedicata a «Gli anni di Craxi», la Fondazione Socialismo intende proporre una lettura della sua azione politica e delle proposte culturali che la innervarono incentrata appunto sul suo riformismo: quello pensato e quello costruito. Lo fa raccogliendo numerose testimonianze dei suoi compagni di allora ma anche ricordi di personalità che collaborarono con lui nell'impresa di realizzare un'Italia migliore e più evoluta. Un ricco apparato documentativo consente infine un'approfondita ricostruzione della ricchezza del suo pensiero culturale e politico. Contributi di: Gennaro Acquaviva, Giuliano Amato, Marco Bentivogli, Giorgio Benvenuto, Margherita Boniver, Renato Brunetta, Marco Cammelli, Sabino Cassese, Domenico Cacopardo, Giovanni Castellaneta, Giuliano Cazzola, Fabrizio Cicchitto, Corrado Clini, Luigi Covatta, Piero Craveri, Giuseppe De Rita, Giulio Di Donato, Vito Gamberale, Marcello Inghilesi, Giuseppe La Ganga, Alessandro F. Leon, Biagio Marzo, Gerardo Pelosi, Maurizio Sacconi, Mauro Seppia, Carlo Scognamiglio, Claudio Signorile, Antonio Varsori, Luigi Zanda. Biografia e apparato documentativo di: Livio Karrer. Prefazione di Piero Craveri. -
Fratelli tutti. Sulla fraternità e l'amicizia sociale
L'attesa e straordinaria terza Enciclica di Papa Francesco, sul tema che più ha caratterizzato il suo pontificato e che lo lega al Santo di cui ha scelto di portare il nome.Dopo diverse Esortazioni apostoliche, il Papa torna alla forma solenne, estesa e libera, della Lettera enciclica che verrà firmata e presentata al mondo il 3 ottobre ad Assisi sulla tomba del Santo. L'introduzione di Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, presenta il testo, contestualizza i passaggi cruciali e li spiega in modo chiaro in relazione al magistero di Bergoglio. -
Eleggere il presidente. Gli Stati Uniti da Roosevelt a oggi
Il Presidente degli Stati Uniti d'America quale politico più potente al mondo. Questa erronea interpretazione è smentita dall'analisi e dalla conoscenza complessiva dell'articolato sistema costituzionale, istituzionale e politico all'interno del quale The President non è che uno dei vari checks and balances. Il capo dello stato è certamente importante, ha molti poteri, ma deve confrontarsi con altre istituzioni, con il suo partito e con la campagna elettorale permanente. «In questo senso, eleggere il Presidente vuol dire far venire alla luce la rete di istituzioni che, tra testo e contesto, fanno del Presidente soltanto uno dei nodi, seppure cruciale evidentemente, dell'intero sistema politico-istituzionale americano». -
Autonomia, differenziazione, responsabilità. Numeri, principi e prospettive del regionalismo rafforzato
La Costituzione italiana riconosce il pluralismo istituzionale e il principio di responsabilità. Per darvi attuazione, sancisce l'autonomia finanziaria di regioni ed enti locali, cui risulta funzionale il principio di territorialità dei tributi. Riconosce altresì i principi di sussidiarietà e differenziazione. Con l'obiettivo di superare il dogma dell'uniformità nell'organizzazione dei servizi pubblici e sperimentare i possibili vantaggi della differenziazione, la riforma del Titolo V ha previsto un modello di regionalismo ""rafforzato"""" per le regioni che vogliano ottenere la devoluzione di maggiori funzioni e competenze, unitamente alle relative risorse finanziarie. A lungo rimasto sulla carta, dal 2017 questo percorso è stato intrapreso da alcune regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna), contro le cui istanze si è alzato un trasversale fuoco di sbarramento animato da una visione ugualitaria e da un solidarismo che si vorrebbe illimitato e incondizionato. L'accusa di voler attuare una secessione mascherata, rivolta alle regioni del nord, nasconde una realtà pluridecennale fatta di enormi travasi di risorse tra territori, che non sono stati di alcun giovamento nel ridurre i divari tra le diverse parti del paese e nell'aiutare le aree meno sviluppate. Con un'analisi condotta sia sul versante economico che su quello degli assetti giuridico-istituzionali, il libro si interroga sulle prospettive del regionalismo differenziato facendo giustizia di obiezioni che appaiono inconsistenti e in molti casi strumentali al mantenimento dello status quo, a detrimento sia delle regioni del nord che dei territori del sud. Prefazione di Nicola Rossi."" -
Le ore piene
Con Le ore piene, Valentina Della Seta esordisce con maestria nella narrativa italiana e ci consegna un romanzo di sensualità e misura, di eccezionalità e sorprese improvvise nei vicini della porta accanto.«Con uno stile parco, che lambisce l'eleganza turbata di alcuni racconti di Clarice Lispector, Valentina Della Seta affronta le tentazioni dell'abbattimento di sé nel sesso, senza troppe flessioni spirituali. Molti romanzi italiani hanno tentato questa strada, pochi l'hanno trovata. L'autrice di ""Le ore piene"""" lo fa con una scrittura inequivocabile, che riesce a preservarsi come mistero» – Claudia DurastantiLe ragazze sono fulmini che cambiano la composizione dell'aria, io mi sentivo una pila scarica.Al centro di questo romanzo sta una donna di quarant'anni che, in certe sue abitudini, somiglia a un'adolescente cresciuta. È una donna desiderabile che ama il profumo alla vaniglia e bere vino sul divano, anche da sola, e che, quando la incontriamo, stesa a letto, con un computer in mano, è annoiata. Traduce, si guadagna da vivere con le parole, attività che non è proprio un lavoro, ma non è nemmeno come essere disoccupati. La donna, di cui non conosciamo il nome ma vediamo bene il corpo, decide di rispondere a un annuncio su un sito di incontri sessuali. Dopo qualche minuto, le scrive P. Nella foto profilo di P. ci sono due mani di uomo, curate. Alla donna piacciono le mani, e le gambe. Dopo qualche momento di esitazione e qualche messaggio, decide di incontrare P. e così, un pomeriggio, va a casa sua. Il sito è un sito per incontri erotici, anche sadomaso, ma P. non ha l'aria del master, anzi, somiglia a uno studente, con i jeans neri e la polo ben stirata. La donna si innamora, e anche P. si innamora, ma il coraggio di P. sembra fermarsi a quelle ore, pomeriggio dopo pomeriggio, in cui i due amanti si toccano e si trovano. Ore piene di una vita che né l'uno né l'altra, in fondo, vogliono o possono permettersi. Con Le ore piene, Valentina Della Seta esordisce con maestria nella narrativa italiana e ci consegna un romanzo di sensualità e misura, di eccezionalità e sorprese improvvise nei vicini della porta accanto. Finalmente, anche in italiano, è stata scritta, con una donna e un uomo di oggi, con app per incontri di oggi, una storia conturbante e dolente come Il diavolo in corpo."" -
Bunny Boy
«Si dice che i padri chiedano ai figli di seguire i propri sogni. Ma lo si dice perché i padri non hanno idea di cosa sognino i figli. Se lo sapessero tremerebbero al vento, come foglie ancora appese ai rami solo perché ignorano d'esser morti.»Dicembre 2018. La testa di un uomo a cui sono stati asportati gli occhi viene ritrovata in un sacco di plastica ai piedi di un cassonetto. Il resto del corpo, privato anche del cuore e delle mani, viene scoperto il giorno dopo dentro un pozzetto dell'acqua piovana, in stato di decomposizione. Nel frattempo Nina, undici anni, viene obbligata dai genitori a tornare in psicoterapia, per superare un trauma che sei mesi prima le è quasi costato la vita e a cui tutti imputano la sua attuale insonnia. In realtà, da quando è diventata sorda, Nina è afflitta da terrificanti visioni sonore, che altro non sono che presagi di morte; le sue notti sono tormentate da incubi ambientati proprio all'interno di un pozzetto dell'acqua piovana. Mentre il killer – un ragazzino spezzato che crescendo si è trasformato in un oscuro e spietato vendicatore chiamato Bunny Boy – continua a uccidere, la bambina a poco a poco si rende conto di essere in qualche modo connessa a lui, e soprattutto di essere la sola a poterlo fermare. Per riuscirci, con l'aiuto di vecchi e nuovi alleati, si vede costretta a calarsi nel pozzo nero e profondo dei ricordi dell'assassino: i suoni e le visioni che la perseguitano appartengono infatti al passato di Bunny Boy, dove si nasconde una frattura che non può essere sanata né ricomposta, ma alla quale Nina dovrà comunque dare ascolto. Insieme alle ormai diciannovenni Rasha e Nur e al diciassettenne Alfredo, suo fratello, la bambina si troverà catapultata in un'avventura che porterà ognuno di loro a confrontarsi con le ragioni del male. I quattro ragazzi si addentreranno in un territorio in cui l'infanzia può essere nera e cannibale, ma comunque degna di essere riconosciuta. Quello che non sanno è se gli sarà concesso di riemergerne indenni. -
Il divoratore
1986. Denny ha solo sette anni, un padre violento e una madre tossicodipendente. A scuola tutti lo considerano pazzo, perché passa il tempo a inventare filastrocche spaventose il cui protagonista è l'Uomo dei Sogni, che lo vendica senza pietà per ogni sopruso e ogni ingiustizia che subisce. 2006. Anche la vita di Pietro è tutt'altro che semplice: autistico, comunica con il mondo esterno soltanto attraverso i suoi disegni, e viene preso continuamente di mira da alcuni compagni di scuola del fratello che, un giorno, scompaiono uno dopo l'altro nel nulla, lasciando dietro di sé solo i vestiti che indossavano. Pietro, unico testimone oculare della vicenda, sa chi è il colpevole e lo ritrae: si tratta di un vecchio trasandato e dall'aria crudele che brandisce un bastone nascondendosi dietro un albero. Nessuno, però, gli crede, tranne Alice, la sua educatrice professionale: quel disegno fa tornare a galla ricordi inquietanti che per vent'anni la ragazza aveva cercato di dimenticare. Ma in un attimo il passato travolge il presente senza concedere via di scampo a nessuno, e non può essere fermato. -
La casa vicino alle nuvole
Dall'autore dell'indimenticabile Shotgun Lovesongs, un nuovo romanzo rurale che si tinge di noir, un'immersione dolceamara in un'America ormai orfana del sogno, stretta tra il miraggio del benessere e la ferocia di un capitalismo che macina nel suo ingranaggio forti e deboli allo stesso modo; un'America miserabile a cui rimangono solo le sirene di una corsa all'oro che è in realtà una lotta per la sopravvivenza.«Butler crea un mix efficace tra una favola rurale e un noir sferzato dalla neve. In un'ambientazione hitchcockiana, dove la suspense è bilanciata dall'intimità fraterna tra i protagonisti, riesce a ritrarre la provincia come un perfetto terreno di coltura per la speranza e la ""hybris""""» – Financial TimesL'America è il più grande paese del mondo, a patto di non restare senza soldi.Gretchen Connors sembra avere tutto: il fascino, un impiego prestigioso, un ricchissimo conto in banca e diverse proprietà tra una costa e l'altra degli Stati Uniti. Ma allora perché si è messa in testa di far costruire una lussuosa dimora tra le aspre montagne del Wyoming? E soprattutto perché pretende che sia pronta in pochi mesi? Quando Cole, Bart e Teddy, titolari della True Triangle Construction e amici da una vita, vengono assoldati per la gestione del cantiere, nutrono molti dubbi sulle motivazioni reali della signora, ma la somma esorbitante che gli viene offerta per consegnare l'appalto nei tempi prescritti, con la prospettiva di ricavare più soldi di quanti ne abbiano mai sognati, li convince ad accettare. Quella casa abbracciata alle rocce e impreziosita da una sorgente termale non è un lavoro qualsiasi: chi la realizzerà avrà l'occasione di cambiare le proprie sorti, di dire addio a un'esistenza passata a spaccarsi la schiena per risparmiare pochi spiccioli o per rimediare qualche droga capace di far dimenticare la solitudine; chi se la godrà potrà finalmente ricongiungersi alle proprie radici, sposare la magnificenza selvaggia della natura. Quella casa tra le nuvole non è un progetto qualsiasi: è una casa per cui vale la pena vivere, una casa per cui vale la pena morire. Dall'autore dell'indimenticabile Shotgun Lovesongs, un nuovo romanzo rurale che si tinge di noir, un'immersione dolceamara in un'America ormai orfana del sogno, stretta tra il miraggio del benessere e la ferocia di un capitalismo che macina nel suo ingranaggio forti e deboli allo stesso modo; un'America miserabile a cui rimangono solo le sirene di una corsa all'oro che è in realtà una lotta per la sopravvivenza."" -
Dal tamburo mangiai, dal cembalo bevvi... Lo stato mistico e altre questioni di antropologia spirituale
«Per trascendere il mondo, bisogna che il mondo ci sia, per attingere il soprannaturale è necessario che ci si rappresenti il naturale.»L'esperienza interiore umanamente più scoscesa, ritenuta comunemente un eccesso aberrante al confine del patologico, fu scrutata da Elémire Zolla in quattro testi comparsi tra gli anni sessanta e ottanta del secolo scorso, all'insegna di una tesi che all'epoca suonò sconcertante: lo stato mistico inteso come apertura sorgiva e plenaria all'incontro col divino vissuto coi sensi e la coscienza potenziati all'unisono. L'estatico, il meditante, lo sciamano, chi manipola materie in modo alchemico e investiga le forze che reggono l'esistenza attraverso i segni del cielo, trova normale e per nulla aberrante l'approdo a un ""oltre"""" interiore, a una patria spirituale quale che sia l'orizzonte di fede o agnostico in cui l'apertura epifanica avviene. Lo stato mistico come norma dell'uomo, Esoterismo e fede, Alchimia e meditazione taoiste e buddhiste e Il cielo scritto sono temi che Zolla scruta a partire dalla nuda, ripida evidenza che «ogni vita comporta un'invisibile interiorità che ne è la sostanza». L'abbagliante metafora del tamburo e del cembalo che intitola il libro deriva da un passo del polemista cristiano Giulio Firmico Materno (iv secolo) alle prese con la sua fiera condanna degli insani culti sacrificali pagani che invece di elargire salute e salvezza, come nel caso del mistero eucaristico cristiano, fomentano superstizioni e idolatrie criminose."" -
Eva futura
Quest'opera complessa, dai molteplici significati simbolici, e considerata tra i primi romanzi fantascientifici della storia letteraria, riflettendo sulla scienza e sui suoi limiti, afferma contemporaneamente che il solo rifugio concesso all'uomo è il sogno.""Milord"""", rispose gravemente Edison, """"ve lo giuro: mettendola accanto al suo modello e ascoltandole entrambe, il rischio è che sia quella in carne e ossa a sembrarvi la bambola.""""Al centro di questa storia c'è un nobile inglese, lord Ewald, innamorato di un'attricetta americana, Alicia Clary. A tormentarlo fino a spingerlo al pensiero del suicidio è la stupidità di questa donna, in sconcertante contrasto con la sua eccezionale bellezza. Egli vorrebbe una compagna con quelle fattezze, ma più intelligente e sensibile. Così, prima di risolversi a lasciare questo mondo, va a trovare un amico scienziato, le cui ricerche ha finanziato anni prima e che adesso è un punto di riferimento mondiale: Thomas Edison. Lui gli assicura di avere la soluzione e lo conduce nel suo laboratorio, a Menlo Park – sede oggi, tra le altre aziende informatiche, di Facebook. Nei sotterranei del padiglione, Edison ha costruito, grazie alle sue arti elettriche, un giardino dell'Eden artificiale, nel quale vive, come una Eva altrettanto artificiale, Hadaly, una «andreide». L'idea dello scienziato è di trasferire le grazie di Alicia Clary su Hadaly, alla quale ha già instillato l'intelligenza, l'arguzia e la sensibilità di cui la donna manca. Quest'opera complessa, dai molteplici significati simbolici, e considerata tra i primi romanzi fantascientifici della storia letteraria, riflettendo sulla scienza e sui suoi limiti, afferma contemporaneamente che il solo rifugio concesso all'uomo è il sogno."" -
Antologia della poesia giapponese. Testo giapponese a fronte. Vol. 1: Dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (VIII-XII secolo).
«Come acque che s'infrangono alte contro le rocce nel fiume Yoshino, rapida irruppe in me la passione d'amore.» – Ki no TsurayukiFin dai primi contatti con l'Occidente la poesia giapponese non ha smesso di colpire l'immaginazione degli europei per via delle sue peculiari caratteristiche come la brevità dei componimenti, il costante riferimento agli elementi naturali, la particolare importanza data alla calligrafia, la sostanziale assenza di rima compensata dalla scelta di strutture ritmiche e prosodiche estremamente durature: caratteristiche queste spesso fraintese o deformate da una visione tipicamente orientalista ed eurocentrica di stampo novecentesco. Questo inedito progetto editoriale in tre volumi, corrispondenti al periodo antico (fino al 1185), periodo medievale (fino al 1868) e periodo moderno (fino alla fine del secolo scorso), si propone di selezionare e presentare sotto una nuova luce versi, canti e liriche prodotti in Giappone nell'arco di più di diciotto secoli. Un ricco apparato critico e il testo a fronte rendono questa antologia un prezioso strumento di studio e riferimento sia per l'esperto di culture dell'Asia orientale che per il semplice appassionato di poesia e letteratura mondiale.Il primo volume dell'Antologia, Dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (VIII-XII secolo), raccoglie più di trecento componimenti scaturiti dal pennello di circa un centinaio tra i più rappresentativi poeti dei periodi Nara (710-794) e Heian (794-1185). Le venti sezioni che compongono il volume corrispondono alle più importanti raccolte e antologie compilate nei primi secoli della storia della letteratura giapponese, come il Man'yōshū, il Kokinshū, il Kaifūsō, ma anche opere mai tradotte in italiano come il Kudai waka o lo Honchō monzui. Canti religiosi, struggenti poesie d'amore, elaborati giochi di parole e artifici retorici che diventeranno modello imprescindibile per tutta la successiva storia letteraria dell'arcipelago. Un'attenzione particolare è stata inoltre dedicata alla poesia in cinese composta da giapponesi, che rappresenta l'altra faccia di questa tradizione poetica, spesso sconosciuta al lettore europeo. -
L' apocalisse può attendere. Errori e falsi allarmi dell'ecologismo radicale
La fine del nostro pianeta è davvero imminente? Sul serio moriranno «miliardi di persone» a causa del cambiamento climatico? Prosperità economica e difesa dell'ambiente sono giocoforza incompatibili? E se invece agitarsi tanto attorno a questi temi fosse in parte la manifestazione di un bisogno di trovare un ruolo e una causa semplice a cui aggrapparsi per dare un senso a un mondo dominato dal caos? Da anni tra i maggiori sostenitori di un approccio pragmatico ai problemi ambientali, Michael Shellenberger sconfessa falsità e danni di una delle più diffuse ideologie dei nostri tempi. La principale conseguenza della disinformazione diffusa è di aver reso difficile - se non impossibile - un dibattito serio e articolato: aver ammantato di fatalismo ogni discussione su uno sfruttamento più intelligente delle risorse naturali fa sì che qualsiasi proposta che non implichi «decrescite felici» e «sviluppi sostenibili» venga rigettata a priori. Come uscire da questa impasse? Shellenberger tenta di rimettere ordine tra le varie posizioni e, con argomenti e soluzioni pragmatiche in grado di smentire ideologie e visioni romantiche dell'ambiente, prospetta una visione totalmente alternativa a quella imperante. Analizzando gli stereotipi più diffusi (dalla pericolosità delle centrali nucleari agli incendi in Amazzonia, dall'inquinamento degli allevamenti intensivi fino alla presunta rivoluzione dell'energia solare), l'autore analizza errori e orrori della nuova religione ecologista, tanto più pericolosa perché capace di offrire facili promesse di redenzione, e mette in guardia il lettore da chi, di fronte a sfide epocali, offre soluzioni semplicistiche a problemi complessi. -
L' era della suscettibilità
È ora di ricostruire come siamo arrivati fin qui. Al diritto di offenderci, al dovere di indignarci.rn«Guia Soncini attacca con sapiente divertimento il mondo stupido, rozzo, dittatoriale, senza gioia, che noi stessi stiamo creando, il mondo appunto della suscettibilità» - Natalia Aspesi, il Venerdì di Repubblicarn«Solo Guia Soncini poteva trovare le parole, mettere in fila i racconti, per razionalizzare e catturare questo nostro tempo offeso» - Annalena Benini, il Fogliorn«Un libro di cui non potrete fare a meno di parlare a chi vi sta a cuore» - Concita De Gregorio, D - la Repubblicarn«Un libro ilare e feroce» - Michele Serra, la RepubblicarnBasta un niente: una canzone di cinquant'anni fa, un film ambientato a metà dell'Ottocento, una battuta di oggi - eccola che arriva, l'indignazione di giornata, passatempo mondiale, monopolizzatrice delle conversazioni e degli umori. Ogni mattina l'essere umano contemporaneo si sveglia e sa che, al mercato degli scandali passeggeri, troverà un offeso fresco di giornata, una nuova angolazione filosofica del diritto alla suscettibilità, un Robespierre della settimana. La morte del contesto, il prepotente feticismo della fragilità, per cui «poverino» è diventato l'unico approccio concesso, e l'epistemologia identitaria, per cui l'appartenenza prevale su qualunque curriculum di studioso, sono solo alcuni tra i fenomeni più evidenti e dirompenti degli ultimi anni, con effetti pericolosi e grotteschi che in altri secoli erano occasionale damnatio memoriae e ora sono quotidiana cancel culture. Guia Soncini si interroga sulle origini di quest'eterno presente in cui tutto ciò che non ci rispecchia alla perfezione sembra una violazione della nostra identità. Ricorda le opere che avevano previsto la dittatura del perbenismo, dal solito Orwell al romanzo di Philip Roth La macchia umana, «la matrice di tutti i disastri d'incomprensione e suscettibilità»; contesta il ruolo dei social come amplificatori di dissenso e indignazione; individua alcune preoccupanti implicazioni politiche: se a sinistra si perde la capacità di non considerare la fine del mondo ogni parola sbagliata, che ne sarà della libertà d'espressione? Rimarrà solo alla destra lo spazio per dire di tutto, e non passare le giornate a sentirsi feriti da ogni maleducazione? -
Anime nere. Due donne e due destini nella Roma nazista
Nella Roma dell'occupazione nazista i destini di una ragazza ebrea che collabora con le SS e di una donna tedesca accusata di spionaggio si incrociano sulla via di un'inattesa conversione. In una doppia indagine al femminile a firma di due grandi storiche, un racconto inedito di una zona grigia del Novecento e della nostra memoria collettiva.«Dopo quegli anni convulsi e confusi quasi tutti erano vittime e complici, ricattatori e ricattati. Il mondo non era bianco o nero, ma desolatamente grigio. La gente voleva avere degli eroi, persone pulite e coraggiosea cui guardare. E se gli eroi non c'erano, bisognava crearli.»Roma, 23 marzo 1944. A via Rasella esplode una bomba che uccide trentatré soldati tedeschi. Da Berlino un ordine atroce: per ogni membro delle SS, Hitler vuole la testa di dieci italiani. Celeste Di Porto, giovane ebrea amante di un fascista, aiuta a scovare nel Ghetto i suoi stessi vicini di casa, che con disprezzo la chiamano «Pantera Nera». Nella città liberata una ricca donna tedesca, Elena Hoehn, viene accusata di spionaggio, colpevole di aver dato rifugio a un carabiniere ricercato per aver arrestato Mussolini dopo la sua destituzione. Nello stesso carcere, alle Mantellate, le due inizieranno un percorso che le porterà a cercare, con sorti alterne, una nuova avventura nel solco di Chiara Lubich e dell'emergente ideale focolarino. Ma sono davvero due donne che affrontano un viaggio spirituale o si tratta di due carnefici dalle mani insanguinate? Corrisponde a verità la leggenda che vuole Celeste rancorosa e incapace di discernere tra il bene e il male, salvata da un'anima pia e compassionevole come Elena? Il desiderio ostinato di entrambe di riscattarsi e calcare il «palcoscenico del mondo» e la brama di riscrivere il proprio trascorso gettano ombre sulle conversioni religiose. Tra delazioni, tradimenti e tentativi di redenzione, attraverso le vicende di figure ai margini della Storia, Anna Foa e Lucetta Scaraffia si addentrano in territori inesplorati del nostro passato e restituiscono, nell'ambiguo rapporto di amicizia fra Celeste ed Elena e nella loro ricerca tormentata di una nuova vita, lo specchio di una società che, sebbene anelante a un rinnovamento spirituale, tendeva a dimenticare le colpe e a rimuovere i delitti. -
San Totò
«Un ritratto in cui rivivono il genio e le contraddizioni di un gigante». - il Giornale«Chi non ha visto Totò a teatro non ha visto Totò», si è sempre sentito dire Paolo Isotta da suo padre. Noi ci troviamo tutti, ora, in questa situazione: di Totò abbiamo solo le interpretazioni cinematografiche, molte delle quali contengono spezzoni di Rivista, il che faceva indignare i critici puristi. L'autore la ritiene invece una fortuna, perché si può così tentare di ricostruire un'immagine intera del sommo attore. Di Totò hanno scritto storici del cinema, del teatro, antropologi, studiosi della lingua italiana e latina, filologi classici e filosofi della politica... ma mai uno storico della musica come Paolo Isotta, che dichiara di aver affrontato l'impresa non da esperto ma in quanto innamorato di Totò. Nella prima parte del volume si tenta un ardito ritratto, completo e sintetico, del principe de Curtis. La seconda, che rappresenta a modo suo una novità, è costituita da «una scheda per film», raccontato ora analiticamente, ora brevemente. Il talento di Totò emerge non solo e non tanto nella recitazione, ma nella creazione, attraverso battute memorabili «ai vertici della metafisica». Egli non temeva la competizione, comprendendo che, quanto meglio veniva accompagnato, tanto meglio il suo genio ne sarebbe emerso, in una sorta d'opera d'arte collettiva. Così, fra teatro e cinema, tra spalle e comprimari, sfilano sotto i nostri occhi grandi personaggi dello spettacolo come Aldo Fabrizi, Mario Castellani, Nino Taranto, Aroldo Tieri, Raimondo Vianello, Paolo Stoppa, Macario, Carlo Croccolo. E poi Peppino («la più naturale intesa e unico alla sua altezza»), Alberto Sordi e Titina De Filippo, Franca Valeri e Franca Faldini, che di Totò fu l'ultima compagna. Un tributo raffinato e giocoso a colui che «affermava di ritenersi lieto di avere fatto per mestiere il comico perché la comicità aiuta la gente a prendere la vita come viene e gliela rende più accettabile. Che altro fanno, i Santi?». -
Nathan e invenzione di Roma. Il sindaco che cambiò la Città eterna
È stato il «miglior sindaco di Roma». Eppure la sua storia è pressoché sconosciuta, come la grande stagione capitolina di cui fu protagonista. Il racconto di una figura controversa, di un irregolare in una straordinaria fase di vita del paese.«Chi dovrebbe leggere e meditare queste pagine sono i candidati al Campidoglio che si stanno preparando per la campagna elettorale» - Stefano Folli, Robinson«In sei anni Nathan cambiò la capitale e inventò un modello fruibile per la Roma che verrà, per altre città, persino per chi sia chiamato a governare un paese. Ma è un modello rimasto confinato nel mito, nessuno lo ha ripreso. Perché?»Nathan era diventato sindaco di Roma nelle ultime settimane del 1907, alla guida di una coalizione diversa da quelle del passato, che metteva assieme liberali e repubblicani, radicali e socialisti. Eccentrico signore di sessantadue anni, allora si conosceva di lui soltanto l'essenziale: anticlericale, ebreo, repubblicano, nato a Londra ed estraneo agli interessi vivi che si muovevano in città. Non era iscritto a nessun partito e si era presentato all'appuntamento elettorale con un atteggiamento antidemagogico: sostenendo di essere pronto ad «accettare suffragi ma non a cercarli». La Giunta Nathan in sei anni cambiò il volto della capitale. Portò idee e idealità: la scuola laica e per tutti; la lotta ai monopoli e alla rendita; servizi pubblici efficienti e tecnologicamente all'avanguardia, capaci di fare concorrenza all'impresa privata; la partecipazione dei cittadini alle scelte; il rispetto delle regole. Molte le intuizioni e le anticipazioni: la denuncia contro gli amministratori incompetenti suggeriti dai partiti; il primato della politica sullo strapotere della burocrazia capitolina; l'appoggio a intellettuali anticonformisti e innovatori come Maria Montessori. Fabio Martini ripercorre la storia di quegli anni e indaga le tante lezioni offerte dal «sindaco straniero» per comprenderne appieno la figura di amministratore illuminato, fautore di una grande stagione riformatrice, di un modello di governo che, a distanza di decenni, offre suggestioni ed esempi di evidente attualità, ben oltre la realtà romana. Tra l'interesse acceso ma intermittente delle élite intellettuali e l'enfasi celebrativa ma poco emulativa della politica, un interrogativo rimane: perché Nathan non fece scuola? -
Lessico del nuovo mondo. Una lettura dei mutamenti sociali ed economici
Viviamo una fase storica inedita che esige di riesaminare, alla luce delle trasformazioni in corso, i paradigmi precedenti. Non siamo di fronte a una semplice evoluzione o accelerazione di un insieme di fenomeni. Non abbiamo davanti un'epoca di cambiamento, ma un cambiamento d'epoca. Perché qualcosa di profondo e sconosciuto sta accadendo, e ci accompagnerà per diverso tempo. Si tratta, quindi, di scrivere una nuova ""grammatica sociale"""" con cui delineare e interpretare quello che si sta dischiudendo come un mondo nuovo. Se mantenessimo le medesime categorie analitiche dell'epoca industriale, paradigma della nostra società occidentale, non riusciremmo più a leggere correttamente la metamorfosi in corso. Come leggere un libro con le lenti sbagliate: vedremmo sfocato. Abbiamo bisogno di individuare un nuovo dizionario di parole che aiuti a rappresentare più correttamente una realtà diversa da quella in cui siamo cresciuti. Non possiamo continuare a interpretare i fenomeni nuovi con le categorie di un tempo. Serve un nuovo lessico."" -
Pro Loco risorsa per il territorio
Il volume riporta i risultati di uno studio che dà conto dell'imponente e diffuso impegno di queste associazioni a favore del territorio. Sono oltre seimila con 600 mila tesserati e possono contare sull'impegno di 300 mila volontari per realizzare attività che, estendendosi dalla promozione turistica all'esaltazione del patrimonio culturale, toccano tutti gli aspetti della vita sociale e culturale del Paese al fine esclusivo di valorizzare le peculiarità di ogni singolo territorio. Le Pro Loco sono inoltre impegnate nella gestione di innumerevoli iniziative che contribuiscono a rendere fruibile l'immane patrimonio italiano di bellezze materiali e immateriali. Ciò che emerge dallo studio sono le Pro Loco come splendido esempio di volontariato diffuso e partecipe, profondamente coinvolto; cittadini che, senza distinzione di genere o età, offrono il proprio tempo e le proprie competenze sentendosi ripagati dal successo delle iniziative e dalla soddisfazione di essersi impegnati nella valorizzazione del territorio di cui si sentono parte attiva. Il volume, tuttavia, non si ferma all'identificazione dell'impatto sociale dell'impegno delle Pro Loco, ma stima l'impatto economico per quella che è l'attività più diffusa: la realizzazione di sagre e fiere. E quel che ne emerge è un sorprendente effetto moltiplicatore sul valore della produzione attivato.