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Il buio
Il buio è ambientato nella dilacerata Jugoslavia post-titoista travolta da crisi sociali, politiche e ideologiche. Il protagonista-io-narrante avverte che probabilmente sarà ucciso, e vuole raccontare la propria storia. Vuole spiegare perché è chiuso da dodici giorni in una stanza di albergo, perché ha cercato di camuffare il proprio aspetto, perché vive in uno stato di perenne ansia. La sua vita è cambiata: prima del crollo del comunismo faceva il traduttore di scrittori americani, frequentava i salotti culturali, i party letterari e raccontava tutto quello che vedeva e sentiva all'amico Davor Milo, agente per la sicurezza dello stato a Belgrado. Ora, nascosto in un albergo canadese, deve farla franca, riuscire a ingannare onnipresenti e invisibili cani da guardia che lo vogliono morto poiché sospettano che lui complotti contro le istituzioni dello Stato. Incentrata su una vicenda apparentemente personale e individuale, l'opera si dilata e va ben oltre le caratteristiche storico-ambientali per trasformarsi in un efficace paradigma delle molteplici vicissitudini individuali nel mondo comunista, non solo jugoslavo. -
Derdeba
Conosciuta già dal XVIII secolo dal Saint-Gervais e da Boissier de Sauvages, la derdeba o lila è un rituale di possessione praticato da alcune comunità musulmane di origine nero-africana, gli Gnawa, nel Marocco e in altre nazioni del Maghreb. Tale rituale è analiticamente descritto dall'autore - uno fra i massimi conoscitori di questo misterioso e affascinante universo sincretico afro-mediterraneo - in comparazione con i fenomeni paralleli di possessione diffusi in area africana (bori, zar, vaudoun). Nella sua essenzialità e nella sintesi complessiva che riesce a fornire del fenomeno, quest'opera è una specie di ""porta sul mistero"""" che consente pure un approccio agli altri fenomeni di transe rituale diffusi nel mondo. Pubblicata in Marocco alla fine degli anni '90, il libro può considerarsi un vero e proprio testo di """"iniziazione"""" alla danza degli Gnawa e alle divinità che popolano il loro pantheon sincretico al confine fra l'agiografia dei santi islamici e le radici animiste dell'antico e mitico """"Grande Sudan"""": la terra originaria dei Bambara e delle altre etnie deportate in schiavitù dagli arabi verso il Nord Africa nel corso dei secoli. La lettura di questo breve trattato è una suggestiva esplorazione delle notti di Essawira percorse da ritmi incessanti dei tamburi e dei crotali, dai profumi degli incensi cerimoniali e dalle presenze inquietanti di geni possessori come Abdelkader Jilali e Lalla Mimouna."" -
Era estate a quel tempo
I colori della Puglia e la città di Lecce con i suoi luoghi impregnati di impronte millenarie fanno da cornice a questa storia che dai giorni nostri risale a un passato intricato. Maria Luisa è protagonista e artefice della ricerca che la porterà a conoscere le sue origini con l'aiuto della sua amica di infanzia ritrovata. Tra il mare azzurro e la terra rossa del Tacco d'Italia le parole scritte si dipanano in un crescendo di mistero, giungendo a un finale che lascia il lettore senza fiato. -
La mente del diavolo
Dopo anni di assenza dalla sua città natale, Luigi Reggiani vi ritorna per rivedere quello che lui crede un vecchio amico di infanzia, la cui immagine tormenta ogni notte, da quindici anni, i suoi sogni. Ma un'amara quanto inquietante rivelazione lo attende. Tra passato e presente, tra vecchie e nuove conoscenze, tra flashback e sconvolgenti retroscena, il protagonista, nell'apparente e ossessionata ricerca della verità, nella continua e infinita lotta tra il bene e il male, si libererà della scomoda coscienza. -
Tognazzi. L'alter... Ugo del cinema italiano
"Uomo e personaggio prima, e solo poi veniva l'attore"""": così Marco Ferreri raccontò l'amico Ugo Tognazzì, sottolineando il più autentico tratto distintivo di questo interprete formidabile del versante """"normale"""" e medioborghese della commedia all'italiana: l'umanità. Una caratteristica dissimulata nel personaggio e manipolata dall'attore, ma mai disabitata dalla persona. A poco più di vent'anni dalla scomparsa di Ugo Tognazzi, questo libro ripercorre l'esperienza di un attore che ha offerto alla nostra società l'immagine spesso complessa, a volte acida, a tratti surreale, ma sempre ironica e profondamente umana, dei propri vizi e delle proprie virtù, delle debolezze e delle grandezze, delle illusioni e delle irrimediabili sconfitte. Il tutto per offrire il ritratto di quello che non è certo diffiìcile immaginare come l'alter ego del cinema italiano. Anzi, l'alter... Ugo." -
La fitalora
"Era stata la fitalòra a ridurlo in quello stato. Quel vento sghembo che arriva sempre di lato, rivoltando le stoppie come un guanto. E che, come un mostro dalle mille teste, morde e divora, aggredisce e sconquassa, sferza e distrugge."""". Fra vecchio e nuovo si snodano i racconti della vita fatta anche da chi l'ha segnata." -
Senza bagagli
È ragionevole credere di poter viaggiare senza bagagli? E ragionevole sognare l'oltremare, se di qua manca anche la libertà di parlare? È ragionevole tradire un figlio per una passione ai di là del mare? E ragionevole fuggire da una prigione e rimpiangere la libertà di sognare? È ragionevole chiedersi se è stato saggio amare oltre le ragioni di Stato? È ragionevole ostinarsi a chiederlo, ancora oggi, al mare d'Albania ormai lontano? -
Kombinat. Storia e vita quotidiana di un quartiere simbolo di Tirana
Con questa indagine si è voluto descrivere e analizzare gli aspetti sociali, culturali ed economici di un'area urbana di Tirana, Kombinat, mutata nell'ultimo ventennio nella sua composizione e funzione, da quartiere operaio a punto di arrivo di una significativa migrazione interna. I mutamenti sicuramente sono dovuti all'effetto della deindustrializzazione, ma anche alla accelerata mobilità sociale, economica e territoriale che ha investito l'Albania e che ha come conseguenza una visibile disorganizzazione sociale. A Kombinat convivono i vecchi abitanti che avevano ""vissuto"""" le fabbriche, i nuovi immigrati da varie parti dell'Albania, gli """"sfortunati"""" provenienti da altre zone di Tirana. Si può ritenere che oggi il quartiere di Kombinat, nato come quartiere operaio modello, stia assumendo sempre di più l'aspetto (e la funzione) di area marginale di Tirana. Ci si augura che le informazioni raccolte nella ricerca possano servire a un progetto di riqualificazione del quartiere, basato su una rete di servizi sociali e sanitari e di strutture e attività per le fasce deboli della popolazione (infanzia, anziani, donne, ecc.), che riannodi le connessioni con le altre aree della città. Ma questa ricerca è anche un contributo a non dimenticare il passato e la storia, individuale e collettiva, per innovare le radici della propria identità."" -
Stelline e stellette
"Stelline e stellette"""" nasce da un antimilitarismo che per essere militante è costretto alla violenza. Cinque ragazzi si ritrovano in una caserma a metà degli anni Settanta. Formati secondo un'ideologia marxista e, sotto molti aspetti, libertaria e anarchica, abituati a parlare, sempre pronti a un dialogo che fosse costruttivo, a interiorizzare sensazioni e vicende che andavano a comporre la loro personalità, contrari al militare e a ogni forma di potere, si ritrovano strappati al loro mondo e messi a confronto con un potere militare che non dà spazi, è repressivo e violento. La loro insofferenza cresce fino a diventare insostenibile. Spinti in azioni clamorose, dilaniati da dubbi e ripensamenti, finiscono in una spirale di violenza da cui non riescono più a uscire." -
Agim. Alla scoperta dell'Albania
L'Albania è la più sconosciuta e meno sviluppata regione europea. Ancora oggi si sa molto poco di questo paese, rimasto isolato per cinque secoli a seguito della dominazione ottomana, a cui seguì mezzo secolo di autarchia del regime di Hoxha. Il territorio albanese è caratterizzato da forti contrasti ambientali e, morfologicamente, si presenta molto vario e accidentato: alle montagne impervie ed aspre del nord balcanico si contrappongono le dolci coste mediterranee dal clima mite, mentre il centro del paese è solcato da gole profonde e costellato di dolci declivi e montagne altrettanto imponenti. Determinato a scoprire l'Albania al di là dei pregiudizi e degli stereotipi, l'autore ha attraversato l'Albania dal selvaggio territorio di Thethi, patria del ""Kanun"""" - l'antico codice patriarcale non ancora abbandonato - fino ai confini con la Grecia. Seguendo gli itinerari di Byron, Edith Duram, Edward Lear e Mario Rigoni Stern Alessandro Pellegatta ci parla della bellezza del """"wild"""" albanese, delle foreste di pini loricati delle Alpi albanesi e del mare limpido delle spiagge di Himare, immergendosi nelle suggestioni storiche, nei miti omerici e post-bizantini e nelle leggende di questo superbo territorio. Alla scoperta di una terra antica, orgogliosa e fiera della sua indipendenza che sta emergendo dall'oscurità della repressione e della povertà per presentarsi al mondo, l'autore ci dà un ritratto sincero di questo paese misterioso ed eccentrico, aspro e ospitale, e dimenticato per troppo tempo..."" -
Didattica della comunicazione verbale e non verbale
E se fosse uno sguardo (o una pacca sulla spalla, un'intonazione più attraente) a rafforzare l'apprendimento e il coinvolgimento cognitivo dei nostri alunni? E se un difetto di postura, una gestione sciatta del nostro corpo (anche del nostro abbigliamento), un modo poco espressivo di impartire una lezione si traducessero pericolosamente in disaffezione-distanza-indifferenza? E se tutto ciò infine - questa volta però da parte dei nostri alunni: un loro sguardo spento, un loro equilibrio fisico precario, una loro monotonia vocale - fosse un segnale per comunicarci un disagio, una patologia, una impossibilità? ""Didattica della comunicazione non verbale e verbale"""" si impegna a connettere tali differenti tensioni: illustrando le strategie più innovative di gestione - nella classe - dei meccanismi preverbali e non verbali; valorizzando il rapporto tra fonetica, ortografia e sintassi; spiegando come respirare e impostare la voce e, consequenzialmente, migliorare la lettura, il dialogo e l'interazione con gli alunni. Un invito a padroneggiare una didattica (anche) espressiva, affettiva, onnilaterale."" -
Letteratura a sud
Nella letteratura occidentale il Sud è stato pensato e descritto in vari modi, con interesse e curiosità costanti, ma secondo schemi e rappresentazioni spesso rigidi e stereotipati, che non tengono in debito conto la sua identità a tutto tondo e le sue specificità culturali. A fronte di queste semplificazioni, è compito degli studiosi più avvertiti offrire una narrazione più complessa e sfaccettata del Meridione, che non ne disperda le peculiarità e non ne trascuri i valori estetici, ma li esalti nella varietà delle scritture possibili. L'idea alla base del volume è quella di tracciare una linea di interpretazione trasversale al tema del Meridione in letteratura, che faccia emergere la differenza che caratterizza i territori mentali, fisici, culturali di un Sud assieme locale e globale. -
La Teqja
Nella saga familiare iniziata da Artur Spanjolli con il romanzo ""Cronaca di una vita in silenzio"""", """"La Teqja"""" rappresenta un viaggio a ritroso nel tempo: se gli avvenimenti ivi narrati si svolgono a Likesh intorno al 1969 durante la dittatura comunista di Enver Hoxha, in realtà l'autore, attraverso i ricordi dei personaggi, si spinge fino a un secolo prima per raccontare le origini della famiglia Cialliku e le peripezie dei padri fondatori. Islam e Hysen Cialliku, i due fratelli sapienti, vissuti a Likesh un secolo prima, possedevano una vasta biblioteca e avevano donato le proprie ricchezze ai contadini poveri attirando su di sé le ire delle autorità locali e del crudele Seit Beu. In seguito alla morte di Islam a causa del colera, Hysen era vissuto nella fede di Allah e nella tolleranza, non si era mai sposato - a differenza di Islam che aveva avuto il figlio Ahmet - e aveva combattuto il tiranno fino alla morte: per salvare i libri dall'incendio appiccato dagli sgherri di Seit Beu, Hysen era bruciato vivo. Il diario del saggio Hysen, una trentina di pagine in tutto, era stato sotterrato da Ramadan, padre di Meta, nel sacro luogo adiacente la casa e ritrovato da Meta pochi giorni prima del novembre del 1969. Una sera, di nascosto e in piena dittatura comunista, otto persone della famiglia Cialliku e cinque conoscenti, più un giovane traduttore, si riuniscono a casa del vecchio patriarca Meta per ascoltare le parole del diario di Hysen Cialliku."" -
Aldo Moro, l'Italia repubblicana e i popoli del Mediterraneo
Fra i politici italiani, Aldo Moro, più volte presidente del Consiglio e ministro degli Esteri fra il 1963 e il 1978, svolse un ruolo di primo piano per promuovere l'azione internazionale dell'Italia verso i popoli del Mediterraneo. La sua visione della politica estera italiana fu fortemente segnata dalle sue origini pugliesi e dalla tradizione culturale dell'Italia meridionale. Da qui la centralità delle relazioni con gli Stati e i popoli del Mediterraneo nella visione di politica estera che Moro delineò soprattutto a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando assunse la carica di ministro degli Affari Esteri. Questo volume vuole offrire al lettore alcune linee interpretative e un insieme di analisi e informazioni fondate su un'attenta esamina della documentazione edita e inedita, per conoscere meglio un aspetto importante della politica estera dell'Italia della Prima Repubblica: la sua azione internazionale verso gli Stati e i popoli del Mediterraneo e del Medio Oriente. -
Il linguaggio di Trolla
Bisogna andare con la memoria a ""Zazie nel metro"""" di Queneau per trovare una ragazzina tutta pepe come Trolla, il vero centro propulsore degli avvenimenti che in quattro giorni, dalla notte dell'ultimo dell'anno del 2003 al 4 gennaio dell'anno successivo, cambiano radicalmente la vita di Giuseppe Palys. Siamo a Poznan, in un interno borghese. Il giovane Giuseppe, un ragazzino di nove anni che tutti chiamano affettuosamente Gigi, si sta annoiando davanti alla televisione in attesa che i suoi genitori vadano a un ballo per l'ultimo dell'anno. Discretamente infelice, come molti adolescenti, Giuseppe, ragazzo di poche parole, vorrebbe starsene in casa a pensare, non gli va di andare dai nonni. Saranno pure simpatici quei due svitati, ma Gigi ha bisogno di stare da solo per pensare a Trolla. Trolla è arrivata da poco nella sua classe e subito si è imposta con un caratterino marcatamente libertario. Non è bella Trolla, ma emana una carica vitale che Giuseppe non ha mai conosciuto tra i compagni di scuola. Nessuna meraviglia, quindi, che il giovane sia attratto dalla sana follia creativa di Trolla. La ragazza vive immersa in un mondo nel quale li ribaltamento delle norme è la norma. Trolla, insieme al cognato Helmut """"Scratch"""", sono i sovversivi che rompono le regole, i veri protagonisti del romanzo. A un certo punto tutti i personaggi si troveranno in casa di Helmut, dove tra reggae, tromboni, cucina vegetariana faranno apprendistato su ciò che veramente conta nella vita."" -
Fuori da ogni tempo
La storia di Beatrice, archeologa del ventunesimo secolo, la cui quotidianità viene sconvolta dalla recente malattia che ha colpito la madre, affetta dal morbo di Alzheimer, corre parallela a quella della giovane Cornelia, sacerdotessa vestale in una Roma di tanti secoli fa. Un periodo infinito separa le due donne, ma ciò che le avvicina, al di là di ogni limite spazio-temporale, è il tentativo sofferto e coraggioso di dare alla propria esistenza un senso e una svolta che non siano quelli stabiliti da altri. È la determinazione a voler essere, a tutti i costi, artefici della propria vita e del proprio tempo. Fino a salvarsi. O a dannarsi. Costi quel che costi. Cornelia, vestale per costrizione, ci riuscirà attraverso un amore proibito. Beatrice, ""vestale per scelta"""" ma con l'indole di archeologa, lo farà scavando nella memoria di sua madre che presto sarà inghiottita dall'oblio."" -
Il pesce palla
Il pesce palla vive nei mari subtropicali e le sue carni sono considerate gustosissime, tanto da costituire un piatto assai prelibato e costosissimo della cucina orientale. Il risvolto negativo è il potentissimo veleno presente nell'intestino e nel fegato dell'animale. Vittima di questo letale veleno è Carlo Reggi, cugino dell'ispettore Lo Palco. Il commissario Santoro viene subito incaricato del caso e inizia così una meticolosa indagine che vede i due poliziotti impegnati in un affannoso e complicato lavoro di ricerca durante il quale emergono insospettate e impreviste vicende che complicano non poco il percorso investigativo, rendendolo sempre più tortuoso e irto di ostacoli. -
Belli di papillon verso il sacrificio
Don Papà, come lo chiama Donatino, il figlio e voce narrante del romanzo, è cozzaro, contrabbandiere, corista, teatrante, uno della razza dei ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi di Taranto, dove è quasi un eroe per le sue gesta. A gettarlo nello sconforto sarà un'ingiunzione di sfratto, che lo porterà a fare a pezzi la casa in cui è sempre vissuto nel tempo di una notte frenetica, con l'aiuto del figlio, prima di compiere il suo ultimo capolavoro, un suicidio esemplare come estrema sfida verso i potenti e riaffermazione della vita fin dentro la morte. La scrittura nervosa e visionaria di Cristaldi si fa voce della rabbia e dello spirito di rivolta che riempiono le pagine di questo romanzo su Taranto, su come eravamo e su cosa siamo diventati sotto il cielo velenoso di questa città. Introduzione di Teresa De Sio. -
Cicorielle e lampascioni e altre piante spontanee nella cucina del Salento
Andare per campi, macchie mediterranee e radure incolte alla ricerca di piante selvatiche commestibili: all'epoca della civiltà rurale, nel tempo ciclico scandito dalle stagioni, era una necessità; oggi, nel tempo convulso della postmodernità, è un hobby per non pochi appassionati che vivono il fascino irresistibile della raccolta di delizie vegetali gustose, aromatiche e ricche di virtù benefiche. A questo ""popolo delle erbe"""" - ma non solo - è rivolto un libro che finalmente fornisce una guida a inusitati piaceri del palato, arcaici come la terra da cui nascono."" -
Eduart
Albania 1987. Folgorato dalla bellezza della coetanea Eugenia, il giovane Eduart si innamora follemente di lei ma, troppo impacciato e timido, non riesce a comunicarle il suo amore. Segnato da un'insanabile tensione tra vita intellettuale e vita pratica, vive un'adolescenza disperata. A imprimersi nella memoria del giovane Eduart sarà una giornata al mare trascorsa con la ragazza e altri amici: neppure in quell'occasione riuscirà a confessare il suo amore. Poi non potrà più farlo: lo aspetta un viaggio nel ""paese delle meraviglie"""", in Italia, per ritirare un premio di poesia. Dopo molti anni e troppe esperienze, tornerà in Albania per scoprire che la giovinezza è fuggita, Eugenia è una donna sposata e gli amici hanno scelto strade diverse.""