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Teatro. Vol. 1: Stazione centrale-Tre minuti alle quattro
Stazione centrale: dramma in due atti. Intorno a una bancarella davanti alla stazione centrale di una grande città come tante nel mondo, cinque persone vivono il loro inferno quotidiano. Lijing, una sex worker; Vito, un barbone ex prete; Bruno, un giovane spacciatore; Lindo, il boss, ed Endrit, suo assistente, sfruttatori spietati. L’amore imprevisto di Bruno per Oltijiana, adescata con la promessa di un lavoro stagionale e destinata alle notti brave di uomini perbene, rompe l’equilibrio e innesca la tragedia. La storia raccontata dimostra che la schiavitù della prostituzione è sotto i nostri occhi, ma torna comodo non vederla. Tre minuti alle quattro; sarabanda per atto unico. Mancano tre minuti alle quattro di un gelido giovedì d’inverno. Gasparo, un sessantenne, si sta suicidando. La realtà si deforma, i suoi pensieri si amplificano, si contraggono in una sarabanda infernale di paure, disperazione e pentimento, mentre una seducente Madame M volteggia frenetica. Ma, alla fine, tutto potrebbe essere soltanto un incubo destinato a svanire con le luci dell’alba nascente. Il lettore/spettatore ha un solo indizio per capirlo. -
Le note dell'anima
La donna a cui è dedicata questa silloge, Elisa, è una figura femminile realmente esistente: l’incarnazione dei palpiti amorosi, colei che fa vibrare le corde del cuore al poeta milanese Marco Galvagni che sa benissimo essere destinata a lui per un gioco magico del destino. Magia ve n’è in abbondanza in queste poesie, in particolare nella terza sezione dove la proiezione futura delle velleità di Marco Galvagni trasmuta l’astrazione dei desideri in realtà. Se in poesia esiste una tangenza fra universo esteriore e mondo interiore dell’io narrante in questa silloge tale tangenza diventa osmosi, emblema rivelatore d’un’anima dai connotati onirici. Lo stile non è né classico né postmoderno bensì tradizionale ed esprime una voce unica, tagliente e coraggiosa del nostro panorama poetico. -
Tempo 4/4
“tempo 4/4” esplora la consapevolezza dei limiti dell’esistenza, il rapporto con la poesia e l’impossibilità di darsi all’Altro. Le 25 poesie contenute nella silloge tracciano un percorso di riflessione sull’identità e sulla finitezza dell’esperienza umana, filtrata attraverso app di incontri, riverberi religiosi e spirituali, omaggi ad artisti e poeti (Derek Jarman, la Beat Generation), e la sessualità queer. I versi in “tempo 4/4” scandagliano l’odierno caos esistenziale e comunicativo con un linguaggio a tratti ermetico e con travasi dall’inglese. Il tempo a cui fa riferimento il titolo è sia il tempo esistenziale sia la metrica della musica house, che qui funge contemporaneamente da sottofondo e strumento salvifico per sopperire allo scarto tra la bellezza dell’universo e il vivere quotidiano. -
Terra Betlemme
Il senso di vuoto interiore e la violenza assassina che si alimentano reciprocamente in una folle corsa che sembra precipitare il mondo verso l’abisso, fondati sull’irresponsabilità e l’arroganza umana. E, dall’altra parte, inconciliabili, le migliori qualità dell’uomo, che si esplicano nella Natura, che sembra attendere e invocare da questi il coraggio e la prassi della speranza. Una generazione, perciò, che appare fallimentare, ma che può ancora salvare se stessa e il mondo in cui vive, se riscopre la capacità e la forza di riconoscere i propri errori e di agire in maniera diversa. La poesia e la Natura, allora, quali luoghi ultimi, selvaggi e incontaminati, reali e spirituali, dove ancora vive la speranza, dove la Terra è la Betlemme dell’Universo, dove anche la solitudine dell’uomo, alla ricerca del senso profondo della vita, può trovare refrigerio. -
Scorporare
Itinerario conoscitivo tra le immagini, ""Scorporare"""" è un dialogo amoroso ininterrotto, una raccolta di liriche quotidiane, metafisiche, politiche che delineano il tempo di un'attesa infinita e incompresa. Segnata dai temi della contemporaneità, la silloge interroga la realtà un pezzo alla volta, cercando di trascrivere ciò che si cela sotto il manto delle parole, di opporre alla paralisi dell'angoscia una volontà di rivolta. La poesia è forse l'ultima ermeneutica possibile; ma se il mondo è un libro, """"Scorporare"""" è l'opera di un copista dislessico e ostinato."" -
EUgoslavia
"EUgoslavia non racconta l'esilio o la nostalgia di un luogo, ma la memoria di un luogo che non esiste più, fagocitato dalle piccole patrie. E simili sono le piccole patrie in cui l'umanità, solo apparentemente più globale, si confina, in assenza di visioni. Le relazioni umane diventano mondi chiusi senza prospettiva, come l'ultimo campionato vinto da una squadra il cui paese di provenienza è appena scomparso. Nessuno vince."""" (Carla Mussi)" -
Leggeri arredi
L'io lirico si accompagna ad un tu-amico in un ménage che scorre con leggerezza anche quando il primo tenta un approccio amoroso cui il secondo si nega affermando di non essere gay. Sullo sfondo della vicenda intima fanno capolino alcuni problemi della vita collettiva. Al disorientamento dei due corrisponde la disarticolazione della narrazione in frantumi, che però non impedisce la ricostruzione dei fatti. Unico punto fermo pare essere il ritornare di alcuni oggetti d'arredo in un'atmosfera ironica e gattescamente ambigua. -
Non uso più il rasoio a lama
La poesia di Calandra segue momenti e movimenti della sua vita, con continui cambiamenti in corrispondenza di crisi esistenziali e violenze subite. -
Luoghi di attenzione
Nella raccolta il concetto merleaupontiano di simultaneità viene declinato secondo livelli cronotopici e alterativi. La tensione propriocettiva diventa problema, oltre che di superficie e stratificazione, di estensione-di e di durata-tra, anche di rappresentazione stessa: se la rappresentazione sforzata della durata diviene trans-azione del concetto di spazio percepito, la proiezione sensitiva è estetica della transitività, riduzione del soggetto-percipiente a soggetto-percepito dall'oggetto; l'alterità incarna le generazioni dell'oggetto. -
Le sirene di Rotterdam (o di come ho sbaragliato i miei miti in XXIV round)
"Le sirene di Rotterdam"""" è un romanzo in cui convivono Erno Rubik ed Enrico Fermi, un Golem e un numero surreale di test di gravidanza, l'undici settembre e """"Biancaneve"""", Alfred Hitchcock e Ettore Majorana, """"Guerre stellari"""" e """"Il mago di Oz""""... Un romanzo sulla difficoltà (e il rifiuto) di alcuni a conformarsi allo status quo, ma anche sulla necessità di liberarsi dei propri idoli e dei propri miti, famigliari e non, per raggiungere l'età adulta. La storia ha per protagonista Dino Crocetti, ventenne della periferia nord di Siracusa. Ex bambino prodigio ossessionato dai nomi, misantropo e agorafobico, Dino vuole convertirsi all'ebraismo e vive nel ricordo del padre Domenico, andato via di casa dieci anni prima. Completano la famiglia sua madre, inventrice in cura da uno psichiatra da quando il marito è scomparso, e la sorella, una fervente cattolica con manie di grandezza." -
Api regine
Ivana Balistreri e Tina Castrozzi oggi hanno ottant’anni: sorelle di latte, ma non di sangue, hanno vissuto in un paese sulla ferrovia Napoli-Roma, sede di diocesi, cercando di sopraffarsi come chi è in procinto di annegare fa con il suo soccorritore per sopravvivere almeno un altro minuto. Come un apicultore inserisce una nuova regina in un alveare dopo averlo orfanizzato, entrambe si sono introdotte in ambienti patriarcali e li hanno resi orfani delle figure maschili. Ivana ha scelto la Chiesa per spianare la strada del sacerdozio a suo figlio Ignazio e quando questi diventa il vescovo della diocesi lei, in quanto madre, crede finalmente di aver dimostrato di essere superiore e di poter disporre di tutta la sua famiglia riunita. Questo trasforma in odio puro il livore di Tina che, ormai matriarca indiscussa di un clan ai limiti tra legalità e illegalità, farà di tutto per annientare la sua sorella di latte e la sua famiglia. -
Una stella per amica
L'idea del libro è di Giulio Giorello, profondo estimatore e amico di Margherita Hack, ma hanno contribuito con ricordi personali pure Sergio Staino, Piergiorgio Odifreddi e Don Pierluigi Di Piazza. Un disegnatore dalla penna sottile, un ateo convinto, un prete anomalo, figure che ben si accordano con Margherita Hack. Il libro descrive l'intima amicizia con Margherita Hack, frammenti personali e inediti degli ultimi anni di vita della nota astrofisica. A distanza di anni, si rintraccia dal libro il suo intenso concetto di libertà, la profonda tolleranza senza mai imporre la sua laicità, anche quando la stessa è stata oggetto di polemiche e censure. Nel libro ben si intuisce l'eredità di Margherita Hack, non solo nel testamento biologico che la scienziata della laicità ha consegnato nelle mani del suo fiduciario e autore del libro, ma la conclamata volontà di una donna impegnata, tra obblighi pubblici e intimi. -
Morte dell'autore e scritture del sé
Da sempre il ruolo che spetta all'autore è uno dei punti più controversi della pratica letteraria. Ribaltando il topos della morte dell'autore auspicato da Roland Barthes nel 1968, lo scopo di questo libro è, invece, mettere in luce l'iper-presenza dell'io autoriale nell'industria culturale e nelle narrazioni contemporanee, il che è facilmente rinvenibile vista l'amplificazione di alcune scritture del sé come la non-fiction e l'autofiction. L'indagine parte dalle idee sul concetto di autore di Barthes e Foucault per chiudersi con l'analisi dell'opera non finzionale di Emmanuel Carrère, un mirabile esempio che manifesta l'impossibilità della morte dell'autore. -
Cento innovazioni sociali dalla Finlandia. Le invenzioni politiche, sociali e pratiche che hanno disegnato il volto della Finlandia d’oggi
Come si fa a essere un popolo felice? La risposta dei finlandesi, in questi 100 saggi brevi e di facile lettura, è che l’inventiva a scopo sociale e solidale è un’ottima chiave di lettura del welfare nordico. Soluzioni che hanno portato a traguardi come il successo della scuola, le “quote di genere”, il monopolio statale del gioco d’azzardo e a tante scelte politiche e iniziative di impegno civile. Perché le idee pensate e realizzate non per lucro, ma per promuovere il benessere e una società più equa non hanno confini. -
Fedele al pane
"Fedele al pane"""" è una raccolta di poesie d'amore, di caduta e di rinascita, di parole capaci di mettere a nudo, e in cui è facile specchiarsi e riconoscersi. Sono componimenti che stuzzicano le sensibilità più disparate, poiché, nonostante la pluralità di stimoli a cui rispondono, attingono soprattutto dal sentire quotidiano, da emozioni semplici, ma travolgenti, essenziali, in un alternarsi di sentimenti alla base, di fatto, dell'esistenza di ciascun individuo. Chi, pur non avendo mai letto Saffo, non si è mai ritrovato con lo sguardo puntato alla luna, a pensare alla persona amata?" -
A un metro di distanza
L'autrice si misura lungo un arco di tempo le cui coordinate rientrano in una unità di misura simbolica e non definita nella sua esatta percezione: il metro. Il disagio di vivere, le perdite, le gioie i dolori confluiscono in maniera diretta e naturale nelle restrizioni imposte dalle leggi. Il metro di distanza diventa un'ellisse entro cui scorrono gli archetipi di una quotidianità che inizia in tempi lontanissimi e si dispone senza misura in un contemporaneo non condiviso. Il metro di distanza diventa casa, muro, freddo grembo materno e misura di sicurezza, dalla quale l'autrice comincia a ""vedere"""" per la prima volta."" -
Le poesie di un maledetto. Testo francese a fronte
"Le poesie di un maledetto"""", nella attuale traduzione in italiano di Salvatore Mugno, con il testo originale francese a fronte, sono l’unica silloge dello scrittore e critico letterario italo-tunisino Mario Scalesi (Tunisi, 1892 – Palermo, 1922), ritenuto l’iniziatore della letteratura magrebina di espressione francese e il principale poeta tunisino in lingua francese del Novecento. Les Poèmes d’un Maudit furono pubblicati la prima volta postumi, a Parigi, nel 1923. Hanno avuto varie altre edizioni in Francia (2002) e in Tunisia (1930, 1935 e 1996) e in Italia (1997, 2006). Quando il poeta era ancora in vita, molte di queste composizioni apparvero nelle più importanti riviste letterarie tunisine, a cui egli collaborava anche come critico letterario: «La Tunisie Illustrée» e «Soleil». In questi periodici egli pubblicò, inoltre, le sue teorie sulla letteratura magrebina di espressione francese. Il volume raccoglie un’ampia selezione delle liriche scritte dall’autore, testi che, nell’insieme, costituiscono una sorta di struggente autobiografia in versi." -
Salire solitario
La salita sul sentiero (come anelito carico di malinconia) può essere condotta in solitaria, ma anche nell'affiancamento interpersonale e nel contatto naturale. Il contenuto di ""Salire solitario"""" riflette questo apparente scarto: la solitudine accennata si rivela gesto di replica spontaneo di fronte ai collassi esistenziali. Al contempo, la contrapposizione costante tra motivi carichi di letizia e accenti più travagliati conferma un intreccio di realistica uniformità. I pensieri compresi in questa silloge intagliano uno spazio vissuto a metà via tra intimità e condivisione."" -
Teatro. Vol. 2: Ristretto-Il filo di Re' Anna
"Ristretto"""": Dramma in due atti. Mohammad e Rossana, giovani e innamorati, si sposano, accettando le reciproche diversità religiose e culturali. Mohammad, per dare a sua moglie ogni comfort, ruba al suo datore di lavoro e finisce in prigione dove scopre che Rossana ha una relazione con il suo avvocato. Per vendicarsi, il giovane entra nel giro della criminalità organizzata ma, quando comprende che sta per trasformarsi in uno strumento di violenza e di morte, vede una sola via di fuga… """"Il filo di Re' Anna"""": Atto unico. Renata si sta ammalando di Alzheimer. I suoi figli non vogliono accudirla e la donna concluderà i propri giorni in un ospizio. Anna, una vicina di casa, è presente quando, dal buco nero in cui la donna sta precipitando, emerge un passato delittuoso. Chi è Anna? La figlia avuta fuori dal matrimonio, destinata alla spazzatura, salvatasi e ora pronta a soccorrerla o è l'allucinazione di una mente rosa dai rimorsi?" -
Versi della dimenticanza
Una raccolta complessa e articolata questa dei ""Versi della dimenticanza"""", che tutto riescono a compiere fuorché riuscire nell'intento dell'oblio, piuttosto provano ad uscire, a trovare una strada per venire a capo di grovigli e ossessioni del corpo e della mente, antichi, quasi ancestrali, seppure sempre presenti. È un percorso intellettuale e materico in quattro sezioni, più una conclusiva (“Versicoli al veleno”). Ognuna fa parte del tutto, il principio è il lago dell'infanzia e il mare (l'elemento dell'acqua), si scende poi nella terra, per innalzarsi infine al cielo, per tentare in realtà di giungere oltre questi tre elementi, nella quarta sezione, dove si supera la linea di confine, in un viaggio faticoso che conduce alla liberazione. Si trova - dunque - la chiave per giungere in un altrove, seppure le chiavi di casa siano irrimediabilmente perdute.""