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Damiano. Isernia tra sogno e realtà
Un omaggio alla città di Isernia e alla sua millenaria storia. Dal trapassato remoto, al presente, per proiettarsi nel futuro prossimo per lo scrittore Ferdinando Carmosino. Il protagonista Damiano muove infatti da un presente un po' opaco - luminarie natalizie con versi dialettali che richiamano una Isernia identitaria legata in particolare a uno scrittore e drammaturgo da lui apprezzato sin dai tempi del Liceo (Sabino d'Acunto), e quotidianità fatta di lavoro e frequentazioni abituali, con l'amore relegato a margine - per ritrovarsi catapultato, in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo e nella storia, nella Isernia delle origini e attraversarne ogni fase storica sino a far ritorno - forte della potenza onirica e ogni volta accompagnato da una guida - all'oggi, in cui la riconquista dell'amore e la nascita di una bambina segnano il ritorno alla vita, improvvisamente interrotta dalla ""clausura"""" da virus, e alla speranza."" -
il portone marrone
L'autrice descrive la sua Isernia degli anni Sessanta del XX secolo, lo stile di vita, quelle usanze e quei riti, facendo vibrare i ricordi dell'infanzia. Quei ritmi di vita. Le esperienze. Gli incontri. Gli affetti. I sogni di una bambina. E dopo i sogni incastonati nei giochi, fra i capelli delle bambole, nelle favole raccontate vicino al camino nei rigidi inverni e le corse nei campi a inseguire i profumi della primavera, ecco l'adolescenza, i fervori che accompagnano l'età ribelle e impertinente, quando il corpo e l'animo di una ragazza (ma vale anche per un ragazzo) sprigionano energie, furori: crisalidi trasformate in farfalle. -
L' odore del vento
Evidenziare nei grandi avvenimenti (la Seconda guerra mondiale o la Festa dei santi patroni a Gaeta o la semplice frequenza dell'Università di Napoli - macroargomenti) le piccole storie, quelle di chi è poi divenuto personaggio per particolarità o esemplarità delle proprie scelte di vita, per elevarle a dignità letteraria, veicolo di memoria e di rispetto grazie a una narrazione che indugia su molti particolari - inevitabilmente, perché lo scrittore ha tanti sguardi e a tutti deve dar conto -, si incanala in molte riflessioni per capire fino in fondo il perché delle cose, per riemergere e restituirci anche descrizioni paesaggistiche idilliache; personaggi che si muovono - tra scelte e consuetudini - dettagliati nell'aspetto fisico e finanche nell'abbigliamento, quasi tipi di questo suo mondo che lo scrittore non vuol lasciare andare; ambienti e spazi, passati attraverso le sue conoscenze professionali che sembrano suggerire ogni geometria necessaria a rappresentarli sulla carta. -
Ruscellante
Monadi siamo - affacciati alla finestra della vita - speme di giorni da non perdere ancora... Ma pure ""siamo belli senza età"""": Lucilla Trapazzo continua a provare (a mettere alla prova) l'esistenza che vive come fosse un'altra vita, riflessa sul piano inclinato del futuro. Gioca e lo sa, ne assapora i lemmi sparsi, piluccando gocce strane dal vocabolario dei sensi. E sa quanto pericoloso possa farsi il gioco, scivolando su quel piano, rischiando di perdere appigli-parole, anche se ne conosce valenze e valore... In """"Ruscellante"""" si scioglie e si schiara l'espressione, si sviluppa con maggiore ampiezza un tessuto narrativo meno aspro, si accarezzano forme più morbide."" -
La vita vissuta
Dall'alfa all'omèga, dall'inizio alla fine, in una circolarità conclusa in cui si racchiudono tutti gli elementi connotativi di un'esistenza già piena e di estrema consapevolezza. Il sentire religioso che permea e contempera il pensiero, assimila il sentire al Verbo e ogni esemplarità al Lui e alla Lei, il Figlio (Gesù Cristo) e la Madre (Maria), cui il poeta fa riferimento in parallelo rispetto al proprio rapporto filiale. Un Amore che trascende il reale forte legame, materializzato in spazi cari alla memoria e alla famiglia (la stanza, un albergo in cui la famiglia ha celebrato ogni evento lieto, e anche la tavola, il simbolo non solo della convivialità, ma dell'unità che questo cammino poetico nel sé persegue) e costantemente assimilato a un superiore percorso, impervio talora nell'esplicitarsi e manifestarsi, che cerca approdo e quiete nel mistico. Una poesia di concetto, affatto indulgente a linearità e confidenzialità, ma di riflessione e di avanzamento rispetto ai moventi dell'ispirazione-argomentazione. -
Suoni ancestrali, canti di protesta e della resistenza
Il libro è un racconto della storia del nostro Paese attraverso i canti. L'obiettivo che l'Autore si propone è di partire da percorsi diversi per recuperare i valori resistenziali, oggi estremamente attuali. Si parte infatti da lontano: dalle nenie degli zampognari che scendevano dai paesi montani per le festività natalizie o per le fiere. L'attenzione si concentra sul mondo agro-pastorale e sui rapporti di sudditanza e rassegnazione da parte dei contadini di fronte alle ingiustizie. Si giunge poi agli inizi dell'Ottocento, secolo nel quale si assiste a una graduale presa di coscienza dello sfruttamento da parte di mondine e di operai. Nascono così i canti di lotta e di protesta. Ed ecco i canti scaturiti nei momenti di riposo nelle brigate partigiane e pagine di letteratura e poesie scritte anche dopo la Liberazione. -
Storia feudale di Sesto Campano e Roccapipirozzi
La storia feudale di Sesto Campano e di Roccapipirozzi ha conosciuto l'intreccio con vicende di storia religiosa, svolgendosi, tra alterne vicende e passaggi di Signorie (dai longobardi ai normanni, agli angioini, agli aragonesi, ...e fino agli Osorio), almeno nominalmente - dopo l'eversione della feudalità prodottasi a inizio Ottocento nel Regno di Napoli con Giuseppe Bonaparte - fino al 30 dicembre 1909, quando don José Osorio y Silva, ultimo duca di Sesto, chiudeva gli occhi alla scena di questo mondo e a quelle fatue vanità, che pure non avevano mancato di abitare i suoi giorni. -
Utopia. Il naufragio tra cronaca e storia (17/03/1891)
La tragedia della nave Utopia, relegata in un orizzonte lontano da noi ormai 130 anni, viene rigenerata e riportata a nuova vita tanto da farcela percepire attuale, così attuale e così presente da farci credere, man mano che le pagine scorrono e s'inseguono sull'onda del pathos e dell'interesse che coinvolgono il lettore, di essere anche noi a bordo, accanto alle centinaia di speranzosi emigranti che s'apprestano ad affrontare le sconosciute acque dell'oceano atlantico, con destinazione New York. Il naufragio dell'Utopia, tuttavia, non è solo una disgrazia dalle proporzioni immani - la più grande tragedia dell'emigrazione italiana di tutti i tempi - ma si offre come la scena conclusiva di una rappresentazione la cui trama è scritta anche attraverso i risvolti sociali ed economici che hanno coinvolto il nostro paese nei decenni successivi all'unità. -
Gli anni della transizione. La città di Pontecorvo dalla guerra alla ricostruzione (1943-1946)
Il volume riprende la storia della città di Pontecorvo dal rimo bombardamento subìto dalla città il 1° novembre 1943, quando la popolazione di Pontecorvo, terrorizzata e incredula su quanto accaduto, fugge via dalle proprie case, abbandona il paese e si rifugia in montagna o in campagna. La vita da fuggiaschi durerà sette lunghi mesi, con sofferenze e patimenti aggravati ancor più dalla costruzione della Linea difensiva Gustav anche nel territorio del Cassinate: una presenza, quest'ultima, che comporta bombardamenti da parte degli Alleati, tesi a distruggerla, e rastrellamenti di manodopera italiana da parte dei soldati tedeschi per costruirla e ripararla continuamente. Il primo bombardamento su Pontecorvo avviene quasi al termine di un anno di guerra, il 1943, che ha rappresentato un momento di svolta in negativo per la coalizione italo-tedesca, ma anche, per molti italiani, una presa di coscienza sulle facili illusioni di una guerra breve e indolore: nel mese di gennaio, con una ritirata che sarà catastrofica, cede il fronte russo mentre, nel mese di maggio, le forze dell'Asse italo-tedesco firmano la resa sul fronte settentrionale africano, Libia ed Egitto. -
Sarò i tuoi occhi
Sandro Tascione ancora una volta si conferma cantore dell'Amore. Un Amore che percuote e accarezza, inquieta e ristora, abbatte e rinvigorisce, rabbuia e illumina, raggela e brucia, languisce per rinascere a nuova vita, sempre indomito e vigoroso. Un amore descritto nella sua più appassionata carnalità e nella sua più sublime spiritualità, che rapisce gli amanti conducendoli a sfiorare l'Eterno, l'Infinito, la Suprema Bellezza. La silloge ""Sarò i tuoi occhi"""" è una narrazione autobiografica attraverso la quale Sandro Tascione, più che descrivere esplicitamente il suo intenso percorso esistenziale, lo lascia intuire, trasfigurandolo in un'adesione panica con la Natura e trasformando emozioni, stati d'animo, paure, delusioni, speranze, in immagini e bozzetti tratti dalla quotidianità."" -
Della mia infanzia. Racconti e memorie degli anni '40 del XX secolo
Continuare a leggere Mimmo Di Silvestro dopo ""La Murèlla"""", libro di racconti intorno a questo spazio comunitario di Castel San Vincenzo (IS), è stato un nuovo significativo modo per conoscere altre storie di vita legate, in questo volume, alla narrazione di avvenimenti accaduti negli anni Quaranta nell'Alta Valle del Volturno e a Pescasseroli (AQ), dove l'autore ha trascorso gli anni dell'infanzia e della prima adolescenza. Anni bui, anni di guerra, anni di incertezze e di paure stemperate dalla fermezza e dall'ala protettiva dei genitori, cui l'opera è dedicata; cieli scuri e vicende vissute da Mimmo, che con grande lucidità e vis narrandi sembra non aver perso nessuna memoria di quegli anni, nessuna sensazione, nella capacità sua reale di raccontare e trasmettere al lettore pagine di microstoria, che altrimenti sarebbero rimaste ignote ai più."" -
La seconda guerra mondiale attraverso le pagine del «Risorgimento». Molise 1943-1944
Il «Risorgimento» nasceva all'indomani della liberazione di Napoli, sulle spoglie dei due grandi quotidiani cittadini sottratti alle rispettive proprietà e defascistizzati. Rappresentava uno degli strumenti del racconto della guerra e, allo stesso tempo, un laboratorio della ripresa democratica di un Paese che riscopriva lentamente il valore della partecipazione politica e attendeva con ansia lo sviluppo degli eventi... -
La danza del vuoto
Quello che ci presenta qui Ida Di Ianni sono 45 brevi composizioni poetiche con al centro il tema dell'Amore. Sono parole e versi che nel loro silenzio gridano al posto dei gesti e delle azioni concrete. È un Amore Ideale che accade in una dimensione parallela, uno spazio che ha dell'onirico e che si collega o a un passato lontano o a un futuro che deve ancora avverarsi, forse. Quello che sussurra Ida è un Amore che riempie il vuoto che vive l''io' che scrive nel qui e ora. Ricorre un linguaggio sensuale - cuore, occhi, bacio, capelli, sguardo, mani, petto, seni, chiome, dita -, e quelli che sembrano giochi di parole spiritosi, ma anche tanti effetti di natura allitterativa, nascondono invece abissi di riflessione. Si scava per scoprire il proprio ""io"""" e perciò si entra in """"sotterranei... cuniculi"""", in un """"abisso spaventoso"""" che si riempie di parole sussurrate per ammortizzare i suoi effetti negativi. Spicca anche il gioco del chiaroscuro, con 22 istanze che esprimono un senso di luce (bianca, chiaro, Luna, accese, stella, sole, etc.), e 14 istanze che denotano buio (notte, nero, ombra, bui, etc.)."" -
Cultura e convivialità 2001-2021
Il libro nasce con il concorso di tante persone e soprattutto con quello di coloro che hanno militato nell'Accademia Italiana della Cucina delegazione di Isernia. Nelle pagine che seguiranno quasi tutti hanno raccontato spesso con garbo e divertimento fatti che hanno riguardato avvenimenti vissuti nelle conviviali e nelle attività della Delegazione. I venti anni dell'Accademia raccontati, oltre agli scritti riguardanti quasi tutti gli avvenimenti e le iniziative, sono arricchiti da spunti di memoria di questi nostri amici. Il volume vive non solo di contributi testuali, ma trova la sua forza espressiva nelle molteplici grafiche che negli anni la Delegata Giovanna Maria Maj ha creato per le locandine, i menu e gli inviti. Queste opere impreziosiscono il volume e ne fanno un unicum nel variegato mondo della comunicazione per immagini. Ne è venuto fuori un libro collettivo in cui tutti coloro che hanno vissuto e che vivono nell'Accademia si sentiranno protagonisti e troveranno entusiasmo a continuare questa bella pagina della storia delle nostre comunità regionali e locali. -
Cronache d'Isernia di inizio secolo XX (1900-1904)
La fine del XIX secolo e l'inizio del successivo furono un lasso di tempo importante per il progredire della società nella sua formazione unitaria, ma verranno ricordati come un periodo movimentato per Isernia e il Molise tutto - all'epoca si identificava come la Provincia di Campobasso - a causa di avvenimenti che destarono l'attenzione della popolazione per la gravità dei fatti, riportati puntualmente sui giornali periodici che ne raccontarono anche gli aspetti più reconditi. In una provincia piccola come il Molise, all'inizio del '900 erano operanti una decina di testate giornalistiche e la cerchia dei ""pubblicisti"""" vide ampliarsi in maniera esponenziale la rosa dei nomi che redigevano articoli per pubblicazioni che uscivano in edicola a cadenza settimanale o quindicinale, diventando quasi quotidiana in prossimità di eventi particolari, come le elezioni politiche. Erano numeri che si scontravano con una realtà ben diversa da ciò che sembrava, essendoci in provincia una percentuale molto alta di analfabeti (circa il 70%)."" -
Momenti diversi
Parlare della poetica di Albino Fattore e del suo sguardo sul mondo è facile: da sempre conoscitore e cultore della civiltà contadina di cui è orgogliosamente figlio, la sua arte si manifesta in forme plurime che vanno a costituire questi suoi ""Momenti diversi"""", che vogliono rappresentare una sintesi significativa del suo estro e della ininterrotta attività che connota le sue giornate, lì tra le colline della natia Valloni (frazione di Cerro al Volturno) e i vari piccoli laboratori domestici cui affida questa o quella arte cui si dedica con dedizione e passione esemplari. Dipinti, sculture, manufatti che esegue per le occasioni e i personaggi importanti della nostra comunità, in questa sua opera la poesia si esprime in lingua e nel vernacolo di cui è attento studioso, mentre la narrativa si fa interprete di vissuti di persone da lui conosciute o di cui ha sentito racconti nel contesto familiare o paesano e, ancor più, nelle tematiche consuete a un ambiente fortemente connotato dal """"culto della roba"""", in una pièce teatrale di forte impronta realistica."" -
Cadi sette volte, rialzati otto. Maria Centracchio, una ragazza che non si è mai arresa
«Il Molise esiste e mena forte». Grazie a questa frase pronunciata da Maria Centracchio il 27 luglio a Tokyo, anche la regione più giovane e meno conosciuta d'Italia diventa protagonista dell'indimenticabile estate sportiva del 2021. Il suo bronzo olimpico conquistato nel judo è il punto più alto di una carriera iniziata a Isernia e costruita con fatica e tenacia. Una storia piena di cadute e risalite, che dimostra come il sacrificio e il lavoro possano realizzare i sogni più grandi. Sembra una predestinata Maria: il padre ex atleta di livello internazionale e poi maestro; il fratello maggiore campione italiano, quello minore oro alle Olimpiadi giovanili. E invece una serie incredibile di infortuni, seguita dalla mononucleosi e infine dal Covid, trasforma la qualificazione ai Giochi giapponesi in una scalata apparentemente impossibile. Fino al prodigioso recupero, bagnato dalle lacrime sul tatami più prestigioso al mondo, celebrato dalla sua gente come il riscatto della «regione che non esiste». -
La vita. Variazioni di grazia. 52 questioni di stile
La raccolta di versi è appunto una raccolta, non propriamente un libro. Vi sono testi scritti quasi tutti negli ultimi anni (le date sono state lasciate apposta), ma ce ne sono che provengono dalla notte dei tempi, considerando come passano veloci i tempi, ormai... L'autore ha voluto raccontare - continuando il discorso di A repentaglio, soprattutto, e di Tutte le parole - come si sia sviluppato il suo approccio alla poesia, anche dopo un libro come Approdo che (pur essendo una silloge scelta dalla traduttrice Margarita Fronima di Matatsi) in buona misura lo rappresenta in fieri (ma con un titolo ingannatore, come lo era Alla riva del tempo dal quale sostanzialmente proviene). Ci sono altri temi, ma la linea portante è quella della scrittura, del comunicare, e dello stare bene quando si può scrivere. -
Fiabe e contrappunti
"Fiabe e contrappunti"""" è un lavoro strutturato in due sezioni: la prima, """"Fiabe """", esplora il mondo della meraviglia con tono lirico e poetico, prestandosi alla creazione immaginifica, immerso in una dimensione di sogno, tipica dei bambini; la seconda, """"Contrappunti"""", è il contraltare di quella dimensione fiabesca e racconta il mondo dei bambini, partendo appunto da una realtà concreta, anche cruda e difficile, che però i bambini con la loro fantasia possono e sanno trasformare. I personaggi di queste fiabe sono i bambini di oggi e di sempre, alle prese con i sogni e la meraviglia, ma anche con realtà difficili all'interno delle quali devono impegnarsi a trovare la felicità. Due chiavi di lettura del mondo dei bambini si alternano dunque in questo lavoro agile, leggero, immediato, pronto per l'uso, che può essere utilmente adoperato come strumento di lavoro nelle classi e nei laboratori. Età di lettura: da 6 anni." -
Civitas dei. Natale 1980
L'opera ""partorita"""" dalla mente vivace dello scrittore Andriani (sempre per rimanere in tema) è fantastica sotto tutti i punti di vista:?Civita, i civitesi, i luoghi, il tempo, non solo quello scorre con gli anni, ma anche quello inteso come fenomeno atmosferico, vengono narrati in un susseguirsi di immagini e di ricordi, di un vissuto dove anche il reale sembra confondersi con l'immaginario! Civitas Dei è, nell'immaginario dell'autore, la Città di Dio, ma potrebbe essere anche intesa in gergo anglosassone come """"Civita's days"""", giorni di Civita. Il romanzo parte appunto da quella vigilia di Natale del 1980, assai nevosa, e dai giorni trascorsi a Civitacampomarano da Antonio Andriani durante la sua fanciullezza, adolescenza e gioventù. Campobassano di nascita, termolese di adozione, civitese per genetica! Proprio questa genetica ha portato l' autore a scrivere un libro sul paese che porta nel cuore, culla di cultura del Molise, per questo un tempo chiamata """"L'Atene cis bifernina"""".""