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I mestieri di Orfeo. Memoria, politica e teatro nel primo Rinascimento
Agli esordi del Rinascimento italiano una schiera indefinita e varia di attori, poeti e musici rinnova l'antica pratica del cantare ad lyram del mitico poeta Orfeo. Il potere misterioso e terapeutico del suo canto, la sua performance e le tensioni tramandate dal mito si ricompongono in nuovi gesti, suoni e figure attraverso le apparizioni dei ""nuovi Orfei"""" e il definirsi di nuovi valori e mestieri negli spazi civici e privati della performance: tra memoria, politica e teatro. Un teatro che, fondato su un gesto rituale, si afferma come teatro della e per la civitas, nonché veicolo privilegiato di comunicazione etica e politica e di costruzione di identità, carisma e consenso nella memoria collettiva."" -
Quattro nuovi punti cardinali e la geografia della mondializzazione. Nuova ediz.
L'incipiente mondializzazione (globalizzazione, secondo un vocabolo diffuso) è portatrice di crescenti relazioni e nel contempo di frammentazioni e disuguaglianze: si ha quindi a che fare con un mondo che va economicamente e socialmente differenziandosi, sia fra gli stati-nazione che all'interno dei diversi paesi. Come si è verificato in altre epoche storiche, il sistema economico, sociale e geo-politico va riorganizzando la sua costellazione di nodi, di centri e periferie, ovvero la sua organizzazione territoriale. Ne consegue che i mosaici tradizionali non bastano più per descriverli, ma devono essere costruiti degli idealtipi nuovi, che potranno poi essere ripensati e corretti. I criteri tradizionali dell'economia - e in generale delle scienze sociali - necessitano per questo di essere ripensati, perseguendo una svolta culturale capace di tessere insieme prospettive diverse. Nel libro se ne assumono quattro: la relazionalità, l'evoluzione storica, la dinamica culturale e quella istituzionale, che utilizzando un linguaggio metaforico vengono assunti come i quattro nuovi punti cardinali, che per questo devono rincorrersi e dialogare, alla luce dell'assunto che per comprendere la realtà sia decisivo l'incontro fra i saperi diversi, recuperando e tessendo le suggestioni e le conoscenze che questi forniscono. L'obiettivo è quello di smascherare le mistifcazioni di cui i miti del neoliberismo sono espressione, abbandonando l'idea, da molti professata, che il mondo si trasformi in una sfera a-geografica, uniforme, indifferente ai luoghi. Questo si compone, al contrario, di territori dotati di una propria individualità, di tante storie che si dipanano con ritmi diversi, ed è proprio nelle differenze, oltre che nelle relazioni e nei conflitti, che vanno ricercate nuove categorie di pensiero. La mondializzazione è quindi una sfida, ma anche una ragione per dare forza a una svolta culturale, dal momento che la pluralità delle dinamiche giocherà un ruolo decisivo non soltanto sul fronte cognitivo, ma altresì geo-politico, sociale, culturale. Si parla ovviamente di una conoscenza e di un sapere grazie ai quali sia possibile porre l'accento su quanto delinea il futuro, sottraendolo alle possibili e astratte proiezioni. -
Mind the queue! Esperienze di Coronavirus nel mondo, nella prima fase della pandemia
All'inizio di marzo 2020 il mondo ha cominciato a riunirsi intorno a televisori, social network e social media, quasi contemporaneamente, per seguire le notizie sulla diffusione di un virus contagioso, il COVID-19. In pochi giorni si è passati da una situazione di normalità a una vita in maschera, tutti sollecitati a coprire naso, bocca e mani con protezioni sterili per sfuggire al contagio del coronavirus. In neanche una settimana gli scaffali di farmacie, supermercati, negozi di alimentari sono rimasti vuoti e le scorte di mascherine e guanti protettivi si sono esaurite persino su Amazon. La ricerca Mind the Queue! (MdQ) è nata dall'esigenza di comprendere se e che cosa abbiano avuto in comune, nel corso di quei primi due mesi di diffusione della pandemia, nazioni così distanti e diverse fra loro, in tutti i sensi: Costa d'Avorio, Cuba, Haiti, Iraq, Italia, Messico, Stati Uniti e Venezuela. È emerso che società lontane per cultura, economia, politica, hanno affrontato l'emergenza COVID-19 nello stesso modo, pur nelle loro differenze etniche, sociali e morfologiche. La ricerca MdQ, che si è sviluppata da marzo a maggio 2020, non ha avuto l'intento di fornire un contributo quantitativo alla migliore conoscenza della prima fase della pandemia in quei Paesi, quanto di aggiungere riflessioni e stimoli di tipo qualitativo al dibattito in corso, attraverso l'acquisizione sul campo di informazioni, dati, commenti raccolti direttamente da chi in quei due mesi stava vivendo un'esperienza unica. Senza avere alcuna pretesa di completezza, si ritiene che la conoscenza di quelle realtà sociali, acquisita attraverso questa ricerca, possa aver contribuito a migliorare la percezione delle dinamiche antropologiche e sociologiche sottese al sentimento della paura derivante da grandi emergenze, siano esse legate a fenomeni naturali o politici. Se mai ce ne fosse bisogno, come ha scritto uno degli intervistati, il virus ha confermato ancora una volta almeno una verità, cioè che siamo tutti uguali: Le Corona nous a montré que nous sommes tous pareils! -
L' altro volto del reale. Il virtuale nella comunicazione e nelle arti contemporanee
L'espandersi del virtuale nel tessuto della società contemporanea coinvolge ormai tutti i settori delle attività umane, in particolare quelli della comunicazione e dell'arte che, grazie all'impiego sempre più massiccio di nuove tecnologie, appaiono progressivamente rimodellati da una serie di nuovi utilizzi e derive. Questa condizione implica un'imprescindibile interrogazione sullo statuto ontologico dell'immagine virtuale. Se oggi l'intelligenza artificiale è ormai in grado di creare immagini fake perfettamente credibili, quali saranno nel prossimo futuro i ruoli e le prassi dell'artista e del comunicatore? -
Città italiane al cinema
Nel cinema italiano, la nozione di città può essere assunta come chiave di volta di una creazione artistica o come chiave di lettura della sua esecuzione formale, nonché come canone di interpretazione di una figura autoriale. Ma di che natura è la trasformazione dello spazio urbano in scenografia? Quali sono i criteri che presiedono alla scelta di una città in vista della sua conversione in location? In che modo si dichiara o si impone a un regista la necessità di correlare, in maniera esclusiva, città e narrazione filmica? In quali casi una città, in funzione di caratteri propri o delle proiezioni soggettive di cui diventa oggetto, assurge a materia sostanziale e intima del processo di creazione cinematografica? L'edizione 2019 del festival Univerciné Italien di Nantes (Francia) ha ospitato il convegno internazionale La ville italienne dans le cinéma: vi hanno partecipato studiosi di italianistica che, da prospettive metodologiche e disciplinari diverse, condividono lo stesso interesse specifico per il cinema italiano. In questo volume sono raccolti i loro contributi. -
E/C. Enunciazione e immagini (2020). Vol. 29
Contributi di: Denis Bertrand, Giovanni Careri, Lucia Corrain, Ruggero Eugeni, Paolo Fabbri, Jacques Fontanille Alice Giannitrapani, Michele Guerra, Giovanni Manetti Dario Mangano, Francesco Marsciani, Claudio Paolucci, Isabella Pezzini, François Rastier, Augusto Sainati. -
Virtù umane virtù politiche
Il volume è dedicato a un argomento apparentemente desueto: il rapporto tra ""virtù"""" e politica. Eppure la richiesta che emerge impellente nel dibattito pubblico è quella della protezione delle fragilità, del rispetto per le diversità e della loro accoglienza, e, nell'attuale contingenza di catastrofici problemi ambientali e sanitari, dell'assunzione comune di responsabilità inderogabili. La considerazione del moltiplicarsi di queste istanze ha guidato la comune ricerca sottostante questo volume, nella convinzione che capacità, attitudini, passioni relazionali e cooperative siano le """"virtù"""" che possono ricostituire ciò che oggi manca drammaticamente alla politica: una visione costruttiva capace di progettualità e responsabilità verso le generazioni future. Così i temi del riconoscimento, delle passioni costruttive, della philia, della relazionalità, della compassione, della responsabilità, della condivisione, della fiducia, della tensione alla comunicabilità hanno costituito il ventaglio della presente indagine."" -
John Hejduk. Bronx. Manuale in versi. Ediz. illustrata
Bronx. Una terra di Canaan oltreoceano. La durezza di un nome indivisibile. Privo di sillabe. Una sola vocale al centro. Profonda come un pozzo. Se non la pronunci di un fiato, ti inghiotte nel suo vuoto. Le cose stavano così. Povertà e riservatezza. Solitudine e nobiltà. Nessuna possibilità di evadere. O sprofondi o risorgi. L'isolamento era però l'essenza vitale per Hejduk (1929-2000). L'eremo ideale per trasformare la sofferenza del mondo in una solenne celebrazione. Dove la vastità del dolore non esclude l'intimità del dolore. Lo scopo del manuale è allora quello di decifrare il disegno geroglifico nascosto nelle sue poesie, inaccessibili alla cultura tecnico-scientifica del nostro tempo. I progetti non si possono comprendere senza le poesie. Nemmeno le poesie senza i progetti. I versi, le costole immateriali del corpo architettonico. Le architetture, la pelle materiale di quei versi. Se dovessimo tracciare i poli cardinali della sua opera dovremmo scrivere: morte e vita; ammutinamento e mistica. -
Epistemologia della morale nel pensiero di Dietrich von Hildebrand
La grande domanda che inevitabilmente solleva l'opera Ethics di Dietrich von Hildebrand, allievo di Edmund Husserl e tra i fondatori della fenomenologia realista, è se sia necessario un fondamento della morale. Un testo curioso, uscito originariamente con il titolo Christian Ethics per la David McKay nel 1953. Un'edizione fortunata che vide diverse ristampe sino a quella della Franciscan Herald Press ribattezzata, per volere dell'autore, con il titolo Ethics. Il presente volume offre un'analisi dettagliata dell'opera, ripercorrendone i temi principali: valore, libertà, relativismo, virtù. In appendice la critica di Josef Seifert all'etica hildebrandiana e il saggio dell'autore in prima traduzione italiana ""La detronizzazione della verità""""."" -
Voltaire: la politica come azione
Pur nella grande varietà che la caratterizza, l'opera di Voltaire manifesta una costante vocazione, più volte rivendicata con orgoglio dall'autore, per una scrittura impegnata, finalizzata all'azione. La ""filosofia come azione"""" rappresenta pertanto una chiave di lettura privilegiata per una ricostruzione complessiva del pensiero voltairiano. Il volume, che prende in considerazione l'intero corpus delle opere di Voltaire soffermandosi programmaticamente su scritti poco noti e tuttavia significativi, approfondisce le radici gnoseologiche, antropologiche ed etiche del pragmatismo del philosophe, per poi esaminare alcune delle sue strategie d'azione, con particolare attenzione alle tematiche dell'economia e del lavoro. Dal momento che """"l'uomo è nato per l'azione, non essere occupato e non esistere si equivalgono"""": questa essenziale inclinazione all'azione si traduce, in Voltaire, nello sforzo di realizzare un mondo migliore."" -
Rights against the machines! Il lavoro digitale e le lotte dei rider
Le piattaforme digitali sono al centro di un dibattito internazionale che va oltre i confini della comunità accademica. Se ne parla sempre di più, eppure sono ancora circondate da un alone di ambiguità, tanto è vero che c'è profondo disaccordo sulla definizione delle piattaforme stesse, sulle loro caratteristiche e sulla portata degli effetti economici del loro successo. Attraverso le mobilitazioni dei rider, dunque, il volume tenta di fare chiarezza sulle trasformazioni profonde che interessano il lavoro e la società nell'epoca del capitalismo digitale. Prefazione di Federico Chicchi. -
Ágalma (2020). Vol. 40: Figure dell'inorganico
Rivista di studi culturali e di estetica fondata da Mario Perniola. -
La criminalità femminile. Un'indagine empirica e interdisciplinare
Carnefici o vittime? Delinquenti stereotipate oppure protagoniste letterarie di una violenza trasgressiva e anti-patriarcale? Sono solo alcuni dei punti di osservazione di questa indagine multidisciplinare sulla criminalità femminile. L'analisi empirica della delinquenza delle donne giudicate nei Tribunali di Milano e Ragusa si confronta con saperi extra-giuridici: dalla storia alla letteratura, dalla sociologia alla criminologia. Attraverso la ricchezza e la varietà dei punti di vista sulle motivazioni e sulla responsabilità delle donne autrici di reato, questo volume cerca di gettare un po' di luce su un fenomeno poco indagato. -
Le pratiche del dialogo dialogale. Scritti su Raimon Panikkar
Nelle parole del filosofo e teologo Raimon Panikkar, l'incontro tra culture e forme di esperienza religiosa diverse non è più solo un'occasione eccezionale, ma una necessità del presente, è la consapevolezza che nessuno può bastare a se stesso e che occorre accogliere e integrare prospettive e significati differenti. Gli interventi qui raccolti tentano di riprendere l'eredità di Panikkar e proseguire nel sentiero da lui tracciato, non ripetendo quanto da lui già scritto, ma tentando di aggiungere un nuovo tassello e fare un passo in avanti in direzione del dialogo. -
Distanza. Quaderni di «Filosofia»
All'interno: Gianluca Cuozzo, La banalità virale. Quando interpretare il mondo risulta impossibile; Carola Barbero, Capire la/a distanza; Ako Katagiri, Uno iato incolmabile tra l'insieme di momenti concettuali e l'esperienza del significato; Simona Porro, Colmare la distanza tra la Terra e la Luna: il caso di A Fire on the Moon di Norman Mailer; Ernesto C. Sferrazza Papa, A distanza d'offesa. Note su democrazia immunitaria e distanziamento sociale; Luca Valera, Francisco De Lara, Presenza virtuale o distanza reale? Alcune riflessioni politiche in tempi di virtualità; Enrico Guglielminetti, Per una critica dell'informale; Gianluca Cuozzo, D i s t a n z a. Descrizione di uno sguardo, tra visione e scrittura; Marco Fracon, Distanziamento sociale e autobiografia critica; Andrea Pace, Verso una nuova Nantucket. Melville e la fuga dal Paese delle Fate; Alessandro Carrieri, Seconda stella a destra. La lontananza come ""serbatoio di immagini inesplose""""; Sergio Foà, Distanza, lontananza e verità nell'emergenza. Diritto e nostalgia; Carola Del Pizzo, Isolare, Abitare, Conversare Antonio Dall'Igna; Inquadrare la distanza. Note a partire da Gus Van Sant e Michelangelo Antonioni attraverso Simone Weil; Elisa Destefanis, Da Piero della Francesca a Emilio Tadini. Distanza e prospettiva tra Rinascimento e contemporaneo; Alberto Fabio Ambrosio, Les fonctions culturelles et religieuses du masque; Viola Barovero, Fuoco. Pittura e distanza."" -
Cosmogenesi dell'esperienza. Il campo trascendentale impersonale da Bergson a Deleuze
In Materia e memoria (1896), Henri Bergson pone all'origine della percezione umana un campo a-centrato di immagini ""in sé""""; più di cinquant'anni dopo Gilles Deleuze inizia a elaborare la nozione di piano di immanenza quale condizione virtuale di ogni stato di cose. Da Bergson a Deleuze - e attraverso una serie di illustri mediatori - emerge così un'eterogenea riflessione intorno a quel dispositivo che Sartre ha battezzato """"campo trascendentale impersonale"""". Il presente saggio si propone di ricostruire la genesi di tale istanza, mostrandone al contempo alcune decisive implicazioni: dalla riscrittura in senso immanentista del motivo trascendentale kantiano sino alla conseguente riabilitazione della speculazione metafisica e cosmologica. Dalle riflessioni di Bergson e Deleuze emerge una linea minoritaria nel panorama filosofico novecentesco, in grado di concepire un cosmo """"univoco"""" abitato da una molteplicità di relazioni non più profilate a partire da uno sguardo umano. Prefazione di Rocco Ronchi."" -
Le forme del simbolo. Discorsi e pratiche del contemporaneo
Interrogarsi - dentro una comunità di studio - intorno al significato e alla funzione di ""simbolo"""": del simbolo, cioè, come concetto teorico e insieme operativo del fare estetico contemporaneo. All'Università IULM, docenti e studenti della scuola dottorale in Visual and Media Studies per un anno hanno seguito questo percorso, sfaccettandolo in molte delle sue possibili declinazioni. Da tale lavorio è nato un convegno, Le forme del simbolo. Discorsi e pratiche del contemporaneo, che si è svolto il 20 novembre 2019 e di cui il presente volume è il punto d'arrivo. A dominare, senza alcun dubbio, è il concetto di """"forma simbolica"""" derivante dal pensiero di Ernst Cassirer e dei molti (Erwin Panofsky in testa) che ne hanno calcato le orme. E tuttavia la declinazione fortemente contemporanea di quasi tutti gli interventi sposta l'asse del discorso, valorizzando problematiche (come quella dell'identità) che permettono di implementare diversamente molte delle questioni in gioco. Alla costruzione simbolica (e semiotica), si sostituisce - se non una decostruzione - qualcosa come una defigurazione, una ridefinizione critica del simbolo intesa a metterne in crisi i tratti di totalità e autosufficienza espressiva. E in discussione non è solo l'opposto dialettico che in campo letterario è stato più volte evocato, cioè l'allegoria come critica del rapporto codificato fra significante e significato. C'è di più. Il contemporaneo (il postmoderno?) sempre meno ha fiducia nella verticalità compiuta del senso e anzi scommette sulla proliferazione """"nomadica"""" dei significanti, con una particolare evidenza quando il processo si verifica in ambienti transmediali, postcoloniali, gender oriented, che moltiplicano assiduamente i fuochi del discorso estetico."" -
Geografie dell'università. Esplorazioni teoriche e pratiche rigenerative
La dimensione spaziale rappresenta una componente essenziale dell'attività universitaria: dallo spazio fisico occupato all'interno delle città alle attività industriali e commerciali connesse a essa; dalla presenza di docenti e studenti nei contesti urbani alla partecipazione alla governance locale; dai flussi di conoscenza che circolano a livello globale a quelli che generano ricadute dirette sul territorio. Partendo dall'ampia letteratura internazionale e presentando alcuni casi di studio, il libro esplora i cambiamenti che hanno investito il mondo accademico negli ultimi anni, ponendo l'accento sia sulle criticità, sia sulle potenzialità d'impatto e di pratiche innescate. Nel percorso vengono evidenziate le molteplici geografie che caratterizzano l'agire universitario, come il ruolo di interfaccia tra scala globale e locale, il contributo alla resilienza territoriale, l'impegno sociale e l'interazione con la comunità locale, nonché l'attivazione di processi di trasformazione urbana. -
La monarchia e il libertador. Sovranità e istituzioni nel primo Impero messicano (1821-1823)
Il 24 febbraio del 1821 Agustín de Iturbide firmò il Plan de Iguala, proclamando l'indipendenza dell'Impero messicano dalla Spagna. Fondata sul principio liberale della sovranità nazionale e geneticamente costituzionale, la nuova monarchia rappresentò un unicum nel panorama indipendentista ispanoamericano di segno repubblicano. L'Impero ebbe però vita breve e turbolenta e la sua caduta, nel 1823, coincise con quella di Iturbide (in principio osannato come Libertador, poi incoronato imperatore e infine bollato come tiranno per i suoi scontri con il Congresso costituente). Col Messico subito rifondato come repubblica, l'esperimento monarchico fu etichettato come vacuo e retrogrado, strumentale alle mire dispotiche del suo fondatore, e la storiografia ha spesso alimentato la sua pessima fama. Tuttavia, un'attenta rilettura delle fonti rivela le interessanti peculiarità dell'Impero, che, sotto il profilo politico e istituzionale, può collocarsi a pieno titolo nel contesto rivoluzionario euroatlantico delle prime due decadi dell'Ottocento. -
Un eccezionale Baedeker. La rappresentazione degli spazi nell'opera di Vincenzo Consolo
A partire dalla ricchezza di riferimenti geografici presenti nell'opera di Vincenzo Consolo, il saggio pone l'attenzione sugli spazi fisici e sulla nostra relazione con essi. Un universo labirintico che ha il suo centro in Sicilia e che comprende il Mediterraneo, l'Italia, il mondo intero. Ci si sofferma sul dramma ecologico, sulla crisi dell'identità umana che ne consegue e sul Mediterraneo come spazio di molteplicità e migrazioni, tutte riflessioni di grande attualità.