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Le onde chiamano il tuo nome
Laura si sveglia e non riconosce il posto in cui si trova. Può solo dedurre che si tratti di un ospedale, di una casa di cura, forse un manicomio. Trascorrono le ore, poi i giorni e le notti, mentre lei continua a sentirsi confusa. Non ricorda nemmeno il nome delle figlie. Non sa come sia arrivata nel luogo in cui si trova. Dea, la figlia maggiore di Laura, riceve una telefonata di Mirella, sua sorella, che le comunica la sparizione della madre. La notizia sconvolgerà le vite di queste donne, costrette a rimettere in gioco i fragili equilibri su cui tenevano in piedi la loro vita affettiva, fino a vederli crollare e a dover fare i conti col passato. Tutto verrà rimesso in discussione, in particolare la relazione tra madre e figlie e quella tra sorelle, senza sottovalutare il rapporto con Dino, marito e padre ormai morto da alcuni anni. -
Tarantismo. Transe possessione musica
Un animale simbolico e non zoologicamente identificabile con alcuna specie di aracnide - come ha chiarito nel 1959 l'etnologo Ernesto De Martino sovrintende la misteriosa fascinazione legata al fenomeno culturale e religioso conosciuto come tarantismo. Gli etnomusicologi Domenico Staiti, Brenno Boccadoro, Gilibert Rouget, Luisa Cosi e Giorgio Di Lecce ne esplorano l'universo in questo saggio dedicato al carattere musicologico dei processi di guarigione divenuti celebri. Un testo che indaga il contrappunto fra antichità greca, tradizione colta rinascimentale-barocca, sincretismo catartico-religioso. La terapia musicale adoperata da secoli come rimedio contro il celebre morso del ragno si rivela, attraverso questo studio a cinque voci, un retaggio di grande dignità culturale, artistica e spirituale. -
Amoreterapia
Un semplice esame di controllo e una diagnosi inaspettata, che cambia la vita e apre uno squarcio doloroso fra prima e dopo: carcinoma mammario. In queste pagine l'autrice ripercorre la sua storia personale, fra la disperazione iniziale, la forza di combattere e la gioia di farcela, sconfiggendo il mostro e tornando alla vita con nuove consapevolezze. Se la malattia semina tracce sul corpo e lo stravolge - con i capelli che cadono e le cicatrici a fare da mappa della sofferenza -, la medicina migliore per salvarsi è sempre l'amore, la riscoperta degli affetti, la vicinanza dei propri cari, una mano tesa cui aggrapparsi per riemergere dagli abissi più bui: l'Amoreterapia, appunto, un antidoto che viene dal quotidiano, tanto semplice quanto miracoloso. -
Vie di fuga
Matteo Bertola, impiegato precario e in nero presso una grande ditta americana di pompe funebri con sede a Roma, scrive epitaffi e necrologi. Tramite un conoscente gli viene affidato un lavoro indipendente: nella Sila calabrese, due anziani, morti nello stesso giorno, hanno scelto di farsi seppellire insieme, memori di un antico patto e di una vecchia amicizia. Matteo viene catapultato in un meridione montano che gli appare deforme e ostile: a Petilia Policastro, il piccolo paese calabrese nel quale è ospite dalla famiglia di uno dei defunti, il mondo è delimitato dai ""rustici"""", gli scheletri delle case mai costruite con le rimesse degli emigranti, mentre la popolazione si mostra chiusa e incomprensibile. Sarà tramite l'interessamento di un barista, Mimì, che Matteo riuscirà a ricostruire i profili dei due morti: il più giovane, Francesco Calmierati, agitatore politico ai tempi della lotta per la terra e in seguito asservito al padronato locale, sembra attirare su di sé le maggiori attenzioni; del secondo, Andrea, verrà a sapere molto poco: l'emigrazione in Belgio e in Svizzera, e l'inquietante presenza nelle grandi tragedie degli emigranti italiani come Marcinelle e Mattmark. Del rapporto che lega i due uomini, però, sembra che nessuno conosca nulla. E la scrittura dell'epitaffio, così come il disegno del paese che la sera Matteo traccia su un foglio per rilassarsi, sembra non poter finire mai..."" -
La normalità negata
Sullo sfondo delle guerre che negli anni '90 portarono alla dissoluzione della Repubblica Federale di Jugoslavia, undici racconti narrano la realtà e l'immaginario di quel mondo trasformatosi in un buco nero in cui precipitano la storia, l'identità dei singoli e il concetto di civiltà. Dalla Serbia alla Bosnia, passando per il Kosovo, la guerra s'infiltra in un bunker simile alla porta dell'inferno o fra i capelli di una studentessa che puzzano di lacrimogeni, smette di essere un'astrazione per diventare evidenza concreta. Andelka, Dunja, Nicolae e altri uomini e donne senza nome fuggono da un passato disseminato di troppe assenze e provano a ricominciare in un altro paese, accettando la sfida di ricostruire una normalità negata ma forse ancora possibile, le cui tessere sono un certificato di cittadinanza, un nuovo lavoro, la nascita di un figlio. Stranieri, profughi, extracomunitari, l'identità dei protagonisti di queste storie sfugge alle definizioni e spinge a chiedersi cosa sia l'integrazione e in quale patria abiti davvero la felicità: ""Sono straniera. Sono profuga. E allora? Vi interessa che persona sono?"""""" -
L' anello inutile
"Il Salento prende alla gola. E ti sa rubare l'anima. Luogo troppo selvatico per lasciarsi conquistare. Anche la sua gente è così. Qui le tarantate dicevano di sentire la noia all'inizio del male. Gli uomini andavano a fare l'olio nelle viscere della terra, incitando gli animali a spingere la ruota e stordendosi con l'oppio per non sentire la fatica. Nelle campagne che s'incontrano andando dalle Orte verso il faro della Palascia, la terra è rossa. Ci si può perdere, inseguendo il filo rosso che qui lega la terra, il cielo e l'acqua. Un sottile scoloramento di memorie adriatiche. Un annebbiamento dei sensi. Un capogiro. Cosa rimane quando non si ha più niente da perdere?""""" -
Griot. Il maestro della parola
Nel linguaggio corrente il termine griot viene tradotto come ""cantastorie"""". Ma il griot dell'Africa Occidentale è una figura poliedrica che racchiude varie sfaccettature, essendo storico orale, genealogista, cantore di lodi e musicista professionista appartenente a una vera e propria casta che si tramanda di generazione in generazione quest'arte detta """"jeliya"""". Nelle società mande del Mali e della Guinea la conservazione e la trasmissione del sapere si fondano su un patrimonio di conoscenze tramandato in forma cantata o declamata, con l'accompagnamento di strumenti musicali tradizionali, come la """"kora"""", lo """"ngoni"""" e il """"balafon"""". Il depositario di questo patrimonio, che coincide con la memoria collettiva di un popolo, è proprio il griot a lui spetta il difficile compito di tener vivo il passato per permettere agli uomini di costruire la società del presente e del futuro. testo di D'Amico offre un accurato ritratto della figura del griot, dalle prime fonti documentate storicamente alla sua rappresentazione nella produzione filmica, con l'obiettivo di mettere in luce il ruolo che ha svolto nell'Africa postcoloniale e che attualmente svolge nella società contemporanea. Attraverso un solido apparato bibliografico vengono esaminati i repertori dell'arte dei griots, i generi e gli stili musicali, gli strumenti tradizionali e le formazioni orchestrali statali, fino alle ibridazioni che di recente hanno caratterizzato il panorama della world music."" -
I segreti del giudice. Le indagini del commissario Santoro
Una fredda mattina di gennaio, il giudice Mascoli, funzionario rigoroso, incorruttibile e intransigente, crolla, senza vita, a pochi passi dal commissariato di polizia. Un agente avvicinatosi per soccorrerlo nota un insolito odore di mandorle amare tipico dell’avvelenamento da cianuro. Il medico legale, dottor Sallusti, conferma. Così inizia, per il commissario Santoro e il suo braccio destro ispettore Lo Palco, un ennesimo iter investigativo che porterà alla scoperta di imprevedibili circostanze che conferiranno al rigido magistrato un’immagine inaspettata e, per certi versi, incredibile. Grazie alla sua nota sagacia, il commissario saprà districarsi tra inimmaginabili ostacoli e risolvere brillantemente il caso. -
Albanesi in Italia. Percorsi migratori (secc.XV-XVIII)
Tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV secolo, l'Albania fu interessata da una profonda crisi economica che indusse la popolazione a cercare altrove migliori condizioni di vita. Tale processo subì una forte accelerazione nel corso della seconda metà del XV secolo, allorché molti abitanti furono costretti ad abbandonare il paese in seguito all'invasione ottomana e a chiedere asilo in Italia e in diversi Stati europei. Attraverso la documentazione conservata negli archivi, in questo volume l'autore ricostruisce la mappa di quelle migrazioni, concentrando l'attenzione in particolare sulla presenza di albanesi in Calabria e in altre regioni italiane. -
24 scatti
Un racconto fatto di istantanee inanellate sul filo del tempo unisce Mara e Marino nel singolare gioco di documentare la loro giornata-tipo attraverso gli scatti di una vecchia macchina fotografica, con l'intenzione di svilupparne il rullino solo dieci anni dopo. La colazione, il pranzo da preparare, un bagno caldo, il letto con le lenzuola sfatte dopo l'amore: gesti quotidiani e rituali consolidati lasciano emergere passato e presente della loro vita di coppia, in bilico fra le trappole della noia e il desiderio di ritrovarsi. Congelato fra i 24 scatti della pellicola, ostaggio delle ore felici di Mara e Marino, c'è anche un segreto che viene dal passato. Una verità sospesa custodita in uno scatto fatto alcuni anni fa, il primo del rullino... -
Enver Hoxha e la Cina. Storia dell'eterna amicizia sino-albanese (1961-1978)
Questo lavoro di Lorenzo Manca verte su una tematica ancora poco studiata e molto spesso tralasciata nei resoconti sulla Guerra Fredda: le relazioni tra due paesi agli antipodi dal punto di vista geografico e culturale, due paesi che poco si conoscevano reciprocamente ma che si rivelarono uniti nella comune lotta antimperialista e antirevisionista, in un periodo in cui il comunismo mondiale era scosso da grandi tensioni all'indomani del processo di destalinizzazione avviato da Nikita Chruscev. Le crescenti divergenze fra Tirana e Mosca da un lato, e fra Pechino e Mosca dall'altro, fornirono la base per l'avvicinamento fra Pechino e Tirana, facendo da collante per un'alleanza fraterna nella quale il piccolo Stato balcanico forniva alla grande Cina supporto politico in cambio di sostegno economico e militare. -
La cucina del mare di Puglia
La cucina del mare di Puglia non è il solito, onesto libro di ricette a base di pesce, normale corollario di un'epoca che ha finalmente riscoperto il piacere della tavola e del mangiare consapevolmente. Questo libro, infatti, è un lungo viaggio alla scoperta dei tesori del mare. Un viaggio, un percorso storico-scientifico-etimologico, che Vaglio compie muovendosi sopra e sotto il pelo dell'acqua: potreste quasi immaginarlo, munito di pinne, muta e respiratore, mentre descrive con grande dovizia di particolari (e grande padronanza della materia) la strana creatura sottomarina di turno. E non è detto che la ""passeggiata"""" tra i fondali si concluda in maniera ingloriosa per l'oggetto del suo esame, cioè in un piatto."" -
La cucina del Salento
"Un libro da leggere come un racconto di antiche semine, di chiassose vendemmie e di canti del mare, nato dalla volontà di riscoprire piatti che si credono spariti per sempre e dal desiderio di non perdere irrimediabilmente la grande tradizione culinaria del Salento, famosa per la genuinità di quei prodotti e di quegli ingredienti che ne sono i veri artefici.""""" -
Stigmate-Vragë. Testo albanese a fronte
Stigmate-Vragë è una raccolta poetica che mette in evidenza tutte quelle componenti che sono valse a collocare di diritto la produzione di Gëzim Hajdari nel solco della cosiddetta ""poesia dell'esilio"""", un filone che ha dato origine - soprattutto in epoca moderna - a straordinarie figure e metafore della condizione umana. A dare forza a questi versi c'è lo sradicamento da ogni tradizione, una rabbia politica che non conosce compromessi e il ricordo di una patria che si vorrebbe ma non si può dimenticare."" -
Nel silenzio parlami ancora
Al tramonto della Sua vita, Rina decide di ritornare nel luogo che ha segnato la sua esistenza: il carcere Le Nuove di Torino. Qui, nel silenzio rumoroso di una cella pregna del vissuto di tante donne come lei, si concretizza uno strano incontro che la induce a fare i conti con il proprio passato e con i propri fantasmi. In questa cella, che oltre mezzo secolo prima ha visto Rina sua ospite, si apre l'album dei ricordi: ne emergono l'amore adolescenziale per Giacomo, ribelle antifascista; l'esperienza come staffetta partigiana; le torture subite; i sogni di moglie, madre e donna libera infranti contro le mura di una galera. Il misterioso personaggio che incontrerà nella cella offrirà a Rina una diversa chiave di lettura del suo passato, un diverso ""cammino"""" che le permetterà di riconciliarsi con se stessa, di liberarsi del dolore che l'ha tenuta prigioniera troppo a lungo per riappropriarsi del poco futuro che le resta da vivere. Un romanzo intimistico che dà voce al silenzio. Una storia struggente e cruda, dolce e spietata, che narra l'avventura di una donna e di una partigiana imbrigliata dal senso di colpa nei ricordi più dolorosi, fino a quando non deciderà di dare ascolto a quella parte di sé che ha sempre ignorato."" -
Vivere e morire a levante
Fra i vicoli di Bari Vecchia si cresce in fretta, l'adolescenza bruciata in un pugno di anni da vivere pericolosamente, la scuola vera che si fa per strada, non sui banchi: succede così a Gabriele, a Mimmo e a tanti altri ragazzi, figli come loro di questo pezzo di sud sferzato dallo scirocco e dal maestrale, dove i clan della malavita locale tessono le loro attività sotto lo sguardo impotente e anzi complice delle istituzioni e degli uomini che dovrebbero garantire l'ordine cittadino. Qui comandano le famiglie, come quella dei Lacarbonara, il clan storico di Bari Vecchia, cui Mimmo appartiene per sangue e al quale anche Gabriele - suo amico da sempre - sta per essere affiliato. Traffici di droga e contrabbando di sigarette, tangenti su appalti pubblici, giri di prostitute pronte a soddisfare i vizi di clienti facoltosi e potenti: tutto, semplicemente tutto passa dalle mani dei clan, che hanno come interlocutori privilegiati ministri, politici e magistrati corrotti, insieme a imprenditori senza scrupoli come Ninni Melograno, il Re Mida della sanità pugliese, padrone dell'impero delle cliniche private e anfitrione prodigo e generoso, organizzatore di faraoniche feste cui prende parte tutta la Bari che conta. In questo mondo il desiderio di un'onesta normalità è poco più che una bestemmia e neppure l'amore fra Gabriele e Alessandra può aspirare a una tranquilla normalità. Lui un ragazzo del clan dei Lacarbonara, lei la bellissima figlia di uomo pieno di debiti da saldare a Nanuccio detto Naie, boss dei Legrottaglie e viscido spasimante della ragazza. Fra loro, fra Gabriele e Alessandra, c'è Nanuccio e il suo ricatto cui non ci si può ribellare. Il ricatto connaturato a un mondo che non ammette sgarri. Ambientato negli anni Novanta, “Vivere e morire a levante” apre uno squarcio su una realtà torbida e spietata, dove la corruzione e il malaffare diventano sistema. -
San Nicola. Santo d'Oriente e d'Occidente
Un viaggio suggestivo - tra Ovest ed Est - e una delle figure religiose più note e amate del mondo: san Nicola. Sessantadue marinai raccontano il viaggio dalle coste italiane a quelle turche e armene, e viceversa. E, così facendo, confermano una tensione insopprimibile che l'essere umano, al di là di ogni credo spirituale, persegue: il bisogno di un'immagine (e una storia) capace di diventare allo stesso tempo concretezza e simbolo, protezione e forza. E dopo aver seguito i marinai tra mare, colori, avventure, comprendiamo che il viaggio di Nicola è oggi ancora più vivo: in Italia ed Europa, Russia e Stati Uniti; tra necessità di dialogo e intercultura; tra presente, passato e futuro. -
Schizzi di memoria
"Nell'accostarsi alle sue tematiche preferite - l'arte, la storia, il femminile, la propria biografia, il sociale... -, l'autrice incide il suo respiro nelle sillabe di ogni parola, decantata al fuoco dello stile, rinnovandosi continuamente, ad ogni sequenza di scrittura, come se questa fosse un nuovo, sorprendente cammino iniziatico. Sul tremito di scaglie e di lampi ogni dettaglio si traveste di realtà, perché ogni dettaglio nominato esiste nella profondità del suo nome e del suo essere [...]"""" (Dalla Prefazione di Merys Rizzo)" -
Mia madre che amava le bambole e altre storie
Raccontare storie per riscattare la bellezza del nostro vivere quotidiano, per osservarlo con gli occhi dei grandi affabulatori, capaci di cogliere qualcosa di unico anche nelle storie più comuni: è quanto accade in questa raccolta di racconti ad opera di Alfredo Romano. Dal Salento alla provincia viterbese, tra l'euforia delle feste popolari e i sapori della cucina tradizionale, fra i ricordi di scuola, gli uliveti d'argento, le vigne e la raccolta del tabacco, un mosaico di storie che vengono fuori da un tempo sospeso, come le bambole dai comò delle nostre madri. In chiusura del volume una chicca: il racconto-reportage Un salentino sulle tracce di Cesare Pavese, frutto del viaggio che l'autore ha compiuto nel maggio del 1976 alla ricerca dei luoghi e dei personaggi pavesiani. In particolare, nel racconto si parla dell'incontro con Pinolo Scaglione, il Nuto del romanzo La luna e ì falò, il quale offre una testimonianza sull'uomo Pavese, visto non attraverso gli occhi dei critici ma attraverso quelli dell'amico più caro. -
Il tramonto del rito greco in Terra d'Otranto
Apparso a puntate negli anni '30 sulla rivista ""Rinascenza Salentina"""", Il tramonto del rito greco in Terra d'Otranto può considerarsi il primo studio di sintesi sulla travagliata identità religiosa delle popolazioni di questa significativa propaggine d'Europa al confine tra Oriente e Occidente, condotto sulla base di un'attenta analisi dei documenti d'archivio. Dalle carte dei registri parrocchiali e delle """"sante visite"""" prende gradualmente corpo un vasto e nitido affresco della civiltà tardo-bizantina meridionale nel XVI e XVII secolo, stretta fra ostinata resistenza alle tradizioni liturgiche e nuove istanze di riforma, protagonismo delle dinastie sacerdotali e attaccamento del popolo alla lingua e alle usanze dei padri. Un libro che può considerarsi l'antecedente alle più avanzate ricerche contemporanee svolte da studiosi come Cavallo, Canart e Jacob.""