Sfoglia il Catalogo ibs007
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3261-3280 di 10000 Articoli:
-
Madame de Mauves. Testo inglese a fronte
Con il matrimonio con un nobilissimo, scapestrato e impoverito francese, un'innocente ricchissima giovane americana, intrisa di ideali e di cultura romanzesca, si trasforma in una signora di irriducibile rigore morale, in una fustigatrice di reali o prospettate trasgressioni. Una Bovary al contrario, dominatrice del destino altrui, la cui inflessibilità egocentrica nel perseguire il sogno di unire amore e nobiltà mina lo slancio di un innamorato compatriota e infine la fibra stessa del fedifrago marito. Un racconto intenso, percorso da echi della grande tradizione francese da Madame de La Fayette a Balzac, prima incursione di Henry James sulle insidiose differenze tra cultura e società americane ed europee e allo stesso tempo sull'intreccio d'adulterio al tempo in cui negli Stati Uniti ci si interrogava sulla praticabilità morale e civile del divorzio. -
Polemiche editoriali. Prefazioni e polemiche. Vol. 1
Le numerose edizioni settecentesche che s'intersecano l'una con l'altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell'impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell'edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all'ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall'autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l'evoluzione della singola opera fino al momento in cui l'autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell'interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. -
Una striscia lunga come la vita
Autore di biografie e opere di narrativa, Naldini si è anche dedicato per tutta la vita alla scrittura poetica, con la quale ha esordito giovanissimo pubblicando alcune liriche nelle riviste friulane fondate dal cugino Pier Paolo Pasolini. Come indica il titolo, scelto dallo stesso autore, possiamo leggere qui una sorta di autobiografia in versi, alternati a ispirate prose che completano il disegno ""narrativo"""" o """"romanzesco"""" della sua poesia. Tema onnipresente in essa è quello erotico: la contemplazione e il godimento dei corpi maschili, le illusioni e le brucianti delusioni dell'amore, i """"brevi romanzi"""" creati dall'eros omosessuale. Sullo sfondo di queste passioni c'è l'Africa, la costa nordafricana dove Naldini soggiorna spesso e di cui sono qui descritti gli straordinari paesaggi, la vita quotidiana, la gente con i suoi sogni e i suoi drammi. Tornano poi spesso come in una sorta di contrappunto i ricordi del Friuli nativo, della madre e dei grandi amici scomparsi: Pasolini, Comisso, Parise. Il volume è aperto da un saggio introduttivo di Francesco Zambon."" -
Clint Eastwood
Clint Eastwood è considerato il più classico dei registi statunitensi contemporanei. Il suo cinema ha affrontato storie e generi tipicamente americani dando luogo a un universo narrativo e tematico più complesso di quanto l'apparente semplicità dello stile e un gusto classico del racconto possano far pensare; dentro la storia di un paese, dentro il suo immaginario, dentro le sue contraddizioni. -
L' architetto: ruolo, volto, mito
Il primo nome di architetto inciso sulla pietra, per essere ricordato per sempre, è Imhotep, progettista della piramide a gradoni di Saqquara. Non conosciamo con certezza l'aspetto di Apollodoro di Damasco, che forse appare alle spalle dell'imperatore nei rilievi della colonna Traiana. Il vero volto di Filippo Brunelleschi lo conosciamo invece grazie alla sua impressionante maschera funebre. Anton Pilgram ha eternato il proprio volto fra gli elementi architettonici della cattedrale di Vienna. Giulio Romano si fa ritrarre da Tiziano con in mano il progetto per una chiesa a pianta centrale. Giambattista Piranesi preferisce l'immagine surreale di statua vivente, con le braccia troncate al modo della medaglia di Donato Bramante. Gli occhiali tondi di Le Corbusier sono migrati sul viso di Philip Johnson. Da Senenmut a Frank Gehry, è sorprendente osservare la continuità con cui il mestiere dell'architetto ha attraversato i millenni, in termini di relazione con il committente e con le maestranze, o di tecniche di progettazione e strumenti per il disegno, solo recentemente trasformati dall'uso del computer. Ne emerge una lettura di ""lunga durata"""" del ruolo e dell'immagine dell'architetto, e dei suoi miti, che ha inizio nel mondo antico - egizio, mesopotamico, greco e romano - per proseguire nel medioevo occidentale e giungere sino a noi, con una riflessione sul presente di una professione millenaria."" -
Gli affreschi nelle ville venete. Il Seicento. Ediz. illustrata
Nel corso del Seicento la ""civiltà di villa"""" non mostra battute d'arresto, grazie anche al contributo di nuove famiglie mercantili che acquisiscono il titolo nobiliare. Sia nelle antiche ville che in quelle di recente costruzione compaiono nuovi cicli decorativi. Nei primi tre decenni la tradizione tardo cinquecentesca di matrice veronesiana detta ancora legge, ma a partire dalla metà del secolo i germi del rinnovamento artistico in atto a Venezia trovano eco anche nella Terraferma. In villa sono chiamati a intervenire artisti di prim'ordine come Luca Ferrari, Giulio Carpioni, Antonio Zanchi, Pietro Liberi, Girolamo Pellegrini, Federico Cervelli, Louis Dorigny. Si afferma la sensibilità barocca, che gioca metaforicamente tra vero e falso, tra apparire ed essere: tutto diventa illusione e inganno visivo di forme e materie. È il trionfo della quadratura, che finge una seconda architettura a trasformare e sovvertire quella reale: un genere che, in ambito veneto, viene per la prima volta esplorato a fondo in questa seconda tappa del progetto relativo alla catalogazione completa degli affreschi nelle ville venete dal Cinquecento all'Ottocento, nato dalla collaborazione tra l'Istituto Regionale per le Ville Venete e l'Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione Giorgio Cini."" -
Giuseppe Berto: thirty years later. Atti del Convegno internazionale (New york, 1° novembre 2008)
A trent'anni esatti dalla morte di Giuseppe Berto, nato a Mogliano Veneto il 27 dicembre 1914, morto a Roma il 1° novembre 1978, tre università statunitensi (la State University di New York, la Rutgers University e la Fordham University) ripercorrono la sua opera in un convegno internazionale che ha visto coinvolti studiosi e italianisti d'America. Un gesto doveroso verso uno dei più originali scrittori italiani fra gli anni Quaranta e Settanta; gesto ancor più significativo se si pensa che fu proprio in terra americana, durante la sua prigionia a Hereford (Texas), fra il 1943-1945, che Berto scrisse le sue prime opere narrative: racconti di guerra e di prigionia, e due romanzi, ""Le opere di Dio"""" e """"La perduta gente"""", titolo, quest'ultimo, poi mutato da Leo Longanesi in """"Il cielo è rosso"""", che, pubblicato nel 1947, diede subito a Berto un notevole successo. Va qui ricordato il sicuro anticipo delle sue doti narrative nel racconto-resoconto della sua esperienza della guerra d'Africa, pubblicato in quattro puntate su """"Gazzettino sera"""" dal 17 al 24 settembre 1940, poi nel volume postumo """"La colonna Feletti"""". Scrittore tra i più amati e avversati della sua generazione, anche per la sua giovanile adesione al fascismo, Berto seppe mantenere una sua posizione autonoma, allontanandosene disilluso dal dopoguerra, e sempre conservando una posizione ideologica libertaria, caparbiamente indipendente, controcorrente."" -
Frontiere mobili. Delocalizzazione e internazionalizzazione dei territori produttivi veneti
I fenomeni della delocalizzazione e dell'internazionalizzazione sono complessi. Perché influenzano i territori nuovi in cui i processi economici si innestano, com'è facile intuire. Ma mutano profondamente, sebbene non in modo immediatamente evidente, anche i territori da cui questi fenomeni prendono origine. Cosa accade quando processi di delocalizzazione e internazionalizzazione conducono gli attori economici a muoversi verso altri territori? Si esporta con la forma produttiva e organizzativa del lavoro anche un modello di relazioni tra attori e territorio (una territorialità, quindi)? Cosa accade allora nei territori di provenienza? E in quelli di arrivo? Queste alcune delle domande cui il volume cerca di dare una prima risposta, attraverso una serie di ricerche sul campo, a partire dal presupposto che non vi siano luoghi ""immuni"""" o privilegiati a priori. Soprattutto, che non vi siano esclusivamente dinamiche fauste o infauste della globalizzazione per definizione. La complessità di simili fenomeni ha reso necessario affrontarli in modo multidisciplinare. In questo volume si mettono assieme diversi punti di osservazione. Quello più tipico dei geografi, quello della sociologia e dell'economia."" -
Il ventennio costituzionale dell'Unione Europea. Testimonianze di un diplomatico al servizio della causa europea
Il Ventennio Costituzionale ripercorre il faticoso e travagliato cammino delle riforme delle Istituzioni Comunitarie dal Progetto di Trattato Spinelli fino alle recenti vicissitudini che hanno contrassegnato la ratifica del Trattato di Lisbona, dopo il fallimento del Trattato Costizionale europeo. L'autore fornisce, attraverso la raccolta di interventi pubblicati a ridosso della conclusione dei più importanti negoziati, dei quali egli è stato molto spesso parte attiva, una testimonianza viva e fedele sui protagonisti e sulla dinamica negoziale delle fasi salienti del processo di integrazione europea. Si tratta di un'accurata ricostruzione storica di un periodo caratterizzato da grandi entusiasmi, speranze e cocenti delusioni, nel tentativo di portare l'Europa ad essere a pieno titolo quel ""global player'sulla scena internazionale, che molti auspicano. Il positivo risultato del referendum in Irlanda e la ratifica della Polonia fanno ben sperare in una rapida entrata in vigore del Trattato che conclude una lunga fase di negoziati e schiude nuovi orizzonti per l'Unione Europea."" -
Il dissenso: critica e fine del comunismo
Il ""dissenso"""" ha rappresentato uno dei fenomeni più significativi nella storia del comunismo novecentesco; intellettuali di ogni condizione e orientamento politico o religioso si sono opposti al regime totalitario sovietico attraverso forme di disobbedienza civile, testimoniando in modo non violento la loro critica nei confronti di un potere che violava sistematicamente la dignità e la libertà delle persone. Attraverso l'apporto di importanti studiosi e testimoni italiani e stranieri, il volume fornisce un'interpretazione in chiave storica del """"dissenso"""" e dell'importanza ed efficacia che ha avuto nel minare le basi del sistema di potere ex sovietico. Oltre a soffermarsi sulle figure più note e rappresentative, con apporti di forte impegno interpretativo, i testi danno conto delle ricerche in corso su ciò che è avvenuto prima del """"dissenso"""", sui suoi esiti e sulla situazione della Russia di Putin. I saggi sono incentrati sull'ex impero russo-sovietico ma non mancano contributi dedicati ad altre aree, a partire dal caso di grande attualità della Cina post-maoista. Un'intera parte è riservata allo specifico caso italiano, per il suo innegabile rilievo. Più che in tutti i Paesi dell'Europa occidentale, il """"dissenso"""" incontrò da noi grandi e persistenti difficoltà nel farsi ascoltare, ciò per un insieme di motivi politici e culturali sviscerati e discussi nel presente volume."" -
La moda in Italia e in Toscana. Dalle origini alla globalizzazione
Dalla metà del Novecento la moda è divenuta un fenomeno sociale, culturale e economico sempre più importante. In Italia il sistema moda costituisce oggi uno dei settori più dinamici e strategici dell'intera economia italiana. L'importanza dell'industria della moda nell'evoluzione dell'economia italiana è altresì testimoniata dalla crescente attenzione riservata dalla storiografia economica italiana e internazionale a questo tema. Seguendo il filo rosso tracciato da questa recente storiografia, questo libro affronta il caso della Toscana per ricostruire la più generale evoluzione del sistema moda italiano dal Secondo Dopoguerra a oggi. La Toscana rappresenta un osservatorio privilegiato per l'analisi dello sviluppo dell'industria italiana della moda: a Firenze nacque e si affermò la moda italiana, grazie alle manifestazioni di Pitti promosse da Giovanni Battista Giorgini. La città toscana divenne per alcuni decenni il centro di riferimento della moda italiana prima che agli inizi degli anni Ottanta Milano si affermasse come nuova vetrina internazionale del Made in Italy. Partendo dall'iniziativa di Giorgini, il volume ripercorre lo sviluppo economico e sociale della moda, attraverso una pluralità di approcci e una base documentaria eterogenea che da un lato mirano a ricostruire alcuni dei principali indicatori economici del sistema moda toscano e più in generale italiano. -
Pinacoteca Nazionale di Bologna. Catalogo generale. Ediz. illustrata. Vol. 4: Seicento e Settecento.
L'impresa del Catalogo generale della Pinacoteca Nazionale di Bologna, propone nella quarta tappa del suo percorso le schede di trecentosettantasette dipinti, affidate a cinquantaquattro studiosi italiani e stranieri. Luigi Lanzi nel 1795 scriveva: ""L'ultima epoca della scuola bolognese si può incominciare alquanti anni prima del 1700, quando Lorenzo Pasinelli e Carlo Cignani avean fatto nella pittura gran cangiamento"""". Da quelle date e da quegli artisti, dunque, prende avvio questo quarto volume, e procede, nel nome del Crespi e del Creti, negli anni fra il 1710 e il 1715, fino al terminare del Settecento, con i dipinti dei fratelli Gandolfi."" -
La mia politica. Riforme e sviluppo (2008-2011)
Un capitalismo corporativo e in cerca di protezioni è sempre l'altra faccia della medaglia di uno stato dirigista, opprimente e inefficiente. La combinazione di questi due fattori è la causa principale della scarsa crescita dell'economia italiana. Da Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta ha quindi sviluppato un preciso disegno di politica economica che vede nella riforma delle istituzioni e dello stato, nel suo concreto agire attraverso la pubblica amministrazione, la condizione necessaria per rompere le strutture corporative che frenano la nostra capacità di competere efficacemente sui mercati interni e internazionali. Gli articoli che compongono questo volume testimoniano il percorso attraverso il quale si è articolata in questi tre anni la sua azione di governo: le battaglie per la riduzione della spesa pubblica, l'avvio di riforme a costo zero, gli scontri con i condizionamenti internazionali e con le antiche incrostazioni nazionali che vincolavano la politica economica, gli attacchi frontali, le strategie messe in atto e gli strumenti per realizzarle. -
Il collezionismo d'arte a Venezia. Il Settecento
Questa pubblicazione, la terza specificatamente dedicata al collezionismo artistico a Venezia in età moderna, prende in esame il Settecento, il secolo definito della ""gloria"""" di Venezia, particolarmente ricco e articolato per l'evoluzione del gusto e degli orientamenti del fenomeno, con elementi di continuità e altri di contrasto con l'epoca che lo precede. Composto da saggi tematici che illuminano tipologie di opere, aspetti e problemi del commercio artistico (anche in connessione con le conseguenze delle soppressioni delle corporazioni religiose), presenze forestiere di artisti, collezionisti e agenti, casi-studio di raccolte particolarmente significative per i loro proprietari (una casata di antica nobiltà e un facoltoso imprenditore della manifattura del tabacco) e la loro formazione, il volume è completato da un corpus di oltre quaranta voci biografiche su raccoglitori, mercanti, agenti, diplomatici e critici che hanno assunto un ruolo determinante nello sviluppo del collezionismo nel Settecento veneziano: accanto a personalità in parte conosciute, ne compaiono numerose altre dal profilo sinora indefinito nonostante la loro rilevanza nel panorama del tempo. Un'appendice di documenti inediti offre un campione rappresentativo delle diverse tipologie di fonti archivistiche disponibili."" -
L' immagine contemporanea. Cinema e mondo presente
Eyes Wide Shut, Millennium Mambo, Lost in Translation, Elephant, In the Mood for Love, A History of Violence, Kill Bill, Il caimano, sono i film di cui si parla in questo piccolo volume. Partire dalle opere per pensare la contemporaneità, costruirne una mappa concettuale e stilistica, non significa tornare indietro alla questione del testo e dell'autore. Tutt'altro, significa partire dall'espressione, dai segni, perché è solo lì, nel gioco fra prossimità e distanza istituito dal segno, che vediamo e sentiamo l'emergere del contemporaneo. Una cartografia del cinema contemporaneo non può che essere anche una cartografia del mondo contemporaneo, dei sentimenti e delle immagini che lo compongono. -
Rete e democrazia. Politica, informazione e istruzione
Che rapporto c'è tra rete e democrazia? Qual è il futuro della democrazia dentro i cambiamenti dell'era digitale? Il libro indaga tre campi chiave in cui le nuove tecnologie informatiche diventano fattori strategici dello sviluppo: l'istruzione, la politica e l'informazione. Muovendosi tra piani diversi ""Rete e democrazia"""" analizza le trasformazioni in atto inserendole nel tempo, nello spazio, nelle relazioni interpersonali, politiche e sociali."" -
La notte più felice dell'aurora. Testo spagnolo a fronte
L'opera poetica di san Giovanni della Croce rappresenta iI massimo tentativo di descrivere l'esperienza mistica attraverso la poesia: la parola sfida la sua stessa essenza per esprimere l'indicibile con il linguaggio dell'amore umano, tramutando l'oscurità in luce. Un linguaggio senza tempo, che riesce a liberarsi dei riferimenti letterati e a produrre, una poesia destinata alla percezione sensoriale e non alla sua comprensione o spiegazione, un racconto dove l'esperienza mistica e quella erotica si confondono. Nella Spagna del Cinquecento, punto di incontro tra le correnti mistiche medievali nordeuropee e la filosofia araba, una ineguagliabile poesia d'amore altamente simbolica. -
Colori. Simboli, storia, corrispondenze. Ediz. illustrata
Conoscere se stessi attraverso una graduatoria di preferenza applicata ai colori è possibile solo se dei colori conosciamo fino in fondo i simboli, i significati, la storia, le corrispondenze. Perché diciamo ""giornata nera"""", """"restare al verde"""", """"andare in bianco"""", """"vedere rosso"""", """"feeling blue"""" come malinconia? Studiati da sempre quasi con distacco, raccontati da letterati e """"maghi"""" con la soggezione imposta da ogni dimensione """"misteriosa"""", fin dai primi vagiti della psicanalisi, i colori sono entrati scientificamente nell'indagine dell'individuo per aiutarci a scoprire chi siamo davvero. Attraverso le nostre preferenze o il nostro rifiuto di un colore emerge chiara una tendenza, una caratteristica del nostro carattere che forse non conoscevamo: ogni colore con la sua simbologia, con la sua storia racconta e ci racconta. Ma come si è arrivati ad assegnare ai colori un particolare significato, quella particolare corrispondenza? Quanto hanno influito la storia, le vicende politiche, le religioni, la superstizione, il mito, nella definizione intellettuale di un colore? Perché nell'immaginario popolare il giallo è il colore dell'indagine poliziesca, del delitto, della gelosia, il verde è associato alla speranza, il blu alla meditazione? E il rosso è ancora il colore del potere? Perché la superstizione assegna al viola messaggi di riservatezza e di mestizia? E il bianco è davvero il colore dell'innocenza o è anche...?"" -
Piccoli. La pancia del paese
Piccoli: quattro milioni di piccole aziende, otto milioni di partite Iva rappresentano per un Paese un patrimonio vitale. Ma se questi signori, da quando aprono bottega fino a sera, hanno la sensazione di lavorare ""contro"""", c'è qualcosa che non va. La crisi ha moltiplicato gli outsider, reso più corta la coperta e ha lasciato senza voce non solo precari e disoccupati, ma anche artigiani, piccoli commercianti, partite Iva e professionisti. E il silenzio deve preoccupare più di una protesta clamorosa. Nel silenzio i valori finiscono nel tritacarne, quelli tradizionali non reggono l'urto della secolarizzazione e quelli moderni sono considerati velleitari, buoni per le élite. I Piccoli credono nella libera impresa e nel lavoro autonomo, non disdegnano il mercato e lo considerano meglio della politica, odiano le tasse e la burocrazia, lo Stato-imprenditore e le oligarchie industriali. Sono la pancia del Paese, ne esprimono gli umori, le paure, gli slanci. Non hanno riti da onorare, linguaggi da tenere in vita, manifestazioni da propagandare, Pantheon da riempire. E anche per questo le élite e la cultura li escludono sistematicamente dalla rappresentazione del Paese. Per loro sono e restano degli Invisibili."" -
Comunità e razionalizzazione
Alessandro Pizzorno, riconosciuto maestro della riflessione politico-sociale in Italia, alla fine degli anni cinquanta fu incaricato di condurre una ricerca all'interno della comunità di Rescaldina, divenuta allora una vera e propria company town, centrata sugli stabilimenti Bassetti, al pari di quanto era accaduto a Ivrea con la Olivetti. Nel lavoro sul campo, Pizzorno ottenne l'appoggio dell'intera popolazione, intessendo rapporti, vivendo negli ambienti e nelle famiglie. Da quell'esperienza nacque questo volume che descrive con grande chiarezza l'impatto delle dinamiche di industrializzazione, e della conseguente razionalizzazione, sulla comunità: il cambiamento dei rapporti sociali, del senso del lavoro, dei valori culturali, del tempo libero, delle forme associative. A mantenere costante nel tempo l'interesse per ""Comunità e razionalizzazione"""", oltre all'indiscutibile valore scientifico, una tecnica narrativa in grado di individuare modalità espressive che hanno prodotto un resoconto della ricerca fruibile ai più.""