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Collezionisti, accademie, musei: storie del mondo etrusco dal XVI al XIX secolo. Atti dei Convegni internazionali «La tradizione etrusca e il collezionismo in Europa dal XVI al XIX secolo» (Pisa,...
Sono riuniti in questo volume gli atti dei due convegni internazionali ""La tradizione etrusca e il collezionismo in Europa dal XVI al XIX secolo"""" tenutisi nella splendida cornice del Palazzone della Scuola Normale Superiore di Pisa (1-2 novembre 2014 e 29-31 gennaio 2016), promossi dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal Comune di Cortona e frutto del progetto di ricerca """"L'Accademia Etrusca di Cortona: collezionismo e Repubblica delle Lettere nell'Europa del Settecento""""coordinato da Maurizio Ghelardi e curato da Ilaria Bianchi. I convegni hanno rappresentato un momento di notevole rilevanza scientifica e di apertura verso tematiche museologiche e collezionistiche che negli ultimi anni sono diventate di forte interesse per gli studiosi di antichità. Il mondo etrusco e il collezionismo sono anche i temi d'elezione dell'attività della Fondazione Luigi Rovati, il cui Museo etrusco a Milano intende essere parte attiva nello studio e valorizzazione del patrimonio archeologico, affiancandosi e intessendo solidi rapporti con istituti accademici locali ed esteri. L'avvio di questo percorso non poteva non includere Cortona e l'Accademia Etrusca, con la quale è stata attivata una collaborazione per sostenere la ricerca e il dibattito scientifico. La Fondazione Luigi Rovati quindi ha sposato con entusiasmo l'idea di pubblicare i contributi degli studiosi che hanno animato i convegni, ritrovando in queste testimonianze i prodromi di un approfondimento delle vicende collezionistiche che hanno portato alla formazione delle principali raccolte museali italiane ed europee. Il volume apre la collana degli """"Atti"""" che darà voce all'attività convegnistica della Fondazione, avviata con l'incontro """"Immaginare l'Unità d'Italia. Gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela"""" (Milano, Palazzo Litta, 30-31 maggio 2019), organizzato a Milano a latere della mostra """"Il viaggio della Chimera. Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo"""" (Milano, Civico Museo Archeologico, 12 dicembre 20188 settembre 2019)."" -
Immaginare l'Unità d'Italia. Gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela
Il volume nasce dal convegno internazionale organizzato dalla Fondazione Luigi Rovati a Palazzo Litta a Milano nel maggio 2019, a latere della mostra ""Il viaggio della Chimera. Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo"""" presso il Civico Museo Archeologico di Milano. I contributi presentano alcune figure chiave del collezionismo di antichità milanese, analizzano i nuclei etruschi delle principali raccolte private e museali nazionali e internazionali, presentano una serie di riflessioni sulla normativa legata alla conservazione e al collezionismo a partire dall'epoca preunitaria."" -
Poesia. Trilogia del Ceriman
Carmine Brancaccio per celebrare i suoi quarant'anni o semplicemente per mettere ordine - riunisce tre libri apparsi tra il 2002 e il 2007, con minime correzioni e variazioni: Fughe, i re sono giullari, del 2002, Laudano, del 2006, e Le quartine di Pierrot, del 2007 (silloge che gli valse un premio di valore). E lo fa con un sottotitolo, Trilogia di Ceriman - che era l'anagramma del suo nome, usato per un po' come nom de plume -, per indicare l'omogeneità di una produzione lirica ispirata da un vivificante rapporto con l'arte poetica (""la Arte"""", la chiama nelle Quartine)."" -
Noi quelli dell'inclusione scolastica che...
Mai come nell'attuale momento storico il dibattito sui temi dell'inclusione, dell'accoglienza e della valorizzazione della diversità è stato così acceso sotto diversi punti di vista, politico, culturale, sociale e soprattutto scolastico. Anche se il riconoscimento dei diritti pieni di cittadinanza e partecipazione delle persone disabili, e in particolare degli studenti, è un dato acclarato già da decenni, ancora oggi ci interroghiamo sulle modalità, sulle possibilità ed anche sulle criticità di un sistema di inclusione che non sempre è capace di garantire il riconoscimento della persona, a prescindere dal suo ""handicap"""". Il racconto di Marco Condidorio, e si parla volutamente di racconto anche se intessuto di riflessioni critiche e proposte di azioni, muove proprio dal desiderio di far immergere il lettore nello spazio grigio delle negazioni e negli spiragli delle possibilità che vivono quotidianamente le persone non vedenti; un racconto denso di immagini, di ricordi e di prospettive spesso cancellate da un sistema, soprattutto scolastico, incapace di andare oltre l'apparente, di leggere l'unicità della persona e di riconoscerle un posto adeguato nel mondo."" -
Semplicità
"Parole semplici la mia poesia"""" e un dire epigrammatico, vale a dire incisivo, lapidario, che non lascia spazio se non alla contemplazione breve del movente del pensiero. Fulmineo, istantaneo, quasi a voler rapire questo tempo al Tempo. Come se non se ne avesse, di tempo, come se non bastasse alla fame del poeta e a quella """"malattia"""" che per lui - e non soltanto per lui! - è la poesia. Una malìa, la poesia, così come il sole, la rosa, la farfalla e quei piccoli animali (la sua poesia si anima di merli, di passeri, di un gallo e anche di una volpe) che agitano i pensieri e le ore e il tempo e le stagioni in Melbourne (Australia) dell'emigrante Mariano Coreno." -
Nel vento e senza tempo
Almerindo Ruggiero è il poeta della realtà, che guarda le cose e le vede, e ne parla perché pensa che vadano viste, che sia importante non perdere il contatto con il reale, le cose di tutti i giorni, gli affetti comuni, le persone che ci sono vicine. Nel vento e senza tempo fa pensare a un dipinto famoso come quello di Friedrich: quella figura quasi eroica che si staglia in un panorama desolato. Il poeta è un po' così, sperduto di fronte allo scorrere degli eventi, ma la sua parola è vela che raddrizza la barca - e la riporta a una riva serena, al desiderato approdo. -
Tutto splende da lontano
È vero che ogni libro è quel che è - come tale va letto, gustato, giudicato; ma è vero pure che ogni libro è tassello di un complesso mosaico, parte di un percorso formativo, esistenziale, non soltanto letterario, e come tale anche va letto, gustato, giudicato... Un libro di poesia, per quanto apparentemente occasionale (raccolta di un certo numero di testi, con o senza un tema guida, messi insieme in un arco di tempo più o meno considerevole), non è mai soltanto quello che presenta nelle sue pagine: dietro c'è senz'altro dell'altro - e qualcos'altro gli succederà prima o poi. Autore e lettore, insieme e in tempi diversi, costruiscono una storia che rimane. Ecco perché bisogna sempre leggere un libro nuovo tenendo presenti quelli di prima, ecco perché certi versi, certe espressioni, ritornano e segnano il passare delle stagioni nel conservarsi insieme a quelle passate. -
Letteratura erudita, fonti e documenti d'archivio. Per una storia di San Giovanni in Venere e del Mezzogiorno adriatico
Il volume accoglie gli atti del Convegno di studi ""Letteratura erudita, fonti e documenti d'archivio. Per una storia di San Giovanni in Venere e del Mezzogiorno adriatico"""", tenutosi a Fossacesia il 16 e 17 marzo 2019. Emerge un affresco ricco e affascinante sulla storia medievale e moderna del Mezzogiorno monastico e sull'impulso creativo e artistico irradiato dagli insediamenti benedettini della costa adriatica, dall'Abruzzo alla Capitanata fino alla Terra di Bari, con sporadiche incursioni anche in Terra di Lavoro. In questo panorama sfaccettato e complesso è stato rimarcato il ruolo centrale giocato dall'abbazia di San Giovanni in Venere e ne è stata sottolineata l'eccezionalità attraverso alcuni contributi che hanno suggerito una radicale rilettura della storia del cenobio proprio alla luce di recenti scoperte documentali. La coesione del gruppo di studiosi, provenienti da atenei diversi e da esperienze formative eterogenee, ha permesso di arrivare alla pubblicazione degli atti in un anno di lavoro e ha portato ad una pluralità di visioni e di riflessioni che rappresentano la vera ricchezza di questo volume."" -
Santa Maria di Canneto a Roccavivara. Programma decorativo, spazi, culti e poteri
Il libro nasce dal desiderio di raccogliere in una sola opera monografica lo studio, le riflessioni, i consigli, le suggestioni nati attorno alla chiesa di Santa Maria di Canneto a Roccavivara, nella totalità delle sue espressioni artistiche. Il risultato, dunque, è il prodotto di un insieme di interessi maturati nel tempo e confezionati per questa circostanza in un cofanetto che confluisce nella collana Studi Vulturnensi del professor Federico Marazzi. -
La mistica danza delle parole
La raccolta di poesie procede a ritroso nella vita dell'artista, ripercorrendo l'itinerario spirituale di un'anima attratta dalle vibrazioni poetiche del cosmo. Dalle poesie più recenti, datate intorno al 2016, vengono man mano presentate quelle degli esordi, risalenti al 1996. I componimenti giovanili già rivelano quella singolare sensibilità e quelle particolari atmosfere che caratterizzeranno gli scritti della maturità. Le prime poesie, tendenzialmente più lunghe e descrittive rispetto alle ultime, dipingono un mondo simbolico, popolato da figure misteriose che racchiudono un messaggio di purezza. L'ambientazione può essere surreale, come nel caso del Teatro dei sogni, o naturale, come nell'Orso . Nell'evoluzione letteraria e spirituale dell'artista, la natura assumerà via via un ruolo sempre più rilevante. La terra e le sue creature da simboli diventeranno la dimensione dell'incontro dell'autrice con se stessa e con il cosmo. Determinante risulta la lettura di alcuni maestri e poeti indiani, come Aurobindo, Tagore, Krishnamurti e altri. -
La Murèlla. Personaggi e fatti avvenuti a Castel San Vincenzo e dintorni da fine Ottocento ai giorni nostri
Circa cento anni separano la Grande Guerra dal terribile terremoto dell'Aquila. Nell'arco di questi cento anni si snoda il racconto di Mimmo Di Silvestro. Tornando dopo molti decenni a Castel San Vincenzo che è il luogo natio dei suoi genitori, l'autore posa su quel paese lo sguardo affettuoso di chi ha conosciuto città diverse, ma sente quasi il dovere morale di non cancellare il mondo da cui egli proviene. Egli guarda a questo mondo paesano con l'atteggiamento gentile e nel contempo ironico di chi si è allontanato e poi ha ritrovato le proprie radici. È proprio l'allontanarsi, con il successivo ritornare, che ispira il desiderio di non dimenticare e di non far dimenticare la varia umanità del paese di origine. Con queste pagine di ricordi si vuol salvare la memoria storica, senza la quale lo scorrere del tempo cancella la storia e i sacrifici degli uomini e soprattutto delle persone più umili: quanti di loro si sono addormentati nel sonno della morte senza lasciare alcuna traccia della propria esistenza terrena. Prefazione di Domenico Izzi. -
San Julián de los Prados a Oviedo. Architettura, pittura e restauri
San Julián de los Prados, nota anche come Santullano, presso Oviedo, è sia un edificio complesso, sia lo scrigno di un ciclo pittorico d'interesse incomparabile, sia infine un luogo di decisiva importanza nella storia del regno delle Asturie, poiché legato alla realizzazione del polo palaziale sviluppatosi fra VIII e IX secolo. L'autrice si addentra in questo complesso contesto storico - e nei suoi addentellati di natura erudita e politica appartenenti ai suoi trascorsi più recenti - ed offre al pubblico italiano un'opportunità di approfondire un mondo in Italia relativamente poco conosciuto. -
Cara moglie. Lettere di un soldato italiano disperso in Russia
Quella di Domenico (detto Ernesto) Palangi è una delle tante e dolorose storie che accomunano le migliaia di soldati italiani, dispersi durante il secondo conflitto mondiale. [...] Padri, fratelli, figli a cui venne negato il futuro, uomini strappati dalle proprie case e inviati in una terra lontana per combattere una guerra che non capivano, che non condividevano e soprattutto che non volevano. [...] Nei suoi tre anni di guerra avrà la possibilità di rivedere la sua famiglia solamente due volte, dal 10 al 24 novembre 1941 e circa una settimana nel luglio del 1942. Il Fante Palangi Ernesto verrà dichiarato ""disperso in occasione di combattimenti in Russia"""" il giorno 16 dicembre 1942."" -
Monade
In fondo, chi si sente poeta o viene detto poeta, avverte - prima o poi, ma anche durante - la stessa, identica solitudine che è il filo conduttore di questa nuova silloge poetica di Edvige Gioia. E identificarsi con una insula, sola non per voler suo, e sentirsi costantemente in balia delle necessità e degli umori del mare, e dunque aprirsi al dialogo con se stessi, ripercorrere la vita trascorsa e puntellarne le significanze è Scelta per dirsi che nel mondo non si è semplicemente passati, ma che segno di noi è stato lasciato: in quel che abbiamo amato e in quello in cui abbiamo creduto, e dunque fedelmente professato. Nei versi si accolgono pertanto, a mo' di confessione ma anche di lettera ad posteritatem (per nulla vano il riferimento a Petrarca), le riflessioni della maturità su ""quanto"""" la vita abbia offerto e su """"quanto"""" di ciò sia restato a lei donna/figlia/madre rispetto a """"quanto"""" invece le sia stato dato come """"poeta"""". Sì, perché - alla fine dei conti - è il poeta quello più esigente, è quell'animo che pretende ragione rispetto all'attuale letargia, al tutto scorrere senza sentirsene più parte."" -
Il cacciatore di briganti
Un medico condotto si ritrova a seguire, suo malgrado, le indagini sul delitto di un caro amico che si scoprirà essere custode di un terribile segreto. Le forze dell'ordine vengono impegnate in una difficile caccia agli uomini che le circostanze indicano come principali sospettati, ma la famiglia della vittima è però diffidente sui risultati del lavoro della P.S. Così interpellano un amico del defunto che, avvalendosi della sua esperienza di Carabiniere nell'indagare e nel contrastare in passato il brigantaggio sugli appennini, arriverà a chiarire l'intrigata faccenda. Il romanzo è ambientato nell'ultima decade del XIX secolo, un periodo di fermento culturale dovuto al cambiamento che l'utilizzo delle nuove tecnologie apportò alla società civile. In Italia spiravano venti di rivalsa sociale, ma la borghesia umbertina sembrava non accorgersi delle novità portate dal ""Pensiero Novo"""" e cercava di emarginare qualsiasi mutamento potesse scalfire il proprio benessere. In una piccola città come Isernia nel Molise, i venti delle novità spiravano lentamente e tutto era ammantato in quell'ambiente contadino che rendeva le cose semplici e genuine e il tempo fermo in una stasi infinita."" -
Ambrogio Autperto a San Vincenzo al Volturno. Ediz. italiana e inglese
Il volume non è pensato per gli ""addetti ai lavori"""", destinato cioè a trovare la sua collocazione in qualche palchetto di biblioteca frequentato da pochi studiosi. L'intento che ha guidato Sr. Martha Fleres O.S.B., curatrice del presente lavoro, è stato quello di facilitare l'incontro con il pensiero di Ambrogio Autperto - autore cristiano dell'VIII secolo e abate della famosa Abbazia di San Vincenzo al Volturno, nell'attuale Molise - rendendo accessibili alcune sue opere in traduzione italiana e inglese. Data la vasta produzione dell'abate volturnense - noto soprattutto per l'ampio commento esegetico al Libro dell'Apocalisse - la scelta della traduttrice si è qui concentrata su alcuni opuscoli di carattere ascetico, caratterizzati da una profonda pietà e finalizzati all'edificazione spirituale dei monaci della comunità di San Vincenzo al Volturno. Il lettore, infatti, non tarderà a individuare il fil rouge che attraversa e lega tra loro le opere qui tradotte, ossia quella preoccupazione monastica - che scaturisce dalla stessa spiritualità cristiana - di ritenere il quotidiano processo di purificazione interiore una condizione necessaria per un fecondo cammino di ricerca..."" -
Alla finestra
I testi raccolti in questo libro hanno queste radici e linfa esistenziali; in essi sono scolpiti lo stupore e l'angoscia per l'insopportabile tirannia del Caso o di destini, troppo tardi conosciuti o mai davvero conoscibili. Ci si affida alla scrittura, come ad altre mani, labbra, parole e respiri, per poter vivere di nuovo l'esistenza come un ""giro più largo"""", non banale, asfittico, prevedibile, conformista. E allora scrivere può essere terapia necessaria ed efficace, alchimia che trasforma la fatica in leggerezza, sguardo non velato da ipocrisia nelle viscere dell'esistere. Gli Autori Rossella De Magistris; Pasquale Di Bello; Ida Di Ianni; Matilde Iaccarino; Annalisa Illiano; Fabio Lombardo; Pina Mafodda; Luca Marano; Raffaele Messinese; Patrick Sammut; Angela Schiavone; Massimo Sensale; Maurizio Zambardi."" -
All'Arefòre. Fatti, eroi, vita e burle pietrafortine
«Preservare la memoria di una comunità in un tempo in cui il piccolo e ancor più il microscopico, in un mondo amplificato e nel contempo appiattito dalla globalizzazione, sono destinati a scomparire, sembra essere impresa del tutto ardua e impossibile. Filippo (Filiberto) De Angelis, con questa sua nuova opera centrata su ""Fatti, eroi, vita e burle pietrafortine"""" e che titola """"All'Arefòre"""", dal nome della piazza centrale della piccola frazione di Pietraforte, comune di Pozzaglia Sabina (RI), sembra invece voler smentire questa tendenza donando a sé e ai suoi concittadini questo florilegio di scritti vari e compositi, in cui la narrazione è volutamente polifonica e l'opera risulta prosimetrica (misto di prosa e poesia).» (dalla prefazione di Ida Di Ianni)"" -
Riflessi
A modo suo, ma senz'altro convinto (e convincente), Patrick Sammut applica alla poesia la lezione di Francesco (il santo, e il Papa): ""siate tutti più buoni, poiché siamo tutti fratelli""""; e conoscendolo bene non solo posso dire che è così, ma che non potrebbe essere altrimenti, avendo lui fatto della poesia un campo d'azione per esercitarsi ed esortare a vivere meglio. E inoltre, parafrasando anche Orwell, gli si potrebbe far aggiungere l'assioma: """"i poeti sono fratelli di più, e devono quindi essere più buoni"""". Che per lui non è solo un augurio, ma proprio un impegno, un incarico, un dovere da rispettare. La poesia serve in definitiva a dare benessere spirituale, a chi la pratica, a chi la fa e a chi la usa. L'invito ai poeti: """"Continuate a dare respiro, luce e forza a tutti quelli che ne hanno bisogno"""", è sostanziato in alcuni testi che per Patrick hanno valore di lascito testamentario, per coloro che hanno orecchie per intendere: quegli """"angeli-soldati"""" che appunto sono i poeti, """"spiriti gentili"""", missionari di parole nel mondo."" -
Una donna una rosa
"Di tutto questo cogitare mi devi perdonare"""" . Così scrive Mariano a Rosetta, dedicataria di questa raccolta di versi, ma è proprio il pensiero adesso (il """"cogitare"""") che lo tiene in vita, che gli dà vita, il pensiero di lei, il pensiero per lei che si fa poesia e fa vivere lei pure in poesia, tenendo lui attaccato alla vita (""""non posso morire perché devo raccontare di te""""). Questo canzoniere minimo """"in morte di..."""" è infatti una dichiarazione d'amore, postuma eppure vivificante, come quelle che si fanno da adolescenti - o più in là, anche - e fanno sentire meglio, danno slancio e fiducia, proiettano al futuro. Qui, si sa, e il poeta ne è ben consapevole, il futuro (prossimo) è breve e ci sarà poco da godere, specialmente senza una persona cara, alla quale buona parte dell'esistenza terrena era stata in qualche modo dedicata. Eppure, scrivere è come nutrirsi, e nutrire quei sentimenti buoni proprio da lei ispirati e ora per lei trasfigurati. Poiché l'amore di cui si parla in questi versi (""""composti con il cuore sanguinante"""", come confessa l'autore) non è, non può essere - e nemmeno lo si vorrebbe del tutto - un amore di terra, cioè di carne, ma è quasi angelicato..."