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Veneto 1866. Il generale Karl Möring e la Terza guerra d'indipendenza
I giorni che in quel 1866 videro l'epilogo del Risorgimento italiano raccontati da un punto di vista privilegiato: è questo il dono prezioso offerto dalla pagine dei diari di Karl Möring, generale austriaco e commissario imperiale nelle trattative per la cessione del Veneto e del Friuli occidentale all'Italia. Uomo complesso e affascinante, il generale era senz'altro un'anomalia per gli standard reazionari dei vertici militari asburgici, il che lo pose con frequenza nella condizione di un outsider, critico ma sempre patriottico. All'impegno militare e alle convinzioni politiche si intrecciano inevitabilmente le passioni della vita amorosa (segnata dalla relazione con la giovane attrice Leontina Papà) e i fatti di una vita quotidiana ricca di spunti per comprendere un milieu da tempo perduto, quello della presenza asburgica nel nord-est d'Italia. -
La battaglia di Teutoburgo nel 9 d.C. La fine di Varo e delle sue legioni
Nel 9 d.C. Publio Quintilio Varo, legato imperiale in Germania, varcò il Reno con tre legioni e si addentrò nella Germania Magna, occupata oltre vent'anni prima dai soldati romani. Varo e i suoi uomini non sarebbero mai più tornati indietro: furono massacrati da guerrieri germanici nel Teutoburger Wald, l'area coperta da dense foreste in cui oggi sorge il centro di Kalkriese. Attirati in una trappola dal nobile cherusco Arminio, i legionari si trovarono attaccati su ogni lato da una coalizione di tribù germaniche, insorte contro il dominatore straniero. In seguito i Romani compirono varie spedizioni punitive contro i Germani e recuperarono le loro aquilae, ma la tragica fine di Varo e delle sue legioni li indusse ad abbandonare l'idea di trasformare la Germania Magna in una provincia romana e a stabilire lungo il fiume Reno il confine fra il mondo romano e quello delle tribù germaniche. -
Breve storia dell'umanità. Dall'homo sapiens all'homo oeconomicus
Parte dai primi passi dell'homo sapiens questa storia dell'umanità di Emmanuel Todd, maitrê à penser in grado di presentare nei più vari contesti storici e geografici l'istituzione cardine dell'esistenza dell'uomo, la famiglia, svelandone sfaccettature inattese, aspetti poco noti e permanenze nella lunga durata. Un'assoluta capacità di padroneggiare dati demografici e statistici, impostazioni storiografiche e scuole antropologiche, consente all'autore di evitare i passi falsi a cui oggi le élite intellettuali sono spesso indotte da una visione economicista dell'uomo e del mondo. E infatti anche al presente e al futuro che si dischiude con ampiezza di risvolti la prospettiva del libro, nel desiderio di porre al lettore domande ineludibili per chi voglia affrontare con lucidità il disordine del nostro quotidiano. La famiglia si pone così al centro di un discorso che intreccia sistemi educativi, crescita economica, crisi delle democrazie liberali e contraddizioni solo in apparenza inspiegabili. L'inattesa vittoria elettorale di Trump e la Brexit diventanto dunque dei modelli paradigmatici che è possibile interpretare alla luce di questo nuovo determinante contributo alla storiografia e all'analisi della contemporaneità. -
Gli etruschi. Una storia militare. IX-II secolo a. C.
L'antica Roma aveva profonde radici nella cultura etrusca, una civiltà la cui origine può essere fatta risalire al 900-750 a.C. nell'Italia nord-occidentale. Gli etruschi furono un popolo che commerciava via mare e si trovava anche in competizione con popoli greci e fenici, compresi i cartaginesi, ma divennero anche una grande potenza terrestre, specialmente nel periodo ""classico"""", espandendosi a nord nella pianura padana e a sud nel Lazio. Nel VI secolo a.C. una dinastia etrusca governò Roma ed estese la propria influenza verso sud fino alla costa amalfitana. Nel 509 a.C. i romani insorsero per espellere i loro re, dando inizio al lungo """"tramonto etrusco"""". Questo studio completamente illustrato esamina uno dei primi grandi rivali dell'antica Roma in un'ottica militare, presentando con dovizia di particolari l'evoluzione dell'equipaggiamento offensivo e difensivo alla luce di prove archeologiche come le tombe di guerrieri, i dipinti e le sculture, nell'intento di illuminare il lato meno conosciuto di un popolo tra i più misteriosi e affascinanti dell'antichità."" -
Le origini della guerra del 1914. Vol. 3: epilogo della crisi del luglio 1914. Le dichiarazioni di guerra e di neutralità, L'.
"Siamo negli anni Trenta del Novecento, poco più di dieci anni dopo la fine del conflitto. Molti attori del dramma sono ancora vivi e alcuni di essi hanno pubblicato le loro memorie. Albertini le conosce, ha letto i libri """"colorati"""" con cui ogni governo all'inizio della guerra ha cercato di addossare agli altri la responsabilità del conflitto, ha studiato le raccolte dei documenti diplomatici e le corrispondenze giornalistiche. Da questa grande documentazione emergono contraddizioni che nessuno sino a quel momento ha voluto o potuto riempire. Come accadde più tardi a Renzo De Felice quando cominciò a scrivere la biografia di Mussolini, l'opera di Albertini crebbe in dimensioni a mano a mano che l'autore si addentrava nella materia delle sue ricerche. Ogni documento di cui entrava in possesso esigeva nuove verifiche, schiudeva nuovi orizzonti, allargava la cerchia degli attori a persone di cui occorreva esplorare le intenzioni e conoscere il ruolo. Mentre gli storici tradizionali ricercano le loro prove fra le carte degli archivi, Albertini completò la ricerca archivistica con una sorta di geniale indagine giornalistica - condotta insieme al giornalista triestino Luciano Magrini - che assume in alcuni momenti il carattere dell'indagine giudiziaria."""" (Dalla prefazione al primo volume di Sergio Romano)" -
Gli eserciti napoleonici italiani 1800-1815. Repubblica Italiana, Regno italico e Regno di Napoli
II testo,propone un'analisi dettagliata degli eserciti attivi in Italia nel corso dell'epoca napoleonica, appartenenti a tre diversi Stati: la Repubblica Italiana (fino al 1803), il Regno Italico ed il Regno di Napoli. Benché influenzati dai modelli imperiali francesi, gli eserciti italiani ebbero per tutta la loro esistenza un'identità ben definita. I soldati del Regno Italico e del Regno di Napoli si batterono con valore al fianco dei loro omologhi francesi in alcune delle principali campagne militari napoleoniche. Le loro uniformi mantennero sempre delle peculiarità molto interessanti: i soldati italici furono sempre vestiti con i colori della loro bandiera, ovvero quelli del ""tricolore""""; i soldati napoletani, invece, ebbero divise molto variopinte in cui a dominare erano i colori brillanti. Sia il Regno Italico che il Regno di Napoli ebbero delle Guardie Reali che potevano rivaleggiare con la Guardia Imperiale Francese per eleganza ed efficienza bellica. Le uniformi di tutte le unità militari descritte sono analizzate nel testo, con un ampio corredo di tavole uniformologiche e di immagini a colori."" -
Porzûs. «Guerra totale» e Resistenza nel Nord-Est
L'eccidio di Porzûs consistette nell'uccisione, fra il 7 e il 18 febbraio 1945, di diciassette partigiani (tra cui una donna, loro ex prigioniera, Francesco De Gregori, zio del cantautore, e Guido Pasolini, fratello di Pierpaolo) della Brigata Osoppo, formazione di orientamento cattolico e laico-socialista, da parte di un gruppo di partigiani - in prevalenza gappisti - appartenenti al Partito Comunista Italiano. L'evento - considerato uno dei più tragici e controversi della Resistenza italiana - fu ed è tuttora fonte di numerose polemiche in ordine ai mandanti dell'eccidio e alle sue motivazioni. Le vicende legate a Porzûs hanno travalicato il loro contesto locale fin dagli anni in cui si svolsero, entrando a far parte di una più ampia discussione storiografica, giornalistica e politica sulla natura e gli obiettivi immediati e prospettici del PCI in quegli anni, nonché sui suoi rapporti con i comunisti jugoslavi e con l'Unione Sovietica. -
Il giro del mondo in 50 mappe. Ediz. a colori
Mettiti in viaggio per il mondo: un'eccitante avventura dalle rovine azteche in Messico al tempio d'oro in India. Con le sue cartine, illustrazioni e fotografie ""Il giro del mondo in 50 mappe"""" offre un'introduzione visiva al nostro pianeta e ai suoi tesori. Età di lettura: da 6 anni."" -
1944-1945: il crollo finale della Wehramcht. Vol. 1
Dal 1943 per la Germania la guerra era persa, e molti ufficiali tedeschi lo sapevano. Ancora oggi, una domanda persiste: cosa spinse l'esercito tedesco a continuare gli sforzi in una situazione sempre più disperata? Mentre alcuni storici si sono risposti basandosi sul potere di Hitler o sul ruolo dell'ideologia, Citino, tra gli studiosi più autorevoli in materia, risponde con una parola: Bewegungskrieg, l'arte della guerra praticata e sviluppata dai tedeschi nei secoli. In questo racconto delle campagne militari della Germania nella fase finale della guerra, l'autore ripercorre così la Totenritt tedesca, una cavalcata della morte che riuscì a complicare le avanzate sovietiche e alleate ma non a mutare il corso del conflitto. Il primo volume dell'opera analizza l'offensiva invernale sovietica del 1944 (battaglia di Korsun) e la successiva penetrazione verso occidente, l'avanzata in Italia degli Alleati (lo sfondamento della linea Gustav, lo sbarco di Anzio e la liberazione di Roma) e lo sbarco in Normandia, arrivando fino al luglio 1944. Citino riesce abilmente a dar conto della visione tedesca di quegli ultimi anni di guerra, in un quadro che tratteggia le sfumature della storia militare della Wehrmacht nel contesto del pensiero strategico della Seconda guerra mondiale. -
Meglio non essere un cavaliere medievale! Un'armatura da indossare
Preparati... essendo un ragazzo che cresce in un castello, il tuo più gran desiderio è diventare il campione del re, ma ce la faresti a essere un cavaliere medievale? È pericoloso! Gli esperti consigliane: Se preferisci una vita tranquilla, meglio pagare al re lo scutagium, una somma di denaro per essere dispensato dal diventare cavaliere; Non essere fuori moda! Ricorda: gli stili delle armature cambiano con il passare degli anni; Partecipa ai tornei! Sono un buon esercizio prima della battaglia; Attento se ti scelgono per innalzare un vessillo in battaglia: ti renderà un facile obiettivo per i nemici. Età di lettura: da 8 anni. -
I colori della storia. Scopri come i colori hanno dipinto il mondo. Ediz. a colori
Perché gli antichi romani indossavano indumenti viola? Quale pigmento è ottenuto da insetti macinati? Perché il fiume Chicago è verde? Dal vermiglione al verdigris, ogni tonalità ha una storia da raccontare. Scopri in questo viaggio intorno al mondo il ruolo che ogni colore ha avuto nella storia. Età di lettura: da 8 anni. -
69 d.C. L'anno dei quattro imperatori
All'indomani della morte di Nerone le fonti antiche ci raccontano a tinte fosche dell'anno dei quattro imperatori (Galba, Otone, Vitellio e infine Vespasiano), che a pieno titolo possiamo collocare tra i momenti più caotici, violenti e terribili di tutta la storia romana. Assassinii e guerre civili, eserciti talmente fuori controllo da occupare la stessa Città Eterna senza scrupoli, mentre uomini ambiziosi e feroci accumulavano potere solo per vederlo poi svanire in pochi attimi convulsi. Due sono gli elementi con cui l'autore getta nuova luce su questo snodo della storia antica: il primo riguarda le ragioni delle importanti discrepanze fra le narrazioni rispettivamente di Tacito, Plutarco e Svetonio, i principali storici dell'epoca. In secondo luogo, viene ripercorso il ruolo autonomo degli eserciti rispetto ai comandanti, forse esagerato dalla successiva storiografia. Ne emerge un quadro vivido e originale, in grado di rendere chiara questa confusa ma determinante parentesi, tenendo il lettore col fiato sospeso tra i tumultuosi flutti della storia politica romana. -
Marengo 1800
La battaglia di Marengo fu la prima combattuta da Napoleone Bonaparte come capo dello Stato francese. Benché relativamente modesta rispetto agli apocalittici scontri che segnarono la fine della sua carriera, la natura della vittoria conferisce a Marengo uno status quasi leggendario. Strappato dalle fauci della sconfitta, quel successo confermò il genio militare di Napoleone e consolidò il suo potere politico. Questo nuovo resoconto è una cronaca della grande battaglia e delle decisioni che la causarono. Oltre allo svolgimento dello scontro e ai giorni immediatamente precedenti e successivi, sono approfonditi anche eventi meno noti ma significativi, e particolare attenzione è rivolta ai principali protagonisti austriaci e al loro ruolo nel dramma. Inoltre è presentata con dovizia di particolari l'enigmatica ""spia di Marengo"""", un doppio agente italiano responsabile di molta della confusione che caratterizzò il giorno della battaglia, rendendo impossibile ai vari comandanti qualunque previsione sul suo sviluppo. Il libro attinge a due decenni di accurate ricerche ed è basato su documenti degli archivi militari di Parigi e Vienna, numerose fonti storiche orali, studi accademici condotti in occasione del centenario, atti reggimentali, tradizione locale e visite dell'autore al campo di battaglia e ai più importanti siti della precedente campagna."" -
Gli eserciti della campagna italiana di Grecia (1940-1941)
Nell'ottobre del 1940 un esercito italiano forte di 200.000 uomini invase la Grecia dal confine albanese, in un territorio ampio e poco difeso. La Grecia contava però sul sopporto della Gran Bretagna, inizialmente solo con le forze aeree e navali, ma poi anche tramite truppe inviate dall'Africa del Nord. Il comandante greco Papagos era quindi superiore per numero ed equipaggiamento: ebbe dunque agevolmente successo nell'arrestare gli italiani e addirittura riuscì a ricacciarli in Albania e a metterli sulla difensiva. Fu ciò a motivare Hitler a inviare rinforzi agli italiani in difficoltà, rinviando la pianificata invasione dell'Unione Sovietica. Tavole a colori e fotografie rafforzano il testo nella puntuale descrizione delle truppe coinvolte, parte essenziale di questo studio completo su uno dei conflitti dimenticati della Seconda guerra mondiale. -
Sturmtruppen. Origini e tattiche
"I più tenaci figli della guerra, gli uomini che guidano le truppe d'assalto e manovrano il tank, l'aeroplano e il sottomarino eccellono per le loro abilità tecniche; e sono questi esempi scelti di temerario coraggio a rappresentare il moderno stato della battaglia. Questi uomini di qualità eccezionali, con vero sangue nelle vene, coraggiosi, intelligenti abituati a servire la macchina e allo stesso tempo superiori ad essa, sono gli uomini che meglio risaltano nelle trincee e nelle buche delle bombe"""". Così Ernst Jünger, in """"Boschetto 125"""", fissa per sempre il cliché romantico del soldato appartenente alle Sturmtruppen, dopo esserne stato lui stesso un comandante. Rifugge, invece, dalle lusinghe del mito l'autore di questo asciutto libro che analizza, attraverso una serie di battaglie che vanno da Ypres a Verdun, da Riga a Caporetto, le trasformazioni tattiche che condussero la fanteria tedesca a innovare il modo di combattere nel corso della Prima guerra mondiale, prefigurando il modello operativo del Blitzkrieg, alla base delle prime travolgenti vittorie dell'esercito tedesco nella Seconda guerra mondiale. L'edizione italiana di questo nitido saggio appare per la prima volta in Italia a cura del Generale Fabio Mini che, concedendo ancor meno alla retorica, dopo essersi soffermato sull'esperienza coeva degli Arditi in Italia, allarga lo sguardo all'evoluzione dei reparti d'élite fino alla guerra dell'informazione, in una riflessione che lo conduce, come sempre, a illuminare la terribile moralità della guerra. Di ieri, di oggi, di sempre." -
Gorizia nella Grande Guerra
Nelle pagine del libro, scandite da una scrittura tambureggiante come fosse una cronaca in presa diretta, si intrecciano i drammi dei protagonisti, la precaria quotidianità della Gorizia in guerra, le grandi battaglie che si sono combattute attorno e gli avvenimenti che hanno sconvolto l’esistenza di una città che è stata una delle più grandi e tragiche capitali della Prima guerra mondiale -
Occidente infedele. L'Europa al cospetto dei jihadisti
"Il credente è lo specchio del credente"""": l'espressione è tratta da un hadith, ovvero una frase attribuita al profeta Maometto e commentata ampiamente con molteplici interpretazioni. È però stata pronunciata di recente in Francia da un jiadhista subito dopo aver ucciso due """"miscredenti"""" davanti al loro figlio, rivolta ai francesi e all'Europa come gesto di sfida, ed è plausibile che per lui questo fosse il significato: """"voi che non prendete mai sul serio le nostre parole, guardate dentro il mio discorso, perché la mia fede è lo specchio della vostra fede. Europeo, specchiati in me. Contempla la mia fede e vedi in cosa credi"""". Questo libro nasce appunto per guardarci dritti negli occhi. Contemplare l'immagine che ci viene mostrata, perché, nonostante tutto, riflette un noi. Benché in genere siamo tanto reticenti a dire """"noi"""", perché non vogliamo tracciare una frontiera con un """"loro"""" con il rischio di escludere e discriminare, il jihadismo esige che lo facciamo. """"Noi amiamo la morte come voi amate la vita"""", ripete di generazione in generazione, da Osama bin Laden a Mohammed Merah. E con questo """"voi"""", nostro malgrado ci incolla addosso un noi, fatto di origini e sensibilità diverse, che non bisogna rinchiudere dentro limiti arbitrari, ma che è necessario lasciare affiorare chiedendoci cosa contiene, cosa conteniamo. Il saggio vuole cercare di dare delle risposte e per farlo metterà talvolta il dito nella piaga, superando strati su strati di non detti. Capitolo dopo capitolo, un passo dopo l'altro, sono attraversati differenti episodi dalle molteplici implicazioni (sociali, politiche, religiose, culturali, sessuali...) per scoprire questa fede che il jihadismo ci costringe a guardare in faccia. Gli uomini che attaccano l'Occidente per distruggerne l'imperialismo opprimente, le democrazie ipocrite, i costumi decadenti, se la prendono con istituzioni e valori che anche noi abbiamo spesso criticato, a volte duramente. Ma colpiscono anche, adesso è chiaro, qualcosa a cui teniamo, un insieme di libertà, costumi e gesti inventati nel corso dei secoli; la cultura liberale e democratica a cui il socialismo avrebbe dovuto offrire un giusto compimento; questa civiltà un tempo sicura del proprio universalismo che forse invece ha costituito solo un particolarismo locale su scala mondiale è, nella storia umana, nient'altro che una parentesi. Ecco perché ormai, nel guardare le immagini di corpi insanguinati, non ci viene più da dire """"Ce lo siamo cercati"""", ma """"Siamo sotto attacco"""". Anche noi, e forse soprattutto noi, così deboli da crederci forti." -
Da Roma alla Cina. Sulle vie della seta al tempo della Roma imperiale
Anno 166 della nostra era: primi nella storia, alcuni cittadini romani entravano in Cina dopo un lungo viaggio per mare dall'impero dell'Occidente alle coste annamite dove sbarcarono. Avevano percorso l'Egitto, attraversato il mare Eritreo, erano approdati in India da dove si erano diretti verso la penisola malese, avevano costeggiato l'Indocina per gettare infine l'ancora a nord del Vietnam e percorrere la via terrestre che doveva condurli fino all'Impero Celeste. Questo straordinario episodio, ricordato dagli storici cinesi, costituisce il punto di partenza per l'affresco di Jean-Noël Robert, che racconta la storia affascinante della ricerca di un contatto tra i due più grandi imperi dell'antichità. Un viaggio nel tempo e nello spazio che parte da Alessandro Magno e, concentrandosi sul II e III secolo dopo Cristo, tocca non solo l'Impero romano e quello cinese, ma tutto l'intreccio delle civiltà tra Europa e Asia. Gli scambi economici, culturali e religiosi, insieme ai contatti politici e agli scontri militari, diventano legami profondi tra Roma, la Persia dei Parti, l'India e la Cina, senza dimenticare i popoli nomadi dell'Asia Centrale. Una storia profonda quanto nascosta rispetto alle narrazioni usuali, ricca di suggestioni e significati, per illuminare alcune pagine del progresso dell'umanità, sulle tracce di quei viaggiatori guidati dalla loro vocazione a diventare i cittadini del mondo. -
Tito. Una biografia
Josip Broz Tito è stato una figura di primo piano nella storia del Novecento. Lunico politico europeo oltre Lenin a condurre una rivoluzione di successo fino a diventare uno dei leader comunisti più famosi di tutti i tempi. Da una certa generazione di persone, è stato ricordato come un uomo che si oppose sia a Hitler che a Stalin. Vincendo. Tito è stato prima di tutto un comunista, dedito alla sua causa fino al giorno della sua morte. Ciò che lo ha reso diverso da altri dirigenti comunisti è stata la sua prima esperienza della Russia sovietica che gli aveva dato una sufficiente conoscenza dell'esperimento in atto verso il quale non nascondeva tutto il suo disincanto. In questo libro, la prima biografia post-comunista di Tito, un grande storico dipinge un inedito ritratto di questo famoso personaggio, concentrandosi principalmente sui suoi anni di piena adesione all'ideologia. Una lettura essenziale per chiunque sia interessato alla storia europea comunista e alla storia dell'Europa dell'Est. -
Guerra senza limiti. L'arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione
Con il nuovo secolo i soldati devono chiedersi: che cosa siamo? Se Bin Laden e Soros sono soldati, allora chi non lo è? Se Powell, Schwarzkopf, Dayan sono politici, allora chi è un politico? Questo è il quesito fondamentale del globalismo e della guerra nell'era della globalizzazione. Sono stati due militari cinesi, i colonnelli Qiao Liang e Wang Xiangsui, a definire nel 1996 Osama Bin Laden l'interprete più efficace di un nuovo tipo di guerra, prima degli attacchi agli Usa. I due commissari politici dell'esercito cinese hanno pubblicato quest'opera rinverdendo una tradizione del loro Paese nella trattazione delle tecniche militari che vanta tra i capostipiti il celeberrimo ""L'arte della guerra"""" di Sun Tzu. L'opera, caposaldo negli studi contemporanei di strategia e storia militare, analizza i nuovi scenari bellici mondiali, spiegando il terrorismo e le sue tecniche, la guerra condotta attraverso le manipolazioni dei media, le azioni di piraterie sul web, le turbative dei mercati azionari, la diffusione di virus informatici e altre armi non tradizionali. Un libro che continua a far discutere chi è al potere, (tra cui Steve Bannon, come emerso nel 2010 in un'intervista al South China Morning Post) e a far riflettere chi studia i mutamenti dell'arte della guerra nel mondo di oggi.""