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Accademie & biblioteche d'Italia (2013) vol. 1-2
Trimestrale di cultura delle biblioteche e delle istituzioni culturali. -
Spazio, forma e struttura nelle architetture di Guarino Guarini
Guarino Guarini, attraverso la sua opera dal carattere innovativo ed originale, ha svolto il ruolo di tramite tra le culture architettoniche francese e italiana. Raffinato conoscitore dei trattati di stereotomia francesi, è il primo ad introdurre in Italia le tematiche connesse al taglio della pietra. Il suo approccio alla materia, innovativo anche rispetto ai modelli elaborati al di là delle Alpi, impiega la stereotomia quale strumento di prefigurazione della conformazione spaziale degli elementi architettonici e risoluzione progettuale dei punti di contatto-conflitto che vengono a generarsi tra le parti costituenti l'organismo architettonico, anche non stereotomico nel suo complesso. Fondamentale il ruolo della geometria descrittiva: strettamente connessa alla stereotomia, ha consentito al Guarini il passaggio dalle forme elementari di sei solidi base, matrici formali dei suoi sistemi voltati, alle conformazioni complesse di questi ultimi. Lo studio si è posto come obbiettivo la verifica di questo passaggio dal semplice al complesso attraverso la scomposizione dei sistemi voltati e l'individuazione delle loro componenti geometriche elementari. Ancora, si sono rintracciati i principi compositivi sottesi alla genesi dello spazio guariniano. Sono stati individuati tracciati ed operazioni ricorrenti, adottati sia per risolvere le intersezioni tra le parti, sia per ottenere l'organismo nella sua globalità, attraverso la sommatoria lineare o centrica dei medesimi spazi elementari. -
Napoleone Imperatore, imprenditore e direttore dei lavori all'Isola d'Elba. Ediz. illustrata
Le autrici si sono confrontate con il progetto ambizioso di correggere due secoli di errori e di leggende riguardanti le residenze di Napoleone all'isola d'Elba: il primo di grande respiro dopo l'acquisizione del piccolo palazzo dei Mulini da parte dello Stato Italiano nel 1927. Solo negli ultimi anni si è avvertita, da chi aveva la responsabilità di conservare e valorizzare questo bene di straordinario valore storico, la necessità di dotarsi del supporto di un'indagine scientifica che permettesse di capire quale era lo stato effettivo della residenza ""imperiale"""" dei Mulini, così come Napoleone l'aveva progettata e realizzata. Non si era mai indagato su quanto complesse fossero le modalità con le quali Napoleone organizzava i luoghi in cui viveva, anche temporaneamente, codificate fin dall'inizio dell'Impero con l'istituzione della Maison de l'Empereur, e dell'Etiquette Imperiale: una pigrizia culturale e una supponenza che hanno finito per consolidare l'immagine di un Imperatore prigioniero, afflitto e sconfitto, confinato in una residenza di modeste dimensioni. Ha così prevalso una """"vulgata"""" alimentata dalla tradizione orale e da una pubblicistica aneddotica che ha finito per condizionare ogni approccio con il patrimonio napoleonico dell'Elba che non ha mai convinto gli studiosi e che lasciava interdetti i visitatori, soprattutto stranieri. In definitiva, per azzardare una sintesi efficace, le autrici hanno puntato, con coraggio e determinazione, a riportare Napoleone nelle residenze..."" -
Incontri d'esperienza con l'arte contemporanea. Ediz. illustrata
Incontri d'esperienza con l'arte contemporanea è il titolo di un ciclo di eventi interdisciplinari integrati ai corsi accademici istituzionali, realizzati con la collaborazione e la partecipazione di noti artisti, appartenenti a geografie, generazione, formazione e linguaggi visivi diversi. In questa prima edizione - a.a. 2012-2013 - promossa ed organizzata dalle Cattedre di Pittura e Tecniche e tecnologie delle arti visive contemporanee dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, l'invito è stato rivolto a Fernando De Filippi, Andrea Fogli e Lucilla Catania. Tre incontri, strutturati come luoghi dell'esperienza dell'arte, in cui prende vita il coinvolgimento operativo dell'allievo, ma anche una nuova idea di cultura, che salda insieme mente e mano, logica e fantasia per una cultura che si organizza secondo il principio della ricerca, utilizzando strumenti di lavoro tradizionali e innovativi. Un vis-à-vis tra l'artista, gli studenti, i docenti e gli operatori culturali del territorio. (...) Le Accademie sono delle vere e proprie fucine creative, e come tali hanno la necessità di vedere circolare al proprio interno idee e pensieri differenti, così come deve essere, a nostro modo di vedere, una didattica dell'arte. Le attività interdisciplinari rappresentano per l'Accademia di Catanzaro una priorità, dettata dalla convinzione che solo i differenti saperi possono costruire la fonte e l'unità del pensiero... -
In viaggio con Ufagrà. Ediz. illustrata
Antonio Fiore, nato a Segni nel 1938, è considerato dalla critica specialistica l'erede dei futuristi dell'ultima generazione. Non si considera però un epigono del movimento marinettiano, bensí un continuatore dello spirito futurista, lo stesso che gli trasmisero direttamente alcuni protagonisti dell'ultimo Futurismo con i quali ebbe rapporti intensi e fecondi. Fu infatti Sante Monachesi nel 1978 ad indirizzarlo verso la ricerca post futurista facendolo aderire al Movimento AGRÀ che aveva fondato nel 1962, battezzandolo futuristicamente UFAGRÀ (Universo Fiore AGRÀ). Conobbe anche Francesco Cangiullo, famoso poeta parolibero futurista, che gli trasmise suggestioni per i contenuti delle opere della prima stagione. Con Elica e Luce Balla, le figlie del Maestro del Futurismo, il pittore di Segni e la sua famiglia hanno vissuto una lunga, cordiale e feconda amicizia tessuta anche fra i ricordi entusiasmanti della vicenda futurista del padre. Infine, ha avuto rapporti con Mino Delle Site e Osvaldo Peruzzi, futuristi dell'ultima generazione e, soprattutto, con Enzo Benedetto, futurista anche lui che con la Dichiarazione Futurismo Oggi del 1967 sancì la continuità ideale del Futurismo. A Fiore Benedetto lasciò idealmente il testimone della continuità dell'ideale marinettiano. Tali contatti con i futuristi sono documentati per la prima volta dalle pagine inedite di memorie scritte molti anni fa dalla moglie dell'artista. -
SIXXI. Storia dell'ingegneria strutturale in Italia. Vol. 1
La ricerca SIXXI (Twentieth Century Structural Engineering: The Italian Contribution) ha lo scopo di ricostruire la storia dell'ingegneria strutturale in Italia. Una storia avvincente, a tratti gloriosa, e comunque singolare. Una storia, inopinatamente, dimenticata. Nei volumi di questa serie intendiamo raccontare la vicenda, così come la veniamo man mano riscoprendo. Le indagini restituiscono alcuni episodi della storia, recuperati con studi trasversali su territori largamente inesplorati. In appendice, un fotoromanzo a puntate (invenzione italiana) illustra in breve la sequenza complessiva degli eventi e delle opere principali e ripropone l'universo figurativo scomparso dell'ingegneria moderna. -
I tracciati di cantiere di epoca romana. Progetti, esecuzioni e montaggi
I tracciati di cantiere rappresentano l'unico passaggio che permette di ricostruire un'operazione fondamentale per la gestione dei processi costruttivi di epoca romana, quello della trasmissione delle conoscenze teoriche e tecniche agli esecutori materiali degli edifici. Questo volume presenta una prima proposta di classificazione dei tracciati con una nuova distinzione tipologica che caratterizza i segni legati all'esecuzione del progetto o dei singoli elementi architettonici e quelli in rapporto, invece, con le operazioni di montaggio in corso d'opera. L'analisi dei tracciati, infine, è stata condotta considerando le regole geometriche insite nella loro esecuzione e l'organizzazione dei cantieri antichi. -
Storia breve dell'età contemporanea
Il Paese è stanco. Una larga parte dei cittadini non crede alla politica. Per la prima volta la sinistra esprime contemporaneamente i vertici delle istituzioni politiche: la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Senato, la Presidenza della Camera dei deputati, la Presidenza del Governo. Ma vi è giunta storicamente in ritardo: prigioniera oramai di un mondo liberale. Che non può disconoscere. Gli ultimi governi si sono succeduti senza che i cittadini potessero dire la loro. La Presidenza della Repubblica è andata ""ultra petita"""", ritagliandosi un ruolo innovativo. Da tempo si sarebbe dovuto andare alle urne. Per chiedere agli italiani dove intendono andare."" -
Sulle tracce di Caligola. Storie di grandi recuperi della Guardia di Finanza al lago di Nemi. Catalogo della mostra (Roma, 23 maggio-22 giugno 2014). Ediz. illustrata
"Il sequestro della statua di Caligola in trono suscitò nel 2011 uno straordinario clamore mediatico, stante la singolarità dell'operazione, lo stato di rinvenimento della scultura (ridotta """"a pezzi"""" dai profanatori del sito per agevolarne l'occultamento all'interno di un container diretto in Svizzera) e la coincidenza dei duemila anni trascorsi dalla nascita dell'Imperatore Caligola, che ricorreva di lí a poco. Dopo il sequestro, la scultura è stata affidata a un team di restauratori, che l'hanno ricomposta nella originaria foggia, riparando i danni provocati dall'attività di saccheggio dal sito originario, anche se gran parte del lato destro resta incompleta. Oltre alla monumentale scultura, che sarà il fulcro dell'evento, verrà esposto per la prima volta al pubblico un corpus di manufatti marmorei e bronzei recuperati dall'indotto clandestino e correlati alla figura di Caligola, in quanto provenienti dal territorio nemorense e in particolare dalle navi dell'imperatore, dalla sua villa sul lago di Nemi e dal santuario di Diana Aricina. In mostra, tra gli altri ritrovamenti, un Cratere marmoreo decorato con corsa di bighe della seconda metà del II secolo d.C., una statua marmorea di Apollo e una copia bronzea di cassetta con mano apotropaica (entrambe del II secolo d.C.) proveniente da una delle navi dell'Imperatore. La mostra sarà corredata da un apparato didattico e multimediale, con immagini storiche provenienti dagli archivi di Teche Rai..." -
Raccogliere «curiosità» nella Roma barocca. Il museo Magnini Rolandi e altre collezioni tra natura e arte
La società romana del Seicento non fu solo appassionata dell'Antico e dell'Arte, ma anche attenta ai reperti naturali e agli oggetti provenienti da culture lontane o diverse. Proliferarono così collezioni dedicate contemporaneamente alla natura e all'arte nelle quali dominavano i reperti sorprendenti, inediti o rari, ""curiosi"""" insomma. Fra questi musei, spesso appartenuti a borghesi e studiosi, è indagato con particolare cura quello di Carlo Antonio Magnini (1616-1683). Questi creò una celebre raccolta, famosa per le armi non meno che per i reperti naturali e le antichità, fra le quali erano apprezzate soprattutto quelle egizie. Al centro del mondo erudito del tempo, studioso di fenomeni naturali, Magnini utilizzò il suo museo, come molti altri uomini del suo tempo, per conquistare visibilità sociale. Sono altresì ricordati i grandi musei ai quali Magnini guardò con ammirazione e spirito di emulazione, ma anche un'altra decina di raccolte spesso quasi sconosciute, presentate in forma più sintetica. E così delineato un mondo variegato di collezioni e collezionisti, tra studio scientifico e fascinazione immaginifica. Il ricco apparato illustrativo privilegia le immagini d'epoca, preziose testimonianze iconografiche della sensibilità barocca."" -
La monetazione di Reggio Magnogreca dal IV sec. a. C. alla chiusura della zecca
Il volume costituisce una sintesi della produzione monetale di Rhegion, limitatamente a quella emessa fra il IV e il I sec. a.C, e ne illustra i vari aspetti - da quello cronologico, metrologico e tipologico-iconografico a quello relativo alla sua ampia diffusione - effettuandone anche utili confronti con altre monetazioni coeve, soprattutto della Magna Grecia e della Sicilia. Queste emissioni si concentrano nei due secoli che intercorrono dall'anno 356 a.C, in cui Dionigi II si stabilisce nella polis, fino al momento della chiusura della zecca, evento che viene qui datato intorno alla metà del II sec. a.C. Un periodo dunque che abbraccia momenti decisivi della storia di Rhegion, dalla sua alleanza con Roma (282 a.C.) e l'acquisizione dello status di civitas foederata (270 a.C), fino al coinvolgimento nelle due prime guerre puniche (264-241 a.C. e 218-202 a.C), che segnano l'inizio del suo passaggio da un ambito culturale prevalentemente greco a uno, in cui la scelta della polis si sposta progressivamente verso il mondo romano, pur mantenendo i tratti fondamentali delle proprie radici. L'esame di oltre 4000 monete, emesse dalla zecca reggina durante questo arco temporale, permette di individuare 44 serie, che vengono ripartite in otto Periodi. Ne risulta un quadro di riferimento per le singole serie monetali, per ciascuna delle quali, oltre a un suo inquadramento storico, viene effettuata una dettagliata... Postfazione di Ermanno A. Arslan. -
Il mare che univa. Gravisca santuario mediterraneo. Catalogo della mostra (Civitavecchia, 20 giugno-20 luglio 2014). Ediz. illustrata
Gravisca. 580 a.C. i Greci di Focea approdano in terra etrusca portando con sé i propri dèi. Ne nasce un emporion, uno scalo mercantile dove, sotto lo sguardo attento di divinità molteplici, i popoli del Mediterraneo, le loro idee, i loro oggetti si incontrano in un crocevia culturale di respiro internazionale. Una mostra vuole oggi raccontare la storia di questo approdo eccezionale, a un tempo porto e santuario, e narrare la devozione, il lavoro, il lusso, la fatica di quegli uomini che da terre lontane e diverse si ritrovarono uniti in questo angolo di Etruria. -
Lo scorpione sul petto. Iconografia antiebraica tra XV e XVI secolo alla periferia dello Stato pontificio. Ediz. illustrata
In uno scomparto di predella della Madonna del Pergolato, venduta nel 1447 da Giovanni Boccati alla confraternita dei Disciplinati di Perugia, il personaggio che sta puntando la lancia alle spalle di Cristo, percuotendolo e incitandolo a camminare, porta sul petto un grosso scorpione nero, che campeggia su una vistosa casacca gialla: lo scorpione è il simbolo del popolo ebraico, il giallo è per eccellenza il colore dell'infamia. Grazie a questi e ad altri attributi, come ad esempio il naso adunco, il cappello a punta, il segno giallo, la scarsella da usuraio, il tallit o la lunga barba, è possibile identificare con chiarezza nella pittura tra '400 e '500 la figura dell'ebreo, effigiato in genere in modo peggiorativo, talora con tratti del volto deformi e ripugnanti, mentre compie gesti oltraggiosi nei confronti della Cristianità o mentre riceve un'esemplare punizione per la sua azione profanatoria. Questo libro illustra una serie di soggetti iconografici antiebraici, diffusi su un territorio che solo orientativamente coincide con le attuali regioni Umbria e Marche. Analizzate nei loro contesti e per la loro funzione d'uso, tali fonti iconografiche divengono uno straordinario documento, finora scarsamente utilizzato, che permette di indagare come gli ebrei e l'ebraismo fossero guardati e interpretati dalla prospettiva cristiana. Dietro l'origine e lo sviluppo di questi soggetti iconografici c'è in genere un'acquisizione di ordine dottrinale, morale o economico, che deve essere promossa e difesa... -
La tredicesima fatica dell'Ercole. Un capolavoro di Canova in movimento. Ediz. illustrata
La ricostruzione dell'intera storia e delle avventurose vicende del gruppo scultoreo di Ercole e Lica, capolavoro di Antonio Canova, dalla sua ideazione alla fine del Settecento fino a oggi, illustrata da un corredo di immagini mai così ricco e supportata da documenti inediti, costituisce un eccezionale esempio di storia conservativa e museografìca di un'opera colossale. Istituzioni museali e famiglie nobiliari si intrecciano a polemiche e spettacolari trasporti, tra l'oscillare della fortuna critica e l'ammirazione del pubblico che quotidianamente frequenta la Galleria nazionale d'arte moderna dove l'opera è conservata. -
Le tecniche della tradizione. Architettura e città in Abruzzo citeriore. Ediz. illustrata
Il patrimonio architettonico dell'Abruzzo meridionale, coincidente con l'attuale provincia di Chieti, in cui la presenza di centri urbani dominanti, a parte il capoluogo, si fa meno incidente e la diffusione del costruito storico sul territorio si rivela capillare, è spesso liquidato nei programmi di restauro e conservazione con una generica sentenza di inadeguatezza, ma in realtà sostanza e testimonianza dell'armatura urbana che innerva l'intero territorio regionale e che conferisce senso al paesaggio e alla stessa storia delle comunità locali. Molti di questi centri sono oggi soggetti all'abbandono, al sottoutilizzo, alle alterazioni abusive finalizzate quasi esclusivamente al consumo di suolo o all'affermazione di uno status sociale appariscente quanto effimero. È una condizione condivisa con tutte le aree montane interne, e che trova origine nei profondi disequilibri che hanno segnato la crescita economica dell'intero Paese. Il risultato finale è che tale patrimonio costruito, viene considerato come un impedimento ad una malintesa idea di sviluppo. Lo studio di Clara Verazzo ha il merito di conferire dignità scientifica a questa realtà, ricostruendo con pazienza e acribia la sapienza costruttiva che è diffusa in questi esempi. Rispetto agli studi dedicati ad altre aree centro-meridionali, Clara Verazzo punta ad una visione di sintesi, affidando alle illustrazioni il compito di approfondire dettagli tecnici e costruttivi. -
Metamorfosi dell'immagine urbana. Rappresentazione, documentazione, interpretazione, comunicazione. Con CD-ROM
Il tema della rappresentazione della città e della sua immagine, nelle sue diverse declinazioni di documentazione, interpretazione e comunicazione, può essere sviluppato da diversi punti di vista: dalle analisi prettamente urbanistiche a quelle indirizzate prevalentemente agli aspetti percettivi e comunicativi della sua immagine. Quest'ultimo aspetto interessa da tempo coloro che si occupano di rappresentazione, individuando in questa tematica di ricerca una specificità disciplinare che costituisce un ambito di studio del settore del Disegno particolarmente fecondo. Il volume è articolato in due parti. La prima, raccoglie i contributi che si riferiscono allo studio e alla comunicazione dei processi di trasformazione con l'obiettivo di realizzare un progetto di modello urbano diacronico e interrogabile basato sulla cartografia digitale 3D. La seconda, raccoglie, invece, contributi di carattere più prettamente sperimentale, volti ad indagare il momento di passaggio tra la conoscenza dei luoghi e il loro potenziale di trasformabilità. -
Inversonero
Da cosa trae ispirazione un dipinto? Da un paesaggio ammaliato, dal desiderio di fermare l'attimo fuggente, di interpretare il favor optimi temporis, di assecondare uno stato d'animo nel fervore del genio, ""ispirato"""", appunto. E un componimento in versi? Cosa ispira una poesia? Un tramonto, diremmo banalmente. Magari l'esito felice di un """"m'ama-non m'ama"""" con una margherita. Può aiutarci talvolta la forma delle nuvole o l'osservazione di certi fenomeni naturali, quali un arcobaleno o il sole che filtra dall'alto. Ma c'è poi lo spleen, quella condizione irripetibile dello spirito che produce estro e creatività, autentico gorgo di emozioni e malinconie timorate che accompagna fatalmente le giornate di certi artisti. È proprio lo spleen che potrebbe aver orientato Pasquale Nero Galante e Angelo Andriuolo (che muovono - è importante chiarirlo - da linguaggi ed ambiti espressivi diversi, seppur tradizionalmente contigui) verso l'oplà di una produzione - pittorica l'uno e letteraria l'altro - di interessantissima convergenza. Utile si rivelerebbe indagare nei rispettivi vissuti e ricercare i motivi di queste straordinarie affinità, che sembrano indirizzare verso un comune prodigioso sentire. Emerge invece che i due artisti non si erano mai relazionati sui rispettivi intenti produttivi. Non nasce - dunque - la poesia di Andriuolo a commento delle opere di Nero Galante, né i lavori di Nero Galante offrono l'ambientazione ai versi di Andriuolo."" -
Disegnare. Idee, immagini. Ediz. italiana e inglese. Vol. 49
Rivista semestrale del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell'Architettura. Università di Roma La Sapienza. -
Cinthia Pinotti. Il colore del sé. Catalogo della mostra (Roma, 14-28 gennaio 2015). Ediz. illustrata
Il lavoro artistico di Cinthia Pinotti è stato fino a poco tempo fa privatissimo, inteso come una sorta di diario che non registra vicende precise ma stati d'animo. -
Sociologia. Rivista quadrimestrale di scienze storiche e sociali (2014). Vol. 3
Michele Negri: Il mutamento dei ruoli sociali e dei fenomeni organizzativi: i concetti di diffusione e professione; Discussioni; Giuristi e ideologie; Massimo Brutti: Introduzione; Francesco Riccobono: Due visioni del diritto civile. Note a margine di un recente libro di Massimo Brutti; Emanuele Stolfi: Giuristi, ideologie e codici. Scialoja e Betti nell'interpretazione di Massimo Brutti; Giuseppe Di Gaspare: Disputa sul metodo nel diritto romano e dominio ideologico nella scienza giuridica: Massimo Brutti, Vittorio Scialoja, Emilio Betti, due visioni del diritto civile; Colpevolezza e imputabilità; Fabrizio Ramacci: Convergenze tra presente e passato sul rapporto tra colpevolezza e imputabilità; Note; Fedele Cuculo: Il diritto naturale e l'esilio di Dio; Recensioni; Raimondo Strassoldo: Da David a Saatchi Trattato di sociologia dell'arte contemporanea (Milena Gammaitoni).