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Srecko Kosovel
Il poeta sloveno Srecko Kosovel, scomparso appena ventiduenne (è nato a Sezana nel 1904 ed è morto a Tomaj nel 1926), si è imposto con la sua straordinaria opera poetica come eminente rappresentante lirico del tormentato periodo che seguì il primo conflitto mondiale. Figlio della pietrosa landa carsica, che si apre sul mare come una vasta terrazza di scure pinete, è innamorato della sua terra e delle sue ""verdi rugiade"""", ma è anche angustiato nel vivere l'infausta sorte che le è toccata nel non poter esprimere la propria identità. Cosciente delle contraddizioni sociali e politiche in cui versa l'Europa, ne prevede il catastrofico futuro affermandosi così come uno tra i più espressivi poeti del Novecento. Formatosi nell'asburgica Lubiana ma a un tempo partecipe dell'influsso dell'ambiente culturale sloveno triestino, Kosovel fonde nella propria lirica la complessa sensibilità mitteleuropea con l'atmosfera mediterranea sfavillante di luce. Questa fusione, che spesso è dialettica e, come tale, messa in rilievo dal poeta stesso, è uno dei pregi dei canti kosoveliani. La loro ricca sfaccettatura è stata ben evidenziata dall'autore del saggio monografico, avvicinandoci a un tempo la figura e l'arte di Kosovel."" -
La Shoah in 100 mappe. Lo sterminio degli ebrei d'Europa, 1939-1945
La tragedia della Shoah rappresentata da una prospettiva inedita: dalle origini dell'antisemitismo europeo all'orrore dei campi di sterminio, oltre 100 mappe e grafici illustrano la trasformazione di un'ideologia in aberrante realtà. Come si è diffuso l'odio antisemita nell'Europa dei Lumi? Quali sono state le conseguenze della Grande Guerra? Quali le tappe delle politiche razziali nella Germania nazionalsocialista, culminate nell'uccisione pianificata di circa 6 milioni di individui? E quali sono state le responsabilità degli Alleati e della Chiesa? Dalle prime uccisioni sul fronte orientale per mano delle Einsatzgruppen ai rastrellamenti nell'Europa occupata, dalla Francia alla Grecia, fin dentro l'inferno di Auschwitz, Treblinka, Betzec, Sobibór, Majdanek e Chelmno: un atlante che offre molteplici risposte a decenni di domande su come la Shoah sia stata possibile nel secolo del trionfo della ""modernità"""", e su come il massacro degli ebrei d'Europa abbia potuto concretamente avere luogo in tutte le sue fasi, dalla concentrazione all'eliminazione."" -
Carlo Michelstaedter
La vita ""si misura dall'intensità e non dalla durata, [...] Cristo è vissuto più che Matusalemme, un insetto effimero vive più che un albero secolare"""". Le parole di Carlo Michelstaedter valgono a qualificare la sua stessa esistenza, una parabola attraversata con l'incauta e bruciante velocità di una meteora. Nato nel 1887 a Gorizia - città che rientrava nel territorio dell'Impero absburgico - da una famiglia della borghesia ebraica, compie gli studi presso lo Staatsgymnasium cittadino, per iscriversi nel 1905 all'Istituto per gli Studi Superiori di Firenze. Le iniziali incertezze fra una possibile carriera artistica e l'incipiente vocazione letteraria si diradano lasciando apparire un sicuro talento filosofico. La meditazione sullo spirito della tragedia, maturata nel solco delle prime prove accademiche e grazie a un temperamento improntato alla massima determinazione, lo portano a elaborare la riflessione sulla vita e la morte nel Dialogo della salute (1910), scritto nella tradizione di Platone e di Leopardi. Le sue Poesie, influenzate dal clima letterario italiano degli inizi del secolo, corrispondono alla vibrante tensione della sintesi filosofica, consegnata a un'ampia serie di scritti e soprattutto alla Persuasione e la rettorica (1910), inclassificabile tesi di laurea destinata all'ateneo fiorentino, dove non verrà mai discussa. Il 17 ottobre 1910, dopo aver completato le ultime appendici critiche, Carlo Michelstaedter si uccide con un colpo di rivoltella. Con il supporto dei principali studi critici e alla luce della ricca documentazione (lettere, appunti, opera grafica e pittorica), alla quale si aggiungono nuovi materiali inediti, la biografia ripercorre il dramma umano del filosofo della persuasione, ricostruendo l'ambiente familiare, le amicizie, i luoghi della formazione, il progressivo maturare di un'opera che, nella sua posizione isolata e originale, si pone all'altezza delle grandi correnti filosofiche europee del Novecento. Leg edizioni pubblica una nuova edizione di questo libro, edito per la prima volta nel 1996 e risultato vincitore, l'anno seguente, del premio letterario selezione Comisso."" -
I segreti di Omero nel Baltico. Nuove storie della preistoria
Dove si trovavano i mitici Campi Elisi, l'isola di Circe e le Colonne d'Ercole? Cosa si nasconde dietro il mito del Vello d'Oro e il tridente del dio del mare? Perché gli Etiopi sono chiamati da Omero ""quelli del sole che scende e quelli del sole che sale""""? Si possono far risalire al mondo omerico l'origine dell'albero di Natale e il mito della Fenice? Quale antica leggenda collega le città omeriche di """"Tarfe e Tronio sulle rive del Boagrio"""" con Torpa e Tranås su un lago della Svezia? Da quale regione della Scandinavia provenivano gli Achei che fondarono la civiltà micenea in Grecia? La guerra di Troia può essere considerata un fatto storico? Dove ebbe luogo? Durò veramente dieci anni? Cosa si cela dietro l'invulnerabilità di Achille, lo stratagemma del cavallo di legno e le figure di Ulisse e Telemaco? Ancora, a quale episodio dell'Odissea Dante si è ispirato per costruire l'immagine del misterioso personaggio """"da ciel messo"""" nel IX libro dell'Inferno? Molti anni dopo la pubblicazione di Homericus Nuncius e di Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell'Odissea e dell'Iliade, le cui sette edizioni pubblicate all'estero hanno consentito a un vasto pubblico di specialisti e di appassionati di approfondire questa teoria - secondo la quale la localizzazione originaria delle vicende raccontate nei poemi omerici è individuabile nell'Europa settentrionale, in un'epoca precedente alla discesa degli antenati degli Elleni nel Mediterraneo e all'origine della civiltà micenea in Grecia - Felice Vinci torna di nuovo sull'argomento per rivedere, aggiornare e ampliare tutta la materia, che è in continua evoluzione, sia per gli sviluppi che nel frattempo vi sono stati in campo archeologico, sia per gli ulteriori approfondimenti sul tema specifico, anche alla luce dei contributi degli studiosi nei convegni internazionali che si sono svolti sull'argomento."" -
Domina. Le donne che fecero la Roma imperiale
De la Bédoyère attinge ai resoconti degli esperti di storia dell'antica Roma per rivisitare un periodo storico relativamente conosciuto attraverso un punto di vista completamente nuovo e al femminile.Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone: questi sono i nomi che la storia associa al primo Impero romano. Tuttavia, nessuno di questi imperatori era il figlio di sangue del suo predecessore. Attraverso un racconto accattivante, Guy de la Bédoyère, eminente studioso dell'epoca, traccia la storia delle donne della dinastia Giulio-Claudia, la cui linea di sangue, ambizione e spietatezza fecero sì che la discendenza degli imperatori continuasse. L'autore afferma che queste figure femminili, spesso costrette a rimanere dietro le quinte - comprese Livia, Ottavia e Agrippina, sia la madre che la figlia - erano la vera spina dorsale della dinastia. -
Cosa abbiamo fatto a letto. Storia di un oggetto dall’antichità ai giorni nostri
Luigi XIV comandava sulla Francia dalla sua camera da letto. Winston Churchill governò la Gran Bretagna dalla sua durante la Seconda guerra mondiale. I viaggiatori abitualmente si coricavano con perfetti sconosciuti e intere famiglie condividevano i letti in molte residenze di epoca preindustriale. In passato, i letti sono stati oggetti costosi, spesso per vanità o desiderio di esibizione. Tutankhamon fu sepolto su un letto d’oro, i ricchi greci furono mandati nell’aldilà sui famosi triclini, mentre i defunti di epoca vittoriana appartenenti alla classe media venivano deposti in bella vista su un letto posizionato in salotto. In questa carrellata sorprendente che copre gli ultimi millenni, Brian Fagan e Nadia Durrani guardano al ruolo infinitamente vario svolto dal letto nel corso del tempo. A seconda del periodo storico e della collocazione geografica, questo era un luogo per il sesso, la morte, il parto, la narrazione e la socialità, oltre che per il sonno. È solo nell’era moderna che il letto si è trasformato in una zona privata e nascosta, e la sua ricca storia sociale è stata in gran parte dimenticata. Con una narrazione coinvolgente, e che invoglia alla lettura, gli autori indagano un aspetto trascurato della storia sociale, capace di affascinare e divertire. “Se pensavi che il tuo letto fosse buono solo per dormire, fare sesso o morire, allora questo libro ti sorprenderà – in effetti, è così divertente che ti terrà sveglio fino a tarda notte.” – Paul Chrystal, autore di In Bed with the Ancient Greeks e In Bed with the Romans. -
Maria Teresa d'Austria. Il potere al femminile
Il maggio 2017 è stato segnato dal terzo centenario della nascita di Maria Teresa d'Austria, imperatrice molto apprezzata, figura inarrivabile, ma ancora poco conosciuta. Nacque nel 1717 e morì nel 1780. Suo padre, Carlo VI, fervente cattolico, le scelse come marito Francesco Stefano, duca di Lorena, che sposò il 12 febbraio 1736 e che avrebbe amato fino alla sua morte. Quattro anni dopo, all'età di 23 anni, Maria Teresa salì al trono: era una donna graziosa e intelligente, tuttavia, ancora inesperta per governare. Da lì a poco, però, avrebbe rivelato un'eccezionale fiducia in se stessa e grandi capacità strategiche. Più di ogni altra donna, fece della sua femminilità una potente risorsa: mentre era alla guida dell'impero, diede alla luce sedici figli, di cui solo dieci raggiunsero l'età adulta, e della cui educazione si volle occupare molto da vicino. Pochi storici hanno esaminato l'affascinante potere che deriva dalla fusione tra politica e procreazione. Con la sua profonda conoscenza del XVIII secolo, le sue indagini di filosofa e la sua sensibilità di pensiero nei confronti della condizione delle donne, Élisabeth Badinter ha scelto di raccontare la vita di Maria Teresa d'Austria, suggerendo nuove intuizioni e dando maggiore rilievo a questa figura poco nota. Maria Teresa d'Austria emerge come il punto focale verso il quale convergono tutti i lavori precedenti dell'Autrice. Per diversi anni Élisabeth Badinter ha viaggiato in tutta Europa per esaminare gli archivi diplomatici delle più importanti potenze del XVIII secolo, nonché gli archivi personali dell'imperatrice stessa. Con questo libro, l'Autrice offre ai lettori un resoconto storico, una riflessione intellettuale, un'analisi rigorosamente documentata, una nuova prospettiva e propone anche apertamente la sua posizione senza compromessi: ""Questa donna incomparabile del suo tempo, che inaugura una nuova immagine di sovranità e maternità, assomiglia, per certi aspetti, alle donne del XXI secolo""""."" -
Le violette dell'imperatore
I due conflitti mondiali fanno da sfondo a una storia d'amore fuori dal comune che, fra il frastuono delle bombe, le piccole gioie quotidiane e il dolce aroma delle violette candite, ci racconta la storia del Novecento sul confine orientale.I protagonisti di questo romanzo, Toni e Tilde, si conoscono a Gorizia nel febbraio 1915. Lei è una bella ragazza, istruita e libera per il suo tempo. Lui è un giovane semplice, con un carattere solare e curioso che lo porterà a riscattarsi un marchio infamante e a diventare ""industriale"""" in una fabbrica di canditi. La Grande Guerra li separerà brutalmente gettando lei e la sua famiglia, profughi, nel lager di Pottendorf in Austria e lui, arruolato nell'esercito italiano, a combattere contro gli austriaci nelle tragiche dodici battaglie dell'Isonzo. La guerra finisce, Toni e Tilde si sposano tra le macerie di una città distrutta e tra quelle altrettanto terribili di un'epoca che si è sgretolata: sarà un susseguirsi di nuove sfide per i protagonisti e per la multilingue Gorizia-Gorica-Görz, che accoglierà tiepidamente il fascismo, si adatterà per sopravvivere ai tormenti di un confine instabile e alle lacerazioni provocate dalla Seconda Guerra Mondiale."" -
Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto, tra status symbol, allegoria e affetti
Le relazioni tra uomini e animali hanno da sempre condizionato profondamente la storia della società. Se per le classi umili gli animali erano principalmente strumenti di lavoro e di sussistenza, per i sovrani e l'aristocrazia alcune specie, soprattutto cani e cavalli, accompagnavano in maniera costante ogni fase della loro esistenza, dall'infanzia alla morte, come fedeli amici e compagni, ma anche come simboli di ricchezza, gloria e potere. Che fosse affettiva o di rappresentanza, o un insieme di entrambi gli aspetti, tale funzione trovò nei secoli una diretta proiezione nelle arti. In tutte le epoche le raffigurazioni di animali abbondano su dipinti, sculture, stampe, tessuti, bronzi, argenti e gioielli. La mostra organizzata a Palazzo Coronini Cronberg intende ricostruire proprio il ruolo emotivo, simbolico e sociale che creature quali cani, cavalli, ma anche specie esotiche come scimmie e pappagalli, svolgevano regolarmente nella vita quotidiana delle classi più elevate, non solo come animali domestici, ma anche attraverso le immagini, gli oggetti, gli arredi e gli ornamenti che riempivano le dimore aristocratiche. -
Il vero J.R.R. Tolkien. L'uomo che creò la Terra di Mezzo
"Il vero J.R.R. Tolkien. L'uomo che creò la Terra di Mezzo"""" ripercorre la vita del famoso linguista e scrittore, partendo dai primi anni di formazione privata in casa, passando poi agli studi condotti a Oxford, per arrivare alla sua storia d'amore con la futura moglie, alle soglie della Prima guerra mondiale, e, infine, al suo fenomenale successo accademico, accompagnato dalla creazione dello straordinario mondo di fantasia della Terra di Mezzo. Questo libro si addentra nella personalità di Tolkien, ne indaga le influenze, i luoghi, le amicizie, i trionfi e le tragedie, evidenziando come la sua vita e i suoi amori, decisamente fuori dal comune, abbiano forgiato i mondi di """"Lo Hobbit"""" e """"Il Signore degli Anelli"""". Avvalendosi di fonti contemporanee e di un lungo lavoro di ricerca, Jesse Xander offre una visione unica e a tutto tondo della vita e dei tempi di uno dei più grandi autori britannici." -
A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano
"A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano"""" è un percorso attraverso le fonti storiche, letterarie e archeologiche, che esplora la nascita di due degli elementi più caratteristici della panoplia romana: la spada e lo scudo. L'ipotesi affascinante che viene offerta e illustrata nel dettaglio è quella di un tramite cartaginese, poiché sarebbe stato proprio l'esercito di Annibale Barca a portare per la prima volta in Italia alcune delle armi che sarebbero diventate tra le più iconiche dell'armamento dei legionari. Attraverso un approccio pluridisciplinare, corredato da un importante apparato di tavole illustrative, l'Autore ricostruisce le tecniche, innovazioni e influenze che hanno caratterizzato la produzione di armi nell'antica Roma." -
Venezia. L'alba di un nuovo giorno 402-421
Ogni inizio ha le radici in una fine. Vale per i singoli e le collettività organizzate, sino alle più complesse finora elaborate dagli esseri umani: gli Stati. Venezia nasce dalla dissoluzione dell'impero di Roma e trae vita dall'incapacità dei successori dell'impero di assumere il controllo della costa veneta. Questo spazio viene occupato da quanti abitavano città e campagne della terraferma. Costruiscono una propria organizzazione, per rispondere alle esigenze e alle sfide generate da una scelta rivoluzionaria: diventare anfibi, barattando la terra con il mare. Una scommessa per vincere la quale occorrono un popolo e una cultura nuovi. Nasce una nazione, che costruisce una città e crea una repubblica. Queste pagine ne raccontano l'alba. -
Guerra senza fine 422-554
Il dissolversi della parte occidentale dell'impero di Roma, che non riesce a uscire dalla spirale di guerre civili in cui si dibatte da tempo, coincide con l'affermarsi di necessari contropoteri territoriali locali. Il fenomeno non può venir contrastato dagli eredi dello Stato romano, i cosiddetti regni romano-barbarici, per intrinseca debolezza e deficit culturale, in materia di arte di governo, delle aristocrazie guerriere al loro vertice. La costa veneta accentua il separatismo, sempre più attraente per quanti scelgono un'altra vita rispetto alla travagliata esistenza sulla Terraferma. Si rinforza anche la dimensione militare, grazie a una superiorità marittima alimentata da capacità nautiche scomparse altrove e dal crescente peso demografico. È il secondo, indispensabile, passo verso la nascita di una nuova nazione. -
Alla ricerca di un'identità 555-697
Nel secolo e mezzo che, secondo il Mito, trascorre tra l'invasione longobarda e l'elezione del primo doge si assiste a un cambiamento radicale nella Penisola. Per la prima volta dall'unificazione romana, l'Italia risulta divisa in realtà diverse e conflittuali. Occorreranno milletrecento anni perché tale frattura venga ricomposta. Può prendere così forma la nuova realtà politica dei Veneti della costa. A spingere alla sua definizione è, ancora una volta, la guerra a causa delle ripetute offensive longobarde, che restringono l'area sottratta al controllo dei sovrani di Pavia. Nessun aiuto arriva dall'esterno e l'unica speranza di salvezza, di nuovo, risiede nell'exercitus Venetiarum: fornirà i quadri, l'infrastruttura di base e la cultura del nascente Stato marittimo. -
Una nuova nazione 698-811
La Venetia maritima dell'VIII secolo è ormai uno Stato formato, con propria dimensione politica e ideologica. La completa indipendenza si misura sulla capacità di elaborare un'autonoma geo-strategia, basata sul disinvolto impiego dei punti di forza disponibili. Esercito e flotta ne rappresentano i cardini, oltre a esserne le radici istituzionali. Hanno permesso la nascita di una nuova nazione, comunità dai molti e diversificati apporti, che ha prodotto una propria cultura in uno spazio condiviso: la matrice dell'inesauribile vocazione imperialista presente nel carattere nazionale dei Veneziani, che trova ulteriore alimento nella consapevole scelta marittima. Venezia non nasce romana, neppure bizantina, longobarda o franca, bensì veneziana. Lo Stato prima, la città poi, vennero fondati dai soldati e i marinai che impedirono a chiunque d'impadronirsi della linea di costa da Chioggia a Grado. Conservandola libera per oltre tredici secoli. -
Serenissima: anno zero: Venezia. L'alba di un nuovo giorno 402-421-Guerra senza fine 422-554-Alla ricerca di un'identità 555-697-Una nuova nazione 698-811
I quattro volumi della collana Serenissima: anno zero sono qui raccolti in un unico cofanetto. Federico Moro ripercorre la storia della costruzione dello Stato marittimo sulla costa veneta, dalla dissoluzione dell'impero romano alla nascita di una vera e propria nazione, con un'identità propria e un profondo senso di appartenenza. -
Guerra segreta nell'antica Roma. Intelligence e spionaggio dalla Repubblica al 284 d.C.. Nuova ediz.
L'autrice rintraccia le attività segrete praticate dai privati cittadini e dalle istituzioni governative e militari in epoca antica. Utilizzando il concetto moderno di intelligence, Rose Mary Sheldon spazia dalle attività di spionaggio e di controspionaggio alle azioni segrete, dalle operazioni clandestine all'impiego di codici e di messaggi cifrati. Guerra segreta nell'antica Roma: intelligence e spionaggio dalla Repubblica al 284 d.C sfata il mito secondo cui le attività di intelligence appartengano all'epoca moderna, per testimoniare invece come le antiche storie di spionaggio abbiano anche echi moderni. Molti gli interrogativi che scaturiscono da questa analisi e sui quali Sheldon indaga. Qual è il ruolo di un servizio di intelligence in una repubblica libera? Quando le esigenze di sicurezza dello Stato superano i diritti del cittadino? Se non possiamo fidarci dei nostri servizi di sicurezza, quanto possiamo essere al sicuro? Sebbene protetto dalla guardia pretoriana, il settantacinque per cento degli imperatori romani morì assassinato o sotto attacco da parte dei pretendenti al trono. Chi era a guardia dei guardiani? -
Diario di guerra 1914-1918
"Il libro nasce dalla rielaborazione formale del contenuto dei miei diari di guerra. Durante tutto il corso della guerra mi sono sforzato di mettere subito su carta le mie impressioni, tra un salto e l'altro, o al più tardi la sera stessa del giorno di battaglia. (...) Non sono un uomo di penna, tuttavia spero che, dopo aver deposto questo libro, qualcuno sia riuscito a farsi un'idea di quel che è stato fatto da noi soldati di fanteria. Abbiamo perso molto, forse tutto, anche l'onore. Ma ci resta una cosa: l'onorevole ricordo della più grandiosa armata che sia mai esistita e della più imponente battaglia che sia mai stata combattuta. Onorarlo in quest'epoca di rinnegamento e di deperimento morale è il più fiero dovere di chiunque abbia combattuto non solo col fucile e le granate, ma anche col cuore pieno d'ardore per la causa tedesca"""". Il """"Diario di guerra 1914-1918"""" di Ernst Jünger (1895-1998) è una straordinaria testimonianza di quella """"Grande guerra"""" che, a pochi anni dalla conclusione, tutti iniziarono a chiamare Prima guerra mondiale. Si tratta di annotazioni che iniziano il 30 dicembre 1914 con la partenza dell'autore diciannovenne in direzione del fronte, per concludersi all'inizio di settembre del 1918. Non esiste alcun altro diario bellico che documenti la Prima guerra mondiale dalla prospettiva di un ufficiale di prima linea coprendo un così ampio arco temporale e presentando una tale assiduità di registrazioni. Qui il personale sta accanto al militare, l'amoroso accanto al marziale, il delicato accanto al brutale, il commovente accanto al ripugnante, nel racconto di un giovane che, con uno sprezzo della morte e della vita in fin dei conti quasi insondabile, considerava la guerra un ambito esperienziale affascinante e rischioso a un tempo, e come tale cercava di goderselo. Ed è soprattutto per questo motivo che le sue annotazioni sono potute diventare la base del diario di guerra più famoso e importante della letteratura tedesca, ovvero di quei brani tratti Dal diario di un comandante di truppe d'assalto che furono pubblicati nel 1920 col leggendario titolo Nelle tempeste d'acciaio." -
Il Milite ignoto. Storia e mito
Alla fine della Prima guerra mondiale, i Paesi di tutta Europa parteciparono a un rituale senza precedenti in cui fu sepolto un unico corpo anonimo a simboleggiare il trauma profondo lasciato dall'esperienza dei campi di battaglia. ""Il Milite Ignoto. Storia e mito"""" indaga la creazione e l'accoglimento di questa simbolica sepoltura nazionale come emblema del lutto moderno. Riunendo letteratura, resoconti di giornali, corrispondenza in tempo di guerra e cultura popolare, questo libro esamina come la figura del Milite Ignoto sia stata percepita nei diversi contesti nazionali e utilizzata da partiti politici radicalmente opposti. Laura Wittman sostiene che questo monumento abbia creato una connessione tra il corpo dell'uomo ferito e sottomesso alla macchina da guerra e un'identità moderna definita dalla comune consapevolezza della mortalità e dall'alienazione sociale. Altamente originale e interdisciplinare, Il Milite Ignoto. Storia e mito collega in maniera potente il linguaggio simbolico e l'etica del lutto a un rituale nazionale di rilievo. A corredo della trattazione di Wittman, una ricca raccolta di fotografie originali dell'epoca ripercorre le tappe principali del viaggio che nel 1921 condusse la salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma per la cerimonia solenne della tumulazione presso l'Altare della Patria. Il libro è completato da un testo inedito del Generale Fabio Mini che tocca il tema del Milite Ignoto."" -
Tullo Morgagni. Il giornalista «volante» che inventò il Giro d'Italia
Questo volume ripercorre, per la prima volta in maniera sistematica ed approfondita, l'eccezionale parabola esistenziale di Tullo Morgagni (Forlì, 1881 - Verona, 1919). All'alba del Novecento, appena diciottenne, giunge a Milano, dove si costruirà rapidamente una fulgida carriera giornalistica, dapprima nel quotidiano politico ""L'Italia del Popolo"""", poi nel mondo dell'emergente stampa sportiva. Diventa redattore-capo de """"La Gazzetta dello Sport"""" (1905-1912), poi dal 1913 fondatore e direttore de """"Lo Sport Illustrato"""", infine guida illuminata della prima rivista nazionale integralmente dedicata all'industria del volo umano, """"Nel Cielo"""" (1917). Frutto di un lungo scavo archivistico (in particolare nel Fondo Tullo Morgagni, conservato presso la Biblioteca comunale di Forlì), la ricostruzione realizzata dallo storico Domenico Guzzo recupera immagini inedite e documenti dimenticati per raccontare l'epica avventura di Tullo Morgagni, che a soli ventotto anni portava già i galloni di """"padre"""" della stagione ciclistica italiana - avendone ideato l'evento di apertura, il Giro di Lombardia (1905), quello di chiusura, la Milano - Sanremo (1907), e la sua manifestazione centrale, il Giro d'Italia (1909). Un percorso oltremodo brillante che s'interromperà tragicamente e prematuramente a soli 37 anni, nella prima grande catastrofe aviatoria della storia italiana (il cosiddetto """"disastro di Verona"""" del 2 agosto 1919, nel quale perirono 17 viaggiatori), ma che ci viene adesso restituito in tutta la sua valenza globale. I frutti dell'inesauribile inventiva e dell'ossessiva ricerca del limite umano espressi da Tullo Morgagni, rappresentano ancora oggi un misconosciuto pilastro dell'informazione giornalistica, della pratica sportiva, della mobilità collettiva in Italia e in Europa.""