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Simonetta. La prima donna della moda italiana. Catalogo della mostra (Firenze, 9 gennaio-17 febbraio 2008). Ediz. illustrata
All'indomani del secondo conflitto mondiale la scena sartoriale romana si anima di nuove figure di creatori: siamo agli albori di quel processo di consapevolezza, divulgazione e trasformazione del vestire italiano che determinerà il successo del ""made in Italy"""" nel mondo, dagli anni Sessanta ai nostri giorni. A Simonetta Colonna di Cesarò, aristocratica protagonista di questo rinnovamento, è dedicato il presente volume. I contributi critici mettono a fuoco sinergicamente la figura, lo stile, il mondo culturale della couturière, evidenziandone le molteplici sfaccettature. Se Maria Luisa Frisa interpreta Simonetta nelle vesti di musa ispiratrice del design di moda contemporaneo, Judith Clark ne analizza la fisionomia nella lingua teatralizzata dello spazio espositivo. Vittoria Caterina Caratozzolo sottolinea come la """"moda-creazione"""" di Simonetta testimoni, sullo sfondo di un sempre più ineluttabile processo di standardizzazione dell'apparenza, il persistere dell'istanza di singolarità un tempo esclusivo appannaggio del dandy."" -
Pittura italiana nelle collezioni del Museo Puskin dal Cinquecento al Novecento. Ediz. illustrata
Il Museo di Belle Arti di A.S. Puskin di Mosca, uno dei più prestigiosi musei internazionali, ha portato a Verona una mostra di opere di pittura italiana appartenenti alla propria collezione. Si tratta di ottanta capolavori dell'arte italiana da Paolo Veronese a Giorgio de Chirico, un percorso pittorico affascinante, documentato da un catalogo di alto profilo scientifico. -
L'alba della terza Repubblica. Come le riforme cambieranno l'Italia
Comincia la Terza Repubblica. Retroscena e testimonianze inedite, negoziati dietro le quinte e progetti in via di definizione. Fra la legislatura che aveva espresso il governo Prodi e quella che vede il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi, ecco il filo che dovrebbe condurre al superamento della seconda Repubblica. Il disegno di un sistema bipartitico e non solo bipolare. Ma anche le resistenze a un'Italia politica fondata su due soli partiti, il PDL e il PD. -
L' uomo in vetrina
Un mattino d'inverno, il corpo di Reidar Polke Jespersen, vecchio antiquario di Oslo, è esposto nella vetrina del suo negozio. Nudo, seduto su una poltrona. Qualcuno l'ha assassinato. Sulla scena del delitto, gli unici indizi per il commissario capo Gunnarstranda e il suo assistente Frolich sono una combinazione numerica scritta con l'inchiostro sul corpo della vittima e il furto di qualche reperto di guerra. Difficile interpretare il significato di questi simboli, ma in un'atmosfera di sospetto che non risparmia nessuno, più i due poliziotti scavano nella vita del vecchio antiquario, più chiara si delinea una traccia che porta agli anni della guerra e dell'occupazione nazista del paese. -
Per esclusione
La piccola Carol Corwin è rinchiusa in una baracca, lontana da ogni possibilità di aiuto. La bambina stringe a sé il suo orsacchiotto. Ha paura, perché è sola. Dov'è suo fratello Daniel? Craig Dabecourt, agente dell'FBI, è tornato in attività dopo un brutto incidente in missione che gli ha cambiato la vita. Ora si troverà ad affrontare il caso più difficile, imbattendosi nell'assassino più feroce, che sfugge a ogni logica, dentro una New York scura e piovosa. Un assassino di bambini. In un clima tetro e claustrofobico, I'FBI è chiamata in causa per dare la caccia a un serial killer che si fa chiamare Salomone. Un criminale spietato che non si ferma davanti a nulla, neppure all'innocenza delle sue vittime. -
Remare senza remi. Un libro sulla vita e sulla morte
Ulla-Carin Linquist, la più importante giornalista televisiva svedese, ha avuto la diagnosi il giorno del suo cinquantesimo compleanno: SLA (sclerosi laterale amiotrofica), la peggiore tra tutte le malattie neurologiche. Non esiste una cura e la morte arriva rapidamente. ""Remare senza remi"""" è stato scritto durante il breve periodo di malattia. Ulla-Carin racconta la sua esperienza faccia a faccia con la morte: descrive gli incontri con i medici, le conversazioni con i figli, la sua vulnerabilità esistenziale. Una magnifica descrizione di che cosa significa essere uomini: esistere e sapere che non è per sempre."" -
Poemetti sacri (1627-1628)
In vita la fama di Gabriello Chiabrera (1552-1638), principe assieme al Marino dei nostri poeti barocchi, correva in lungo e in largo per l'Italia, esprimendosi in ciascuno dei generi allora frequentati, epico, tragico e lirico, ma è soprattutto in quest'ultimo che eccelse. Avventuroso sperimentatore di forme e di metri il poeta di Savona è il più classico dei secentisti, quello che ricuce lo strappo tra petrarchismo cinquecentesco e Arcadia, segnando così la continuità della tradizione lirica italiana. -
L'idea del capitale in Occidente
Molto si discute di capitalismo ma raramente ci si domanda cosa sia il capitale. Perché? Si tratta di un concetto che non si lascia afferrare, e disorienta mutando continuamente forma. Tuttavia, affrontarlo è un passaggio obbligato per capire l'economia moderna. La tesi di questo libro è che si possa pensare il capitale come un mezzo oppure come un fine. Nel primo caso esso acquista una valenza sociale, nel secondo risulta svuotato di ogni istanza di giustizia. Boldizzoni ripercorre la storia di una dicotomia che ha lacerato l'Occidente dal Rinascimento ai nostri giorni istituendo una relazione sistematica tra la dimensione intellettuale e le trasformazioni materiali e culturali di scenario. L'altalena delle grandi potenze: dalla Spagna degli Asburgo alla Francia di Luigi XV, dall'Inghilterra vittoriana alla Germania del Terzo Reich, entra in gioco con un peso a volte decisivo nello spiegare il successo o la sfortuna di ciascuna visione teorica. La centralità dell'Europa rispetto a questo dibattito viene bruscamente meno con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Un'analisi disincantata del primato culturale degli USA nei successivi decenni apre uno scorcio imprevedibile sulla crisi del pensiero economico contemporaneo. -
Messaggi dal Colle. I discorsi di fine anno dei presidenti della Repubblica
Come parlano i presidenti della Repubblica quando nella sera di San Silvestro rivolgono agli italiani gli auguri di buon anno? Come rappresentano se stessi e gli italiani? Quali sono i concetti che sono maggiormente rappresentati nei loro discorsi? C'è continuità dal primo discorso, quello radiofonico di Einaudi, a quelli televisivi più recenti di Ciampi e Napolitano? A questi quesiti ha cercato di rispondere un'équipe di statistici, semiologi, sociologi, politologi, storici, linguisti che hanno analizzato, da prospettive diverse ma complementari, i 57 discorsi di fine anno dei presidenti della Repubblica. I diversi punti di vista hanno disegnato un quadro sfaccettato ma coerente delle forme e dei contenuti dei messaggi presidenziali. -
Una Pieve in Italia
Nell'estate del 1963 Amintore Fanfani, libero da impegni politici dopo la caduta del suo V° governo, trascorse un periodo di riposo nella foresta di Camaldoli. Ne trasse ispirazione per raccontare come la storia d'Italia del XX° secolo era stata vissuta dagli abitanti del paese in cui era nato, Pieve Santo Stefano. ""Una Pieve in Italia"""", pubblicato da Mondadori nell'autunno del 1964, è un esempio di storiografia locale che con rigore scientifico ma anche con pietas mette in luce eventi e sentimenti."" -
Sogni in celluloide. Reale e immaginario nel cinema
L'analogia tra cinema e sogno, non inteso in senso proprio quanto piuttosto interpretato come fantasticheria, come sogno ad occhi aperti, è qualcosa che viene riconosciuto da subito: lo spettatore è un sognatore cosciente; e il film ha una sua materialità, che lo rende un sogno condiviso. Si tratta, come osserva Pasolini, di ""fisicità onirica""""."" -
Pentesilea. Testo tedesco a fronte
Tremila versi di passione e furore. Dismisura e sfida di ogni regola. Il racconto di una serie tumultuosa di scontri: ma non tra eserciti, che restano sempre sullo sfondo, bensì aggiramenti, cavalcate, duelli frontali fra la regina delle Amazzoni e l'eroe greco. In realtà scontri tra il maschile e il femminile, lotta tra i sessi, distanza e desiderio, amore e morte, passioni senza catarsi. Una tragedia che piomba come un meteorite nel mezzo del classicismo tedesco, minacciandone il canone, negandone la misura, l'idea stessa della riconciliazione. Pentesilea, che alla fine di tanti serrati duelli sbrana Achille per amore fa paura ai suoi lettori. Fanno paura l'enigma, l'assimilazione cannibalica dell'Altro, le Amazzoni, il mitico esercito di donne armate, la cui incomprensibile separatezza ricorda la tragedia lontana della spossessione del femminile. Soltanto il lungo percorso che condurrà a Freud permetterà di intendere il mito in tutte le sue implicazioni. -
Il Liber Paradisus e le liberazioni collettive nel XIII secolo. Cento anni di studi (1906-2008)
Dopo la nuova edizione del Liber Paradisus uscita nel 2007, questa raccolta di saggi propone una scelta rappresentativa della ricerca che negli ultimi cento anni ha visto impegnati sul tema delle liberazioni collettive storici e giuristi di varia ispirazione. Vengono così ripubblicati alcuni testi ormai classici, ma pressoché introvabili, della storiografia giuridica dei primi del Novecento, ma anche i prodotti più rilevanti della storia economica e sociale dei decenni centrali del secolo e infine i risultati del rinnovamento metodologico e tematico testimoniato dagli studi più recenti. Giuristi, sociologi, storici dell'economia e dei sistemi politici, ma anche filologi e letterati sulle tracce di un instancabile cacciatore di miti come Giovanni Pascoli: tutti da sempre irresistibilmente attratti da un documento, il Liber Paradisus, e da un tema, la libertà e le sue negazioni, che con numerose domande in parte irrisolte conserva intatto il suo fascino e la sua dolorosa attualità. -
Storia del cinema italiano. Vol. 12: 1970-1976.
In questo volume in particolare il post '68 e il cinema politico: Rosi, Petri, Maselli; il ruolo delle donne: Lina Wertmüller, Mariangela Melato, Monica Vitti; i nuovi thriller e Darlo Argento; il western all'italiana: Bud Spencer e Terence Hill; il nuovo genere erotico e Lattuada. E ancora, i grandi autori: l'ultimo Visconti, la trilogia di Pasolini, Marco Ferreri, Bertolucci, Bellocchio, i fratelli Taviani; infine: cinema e media, la riforma televisiva e i sempre più forti rapporti tra cinema e Tv. -
L' immagine di Lepanto. La celebrazione della vittoria nella letteratura e nell'arte veneziana del Cinquecento
Fu una svolta epocale o una semplice battuta d'arresto nell'espansione dei turchi? Sulla battaglia di Lepanto gli storici discutono ancora, ma una cosa è certa: la gestione della sua immagine fu per Venezia un evento di grande rilievo. Feste di folla, processioni civili e religiose, opere d'arte e testi letterari celebrarono la gloriosa vittoria. Alla costruzione di un mito collettivo concorsero da subito il sontuoso pennello di Veronese e il bulino dell'incisore popolare, i versi levigati di Celio Magno e le satire in dialetto, gli edifici pubblici e le cappelle private. Su tutto, lo sguardo vigile del Palazzo, pronto a glorificare i martiri della Serenissima ma attento anche a sorvegliare il messaggio politico e a prevenire il culto della personalità per gli eroi vittoriosi; disposto a esaltare la Lega stretta dal Leone di San Marco con il papa e il re di Spagna, ma anche con sapiente regia a giustificare la pace stipulata poi con il Sultano, bollata dagli alleati come tradimento. Una giravolta anche iconologica, per cui Venezia guerriera divenne la Donna giusta, forte ma pacifica, mentre alla demonizzazione del nemico subentrò perfino la pietas per il vinto. E non mancarono conseguenze in ciclo, visto che il merito della vittoria passò dalla cattolico-romana Madonna del Rosario alla venera santa Giustina. A partire dai documenti, questo libro esplora la vicenda del mito lepantino nella civiltà veneziana del Cinquecento, e guida in un percorso tra opere minori e grandi capolavori. -
Intermezzi e farsette per musica
Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall'autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l'evoluzione della singola opera fino al momento in cui l'autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell'interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. Dal 1735 al 1736 Goldoni, che si era già cimentato nella confezione di alcuni intermezzi, fornisce gli ""entractes"""" agli attori della compagnia Imer. Fra il 1756 e il 1760, ormai dopo il tramonto dell'intermezzo, il teatro Capranica di Roma commissiona al drammaturgo alcune farsette che ricalcano in miniatura, le forme del dramma vero e proprio."" -
L' emiliana
L'emiliana del titolo è una donna che da bambina poteva venir definita ""un maschiaccio"""", sempre assecondata nelle imprese più temerarie dal padre e, più tardi condotta verso la femminilità dalla madre, donna dal carattere forte che vorrebbe costruire con le figlie una piccola impresa famigliare. Un progetto destinato a non realizzarsi perché le ragazze se ne andranno prestissimo di casa scegliendo altre strade. Emilia, che da bambina sognava di diventare trapezista e lavorare in un circo, molto presto scopre la passione per il ballo, e, più in generale, per il palcoscenico. Al cinema si identifica con i personaggi impersonati da Marlène Dietrich e Rita Hayworth, immagina di partire per la Spagna, di unirsi ai gitani. Non ancora maggiorenne parte per la grande avventura che sarà la sua vita, assieme al giovanissimo marito. La vita le imporrà scelte anche dure ma il ballo resterà sempre un momento di gioia, di dimenticanza. Mai sopito ma importantissimo, a dominare le decisioni di Emilia c'è il bisogno di libertà, che guiderà ogni sua scelta."" -
Con Hugo. Il creatore di Corto Maltese raccontato dalla figlia
Grazie a Corto Maltese, personaggio imprescindibile della Storia del fumetto, Hugo Pratt fa parte a pieno diritto del pantheon degli scrittori-viaggiatori, insieme a Stevenson, Conrad o London. È ormai una leggenda. Con le sue verità e le sue menzogne. Dietro l'immagine del disegnatore geniale, è l'uomo messo a nudo, il padre, quello che ci racconta Silvina Pratt. Per la prima volta, la figlia minore rievoca gli anni passati accanto all'uomo che non ha mai chiamato altrimenti che ""Hugo"""", da Buenos Aires a Parigi, passando per Venezia, Brocelandia, l'isola di Pasqua, Barcellona e Grandvaux, in Svizzera. Silvina Pratt è nata nel 1964 a Buenos Aires, insieme alla madre, ha tradotto gran parte dell'opera di Hugo Pratt in francese."" -
Ciò che abbiamo inventato è tutto autentico. Lettere a Tullio Pinelli
Quindici lettere scritte in circa trent'anni (dal 1948 al 1986). Fellini dietro le quinte racconta i suoi timori e le sue aspettative per l'incontro con la regina d'Inghilterra, il suo scetticismo su questo o quel progetto, i suoi giudizi sui produttori e i collaboratori (Flaiano, De Laurentis, Grimaldi e molti altri). Ma anche Fellini professionista, che riversa nelle lettere le sue idee sul cinema e la sua poetica. E, nell'ultima lettera, un Pinelli straordinario suggeritore di fonti di ispirazione e di letture. Glamour e cinefilia si compongono in un ritratto in rilievo da cui emerge anche la straordinaria intensità dell'amicizia tra Fellini e Pinelli. -
L' arte del film
Pubblicato nel 1915, e ristampato in edizione accresciuta nel 1922, ""L'arte del film"""" è il primo libro di teoria del cinema uscito negli Stati Uniti. Più che una teoria organica, Lindsay offre una trattazione immaginosa, costellata di riferimenti curiosamente tradizionali - religiosi, poetici, artistici - ma anche ricca di profonde intuizioni sulla natura del cinema e sull'intimo legame tra il cinema e i miti fondatori della civiltà americana. Le parti più significative del libro riguardano la classificazione dei generi cinematografici sulla base degli ingredienti essenziali che ne hanno decretato la fortuna: azione, sentimento, magnificenza e il confronto con pittura, scultura, architettura e danza. Ne deriva un'idea di cinema come arte figurativa, accompagnata però dalla coscienza che il movimento ha la capacità di mutare quelle arti cui il cinema viene di volta in volta assimilato. Le folgoranti intuizioni di Lindsay sul valore del primo piano e sulle capacità del cinema di cogliere i dati più espressivi del paesaggio naturale e urbano anticipano i teorici francesi della fotogenia. E un capitolo, tra i più citati, sui rapporti tra cinema e ideogrammi (writing-picture) presenta parentele con le successive teorizzazioni formaliste e con tematiche che diventeranno centrali nella riflessione teorica di S.M. Ejzenstejn.""