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Da Euclide ai neuroni. La geometria nel cervello
Esiste una grande differenza tra le conoscenze formali dei matematici e dei geometri e quello che in biologia e nelle neuroscienze abbiamo imparato fino a oggi sul modo in cui la geometria è rappresentata nel cervello. Vallortigara ci conduce in un viaggio che muove dall'esterno del cervello – il comportamento degli esseri umani – e giunge a indagare a poco a poco quello che succede dentro la scatola nera. Attraverso esperimenti realizzati con topi, formiche, insetti, studiando le funzioni dell'ippocampo e della corteccia entorinale, si scopre una bellezza complessa e vastissima all'interno del cervello umano: una geometria che le neuroscienze sono orgogliose di rivelare. Così ci inoltriamo nel circuito dei neuroni che determinano il nostro orientamento spaziale e, indicandoci la direzione, la distanza, la latitudine, ci permettono di abitare lo spazio. -
Il nostro Gramsci
È il nostro tempo storico a chiederci di ricollocare l'opera di Gramsci nell'orizzonte del presente, restituendole tutta la sua dirompenza politica. Quello di Gramsci è un 'pensiero per l'azione' che bisogna far vivere e parlare, come scrive Horacio González in questo saggio del 1971 - una vera rarità editoriale qui ritradotta, uno dei testi capitali di quel gramscismo argentino che tanto può insegnare all'Italia. In Argentina lo studio di Gramsci non è mai stato solo un fatto culturale, ma si è sempre intrecciato con la storia convulsa del Paese, rispondendo ai problemi e alle necessità specifiche dell'America Latina. Allo stesso modo, oggi Gramsci può tornare ad agire nel contesto italiano, che vede un popolo ormai disperso e polverizzato, apparentemente in corsa verso l'autoritarismo, affacciato su una «prospettiva catastrofica», e diventare la chiave per ricostruire un discorso politico. Saggio introduttivo e cura di Pasquale serra. -
La terza via italiana. Storia di un modello sociale
Tra le due guerre, la teoria corporativa — che ambiva a realizzare la collaborazione di classe in nome della potenza nazionale — e il deciso intervento dello Stato nella vita economica — attraverso istituti come l'Iri e l'Agip — furono le diverse facce dell'«insubordinazione fondante» italiana nei confronti del liberalismo e degli imperi egemoni. Il corporativismo, con tutti i suoi limiti ancora al centro del dibattito storiografico, fu il peculiare messaggio tricolore nel momento del maggior ripensamento internazionale dei modelli economici classici. Il disastro del secondo conflitto mondiale non interruppe completamente il cammino di una «terza via italiana», presente sottotraccia in esperienze significative quali l'Eni di Mattei e l'Olivetti. Negli ultimi anni, la globalizzazione e la finanziarizzazione dell'economia hanno messo in crisi la proiezione internazionale e la tenuta sociale del Paese, invitandoci a rileggere le storie di uomini come Bottai, Beneduce, Fanfani e Craxi, capaci di accompagnare l'Italia verso lo sviluppo, tra le luci e le ombre della Storia. -
Come gli hippie hanno salvato la fisica
La teoria dei quanti rappresenta, ancora oggi, uno dei più eccitanti orizzonti della fisica. Eppure, in pochi conoscono il grande contributo che a questa disciplina hanno dato gli eccessi del movimento New Age degli anni Settanta. Molte delle idee che sono alla base della fisica dei quanti ebbero origine dalla frenetica controcultura di quegli anni, da un fecondo miscuglio di bong, ""viaggi"""" con Lsd, misticismo orientale, teorie del complotto ed entusiastiche fedi nell'Età dell'Acquario, santoni piegatori di cucchiai e altri bizzarri personaggi. Del resto, gli stessi padri della scienza moderna, Einstein, Bohr, Heisenberg e Schrödinger, avevano intuito che l'unica possibilità per la fisica di progredire era quella delle vie traverse, in cui era necessario affrontare a testa bassa alcune grandi sfide filosofiche: il semplice utilizzo delle equazioni a fini di calcolo non sarebbe mai bastato. Ad applicare alla lettera questi suggerimenti furono i membri del Fundamental Fysiks Group, che rifiutando l'imperativo dominante nel mondo accademico «zitto e calcola» avviarono un processo di rinnovamento che rivoluzionò per sempre il futuro della fisica. David Kaiser, docente di fisica al Mit, svela i retroscena di quegli anni con ironia, ricostruendo rigorosamente le vicissitudini di un gruppo di sognatori che si sono ribellati alle convenzioni e hanno esplorato «il lato ignoto e selvaggio della scienza», gettando le basi di una nuova e «stupefacente» storia della fisica."" -
Sociologia dell'inavvertito
In modo più o meno consapevole, la riflessione sociologica si è prevalentemente orientata verso lo studio degli aspetti insoliti, notevoli e particolari della realtà sociale, privilegiando l'analisi dei fatti popolarmente percepiti come degni d'interesse e categorizzati come tali già a livello di senso comune. Così, la disciplina ha spesso finito per ratificare i meccanismi di salienza convenzionali, riaffermando gli schemi cognitivi e i modelli culturali più diffusi. Muovendo da simili constatazioni, Brekhus argomenta l'efficacia di una diversa prospettiva sociologica, che distingua con chiarezza l'importanza analitica di un fenomeno dal rilievo che può essergli generalmente accordato. Combinando teoria e metodologia sociologiche e rileggendo criticamente autori classici come Goffman e Garfinkel, Brekhus pone le basi per una vera e propria sociologia dell'inavvertito, di cui vengono delineati i fondamenti epistemologici e le strategie procedurali. -
Risposte pratiche, risposte sante. Pasolini, il tempo e la politica
Attraverso le analisi più incisive di Pasolini, dedicate all'industrializzazione del desiderio, il libro mette a fuoco la sua posizione nei confronti della Sinistra e della Chiesa in relazione a un Potere che aveva tradito il progresso, a vantaggio di uno sviluppo che Pasolini detestava. Nel corso del tempo questa distinzione vide assottigliarsi le proprie ragioni e il volume accompagna tale crisi attraverso l'opera poetica e cinematografica di Pasolini fino all'atto pubblico di abiura degli ultimi anni. Le ragioni posavano su un'analisi culturale, antropologica e politica della società italiana, di cui dà conto la seconda parte del volume, dedicata al commento analitico di alcuni degli ""Scritti corsari"""". Sullo sfondo, la questione filosofica del tempo: esiste solo un tempo vettoriale, unico, storico? Oppure la temporalità è più complessa, stratificata? Impegnarsi nella Storia ha quindi senso? Pasolini riteneva ancora che guadagnare una consapevolezza culturale e politica del nostro Paese fosse la sola via per far sventolare infine, malgrado tutto, le «belle bandiere» del cambiamento."" -
It's complicated. La vita sociale degli adolescenti sul web
Che succede quando gli adolescenti comunicano mediante i social network come Facebook, WhatsApp e Instagram? Come gestiscono la propria identità, come difendono la propria privacy, che cosa mettono in gioco dei propri sentimenti? Queste sono solo alcune delle domande che Danah Boyd affronta nel suo libro dedicato a quella second life che rappresenta ormai la forma di vita più importante per la maggioranza degli adolescenti. L'autrice sfata i falsi miti legati alla diffusione di internet, dal presunto aumento del cosiddetto ""cyberbullismo"""" agli esagerati pericoli sulla spersonalizzazione dei giovani, fino alla stessa definizione di """"nativi digitali"""", troppo semplicistica rispetto alla complessità del fenomeno. """"It's complicated"""", frutto di dieci anni di ricerca sul campo, di interviste e di incontri con centinaia di adolescenti, è una lettura fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere l'impatto sociale e culturale delle nuove tecnologie di comunicazione sulle generazioni future."" -
Verdi. L'uomo nelle sue lettere
Pubblicata inizialmente in tedesco nel 1926 e poi ampliata e riedita in inglese nel 1942, questa è stata la prima antologia delle lettere di Giuseppe Verdi destinata a un pubblico non italiano: un libro che ha dato un deciso impulso agli studi verdiani fuori dai confini nazionali, ma che per struttura e organicità ha rappresentato un modello importante anche in Italia. La selezione attinge al cospicuo patrimonio dei carteggi verdiani e copre l'intero arco della carriera del Maestro, dagli esordi fino agli ultimissimi giorni di vita, rievocando la parabola gloriosa di un artista immortale sullo sfondo di un'epoca di straordinario fermento. Scelte e ordinate in modo da restituire in un quadro coerente la personalità schiva quanto complessa di Verdi, le lettere rivelano il genio, gli affetti, l'impegno politico e sociale, le speranze e le delusioni di un carattere irrequieto. Il volume si apre con un saggio di Franz Werfel, già autore di Verdi. Il romanzo dell'opera, che nel suo stile inconfondibile fornisce al lettore le coordinate essenziali per addentrarsi nell'universo del compositore di Busseto senza smarrirsi nella sua vastità. ""Verdi. L'uomo nelle sue lettere"""" offre un contributo indispensabile alla conoscenza della dimensione umana del Maestro; una raccolta ragionata di documenti preziosi, che non smette mai di intrattenere e appassionare."" -
Klimt
L’8 marzo 1900 al palazzo della Secessione di Vienna viene esposto il nuovo, attesissimo quadro di Gustav Klimt, la Filosofia. È l’opera che consacrerà la sua arte agli occhi del mondo, ma in Austria viene odiata, derisa, considerata un’offesa al gusto e alla morale. Il critico Hermann Bahr è tra i primi a stimare il lavoro di Klimt, di cui diventa lo strenuo difensore. Mentre attorno ai quadri e alla persona del pittore divampa la polemica, in questi scritti Bahr lo descrive come un talento capace di modernizzare l’intera arte austriaca, e di eguagliare finalmente le vette dell’arte europea. Bahr è convinto che il tempo gli darà ragione: decide di raccogliere le critiche più dure rivolte a Klimt dalle pagine dei giornali, come «marchio d’infamia da consegnare ai posteri, che dovranno sapere di cosa si era capaci in Austria intorno al Millenovecento». -
I giorni del dissenso. La notte delle barricate. Diari del Sessantotto
«Questo libro di una iniziazione è soprattutto il racconto ansioso dell'inseguimento di due quarantenni - mogli e amici al seguito - degli atti e delle cadenze della generazione diciottenne in rivolta, in mobilitazione tanto inarrestabile quanto esclusiva.» - Piero Del Giudice, Avvenirernrn«Cesarano racconta le idee, le speranze, le lotte degli studenti contro le forze dell'ordine, anche i comizi nelle piazze... I diari di Cesarano sono anche altro e molto di più della cronaca di una giovinezza per niente perduta, che la voleva far finita con la superficialità dei salotti borghesi.» – Pino Bertelli, Le Monde DiplomatiquernI diari sul Sessantotto ""I giorni del dissenso"""" e """"La notte delle barricate"""" di Giorgio Cesarano, scritti in presa diretta alla maniera di un reportage, figurano la testimonianza sognante e febbrile di un desiderio: cambiare il mondo per cambiare la vita. Chi scrive è però un «intellettuale isolato». A Milano, partecipa alla contestazione per capire se veramente la lotta potrà «rovesciare l'asse del mondo». Quarantenne al fianco di una gioventù impegnata a conquistare una storia più umana, dapprima scettico ma in «perfetta umiltà», il diarista entra nello spirito della protesta. Se """"I giorni del dissenso"""" è un diario di parola in cui Cesarano vive una personale «nausea-dolore» a causa del «non-accaduto», """"La notte delle barricate"""", seguito ai Giorni, è un diario di battaglia."" -
Perché gli altri dimenticano
«Perché gli altri dimenticano» – prima testimonianza in assoluto sui campi di sterminio – è il racconto di una lenta, soffocante discesa nell'inferno di Auschwitz-Birkenau: l'arresto a Trieste, la prigionia temporanea nei bunker della Risiera di San Sabba, il trasferimento al Coroneo come prigioniero politico, quindi il viaggio, pieno di speranze e di ottimismo, attraverso la Germania, l'arrivo ad Auschwitz, la prigionia, la liberazione. Ma «Perché gli altri dimenticano» è anche il resoconto dettagliatissimo della vita quotidiana e dell'organizzazione della macchina diabolica escogitata dai nazisti per lo sterminio di ebrei e oppositori. Un viaggio cupo, allucinante, nella follia e nella crudeltà che si annidano nelle pieghe più profonde dell'animo umano. -
Io non mi salverò. La vita di Janusz Korczak
Le teorie di Janusz Korczak sulla realtà infantile hanno rivoluzionato non solo la pedagogia, ma l'intero modo di concepire il bambino nella società occidentale. Il medico e scrittore polacco capì prima di altri che l'unica strada per riconoscere i diritti dei bambini era quella di vedere e di sentire come vedono e sentono loro, di considerare il loro mondo allo stesso livello di importanza del nostro. Maturò l'idea, ancora oggi attualissima, che per aiutare i bambini nel loro sviluppo occorre considerarli nella loro interezza, unificando i saperi della medicina, della psicologia, della pedagogia, della sociologia, ma anche della storia, della poesia e della religione. Nato in una famiglia di origini ebraiche, Korczak fondò nel 1911 la Casa degli Orfani, un istituto autogestito dagli stessi bambini. Quando nel 1942 i nazisti prelevarono dall'orfanotrofio duecento dei suoi ospiti per condurli ai campi di concentramento, Korczak - che pure fino a quel momento era stato risparmiato per la sua notorietà - incapace di abbandonarli, decise di seguirli, trovando la morte nel campo di Treblinka. Narrata con ritmo incalzante, questa biografia letteraria scritta dalla filosofa Monika Pelz racconta la vita, le opere e il coraggio del grande pedagogo. Una vita che oggi, a settant'anni dal suo tragico epilogo, ha ancora molto da insegnare. -
Monte Athos. Un pellegrinaggio nel cuore spirituale del cristianesimo ortodosso
Il territorio verdeggiante e a tratti roccioso della penisola athonita rappresenta il caso unico al mondo di una Repubblica monastica ancora nel pieno delle sue forze dopo oltre un millennio di storia. La data di fondazione comunemente accettata dagli studiosi è quella del 963, anno in cui il monaco Atanasio diede vita al monastero della Grande Lavra. La storia religiosa di questo lembo di terra della Calcidica era però già iniziata molto tempo prima, sin dall'epoca tardo-antica, quando numerosi e oscuri eremiti vi trovarono rifugio. Oggi il Monte Athos, con i suoi venti monasteri, rappresenta il cuore spirituale del cristianesimo ortodosso. In questo luogo di silenzio e di preghiera si è conservata inalterata l'antica tradizione mistica ereditata dagli anacoreti del deserto egiziano. Questo libro narra il pellegrinaggio del grande scrittore russo nei vari monasteri, un racconto che traccia non solo un quadro storico e agiografico di questa terra, ma che riesce a proiettarci nel battito emozionale e spirituale di uno dei luoghi più cari al cristianesimo. -
Prova del teismo
Ritornato in Inghilterra da Dublino, dove aveva presieduto l’Università Cattolica di nuova fondazione, nel 1859 Newman riprende l’antico proposito di scrivere di fede e ragione, avviando un percorso che porterà al capolavoro della ""Grammatica dell’assenso"""". In """"Prova del teismo"""" egli replica a chi pensa che l’unica via per mantenere la fede sia oscurare la ragione, e lo fa con un argomento a sostegno dell’esistenza di Dio: non una formulazione meramente intellettuale, ma intimamente connessa alla pratica, una prova che passa attraverso il riconoscimento della consapevolezza della nostra esistenza e di una coscienza morale a essa associata. La sottile analisi fenomenologica che la sostiene rende manifesta la realtà trascendente di una Persona (Dio) dentro la persona che noi stessi siamo."" -
Il disperato
Capolavoro scandaloso dell'esistenzialismo cristiano, questo romanzo fortemente autobiografico permette di penetrare nel mondo di Leon Bloy e nella sua anima vulcanicarnrnLéon Bloy è stato uno degli scrittori cattolici più “maledetto” e scandaloso degli ultimi secoli, capace di “fustigare” la Chiesa, come testimonia questo suo romanzo, in cui si muove una folla di personaggi alla ricerca della fede.» – Diva e Donna rnrnScritto a quarant'anni, in un'estrema indigenza, e con il cuore tormentato dall'amore terrestre e dall'amore celeste, è un prezioso documento di quella frivola e corrotta società della fine dell'Ottocento, in cui uno scrittore cattolico come Bloy appariva né più né meno che un rudere medievale, «sperduto tra la folta vegetazione dell'anticlericalismo di moda e di una lettura decadentista». Attorno a tre personaggi principali - il disperato Marchenoir, l'eroica Véronique e l'amico Leverdier -, solitari e incompresi, travagliati fisicamente e spiritualmente, si muove una folla di personaggi senza fede e senza coscienza, che fa da sfondo al romanzo. Il lettore troverà, accanto a un realismo spietato, pagine bellissime e impegnative sulla Storia, la liturgia e la vita monastica. -
Manuale di disobbedienza digitale
«Potremmo definirlo un saggio sociologico o un trattato di psicologia perché ci spiega come navigare in modo più consapevole, come difendere la nostra privacy e come mandare in cortocircuito gli algoritmi delle grandi aziende che, quotidianamente, ci spiano e “condizionano”.» - Michele La Porta, Radio ColonnarnQuali sono gli effetti di ogni nostra interazione con Facebook, Google o Amazon? Cosa ci rubano gli algoritmi? Quali porzioni di noi stessi stiamo cedendo? Esiste un modo per difendersi? ""Manuale di disobbedienza digitale"""" racconta la genesi culturale delle techno-corporation, le multinazionali che grazie alla tecnologia dominano la nostra vita quotidiana. Burning Man, un festival di arti nel deserto del Nevada, ha conferito alle aziende della Silicon Valley l'infrastruttura ideale su cui edificare un'inarrestabile crescita. Il libro ne narra la storia, analizzando lo snaturamento che gli algoritmi hanno provocato su alcune dimensioni centrali della nostra esistenza: dall'amicizia alla memoria, dalla nascita alla morte. E propone anche una via d'uscita dalla gabbia digitale in cui siamo rinchiusi: un """"ennalogo"""" di azioni pensate per attuare una sorta di disobbedienza e provare a fuggire dal rischio predittivo delle nostre azioni, funzione ultima di ogni algoritmo."" -
Generazione hikikomori. Isolarsi dal mondo, fra web e manga
I nostri figli passano moltissimo tempo davanti al computer o allo smartphone, e alcuni giovani stanno incollati a uno schermo addirittura fino a 16-18 ore. Cominciano così a scambiare il giorno con la notte, ad abbandonare gli studi, finché scatta una vera e propria “sindrome da ritiro sociale” e corrono il rischio di diventare hikikomori – da hiki ‘ritiro' e komori ‘essere rinchiuso'. È questo l'incubo di ogni genitore. ""Generazione hikikomori"""" è un viaggio alla scoperta delle persone, dai 12 ai 40 anni, che si sono tagliate fuori dal mondo e vivono in casa prigioniere di se stesse. In Giappone, dove il disagio si è inizialmente diffuso, gli autoreclusi sarebbero almeno un milione; in Italia il fenomeno si fa sentire già da qualche anno e si stima che i ritirati sociali siano ormai 120mila, tra i 12 e i 26 anni. Anna Maria Caresta ha intervistato sia gli hikikomori giapponesi sia gli operatori sanitari che li prendono in carico, incontrando anche i medici che in Italia si occupano di questo male senza più confini."" -
Evasione fiscale. Perversione privata o disfunzione pubblica?
«Lupi è l'autore di un originale saggio, L'evasione. Sostiene che sia sbagliato e dannoso politicamente colpevolizzare alcune categorie produttive. Critica i toni dei ""moderni inquisitori antievasione"""". Demolisce la retorica del """"fisco amico"""" ed è convinto che l'evasione sia più la conseguenza di una disfunzione pubblica che di una perversione privata» - Ferruccio de Bortoli, L'Economia, Corriere della SerarnrnrnI dati indicano chiaramente che oggi gli imponibili fiscali sono determinati in massima parte mediante uffici contabili di organizzazioni pubbliche e private; questa """"tassazione attraverso le aziende"""" colpisce i fornitori, i clienti, i risparmiatori, persino i soci, oltre che le aziende stesse, in una vera e propria esternalizzazione della funzione tributaria, denominata """"autotassazione"""". Questo sistema è però inutilizzabile dove tali uffici contabili mancano, come nel piccolo commercio o nell'artigianato, oppure sono facilmente scavalcabili dalla proprietà familiare delle aziende. In questi casi la """"perequazione tributaria"""" passa quindi attraverso il recupero della tradizionale stima degli imponibili da parte degli uffici tributari. L'opinione pubblica e le classi dirigenti devono quindi capire la necessità di coordinare i criteri di determinazione della ricchezza, accantonando strumentalizzazioni politiche cui sono paradossalmente riconducibili evasioni, vessazioni, inefficienze e complicazioni. Spiegare con chiarezza la determinazione degli imponibili come funzione pubblica, come questo libro cerca di fare, è una precondizione per l'equità fiscale e la serenità sociale sul tema. Nasce così la fuorviante figura dell'""""evasore congenito"""", una specie di nemico del popolo, come un untore di manzoniana memoria."" -
Casella numero 58
Undici personaggi e una giornata che inizia come le altre, tra le ansie del quotidiano, i contrasti in famiglia, i sogni perduti e la ruota del tempo che gira inesorabile. Ma la spirale di queste vite, precarie quanto la società che le soffoca, sta per ricevere una scossa drammatica e imprevista. Come in un ideale gioco dell'oca, tutti i protagonisti si troveranno a intrecciare i loro percorsi nello stesso luogo, un centro commerciale di periferia dove una bomba si prepara a esplodere. È questa la ""casella numero 58"""", la più sfortunata, dove l'immagine di uno scheletro riporta le pedine al punto di partenza. Bilanciando ironia e riflessione esistenziale, Luigi Bartalini mette a nudo la fragilità dell'uomo contemporaneo e racconta il nichilismo e la solitudine della nostra epoca. Nel gioco inesorabile dell'esistenza, proprio la distruzione può aprire inaspettati squarci di speranza: una catarsi e un azzeramento per cominciare da capo e costruire una vita migliore."" -
Non fatevi rubare la vita
«Non fatevi rubare la vita»: questo invito di Mujica esprime in modo efficace uno dei capisaldi del suo pensiero e della sua critica al sistema dominante. Un fermo ammonimento attraversa le sue parole quando raccomanda ai giovani di non sprecare il tempo della loro esistenza, di non farsi derubare dalle campagne di marketing o accecare dalle nuove tecnologie che non lasciano tempo al pensiero, né al raccoglimento. Mujica interviene sui temi più roventi della nostra epoca: dalla questione ecologica ai migranti, dal proliferare della corruzione all'avanzare dei nazionalismi xenofobi. Al cuore dei suoi discorsi risuona un messaggio al tempo stesso semplice e profondo: tutti siamo responsabili nei confronti della nostra vita e, proprio per questo, dobbiamo prendercene cura. «Si tratta di una bellissima causa: l'amore per la vita».