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Il dialogo tra le culture. Metodo e protagonisti
Alle teorie di Huntington sul ""clash of civilizations"""" Fred Dallmayr ha sempre contrapposto un'altra via. Lo ha fatto subito, fin dal momento più difficile, quel 2001 che le Nazioni Unite avevano destinato al dialogo tra le culture e che il terrorismo islamista, con l'attacco alle Torri di Manhattan, aveva supremamente beffato. Ma il filosofo non presenta solo un motivato rifiuto del conflitto, perché del dialogo discute il significato, le premesse e le implicazioni che lo rendono autentico, possibile, utile. E dal metodo passa alle voci esemplari che indicano le chiavi teoriche o politiche di un nuovo percorso necessario a un mondo attraversato da tensioni nei confronti dell'Altro e del Diverso. agina dopo pagina, il libro si trasforma in una conversazione ideale tra protagonisti del pensiero filosofico come Gadamer, Heidegger, Taylor, Habermas, Hannah Arendt, Gandhi. E ancora: con il musulmano iraniano liberal Abdolkarim Soroush e il multietnico Raimon Panikkar. (Prefazione di Giuliano Amato)"" -
Falco e colomba. Luigi Lucchini si racconta
Questa non è la storia di un'impresa né di un imprenditore. Non è nemmeno una biografia. È piuttosto la ricostruzione sottoforma di intervista della vicenda umana e professionale di una figura d'eccellenza di quella generazione di industraili protagonista del dopoguerra del ""miracolo economico"""" italiano. Di questi imprenditori di prima generazione intraprendenti, parsimoniosi, gelosi della propria indipendenza dello stato e della politica, Luigi Lucchini costituisce un prototipo. Anch'egli arriva al successo partendo dal nulla. Diversamente dai più, però, raggiunge i vertici più alti dell'industria (presidente di Confindustria dal 1984 al 1988) e della stessa finanza. Dalla sua straordinaria e longeva esperienza di vita pubblica e privata sono qui ripercorse le tappe più significative con la freschezza e l'immediatezza che solo l'intervista sa restituire."" -
Il «gener frale»
La poesia e il pensiero sull'amore attraversano integralmente l'opera di Giacomo Leopardi, intrecciandosi con i motivi centrali del suo universo concettuale, in particolare con la complessità dei temi legati alla rappresentazione lirica della figura femminile. Dire l'amore e dire la donna significa confrontarsi con l'immensa tradizione della filosofia e della poesia che fa capo a Platone e a Petrarca; significa dunque esperire la contraddizione di codici culturali e letterari secolarmente consolidati e messi alla prova di una modernità che li interroga da nuove prospettive, percorrendoli in profondità fino a superarli con forme radicalmente innovative. Se, come Leopardi fa dire a Tristano, il corpo è tutto, nel corpo della donna transitano i segni essenziali della vita e della morte e si condensa il senso della universale fragilità. -
Carlo Goldoni. Biografia ragionata. Vol. 3: 1750-1753.
Terzo tomo della prima biografia in cui oltre alla formazione, al contesto culturale, sociale e politico, alla genesi delle opere sono analizzati e messi in una nuova luce molti episodi della vita personale, professionale e artistica del veneziano ancora poco conosciuto dimenticati. Il volume si chiude quando, a Venezia, Goldoni lascia il Teatro di Sant'Angelo per passare a quello di San Luca e, a Firenze, inizia la seconda edizione delle sue commedie o edizione Paperini (primavera del 1753). -
Il quarto complice
Elisabeth ha i capelli neri e gli occhi di un blu profondo, le mani sottili avvolte in guanti di pelle lucida. E così che la ricorda l'ispettore Frank Fralich, un'immagine che si è radicata nel suo inconscio dal giorno in cui si è gettato su di lei per proteggerla da una sparatoria. Ma Elisabeth ha un fratello che nel mondo della malavita della capitale norvegese tutti conoscono, e il problema è che non gliene ha mai parlato. Accecato dalla passione, Fralich si lascia trascinare in un gioco molto pericoloso e finisce per essere lui stesso coinvolto in un caso di omicidio. Prima di potersi liberare dalle accuse, e dall'ossessione per una donna che continua a sfuggirgli, dovrà vivere sulla sua pelle la violenza e la desolazione dei bassifondi di una Oslo insolita, questa volta non solo per fare giustizia, ma anche chiarezza dentro di sé. -
L' ombra del falco
Alla semplice vista dell'ombra del falco, i piccoli animali che ne sono prede si immobilizzano o scappano terrorizzati. Anche se sono appena nati, già sanno che è un predatore, è un'informazione scritta nel loro DNA. L'ombra di un predatore umano sconvolge una tranquilla cittadina della provincia friulana. In una discarica viene ritrovato il corpo sventrato di una ragazza. Pochi giorni dopo, alla questura arriva una busta, che contiene una lettera e un DVD, con cui l'assassino sfida la polizia, e in particolare l'ex agente Alex Nero, che viene richiamato in servizio per tentare di catturare il serial killer. La strada per arrivare alla soluzione del caso sarà tortuosa e irta di insidie e pericoli, fino alla sconvolgente rivelazione finale. -
Ragazze del Nordest
A nove donne viene data voce per raccontare la loro vita, i loro amori, le speranze, le delusioni, i progetti realizzati o abbandonati. Le loro storie compongono un ritratto collettivo di grande forza ed impatto, nel quale possiamo riconoscere la vera sostanza di felicità e smarrimento, coraggio e senso di colpa; e possiamo riconoscere, anche, il paesaggio e il respiro di un Nordest in tumultuosa trasformazione, dove l'aspetto delle città, delle campagne e della vita stessa muta più velocemente della capacità delle persone di metabolizzare il nuovo orizzonte. I temi trattati nel libro sono molti: dalla drammatica esperienza dell'aborto alla liberazione dalla violenza, dall'anoressia al felice lavoro di scoperta e costruzione della propria identità. Quasi un reality letterario, dove protagonista non è però la superficie, bensì il paesaggio interiore, la sensibilità stessa, e dove il confine tra letteratura e vita vissuta sfuma fino a risultare irrintracciabile. -
E poi la sete
Un futuro prossimo che potrebbe essere il nostro, alcuni secoli dopo ""la Caduta"""": la catastrofe climatica che nel 2088 ha cambiato per sempre la terra, riducendone gran parte a deserto. Un Paese europeo che potrebbe essere il nostro, dove le risorse idriche sono state privatizzate e l'acqua, ormai più preziosa del petrolio, decide la differenza e la distanza tra ricchi e poveri, sani e ammalati, vivi e morti. E in questo mondo caldo, sporco, assetato ed eternamente in guerra che si incrociano i destini di Sarah, medico e figlia del presidente dello Stato che sta per essere rovesciato da una congiura interna, e Gaël, un tossicodipendente di quindici anni, figlio del giornalista che potrebbe smascherare le bugie del regime. Una donna e un ragazzo che dovrebbero essere nemici e invece cercheranno, insieme, di sopravvivere a quattro giorni di caos e violenza, catapultati in una corsa contro il tempo per salvarsi da chi combatte per il controllo della città e per raggiungere una fonte d'acqua potabile. Prima di morire di sete."" -
Il baratto
La protagonista è una donna che potrebbe essere il prototipo dei desideri di ogni donna della nostra epoca: la sua massima realizzazione è nel lavoro. È nata da una famiglia benestante e si è sposata con un ricco imprenditore, ha due figli, una bella casa, insomma tutto quello che una donna può desiderare, ma soprattutto il suo lavoro le riempie la vita molto più dell'amore per suo marito che è ormai diventato una tenera amicizia resa appena un po' diversa da qualche incontro sotto le lenzuola, con l'impressione di rubare del tempo al sonno di entrambi sottraendo energie ai rispettivi lavori. Ghita è una docente universitaria di psichiatria, aiuto del primario, e ha con lui una sorta di amicizia che a volte sembra voler essere molto di più. Le sue malate, e lei se ne rende conto, sono più importanti del marito, dei figli, del posto prestigioso che occupa nella società della buona borghesia a cui è sempre appartenuta. Ghita è convinta di non aver mai voluto o desiderato niente di diverso; in fondo, è certa di non aver mai amato. Ed è felice che sia così. Ma in un monotono pomeriggio di Pasqua qualcosa di assurdo, qualcosa di inverosimile, come inverosimili sono gli scherzi dell'inconscio, le cambierà la vita. Due sono le domande che Ghita e il lettore si pongono attraverso questa storia: da dove viene il Male? E si può vendere l'anima al diavolo per rivivere il momento più orribile del nostro passato? -
Libraio per caso. Una vita tra autori e lettori
Ha fatto molta strada Romano Montroni da quando, giovanissimo, pedalava in sella a una bicicletta con un cassone pieno di libri. È cominciata così una straordinaria avventura umana e professionale, segnata dall'incontro con Giangiacomo Feltrinelli: nel 1963, a ventiquattro anni, Montroni è il direttore della Libreria Feltrinelli di piazza Ravegnana, a Bologna, e uno dei più giovani direttori di libreria d'Italia. È la prima tappa di un lunghissimo cammino costellato di incontri, progetti, idee, sfide, sorprese. E di successi. Nel 2005, poi, il distacco dalla Feltrinelli e l'inizio di un nuovo corso come consulente del progetto Librerie Coop. Traboccante dello slancio, dell'entusiasmo e della passione che gli sono propri, in questo ""ritratto del libraio da giovane"""" che è memoria e al tempo stesso romanzo di formazione, Romano Montroni si racconta; nel farlo, racconta anche una stagione culturale vista dal suo personalissimo osservatorio, la libreria: dai movimenti studenteschi del '68 e del '77 alla crisi dei primi anni ottanta, ai libri al chilo, ai megastore. E intanto, con un piede nel passato e l'altro, risolutamente, nel futuro, continua instancabile a trasmettere la capacità di """"vendere l'anima"""" a nuove generazioni di librai. Introduzione di Michele Serra."" -
Musica per lupi. Il racconto del più terribile atto carcerario nella Romania del dopoguerra
La storia del più orrendo esperimento carcerario condotto fra il 1949 e il 1952 in un carcere speciale di Pitesti, a nord di Bucarest. Le torture volte alla rieducazione di giovani oppositori del regime sfociarono in un culmine demoniaco senza precedenti. L'idea di fondo era quella della ""rieducazione"""" con il fine di creare """"uomini nuovi"""". Pitesti rappresenta qualcosa di imparagonabile e unico nella storia del Novecento: non l'annientamento ideologico e biologico come ad Auschwitz; non lo sterminio pratico e di massa come nei gulag sovietici; e neppure la rieducazione forzata e spietata come in Vietnam o Cambogia. Si tratta piuttosto di una tortura ininterrotta, attuata di giorno e di notte secondo regole precise, e concepita come un fine in se stesso. Anziché affidare l'esperimento a squadre di """"scienziati"""" del tipo Mengele, venne deciso di lasciare carta bianca a un gruppo di detenuti guidati da Eugen Turcanu, in possesso di eccezionale acutezza mentale, prestanza fisica e capacità di leadership. Nel 1952, quando le prime notizie sull'""""esperimento Pitesti"""" cominciarono a filtrare, per evitare uno scandalo vennero incriminati gli autori (Turcanu in testa): il processo sanzionò la pena di morte per i responsabili, senza toccare gli alti mandanti. Il segreto di Pitesti venne così gelosamente sepolto nella tomba di Turcanu, e ancor oggi (benché in Romania si stia cercando di girare un film sull'argomento) il tabù è intatto."" -
L' architettura come testo e la figura di Colin Rowe. Ediz. italiana e inglese
Critico, teorico e docente di architettura, Colin Rowe è tra le figure che hanno maggiormente influenzato il modo di studiare, pensare e fare l'architettura e l'urbanistica nella seconda metà del XX secolo. Questo libro costituisce un fondamentale contributo all'approfondimento della sua figura e alla rimessa in gioco delle principali questioni affrontate dai suoi studi: dalla composizione architettonica al rapporto tradizione/modernità, dal carattere degli edifici alla interpretazionc della città come complesso e straordinario archivio di forme e di vuoti, di oggetti e di texture. Da La matematica della villa ideale a Collage City fino a L'architettura delle buone intenzioni, gli scritti di Colin Rowe hanno costituito e costituiscono un imprescindibile terreno di confronto per chi si occupa di progetto alla scala urbana come a quella dell'edificio. Attraverso le letture multidisciplinari di progettisti, di storici dell'architettura e di urbanisti, le pagine di questo volume guidano il lettore alla comprensione del metodo di uno studioso che allievo di Wittkower al Warburg Institute prima e maestro di Stirling e mentore di Eisenman poi - indagava le ragioni formali del primo e dell'ultimo Le Corbusier attraverso Palladio e Schinkel, leggeva la città come un collage col suo sfondo e le sue figure e analizzava le architetture come testi in attesa di essere letti. -
In viaggio su una gamba sola
"Il premio Nobel 2009 a Herta Müller riporta alla nostra attenzione questo romanzo per tanti aspetti autobiografico, scritto subito dopo il passaggio dell'autrice dalla Romania alla Germania ovest (1987) e pubblicato nel 1989 alla vigilia della caduta del Muro di Berlino. Si tratta di una delle prime e più forti testimonianze della difficoltà di vivere quel passaggio. È un'opera che racconta, infatti, l'esperienza di fuga da una dittatura e il travaglio di un esilio volontario, tanto cercato quanto doloroso e traumatico; della nostalgia e della perdita, della vita nomadica, di una coazione al movimento attraverso stazioni grandi e piccole, su treni, scompartimenti, sale d'aspetto e lungo binari. Con uno stile secco e tagliente, con un racconto senza ornato e senza tentazioni sentimentali, con una lingua alla quale resterà sostanzialmente fedele negli anni, Herta Müller fissa quasi ossessivamente gli oggetti e i gesti minimi di una vita tra confini e non-luoghi, racconta gli amori, le inibizioni e i ricordi di una giovane donna, il suo disagio di fronte a nuove relazioni umane. Questo romanzo, nel quale si intrecciano e si confondono valenze simboliche e dati di realtà, costituisce senza dubbio una tappa centrale nel coerente percorso di scrittura che ha portato Herta Müller ad ottenere il massimo riconoscimento internazionale"""". (Maria Fancelli)" -
Poesie per Emma. Testo inglese a fronte
Thomas Hardy, a tutti noto come romanziere, è anche, e forse di più, un grande poeta, come tale riconosciuto e amato soprattutto dai poeti. Tormentate e struggenti poesie d'amore: il settantaduenne Hardy prese a scriverle dopo la morte, nel 1912, della prima moglie Emma Lavinia Gifford. Un incontro folgorante, un grande amore e una vera passione, conclusi in un matrimonio lungo e infelice, che si logora in un grumo velenoso di incomprensioni e rancori. Quando Emma improvvisamente muore ha luogo un mutamento prodigioso e Hardy viene travolto da un fiotto di ispirazione poetica, in cui il suo grande romantico amore giovanile diventa l'unica realtà che lo interessa. Più di cento sono le poesie per Emma, cariche di rimorso e rimpianto per ciò che è perso, ma piene di quella luce e di quelle emozioni che il vecchio poeta va ricercando e ritrovando. Poesie tra le più perfette della sua produzione: apparentemente semplici, nella grande varietà di forme metriche e strofiche, negli sviluppi e variazioni delle immemorabili forme tradizionali della ballata, nelle forme e nei ritmi organici in cui la lingua e l'esperienza quotidiana si bilanciano con il termine prezioso o l'immagine letteraria. -
Il Conte Pecorajo. Storia del nostro secolo. Testo critico secondo l'edizione a stampa del 1857
Nella primavera del 1855 Ippolito Nievo decide per la prima volta di scrivere un romanzo. Nasce così ""II Conte Pecoraio"""", una """"storia del nostro secolo"""", che uscirà dopo una tormentata elaborazione nel 1857. """"Il Conte pecorajo"""", insieme ai racconti del """"Novelliere campagnolo"""", è un tentativo di esplorare narrativamente la realtà rurale del Friuli contemporaneo. Il progetto di una letteratura """"campagnuola"""", diffuso nell'Europa di quegli anni, trova in Italia con Nievo una risposta capace di confrontarsi coi più importanti modelli letterari (Manzoni, Sand, Carcano), di misurarsi sulla complessità del romanzo, e di riflettere le difficili questioni - sociali, economiche e culturali - di quell'Italia regionale, povera e arretrata, ma ricca di valori e di civiltà, che era ormai avviata all'unità nazionale. La veste linguistica, eccessiva rispetto alla media ottocentesca e alle stesse abitudini nieviane, e alcuni artifici narrativi hanno ingiustamente penalizzato questo romanzo, forse il meno noto di Nievo. Eppure attraverso la storia di Santo - il """"conte pecorajo"""" - e di sua figlia Maria, il lettore di oggi riscopre un documento vivo del Friuli preunitario, un romanzo """"contadinesco"""" tutt'altro che banale, e la prova prima di un grande scrittore."" -
Le sfide di Israele. Lo Stato ponte tra Occidente e Oriente
"Chi vive in un'isola deve farsi amico il mare"""", recita un antico proverbio arabo. Così """"Israele - scrive David Meghnagi - piccola isola accerchiata da un oceano arabo e islamico"""". Uno Stato che, per la sua naturale ricchezza e per le sfide continue che ha dovuto fronteggiare fin dalla sua nascita, ha sperimentato, in profondità e con largo anticipo, molti dei problemi con cui l'Europa si sta confrontando oggi, con la crisi dello Stato nazionale, il riemergere dei vecchi particolarismi e il cambiamento demografico indotto dai flussi migratori. L'autore analizza il conflitto mediorientale attraverso le metafore, le equazioni simboliche che fanno da sfondo a ricostruzioni arbitrarie, i luoghi comuni, le idealizzazioni e le demonizzazioni che caratterizzano il modo di riferirsi allo Stato di Israele e rimandano a questioni irrisolte negli strati profondi della cultura e della psicologia collettiva. Dal confronto con i testi della tradizione ebraica, le pagine degli scrittori israeliani contemporanei - Amos Oz, Abraham Yehoshua, David Grossman -, le vicende della politica estera e italiana, e della storia personale dell'autore, emerge una lettura nuova e profonda della realtà israeliana capace di trovare soluzioni innovative ai problemi delle società post-globali." -
Ciascuno per sé. Vivere senza welfare
Grazie alla diffusione delle tecnologie, alla maggiore disponibilità di tempo, alla ricchezza prodotta e accumulata con lo sviluppo economico, alla rete globale, le ragioni che avevano favorito la nascita del welfare state così come lo abbiamo conosciuto sono venute meno. Oggi individui e gruppi di interessi hanno il medesimo obiettivo: uno Stato leggero. Siamo di fronte a uno scenario sociale che l'autore definisce con un neologismo: ""Olibù"""". Una società fatta da oligarchie e tribù che mette insieme i due poli estremi della globalizzazione contemporanea, dove si imparerà a vivere senza welfare e nella quale ciascuno farà per sé. E in questo contesto la """"classe della massa"""", all'interno della quale sempre più conta l'imponente ammontare di patrimonio individuale, si organizzerà sfruttando le opportunità offerte dai network per formare nuove tribù di interessi. In questo provocatorio pamphlet Edoardo Narduzzi delinea un panorama in forte trasformazione: stiamo vivendo in una società nata dalla caduta del muro di Wall Street dove tutto si rinnova, anche la politica."" -
Lo schermo sonoro. La musica per film
Come nasce la musica all'interno della produzione cinematografica? Quali sono le strategie compositive del musicista chiamato a commentare le immagini in movimento? Cosa accade nelle complicate fasi della post-produzione quando la musica viene montata con i rumori e i dialoghi? Come viene trattata la colonna sonora quando un film è restaurato oppure edito nei supporti in dvd che oggi affollano il mercato? Questo libro intende offrire una risposta a tali quesiti, nella convinzione che questa sia la necessaria premessa per ascoltare in maniera consapevole la musica di un film. Il testo è articolato in dieci capitoli che ripercorrono le fasi dell'allestimento della musica in un film, partendo dai primi scambi di opinioni fra regista e compositore per giungere alla scrittura, al montaggio e missaggio. I capitoli finali, invece, sono riservati alla produzione discografica della musica per film, ai problemi del restauro e ai percorsi che portano questi brani a far parte di spot pubblicitari, sigle televisive, programmi concertistici o balletti. -
L' alunno. Tutto ciò che la scuola non ha il coraggio di rivelare
"L'alunno, o tutto ciò che la scuola non ha il coraggio di rivelare"""" è una testimonianza diretta in forma di saggio divulgativo, scritto con uno stile immediato e privo di tecnicismi, di quel fastidioso politichese di cui spesso vengono infarcite le pubblicazioni a tema. L'autrice offre un'esperienza dalla parte degli studenti e da quella dei docenti, finalmente parificate nell'analisi della realtà in cui si incontrano, e una lucida esposizione di rimedi a magagne che il sistema denuncia da decenni senza mai correggere. Un viaggio nella """"insostenibile profondità delle empatie"""" per capire davvero le ragioni del disagio giovanile e prevenirle, un'escursione senza giudizi sommari, con la partecipazione di chi si mette alla pari, prende in esame le fragilità e lavora sui dubbi, perché l'esercizio della domanda è l'unico sentiero che porta alla consapevolezza. «L'errore più grande che fa la scuola è imporre dall'alto un decalogo, un programma, e chiedere di accettarlo supinamente. Non sono forse, gli studenti, maturandi? Non è forse, l'adulto, maturo, e si comporta alla luce delle esperienze accumulate nel corso della storia? È facile allora capire come la richiesta, anzi, la pretesa che sia lo studente a piegarsi alla procedura, anziché la procedura a essere pensata in funzione dello studente, porti a clamorosi disastri». Apparato critico a cura di Riccardo De Rosa, con una nota di Marco Vagnozzi." -
Due novelle del Seicento
Le ""Due novelle dei Seicento"""" sono tratte da una raccolta di racconti molto rara di Adolfo Albertazzi, discepolo del Carducci e raffinato intellettuale del primo Novecento. Le sue novelle possono essere distinte in due categorie: quelle storiche, che riportano alla luce fatti riconducibili al vero o plasmano situazioni del presente sullo sfondo di tempi lontani; e quelle fantastiche, legate cioè alla pura invenzione dell'autore. La distinzione tra le une e le altre non è mai nitida, ma il risultato è unico: l'autore parla di vita, spoglia la quotidianità fino a coglierne un'essenza che, nella storia dell'uomo, si classifica come il continuum esistenziale; quindi parla del proprio tempo, che però rispecchia il tempo del passato e lo riflette nel futuro. Con un sottofondo di ironia latente ma sempre vivo egli riesce a recuperare, senza esaurirsi in nessuna di esse, varie esperienze narrative: dalla fiaba popolare al bozzetto provinciale, passando per il grande scorcio romanzesco grazie a una misura breve, personale, che ne risolve le caratteristiche in un singolare equilibrio. Anche le due qui proposte, attuali benché ambientate in epoche lontane, venate di un umorismo tipicamente romagnolo, fanno divertire e trepidare i lettori perché si collocano in quella zona misteriosa che attraversa le nostre esistenze quotidiane.""