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La fenomenologia di Husserl
Noto come il fondatore della fenomenologia, Edmund Husserl (1859-1938) è una figura centrale della filosofia nel ventesimo secolo. È convizione diffusa che Husserl, malgrado le sue intenzioni, non riuscì a liberarsi da una metafisica classica della soggettività. Così, egli non abbandonò mai la prospettiva per cui il mondo e l'Altro sono costituiti da un soggetto puro trascendentale (disincarnato e oltremondano). Questo libro mostra che tale visione diffusa di Husserl è datata e semplicistica. La pubblicazione in corso dei manoscritti di Husserl ha reso necessaria una revisione e modifica di molte interpretazioni comunemente accettate del suo lavoro. La fenomenologia di Husserl si basa non solo sui lavori pubblicati dallo stesso Husserl, ma anche sui manoscritti editi in seguito o ancora inediti. -
L'Aquila 1971. Anatomia di una sommossa
Quaranta anni fa anche in Abruzzo, oltre che in Calabria, ci fu la ""guerra del capoluogo"""". L'autore, all'epoca non ancora trentenne, in Abruzzo era segretario regionale del Pci, inviato da """"Botteghe oscure"""". Ricostruisce oggi quei fatti in un racconto che diventa riflessione e rievocazione: su un periodo della vita politica e civile d'Italia, sui comunisti quando il loro partito era il """"grande partito"""", sui loro slanci e pregiudizi, su una regione dai forti caratteri e dalle straordinarie bellezze, con trasporti pessimi e una cucina eccelsa. Sullo sfondo, gli straordinari anni '60, vissuti fra università e politica, fra partito comunista e """"sessantotto"""". Quel decennio si chiude il 12 dicembre 1969, con la bomba di Piazza Fontana a Milano. Gli sguardi degli italiani, non solo dei più giovani, fin lì limpidi e fiduciosi, si velano e incupiscono. Il racconto è a cavallo di quel passaggio. Questo libro ricostruisce le vicende che accompagnarono la scelta del capoluogo in Abruzzo dopo le prime elezioni regionali del 1970. L'attenzione si concentra sui moti che si verificarono a l'Aquila negli ultimi giorni del febbraio 1971 nel corso dei quali furono devastate le sedi dei partiti. La ricostruzione dei fatti è proposta in tre modi diversi e distinti. Il primo è la memoria dell'autore; il secondo è una rassegna delle cronache locali de """"Il Tempo"""" e de """"Il Messaggero""""; il terzo sono le testimonianze dei due segretari della federazione comunista aquilana del tempo."" -
Società precapitalistica e modernità in Sicilia. Confraternite, giacobinismo, credito agricolo
Attraverso varie sfaccettature viene affrontato in questo libro un tema di grande importanza, la transizione dell'isola dall'Ancien Régime verso la modernità. È una transizione problematica, spesso contrastata, ma che si afferma in modo evidente tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Viene analizzata anzitutto la società attraverso un aggregato sociale di lungo periodo, che rimane stabile per secoli: le confraternite, la cui sopravvivenza è un indice di stabilità, di invarianza. Segue un altro segmento che ""buca"""" il tempo e sopravvive anche ai nostri giorni, la fede cristocentrica. Il fattore religioso, però, non è sempre un elemento di non cambiamento; nell'isola, più che altrove, è un fattore che si mescola ad altri nel determinarne l'evoluzione. La contea di Modica e i Nebrodi sono due zone, come altre, in cui l'elemento religioso si accompagna a quello civile in una radicale trasformazione del territorio: le circoscrizioni religiose, diversamente dal resto d'Italia, coincidendo con quelle civili, saranno ai primi dell'800 un fattore di cambiamento del territorio, che era stato uguale a se stesso per secoli. La Rivoluzione francese, poi, per i personaggi qui messi in campo, non fu un fatto di riflesso bensì si collegava a un moto di rinnovamento in vigore in tutta Italia. I modelli di santità, inoltre, con un radicale cambiamento dopo l'Unità, furono un altro fattore rispetto ai modelli controriformistici..."" -
Quaderni di storia dell'Europa Mediterranea. Vol. 1: 2018-2019.
Sommario Sezione I Atti di Convegni Atti del Convegno nazionale nel 150° dell'Unità d'Italia (Roma, 5 maggio 2011) Antonello Biagini Introduzione al Convegno Angelo Sindoni Le città italiane (Nord, Sud, Centro) verso l'Unità del Paese Marina Formica La città eterna nel lungo Ottocento Roma da capitale dello Stato della Chiesa a capitale d'Italia Ivo Biagianti Firenze da città ""dominante"""" del Granducato di Toscana a capitale del Regno d'Italia Giovanna Da Molin I centri urbani meridionali dall'ancien régime a città del nuovo Stato Mario Tosti Le città dello Stato Pontificio e il processo di unificazione nazionale Tavola Rotonda Come studiare il processo di unificazione italiana. Storicità e attualità Sezione II Contributi per il 150° dell'Unità Cristina Cenedella La classe borghese e la beneficenza a Milano dalla Restaurazione all'Unità attraverso le carte dei luoghi pii cittadini Angelo Sindoni I volontari siciliani, la battaglia di Milazzo e l'Unità d'Italia Sezione III Studi sull'emigrazione Daniele Tranchida Una mobilità particolare verso il Nord Africa e il Levante durante il Settecento. Le caratteristiche di una emigrazione italiana misconosciuta Sebastiano Marco Cicciò Gli Stati Uniti e la Sicilia: idee e uomini in viaggio sull'Atlantico Angelo Sindoni Luigi Sturzo, l'emigrazione italiana e il movimento cattolico Sezione IV Cinema e Storia Sebastiano Marco Cicciò Immagini senza sonoro: gli immigrati italiani nel cinema americano delle origini Angelo Sindoni Baarìa. La Sicilia di Tornatore e la Sicilia della storia Sezione V Varia Vincenzo Naymo Biblioteche private calabresi in Età moderna nelle fonti notarili Rossana Corgiatini Giurisdizione politica e spirituale: il caso della diocesi di Pontremoli ai confini del Granducato di Toscana Maria Carmela Barca Diplomazia, mecenatismo e """"religiosa magnificenza"""" a fine Settecento: Roma e la Sicilia"" -
Johann Nicolaus Tetens: il Locke tedesco?
«Nella maggior parte dei lavori a lui dedicati, Johann Nicolaus Tetens è presentato come il ""Locke tedesco"""" per la marcata impronta empiristica della sua filosofia. È in verità innegabile l'influenza dell'empirismo, in particolare di quello lockiano, sul pensiero di Tetens, la cui adesione all'impianto metodologico del filosofo britannico non è tuttavia totale; anzi, proprio dal versante della psicologia, Tetens avanza forti riserve nei confronti del metodo genetico-scompositivo, in quanto inidoneo a dar conto delle teorie scientifiche. L'aspetto più interessante della presente ricerca risiede nel suo tentativo di riscoprire l'originalità di Tetens nei confronti sia dell'empirismo sia del criticismo kantiano. La gnoseologia tetensiana, infatti, è analizzata con esclusivo riferimento ai modelli teorici richiamati dallo stesso Tetens e soprattutto alla temperie culturale del suo tempo, caratterizzata da una profonda inquietudine generata dal lento eclissarsi del wolffismo»."" -
Giustizia globale. Problemi e prospettive
I saggi conferiti a questo volume sono frutto di ricerche internazionali su argomenti comuni, correlati alla complessa questione filosofica della giustizia globale. Il volume contiene saggi di autori stranieri e italiani che affrontano alcuni problemi da prospettive differenti: Will Kymlicka, Thomas Brudholm, Salvatore Veca, Luigi Alfieri, Fabrizio Sciacca, Vincenzo Maimone, Biagio Spoto, Paola Russo, Massimo Renzo. -
La Sicilia e l'unità d'Italia. La Costituzione del 1812, la Relazione del Consiglio Straordinario di Stato del 1860 e lo Statuto del 1946
La Sicilia e l'Unità d'Italia propone al lettore di oggi tre documenti fondamentali per la storia costituzionale dell'Italia, e per quella del moderno autonomismo siciliano: la Costituzione del Regno di Sicilia del 1812, primo documento costituzionale adottato in Italia; la Relazione del Consiglio Straordinario di Stato del 1860, che immagina un'organizzazione non centralistica per il neonato Stato italiano; lo speciale Statuto della Regione Siciliana del 1946. Presentati da un pregevole testo introduttivo di Francesco Renda, i tre documenti sono il prodotto di tre momenti alti della storia siciliana; tre momenti in cui la Sicilia ha saputo trasformare l'identità siciliana in fattore innovativo e propositivo per tutta la nazione italiana. Riediti in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, questi testi mostrano un sorprendente interesse, nel fervere del dibattito su federalismo e secessione. -
Aspra Calabria
"Sembra di leggere un romanzo con uomini d'avventura - scrive Eugenio Scalfari nell'lntroduzione a questo libro - guardie e ladri, corrotti e corruttori, tutto fantasia, un Hemingway, ma no, un Conrad che scrive sul cuore di tenebra. E invece..."""". """"Aspra Calabria"""" è un duro reportage, un racconto sbalorditivo che svela il segreto dei """"lupi feroci"""" che vivono tra le impervie montagne dell'Aspromonte, che continuano silenziosi ma ingombranti a dettare legge, a governare. E a tenere in vita i loschi commerci di tutte le mafie del mondo: la droga, il riciclaggio dei profitti, gli appalti, il pizzo... Dalle tane in montagna alla pianura, Taurianova, Gioia Tauro, Scilla, Palmi, Reggio. Qui la mafia calabrese prende forma attraverso """"i servitori dello stato"""", artefici e vittime di un'insanabile deformazione mentale, culturale, sociale, troppo salda, difficile da estirpare. Siamo nei primi anni '90 quando il giornalista Giorgio Bocca racconta dell'aspra Calabria. Da allora la 'ndrangheta è più ricca e più invadente che mai: """"da Platì e dagli altri borghi-rifugio, gli ordini e gli affari arrivano a Milano, a Marsiglia, ad Amburgo, a Bogotà, a Tokyo, in Kossovo, in Montenegro, a Mosca"""". Il male di vivere del Sud è divenuto dell'Italia intera, e del mondo intero. Bocca racconta fatti e realtà viste con i suoi occhi durante le trasferte calabresi: soprusi, abusi, ingiustizie, prepotenze, illegalità, oppressione." -
Come si studia la scienza sociale
Joseph A. Schumpeter (Triesch, Moravia, 1883 - Taconic, Connecticut, 1950) è stato tra i massimi economisti del XX secolo. Con le sue opere ha tracciato dalle cattedre di Czernowitz (1909-10), Graz (1911-18), Bonn (1925-31), Harvard (1932-50) - solchi profondi e indelebili nella teoria economica e nella storia e metodologia del pensiero economico, nella sociologia e nella ricerca politico-sociale. Mentre scriveva i capitoli della sua opera epocale, la ""Teoria dello sviluppo economico"""", Schumpeter tornava a riflettere sulle precondizioni epistemologiche del """"fare teoria"""", indirizzando ai suoi studenti quella che fu subito accolta come una """"guida irrinunciabile attraverso il territorio della scienza sociale"""", allora ancora """"scienza giovane"""". """"Come si studia la scienza sociale"""" è un'opera di pedagogia della teoria, di appassionata perorazione per il """"valore conoscitivo della scienza"""", il cui studio """"ci porta alla comprensione delle cose che ci circondano, ci permette di conoscere più o meno rigorosamente l'importanza delle singole circostanze. Tutto questo sicuramente ci costa una buona fetta della freschezza e del radicalismo giovanile spesso così bello col quale si accosta ai problemi sociali chi non ci capisce un bel nulla... Ma ci insegna cosa dobbiamo pensare delle cose, e ci insegna anche le grandi necessità delle cose stesse."""""" -
La società libera
Questo volume si annovera fra i più impegnativi lavori di Friedrich A. von Hayek e tra le maggiori opere del Novecento. È una compiuta ricostruzione dei principi del liberalismo classico, svolta da un autore a cui tutti hanno riconosciuto la profondità dell'acume teorico e la vastità del sapere. E ci fornisce un quadro d'insieme normalmente irreperibile. Ecco perché il testo hayekiano, sebbene apparso originariamente nel 1960, ha una sua prorompente attualità. Irriducibile avversario di Keynes, Hayek ci fa partecipi della ricerca delle condizioni che rendono possibile o impossibile la ""società libera"""". E ci porta per mano, con un linguaggio piano e comprensibile, a esplorare le ragioni gnoseologiche, economiche, giuridiche e politiche della libertà. La base di partenza è costituita dal problema della dispersione delle nostre conoscenze di tempo e di luogo, di cui la concorrenza e il mercato rendono possibile la mobilitazione. La società libera è un irrinunziabile strumento di orientamento, che non ha destinatari privilegiati. L'arricchimento culturale che essa consente è certo: perché getta una potente luce sul mondo in cui viviamo, sulle sue origini, sui suoi travagli e sulle sue prospettive. Prefazione di Lorenzo Infantino, scritti di Sergio Ricossa."" -
Gesù
"Questo Gesù è la pietra che è stata scartata, da voi costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati"""" (At 4,11-12). Fuori di questo nome c'è smarrimento, solitudine. Ci può essere progresso di scienza, di tecniche ma non di umanità. Fuori di Lui l'uomo è solo, disorientato. Senza di lui tutto è concorrenza, scontro, inconcludenza. Gesù non è tanto un grande uomo, e, quindi un uomo che si afferma. Egli è Dio che scende, si rivela, si dona in una storia che è, quindi, il paradigma di ogni storia. Gesù è la verità di Dio e la verità dell'uomo. Lui mi ha guardato e chiamato ad annunziarlo, a mostrarlo, a servirlo facendolo conoscere agli uomini che posso e debbo incontrare." -
Un oceano tra le Italie. L'unità d'Italia e gli italiani al Plata nel secolo XIX
Attraverso le esperienze degli ""italiani"""" giunti sulle rive del Plata, dai primi decenni del secolo XIX fino all'Unità italiana, l'autore cerca di comprendere se sia possibile verificare l'esistenza, dall'altra parte dell'oceano, di una sorta di identificazione nazionale o, perlomeno, di un senso di italianità da parte degli emigrati, giunti da quasi tutti i sette Stati in cui era politicamente e istituzionalmente divisa l'Italia prima del 1861. A questo scopo ha utilizzato le biografie e le vicende latinoamericane di figure di rilievo del Risorgimento nazionale, da Giuseppe Garibaldi a Pio IX e di tanti altri esuli, per lo più di matrice laica e repubblicana, nonché le esperienze associative italiane in Sudamerica, dalla Giovine Italia alle società mutualistiche. Ne deriva una immagine di una comunità italiana percorsa da una viva dialettica tra il mondo laico e cattolico. In modo particolare, nel volume viene affrontata la storia dei rapporti diplomatici e politici tra la Santa Sede e alcuni paesi dell'area platense, come l'Argentina e l'Uruguay, anche in relazione alla prima immigrazione italiana, attraverso documenti inediti dell'Archivio Segreto Vaticano."" -
Il pensiero politico dell'umanesimo. Gli uomini, le città, le idee
Il libro raccoglie saggi scritti e pubblicati nel corso degli anni in momenti diversi e in sedi diverse, unificati dall'argomento comune: il pensiero politico italiano tra Trecento e primo Cinquecento, quando la riscoperta della cultura antica e lo sviluppo impetuoso delle istituzioni e delle relazioni politiche costringevano gli italiani a una forte riflessione sui temi principali della politica. Questo processo è indagato in riferimento a situazioni particolari, nelle quali però si mostrano i più rilevanti problemi e le più difficili situazioni affrontati allora dai nostri antenati insieme con le metodologie adottate e le soluzioni proposte. L'Italia del tempo, benché ne esistesse un'idea chiara e precisa, se non altro per contrapposizione ai transalpini, era un'Italia articolata e molteplice: Venezia non è Napoli, Firenze non è Milano, Roma è ancora altra cosa; ma ognuna di queste realtà contribuisce a formare il pensiero politico italiano. -
The Pythagorean senses. Historical, cultural, and initiatory approaches towards food
Sfogliando le pagine di questo curato volume, ci si rende conto di quanto la cucina ed il cibo siano alla base della cultura di un popolo. Tutti i sensi vengono stimolati, accarezzati, sedotti da una serie infinita di delicatezze e invenzioni. È un viaggio incantato nelle cinque direzioni: per prima è attratta la vista, segue l'olfatto, poi il tatto, per non tacere dell'udito ma in definitiva è il gusto a rimanere sempre esaudito. Un viaggio tra i cicli della natura, tra le specialità della terra e del mare che si rincorrono in una proposizione sapiente, sempre annaffiati da un vino, che dall'antichità si è magicamente mantenuto celebre fino a noi. In questo repertorio delle meraviglie troviamo il primo vegetariano della storia, Pitagora, dalla vita sana e sapiente che scelse proprio Crotone per la sua scuola. E non poteva che essere il capitolo 17 a raccontare ""i cibi contro il malocchio"""". Così come un altro numero """"climaterico"""" viene richiamato dalla tradizione del pranzo natalizio, dove le portate è preferibile siano 13 almeno. Non si sa mai. E chissà se la pasta """"aglio, oglio e peperoncino"""" cucinata secondo la tradizione locale scacci il malocchio? E quali saranno gli esiti divinatori della frittata di uova e cipolle? Provare per credere, ovviamente. Anche questo può capitare di leggere in un volume che racconta in modo piano e accattivante una cucina semplice e varia, proprio quella che ha dato vita alla """"dieta mediterranea"""". Prefazione di Mario Caligiuri."" -
Contesti e dinamiche. Studi di sociologia
Il presente volume, strutturato in saggi, ha come filo conduttore il tema della complessità sistemica, ora legata all'agire delle organizzazioni formali (parte prima), ora ai contesti di sviluppo locale (parte seconda). Le forme di complessità che emergono sono differentemente coniugabili nella contemporaneità, che vede peraltro sempre di più il declinarsi di una modernità multipla (nel senso proprio di Eisenstadt) sempre difficile da cogliersi nelle sue sfaccettature e problematiche d'insieme. L'unitarietà di questo volume, quindi, può essere solo ""concettuale"""", considerata la ovvia frammentazione di tematiche specifiche e relative modalità di trattazione; è rintracciabile, tuttavia, una dinamica costante di """"scomposizione/ricomposizione"""", insita nella contemporaneità stessa, che ne costituisce, spesso, sia la difficile comprensibilità sia il loro assoluto interesse. L'obiettivo di questo volume è proprio quello di poter contribuire, sia pure in modo frammentario, allo sviluppo negli studenti universitari di una sensibilità sempre crescente nei confronti della complessità sistemica stessa."" -
La via della schiavitù
Qual è la lezione che questo libro destina al mondo occidentale dell'epoca e al tempo stesso - per l'attualità delle sue intuizioni - concede in eredità ai contemporanei? Semplicemente che non può esservi alcun compromesso tra la libertà e i diritti ""sociali"""" degli individui. Il fascismo, il socialismo, il nazismo, il comunismo, totalitarismi che, secondo Hayek, conducono alla via della schiavitù, sembrerebbero ormai appartenere ai residui del """"secolo breve"""". Questi regimi dispotici non hanno saputo adattarsi alle sfide della modernità, e quindi hanno dovuto soccombere sotto il peso delle loro nefandezze etiche e inefficienze economiche. Mentre il sistema democratico, insieme al mercato, si sono rivelate le soluzioni più idonee, seppure in sé imperfette, per il mantenimento e il miglioramento degli equilibri politici e per il progresso morale e materiale della società civile. Emerge, però, la delusione dell'autore nei confronti del destino storico della democrazia. La radice delle sue distorsioni originarie sta proprio nell'opposizione dei popoli all'idea di libertà, che si manifesta nell'anelito masochista alla schiavitù. Il problema sollevato da Hayek - perché emergono i peggiori ovvero, per contro, soccombono i migliori - costituisce uno dei maggiori crucci per i cittadini del nostro tempo, la causa della loro delusione e del loro distacco dalle istituzioni politiche. Prefazione di Raffaele De Mucci."" -
Tracce d'inchiostro. Economia, politica e storia in alcuni libri già freschi di stampa
Questo volume, traendo spunto dal contenuto di un gruppo di libri, recentemente apparsi, offre articolati commenti su tematiche di varia natura: vuoi di teoria economica e di teoria della politica economica, vuoi di storia economica e di storia ""tout court"""", vuoi di vago sapore sociologico e se mai antropologico, vuoi di genere biografico e di carattere memorialistico. Con l'intento di spingere il lettore a riflettere su problematiche che non dovrebbero venir da lui vissute come estranee: perché tali certo non sono, a voler esemplificare, il perseguimento di una stabilità economica che non sacrifichi le prospettive di crescita, il denunciato declino economico e politico dell'Europa, la necessità di recupero di quel """"collante"""" dell'unità nazionale in pericolo che è il perduto amor patrio, l'ideale antico ma non antiquato del """"buongoverno"""", l'eterno conflitto che oppone Stato e mercato, i sofferti sforzi di puntualizzazione in tema di libertà e di uguaglianza. E via discorrendo."" -
Il campo dei miracoli. Crisi finanziaria e nuovi modelli di sviluppo
La realtà in cui siamo oggi immersi è il prodotto di un modello di sviluppo occidentale basato sul primato del mercato sullo Stato, sull'idea che l'economia possa autoregolarsi e sulla preminenza della libertà individuale e del denaro al di sopra di ogni altro valore. In tale quadro lo sviluppo della tecnologia dell'informazione e delle telecomunicazioni ha razionalizzato e potenziato ogni tipo di attività realizzando economie di scala e di scopo mai conosciute in passato e ponendo in contatto le genti. Il risultato è un sistema globale ricco di opportunità, in continua evoluzione, interconnesso, ma instabile e teso a esasperare le disuguaglianze. Esso avrebbe dovuto essere adeguatamente controllato al fine di contrastarne le possibili distorsioni. Così non è stato e la crisi ne è la prova provata. Inoltre, appaiono palesi le difficoltà dei decisori a porre adeguato riparo ai danni economici e sociali prodotti dalla crisi e la loro volontà di non modificare il modello di sviluppo, ma di apportarvi solo taluni correttivi. -
Cossiga e l'intelligence
I servizi segreti sono circondati da una leggenda nera. Eppure risultano indispensabili per la democrazia. È questo il messaggio che Francesco Cossiga ci ha lasciato, invitando a riflettere per comprendere di cosa parliamo quando parliamo di intelligence. Il Presidente Emerito della Repubblica ha invitato il mondo della politica, della cultura e dell'informazione a confrontarsi su un tema centrale per la sicurezza e il benessere dello Stato. I saggi contenuti in questo volume ne illustrano la profondità del pensiero e la vastità della visione. Giorgio Galli, Rosario Priore, Giulio Cazzella, Carlo Jean, Pino Arlacchi, Paolo Savona e Carlo Mosca hanno prodotto approfonditi contributi per fare conoscere alla pubblica opinione questo aspetto di Francesco Cossiga, che ha costantemente auspicato lo studio dell'intelligence nelle università del nostro Paese. -
Banditi e briganti. Rivolta continua dal Cinquecento all'Ottocento
Storia di lunga durata. Storie di uomini, e di donne, molto diversi tra loro. Storie di banditi, come venivano chiamati tra il Ciquecento e il Settecento quelli che erano colpiti dal bando, cioè un decreto di espulsione dalla comunità di cui facevano parte, briganti come nell'Ottocento i francesi definivano tutti quelli che s'opponevano alla loro dominazione. Bandito e brigante non sono prodotti solo del Mezzogiorno che in tempi diversi li troviamo in Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise, Lazio, Veneto, monte, Toscana, Emilia-Romagna. Una lunga scia di sangue fatta di atrocità, corpi squartati, teste mozzate esposte ovunque. Crudeltà da tutte le parti. Repressione cieca, crudele, selvaggia pensa di risolvere problemi, che sono sociali e politici, facendo ricorso alle armi, al carcere, alle fucilazioni indiscriminate. Dalla Repubblica di Venezia allo Stato Pontificio, dal Regno di Napoli al neonato Regno d'Italia tutti i regnanti si comportano allo stesso modo. L'altra faccia della repressione è la scelta degli Stati di venire a patti, scendere a compromessi, di fare accordi con i malviventi. briganti c'è un'enorme letteratura. Mancava un libro che contasse il filo che lega e che separa banditi e briganti, che mostrasse le diverse componenti - politica, religiosa, sociale, culturale -, che demistificasse falsi miti come quello che i mafiosi sarebbero i figli naturali o gli eredi legittimi dei briganti.