Sfoglia il Catalogo ibs007
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3081-3100 di 10000 Articoli:
-
Una parola creata sull'ostacolo. La fortuna critica di Clemente Rebora 1910-1957
Non riconosciuta per i suoi meriti poetici negli anni dieci se non da una ristretta cerchia di studiosi, l'opera di Clemente Rebora ebbe ancora per decenni una vicenda critica contrastata, attirando riconoscimenti più ampi solo negli ultimi anni della sua vita. Questo volume, quarto della serie ""Nuovi quaderni reboriani"""", esplora per la prima volta in profondità la vicenda critica di Rebora, ricomponendo, attraverso un lavoro interpretativo che va dagli esordi del poeta al 1957, anno della sua scomparsa, il profilo storico-critico di un autore protagonista del Novecento italiano."" -
Italian Art of the Middle Ages and the Renaissance. Vol. 2: Architecture and sculpture.
Il secondo volume dell'opera ""Arte italiana del Medioevo e del Rinascimento"""" è dedicato all'architettura e alla scultura e presenta saggi su Nicola e Giovanni Pisano, le sculture del Rinascimento senese e lombardo, gli scavi archeologici sotto il Duomo di Siena."" -
I Ciardi. Paesaggi e giardini. Catalogo della mostra (Conegliano, 16 febbraio-23 giugno 2019). Ediz. a colori
Il catalogo della mostra ""I Ciardi. Paesaggi e giardini"""" che si tiene a Palazzo Sarcinelli, Conegliano, dal 16 febbraio al 23 giugno, presenta 70 opere di Guglielmo (1842-1917), Beppe (1875-1932) ed Emma Ciardi (1879-1933), raccolte in un percorso tematico che attraversa circa ottant'anni della scena artistica italiana ed europea. Il valore della scelta dei Ciardi a favore del paesaggio si misura nelle radicali novità che questi artisti, in particolar modo Guglielmo, sanno introdurre in questo genere pittorico: la luce declinata in tutte le possibili atmosfere, la presenza viva e palpitante della natura nelle piante, nei campi, nelle messi, nelle distese di eriche; la maestosità spesso scabra delle masse montuose, colte nella luce azzurra dell'alba o in quella struggente e aranciata dei tramonti, i filari, i covoni, i corsi d'acqua."" -
Jean-Auguste-Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone. Catalogo della mostra (Milano, 12 marzo-23 giugno 2019). Ediz. illustrata
Il grande disegno del direttorio e dell'impero, che per molti aspetti è politico, ha anche una ricaduta estetica di grandissima importanza. Ne deriva infatti una straordinaria mescolanza delle diverse tendenze che componevano la modernità europea a partire dalla rottura estetica di cui per noi David, Canova e Ingres sono ancora i fari. Oggi, per designare quel momento di oscillazione che non ebbe solo Parigi come radioso focolaio, non parliamo più di neoclassicismo. Benché riabilitato dal grande Mario Praz, il termine conserva un'eco peggiorativa che ha effetti negativi. Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone vuole, al contrario, rendere alla pittura e alta scultura degli anni 1780-1820 la sua forza innovativa e, volendo osare, il suo romanticismo precursore. -
La dalmatina
Un'avvenente donna illirica fatta schiava dai corsari e contesa da più amanti, un pirotecnico dispiegarsi di scene belliche e drammi interiori, una cornice esotica che combina costumi barbareschi e splendore coreografico delle milizie dalmate: tutto questo è ""La dalmatina"""", che nel 1758 infiammò le platee veneziane e rimase per qualche decennio tra i testi goldoniani più conosciuti, per sprofondare poi in un solido e significativo oblio."" -
Con romana volontà. Quando eravamo una maschia gioventù
A scuola si scopre che il Re, volendo, potrebbe licenziare il Duce: ma è chiaro che non accadrà mai. Si cantano gli inni sulla Maschia Gioventù, ma facendo la mossa. Con la Biennale arriveranno i Settembrini, che praticano i cessi pubblici ma aiutano il turismo. Si va alla scuola di mistica fascista, perché chi non mistica non mastica: peccato che per metà siano comunisti. Giorgio Vecchiato, veneziano, già direttore di quotidiani, inviato speciale e corrispondente dall'estero, offre in questo libro il racconto picaresco e sguaiato di una Venezia in camicia nera, che mescola, qua e là, le situazioni senza mai tradirne il fondo di verità. -
«Vaghe stelle dell'Orsa...» L'«io» e il «tu» nella lirica italiana
Dopo i quattro libri, sempre curati da Francesco Bruni, dedicati al romanzo, al racconto breve, al teatro, all'autobiografia (""Le donne, i cavalieri, l'arme, gli amori"""", """"Leggiadre donne"""", """"La maschera e il volto"""", """"In quella parte del libro de la mia memoria"""") si conclude con questo volume la storia dei generi letterari italiani. Ultimo volume dunque questo sulla poesia, ma idealmente primo, perché la poesia è davvero il genere principe della nostra tradizione: in primo luogo cronologicamente, perché i lirici sono i testi letterari più antichi, poi per l'altezza cui ben presto giunse la produzione poetica italiana, da Petrarca in avanti."" -
L' oscuramento dell'interiorità
Le forme oggi dominanti della comunicazione tendono a privare il fruitore delle possibilità di porsi in relazione dialogica con concreti interlocutori: fino a imprigionarlo nell'isolamento più ""informato"""". La comunicazione autentica, quella interpersonale, si fonda sull'acquisizione della consapevolezza dell'unicità irrepetibile e insieme dell'universalità della persona, che si consegue solo attraverso la solitudine dell'interiorità: solitudine feconda del sapere e volere se stessi come dialogo fra sé e l'Altro, che fonda il dialogo fra sé e se stessi e fra sé e i suoi simili. Fuggire l'interiorità, oscurarla, è condannarsi all'isolamento."" -
Dei miei vini estremi. Un ebbro viaggio in Italia
C’è stata grande letteratura inrnalcuni viaggi d’assaggio della nostrarntradizione: a cinquant’anni da Soldatirne Monelli, Camillo Langone si rimetternalla ricerca dei territori e dei miracolirnnaturali, della bellezza, della grazia,rndella sincerità del vino italiano. Storierndi donne e uomini dietro piccole erngrandi imprese enologiche, etichetterne territori più o meno famosi, marnsempre irregolari, eccentriche, talvoltarnirriverenti, più spesso politicamenternscorrette.rnrnCosa ci fa un lambruschista a Barbaresco? E un autoctonista con una bottiglia di Sassicaia? Il viaggio di Langone sulle strade del vino italiano parte da una provocazione e uno spiazzamento, è racconto esilarante, poco sensibile ai sentieri battuti ma affascinato dalla vera cultura della terra e della tradizione. Agli occhi di un devoto eterodosso e non riconciliato come l'autore, di fronte a una bottiglia di vino il degustatore di oggi ha come unico interesse la «trasparenza» delle etichette e l'«onestà» delle certificazioni biologiche. Sprovvisto di acume filosofico (o di fede), indifferente al suo stesso gusto, continua ad approcciarsi alla bevanda che mette in contatto uomini e dèi come un sonnambulo, inconsapevole di quanta verità e bellezza si dissipi tra finti supertuscans e barrique omologanti. Contro l'appiattimento del palato, la retorica stantia e le false promesse, in questo brillante excursus tra prodotti e protagonisti della più umana e struggente delle culture Langone attraversa il paese con il rispetto religioso dell'appassionato, insofferente ai miti farlocchi del made in Italy e del «prodotto naturale» (con la consapevolezza che «l'unico vino davvero naturale è l'aceto»). L'autore di «Bengodi» e dei «Pensieri del lambrusco» disegna così una geografia dell'Italia eccentrica ed eterodossa, in cui accanto alle cantine più nobili e celebrate si trovano storie di vini eroici, rarissimi o comunissimi, comunque estremi. -
Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa
In un pamphlet provocatoriorne brillante, Ercolani racconta splendorirne miserie di un fondamento dellarnsocietà moderna, forse sopravvalutato:rnil pensiero critico.rnrn«Il dramma della nostra epoca è che la stupidità si èrnmessa a pensare»rn«Questo non sarebbe niente se l’intelligenza non sirnfosse messa a rimbecillire» - Jean Cocteau - Robert PouletrnrnrnChe fine ha fatto la società aperta descritta da Karl Popper? Dove nasce «la gaia incoscienza» dei milioni di utenti che ogni giorno adoperano le tecnologie illudendosi che siano meri strumenti al servizio della loro volontà? Come siamo passati dall'intelligenza collettiva dell'opinione pubblica settecentesca al «delirio connettivo» di oggi? Quali danni permanenti ha prodotto il prevalere del pensiero debole? E, infine, la resistenza può arrivare dall'informazione e dalla scuola, come sono pensate e strutturate attualmente? Paolo Ercolani realizza un'agile, e allo stesso tempo impietosa anatomia filosofica della vita quotidiana: protagonisti siamo tutti noi, «figli di un io minore», informati su ogni cosa e in grado di parlare di qualsiasi argomento, senza però conoscere realmente nulla. È l'epoca della «società ottusa», dove non ci sono più punti di vista, non c'è prospettiva, ma solamente un pensiero unico. Neppure il dissenso è più possibile, perché non sappiamo da cosa dissentire e, soprattutto, come farlo. Nel frattempo ci chiudiamo sempre più in noi stessi, pronti a serrare i ranghi per respingere qualunque richiesta di aiuto, insensibili perfino davanti ai corpi di bambini inermi morti nel tentativo di raggiungere le nostre coste. Alla ricerca di nuovi scenari e soluzioni, Ercolani, parafrasando Popper, pone un interrogativo ineludibile: quale prezzo dobbiamo pagare per tornare a essere umani? -
La madre
Un devoto omaggio, a distanza di anni, alla propria madre, da parte del sesto di undici figli, conscio di aver in qualche modo ""tradito"""" la sua concezione, rigidamente austera, dell'amore di coppia. Alla figura della madre si affianca quella della donna, seconda madre, che rivela al giovane uomo il segreto dell'amore, lo promuove adulto, consapevole della propria responsabilità. Questo libro ripercorre idealmente le orme del passato e l'autore si pone tra gli ottantaquattromila soldati partiti per il fronte di guerra in Russia fino al fatale Don, che non fecero più ritorno."" -
Londra tra realtà e invenzione
Città di immigrazione, incoerente e sconnessa, con l'incalzare del processo di industrializzazione Londra si presenta caotica nel suo sviluppo, disordinata nei suoi percorsi di modernizzazione, iniqua nella distribuzione della ricchezza. Attraverso lo sguardo di pittori e incisori, disegnatori e vignettisti è possibile ricostruire le sue tante facce e valutare episodi e momenti della cultura visiva, che possono essere considerati come documenti dello spazio urbano e dei suoi abitanti o, più ancora, dei diversi modi di osservare e di vivere ""la città che diventa metropoli""""."" -
La paura non perdona. Una vita sotto scorta tra Stato e camorra
Un uomo in rivolta, un imprenditore che harnscelto di dire no al racket delle estorsioni.rnUna storia di ribellione: contro la camorrarnche lo minaccia, contro la famiglia chernlo rinnega, contro lo Stato che lo equipararna un pentito. Come si convive con la paura,rnin costante pericolo? Quale prezzo si pagarnper non accettare compromessi?rnrn«La mia vita è cambiata un giorno qualsiasi,rnnel gennaio del 2002, quando la camorrarnfece irruzione nel mio negozio.rnPerché mi sforzo di ricostruire ogni voltarnun’esistenza dalle ceneri di quella precedente?rnPerché se abbandonassi il mio territoriornvincerebbero loro. E invece resto quirnad affrontarli. Perché sono loro che devonornandarsene, non io»rnrnrnCome si combatte dall'interno il sistema in cui si è cresciuti? Come si fa impresa nonostante e contro la criminalità organizzata? Che vita è quella di un testimone di giustizia, costretto a nascondere la sua identità per trovare un lavoro o anche solo qualcuno che gli affitti un alloggio? «Io la mia vita l'ho persa il 18 ottobre 2001, quando gli esponenti del clan sono entrati nel mio negozio». Esordisce così Luigi Leonardi nella sua drammatica testimonianza. Ma non è una vittima, o lo è solo in parte. La sua vicenda non si può ricondurre a nessuno stereotipo: non è un giornalista che ha scelto di consacrarsi alla verità né un eroe che sfida la morte senza riserve. È semplicemente un uomo che voleva fare l'imprenditore nella terra in cui è nato, e ci è riuscito con risultati eccellenti. Proprio per questo forse la sua storia colpisce al cuore e fa paura alla criminalità. Per diversi anni ha pagato il pizzo, ma alla fine ha deciso di credere nella giustizia e ha subito aggressioni e sequestri dai delinquenti del racket. Per la prima volta racconta le notti insonni, la fame, la perdita di quanto costruito nel corso degli anni e, soprattutto, le sue battaglie quotidiane per rifarsi una vita, anche contro lo stesso Stato che oggi lo classifica come collaboratore di giustizia, ossia pentito. Per Leonardi la rinascita passa soprattutto attraverso la trasmissione del suo messaggio ai più giovani, di cui dice: «hanno ben chiaro il concetto che la criminalità va contrastata e che solo non abbassando la testa riusciremo a sconfiggerla». -
Ricerca formazione progetto di architettura. Architetti italiani under 50. Atti del Convegno nazionale (4 maggio 2005)-Catalogo della mostra (5 maggio-12 giugno 2005
La Triennale di Milano e la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano presentano nell'ambito della Festa per l'Architettura - maggio 2005 - una grande mostra e un convegno sulle relazioni tra ricerca, formazione e progetto di architettura, in cui vengono esposte e discusse realizzazioni di architetti italiani 'under 50"" che si sono laureati nelle Facoltà di Architettura italiane. L'obiettivo è che dalla mostra e dal convegno emergano le linee culturali di progetto più significative nel campo dell'architettura di ciascuna delle 'scuole di architettura"""" attive in Italia, attraverso la presentazione di progetti di opere realizzate che ogni Facoltà ha selezionato autonomamente."" -
Ca' Rezzonico. Museo del Settecento veneziano
Ca' Rezzonico è uno dei pochi musei al mondo che possono vantare tanta ricchezza, unitarietà e fascino. L'eccezionale qualità dell'architettura e degli ambienti, la presenza dei capolavori di Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Pietro Longhi, Canaletto, Francesco e Antonio Guardi, Rosalba Carriera, Giambattista Piazzetta fanno infatti di questo museo il tempio di quel Settecento veneziano che costituisce senza dubbio una stagione artistica tra le più splendide e alte dell'arte dell'Europa moderna. -
Il corpo di mia madre
Andrea, un ragazzo di vent'anni, è colto alla sprovvista dalla morte della madre: al funerale la tragedia di una scomparsa prematura non sembra sfiorarlo, anzi, con ostentata provocazione, lascia un biglietto tra le pieghe del vestito della defunta. Gesto che gli attirerà l'astio del padre e dei fratelli, senza ch'egli se ne preoccupi più di tanto. Apparentemente è un carattere forte il suo, ma il sarcasmo e il cinismo sono la corazza con cui cerca di difendere un'interiorità ferita, straziata, quasi, dal rapporto d'amore e odio con la madre, che si è sempre comportata con Andrea come se fosse uno dei suoi amanti, non risparmiandogli nessuno dei dettagli più scabrosi. -
Sébastien Roch
Cosa tiene insieme una società? Il linciaggio rituale, l'ombra del capro espiatorio, affermava R. Girard in un celebre saggio del 1972. Anticipando di circa un secolo questa inquietante constatazione, con ""Sébastien Roch"""", Octave Mirbeau firma una feroce requisitoria contro i colpevoli istituzionali di tale violenza primigenia - Famiglia, Chiesa, Scuola, innanzitutto - che al tempo stesso è un'accorata apologia della vittima innocente. Il romanzo, infatti, narra la triste storia di Sébastien, bambino ribelle e ipersensibile che in un collegio dei gesuiti subisce violenza sessuale da parte di uno dei sacerdoti-istruttori. Per salvare il nome della scuola è Sébastien a essere espulso con l'accusa di pratiche omosessuali con i suoi coetanei."" -
Il tramonto dell'avvenire. Breve ma veridica storia della sinistra italiana
Dagli anni di Berlinguer alla caduta di Renzi,rndal governo di unità nazionale in seguitornal rapimento Moro allo smarrimento odiernorndegli elettori, ascesa e declino della sinistrarnin quarant’anni di storia italiana, tra leaderrncarismatici, battaglie ideologiche e sconfitte epocali.rnrn«La sinistra è stata spettatrice impotente delrndilagare di una guerra, quella tra i penultimirne gli ultimi della società, che una destrarna dir poco spregiudicata le ha mosso contro,rnfinendo per devastarla.rnSe non può restare prigioniera del passato,rntuttavia una sinistra che dalla sua storia sappiarnpescare solo formulette buone per tuttirngli usi ed eviti accuratamente di fare i contirncon i complicati problemi ereditari chernsi porta dietro, può invocare tutta la modernitàrne le innovazioni di questo mondo, ma nonrnha futuro»rnrnQuando nel 1976 Paolo Franchi lavora nella redazione di «Rinascita», il mensile politico-culturale «fondato da Palmiro Togliatti», il Pci ha appena ottenuto il migliore risultato elettorale della sua storia. Il partito comunista più grande d'Occidente ha però davanti a sé delle sfide cruciali: entrare finalmente nel novero dei partiti di governo grazie al «compromesso storico», arginare la deriva estremista che sta spingendo molti giovani verso la lotta armata, e affrontare il declino del potere sovietico che avrebbe portato alla caduta del Muro e alla «pace terrificante» degli anni di Tangentopoli. In questo viaggio all'origine del divorzio tra sinistra e popolo, l'autore ripercorre da osservatore e critico partecipante la lunga via crucis della sinistra italiana, tracciando un percorso in cui accanto ai momenti salienti nella storia politica del paese, episodi all'apparenza minori acquistano nuova importanza. Dal rapimento Moro alla marcia dei quarantamila, dalle «differenze antropologiche» tra comunisti e socialisti alla difficile convergenza con i cattolici, fino alla dissoluzione del partito per mano di Occhetto, la discesa in campo di Berlusconi e la breve stagione del rinascimento renziano, il risultato è un autoritratto che è anche una breve storia per idee del declino nazionale, in cui Franchi mette in campo la sua esperienza di cronista per riflettere sulle contraddizioni di una cultura politica che preferì sacrificare se stessa pur di non mettere in discussione la propria identità. -
Chaplin. La vita e l'arte
Un'infanzia di miseria e di solitudine, di fame e di follia, che sembra uscita dalla penna di Dickens, una celebrità fulminea raggiunta a soli 26 anni, una serie di opere memorabili, storie d'amore con donne splendide; un personaggio descritto alternativamente come vanitoso e modesto, generoso e meschino, cinico e gentile, timido ed esibizionista: la vita di Chaplin è già di per sé un mito e forse anche il più avvincente e drammatico dei suoi film. -
La condizione sentimentale
Il rapporto di coppia al di fuori del matrimonio: la donna ha raggiunto l'indipendenza economica e il successo, ma ancora non riesce a vincere la dipendenza affettiva nei riguardi dell'uomo; nonostante l'unione non abbia nulla di formale, la relazione non è vissuta alla pari, perché la donna non riesce a superare quella subalternità che costituisce la sua ""condizione sentimentale"""".""