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La villeggiatura
In questa commedia si completa il progressivo affrancamento dell'autore dalla satira di costume sugli sprechi e le vanità della villa a vantaggio di un'interiorizzazione dei conflitti sentimentali e ideologici che si accentuano nella libertà della vacanza. Al centro della pièce è il dramma della malmaritata donna Lavinia, che cerca invano di compensare la crisi coniugale con l'assurda fedeltà a un cavalier servente, il libertino don Paoluccio, mentre tutto sembra congiurare contro la sua morale e anche il mondo della campagna è travolto dal vizio. -
Figure di pietra. L'architettura e il restauro
Che cosa, perché e come si restaura? Qual'è la parte assegnata al restauro nelle vertenze sull'architettura e nelle politiche della cultura? In che modo il restauro si inserisce nei linguaggi dell'attualità? Sono queste le domande da cui prende spunto il libro: un viaggio che approda alla questione del come si restaura, suggerendo una nuova chiave metodologica. -
Pascoli e la cultura del Novecento
A differenza della pregressa bibliografia pascoliana, che si è occupata quasi esclusivamente dei suoi testi poetici, questo volume ne indaga l'influsso sul secolo passato non limitandosi all'aspetto letterario, nel cui ambito peraltro ricostruisce le influenze su Gozzano, Ungaretti, Pasolini, Caproni, ma aprendosi, come mai si era fatto in precedenza, all'incidenza sulla storia delle idee, sull'immaginario collettivo, sui risvolti mitici e psicanalitici. A rendere poi più ""militante"""" la ricezione pascoliana provvedono le testimonianze dei maggiori poeti di oggi, di Patrizia Valduga per la poesia in lingua, di Fernando Bandini per quella in latino, di Franco Loi per quella dialettale. E a conferma della dimensione a tutto campo, il volume si chiude con una sezione dedicata alla fortuna di Pascoli nel mondo, ospitando interventi di studiosi soprattutto stranieri che fanno il punto sulla conoscenza e sulle traduzioni delle sue opere in lingua francese, tedesca, inglese, spagnola."" -
I nuovi sentimenti
Il terzo millenio sembra caratterizzarsi per la capacità e la forza di usurare tutto ciò che tocca. Sembra che l'evoluzione della specie umana abbia dato vita a una sorta di evoluzione anche in campo sentimentale. Sono rimaste inalterate le parole per dirli, come delle sterili etichette, ma sono cambiati i significati di riferimento. Con questo libro, alcuni amici scrittori si interrogano sul vuoto creato dalla scomparsa di sentimenti antichi e conosciuti, e sull'entità di nuovi sentimenti con cui l'uomo si sta confrontando. -
Drammi giovanili. Emanuele-Gli ultimi anni di Galileo Galilei
L'""Emanuele"""", scritto da Nievo nel 1852, mette in scena le prove affrontate all'indomani del Quarantotto da un giovane ebreo molto ricco che aspira a """"occupare un posto nella società"""". Nel dramma """"Gli ultimi anni di Galileo Galilei,"""" terminato nel 1854, si rappresentano invece le vicende salienti del conflitto tra lo scienziato e il Sant'Uffizio, dal viaggio a Roma del 1630 sino all'epoca della relegazione ad Arcetri. Il tema di fondo dei due drammi è peraltro il medesimo: si tratta del conflitto tra i fautori del progresso della ragione, della libertà e della giustizia e le forze della intolleranza e della conservazione. Ciò che cambia, o evolve, tra il primo e il secondo testo, è l'opinione di Nievo circa la linea di condotta da adottare nella lotta. I due drammi giovanili, se considerati nella loro innegabile unità ideale, consentono di delineare più chiaramente il percorso che, tra il 1850 e il 1855, porta Nievo dall'iniziale mazzinianesimo verso l'adesione critica al programma gradualista cavouriano, da cui si allontanerà soltanto dopo Villafranca con la scelta garibaldina."" -
Carlo Pradella ingegnere. Ediz. illustrata
"Negli ultimi due secoli molti ingegneri hanno lasciato nel Veneto ampie testimonianze del loro operare e il rapporto con l'architettura si è rivelato così stretto che a stento si riconoscono le due diverse professionalità. Nel contesto """"veneziano"""", in cui architetti e ingegneri convivono quasi miracolosamente, nella cornice dell'impresa SACAIM, capace in molti decenni di realizzare opere di grande livello, la figura di Carlo Pradella (1905-1982) trova il giusto riconoscimento, non solo tecnico, a testimonianza diretta di un esempio da seguire per colleghi e allievi come """"etica del costruire"""" che nulla lascia al caso, con la consapevolezza che ogni atto progettuale realizzato nel territorio, appartiene nel bene o nel male, alla nostra storia e chi verrà dopo di noi giudicherà il nostro operato con grande severità."""" (Enzo Siviero)" -
Con la vanga e col moschetto. Ruralità, ruralismo e vita quotidiana nella RSI. Atti del Convegno (Salò, 19-20 novembre 2004)
L'esperienza storica della Repubblica Sociale è stata descritta prevalentemente come l'apice della violenza che il moribondo regime fascista seppe fino ad allora esprimere, l'ultimo cruento colpo di coda vibrato da un regime autoritario che impose un ventennio di dittatura a una popolazione oppressa ma segretamente riluttante. Prevalgono quindi le tinte forti: gli episodi di violenza, gli eccidi, le sevizie, le razzie e le fucilazioni sommarie, le barbarie di ogni tipo perpetrate dalle brigate nere, l'espressione più odiosa del regime fascista repubblicano. Dal fronte opposto si è tentato di proporre una memoria celebrativa e quasi romantica dell'esperienza della Repubblica Sociale Italiana, rivendicando con forza la difesa dell'onore tradito. Presa tra i fuochi incrociati delle opposte tendenze, la riflessione ha perso di vista la complessità del vissuto degli italiani al tempo della RSI. Questo volume raccoglie le riflessioni emerse nel corso di un convegno promosso dal Centro studi e documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale. I contributi raccolti appuntano l'attenzione sulla vita quotidiana di un'Italia ancora sostanzialmente agricola. Ne emergono gli sforzi, le difficoltà e le contraddizioni di un'economia agraria, stremata dalla guerra ma pur tuttavia in corso di trasformazione e che in qualche misura prepara il terreno per il salto della successiva modernizzazione dell'Italia postbellica. -
Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù
La ""Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù"""" comincia dai giochi dell'infanzia, durante i quali i due bambini si legano in un'amicizia fortissima e senza riserve, che rimarrà tale anche quando vicende e inclinazioni personali li porteranno a percorrere strade molto diverse. Mentre Gesù si avvia sul sentiero della ricerca religiosa, Giuseppe lascia la Galilea per conoscere il mondo e intraprende un viaggio attraverso la Siria, la Grecia e l'Italia, sullo sfondo di un impero romano affollato di personaggi, rivolgimenti, corruzione, scontri sociali, nuovi culti. Un lungo viaggio, che lo porterà a vivere esperienze esaltanti o disperanti, nessuna delle quali saprà convincerlo dell'esistenza o della non esistenza di Dio. Alla fine Giuseppe troverà solo nel ritorno in Galilea una qualche ragione di conforto, se non di speranza. Giuseppe, che vive il conflitto tra fede e ragione, è a suo modo l'uomo dei nostri giorni, incapace di conoscere attraverso la fede o di avere fede attraverso la conoscenza. Paolo Di Mizio, giornalista, lavora in televisione al TG5. Questo è il suo primo romanzo."" -
Il mondo della mente. Per un'epistemologia della cura
Un libro per ripensare la cura del disagio psichico. Sullo sfondo, un punto di vista storico-filosofico, dove la mente viene concepita come microcosmo che contiene il mondo. La cura dunque: oggetto di un approccio attento ai concetti che utilizza, alle teorie che presuppone, alle relazioni che mobilita. Viene proposto un nuovo ruolo dell'epistemologia in ambito psichiatrico e psicoterapico. Si tratta di un'epistemologia della connessione priva di pretese prescrittive. Interna alle pratiche relazionali. Mirata a stabilire efficaci giunzioni tra differenti approcci: un'esigenza, questa, molto sentita dagli operatori della salute mentale e dai destinatari delle cure. Tra gli strumenti di questa epistemologia clinica viene messa a fuoco - per gli operatori ""psi"""" e per gli """"psiconauti"""" - la possibilità di un uso formativo della rete e di svariate modalità della comunicazione virtuale."" -
La fiaba letteraria inglese. Metamorfosi di un genere
Dalla fiaba di critica sociale alle revisioni femministe, dalle fiabe vittoriane alle Cenerentole emancipate di oggi, questo volume accompagna il lettore in un itinerario nell'immaginario fiabesco della cultura inglese degli ultimi tre secoli. Spesso provocatoria e ""sovversiva"""", la fiaba letteraria si confronta con i modelli della tradizione per renderli più rispondenti alle esigenze e alla visione del mondo di un mutato contesto storico-sociale. Laura Tosi è professore associato di letteratura inglese presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. È autrice dei volumi """"Comunicazione e aggressione. Strategie di violenza e stati di contesa nelle commedie di Ben Jonson"""" (Cisalpino 1998) e """"La memoria del testo. Un'analisi macrotestuale delle tragedie di John Webster"""" (Pacini 2001). Si occupa di teatro elisabettiano, poesia neoclassica, romanzo contemporaneo, scrittura delle donne e letteratura per ragazzi. Ha curato e contribuito alla raccolta di saggi """"Hearts of Lightness. The Magic of Children's Literature"""" (Cafoscarina 2001). Per Marsilio ha curato e tradotto le fiabe contenute nel volume """"Draghi e principesse. Fiabe impertinenti dell'800 inglese"""" (2002)."" -
Pinacoteca Nazionale di Bologna. Catalogo generale. Ediz. illustrata. Vol. 3: Il Seicento: gli Incamminati, Reni, Guercino, la scuola bolognese.
Il terzo volume del Catalogo generale della Pinacoteca Nazionale di Bologna affronta la stagione artistica dominante della raccolta: il Seicento bolognese rappresentata dai capolavori e dalla grandezza riconosciuta in tutto il mondo di Guido Reni e del Guercino. Anche questo terzo volume, attraverso l'indagine storica delle opere presenti nella collezione, riassume la situazione degli studi avanzando, ove possibile, nuove ipotesi attribuitive e proponendo una più attenta datazione delle opere. -
Il Castello di Porta Galliera. Fonti sulla fortezza papale di Bologna (1330-1511). Ediz. illustrata
Questo volume ricostruisce la storia del Castello di Porta Galliera a Bologna, la fortezza urbana che le autorità ecclesiastiche innalzarono per ben cinque volte allo scopo di consolidare l'appartenenza della città allo stato papale e che i Bolognesi distrussero per altrettante volte allo scopo di riaffermare la propria autonomia. Il primo forrilizio, edificato dal cardinale legato francese Bettrando del Poggetto (Bertrand du Pouget) nel 1330, venne demolito nel 1334; il secondo fu fatto ricostruire dal cardinale legato napoletano Baldassarre Cossa a partire dal 1404 e venne distrutto nel 1411; il terzo, nuovamente promosso da Baldassarre Cossa, divenuto papa col nome di Giovanni xxiii, rimase in piedi solo dal 1414 al 1416; il quarto, innalzato per volontà di papa Eugenio iv Condulmer, rimase agibile tra il 1436 e il 1443; infine, il quinto e ultimo castello fu realizzato a partire dal 1507 per volontà di papa Giulio II della Rovere che vi volle accanto nel 15o8 anche un'ampia cittadella. Entrambe le fortificazioni vennero demolite definitivamente nel 1511e mai più ricostruite. -
Non son degno di Tex. Vita, morti e miracoli del mitico ranger
"Ho letto il mio primo """"Tex"""" in treno, da Genova a Finale, nel giugno del '76. Era il numero 148, Kento non perdona"""", racconta l'autore. Da allora, Tex e Claudio Paglieri non si sono più lasciati, o meglio Claudio Paglieri non ha più lasciato Tex. Finché, dai e dai, gli è venuta l'idea di tirare le somme dell'avventurosa vita del ranger più famoso d'Italia, tutta spesa a """"servire una giustizia superiore (la sua)"""" in un'implacabile lotta contro i """"cattivi"""". Sono molte le cose che l'autore ci racconta: le trame più belle, gli agguati più pericolosi, i pestaggi più paradossali, i trucchi più spericolati per portare a casa la pelle, le sue battute più famose." -
La spesa è uguale per tutti. L'avventura dei supermercati in Italia
Nel 1957, in viale Regina Giovanna a Milano, apre Esselunga: ha così inizio la storia dei supermercati nel nostro paese. Il supermarket, il self service, la possibilità di fare tutta la spesa in un unico luogo sono novità significative nell'Italia del secondo dopoguerra. I prodotti freschi imballati in apposite confezioni, un ampio assortimento a prezzi modici, aria condizionata e musica diffusa negli altoparlanti: questi gli elementi innovativi del ""modello americano"""" della grande distribuzione, che si affermò presto in Italia non senza qualche difficoltà iniziale. In un mercato finora popolato esclusivamente da piccole botteghe, si configurò così un nuovo modello di vendita, che incise profondamente sulla mentalità e sui costumi dell'epoca e generò la figura del moderno """"consumatore"""". Nel cinquantesimo anniversario del supermercato, Emanuela Scarpellini descrive un pezzo di storia del paese raccontata dai carrelli della spesa degli italiani."" -
L' ebreo di Malta. Con testo inglese a fronte
Un testo che supera l'innegabile antisemitismo di superficie in una generale idea di corruzione che comprende ogni etnia, religione e personaggio e riporta il lettore sia al Medioevo e ai suoi roghi, sia al più vicino Novecento dei genocidi. Questa è la storia di Barabba, abile e crudele mercante ebreo che rifiuta la conversione al cristianesimo, commette omicidi e stragi e finisce bruciato in un infernale calderone rovente. -
Confine di stato
Erano sbirri corrotti, traditori della Repubblica, politici con le mani sporche di sangue, spacciatori irlandesi in affari con Cosa Nostra, ragazzi in nero pronti a tutto. Se solo un istante delle loro esistenze avesse imboccato una strada diversa, l'Italia come noi la conosciamo non sarebbe esistita... Tra il 1954 e il 1972 questa gente teneva in pugno il paese. Senza di loro la Storia italiana sarebbe tutta un'altra storia. Da Milano a Roma, da Cuba a New York, un viaggio nero e amaro alle radici di un'Italia senza eroi. La storia di un paese dilaniato dalle stragi, fatto a pezzi dalle guerre di partito, cresciuto nel sangue. Un'Italia che ha perso il ricordo dell'onore e dell'innocenza, dove le ideologie sono andate a farsi benedire da un pezzo. In mezzo a tutto questo si muove Andrea Sterling, un personaggio che è la personificazione del Male, il filo nero che unisce i delitti più efferati e oscuri compiuti nel nostro Paese. -
Quei bravi ragazzi. Il cinema italoamericano contemporaneo
Registi come Michael Cimino, Francis e Sofia Coppola, Abel Ferrara, Brian De Palma, Martin Scorsese, Quentin Tarantino; attori o Dir-Actors come Robert De Niro, Al Pacino, Leonardo DiCaprio, Nicolas Cage, Steve Buscemi, John Travolta, Sylvester Stallone, Stanley e Michael Tucci, Susan Sarandon, John Turturro, Christina Ricci, Vincent Gallo, Marisa Tornei, Annabella Sciorra, Joe Pesci, Ben Gazzara, Vincent Spano, Danny Aiello, Paul e Mira Sorvino, Gary Sinise, Danny DeVito, Chazz Palminteri e tanti altri, affollano da trent'anni e più gli schermi dentro (e fuori) Hollywood. Senza di loro lo show business Usa sarebbe quasi inimmaginabile. Questo libro vuole documentare soprattutto l'ultima generazione di una straordinaria fioritura di talenti. Il cinema italoamericano di oggi, in cui emergono anche figure di cineaste come Nancy Savoca o Marylou Tibaldo-Bongiorno, mostra pochissimi padrini, ma molte famiglie e coppie alle prese con ruoli e valori entrati in crisi ovunque. Nel giro di un secolo la comunità italoamericana è passata dal gradino più basso della scala sociale alla stanza dei bottoni. E avendo raggiunto un ottimo grado di legittimazione sociale, non ha più bisogno di confermare un'assodata americanità, ma può rivendicare anche le proprie origini, non più motivo di vergogna, al contrario, vanto e glamour identitario. -
La locandiera
Le numerose edizioni settecentesche che s'intersecano l'una con l'altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell'impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell'edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all'ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall'autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l'evoluzione della singola opera fino al momento in cui l'autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell'interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. -
La serva amorosa
Commedia di transizione fra vecchio teatro e riforma, convenzione e originali fughe in avanti, ""La serva amorosa"""" è caso drammaturgico davvero singolare: senza rinunciare all'inesauribile vitalità della commedia dell'arte e del teatro molieriano, accoglie spunti creativi della recente drammaturgia italiana e consolida la messa a punto dei principi etici già delineati da Goldoni nelle commedie """"tenere"""", prefigurando le istanze sperimentali del genre sérieux et touchant diderottiano. Scritta in un raro momento di benessere e serenità personale (""""Tre mesi che soggiornai l'anno scorso in Bologna, formarono i più felici giorni della mia vita""""), """"La serva amorosa"""" riflette l'incanto della sua genesi e sembra proporre l'utopia di una legittimazione totale dell'ideologia borghese condivisibile da ogni classe sociale, pur lasciando trasparire i primi sintomi della fragilità del ceto mercantile. Rappresentata la prima volta al teatro Formagliari di Bologna nella primavera del 1752, la commedia riscosse - anche grazie all'interpretazione della """"servetta"""" Maddalena Marliani (di qui a poco straordinaria locandiera) - un grande successo, che avrebbe continuato a prodursi sulla scena otto-novecentesca e fino ai giorni nostri."" -
Ragazzo. Storia di una vecchiaia
Una spietata analisi, senza infingimenti, senza autoillusioni, senza autoinganni sulla vecchiaia, al di là delle ipocrisie e della retorica con cui oggi cerchiamo di abbellire ed edulcorare quella che chiamiamo eufemisticamente ""la terza età"""" rendendola così, se possibile, ancor più crudele e beffarda. E, insieme, in un gioco di rimbalzi e di controspecchi, un appassionato inno alla giovinezza, """"quella irripetibile età in cui ci chiamavano ragazzi"""". Animato da ricordi ed esperienze personali, nelle quali il lettore non farà fatica a riconoscersi perché Fini riesce a dare ai fatti che rievoca, ora con tenerezza, ora con ironia, ora con sarcasmo, a volte con lucida ferocia, significati e valenze universali. Il volume è anche una sorta di singolare autobiografia giocata solo sul filo del rapporto giovinezza/vecchiaia, sul cui sfondo domina, enigmatico e incontrastabile, il vero protagonista del libro: il Tempo.""