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Matilde e le sue storie
Il giovane Mirko trascorre l'intera estate nella graziosa Lipari, a casa dell'adorata nonna Matilde. L'anziana donna è un tipetto energico e piena di vitalità, è molto allegra, ama vivere fino in fondo. Si muove con una simpatica ""Ape 50""""... e ama inventare e raccontare storie allegre e colorate!"" -
Il dipinto di Aristide
"Come in un individuo adulto che ricorda con malinconia le calde certezze della propria infanzia, il protagonista con un approccio quasi superstizioso tenta di riprodurre illusoriamente tempi passati, per ricadere inesorabilmente in un presente di angoscia, ma pur sempre ricco di individuale orgoglio del possesso dei propri principi. Un mondo in cui, nonostante l'insicurezza, non siamo soli a ritrovarci smarriti, a sentirci sperduti nella perdita dei nostri valori. È una perdita condivisa da una generazione intera che ha vissuto l'ultimo cinquantennio della storia italiana con l'affermarsi e il sovrapporsi di partiti e personaggi politici a volte discutibili ma spesso di grande spessore culturale e che si trova improvvisamente spiazzata da una dimensione diversa con la responsabilità di non averne avuto consapevolezza, di non aver percepito in tempo il cambiamento per prevenire i rischi della nuova epoca o, quanto meno, per giungervi preparati.""""" -
Uomo, fàtti essenziale! Incontri, visioni, speranze
«...grazie a don Giorgio e al suo ""spiritello"""" per non aver lesinato nel porre tutte le domande inquietanti e persino irriverenti che sono la cura necessaria nell'attuale stato di avanzata entropia in cui si dibatte il Cristianesimo. E grazie anche per le taglienti e dolenti critiche alla Chiesa istituzione. Se non sapremo purificarci e ritornare all'essenziale, che è per l'appunto l'invito che questo scritto ci rivolge - """"uomo, fàtti essenziale""""- , allora """"gli atei aumenteranno e il gregge si disperderà"""" come diceva la brava Signora, forse catechista, che si chiedeva cosa fare per cambiare le cose nella Chiesa. Se invece sapremo accogliere e rimuginare la critica, a volte decisamente radicale, di questo veterano di Gesù e della sua croce, allora daremo una mano allo Spirito perché agisca e al nostro Dio perché esista. E sopra di noi, nel Cielo, sentiremo come """"un agitarsi di ali"""".» (dalla Introduzione di Silvana Panciera)"" -
Vibrazione cosmica ed ermetismo nell'arte italiana in capolavori tra il 1400 e il 1600
L'Ermetismo non è mai stato una scienza speculativa, accademica, didattica, ma una scienza pratica, molto laboriosa e mai per furbi. Nell'Arte Ermetica nessun insegnamento scritto o orale può sostituirsi alla vostra esperienza di prima mano con la Materia! Lo studio dell'Ermetismo e dell'Alchimia, che ne è solo una minima parte, è e sempre sarà esperienza diretta, che solo un lavoro assiduo e continuato potrà rivelarvi. -
Favole filosofia e animali
"Favole filosofia e animali"""" è una raccolta di dieci favole ispirate all'universo della filosofia. In esse i concetti cardini della storia del pensiero occidentale si fondono con gli intrecci narrativi abilmente intessuti dall'Autrice: si passa, allora, da una riunione che raccoglie le divinità di ogni tempo e di ogni religione alla prova d'astuzia di un povero asino che affronta i saperi della logica e della metafisica, dal cammello che incontra lo Zarathustra di nietzscheana memoria al gatto con il quale il filosofo greco Aristotele deve confrontarsi. Favole semiserie, ma attualissime. Destinate ai più giovani per approcciarsi ai concetti del sapere filosofico con leggerezza e spensieratezza, ma adatte anche agli adulti che vogliono guardare la filosofia da una prospettiva decisamente diversa e di certo non meno affascinante. Età di lettura: da 7 anni." -
L' ostacolo. Un racconto nella cornice dei Laghi Lombardi
"Avremmo voluto chiuderci le orecchie, ma anche ascoltare: la curiosità ci divorava mentre il Gran Cafone lanciava accuse che certo mia madre doveva capire. (...) Fu durante una di quelle scenate che Margherita mi guardò fissa negli occhi e disse """"Tuo padre è Un Gran Cafone"""". Fu il Battesimo."""" Io ero sempre al letto di Paola e la sentii dire, quasi in un sussurro: """"Si possono superare gli ostacoli che la vita ti pone davanti, basta il coraggio, ma non quelli che ti crei dentro, con quelli non riesci a combattere...""""." -
Il Rolando di Berlino di Leoncavallo: documenti per la sua storia
Leoncavallo è conosciuto soprattutto per essere uno dei padri del Verismo in musica con la sua opera Pagliacci, facendone il manifesto del Verismo musicale. Con Il Rolando di Berlino, si cimenta nell'opera verista storica cercando di seguire gli stessi canoni che aveva delineato per Pagliacci. Il Rolando è un'opera verista di ambientazione storica, che da quasi un secolo non è più stata portata sulle scene. In Italia è stata rappresentata solo al San Carlo di Napoli il 19 Gennaio del 1905, da allora non si hanno più notizie precise. Nel primo capitolo del volume è stato analizzato il problema del Verismo in Leoncavallo e del suo approccio con l'opera verista storica, che lo porterà a comporre Il Rolando. L'iter di quest'opera è ricostruito e documentato attraverso articoli di giornali, pagine autografe di Leoncavallo, documenti che risalgono ai primi anni del 1900. Nel secondo capitolo, il dattiloscritto del libretto con le correzioni autografe di Leoncavallo, è stato messo a confronto con il testo finale, annotando correzioni e cambiamenti, è stato inserito il dattiloscritto del libretto con le correzioni autografe di Leoncavallo. Infine è stato trascritto il libretto dell'opera. -
Memorie oblique
"Circostanze distanti nel tempo e nello spazio ma accomunate da stanze di albergo, luoghi asettici ed impersonali di transito e precarietà, luoghi per-versi, per vivere di passaggio come ognuno degli umani che vivono sulla biglia rotante chiamata Terra, per scrivere e per morire, che ci consentono traiettorie di avvicinamento alla nuova e sorprendente raccolta di poesie di Francesco M.T. Tarantino. Volume che in una sorta di casuale coerenza con il nome che porta, fa germogliare luminescenti emozioni sovvenenti per traiettorie oblique, sospensioni in assenza di moto nell'aria ferma di un cielo terso, contese tra notte e giorno, tra buio e luce, tra morte e vita."""" Dalla prefazione di Francesco Aronne." -
Il prestonero nel cielo
Prologo all'opera: ""All'inizio fu avverbio. Infatti si fece presto nero. Nel cielo. Il vento fece tutto da solo. Ma non piovve, almeno lì dove mi trovavo io. Più in là di certo aveva piovuto. Questa volta era andata così. Un'altra volta fu verbo. Fu così che, per colpa della prima persona singolare, mi ritrovai, al presente indicativo, a dipingere il cielo di nero. Io presto nero. Presagi oscuri tinsero bronzee le nubi, su uno sfondo già plumbeo. E infatti piovve. Almeno lì dove mi trovavo io. Quella volta era andata così. Infine fu sostantivo. Lo rubai alla musica. Il presto o molto presto e lo legai allo stile e al genere del libro. Veloce. Fu solo però una pioggerella. Fitta, ma leggera. Anche quella volta era andata così. In realtà non è proprio andata così. Il prestonero nel cielo viene da un errore. Un giorno lessi il titolo di un romanzo. Lo lessi male e nacque il titolo di questo romanzo. Che non è un giallo. Ma si tinge di giallo. Che non è un noir. Ma ha del nero. Che non è un romanzo rosa. Ma profuma di rosa. In pratica un gia.ne.ro. Già, avrei potuto anche intitolarlo Il già nero nel cielo. Questa volta è andata così""""."" -
Storia del Festival della canzone arbëreshe. Testo italiano e arbëreshe
Il Festival della canzone arbëreshe, inventato e istituito nel 1980 a San Demetrio Corone grazie all'impegno e alla lungimiranza dell'avv. Giuseppe D'Amico, coadiuvato da un gruppo di amici appassionati cultori della tradizione culturale e musicale arbëreshe, si inserisce nel mondo italo-albanese proprio in questo momento storico particolare che favorisce il ritorno, il rilancio e il (ri)uso della lingua minoritaria arbëreshe proprio nel momento più acuto della crisi di quel modello tradizionale di cultura orale che era stato il veicolo privilegiato di trasmissione della nostra antica lingua. -
Quel trapezio irregolare di luce ed ombra
Impressioni, emozioni e profumi. Lo scorrere del tempo, cristallizato in un battito di parole, viene fissato in queste riflessioni, nelle quali si può scorgere la bellezza dei ricordi di una vita. Una narrazione che si perde fra intensi istanti di felicità e leggerezza dell'anima, dove sterminati campi di fiori affrontano la forza delle stagioni, tutto per restituirci uno spaccato di coscienza, quello dell'Autrice, che narra di sensazioni eterne e mai banali, tanto delicate quanto fondamentali per l'essere umano. -
Tra le onde del cuore
"Tra le onde del cuore"""" è una raccolta di sessantacinque poesie che segnano l'esordio letterario della scrittrice. Dalla lettura dei versi emerge una poesia che racchiude in sé un universo di sentimenti e di valori, parole che sgorgano dall'animo e all'animo ritornano. Una poesia che """"sente"""", """"vive"""", """"immagina"""". Versi concisi, ma densi di significati, costruiti con un lessico finemente curato e impreziosito da elementi che richiamano un passato mai perduto e tanto amato. L'autrice dice: «Scrivere è il mio mondo, un istinto irrinunciabile che arricchisce in ogni istante la mia vita di emozioni». In un abbraccio tematico si stringono non solo motivi autobiografici e l'amore in tutte le sue sfaccettature, ma drammi esistenziali come la violenza sulle donne, l'emarginazione, l'emergenza dei migranti, la libertà, la solitudine, il suicidio e altro ancora. """"Tra le onde del cuore"""" è un libro che racconta la vita nel suo incessante e meraviglioso fluire, con le sue gioie, i suoi dolori e i suoi sogni. Ricorrente è l'immagine del mare tanto amato dall'autrice, con i suoi colori, i suoi odori, le sue voci, fonte di ispirazione e metafora del travagliato animo umano. A essere celebrato nei versi è l'essere umano con le sue fragilità e il suo disperato bisogno di autenticità in un mondo che si nutre di apparenze e falsi miti." -
Operazione Carrington
Jenna striscia fuori dai rottami dello scuolabus su cui viaggiava e scopre, ancora una volta, che il mondo che conosceva non esiste più. Anni dopo il misterioso incidente che le ha strappato i genitori, una nuova catastrofe la travolge: tutti gli apparecchi elettronici, dal cellulare all'automobile, sono diventati inservibili. L'energia elettrica, l'acqua e i mezzi di comunicazione vengono a mancare. Verità del passato tornano a galla, mentre mani avide si allungano sulle stanze del potere americano, pronte a sfruttare a proprio vantaggio il caos che dilaga nel Paese: l'Operazione Carrington ha avuto inizio. Jenna e l'amico Jake iniziano un viaggio destinato a cambiare il corso degli eventi, braccati dal generale Roberts, che nasconde un'ossessione inconfessabile. L'umanità è appesa a un filo. -
L' opinione
Il volume contiene gli articoli apparsi sul quotidiano La Provincia di Cosenza a partire dal mese di dicembre 2001 fino al mese di settembre del 2002, in una rubrica settimanale intitolata ""L'Opinione"""", ideata e curata dall'Autore. [...] """"La riflessione nasce e si sviluppa quasi sempre sull'onda o sull'urgenza del momento presente, dell'attualità, della cronaca, del fatto significativo nel suo verificarsi, e ne mantiene il piglio del cronista che guarda più in là, che guarda alla narrazione, a una storia, sia pure minimale, con originalità e pretesa di una lettura diversa, di un approccio differente, di un'altra possibilità espressiva. Senza mai perdere il gusto e il dovere della verità, dello stile, del rispetto."""" (dalla Prolusione - L'Autore)"" -
Le gesta dell'errante ossia la via seguita dagli Elden nella lotta contro il Fenrir. Vol. 2
Incrinate le corazze, lacere le vesti, lordi di sangue e terra gli elmi fieri, avanzano gli Elden verso le scoscese montagne, oltre le quali si compiranno i loro destini. Provati ma non abbattuti dalla lotta, essi attraversano lande di confine, un tempo costellate di serene cittadine, ora abbrutite dagli orrori della guerra, prede della violenza cieca e soggiogate dalla feroce prepotenza. L'innocenza è violata, la giustizia calpesta, non però dal conquistatore straniero, nemico manifesto, ma dai concittadini stessi, che non si curano della patria, preferendo divorarla a proprio vantaggio. Il vicino, l'amico, il fratello si rivelano essere traditori che da anni e lustri ammorbano la terra natia seminando orrore e miseria: l'ormai decadente Repubblica di AristoS disvela profonde ferite, infette da crimini invendicati, silenzi atroci, mostruosità obliate e, nel lacerarsi dei legami, gli Elden affonderanno tra le ombre della sconfitta e della perdita, tra speranze sepolte e rinnovate. Emblema di una terra piagata in cerca di redenzione, la Grotta del Dàkryon disserra infine le proprie fauci, rivelando segreti da troppo tempo sepolti. -
La luce del mondo (Saulo di Tarso e altre storie minime)
"Come in un giuoco antico di avanzate e ritorni, sul sentiero della vita gettiamo i nostri dadi, proprio nel modo in cui lo fecero distratti soldati romani, ai piedi e all'ombra di un manufatto ligneo che ha cambiato la storia del mondo. Proprio come loro, sbadati nel quotidiano incedere tra le mulattiere del pianeta, insensibili alla immane sofferenza che appena poco più in là trasuda sangue e lacrime, eppure trasparente ai nostri occhi. Ci capita sovente di pensare di essere giunti al termine della notte quando riusciamo a dipanare l'aggrovigliata matassa di situazioni in cui, nostro malgrado, ci troviamo immersi. Ma proprio mentre ci sembra di intravedere, oltre il nostro punto di osservazione, il bagliore della luce del giorno e le ultime stelle del mattino, ci può capitare di inciampare di fronte a qualcosa di inatteso che schiude le porte del profondo e ci pone di fronte a un nuovo buio da cui però si irradiano ammalianti lampi radioattivi. Un po' quello che accade quando entriamo nel campo gravitazionale dei nuovi versi di Stanislao Donadio"""". (Dalla prefazione di Francesco Aronne)." -
Orazio Orizio. Cronache di un uomo in un mondo di fenomeni
"Egregio lettore, posso dirti con assoluta certezza che io non esisto. Il dubbio aleggiante, non completamente causato dal fatto di aver preso coscienza di essere un personaggio di fantasia, è brinato in solida convinzione quando ho capito di non essere ciò che pensavo di essere. Mi sono reso conto di esistere come insieme di osservazioni e pensieri superficiali (o meno) di familiari, amici, conoscenti e individui anonimi di passaggio. Ci sono, quindi, vari livelli del mio essere, i quali sfumano dal disordine apparente di barba e vestiti, alla profonda stronzaggine, figlia della becera misantropia. In questo momento, immagino di prendere forma nella tua mente come un sintomo di demenza dell'autore, nella sua vana ricerca di un'idea intelligente per riempire questa aletta. Ecco! Forse io sono questo! Un elemento impalpabile, nato per colmare un vuoto. Un caro saluto. Orazio"""" (dall'aletta del volume) """"Mi sentii leggero. Ora ero libero. Potevo tornare a fare l'indignato sul web, superficiale quanto un dipendente che si lamenta lunedì mattina sui social network, potevo tornare a lagnarmi di ogni cosa senza proporre soluzioni.""""" -
Quel pozzo. L'uomo, la donna e l''amica
"Insieme a Don Giorgio e a """"Quel Pozzo - L'Uomo, la Donna e l'Amica"""" ho ripercorso la storia di un'umanità """"indebolita"""" nello scorrere dei secoli; l'Uomo, la Donna e l'Amica hanno assunto altri modelli di vita, i legami si sono sfaldati a favore di una """"universalità"""" che rende tutto più labile e allontana fisicamente, nello spazio e se vogliamo anche nel tempo, gli esseri umani; """"i pozzi"""" sono stati sostituiti da """"un altro"""" o da """"un altrove"""". Ma in tutto ciò il """"nostro Pozzo"""" è sempre là fermo, immutato nel suo essere più intimo, più vero, e silenzioso con i suoi misteri, le sue profondità, le sue verità, le sue albe e suoi tramonti: «... Non hanno bisogno di un altro pozzo. Loro sono il pozzo, e non lo sanno»"""". (dall'Introduzione)" -
Storie di donne fra storia, letteratura e arte da Sant'Eulalia a Elfriede Lohse-Wächtler
"Tra verità e leggenda, intarsio di storie e situazioni del variegato universo femminile, tasselli di un mosaico da ricomporre, modi diversi d'esser donna, anime fragili e forti, eroine di passione, vittime dei loro sentimenti, colpite da un destino avverso, che hanno subito la prepotenza maschile, talvolta anche reagito, non esitando, o poco esitando, a ribellarsi alla prepotenza e all'ingiustizia servendosi, in modo maldestro, delle stesse armi efferate del nemico... (Francesca Santucci) Da Sant'Eulalia a Elfriede Lohse-Wächtler... Vite comunque travagliate, donne vittime che lottano, ed infine soccombono, lasciando una sublime testimonianza di forza e determinazione, a fronte d'un omologo maschile che ci viene dipinto scialbo, stereotipato, incapace d'amare veramente, succubo della ragion di stato, vittima di atavici pregiudizi"""". (Piergiorgio Cavallini)" -
Il maglio delle streghe
Roma, estate del 1977. Un'anima oscura, nell'attesa di compiere il suo diabolico fato, si aggira, disperata, per le vie della città. Una sera di fine agosto i Leone, una delle famiglie più potenti della capitale, vengono sconvolti da una misteriosa telefonata proveniente dalla Sicilia. Il passato bussa alla porta di Massimo, avvocato in carriera, facente parte di quel mondo corrotto che devasta la città. Alla telefonata segue una richiesta d'aiuto: l'uomo che da più di 30 anni ha chiuso con la sua famiglia d'origine, i siciliani baroni Leone, torna a quel richiamo nella sua terra natia, dove dovrà fare i conti con situazioni difficili. La totale indigenza in cui versa il suo casato lo porta a trasferirsi a S., dove la moglie Sonja e i figli Dimitri, Anna e Domenico, seppur titubanti, lo raggiungeranno. Ognuno di loro, tra drammi, dolori e amori, affronta il periodo siciliano scoprendo nuovi segreti e verità, sfocianti in una tremenda e brutale spirale di morte causata dal risveglio di un male arcaico.