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La sirena della fabbrica
Un microcosmo davvero particolare il paesino della valle del Serchio sperduto ai margini della Garfagnana abbracciato e insieme dominato come in simbiosi da una grande fabbrica. Gli anni sono quelli a cavallo della seconda guerra mondiale. Di lì parte la Linea Gotica con il suo carico di drammi e di passioni. Di lì passa la storia d’Italia rivista con gli occhi incantati dell’infanzia, il candore stupito e curioso della prima giovinezza e lì fioriscono i primi amori. Di tutto questo e molto altro Bona Fiori vi fa partecipi in questo palpitante mosaico autobiografico dove non manca la freschezza dei ricordi una vena di sottile ironia, una punta di stemperato rancore e tanta tenerezza. -
Notte sull'Avana
Che cosa spinge a Cuba un uomo giunto al momento di tracciare un bilancio della propria vita, senza indulgere ad alcun piacere sensuale o edonistico? E cosa lo consiglia a intraprendere un simile viaggio assieme a una persona che rappresenta il suo esatto contrario, nel modo di vivere, pensare, comportarsi e confrontarsi con gli altri e con se stesso, ma al quale resta comunque legato da una amicizia radicatasi negli anni e vissuta, a volte, quasi come un dovere da rispettare? È sicuramente una ricerca quella che muove il personaggio, in un libro che offre, e quasi “suggerisce”, diversi piani di lettura, passando dallo svilupparsi di una storia “robusta” a una ricerca del passato di miti ormai lontani, che si intrecciano con una giovinezza perduta e finendo poi con lo sconfinare nella grande e infinita ricerca del senso stesso della esistenza. -
La signora di Grenoble
“La signora di Grenoble” è un affresco che illumina i vari aspetti della società nella quale affondano le radici dell’autore. La vita di una piccola frazione della valle del Serchio è lo specchio nel quale si riflette gran parte dell’Italia del tempo. La vicenda si consuma a cavallo fra il XIX ed il XX secolo, in breve periodo: pochi anni densi di avvenimenti che scuotono la vita di una piccola famiglia, alle prese, come tante altre, con problemi che vanno dall’economia alle più sottili complicazioni psicologiche dei personaggi. Il vivere, o meglio, il sopravvivere nella quotidiana indigenza, spinge la protagonista a staccarsi da quell’ambiente e a sfidare un mondo sconosciuto e incerto. Ma la donna è determinata; e mentre viviamo il suo desiderio di visitare nuovi orizzonti, che la portano lontano dal suo ambiente iniziale, intorno a noi si aprono finestre sulla vita della comunità che le ha fatto da culla: i riti, la fede, la magia, la quotidiana maldicenza e l’aiuto reciproco; la forte identità che costringe quasi a non varcare precisi confini di comportamento, pena l’emarginazione dell’inosservante. E poi il sospetto per lo straniero, o per chi tale si rende. -
Le favole di nonno Bart
"Cari bambini e cari ragazzi, se ora mi domandate se esistono gli orchi e le streghe, non saprei rispondervi con certezza. Ne parlano i fratelli Grimm, Andersen, Perrault e dunque potrebbero anche esistere, ma io non ne ho le prove se non in questa favola che mi fu raccontata tanti e tanti anni fa."""" Età di lettura: da 3 anni." -
Dial G for Garfagnana in giallo. Antologia criminale 2017
Garfagnana in Giallo 2017, nona edizione del premio letterario dedicato a racconti noir, gialli e polizieschi. In questa antologia i racconti di: Virginia Bernardi, Claudio Sergio Costa, Emanuele Venditti, Francesca Panzacchi, Simone Morgantini, Maria Pia Pieri, Luca Occhi, Alessia Bandini, Fulvio Rombo, Maria Rosa Aldrovandi, Roberto Van Heugten, Sara Magnoli, Erica Gibogini, Ciro Borrelli, Oriano Bertoloni, Paolo Puliti, Roberto Masini, Francesca Petrino, Jessica Moro, Pietropaolo Pighini, Francesco Pellegrinetti, Bruno Giannoni, Sarah Pellizzari Rabolini, Marco Bonini, Simonetta Biserni, Luca Zambelli, Maria Andreea Bodnar. -
Versi in viaggio
Poesie che percepiscono, che contemplano, che viaggiano nei sentimenti, nel divenire dell'io, nel tempo della memoria nell'attimo che fugge nell'essere e nel nulla. Diciassette viaggi poetici nello spazio dalla maremma a Lisbona. Quattordici viaggi nell'esistenza dall'adolescenza all'essere in divenire, all'erotismo, al nulla... -
Donne scomposte
Elisa, Azzurra, Lucilla, Marta, Anna, Antonia, Emma e Cristina sono le protagoniste di questi racconti che, in modi diversi, soffrono per essere ritenute scomposte, diverse, dall’idea che di loro ha la società in cui si trovano che non approva quello che sono e quello che fanno. La sofferenza che le anima si edulcora a sprazzi di speranza, ma tutte ne rimangono intrise e colpite. ""Use a ubbidir tacendo"""" non si addice più alle donne dei nostri giorni eppure per molte, anzi per troppe, questa espressione continua a pesare e a opprimerle. Fino a pochi anni fa le donne si sono sentite dire, più o meno, che stare composte si addiceva al loro genere come una qualità prettamente femminile e rigidamente richiesta dalla società, sia da quella macro sia da quella micro del privato domestico e familiare. E, chi più chi meno, ha ricevuto la stessa dose di consigli e ammonizioni: stai composta, non essere sguaiata, non scalmanarti, ricordati che sei una femmina! “Donne scomposte” ci offre voci che per secoli di storia hanno dovuto usare per sopravvivere alla disapprovazione, la capacità vocale dello sguardo, del gesto, del silenzio."" -
Giulia la Rossa
Arturo e Marietto, due ex compagni di collegio, si incontrano per caso dopo anni. Arturo è diventato un commediografo, Marietto uno spiritualista che da giovane voleva farsi prete; un passo impedito dal suo ex professore di latino, un sacerdote che non lo riteneva adatto per quella missione. Il pretino però non si era dato per vinto, e aveva continuato per suo conto a portare in pericolose contrade, la Buona Novella. Aveva viaggiato per gran parte del mondo, conosciuto tribù africane e popolazioni primitive, e rischiato più volte la vita. Tornato in Italia, in cerca di un equilibrio interiore, s’imbatte in Zadr, uno zingaro. Così con Arturo insieme a Elisa, la grassa commessa di una libreria, inizia una corsa alla ricerca di una trapezista e di suo figlio, un lanciatore di coltelli. -
Storie dal pianeta Veronetta
In questa raccolta di storie edite e inedite, scritte nell’arco degli ultimi dieci anni, si raccontano soprattutto i destini degli abitanti di un quartiere molto speciale, antico e moderno, bello e trascurato, pieno di presenze nuove e di preesistenze importanti, con alcune storie ambientate fuori da Verona. L’intento è narrare dall’interno le esistenze incrociate degli abitanti del quartiere chiamato Veronetta dove pulsa il cuore vivo e creativo della città. Nella raccolta si testimonia dalla ravvicinata distanza di osservazione la vita degli abitanti di Veronetta, i loro amori e abbandoni, lotte e lutti, scoperte e delusioni, in un incessante dialogo con il contesto urbano circostante. Gli eventi sono legati a un luogo e momento precisi, ma hanno in loro una valenza universale, che si potrebbe replicare in altri quartieri delle città italiane ad alta presenza d’immigrati. La particolarità della raccolta sta nel fatto di essere scritta da un’autrice di origine straniera, che però non si limita a parlare solo delle persone della stessa provenienza o dal punto di vista puramente femminile. -
Girabonda e mago Merlone. In giro per Lucca
"Girabonda è una bambina secca-secca, con una testata di capelli lisci come spaghetti e così, così biondi che sembravano quasi bianchi. Quei capelli erano come una matassa ingarbugliata di lana grezza e la facevano sembrare veramente strana. Una creatura magica, una sorta di folletto bambina"""". Alla scoperta di Lucca e dei suoi monumenti in compagnia di una bambina e di un merlo, correndo incontro alla fantasia. Età di lettura: da 8 anni." -
Divisioni senza resto
"A scuola mi hanno insegnato che siamo tutti uguali e che tutti meritiamo rispetto. A scuola mi hanno insegnato che le ingiustizie non si subiscono e che si lotta per quello in cui si crede. A scuola mi hanno insegnato che tra amici ci si aiuta nelle difficoltà e ci si difende nelle guerre (ecco, qui forse io e Roxy abbiamo un po’ esagerato). A scuola mi hanno insegnato che la verità è sempre la cosa migliore, perché è l’unica che ci rende migliori! (bella questa, eh?)"""". Una storia di diversità, quella tra Francesco e Valentino, che si trovano e si uniscono per vincere il Gran Premio più importante della loro vita. Età di lettura: da 7 anni." -
70 anni del Circolo del Cinema di Lucca. 1948-2018
Il Circolo del Cinema di Lucca compie Settanta anni e in un libro, a cura di Gianni Quilici, presenta la propria storia. Nato venerdì 9 gennaio 1948 al cinema della Manifattura Tabacchi con la proiezione de “Il milione” di René Clair, oggi il Circolo rappresenta una delle realtà di cinefili più importanti in Italia. Da quel primo evento durante il quale “fu tale l’afflusso degli iscritti che gli organizzatori sitrovarono mezzo naufragati tra biglietti da mille lire” - come scriveva Carlo Barsotti, il fondatore e presidente carismatico per tanti anni – il Circolo del Cinema offerto stagioni di grandi proiezioni. Il libro raccoglie i saggi di molti associati e i programmi delle ultime venti stagioni. -
Cinque tulipani. Una storia di Resistenza veneta
Alfredo Tizzoni è un giovanissimo tenente dei Carabinieri. Dai banchi dell'Università si ritrova catapultato negli eventi che seguiranno all'armistizio e all'occupazione nazifascista della penisola. Alf, così lo chiamano gli amici, dovrà mettere in discussione tutti i valori morali che lo hanno guidato fino a quel momento per sopravvivere e per trovare la Redenzione. La Resistenza è vista con gli occhi di un ragazzo diventato adulto suo malgrado. Uno spirito giovane, a tratti impulsivo e infantile che un'uniforme indossata troppo presto e in fretta non è riuscita a cancellare. Una Liberazione che è voluta non solo per la terra ma anche per l'anima. Un'attesa spasmodica e una missione che metterà in discussione l'intera società e i suoi figli. Un cammino che intraprenderanno in pochi e che in pochissimi porteranno a termine in vita. “Cinque tulipani” è prima di tutto una storia di vita, il racconto di come la dignità e l'amicizia possano divenire una conquista sufficiente per morire a testa alta. -
Il viaggio in Germania
"Nonno, perché Hanukà è la festa della luce?"""" """"Che significa Yiddish?"""" """"Cosa sono le Leggi Razziali?"""" Questi e altri interrogativi accompagnano il viaggio in Germania della giovane protagonista. Siamo nell'estate del 1986 e il Paese è ancora diviso. L’itinerario, a bordo di una Tipo bianca, si snoda tra Heidelberg e Magonza, tocca Francoforte e Colonia, raggiunge Brema e si conclude ad Hannover. La Memoria è il filo conduttore del romanzo: Barbara conoscerà finalmente la storia di nonno Wolfgang, ebreo fuggito da Hannover nel ’35 e perseguitato anche in Italia a causa delle Leggi razziali. Affascinata dalla cultura ebraica, sentirà per la prima volta di avere delle radici. Allo stesso tempo, coltiverà un forte legame con la nonna, una donna intelligente, che alterna discorsi serie a battute in dialetto pugliese e riconoscerà in lei il suo ideale femminile. Età di lettura: da 11 anni." -
Lucca. Memorie, vissuti e percorsi eccentrici alla scoperta del genius loci
Lucca antica piccola capitale ma città europea circondata da una pianura denominata delle Sei Miglia, bella e quasi incontaminata ancora a vedersi dall'alto delle colline e dei monti che la racchiudono. Lucca, il suo fiume e il suo contado sono i luoghi, il contesto entro il quale l'autore di questo libro compie - senza timore di divagare e perdersi - percorsi che definisce eccentrici, fra ricordi di generazioni passate e stupori e visioni presenti, attento a fare del vissuto e della memoria personali memorie e vissuti collettivi. Se è vero, come Francesco Petrini afferma fin dalla premessa, che ogni città ha i suoi Geni - divinità degne di venerazione per dirla con la Vernon Lee che i residenti spesso ignorano al punto, talvolta, di farli fuggire - allora questo che qui descrive è un viaggio che tutti potrebbero felicemente intraprendere nella propria città o magari in altre città d'Europa e del mondo, per godere - come i colti e fortunati protagonisti del Grand Tour - della meraviglia e del conseguente squisito premio che la scoperta dei Geni che vi albergano offre. -
Volontario della libertà. Prigioniero in Germania, partigiano in Italia 1943-1945
"Il mattino dell’8 settembre 1943, a noi, duecento reclute del 39 Rgt. Art. d’Armata, fu data la sveglia più presto del solito. Il programma era tutto nuovo. Si doveva andare in distaccamento a Bibbiano, distante poco più di 20 Km da Reggio Emilia, per fare qualche esercitazione un po’ più militaresca, ma soprattutto per lasciare sgombra la piazza d’armi non so bene per quali altri arrivi"""". Iniziò così la tragedia di Enzo Furiozzi che con altri migliaia venne fatto prigioniero e portato in Germania con carri bestiame. Internato prima nel “Kriegsgefangenerlager II A”, il campo di concentramento di Neubrandenburg con il numero 102028 e poi nello Stalag 269 a Wipperfhürt, a una trentina di chilometri a nord-ovest di Colonia, nel cuore della Renania, Furiozzi perse casualmente lo status di I.M.I. (Internato Militare Italiano). Fu così che fortunosamente ottenne la possibilità del rimpatrio come civile non più abile al lavoro e, una volta giunto in patria, entrò a far parte della Resistenza." -
Lungo il sentiero delle trasparenze
Trasparenze del presente le chiama Federico Forster che, sotto la spinta prepotente di un incontro casuale, intraprende, in una sorta di personale iniziazione all’età adulta, un viaggio duplice e inconsapevole. Nello spazio annegato nel sole, o grigio di una nebbia testarda, e nel tempo. A prendere corpo è, così, un’idea di persona, un fratello del padre morto quando lui era ancora in fasce, la cui assenza ha tacitamente segnato – come scoprirà nel lento dispiegarsi di un accidentato percorso di ricostruzione – ogni tappa del suo vivere. Federico, improvvisandosi a investigare tra pochi e smozzicati indizi, raccoglie, allora, dalle voci riflesse dei testimoni dell’epoca solo scaglie di verità, sufficienti, però, a ricomporre il ritratto di un uomo qualunque, in apparenza, un medico come tanti nell’Italia in bianco in nero del dopoguerra. Un uomo che, come pochi, negli anni incerti della rinascita ha saputo imprimere il sigillo indelebile di una purezza d’animo e di una bontà inusitata a ogni incontro fatto, a ogni relazione intrecciata e, sopra a ogni cosa, alla propria professione, scelta con la coriacea determinazione dei bambini e perseguita con ostinata caparbietà. -
Una città in difesa. Lucca: la fornace delle artiglierie
Nel primo numero dei Quaderni Historica Lucense a cura di Bruno Giannoni e Renato Gianni Ridella si affronta la storia della fornace delle artiglierie di Lucca, fortunosamente rinvenuta. Si tratta di una struttura completa del forno unica in Europa per forma e conservazione. Situata nell'antico quartiere destinato ad uso militare, oggi è al centro di studi e di una possibile riqualificazione. -
Sopravvissuto a Mauthausen. La storia di Renato Salvetti
Renato Salvetti durante la Seconda guerra mondiale fu richiamato nel corpo di Cavalleria corazzata di Pinerolo. Dopo l’8 settembre entrò nella formazione ligure dei partigiani Garibaldini di Savona. Alla vigilia di Natale del 1943 fu arrestato insieme ad altri patrioti e, dopo il carcere a Cuneo e poi presso il sesto braccio dei politici alle Nuove di Torino, il 13 marzo del 1944 iniziò il viaggio di deportazione verso il campo di concentramento tedesco di Mauthausen, ove approdò il 17 dello stesso mese. Dopo più di un anno, liberato il campo e terminata la guerra, il 5 maggio del 1945, Renato Salvetti riuscì a uscire dal lager e a percorrere con grande fatica e incredulità il lungo insperato ritorno. In questo saggio-intervista, Salvetti, ormai novantatreenne, offre al lettore alcuni lucidi sprazzi del suo calvario, facendolo precipitare in un autentico girone infernale. Renato è un testimone prezioso, forse l’ultimo rimasto a gridare l’orrore. Ai giovani ha dedicato tutta la vita che gli è rimasta, ripercorrendo l’efferatezza di una realtà terrificante, per non dimenticare. Ma anche per cogliere il chiarore della speranza, la possibilità di una rinascita. -
Natura e paesaggio nelle opere di Irène Némirovsky, Maria Teresa Léon e Joyce Lussu
Irène Némirovsky, Maria Teresa Léon e Joyce Lussu vivono la loro esperienza letteraria ed umana in un contesto precario e violento quale quello della seconda guerra mondiale. Questo avvenimento, insieme ai cambiamenti sociali in atto come il rovesciamento dei rapporti di potere e di classe instaurato dai dominatori, i quali hanno portato alle relative persecuzioni di dissidenti e sovversivi, modifica e influenza significativamente la percezione che le autrici hanno di sé stesse e del mondo. Si tratta di uno scenario squarciato che ferisce l’intimo, stravolgendo ogni legame positivo del soggetto con la storia, la cui reazione differisce a seconda della sensibilità e della formazione culturale. Tuttavia, proprio per mezzo dell’arte e della scrittura con la loro funzione di denuncia è possibile ricucire il tessuto identitario di un popolo, recuperando quella memoria personale e collettiva che sta alla base della coscienza sociale delle epoche passate, di quelle odierne e di quelle che verranno.