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Molière. Amori, opere e lati oscuri
Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière raccontato in un saggio che mette a nudo, tra successi e insuccessi, la sua opera e la critica sociale sugli aspetti odiosi di un mondo in palese decadenza: piccineria, ipocrisia, supponenza, gelosia, avarizia, adulazione, conformismo, vigliaccheria. Molière teatrante che ha partecipato alla messa in scena di una Francia apparentemente splendida, sotto la regia di un essere semi-divino, il Re Sole, nel lusso più sfrenato, mentre l’aristocrazia se ne infischiava se nelle strade di Parigi la gente moriva di fame o se i contadini erano sfruttati senza ritegno come servi della gleba. Una satira dunque, tra amori, opere e lati oscuri, che sembra sputare nel piatto nel quale lo stesso commediografo mangiava, ma sapendo sempre comportarsi bene a tavola. In questo saggio Molière sembra un umorista propenso a mantenere le proprie critiche nel limite del possibile, trascurando le tragedie sociali autentiche e soprattutto le canagliate compiute da chi della piramide sociale occupava il vertice. -
E così sia! E il diarietto di un autostoppista nel 1956 Lucca, Bolzano via Scandinavia
Ci sono certamente cenni autobiografici più o meno mascherati in “E così sia!”, una storia che Mario Rocchi svolge partendo da un fatto tragico come la morte improvvisa del padre. Da questo spunto la narrazione prende corpo sfiorando fatti più o meno importanti di un'esistenza che vede il brutto e il bello come tutte le esistenze dell'uomo tout court che lo scrittore inquadra in modo benevolo ma anche, del resto come in tutti i suoi scritti, mettendone in risalto le illusioni che spesso ne determinano il fallimento. Insomma il bene e il male si alternano come avviene sempre e il Rocchi cerca di mettere in risalto, tratteggiandone le particolarità, i lati positivi e negativi dei sentimenti. Soprattutto quelli che si riferiscono all'amore che Sandro il protagonista, cerca disperatamente non accorgendosi che quanto cerca lo ha accanto a sé da anni. Un libro che appassiona per tutti i sentimenti che prende in esame dando corpo a quanto è vero, e cioè che lo scrivere fondamentalmente è un mezzo di fuga. Sia per chi legge, sia per chi scrive. -
Racconti di guerra. Lucca via dei Borghi 1944
Mario Rocchi, bambino durante la seconda guerra mondiale, racconta i fatti accaduti a Lucca tra il 1940 e il 1944. In ventiquattro racconti l'autore fa rivivere al lettore il fascismo lucchese, le privazioni, la paura, le sirene per gli allarmi dei bombardamenti aerei, la grande retata compiuta dai nazisti e dai fascisti nel centro storico nell'agosto del 1944 con l'arresto e la deportazione di decine di civili. Ma c'è anche spazio per l'alunno Mario Rocchi, bambino alla scuola elementare “Giovanni Pascoli” di Lucca, con il maestro affamato e segretamente antifascista, la forzata e odiata visita all'ospedale in Galli Tassi per portare i doni ai feriti di guerra e le dimostrazioni di valore fascista come la scenetta in costume con i bambini travestiti da Dubat, omaggiando con la M il Duce. Tra ricordi di canzoni di guerra - come quella del colonnello di Giarabub -, si giunge alla Liberazione con i partigiani in armi e la morte di un patriota ucciso dai tedeschi in ritirata. L'arrivo degli americani segna un cambiamento per Lucca, con le “segnorine”, la Militar Police e le jeep. -
Il lager di Hindenburg. La strage del 27 gennaio 1945
Renzo Pellegrini fu catturato dai tedeschi l'8 settembre 1943 in Croazia e con i commilitoni fu caricato su carri bestiame piombati e portato al campo Stalag III di Kustrin, a nord di Francoforte sull'Oder. Poi il trasferimento al campo K1 di Auschwitz Birkenau e da qui, i primi di giugno del 1944, il passaggio all'Hermannschachtlager di Hindenburg, Stalag VIII B. Il 5 ottobre del 1944 divenne, come gli altri italiani, un I.M.I. e gli fu attribuito lo status di internato che però lo rese del tutto indifeso, privato della “protezione dagli atti di violenza, dagli insulti, dalla curiosità”. Privato “del diritto alla personalità e all'onore”. Qualificato come Fordermann, ovvero un minatore, alle dipendenze del complesso minerario Kronigenluisengrube, scese nei pozzi Ostfeld, Westfeld e Hermannschacht per raccogliere il carbone che serviva per rifornire le industrie tedesche. Le baracche del campo erano allineate su una vasta depressione, nelle vicinanze di un pozzo minerario, e questo fu teatro dei combattimenti di fine gennaio 1945 quando il campo venne liberato dai soldati sovietici del 1.o Gruppo Ucraino del Generale Ivan Stepanovic Konev. -
Un inverno mai così freddo come nel 1943. Armir, la marcia del davaj: il sacrificio italiano in Russia
Lettere, fotografie e memorie di decine di dispersi, prigionieri o sopravvissuti alla ritirata di Russia. Soldati italiani di tutte le armi, raccontano attraverso gli ultimi ricordi, i giorni tragici del dicembre 1942 e gennaio 1943. L’Armir, spazzato via dalle armate sovietiche, si ritira in gran parte disordinatamente attraverso la steppa congelata. A meno quaranta gradi uomini e muli camminano tra una isba e un villaggio, attraverso mitragliamenti aerei, attacchi di carri armati e la morte per sfinimento. Migliaia rimarranno lungo quei sentieri e altre migliaia nei campi di concentramento russi, dove la fame e le malattie uccideranno i più deboli. Tra eroismi, atti di umanità, ma anche gesti di crudeltà inauditi, una generazione scomparirà senza lasciare traccia. In questo libro venticinque testimonianze di coloro che sono partiti per l’inferno del Don. -
Un mestiere impossibile. Il lavoro con bambini e adolescenti con disagio psicologico e relazionale
Il titolo del libro è tratto da una citazione di Freud che descrive il lavoro di psicoanalista come “un mestiere impossibile”, in quanto vi è “la certezza di un risultato insufficiente”. Il libro è diviso in due parti. Nella prima: «Le strade dritte non sono sempre le più facili» ci sono quattordici racconti che esplorano alcune tematiche psicologiche e sociali come: la nascita di un bambino disabile, il disturbo pragmatico della comunicazione sociale, le implicazioni del DSA sull'identità, l'autolesionismo e il sexting in adolescenza, la violenza assistita e l'alienazione genitoriale, il dramma dei cosiddetti “orfani bianchi”, la nostalgia del bambino migrante, gli stereotipi e i pregiudizi razziali. Nella seconda parte del libro viene presentato l'uso creativo di alcuni strumenti nel lavoro clinico del bambino e dell'adolescente: l'uso dell'indistinto (Bruno Munari) e del binomio fantastico (Gianni Rodari). -
L'inciampo degli dèi. La crisi della Germania
Le capitali Europa sono sferzate da raffiche violente di paura, amarezza, odio, disincanto e nemmeno la locomotiva Germania, del quarto governo Merkel, è al sicuro. Anzi. Questo libro non convenzionale sulla nazione che più di altre rappresenta stabilità e sicurezza, è stato scritto da un insider, che da anni vive a Berlino. Il lettore italiano entra per la prima volta in un’atmosfera ben diversa da quella edulcorata descritta dai media nazionali: milioni di nuovi tedeschi emarginati, tra cui molti pensionati costretti ancora a lavorare; un bambino su sette a rischio povertà; cittadini indebitati più delle presunte cicale italiane; banche sull’orlo del crollo; militarizzazione della società; gravi tensioni razziali; mafie che dominano come e più che a Palermo. In Germania, considerata la leader economica d’Europa, rischiano di crollare le mura di cinta intorno a Berlino… -
Nessuno sa perché fosse in stazione
Il 2 agosto 1980 alle ore 10.25 una bomba esplose alla Stazione Centrale di Bologna, causando 85 vittime: erano donne uomini bimbi vecchi italiani stranieri. Che partivano aspettavano tornavano. Per sei di loro però, come riporta l’articolo di Repubblica del primo agosto 2016 a firma Caterina Giusberti, “Nessuno sa perché fosse in stazione”. Sei persone che erano, nonostante la convinzione di tutti, in un posto e in un tempo in cui non avrebbero dovuto essere. Questo lavoro, di pura fantasia e liberamente ispirato a quei nomi, racconta le vite possibili, le motivazioni probabili, le supposizioni che danno, per un breve attimo, spessore e colore a chi a quella domanda non potrà più rispondere. Sette racconti brevi, che hanno nella stazione l'epilogo o il punto di partenza, transitorio o definitivo. Sei sono le storie senza un perché citate nell'articolo. La settima è completamente altra, inventata, diversa e opposta. È la storia di chi invece in stazione doveva proprio esserci. Potrebbe essere la storia di chiunque, perfino la mia. O la tua. -
Istantanee temporali
Persone, parole, pensieri, incontri tra libri e sentimenti come la paura. Una raccolta di articoli che affrontano i nostri tempi. O forse semplicemente disegnano i contorni del tempo. -
Viviamo follemente ogni istante
Fatti quotidiani e cronaca nera hanno stimolato nell’opinione pubblica accesi dibattiti sulle malattie mentali e sulla chiusura dei manicomi. Incontrando nella narrazione Mario Tobino e Vittorino Andreoli, fari nel labirinto psichiatrico, l’autore indaga il ruolo dell’anaffettivo femminicida inserendolo nel contesto quotidiano. Dunque non più il “mostro” ma Alberto, Aldo, Alessio, Ciro, Cristiano, Enrico, Gabriele, Gianni, Giuliano, Jean, Luciano, Luigi, Manuel, Michele, Mihail, Mohamed, Nicola, Paolo, Pietro, Salvatore, Samuele, Silvano, Stefano, Vincenzo, Vittorio e centinaia di altri, che come maschi hanno ucciso una donna. Corocher scrive questo libro ispirato a fatti veri e a persone conosciute personalmente, raccontando di come un incidente stradale e la successiva odissea ospedaliera possano aprire nuovi e inconsueti punti di vista sulle difficoltà e il disagio mentale. -
Dove la sorte ti ha voluto chiamare. Angelo Astolfoni detto Nino, artista e giornalista di Venezia, sottotenente esploratore nella Grande Guerra
Un pacchetto di cartoline in franchigia scritte nel 1916 da un ufficiale di Venezia, Angelo Astolfoni detto Nino. Una serie di scoperte che hanno dato a quel ragazzo un volto e ne hanno svelato la vita, le passioni, il profilo morale, le vicende militari. E una ricerca durata diversi anni che ha portato l’autore a consultare documenti, fonti bibliografiche, e le testimonianze conservate negli archivi militari di Roma e Vienna. Questo e molto altro è alla base della stesura di un romanzo che, prendendo a pretesto la vita di Nino, getta uno sguardo sugli ideali e sulle aspirazioni della generazione che si è mossa nel contesto ricco di fermenti culturali della Venezia di inizio ‘900, ma che è stata travolta dalla prima delle tragedie che hanno caratterizzato il “secolo breve”. Un racconto che, senza alcuna concessione alla retorica, rappresenta un tributo alla memoria della nostra Storia. -
Storie magiche tra montagna e deserto
Monete d’oro, scarpe con fibbie d’argento, ma anche mandorle, datteri, olive, fichi secchi, miele, pesce essiccato, focacce di pane si squadernano davanti agli occhi incantati di chi legge, o ascolta: dono per l’immaginazione, come dono è, in sé, proporre una fiaba, che è simbolo di gratuità, di attenzione e cura per i suoi destinatari. Età di lettura: da 7 anni. -
IMI 66484. Diciotto mesi sulle sponde del Reno. Dalla Divisione Cuneense allo Stalag XII A
Il non ancora ventenne Corinno Magistrelli, ai primi di gennaio 1943, parte per il servizio militare nel Corpo degli Alpini con destinazione Dronero in Piemonte. L’Italia è già in guerra da due anni e mezzo, ma essa si sta combattendo lontano nelle distese dell’Europa orientale e in Nord Africa. Sicuramente in cuor loro le giovani reclute auspicavano che la guerra cessasse ed invece otto mesi dopo fu l’inizio del momento più tragico della loro gioventù. A distanza di molti decenni il figlio Dino ha cercato di mettere insieme, quasi di “ricucire”, le frasi, i ricordi, i racconti di papà Corinno che, dopo anni di quasi silenzio, in vecchiaia aveva cominciato a fare riaffiorare eventi, nomi, circostanze. Diciotto mesi di prigionia, in particolare nei due campi di concentramento dove è rimasto più a lungo, lo Stalag XII A a Limburg e Stalag XII F a Forbach nella parte sud-ovest della Germania, fino alla liberazione da parte delle truppe statunitensi il 22 marzo 1945. A fine agosto il rientro in Italia con una tradotta militare con prima fermata, il 30 agosto, alla stazione di Novara. Poi a casa dopo 18 mesi. -
Fermezza o trattativa? La posizione del MSI–DN durante il rapimento Moro
Questo saggio ripropone il percorso dei 55 giorni del rapimento Moro, e di come il MSI-DN abbia agito e quali proposte rivendicava, mettendo sul piatto della maggioranza governativa leggi eccezionali e pena di morte. Ne viene fuori un disegno forse fin troppo scontato, ma che forse scontato non è. -
Venetismo. L’invenzione identitaria e i suoi usi politici nel Veneto contemporaneo
Il Venetismo come elaborazione e proposizione di significati, simboli e valori strumentali all’esaltazione di una supposta naturale identità veneta, intesa ora in senso culturale, ora in senso etnico. In quanto socialmente costruita, “inventata” per riprendere Hobsbawm, tale identità risponde a specifiche esigenze: è innanzitutto uno strumento politico atto a generare consenso e negoziare risorse tra i diversi livelli amministrativi e governativi, ma ricopre altresì una funzione psicologica di protezione nei confronti di una realtà sociale in continuo mutamento. Il fenomeno è analizzato decostruendo l’invenzione della tradizione, tentando inoltre di delineare una mappa della variegata galassia venetista e dei suoi legami con la politica istituzionale, intrecci che vengono alla luce nel caso di studio incentrato su Verona e la sua provincia. Qui il revisionismo venetista trova terreno fertile negli ambienti reazionari del tradizionalismo cattolico e del neofascismo: emerge così la duttilità del Venetismo che, privo di una propria strutturata visione del mondo, della storia e dell’ordine politico, si presta infatti a essere sussunto all’interno di altre ideologie più forti. -
Lettere di un soldato. Prima guerra mondiale 1915-1919
Giuseppe Trombetta nel giugno del 1915 è sul fronte della Grande guerra. Combatte fino al giugno del 1916 quando viene catturato dagli austriaci e condotto nel campo di prigionia di Prijedor in Bosnia. Liberato al termine del conflitto viene inviato, con altri ex prigionieri dal febbraio al giugno del 1919, sull'isola dell'Asinara in Sardegna. In questo libro la lunga corrispondenza avuta con la famiglia, grazie alla quale è possibile ricostruire la vita del soldato Trombetta che solamente dopo quattro anni fece ritorno a casa. Le lettere, le immagini e i documenti riguardano la vita in trincea, la richiesta di informazioni della vita contadina familiare e la terribile vita in cattività. -
37 giorni senza aerei
Potrà l'uomo comprendere l'opportunità di miglioramento? Riusciremo a stringere la mano tesa per superare le crisi dell'odio, delle guerre, della violenza, della disuguaglianza e dell'abbandono dei più deboli? Sono stati sufficienti trentasette giorni senza aerei per fermarci e guardarci dentro? Alessio Vanni indaga il proprio intimo meccanismo disegnando il ""durante"""" dell'emergenza legata al Coronavirus. Emerge un libro che ascolta il respiro del mondo e cerca la scintilla per muovere il cambiamento. Un libro delicato, che avvolge il lettore verso le vette maestose e irraggiungibili della conoscenza."" -
Cefalonia: io c'ero. Storie di soldati della Divisione Acqui trucidata a Cefalonia e Corfù dopo l'8 settembre 1943
La Divisione Acqui faceva parte del Regio esercito italiano e a partire dal 30 aprile 1941 occupò le isole Ionie della Grecia. Dopo l’8 settembre 1943, in quelle isole e soprattutto a Cefalonia e Corfù, la Acqui resistette all’imposizione tedesca della cessione delle armi e della resa stessa. Seppur abbandonata dal Re e dal governo Badoglio, fuggiti da Roma a Bari, la divisione italiana senza mezzi navali e senza il supporto dell’aviazione, decise di resistere al nemico germanico per la propria dignità di italiani e per onorare il giuramento fatto alla Patria. Questa scelta fu pagata con la distruzione della Acqui, con la morte di tanti suoi soldati e con la difficile prigionia di quelli che ebbero la fortuna di non essere uccisi in battaglia o essere vilmente trucidati dai Tedeschi man mano che si arrendevano. In questo libro si trovano le testimonianze di alcuni sopravvissuti, solo alcuni, ma è come se ci fossero tutti, perché ogni superstite e reduce che ha scritto la propria storia lo ha fatto soprattutto per rendere giustizia anche a tutti gli altri. -
In quel tempo bastava molto meno: Leila Farnocchia. Camaiore-Nozzano agosto 1944
Il 22 agosto del 1944 da Pontemazzori la giovane Leila Farnocchia scese a Camaiore per rinnovare la carta di identità. Con la madre, ferita a causa di un bombardamento, era sfollata in collina e ogni giorno si recava in città per prendere oggetti a casa e fare la spesa. Si fermò in via di Mezzo a guardare i manifesti del cinema. Indossava una gonna pantalone corta e sulle spalle aveva un tascapane. La conoscevano come la maestrina seppur non insegnasse. Ad un tratto passò un tedesco in bicicletta che prima le urlò di andar via, poi si fermò e le si avventò addosso. Con lui una giovane prostituta al servizio degli occupanti tedeschi. Catturata venne spinta prima in casa del lattaio - confiscata dai nazisti - poi caricata su una automobile e condotta a Nozzano, dove, presso la scuola elementare le SS avevano creato una terribile prigione dove si consumarono indicibili torture e decine di assassinii. Lì i tedeschi ne fecero un corpo morto prima di ucciderla. Questo libro ricostruisce attraverso gli atti processuali, la storia di Leila Farnocchia e delle due ragazze, che si prostituivano con i tedeschi e che dopo la guerra furono portate a processo. -
Giampiero Brancoli Pantera. Fotografo in Russia con l’ARMIR. Diario di vita e di guerra 1940-1945
Il diario di uno dei fotografi che parteciparono alla campagna di Russia, aggregato al comando del quartiere generale dell'ARMIR. Un documento eccezionale, che grazie ad un inedito corredo fotografico, racconta in dettaglio la vita dei soldati italiani al fronte. I bombardamenti, la fame, la crudeltà dei soldati tedeschi, la bontà della popolazione russa, l'impreparazione e la disperazione. L'autore ha modo di osservare la ritirata dal comando dell'VIII Armata, riuscendo a non cadere prigioniero. Rientrato in Italia dopo l'8 settembre 1943 Brancoli Pantera si nasconde ma è poi costretto a tornare per prestare servizio in un ufficio della RSI al comando provinciale di Lucca. Inizia così il periodo di Resistenza che lo vede protagonista sia durante il giorno, fornendo indirizzi sbagliati ai carabinieri che dovevano arrestare i renitenti alla leva, sia nelle notti quando con altri distribuiva volantini informativi alla popolazione invitando alla lotta di Liberazione. In questo libro anche la drammatica vicenda di Norberta che diventerà poi moglie di Brancoli Pantera dopo la guerra, prigioniera degli inglesi in Africa Orientale Italiana dal maggio del 1941.