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La violenza non è il mio destino
Tiziana Di Ruscio ha vissuto la violenza in un incubo tra vita e speranza, tra disagio e volontà di riscatto. Il riscatto l'ha ottenuto riuscendo a denunciare. E, soprattutto, ha raggiunto una emancipazione, una liberazione morale scrivendo questo libello fondamentale per la sua esistenza. A corredo della sua testimonianza, l'introduzione di Rita Trinchieri pone in evidenza la legge del 1996 che riconosce per la prima volta la violenza sessuale come reato contro la persona. La prefazione di Laura Tussi e la postfazione di Fabrizio Cracolici denunciano l'atto della violenza sessuale tra le mura domestiche. Conclude il racconto il parere di un'esperta, la psicologa Mizar Specchio. Le illustrazioni di Giulio Peranzoni, Mauro Biani e Francesca Quintilio rappresentano, in una cornice di verità narrativa, la sconcertante realtà vissuta da moltissime donne. -
Il potere femminile. Storia e teoria
Un tempo, prima dell'organizzazione patriarcale, l'umanità è passata attraverso due stadi: quello della promiscuità sessuale e quello del matriarcato. Questo sosteneva Bachofen, versatile figura che ha saputo muoversi con grande intelligenza tra filosofia, sociologia, archeologia e psicologia. La teoria del matriarcato di Bachofen venne fatta propria dal marxismo per dimostrare la transitorietà della famiglia borghese e costituì materia di disputa per Freud e Jung nello sviluppo della contrapposizione tra femminilità e virilità nella struttura della psiche. In tempi più recenti è stata recuperata dai movimenti femministi per dimostrare come il potere maschile non abbia rappresentato una costante storica. -
Arafat va alla lotta
La storia vera di un giovane egiziano imbarcatosi in Libia per raggiungere l'Italia. Il viaggio in mare, la vita senza documenti e l'impatto con il mondo del lavoro, che per un migrante irregolare significa sfruttamento e difficoltà insormontabili; poi il carcere, a Piacenza, per scontare il reato di clandestinità; e l'incontro con il sindacato, che farà prendere coscienza ad Arafat - questo il nome del protagonista - della sua condizione di sfruttato e della necessità di lottare per reclamare i propri diritti di uomo, di lavoratore, di cittadino del mondo. Prefazione di Antonello Mangano. -
Cinematocrazia
Dopo ""Abitare la soglia"""", il filosofo Massimo Donà torna a interrogarsi sulla magia del cinema, un'arte dalla natura menzognera, ma che, nel contempo, riesce a essere uno stupefacente specchio della realtà. Arte barocca per eccellenza, il cinema viene interrogato dal filosofo veneziano quale magico ed eccezionale riflesso della vita, nonché delle sue mirabolanti peripezie. Esso appare dunque come una vera e propria lanterna magica in grado di fare del gioco della verità, che per esso e in esso viene comunque chiamato in causa, il manifestarsi della più radicale impossibilità del """"vero"""" medesimo. In cui a tradirci sarà ogni volta la stessa assoluta veridicità delle sue sempre più fantasmagoriche rappresentazioni. Un libro rivolto a tutti - non solo a cinefili e filosofi -, che intende esplorare attraverso il grande schermo il rapporto tra verità e finzione, realtà e rappresentazione: dicotomie che soltanto la """"lanterna magica"""" del cinema riesce a coniugare in un'unica messa in scena."" -
Avanzando nell'Oriente in fiamme. Il sogno di Lenin di un impero in Asia
"L'Oriente"""" proclamava Lenin """"ci aiuterà a conquistare l'Occidente"""". Quando fu ormai chiaro che la rivoluzione tanto attesa in Europa non si sarebbe potuta concretizzare, il leader bolscevico virò il suo sguardo verso est, guardando oltre le città carovaniere della Via della Seta, gli aspri deserti dell'Asia centrale, le alte catene montuose del Karakorum, fino al più ricco di tutti i possedimenti imperiali: l'India. In questo libro, il grande giornalista e storico Peter Hopkirk racconta per la prima volta il tentativo bolscevico di incendiare l'Oriente con la nuova inebriante dottrina del marxismo. Il progetto di Lenin prevedeva come primo passo l'innesco di un'insurrezione nell'India britannica, che avrebbe mostrato i limiti del dominio imperialista inglese creando i presupposti per una rivoluzione anche in Gran Bretagna. Spie britanniche, rivoluzionari comunisti, teorizzatori musulmani e signori della guerra cinesi, perfino un barone sanguinario che bruciava vivi i prigionieri bolscevichi, danno origine a eventi talmente straordinari che a stento si crede possano essere realmente accaduti. Un saggio storico più avvincente di un romanzo di spionaggio, ambientato in Asia centrale durante gli anni turbolenti che seguirono la Rivoluzione d'Ottobre, nel punto di incontro fra tre grandi imperi - britannico, russo e cinese - e campo di battaglia del nuovo Grande Gioco: """"Un intreccio di macchinazione e tradimento, barbarie e terrore e, a volte, di vera e propria farsa""""." -
The Rosmini society. Rosminianesimo filosofico international journal (2020). Vol. 1-2
Rivista di rosminianesimo filosofico. -
Remanufacturing Italy. L'Italia nell'epoca della postproduzione
Nel linguaggio tecnologico il termine 'remanufacturing' indica la rigenerazione di un prodotto ottenuta sostituendo le parti usurate con elementi nuovi o recuperati da oggetti preesistenti. Nell'epoca della postproduzione, tale termine offre la possibilità di analizzare e provare a indirizzare le tensioni fra i caratteri che il Made in Italy ha ereditato dal passato e le qualità che ne stanno guidando la trasformazione. Riguardo al passato, caratterizzano la produzione Made in Italy la nostalgia per un modello di sviluppo basato sulla piccola e media impresa, la tendenza alla mitizzazione di una stagione di successi e consumi crescenti, il conforto della nicchia dei beni di lusso e la valorizzazione dell'heritage. A guidare la trasformazione sono, invece, la rete di connessioni globali, i modi di produzione e consumo senza limiti guidati dalla rivoluzione digitale e post-digitale, l'acquisizione di aziende da parte dei grandi gruppi che operano su scala planetaria, le imprese indipendenti spinte dall'innovazione, le nuove forme di artigianato e di microimprenditorialità su base locale legate alle tecnologie emergenti. Ne deriva una riconfigurazione geografica, creativa ed economica della produzione, che il volume esplora con una prospettiva interdisciplinare articolandosi in due sezioni, dedicate l'una ai modelli di rigenerazione del Made in Italy e della sua filiera produttiva, l'altra alla trasformazione dei discorsi e delle narrative che circolano intorno ad esso e contribuiscono a rinnovarne la definizione. -
Fratture nell'Unione. L'Europa dentro le crisi del XXI secolo
Vecchie e nuove fratture attraversano l'Europa, accelerandone processi di disgregazione e possibili ricomposizioni. Sono fratture di ordine politico, economico e sociale, che mettono in discussione l'identità dell'Unione Europea, la legittimità delle sue scelte politiche e l'adeguatezza delle sue classi dirigenti. Lacerata dalle crisi del XXI secolo, l'esistenza stessa dell'Unione appare oggi sempre più fragile e in discussione. Attraverso l'incontro tra prospettive disciplinari differenti, il volume ambisce a fornire un quadro articolato e complesso della fase politica attuale dell'Unione Europea. I saggi spaziano dalla teoria critica dell'integrazione europea all'analisi delle contraddizioni dell'ordine politico sovranazionale; dalla crisi del modello sociale europeo all'austerità e al suo impatto di genere; dalla politicizzazione dell'Europa al crescente euroscetticismo. Assumendo come chiave di lettura il tema delle ""fratture"""", questo libro offre al lettore e alla lettrice una bussola per orientarsi nelle dinamiche politiche e sociali del presente."" -
Per una filosofia del suono. Monade sonora e spazio fantico
Ripensare la fruizione musicale nel contesto più ampio dell'esperienza estetica attraverso le nozioni di monade sonora e spazio fantico. Mettendo a fuoco la relazione tra i due concetti, quest'opera mira a sviluppare una filosofia del suono nella sua autonomia e, su questa base, a rinnovare il senso stesso dell'ascolto. -
Oikos. Poeti per il futuro. Editio maior
L'idea è proprio questa, antichissima. Almeno dai tempi di Omero. Da sempre la voce della poesia è parola civile, parola condivisa, parola che rimane attraverso il tempo. Attorno alle parole ci incontriamo, con le parole pensiamo, le parole danno senso alla nostra vita. Ma la parola poetica è nella sua essenza parola controcorrente, perché ci mette in dubbio, perché diventa nuovo appiglio per guardare il mondo in modo diverso, per infrangere i nostri errori, per aprire altre prospettive. Se oggi parliamo di natura e di ambiente, di quello che è l'oikos in cui abitiamo, la poesia ci può aiutare. Da ogni parte di una terra violata i poeti hanno inviato le loro parole in difesa della natura. Ma nell'idea c'è un pensiero forse ancor più grande, perché sono i nostri giovani, tra le scuole e le università, che hanno lo sguardo aperto sul futuro e che sono i protagonisti della protesta contro l'arroganza evidente e mostruosa dell'antropocene, i portavoce della poesia e della natura. Le foglie sono il simbolo di questa azione, stanno sulla copertina, sono sparse tra le pagine del libro. Sono le stesse foglie di Omero, che ricordano agli uomini la loro fragilità: ci dicono che siamo parte della natura e che in questo sta il nostro significato, ci mettono davanti agli occhi la nostra hybris, la cecità e l'avidità che uccidono l'oikos in cui viviamo e noi stessi. Premessa di Filippomaria Pontani e Alberto Camerotto. -
Tra il dire e il fare (2020). Vol. 30: Enunciazione: l'immagine e altre forme semiotiche.
«Per una disciplina come la semiotica che rivendica per sé il carattere di vocazione scientifica non è certo inusuale tornare a ragionare sui concetti della sua teoria, anche quelli fondanti e che sembrerebbero i più consolidati. Invece, l'incessante interesse per le ricerche storiche sull'origine dei concetti semiotici da una parte2, e dall'altra il moltiplicarsi dei manuali, anche dedicati a specifici ambiti di applicazione, sono piuttosto il sintomo di una genuina instabilità che può essere serenamente affrontata solo unendo la riflessione teorica alla pratica analitica, con il classico reciproco ritorno dell'una sull'altra. Come per ogni ""scienza della cultura"""" in cui la sperimentazione precede sia l'osservazione che l'ipotesi (Lévi-Strauss 1960, pp. 22) e il dialogo precede il linguaggio e lo fonda (Lotman 1992), i problemi non si affrontano con l'ardire di risolverli, ma utilizzandoli come strumenti intelligenti per capire un po' di più degli oggetti di indagine che stimolano a rilevarli, e della teoria che li ha costruiti come tali. Investendo tanto la grammatica della lingua quanto le funzioni della significazione, l'enunciazione è uno dei fondamenti teorici su cui si è sviluppata la semiotica moderna. Tuttavia, se la sua applicazione in ambito linguistico appariva generalmente chiara, una volta messa alla prova dei sistemi di segni caratterizzati da altre sostanze espressive, la teoria dell'enunciazione mostrava fin da subito pieghe e orizzonti di riflessione che richiedevano una ulteriore elaborazione. In qualche modo, gli stessi scritti costituenti di Émile Benveniste hanno aperto un bivio davanti a cui si poteva o decidere di contenere l'indagine sulle relazioni fra enunciato e soggetto nell'ambito grammaticale della lingua, oppure continuare a mettere il modello teorico dell'enunciazione """"a contatto"""" con altri principi dell'epistemologia semiotica come la costruzione del valore (Saussure 2009) e la correlazione fra piani di articolazione delle forme (Hjelmslev 1943), per proseguire il percorso di ricerca sulla significanza in quei sistemi definiti come unicamente """"semiotici"""" o """"semantici """" , laddove """"il semiotico (il segno) deve essere riconosciuto; il semantico (il discorso) deve essere compreso"""" (Benveniste 1969, p. 20). Così, in relazione al modello dell'enunciazione, nel campo della ricerca semiotica si apriva una divaricazione fra ciò che pertiene al verbale - il dire - e le altre produzioni semiotiche - il fare...» Dall'Introduzione)"" -
La sovranità del limite. Giustizia, lavoro e ambiente nell'orizzonte della mondializzazione
Mai come durante la pandemia globale di Covid-19 abbiamo sperimentato il potere originario e ineliminabile del limite. Per evitare che le società umane si scontrino con la catastrofe, tracciata dagli studi sui cambiamenti climatici e sulla perdita della biodiversità, ma anche dalle disuguaglianze sociali che non cessano di aumentare, il limite deve tornare a essere ""sovrano"""": è infatti solo a tale condizione che sarà possibile garantire società ancora umane e un mondo ancora vivibile. Ma dinanzi a un Mercato ormai totale, il diritto può ancora esercitare queste sue funzioni? E a quali condizioni esso può correggere l'ideologia no limits della globalizzazione? E riaffermare le esigenze di giustizia sociale e ambientale che quest'ultima ha messo ai margini del proprio progetto? Il presente volume vuole fornire, con Alain Supiot, qualche elemento per rispondere a questi interrogativi. Postfazione di Ota De Leonardis."" -
Renato Galbusera. Memoria del tempo presente
Questo libro, scritto a più mani da storici dell'arte e amici, vuole tracciare un primo bilancio del lungo viaggio di Renato Galbusera dentro la pittura e nell'impegno culturale e sociale, nella speranza di mettere a fuoco una delle figure più interessanti di operatore visivo attiva a Milano a partire dalla fine degli anni Sessanta. Galbusera, infatti, non è stato solo pittore ed erede di una importante tradizione di figurazione che percorre il dopoguerra, ma ha speso molte delle sue energie nella didattica delle arti e nell'azione culturale di base. Non è dunque possibile disgiungere queste due anime, perché in lui la pittura assume un tono e una funzione collettiva, nasce dall'esperienza dei collettivi studenteschi e nell'alveo delle iniziative accademiche e ambisce, per missione e vocazione, allo spazio pubblico. Viceversa, l'insegnamento di Galbusera docente ha sempre avuto come obiettivo quello di trasmettere il valore del lavoro di gruppo volto a un risultato condiviso e a uno spazio comunitario. -
Tipi umani e figure della esistenza. Goethe, Nietzsche e Simmel. Per una filosofia delle forme di vita
Attraverso la morfologia di Goethe, la riflessione estetica di Nietzsche e la Lebensphilosophie di Simmel si è inteso sviluppare una filosofia delle ""forme di vita"""" nei termini di un'articolazione di tipi umani, modelli esistenziali, personificazioni esemplari e concrezioni simboliche in cui si concentra, come in una monade, un intero universo storico di pratiche, comportamenti, opzioni morali, attitudini culturali e disposizioni artistiche. Il genio, il poeta, l'eroe, il filisteo, il dotto, il giornalista, lo spirito libero, il buon europeo, lo scienziato, il prete, l'asceta, il criminale, il saggio o ancora l'operaio, l'uomo della folla, il bohémien, il flâneur, il dandy e il blasé diventano l'incarnazione plastica di forme di pensiero e di visioni del mondo di grande (in)attualità. Mentre il goethiano """"fenomeno originario"""", nella sua relazione con l'archetipo, rivela la presenza di una legge stabile - ancorché fluida e anti-essenzialistica - a fondamento del processo vitale di formazione, la casistica tipologica e psicologica di Nietzsche trova espressione nella stilizzazione provvisoria e nella condensazione dinamica della volontà di potenza in figure euristiche, che donano un volto - o meglio una maschera - all'intreccio prospettico dei nostri impulsi. Il carattere metamorfico e irriducibile del Leben, che si svincola completamente dalla rigidità del paradigma e dalla staticità dello stereotipo, ricorre nell'indagine estetico-sociologica di Simmel, la quale rivela, attraverso una sensibilissima analisi della metropoli moderna e dell'arte del ritratto, la contesa perenne tra la vita e le forme storico-culturali da essa prodotte."" -
Guardare chi guarda. Teoria estetica e soggetto-spettatore
"Guardare chi guarda"""" nasce dalla scoperta di un'assenza. Contrariamente all'attenzione teorica insistente che gli artisti e le opere d'arte hanno ricevuto a partire dal XVIII secolo, è sorprendente notare la limitata attenzione che, da parte della storia dell'arte e della teoria estetica, è stata data all'analisi della fruizione e degli spettatori, quasi invisibili e sconosciuti nella nostra contemporaneità. Quali sono i fattori sociali, culturali e filosofici che hanno dato allo spettatore - agli spettatori - la loro unicità e complessità e anche la loro irriducibilità alla semplice concettualizzazione più o meno schematica? Lo spettatore viene analizzato in queste pagine cercando l'equilibrio tra la genesi delle sue variazioni costitutive e l'identificazione delle sue caratteristiche persistenti." -
La filosofia futura (2020). Vol. 15: sentiero del giorno II, Il.
Contributi di: Paolo Barbieri, Giorgio Brianese, Piero Coda, Fabio Minazzi, Angelo Scola, Davide Spanio, Francesco Totaro. -
Immagine e memoria nell'era digitale
La comparsa e la diffusione del digitale segnano una nuova fase nella storia dell'essere umano? Siamo coinvolti in una rivoluzione epocale a cui non possiamo sottrarci? E ancora, la digitalizzazione struttura una nuova logica di gestione del mondo oppure porta a cristallizzazione quella precedente, rendendola pienamente egemone? I saggi raccolti nel presente volume cercano di rispondere a queste e altre domande muovendo dall'analisi dell'immagine e della memoria, due ambiti fondamentali di produzione simbolica presi d'assalto dalle nuove tecnologie. Attraversando numerosi campi di ricerca, gli autori si propongono di indagare le trasformazioni che riguardano l'uso e la socializzazione dell'immagine e della memoria nell'era digitale, sia sul piano puramente fenomenico che su quello più profondo delle loro implicazioni per la vita umana. -
Aspettando i barbari. Democrazia e crisi della società nella Francia dell'Ottocento
Reinhart Koselleck ha sostenuto che di fronte al tempo storico il linguaggio consente solo metafore. In questo libro la categoria del mutamento, a cui appartiene in modo eminente la rivoluzione, viene indagata attraverso la metafora che meglio spiega il rapporto conflittuale tra l'ordine e il disordine: la barbarie. La Rivoluzione francese, nel momento in cui inaugura un modo diverso di concepire il tempo storico, inaugura anche un modo diverso di analizzare le crisi sociali. La società democratica, con la sua promessa illimitata di eguaglianza, tenta di integrare le masse escluse dalle rappresentazioni sociali dell'antico regime. Questo processo però produce nuove scissioni. Il modo in cui autori liberali come Mallet Du Pan, Madame de Staël, Tocqueville e Taine, affrontano l'affermazione della società di massa evidenzia il passaggio da un'analisi critica basata su presupposti illuministici a una critica radicale della ragione. Ogni forma di risoluzione dei conflitti determina a sua volta nuovi conflitti, senza che il processo di emancipazione riesca mai a concludersi e la felicità promessa a realizzarsi. -
Le forme del personaggio. Figure dell'immaginario nella serialità televisiva americana contemporanea
"Le forme del personaggio"""" offre una ricognizione sulle figure che abitano l'immaginario della serialità televisiva statunitense degli ultimi anni. Il libro si pone come obiettivo quello di indagare sia le forme che compongono gli esseri finzionali seriali, sia quelle tramite cui essi si manifestano nelle serie televisive. Dopo una disamina del concetto di personaggio in generale, il discorso procede concentrandosi sui personaggi specificatamente seriali e televisivi. Una simile prospettiva fenomenologica consente di analizzare quelle forme che, da un punto di vista estetico-narrativo quanto storico-culturale, conformano l'identità di queste figure. Si vedrà poi come, proprio a partire da quelle forme, sia possibile tratteggiare una tipologia dei personaggi seriali televisivi sulla base delle loro diverse caratteristiche, differenziandoli tra personaggi stereotipati, individualizzati, popolari e replicanti." -
Altri confini. Storia, mobilità e migrazioni di una rete di famiglie Rudari tra la Romania e l'Italia
Attraverso uno sguardo pendolare, ora più approfondito sulla realtà di provenienza ora più su quella di arrivo, si traccia la storia di una rete di famiglie che interseca la grande Storia tra la prima e la seconda guerra mondiale, lo spostamento dei confini romeni-bulgari e lo scambio delle popolazioni, l'arrivo del comunismo, l'abbandono del mestiere di lingurari (fabbricatori di utensili in legno per la casa), la fine del regime, l'incremento della povertà, la partenza. Dalla ""costruzione di una comunità"""", si passa alla ricostruzione dei percorsi migratori, dei loro motivi, priorità e scelte. Quella che presentiamo è una mobilità sofferente, i cui protagonisti trovano nell'intimità culturale possibilità di ancoraggio che permettono loro di affrontare la molteplicità delle insicurezze sociali, alle quali trasversalmente la maggior parte della popolazione è sempre più esposta. Le loro vite parlano anche delle nostre, in una circolarità riflessiva che permette di collocarli e collocarci in una storia comune.""