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La storia dei pretoriani. Forze d'élite nell'antica Roma
Concepita come l'esercito personale dell'Imperatore, la Guardia Pretoriana assunse ben presto un ruolo più ampio per rivestire una vasta gamma di poteri a Roma e svolgere un ruolo politico oltre che militare di grande rilevanza durante il periodo imperiale. Nati con il compito precipuo di proteggere pretori, consoli e generali, i Pretoriani divennero così uno strumento strategico nelle mani degli imperatori per sedare ribellioni, scoraggiare sedizioni, e, in definitiva, condizionare l'intero apparato politico del tempo. L'autrice in questo volume offre una descrizione puntuale di questa celebre forza speciale del mondo classico, dall'anno della sua fondazione (27 a. C.) fino al suo scioglimento sotto Costantino (312 d. C). Tra gli argomenti trattati trovano spazio gli armamenti, il reclutamento, la loro struttura, i loro compiti professionali e la vita quotidiana. -
Il 2021 in 200 mappe
Studiare e interpretare un mondo in continua e veloce evoluzione non è un compito facile. Le scienze matematiche e statistiche con l'aiuto della grafica permettono di fotografare aspetti e momenti storici di società diverse e di proiettarle nel futuro. Frank Tétart, con l'ausilio di mappe e infografiche, sviluppa un'immagine plausibile del mondo nel 2021, sulla base dei più importanti avvenimenti, tensioni, crisi e conflitti del passato più recente. Organizzato in tre sezioni, l'atlante propone nella prima parte una panoramica delle principali sfide geopolitiche dell'anno in corso. Nella seconda ipotizza le principali sfide che riguardano il futuro del nostro pianeta: prima la stabilità, senza la quale tutto lo sviluppo e il progresso sono impossibili; poi lo stato delle risorse e dell'ambiente, chiave per la sostenibilità dell'umanità; e, infine, il processo di globalizzazione che ora governa l'economia e le relazioni producendo un doppio sistema contrassegnato da disuguaglianze crescenti a tutte le scale. Nell'ultima sezione, Tétart si interroga sull'evoluzione di una superpotenza capace di condizionare le sorti di tutti gli altri popoli. -
I servizi segreti di Venezia. Organizzazione dei servizi d'informazione nel Rinascimento
Secondo l'opinione comune, l'intelligence e lo spionaggio sistematizzati sono fenomeni ""moderni"""". I servizi segreti di Venezia ribalta questa ortodossia accademica, raccontando la storia della prima organizzazione di intelligence di Stato organizzata al mondo e creata nella Venezia rinascimentale. Sotto la guida del famigerato Consiglio dei Dieci, il servizio veneziano era organizzato come un'istituzione del settore pubblico che operava con notevole complessità, svolgendo delicate funzioni di spionaggio, che includevano diverse operazioni segrete, di crittografia, steganografia, crittoanalisi e persino lo sviluppo di sostanze letali come il veleno. Il libro descrive in dettaglio i sistematici tentativi di Venezia di organizzare e gestire un servizio di intelligence centrale composto da innumerevoli funzionari statali, informatori ufficiali e spie dilettanti, che condussero operazioni furtive in Europa, Anatolia e Nord Africa. L'autrice racconta, in maniera inedita e affascinante, alcune delle misure messe in atto dalle autorità veneziane nel loro costante sforzo per mantenere la sicurezza dello Stato, tra le quali rientrano anche torture, omicidi e guerre chimiche. I servizi segreti di Venezia non solo rivela una miriade di segreti e i loro custodi, tra cui il leggendario dipartimento di crittografia professionale di Venezia, ma esplora anche i processi sociali e gestionali che hanno consentito la loro esistenza e fornito le basi per una straordinaria organizzazione di intelligence."" -
Gli Stati crociati e i loro vicini. Una storia militare, 1099-1187
"Gli Stati crociati e i loro vicini"""" esplora la storia militare del Vicino Oriente medievale, seguendo in un'unica trattazione le linee di frattura dei conflitti che hanno coinvolto questa regione assai contesa. In un'area in cui gli interessi etnici, religiosi, dinastici e commerciali erano spesso in contrasto tra loro, non mancavano i motivi per far scaturire delle guerre. I conflitti in questa regione si sono susseguiti per decenni e hanno visto la partecipazione di molti popoli, tra cui curdi, turchi, armeni, arabi e gli stessi crociati. Nicholas Morton ricrea questo mondo, raccontando in che modo ogni fazione abbia cercato di promuovere le proprie rivendicazioni con ogni mezzo possibile, adattando l'armamentario della guerra per meglio rispondere alle minacce poste dai gruppi rivali. Le strategie impiegate dalle società pastorali della steppa dell'Asia centrale furono contrapposte agli eserciti delle società agricole della cristianità occidentale, di Bisanzio e del mondo islamico, inducendo i comandanti ad adeguare le proprie tattiche in funzione dei movimenti dei nemici. Oggi siamo generalmente portati a pensare a quest'era come a un periodo di conflitto religioso, eppure questa concezione semplifica enormemente la storia di una regione complessa, in cui la violenza poteva scaturire per molteplici ragioni, non necessariamente riconducibili alla religione, e dove le persone di fedi diverse potevano facilmente trovarsi a combattere fianco a fianco per ragioni di puro interesse. Attraverso una narrazione accurata e approfondita, Morton porta il lettore al cuore di questi conflitti e confuta l'idea, comunemente diffusa, che identifica le crociate con la lotta """"cristiani contro musulmani""""." -
I tesori dell'archeologia. Piccole e grandi scoperte
Dal monumentale Cratere di Vix al Disco di Nebra - la più antica mappa del cielo a noi pervenuta -, passando per i primi templi dell'umanità in Turchia o per i tunnel sotterranei traboccanti di offerte a Teotihuacan, mai come negli ultimi decenni si erano scoperti tanti tesori. Attraverso quest'opera, Jean-Paul Demoule ci porta alla scoperta di questa immensa e affascinante ricchezza. Ma al di là dell'oro degli Sciti o dei faraoni, dei veri e propri ""tesori"""", non meno pregevoli, si nascondono proprio sotto ai nostri piedi, e risultano, a volte, all'apparenza di poco conto - come il rametto di cannabis trovato in una tomba cinese - o addirittura invisibili - come la sequenza del DNA ricavata dai resti ritrovati dell'Homo di Denisova. Fervente sostenitore dell'archeologia preventiva, l'autore dimostra quanto sia importante non solo la salvaguardia, ma anche lo studio di questi reperti, perché concetti come """"civilizzazione"""", """"popolo"""", """"cultura"""" o """"migrazione"""" non possano essere fraintesi o distorti."" -
Vittoria in Vietnam. La storia ufficiale dell'esercito popolare del Vietnam 1954-1975
Quella che gli Stati Uniti consideravano una lotta contro il comunismo dilagante nel Sud-Est asiatico, per il popolo del Vietnam del Nord divenne una ""grande guerra patriottica"""", che si concluse con la vittoria del popolo vietnamita contro il gigante militare statunitense. Questa nuova storia della guerra in Vietnam, raccontata attraverso gli occhi, le parole - e l'ideologia - delle forze militari vietnamite, consegna ai lettori una prospettiva del tutto inedita sul conflitto. Vittoria in Vietnam. La storia ufficiale dell'esercito popolare del Vietnam 1954-1975 è il resoconto di due decenni di lotte, ora disponibile per la prima volta per i lettori italiani. Si tratta dell'esposizione definitiva e completa dei fatti secondo il punto di vista del popolo vietnamita, in relazione all'intrusione delle potenze straniere sul proprio territorio - ancor prima dell'insediamento statunitense - nonché della rivelazione di eventi che mettono fortemente in discussione molte delle verità storicamente accreditate sul conflitto. Una narrazione puntuale e dettagliata che descrive i successi e gli insuccessi della guerra visti nell'ottica di Hanoi. Merle L. Pribbenow, curatore di questo volume, redatto in originale dall'Istituto di Storia militare del Vietnam, svela inoltre i momenti più duri per l'esercito popolare del Vietnam: il periodo 1955-59, quando Diem quasi distrusse il movimento comunista nel Sud; il biennio 1961-62, quando gli assalti degli elicotteri americani e degli M-113 corazzati inflissero gravi perdite nelle loro armate; infine, il 1966, anno in cui le truppe americane di aria e di terra riacquistarono drammaticamente forza. Pribbenow ha vissuto per diversi anni a Saigon durante la guerra e ha voluto riportare nella maniera più accurata possibile le voci dei protagonisti vietnamiti, conservandone il tono trionfante e patriottico per dare una visione autentica del sentimento di rivalsa di questi combattenti. La prefazione di William J. Duiker, autore di Ho Chi Minh: A Life e altri libri sul Vietnam, aiuta a contestualizzare il resoconto entro una attenta prospettiva storica."" -
Gli italiani di Crimea. Dall'emigrazione al Gulag
Giunti nell'Ottocento sulle rive del mar Nero per colonizzare terre fertilissime, per sfruttare la pescosità dei mari e per inserirsi nelle rotte commerciali già tracciate quattro secoli prima dalle Repubbliche marinare di Genova e Venezia, gli italiani di Crimea divennero ben presto il simbolo di un'emigrazione di successo. In pochi decenni si liberarono dalla miseria che li aveva spinti a lasciare la Puglia trovando nella città di Kerch la loro nuova terra di elezione, ma senza mai dimenticare le proprie origini italiane, custodendo la lingua, le tradizioni religiose e persino quelle culinarie. Un sogno spezzato dall'avvento del comunismo: prima la collettivizzazione dei beni, poi le purghe staliniane e infine il tragico epilogo del 29 gennaio 1942, con il rastrellamento casa per casa e la deportazione di massa di tutta la nostra comunità nei Gulag del Kazakhstan, come rappresaglia contro l'invasione italiana dell'Urss. Decimati dal freddo, dalla fame, dalle malattie e dai lavori forzati, gli italiani di Crimea si sono quasi estinti e i pochi rimasti lottano oggi contro l'oblio e per mantenere viva la fiammella dell'italianità. Una storia raccontata coniugando il rigore della ricerca archivistica con le commoventi testimonianze degli ultimi sopravvissuti. Una storia misconosciuta, che non può lasciare indifferenti. -
Vie verso Roma
Il volume di Arnold Esch, interamente dedicato a Roma, esplora, nel vero senso della parola, i percorsi che conducono alla Città Eterna. Come faceva un pellegrino tedesco a sapere come raggiungere Roma intorno al 1500? Dove poteva alloggiare lungo il tragitto e quanto gli sarebbe costato? E, una volta arrivato, cosa c'era da vedere nei vari quartieri della città, passeggiando per la Roma del Rinascimento? Che cosa pensava un viaggiatore nordico quando vedeva, stupito, il suo primo anfiteatro? Che cosa si importava a Roma in un Anno Santo? Che cosa rimproverava a Ferdinand Gregorovius l'Index librorum prohibitorum? Un saggio affascinante che accompagna il lettore in un viaggio attraverso dieci secoli lungo gli itinerari che portano a Roma. -
Elisabetta II. La regina
Rispettata, e spesso adulata, Elisabetta II regna attraverso il tempo. E la sovrana più conosciuta al mondo, tuttavia molto di lei rimane ancora segreto e poco noto. Dal 1952 non ha smesso di stupire i contemporanei, adeguandosi al proprio tempo, pur rimanendo sempre la stessa, per preservare la monarchia di cui è erede e garante. La sua figura incarna un universo che sarebbe inimmaginabile senza di lei, senza i suoi immancabili cappelli, il suo sorriso rigoroso e il suo modo discreto di battere il piede destro quando, durante una parata, la banda sfila davanti ai suoi occhi. All'età di novantaquattro anni, sebbene nessuno avesse mai previsto la sua ascesa al trono, Elisabetta II è ancora alla guida del regno più longevo della monarchia britannica. Avvalendosi delle migliori fonti in materia, Jean des Cars ci proietta nella vita di Elisabetta II, dalla sua infanzia all'ascesa al trono, passando per tutti gli episodi piccoli e grandi che hanno segnato la sua vita: la Seconda guerra mondiale, la perdita del padre, i gossip sul marito, la vita dissoluta della sorella, i problemi coniugali dei figli, la relazione con lo zio ""maledetto"""", senza dimenticare la passione per i suoi corgi e i suoi cavalli."" -
Roma nel terrore. L'occupazione nazista 1943-1944
Nel settembre 1943, a seguito di ripetute ondate di bombardamenti alleati, l'Italia annunciò la firma dell'armistizio con gli Alleati. Poco dopo, l'esercito tedesco disarmò le forze italiane e, nonostante la resistenza militare e partigiana, invase rapidamente Roma. ""Roma nel terrore. L'occupazione nazista 1943-1944"""" è una storia completa dei nove mesi che seguirono, durante i quali ebbe luogo l'occupazione tedesca della città. La Gestapo non perse tempo a imporre una presa di ferro sulla città una volta che l'occupazione fu in atto. I nazisti misero fuori gioco i Carabinieri, rastrellarono migliaia di italiani per costruire ampie linee difensive in tutta Italia e, un mattino all'alba, arrestarono più di 1.000 ebrei romani e li mandarono ad Auschwitz. La resistenza, tuttavia, non si arrese. Per aiutare le migliaia di prigionieri di guerra alleati fuggiti dopo lo scioglimento dell'esercito italiano, sacerdoti, diplomatici ed ex prigionieri di guerra che operavano fuori dal Vaticano formarono un'organizzazione nazionale denominata Escape Line. Più di 4.000 prigionieri di guerra alleati sparsi in tutta Italia furono accolti, vestiti e nutriti da questi coraggiosi italiani, i quali sarebbero andati incontro a una morte certa se le loro attività fossero state scoperte. Nel frattempo, mentre il cibo scarseggiava e la Gestapo iniziava a razziare case e istituzioni, i partigiani italiani lanciavano un attacco dopo l'altro contro le unità militari tedesche in città, con il rischio di divenire vittime di esecuzioni forzate. Questo libro ci restituisce un resoconto avvincente di una pagina drammatica della storia della Città Eterna sotto scacco dei tedeschi: il terrore nazista, le difficoltà dell'occupazione, ma anche le imprese delle compagini di partigiani, aristocratici in fuga, preti vaticani, prigionieri di guerra alleati e cittadini comuni che combatterono per la liberazione di Roma. Il libro è corredato da una serie di fotografie e documenti originali provenienti dal NARA di New York, dal Bundesarchiv tedesco, e altre immagini scattate dall'autore."" -
L' arco dell'impero. Con la Cina e gli Stati Uniti alle estremità
"Guerra senza limiti"""", scritto da Qiao Liang in collaborazione con Wang Xiangsui nel 1999, è oggi senza dubbio lo stemma intellettuale dell'Autore. Quell'opera estrema e quasi brutale, figlia della grande tradizione della saggezza cinese, nel suo ossessionato inseguimento del """"volto del dio della guerra"""" ai tempi della globalizzazione, fece irruzione nel panorama afasico del pensiero militare di fine millennio innovandone le principali categorie di interpretazione con una forza innovatrice senza eguali. Mancava a quel saggio lucido e felice, si disse, un adeguato approfondimento del raggio economico dei conflitti. A vent'anni esatti dalla prima pubblicazione italiana di """"Guerra senza limiti"""", questo nuovo libro di Qiao Liang riprende il ragionamento là dove era stato lasciato nel primo libro e colma quella lacuna con risultato altrettanto felice. Qual è la natura degli imperi? Come nascono, si sviluppano e muoiono? In quali modi e in quali tempi seguirà questa parabola - esplicito e polemico il riferimento al capolavoro storiografico di Paul Kennedy, """"Ascesa e declino delle grandi potenze"""" - l'ultimo degli imperi ancora in vita, quello americano? E la Cina, una volta completatosi il processo di avvicendamento, che tipo di impero sarà? Tra attacchi furibondi all'illusoria supremazia del dollaro, moniti apparentemente ingenui alla correttezza morale della finanza, digressioni storiche e bagliori visionari, Qiao Liang, come un antico aruspice, ci conduce fino al limite dell'abisso quando si chiede se forse non stia arrivando l'inverno più freddo nella storia dell'economia globalizzata, come esso si stia configurando e come raffredderà il mondo. Opera conturbante anche per tutti gli interrogativi che lascia irrisolti, l'""""Arco dell'impero"""" diventa un nuovo contributo essenziale per la comprensione del mondo odierno e di quello di domani anche in virtù del Generale Fabio Mini, autore di un saggio magistrale che, vero libro nel libro, lo accompagna ponendolo al rango di coautore di questa edizione." -
Il genio marittimo di Roma
L’ingegneria marittima romana era una materia piuttosto complessa. Tra i loro numerosi compiti, gli ingegneri romani, oltre a dedicarsi a scegliere il luogo in cui costruire i porti, programmare la loro messa in opera e progettare le necessarie infrastrutture, quali ad esempio frangiflutti, moli e banchine, dovevano anche sviluppare tecniche di costruzione adeguate all’ambiente navale, senza tralasciare la realizzazione degli edifici e delle attrezzature indispensabili per il corretto funzionamento del porto: il faro, il cantiere, il deposito, lo scalo marittimo e altri monumenti di prestigio. Agli ingegneri marittimi spettava l’importante compito di prevenire l’interramento dell’area portuale. Ai più esperti veniva, inoltre, affidato l’incarico di curare delle missioni speciali, come ad esempio il trasporto eccezionale di obelischi provenienti dall’Egitto o l’elaborazione dei meccanismi del velarium che ricopriva il Colosseo. La realizzazione di opere di così grande portata lungo il bacino del Mediterraneo, spesso ostacolata dall’ambiente avverso, fu resa possibile grazie a una ingegnosa innovazione tecnica: un calcestruzzo adatto all’ambiente marino, che si posiziona in acqua e si solidifica nel tempo. Questa tipologia di materiale è ancor più resistente del calcestruzzo utilizzato ai giorni nostri, il che giustifica l’incomparabile solidità dei porti romani a distanza di 2000 anni di storia. In un volume che raccoglie le ultime ricerche sul tema, gli autori analizzano le condizioni di lavoro delle antiche costruzioni marittime romane e i problemi che ogni giorno affrontavano questi grandi ingegneri, avvalendosi, oltre che di uno studio estremamente accurato, delle straordinarie tavole ricostruttive di Jean-Claude Golvin. -
Diario 1922. Le camicie nere alla conquista del potere
"Dobbiamo commettere delle illegalità, in forma quasi sistematica, per fare rispettare la legalità"""". Così Italo Balbo, giunto quasi al culmine del suo vertiginoso 1922: un'ammissione sorprendente della illiceità che fece da filo conduttore al suo agire quotidiano durante quell'anno e che riaffiora nelle pagine di questo documento bruciante. La prosa di Balbo procede per annotazioni scarne e appunti affilati che ci consentono di rileggere gli eventi epocali del 1922, di cui egli fu protagonista di primissimo piano nella veste di quadrumviro. Dalla lettura del suo diario - concepito alla stregua di un vero e proprio memoriale bellico - emergono quindi tutti i retroscena dell'operazione ordita da Mussolini - artefice e al contempo spettatore della marcia - e i suoi: le dinamiche interne al movimento, le scelte politiche, le motivazioni strategiche e le valutazioni di opportunità che mossero i fascisti all'azione. La rigorosa curatela di Mimmo Franzinelli conferisce all'operazione di riscoperta storiografica del """"Diario"""" 1922 il rilievo di un evento editoriale. Il libro contiene una serie di fotografie originali dell'autore e una raccolta di immagini di archivio del primo fascismo e della Marcia su Roma curata dalla redazione di Leg edizioni." -
Lepanto, fuochi nel crepuscolo. Venezia e gli Ottomani, 1416-1571
Gli Ottomani: per secoli il nemico per antonomasia del nome veneziano, i rivali geopolitici capaci di soffocarne il commercio a lunga distanza, prima che i Portoghesi ne tagliassero le rotte a partire dall'Oceano Indiano. Un confronto che si svolge lungo l'arco di circa quattro secoli, caratterizzati da ben sette guerre dichiarate e un ininterrotto stato di tensione e di conflitti a bassa intensità. Il confronto con i padisa ottomani, imponendo l'urgenza di proteggere le vie marittime a largo raggio e la difesa dello Stato da Mar, impedisce a Venezia di sviluppare appieno la spinta strategica in Italia e quindi di acquisire la taglia territoriale e demografica necessaria al rango di grande potenza. Si tratta, quindi, dello snodo chiave della storia della repubblica. -
La Serenissima contro il mondo. Venezia e la Lega di Cambrai, 1499-1509
L'inizio del Cinquecento rappresenta il secolo della grande svolta nella storia veneziana: la repubblica perde egemonia marittima e peso politico in Italia e in Europa. La Serenissima inizia affrontando una seconda volta l'impero ottomano, uscendone di nuovo sconfitta. La Guerra della Lega di Cambrai, poi, rischia addirittura di distruggerla. Assieme al dominio del mare, pero, evaporano l'identità e la cultura marittime costruite nei secoli. Non si tratta soltanto di dover spartire traffici e rotte navali, prima esclusivi, ma della crisi della civiltà sulla quale Venezia ha edificato se stessa e la propria fortuna, avendo fallito, nel corso del Quattrocento, nel raggiungere una dimensione territoriale adeguata alle nuove sfide. Non più potenza marittima, Venezia si dimentica d'essere anche solo uno stato marittimo e si ripiega nella ""neutralità armata"""": la repubblica si avvia sulla strada della decadenza."" -
Sotto un cielo di piombo. Memorie di un capo del TIGR
I volti dell'antifascismo sono molteplici, così come lo sono le storie di resistenza. Questo libro ci proietta all'interno delle vicende storiche che segnarono la lotta antifascista condotta dai popoli sloveni e croati annessi al Regno d'Italia dopo la Prima guerra mondiale. Nel periodo tra le due guerre, i territori del confine orientale furono oggetto di una violenta campagna di snazionalizzazione ad opera delle autorità fasciste, che poco alla volta smantellarono le istituzioni di riferimento della comunità slovena e croata, dalle associazioni alle scuole, fino a privarla di una propria identità. A queste usurpazioni si opposero i membri del TIGR, l'organizzazione rivoluzionaria che riuniva le comunità della Venezia Giulia sotto l'acronimo di Trst-Istra-Gorica-Reka (Trieste-Istria-Gorizia-Fiume). Zorko Jelincic, autore di queste pagine, ne fu uno dei fondatori e come tale fu subito in prima linea nella lotta al fascismo e per la difesa dell'identità di questi popoli, divenuti improvvisamente minoranza - non riconosciuta - in territorio italiano. Sotto un cielo di piombo raccoglie le memorie dell'autore, dai ricordi di gioventù legati alla Prima guerra mondiale alla caduta del fascismo, passando per la dura esperienza del carcere, dove venne rinchiuso per nove lunghi anni. La redazione delle memorie ebbe origine su iniziativa della storica Milica Kacin Wohinz, che fu la prima a riconoscere al TIGR l'importanza storica che merita. Già nel 1961 contattò Jelincic, ormai malato, convincendolo a mettere su carta le sue esperienze leggendarie, per evitare che quella tragica, ma anche catartica epoca del popolo sloveno cadesse nel dimenticatoio. Jelincic si dedicò alla stesura delle memorie appena nel 1964, come se avesse presagito che la sua ultima ora fosse vicina, e le completò due settimane prima della morte, il 13 luglio 1965. Con una grafia tremante, a causa della malattia, e spesso incomprensibile, riempì dei semplici quaderni di scuola con le copertine nere, ora conservati nell'Istituto per la storia contemporanea dell'Archivio della Repubblica di Slovenia a Lubiana. Attraverso le sue memorie, l'autore ci restituisce un racconto intimo e appassionato, ma al contempo attento al contesto storico, di un vissuto che appartiene alla memoria collettiva delle comunità slovene e croate della Venezia Giulia. Questa prima edizione italiana si apre con una lunga nota di Paolo Rumiz, e raccoglie inoltre l'accorata testimonianza di Dusan Jelincic, figlio di Zorko, e un quadro storico ad opera di Milica Kacin Wohinz. -
L' ultima offensiva del Leone. Venezia ai Dardanelli, 1649-1657
Durata un quarto di secolo, la Guerra di Candia rappresenta il più lungo conflitto mai affrontato dalla Serenissima. Non si tratta solo di uno dei sette combattuti contro l'Impero Ottomano, ma di quello che segna il suo definitivo declassamento geopolitico. Per questo è tanto importante sotto il profilo storico. Concluso dalla clamorosa insubordinazione di Francesco Morosini che consegna Candia, è caratterizzato da una serie di episodi i quali dimostrano come Venezia potesse vincere la guerra: se ciò non accadde fu a causa di una sorte avversa a volte incredibile, ma soprattutto per una ragione che ritorna spesso, tanto nelle vicende della Serenissima quanto in quelle degli stati suoi successori nella Penisola, sino a oggi. Diventando così, una preziosa lezione da meditare. -
L' occasione perduta di San Marco. Venezia alla conquista dell'Italia, 1381-1484
Nel corso del Quattrocento Venezia, sino ad allora stato esclusivamente marittimo, acquista una dimensione terrestre che ne muta in profondità politica e strategia: non si tratta del frutto di una serie di eventi casuali e neppure del prevalere degli interessi di una sola parte politica, per quanto importante. In realtà, a spingere la repubblica sulla terraferma, veneta e lombarda innanzitutto, sono le costanti geopolitiche di lungo periodo, le stesse che ne hanno indirizzato il destino sul mare e che ora la costringono in direzione opposta. Perché il problema è sempre lo stesso: preservare le fonti del benessere veneziano. Vale a dire le rotte su cui viaggia il commercio a lunga distanza, vera linfa vitale dei cittadini di San Marco, il quale si nutre tanto di vie marittime che fluviali e stradali. Il nodo, allora, diventa Milano. Sia per posizione geografica che per le ambizioni politiche di quanti la governano e poco importa chi siano. Perché è inevitabile, gli interessi delle due realtà sono destinati a entrare in collisione. -
Bainsizza 1917. L’azione del XXVII corpo d’armata verso Tolmino
Nell’agosto del 1917, l’esercito italiano compì il suo massimo sforzo per scardinare la difesa delle forze austro-ungheresi che da più di due anni resistevano sul Carso e lungo l’Isonzo. L’undicesima battaglia dell’Isonzo, più nota come battaglia della Bainsizza, aveva due obiettivi principali: al centro, la selva di Tarnova, per tagliare le linee di difesa imperiali e far crollare il fronte carsico per aggiramento, e, a nord, la piana di Tolmino, obiettivo strategico per proteggere le armate italiane da un eventuale attacco nell’alto Isonzo che puntasse direttamente su Udine. È noto che l’attacco verso Tarnova del XXIV corpo d’armata, guidato dal generale Caviglia, sfiorò il successo, arrestandosi sulle ultime alture dell’altopiano della Bainsizza, a ridosso del vallone di Chiapovano. Meno studiata è l’azione del XXVII corpo d’armata del generale Vanzo, che aveva l’obiettivo di far cadere Tolmino occupandone le alture a sud est, dove vi erano i borghi rurali dei Lom, per convergere sul paese di Santa Lucia. Dopo più di dieci giorni di combattimenti, l’azione di questa grande unità si risolse in un sanguinoso fallimento che consentì, nell’ottobre seguente, alle divisioni austro-tedesche di radunarsi nella piana di Tolmino per scatenare l’offensiva che portò alla disfatta di Caporetto. In questo libro sono studiate analiticamente le fasi della battaglia, tenendo conto delle più importanti pubblicazioni sull’argomento, fra le quali il diario del generale Vanzo, qui utilizzato per la prima volta dopo la sua recente pubblicazione, e facendo uso di documentazione inedita conservata nell’archivio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma. Il volume mette in risalto i rischi che i comandi italiani – e in particolare il generale Capello, brillante e discusso comandante della 2ª armata – si assunsero con un ardito piano di battaglia basato sulla manovra e sul forzamento dell’Isonzo nel suo tratto più incassato e impetuoso, e i motivi, alcuni strutturali al piano stesso, altri dovuti ad eventi fortuiti, che portarono al fallimento dell’azione; l’attenzione dell’autore si allarga anche alla descrizione delle condizioni di vita dei soldati sul campo, utilizzando soprattutto le memorie che essi ci hanno lasciato, spesso mai pubblicate. Un ampio apparato iconografico, con foto di archivi privati per lo più inedite e cartine degli archivi militari di Roma e di Vienna, rende ancor più efficace la ricostruzione degli eventi narrati. Emerge così una visione pressoché completa della grande battaglia sviluppatasi nel settore settentrionale della Bainsizza, che con il suo esito determinò il destino del fronte dell’Isonzo ma che, nonostante la sua fama e la sua importanza, non è stata oggetto di alcun moderno studio di storia militare da almeno mezzo secolo. -
L' Impero ottomano e l'Europa XIV-XX secolo
Nel corso dei secoli, l'Europa, che ha sempre guardato all'Impero ottomano con diffidenza e preoccupazione, ha voluto carpire i segreti della civiltà ottomana e, contrariamente a quanto si crede, ne è rimasta presto affascinata. Infatti, nonostante la loro secolare rivalità, questi due mondi non si sono mai ignorati e, anzi, hanno sempre mantenuto gli occhi puntati l'uno sull'altro. Nel XVIII secolo, lo stesso impero dei sultani acconsentì ad aprirsi all'Occidente e da esso prese gradualmente in prestito il sistema delle entrate militari, i metodi governativi, la struttura scolastica, parte della sua legislazione, costumi architettonici e usi dell'abbigliamento... Dal XIX secolo, la ""tentazione dell'Occidente"""" si insinua nel mondo islamico dando vita ad un'ambivalenza foriera di tensioni che perdurano ancora oggi. Alla logica della guerra (di cui segue le tappe principali), la storia incrociata che offre questo libro aggiunge - prendendo il pretesto di una personalità, un oggetto, un'opera d'arte - l'analisi di un incontro tra due sfere culturali che, pur lacerandosi, da sempre comunicano.""