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Il cielo è nell'uomo. Teosofia e tradizione ermetica in Jacob Böhme
Jacob Böhme (1575-1624), calzolaio di Görlitz e philosophus teutonicus, rappresenta un importante punto di riferimento per comprendere gli sviluppi della speculazione tedesca ed europea. Attraverso la formulazione di una via teosofica, Böhme riesce a riunire alcuni elementi tipici della tradizione ermetica e rinascimentale con le istanze provenienti dalla nascente Filosofia della Natura. La sua teosofia, comparsa nell'alveo della Riforma luterana e nel grembo di ciò che restava del Sacro Romano Impero, cerca di rispondere alle domande che preoccupano maggiormente l'uomo del XVI e XVII secolo. La figura del calzolaio slesiano, tra storia, mito e leggenda, appare talvolta sfumata. Ammesso nella cosiddetta area non conformista della Riforma e in quella schiera di pensatori indicati in senso denigratorio come Schwärmer o entusiasti, egli formula una nuova dialettica volta a esaltare la realtà del divenire, giungendo così a osservare da vicino la dimensione profonda della storia. Presentazione di Ferdinando Luigi Marcolungo. Premessa di Enrico Peruzzi. -
Lucifer. I sentieri dello scarabeo sacro
Lo scarabeo sacro è un simbolo che attraversa non solo la storia religiosa dell'Egitto, ma che si ritrova in diverse civiltà del mondo antico. Abbiamo scarabei provenienti da Canaan, fenici, greci e finanche etruschi. Scarabei scolpiti sulle pietre, come le centinaia ritrovati in Sardegna e in particolare, quello della penisola del Sinis. Si tratta di simboli che attestano un legame tra l'Egitto e civiltà diverse, ma soprattutto, la diffusione di misteri appartenenti a una religione esoterica, che in Egitto fiorisce e di cui prima l'Ebraismo e il Cristianesimo, ma anche l'Illuminismo e la Massoneria in seguito, sono stati grandi veicoli. Il seguente lavoro permette di cogliere come lo scarabeo sia il simbolo dell'omoerotismo, dell'amore dello stesso, del Sé: l'amore originario e fondante ogni altra forma di amore. Esso rappresenta l'amore della divinità per Sé, con Sé e in Sé, generante tutte le cose. Ma è anche l'amore indomito del portatore di luce, Lucifero, che annuncia all'alba l'arrivo del sole, come Stella del Mattino, e che ribelle si stacca al vespro dal suo sole per attraversare le tenebre. -
Emozione, silenzio e parola nell'opera di Louis-Ferdinand Céline
Nell'opera e nella poetica di Céline il silenzio riveste una dimensione strutturale: i famosi trois points, i punti di sospensione, traforano la prosa per diventare la più riconoscibile delle cifre stilistiche céliniane. Intervalli ritmici che cadenzano la frase musicale e spezzano l'ordine grammaticale per restituire l'emozione, prelinguistica e muta. Nell'orizzonte semantico il silenzio si alterna alla parola per significare il non detto; è questa l'intenzione del discorso di denuncia, dell'uomo e della società, che percorre i romanzi per acquistare una evidenza ideologica nei pamphlet antisemiti. In stretta aderenza al testo autorale, lo studio rintraccia le valenze e le figure del silenzio per provare a ricomporre l'immagine intera di un'opera e di uno scrittore riconosciuto oggi come un classico mentre ne rimane impedita la conoscenza integrale degli scritti. -
La vita narrata. Memoria. soggettività e politica
In questo libro, che riunisce alcuni dei suoi lavori più recenti, Leonor Arfuch chiama a partecipare a una ""conversazione di gruppo"""" una molteplicità di espressioni culturali che mettono in tensione la dimensione soggettiva e quella pubblica. Lo fa a partire dall'idea di spazio biografico, inteso come """"trama simbolica, epocale, come orizzonte di intellegibilità per l'analisi della soggettività contemporanea"""". Una soggettività che emerge nella """"svolta affettiva"""", che si manifesta nell'intramontabile interesse per l'auto/biografia, nelle recenti forme dell'autofiction, nella tensione memoriale, nel lavoro degli scrittori che in America Latina rielaborano traumi allo stesso tempo storici e personali, e ancora nelle arti visive, che affrontano la sottile relazione tra memoria, narrazione e costruzione dell'identità. Espressioni mosse da quella tentazione biografica che non è altro che l'eterno desiderio di fermare in un'immagine la fugacità dell'esistenza, insomma, di narrare la vita."" -
Eros e dialettica in Platone
Questo volume raccoglie, per la prima volta, tutti gli studi dedicati da Guido Calogero a Platone. Cronologicamente compresi tra il 1928 e il 1981, essi delineano i caratteri di una storiografia pienamente europea per l'ampiezza dei loro riferimenti, ma anche di una storiografia propriamente italiana, che trae anche dalla sua propria tradizione filosofica le ragioni del suo impegno. Calogero ha colto per primo in maniera compiuta il valore di eros come motore della filosofia platonica. Ha tematizzato come centrale il rapporto, complesso e ricco di tensioni, con Socrate. Ha compreso le ragioni e l'importanza teorica del confronto critico di Platone con le filosofie del suo tempo. Nell'analisi della dialettica platonica egli ne ha distinto con lucidità varie forme. Quella d'ascendenza socratica che dai dialoghi giovanili si prolunga e fa sentire la sua presenza, fino alle opere più tarde; quella, schiettamente platonica, e più vicina per i suoi caratteri teorici alla dialettica moderna, del Simposio; quella virtuosisticamente ironica e polemica, antimegarica e antizenoniana, del Parmenide; quella, teorizzata, della relazione tra le idee rappresentata in particolare dal Sofista. Se quest'ultima è il legato più prezioso che Platone trasmette ad Aristotele, e se la terza è una fonte teorica, recepita in forma creativa, del neoplatonismo, non c'è dubbio che, per Calogero, le prime due costituiscono le forme supreme e non transeunti della dialettica in filosofia. -
FEyERAbEND DaDA!
Il Grande Novecento vede il succedersi di eventi epocali e, allo stesso modo, anche la Scienza del secolo è proiettata a segnare per sempre l'umanità. Tuttavia, la vita di Paul Feyerabend si svolge oltre i canoni imposti dalla Storia e dalla Scienza con la lettera maiuscola. È un'altalena che oscilla verso i poli autentici di un'esistenza e come tale è disseminata di malanni pericolosi e straordinarie cure, nient'affatto ortodosse. Il suicidio della madre, la ""grande D."""", l'incomprensione dell'accademia scientifica e della massa si accompagnano ogni volta alla fedeltà di Spund, al gusto per il trash e all'Anarchia. Sofferenza e gioia si mescolano in un guazzabuglio Dada! che si dipana in forma leggera e quasi canzonatoria del vivere: Anything Goes, as long as no one is suffering. Da questo intreccio emergerà a chiare lettere soltanto l'Amore per Grazia."" -
Kubrick e Caravaggio, sabotatori del reale
Durante le riprese di Shining Kubrick confidò a Jack Nicholson: ""in un film non si cerca di fotografare la realtà, si cerca di fotografare la fotografia della realtà"""". Le sue parole in maniera apparentemente inspiegabile richiamano l'opera di Caravaggio. Questo saggio è un tentativo di scalfire la superficie del visibile, del consueto, del rassicurante, puntando in profondità ad analizzare le sovrapposizioni della poetica di due geni assoluti dell'arte solo a prima vista distanti, ma che si incontrano sul terreno della ricerca della verità e del suo rapporto con il reale. Un viaggio avvincente in cui la struttura stessa si fa contenuto. Il testo infatti si configura come un monolite, accoglie al suo interno una costellazione di rimandi, dei veri e propri varchi, che ci conducono in direzioni inaspettate, parallele, sorprendenti, in grado di amplificare la nostra esperienza. Prefazione di Gianvincenzo Cresta."" -
Hölderlin e la questione del padre
La personalità di Hölderlin, poeta-folle, per il suo carattere eccezionale esige che in un unico movimento si comprenda la sua opera e la sua evoluzione verso la follia. In più di un momento si propone ad Hölderlin la via più diretta della psicosi, dell'essere-psicotico, ma il Poeta riapre, apre la questione. Sicuramente è la questione del padre, di cui tenta di raccogliere i frammenti ""caduti da un disastro oscuro"""": un fenomeno non sconosciuto nella schizofrenia. Riapre l'assenza del padre? Sì, ma non per designare in questa assenza l'origine dei suoi mali; bensì per indicare che solo questo """"difetto"""" può """"aiutarlo"""". La poesia e il mito hölderliniani tentano disperatamente di instaurare questa sorta di terzo polo, come carico di una energia negativa. Funzione molto precaria, ma che per un certo tempo mantiene aperto ciò che nella maggior parte degli psicotici si è chiuso in un modo di essere. Hölderlin, poeta perché apre la schizofrenia come questione, apre questa questione perché poeta."" -
Imparare a resistere. Per una pedagogia della resistenza
Sono tanti gli aspetti della realtà ai quali occorre saper resistere: abbiamo bisogno di una resistenza al dolore, all'annientamento, agli abusi di potere, al senso di nullità che spesso pervade l'essere umano. Questo libro parte dall'ipotesi che la capacità di resistere possa essere appresa, educata e insegnata. Le esperienze di resistenza al dominio (in particolare a quello nazifascista) e a ogni forma diretta o indiretta di annientamento dell'umano vengono ripercorse per fondare una teoria dell'educazione che, attraverso la resistenza, porti alla creazione di esseri umani che lottano per la felicità di tutti e che in questa lotta trovano la loro più profonda realizzazione. -
I prigionieri di Menelik 1896-1897. Storie di soldati italiani nella guerra d'Abissinia
La battaglia di Adua del 1° marzo 1896 fu una sconfitta epocale per l'Italia. Morirono 4.424 uomini, più di tutte le battaglie risorgimentali nel loro insieme, 1.744 furono i prigionieri e i reduci (il 43% del contingente di 9.441 nazionali) tornarono nelle retrovie in Eritrea in condizioni drammatiche. Il volume racconta le storie dei prigionieri che rimasero in Etiopia un anno fra immani sofferenze, le vicende legate alle trattative di pace e all'invio delle prime missioni umanitarie e quanto lo shock del 1° marzo influenzò la politica di raccoglimento. -
Isel
Amore, desiderio e passione costituiscono la radice profonda della vita. Che ne è di questi sentimenti ancestrali quando a viverli è un uomo imprigionato nella propria irrimediabile condizione di disabilità fisica? Nonostante l'handicap subìto in giovane età, lo scrittore francese Joë Bousquet ha saputo raccontare, come pochi altri, attraverso una prosa lirica, oltremodo poetica, il tragico dissidio tra la ""potenza"""" impetuosa della pulsione amorosa e il mutismo di un corpo """"impotente"""". Anche Isel appartiene a questo mondo """"psichico"""" e rappresenta il grido struggente di un amore assente, strozzato, soffocato, elemosinato. Per attutire il lacerante senso di vuoto interiore, generato da una vita """"senza amore"""", Bousquet si rifugia nella dimensione onirica della scrittura e ci parla di """"Lei"""", che non c'è mai, costantemente lontana e frutto dell'immaginazione, quasi fosse la realizzazione di un sogno."" -
Tradotto dal silenzio
Questa silloge, al limite fra prosa e poesia, è un piccolo diamante puro di scrittura. Come in una ouverture riflette, nelle sue sfaccettature, le forme, i registri, i timbri, i ritmi che scandiranno l'opera infinita di Joë Bousquet. Gli accenti delle voci multiple sono già reperibili in questa polifonia incontrollata composta di quattro testi. Alla meditazione dialogata sulla ""strana"""" ambizione dello scrittore segue la leggenda che avvolge il ferito di guerra, infermo come Anfortas nel Graal, sospeso alle quotidiane dosi di oppio. C'è poi l'esordio di un racconto onirico, solo apparentemente allusivo, dei procedimenti surrealisti in auge. Il poeta di Carcassonne persegue l'indipendenza artistica, implicita nel suo omaggio a René Daumal, per fare affiorare dall'ombra e dal silenzio figure dell'amore che per lui, come per Éluard, è energia della lingua. La sua ragione poetica appella all'ascolto di parole attinte alle profondità in cui si raccoglie il dire silenzioso dall'essere."" -
Satura. Varietà per verità in Dante e Gadda
"Satura"""" è il primo studio comparativo su Dante e Gadda. Il libro propone una nuova categoria interpretativa che collega le opere dei due autori, innovando la """"linea plurilinguistica"""" Dante-Gadda tracciata da Gianfranco Contini. Adottando il nome originario della """"satira"""" come guida comparativa, l'autrice estende oltre il genere satirico due suoi aspetti chiave - varietà di forma e contenuto e missione di svelamento della verità - per riconoscerli, nella loro connessione, come strutture fondamentali delle opere di Dante e Gadda. Un'analisi retorico-stilistica comparata dei loro testi, unita all'osservazione delle loro riflessioni di poetica, dimostra come i due autori abbiano in comune non solo una tendenza alla varietà, non solo linguistica e stilistica, ma anche un'idea di letteratura quale missione eticognoseologica di rivelazione della verità. Precisamente, Dante e Gadda condividono lo speciale nesso """"varietà per verità"""", che viene chiamato """"satura"""". Prefazione di Paola Italia e Giuseppe Ledda." -
L' «attualità» dell'esperienza di Dante. Un'iniziazione della «Commedia». Nuova ediz.
Il taglio sapienziale e critico-politico del presente saggio, attento alla dimensione dell'esperienza (senza misconoscere le ragioni della filologia) e della liberazione, è un invito al viaggio nella Commedia, nella sua arte eccelsa, come nel suo simbolismo interiore, e soprattutto nella vita, nella realtà (storica e non solo). Per iniziarci a esse, il Poeta scrisse. L'«attualità» di Dante sta qui: non è solo cronologica, ma dell'uomo, delle sue aspirazioni più profonde, e quindi sempre presente. Il viaggio dell'uomo dantesco è attraversamento degli abissi oscuri (Inferno), trasformazione (Purgatorio) e integrazione (Paradiso). La pienezza dell'umano, come anche del divino e del cosmico, per dirla con Raimon Panikkar, così centrale in questo saggio, vi risplende, qui e ora, non solo nell'aldilà, senza per altro superficiali ottimismi. Il cristianesimo di Dante è ancora ""un inedito"""" (nella storia), per audacia di aperture e compimenti. Per altro """"l'esperienza dantesca"""" parla ancora oggi, laicamente, all'uomo secolare e alla ricerca di sé stesso. Il saggio, dantescamente strutturato in 9 capitoli, si sofferma su argomenti-chiave del poema: il viaggio mistico-iniziatico; il mistero di Beatrice; la presenza del Cristo; la figura di Virgilio; la visione trinitaria o cosmoteandrica del Poeta, la liberazione mistico-critico-politico-poetica, etc. L'approccio simbolico e insieme attualizzante vuole interessare non solo lo specialista, ma ogni persona attenta e in ricerca."" -
Filosofia della Commedia di Dante. La luce moderna e contemporanea del nostro più grande poeta. Vol. 3: Paradiso, Il.
L'approdo all'ultima luce è l'elevazione che Dante ci propone, dopo sette secoli, nel tentativo di una ""salvazione del mondo"""". La poesia filosofica dantesca, suggestionata dall'Uno di Plotino, si compie nella risoluzione della Commedia; laddove Dante personaggio raggiunge, nel glorioso dramma a lieto fine, la cifra di quel grande """"mare dell'essere"""" dove soltanto si potrà esperire il vero messaggio di tutto il Poema: il linguaggio dell'Amore."" -
Lo Stato in Dante. Una teologia politica per l'impero
Argomenti letterari volutamente variopinti, e allo stesso tempo intramati da un sottile fil rouge, da un ordito quasi magico di rimandi che realizza una speciale, forse alchemica, riconnessione tra il giuridico, il politico e l'economico. Una selezione accurata e ragionata dei capolavori della letteratura, per articolare e analizzare gli aspetti prismatici e abissali della legge, per riportare al centro l'azzurro, colore dell'anima, complesso e plurale, e per suggellare l'aspetto angelico della parola, nella compiuta consapevolezza che essa non è tanto qualcosa che inventiamo o impariamo a scuola, quanto piuttosto una potenza che esercita su di noi un invisibile potere. Presentazione di Monateri Pier Giuseppe. Postfazione di Frosini Tommaso Edoardo. -
Alcuni problemi di filosofia
Pubblicato postumo, ""Alcuni problemi di filosofia"""" rappresenta il tentativo di William James di far convergere i temi della propria riflessione in un sistema filosofico integrato. Adottando un approccio pragmatista, le grandi questioni metafisiche dell'essere, della realtà e dell'esperienza percettiva e quella più generale del pluralismo, si combinano in un mosaico il cui disegno complessivo ha i contorni di una filosofia pratica che comprende il piano dell'azione, la dimensione etica e quella esistenziale. Prefazione di Rocco Ronchi."" -
Il mondo sensibile e il mondo dell'espressione
Le note del primo corso che Merleau-Ponty tenne al Collège de France nel 1953 costituiscono un documento eccezionale per cogliere il pensiero del filosofo nel suo divenire. In questo corso, che si colloca nel cuore del suo percorso filosofico, Merleau-Ponty avanza una prima autocritica delle sue ricerche precedenti, discutendo in maniera radicale la nozione di coscienza e ponendo le basi per il suo ripensamento a partire dal concetto di espressione. Negli appunti, volti a rivelare la dimensione espressiva della vita percettiva, prende forma in maniera germinale quell'ontologia della reversibilità che il filosofo svilupperà negli ultimi anni. C'è un legame sotterraneo tra questo corso e la riflessione dell'ultimo Merleau-Ponty, in particolare il celebre saggio L'occhio e lo spirito, ma anche i corsi su La Natura e l'inedito de Il visibile e l'invisibile. Nel dialogo interdisciplinare con la neurologia, la psicologia della forma, la psicoanalisi e le arti visive, assistiamo all'elaborazione di alcuni dei temi che occuperanno Merleau-Ponty negli anni a venire: lo schema corporeo, l'analisi della visione e della profondità, il concetto di empiétement e di enveloppement, ma anche un consistente riferimento al cinema. Prefazione Mauro Carbone. -
Nanni Moretti. Il cinema come cura
Da Io sono un autarchico a Tre piani, il cinema di Nanni Moretti ci invita a superare i nostri schemi mentali attraverso alcuni dei film più originali e disarmanti prodotti in Italia dagli anni Settanta a oggi. Dalle ossessioni dell'alter ego Michele Apicella a quelle di un autore maturo che continua a interrogare lo spettatore in opere calate dentro le esitazioni di un neoeletto Papa in crisi, di una regista in scacco esistenziale, dei condomini di una palazzina romana ispirata alle pagine dello scrittore Eshkol Nevo. Tutto il cinema di Moretti come percorso di rivendicazione di una crisi che è motivo di autoanalisi, per l'autore e per lo spettatore. -
La commedia umana del lavoro. Dal taylorismo al management neoliberale
Per l'ideologia oggi in voga la disumanità del lavoro taylorista e fordista ha semplicemente smesso di esistere. Non c'è posto per lavoratori alienati e sfruttati, per un lavoro devastante, senza senso né anima, nella grande narrazione del neoliberismo. Qui dominano soltanto il benessere psicofisico, la partecipazione emotiva ed etica, l'espressione e la conquista di sé, insomma l'autonomia e la felicità di chi produce e consuma. Il libro di Danièle Linhart smaschera questa maniera apparentemente più umana di far lavorare i propri dipendenti. Perché si tratta di un dispositivo manageriale che, con mezzi e retoriche diversi, persegue ostinatamente gli stessi obiettivi del taylorismo e del fordismo: la sottomissione e l'assoggettamento. Attraverso la riduzione dei lavoratori non più a pezzi di un ingranaggio, ma a individui soli e vulnerabili, troppo e nient'altro che umani, incitati alla competizione, all'autosfruttamento e alla servitù volontaria. Una continuità d'intenti e ossessioni che le classiche letture del postfordismo spesso mancano di cogliere.