Sfoglia il Catalogo ibs007
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7501-7520 di 10000 Articoli:
-
Socialismo. Utopia attiva
Nel momento, in cui l'ideale socialista viene riscoperto in tutto il mondo, da Bernie Sanders a Jeremy Corbyn, l'analisi di Bauman ritorna di grande attualità. Il filosofo polacco, in un periodo in cui la spinta utopica nata con Babeuf alla fine del Settecento sembrava isterilita tra la crisi delle socialdemocrazie occidentali e il plumbeo autoritarismo del ""socialismo reale"""", ripercorre le tappe dell'impatto che l'utopia socialista ha avuto sullo sviluppo della società moderna. Partendo dalla contrapposizione tra pensiero sociale utopico e positivismo scientifico, Bauman presenta il socialismo come controcultura della società capitalista, esamina le ragioni del fallimento della sua applicazione alla Rivoluzione Russa ed esplora, infine, alcune forme che l'utopia socialista potrebbe assumere nelle società industriali di fine Ventesimo secolo."" -
La bussola imprecisa. L'etica nel mondo della finanza globalizzata
Oggi si sta sempre più prendendo coscienza dei molteplici lati oscuri della globalizzazione. Per la diffusione che questo processo ha conosciuto negli ultimi decenni, i Paesi industrializzati hanno infranto norme etiche basilari, puntando esclusivamente sul soddisfacimento dei propri interessi: a farne le spese sono stati i Paesi in via di sviluppo, e soprattutto i poveri che li abitano. Ma è possibile conciliare il perseguimento dei propri interessi con l'etica? E fino a che punto possono spingersi le logiche del mercato? Secondo Stiglitz è possibile, sollecitando interventi e politiche di riforma delle istituzioni. L'etica, alla fine del suo percorso, resta una bussola imprecisa, ma è l'unica a offrire un orientamento, seppur minimo, in un mondo in cui l'unico faro troppo spesso indica la direzione sbagliata. -
Marx. Un filosofo ebreo-tedesco
Quattro saggi inediti si affiancano in questo volume a uno studio sull'eredità dell'etica marxiana e al testo, ormai classico, sulla teoria dei bisogni. Una lettura del pensiero di Marx decisamente controcorrente che - analizzando il rapporto con la modernità, la giustizia, la liberazione dell'uomo, l'ebraismo, la cultura tedesca - sottolinea l'importanza filosofica del lavoro di Marx, la cui attualità non è scalfita dal superamento delle sue teorie economiche o sociologiche ed è ancora oggi indispensabile per comprendere i caratteri fondamentali della nostra modernità e molti problemi cruciali del nostro tempo. «Karl Marx non si è mai identificato con il suo essere un tedesco o un ebreo, né con il suo essere un membro del proletariato internazionale o un marxista. È ben nota la sua affermazione: 'lo non sono un marxista, sono Karl Marx'. Quindi quando parlo di Marx come filosofo ebreo-tedesco ho in mente l'identità delle sue creazioni, della sua opera, della sua filosofia, non la sua identità personale». -
Narrare la fine
Apparentemente avvolta dal silenzio e dalla censura, la morte è oggi in realtà oggetto di un unico discorso, quello della tecnologia medica che pretende di definirla una volta per tutte e mette a disposizione i mezzi per manipolare quello che è sempre stato considerato un ambito ""indisponibile"""" per l'essere umano. Contestando la monoliticità di questa narrazione unica, Mantegazza va alla ricerca di quanto si è perduto della pluralità degli altri modi di """"narrare la fine"""". Nel folklore, nei riti religiosi, nella storia dell'arte e nell'antropologia si propone una visione della morte a più voci che, senza rifiutare il contributo della scienza e della tecnologia mediche, non vi sacrifichino il senso del mistero, l'apertura alla domanda, la problematizzazione etica e umana che la morte ha da sempre portato con sé."" -
Sonic arts. Tra esperienza percettiva e ascolto attivo
La scena artistica recente, dagli anni Sessanta a oggi, ha perseguito e privilegiato un approccio al suono di tipo materico, plastico e spaziale, dando vita a opere in cui è fondamentale l'esperienza percettiva e multisensoriale dello spettatore. Le produzioni contemporanee esplorano la relazione tra arte visiva e suono, e sono sempre più frequentemente oggetto di esibizioni in musei, gallerie e festival internazionali. Focalizzandosi su queste forme espressive, il libro ricostruisce la storia della Sound Art, dagli albori fino alle ultime tendenze legate ai nuovi linguaggi. Tratta, inoltre, questioni essenziali come la funzione sinestetica del suono, l'esperienza percettiva e multisensoriale, la manipolazione dei suoni digitali, le sculture sonore, le installazioni ambientali, le performance live. -
Babel. Dai dazi di Trump alla Guerra in Siria: ascesa e declino di un mondo globale
Dalla crisi e rinascita del concetto di nazione alla morte della \""categoria del progressorn«Salvatore Santangelo descrive le conseguenze di un processo alimentato dal web, la globalizzazione. La riscoperta delle identità, e quindi dei fondamentalismi, nasce dalla tendenza all'assimilazione. Con conseguenze che rischiano di arrivare alla quarta guerra mondiale» - Antonio Castaldo, Sette, il CorrierernrnL'impetuosa crescita economica della Cina, l'eredità dei neocon, le guerre in Afghanistan, in Iraq, in Libia e in Siria, le tensioni costanti in Africa e nel continente eurasiatico, le crescenti conflittualità di ordine religioso, i poderosi flussi migratori, il collasso delle istituzioni e delle pratiche multilaterali, le trasformazioni tecnologiche, l'internazionalizzazione dei mercati e le tempeste finanziarie. Questo volume cerca non tanto di definire o spiegare cosa sia la globalizzazione - termine che compendia tutti i cambiamenti che stiamo vivendo - bensì di dar conto dei diversi tentativi di farlo, tratteggiando una mappa di questo mondo nuovo. Un disegno incompleto, ma in cui è già possibile riconoscere alcune tendenze di fondo. L'impulso alla frammentazione, innanzitutto: la riscoperta delle identità particolari che si scontra con un orizzonte imperiale. Come sarà il nuovo nomos della Terra? Esso potrà assumere la forma di un vasto mercato planetario, di un'immensa zona di libero scambio, oppure di un mondo in cui i grandi blocchi continentali - nel contempo potenze autonome e crogioli di civiltà - svolgono un ruolo regolatore nei confronti della globalizzazione stessa, preservando così la diversità degli stili di vita e delle culture, unica vera ricchezza dell'umanità. Sullo sfondo quella che Norman Podhoretz ha definito la «quarta guerra mondiale», iniziata l'11 settembre e tutt'ora in corso: una guerra multiforme, tanto militare quanto economica, finanziaria, tecnologica e culturale. L'autore cerca di individuare l'azione e la metamorfosi di queste dinamiche all'interno di una molteplicità di fenomeni, accadimenti, fermenti. Dalla crisi e rinascita del concetto di nazione alla morte della ""categoria del progresso""""."" -
Dove va la democrazia? Scenari dalla crisi
All'origine dell'attuale crisi della democrazia sta una mutazione antropologica che ha riportato le relazioni sociali a una cifra quasi pre-politica. Alle molteplici solidarietà della società di un tempo ha sostituito una universale singolarizzazione, che segna un ritorno alla dispersa multitudo hobbesiana e rende la società impolitica e, perciò, irrappresentabile. Si annuncia, così, una democrazia singolare, senza politica e senza rappresentanza, che produce disincanto e rancore e sussidia la moltitudine degli esclusi perché si rassegni a una interminabile precarietà. Può, e come, la società tornare a pensarsi politicamente e a organizzare di nuovo la propria rappresentanza, e dunque oltrepassare la singolarizzazione? Precarietà, insicurezza, solitudine descrivono lo scarto di questa democrazia singolare e sono, perciò, l'humus di nuove immagini del mondo, con cui riguadagnare la politica e la rappresentanza, e dunque un'altra democrazia, una democrazia situata, avvertita delle differenze e sospinta da nuove solidarietà. -
Memoria nueva. Storie di guardiani della terra
Quando parte per il Goiás, remota regione dell’entroterra brasiliano, Agostino ha venticinque anni e sa che la vita lo ha messo di fronte a un bivio. Sa che partendo ha scelto la via alternativa a quella che la laurea in Economia spianava davanti a lui. Quello che non può prevedere è l’esito che questo viaggio avrà sul suo mondo interiore. I quattro mesi che trascorre vivendo in tre comunità indigene del Sudamerica sono un susseguirsi di incontri e scoperte sotto il sole della foresta. Partito per documentare storie di resilienza gastronomica, il giovane viaggiatore si troverà a percorrere terre che sono confini vertiginosi, dove la civiltà contemporanea lambisce, ora insidiandolo ora rifuggendolo, il tempo immemore che impregna di sé luoghi e destini rimasti ai margini della “società globale”. E mentre con freschezza e discrezione annota lezioni da poter riportare a casa, Agostino si spoglia di ogni certezza precostituita e ritrova l’indigeno che è in lui. -
La mia vita
Prima Guerra Mondiale, maggio 1915: un alfiere del 1° Reggimento Ulani decide di lasciare la cavalleria e di passare alla neocostituita aviazione tedesca. È un giovane di Breslavia, di nome Manfred von Richthofen, appassionato di caccia e di cavalli. Nessuno può immaginare che quel ragazzo dall'aspetto quasi fanciullesco diventerà il temibile Barone Rosso, il pilota che passerà alla storia per le prodezze leggendarie. Dall'emozione del primissimo volo, dall'impazienza del principiante, sino ai combattimenti senza esclusione di colpi sopra i cieli di mezza Europa sul suo altrettanto mitico triplano: pagine che scorrono via togliendo il fiato, quasi si fosse seduti con lui nella carlinga dell'aeroplano, nel mezzo della battaglia... -
Gli si diceva... Varsavia, 1968
«La Primavera di Praga fu stroncata mezzo secolo fa dai sovietici. Ma già prima, nel marzo 1968, qualcosa si era mosso anche in Polonia, dove gli studenti erano entrati in agitrazione contro il regime comunista» - Antonio Carioti, Corriere della Sera rnrnMarzo 1968: in appena tre settimane si svolge l'intera parabola delle agitazioni studentesche nella Polonia comunista. Varsavia, Cracovia, Gda?sk, ?ód? e Wroc?aw: tutte le Università del paese sono in fermento. È un'intera generazione a risvegliarsi, quella dei primi allievi del socialismo polacco, ormai definitivamente disillusa davanti allo scarto fra la propaganda del regime e una realtà sempre più lontana dagli ideali fondanti del Socialismo. In un saggio di incredibile lucidità e spessore critico, il sociologo polacco Zygmunt Bauman descrive la crescente delusione degli studenti, le loro aspettative, le speranze di salvare il Socialismo e la Polonia. Bauman riflette anche sugli elementi che accomunano i moti polacchi a quelli occidentali: la propensione globale degli studenti alla rivolta come forma di opposizione violenta alle pressioni esercitate dal mondo professionale. -
Il paesaggio che siamo e che viviamo
Quali conseguenze ha la definizione del paesaggio come «componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni e fondamento della loro identità», sancita dalla Convenzione europea del paesaggio? Emerge l’idea che ci troviamo di fronte a un’area intermedia tra esterno e interno, abitata dagli equilibri e dalle tensioni fra lo spazio fisico, che va indagato nella sua natura, e l’universo psichico, e che il nostro rapporto con esso prenda vita nell’incontro tra percezione, cognizione, memoria e risonanze emotive, dal quale scaturisce un’intonazione tra il visto, il pensato, il vissuto e l’immaginato. Ecco perché il paesaggio ha un carattere polifonico che può essere colto solo attraverso il nesso con il nostro progetto, con le nostre azioni intenzionali, non solo di costruzione, ma anche di conferimento di significato ai luoghi che abitiamo. -
Il marxismo dopo Marx. Sviluppo e dissoluzione
A duecento anni dalla nascita di Marx, il pensatore di Treviri continua a far discutere e a dividere. Ma qual è stata davvero la parabola del suo pensiero, il suo impatto sul mondo intellettuale e politico, l'eredità di riflessione (e di storia, spesso tragica) che ha raggiunto il XXI secolo? Il volume di Giuseppe Bedeschi cerca di dare una risposta a questo impegnativo quesito, con attenzione e sicurezza di ricerca e di analisi, senza però rinunciare alla critica e al giudizio, nella speranza di offrire un utile strumento di orientamento per gli studi presenti e venturi. -
L'ombra dell'uomo
Nel 1960, a ventisei anni, Jane Goodall raggiunge le rive del lago Tanganica per studiare il comportamento degli scimpanzé. Ci vorrà più di un anno – vissuto lottando contro la malaria, i pericoli della foresta e la diffidenza dei primati – perché gli scimpanzé si abituino alla presenza dell’intrusa, fino ad accettarla come una di loro. La giovane etologa inizia così ad annotare le abitudini e gli umori del placido David Greybeard, dell’aggressivo McGregor, della matriarca Flo e di tanti altri sorprendenti personaggi del branco, con i quali instaura una vera e propria amicizia. Accolto come uno dei testi fondamentali sul comportamento degli animali, ""L’ombra dell’uomo"""" è la cronaca di questa avventura senza precedenti, illuminante esempio di come la comprensione e il rispetto per gli animali siano l’unica strada per conoscerli davvero. Ma la ricerca di Jane Goodall ha anche un diverso e non meno importante risvolto: la vita familiare, le gerarchie sociali, il comportamento sessuale, la cura dei piccoli... ogni aspetto della vita quotidiana dei nostri “parenti prossimi” si offre come straordinario termine di confronto con la condizione umana. Prefazione di Stephen Jay Gould."" -
Esperienza e verità. Colloqui con Duccio Trombadori
Michel Foucault può ritenersi, a ragione, l'ultimo grande interprete del pensiero occidentale. Le sue posizioni spregiudicate, la straordinaria raffinatezza di un'indagine che forza i limiti della nostra ""cultura"""", ne fanno un punto di arrivo per chiunque aspiri a una lettura intelligente del nostro tempo. Nel 1978, quando la sua filosofia andava ormai descrivendosi come una «radicale pratica dello smascheramento», Foucault rilascia questa lunga intervista. In essa, il maestro si misura con i grandi temi chiave della sua ricerca: l'archeologia del sapere, la """"morte dell'uomo"""" negli apparati di potere, la nascita delle società repressive, la crisi delle ideologie. Un colloquio che è anche una biografia intellettuale e una continua proposta di fuga dal mondo dell'""""organizzazione totale"""". Un'occasione unica per scoprire (o continuare a esplorare) quel magnifico laboratorio del pensiero che è stato Michel Foucault."" -
Leggere la città
Ricoeur istituisce un denso parallelismo tra racconto, architettura e urbanistica, e trova nell’analisi della città contemporanea un ampio campo di riflessione fondato sulla dimensione narrativa dell’architettura e su quella temporale dello spazio architettonico. L’atto dello scrivere e quello del costruire tendono a ordinare ciò che nella vita si presenta come confuso, dandogli intelligibilità e significato. Entrambi devono anche rispondere a una necessità di protezione che comporta un’ineludibile responsabilità nei confronti della fragilità dell’umano. Come scrive Heidegger, infatti, l’uomo non abita perché costruisce, ma costruisce perché abita. Così, se il costruire rimanda all’abitare, l’abitare interpreta e discute il costruire, lo confronta con le proprie aspettative, a volte lo accusa. E la qualità del nostro essere nel mondo dipende in larga parte dalla comprensione e dal procedere di questa dinamica. -
Storia psicologica della Prima Guerra Mondiale. L’uso delle false notizie nella Grande Guerra
«Alcuni falsi racconti hanno fatto sollevare le folle. La vita dell'umanità è piena di false notizie, in tutta la molteplicità delle loro forme semplici dicerie, imposture, leggende. Come nascono? Da quali elementi traggono la loro sostanza? Come si diffondono, diventando sempre più grandi mano a mano che passano di bocca in bocca o di scritto in scritto? Nessuna domanda più di questa merita di appassionare chi ami riflettere sulla Storia» Oggi, quello delle ""fake news"""" è sicuramente uno dei fenomeni più discussi. Internet e i social ci inondano ogni giorno con migliaia di notizie false o volutamente manipolate che finiscono spesso, come ha dimostrato il caso della Brexit, per condizionare pesantemente l'opinione pubblica. Eppure già un secolo fa, all'indomani della Prima Guerra Mondiale, uno degli storici più importanti del Novecento, Marc Bloch, si interrogava su questi fenomeni. Nelle sue """"Riflessioni di uno storico sulle false notizie della guerra"""" (1921), Bloch - in dialogo con """"I crimini tedeschi provati con testimonianze tedesche"""" (1915) di Joseph Bédier - ricostruisce la rete di passaparola fra il fronte, le retrovie e l'opinione pubblica attraverso il caso della cattura di un riservista di Brema, trasformato dalla vox populi in una spia tedesca in incognito in Francia."" -
Quella notte ero all'inferno. Due lettere da Westerbork
Tra il luglio 1942 e il settembre 1944 un treno merci partiva quasi ogni martedì dal ""campo di transito"""" di Westerbork, in Olanda, portando il suo carico di esseri umani verso la Polonia, verso Auschwitz. Più di centomila furono i deportati alla fine della guerra, cinquemila i superstiti. Da Westerbork passarono anche Anna Frank e Edith Stein, e a Westerbork visse i suoi ultimi giorni la giovane Etty Hillesum, osservando, scrivendo e aiutando i suoi simili, fin quando anche lei dovette salire sul treno. In queste due lettere, scritte nel dicembre 1942 e nell'agosto 1943, Etty racconta il luogo dell'umiliazione e l'attesa della morte, guarda le persone, parla con loro, mostra i preparativi per la partenza nella notte, la dignità, la paura, descrive i volti dei soldati. Avrebbe potuto salvarsi; scelse invece di restare e di testimoniare quei giorni, con la voce di chi vive e scrive in perfetta armonia e sa esattamente cosa deve fare: aiutare gli altri, non cedere all'odio, cercare, nonostante tutto, la bellezza. Le due lettere vennero pubblicate clandestinamente dalla resistenza olandese nell'autunno del 1943. Per proteggere le persone coinvolte e sviare la censura, l'editore le aveva attribuite a un pittore fittizio di nome Johannes Baptiste van der Pluym e ne aveva aggiunta una terza falsa. Questi testi ci consegnano intatta la forza di una prosa dove ogni parola è vera, necessaria, intensamente vissuta."" -
Il razzismo prima del razzismo
Gennaio 1944: in Europa infuria la Seconda Guerra Mondiale quando viene pubblicato questo saggio in cui Arendt riflette sulle tappe che hanno portato all'ideologia razzista del Terzo Reich. Figli di quello stesso Illuminismo a cui dobbiamo la «Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo», i semi del pensiero razzista trovarono terreno fertile in alcuni aristocratici francesi preoccupati, all'indomani della Rivoluzione, di individuare i motivi storici della loro superiorità sulle masse del Terzo Stato. Il quadro si allarga poi alla Gran Bretagna e alla Prussia fino al «Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane» del conte di Gobineau. L'affermarsi della superiorità dell'individuo, una lettura distorta del darwinismo e la politica imperialista delle potenze europee fra Otto e Novecento sono gli altri tasselli che la Arendt compone per spiegare il pensiero razzista. -
Lettera a un religioso
Scritta nel 1942, la «Lettera a un religioso» esprime l'inquietudine spirituale e morale di un'anima davanti al mistero di Dio e della Verità. Ma è anche una forte presa di posizione critica nei confronti della Chiesa e dei suoi dogmi. Attingendo alla cultura classica, alle tradizioni cinesi, egizie e indù, Simone Weil, in una continua tensione di avvicinamento e di allontanamento dal Cattolicesimo, riflette sulla possibilità di un universalismo per il quale ogni religione rivelatasi nel corso della Storia ha colto quelle stesse Verità trasmesse dal Cristianesimo. Un universalismo che non prevede sintesi o forme di sincretismo ma che cerca piuttosto di aprire il Cristianesimo dall'interno, nell'invito a essere cattolici vivendo sino in fondo il significato della parola: universali ma aperti al riconoscimento di ogni scheggia di verità. Perché è la Verità, per Simone Weil, il fondamento e principio normativo del suo Cristianesimo ""critico"""" e illuminista. Con un saggio introduttivo di Pier Cesare Bori."" -
Esperienza e povertà
Attraverso la distrazione e la distruzione, l'esposizione e la povertà, narrazione ed esperienza si incontrano a un bivio in cui la posta in gioco è il discrimine tra civiltà e barbariernrn«Benjamin: è bene leggerlo per capire il nostro tempo. Di lui disse l'amico Gershom Scholem: ""Essenzialmente un puro e semplice metafisico, attirato da soggetti che con la metafisica avevano poco o nulla a spartire"""".» – Il Sole 24 OrernrnrnrnUn isolato, un outsider, un genio, un migrante, una vittima. Attorno a queste categorie si è costruita la recente fortuna, editoriale e iconografica, di Walter Benjamin. Teorico dei media e della libertà che ne deriva, della scomparsa dell'aura e del valore politico dell'arte contemporanea, Benjamin ha ridefinito un concetto di """"esperienza"""" all'altezza dei tempi terribili che ha attraversato e, forse, profetizzato. In questo volume che raccoglie quattro saggi """"Il carattere distruttivo"""", """"Scavare e ricordare"""", """"Esperienza e povertà"""" e """"Il narratore"""", attraverso la distrazione e la distruzione, l'esposizione e la povertà, narrazione ed esperienza si incontrano a un bivio in cui la posta in gioco è il discrimine tra civiltà e barbarie.""